Polaroid
Presentation Copier
Corate Otolus 20
Norton Aniivirus
Virus: storia e futuro
Windows 3:
Toolbook,
PageMaker 4.0
e Persuasion
Haunever CeBIT '9t
soluiiene di rete se 486/33
TrackMan |Kr Mar e portatili,
maese per Amiga e Mar,
SrajMaa 33 per MS-DOS
BB
■
PARADOX B
Quattro Pro 2 1 Parodex 3.5
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super VGA e 8 slot per tutta
l'espaiidibilità immaginabile. La
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216 (286 a 16 MHz), DS 3 16 (386sx
a 16 MHz). DS .320 (386.sx a 20
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333 (386 a 33 MHz). Tutti fomiti di
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Windows 3; tutti ideali anche in
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rete i servizi che vi occorrono e tro-
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NEL
NUME
APRILE 1991
J AA Unibata
1 J( |AX90G4
[ridice degli inserzionisti 6
Editoriale di Paolo Nuti 56
Posta 58
News a cura di Massimo Truscelli 66
Anteprima Hewlett - Packard sene di prodotti
in ambienti di rete di Paolo Ciardelh 103
Anteprima PageMaker 4.0 e Persuasion
per Windows 3 di Massimo Truscelli 108
Anteprima Logitech TrackMan Portable
e nuovi prodotti per Macintosh, Amiga
e MS-DÓS di Massimo Truscelli 110
Anteprima Microsoft BailPoint Mouse
di Paolo Ciardelh 112
Anteprima Microsoft Word 5.5 italiano
di Paolo Ciardelh 114
I.C.O. Graphics 1991 di Luciano Macera 116
Hannover CeBIT '91 di Massimo Truscelli 120
Prova Atari TT
di Vincenzo Folcarelli
124
Prova Unidata AX90G4
di Corrado Giustozzi e Leopoldo Ceccarelh
130
Prova Polaroid Presentation Copier
di Massimo Truscelli
138
Prova Texas Instruments microLaser
di Massimo Truscelli
142
Prova The Norton Antivirus
di Gabriele Romanzi
148
Prova Coreco Oculus 20
Video Digitizer Super VGA di Francesco Petroni
152
IntelliGIOCHI di Corrado Giustozzi
Master Mind
157
StoryWare di Elvezio Pexrozzi
Non solo fantascienza
163
Playworld di Francesco Caiià
Avvenimento, Speciale Lynx, Panorama
168
Spreadsheet - DB di Francesco Patroni
Borland Quattro Pro 2 e Paradox 3.5; sinergie
180
Windows 3 di Francesco Petrom
Ancora suH'Asymetrix Toolbook
188
Virus Classificazione dei virus secondo
le modalità di attacco di Stefano Toria
194
Desk Top Publishing di Mauro Gandim
OCR: occhi e cervello per il PC
199
Grafica di Francesco Petroni e Aldo Azzan
Computer Grafica: vane prospettive
204
Computer & Handicap
Computer & handicap psichico di Fabio Celi
210
Computer & Video di Bruno Rosati
Laboratorio video amatoriale
214
Archimedee di Massimo Miccoli
RISC-OS; VDU Drivers (II)
220
Macintosh di Raffaello De Masi
Utility et alia
224
La programmazione Object Oriemed: Smalltalk-80 230
Atari ST di Vincenzo Folcarehi
NeoDesk 3.0: il nuovo desktop per ST e TT
234
Amiga
ANIM in LoRes di Bruno /Tosati
238
ARexx. il linguaggio REXX per Amiga
di Marco Ciuchini e Andrea Suatoni
244
Programmare in C (32) di Dana de Judiabus
248
PD software
MS-DOS • Un pot-pourri di Pubblico Dominio
a cura di Paolo Ciardelh
255
Amiga - PD Amiga avanti tutta!
a cura di Enrico Ferrari
260
Mac - PD & Mele a cura di Valter Di Dio
266
MCmicroCAMPUS
Progetto «Calcolo Parallelo”
di Renato Del Balio e Antonio d'Aaemo
270
MC-Link di Corrado Giustozzi
MC-Link. la Mlailbox
275
Networking di Lepoldo Ceccarelh
e Gerardo Giardino
Costruiamo un LAN
281
Reti neurali di Luciano Macera
Reti neurali ad apprendimento
non supervisionato
287
Multitasking di Luciano Macera
Dalle stelle allo stallo
292
Smalltalk/V di Tommaso Masi
Smalltalk. aspetti sintattici (2)
296
C++ di Corrado Ciustozzi
L'overloading
301
Turbo Pascal di Sergio Polini
Una piccola gerarchia di classi
307
Guidaeomputer a cura di Maria Mariotti
312
Micromarket/micromeeting/Microtrade 330/336
Moduli per abbonamenti - arretrati - annunci
337
MCmicrocomputer n. 106 {numerazione editoriale)
Indice degli Inserzionisti
S8
82
26/29
75
115
243
78
III cop
72/311
12/13 14/
15/20
69-71
83
331
42
51
291
18
161
42
50
55
54
162
IV cop.
97-99
119-213
21
115
46
147
17
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Vinci, 21/23 - 20090 Serate
Dado System Srl - Via Benedetto Croce. 97
00142 Roma
Data Automation Srl - Milano Fiori Strada 4 pai. A2
20094 Assago
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Digitron Srl - Via Lucio Elio Selano, 15-00174 Roma
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Elettronica Monzese Snc - Via Azzone Visconti, 37
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57123 Livorno
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Express Offics Automation Srl - Via Cavallotti, 22
40200 Reggio Emilia
FCH Srl - Via L. Kossuth 20/30 - 57126 Livorno
Flopperia Srl - Via Monte Nero, 15 - 20135 Milano
K.H.C. Italiana Srl - Via S. Maria Goretti, 16 - 00199
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Help Italia Srl - C.so del Mezzogiorno, Km 1
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20131 Milano
Ufeboat Associates Italia Srl - Via Frua, 14
20146 Milano
4
156
333
219
47
40
86
45
26-27
61
8/9/39/49
100/101/102
64/65/67
85/87
19
113
30/3V32
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62/63
70
274
77/79
41
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00137 Roma
Power Computing Srl - Via delle Baleari, 90
00121 Ostia Udo (RM)
Quotha 32 Srl - Via Giano della Bella, 31
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Saho Corporation - Taipei. Taiwan
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Simulmondo Srl - Via Berti Pichat, 26 - 401 27 Bologna
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20020 Arese IMI)
Sofeo Srl ■ Via Borgese 14 - 20154 Milano
Soft Team Srl - Via Croce Rossa, 5 - 351 29 Padova
Softcom Srl - Via Zumaglia, 63/a - 10145 Tonno
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Software Diffusion - Via Carducci, 39
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Technimedia Srl - Vìa Carlo Perrier, 9-00157 Roma
Teeno Elettronics Snc - Via Naz. /\ppia, 1 28
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Teenoinf - V.le della Repubblica, 250
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Trtan Computer Srl - Via Rimembranza. 1* traversa
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Umana System & Software - Strada Cuorgné, 578
10070 Mappano ITO)
Unibit Spa ■ Via di Torre Rigata, 6 - 00131 Roma
Unidata-Via S. Damaso, 20-00165 Roma
Uniware Srl • Via Matera. 3 - 00182 Roma
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personal computer e gli ambienti e
sistemi operativi più diffusi.
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Prospetto di F*ienifìcaztone Utt/e
Fatturate netto
Cestitisi
Profitti lordi
l'pese
Totale spese
YONDEFIXLS
I Totale
L, 137.000
L 67.003
L 4.257
L 69.997
L 66.740
Nuovo Microsoft Excel 3
La potenza di un foglio di calcolo è utile solo se si riesce a
sfruttarla fino in fondo. Ecco perchè oggi Microsoft presenta
Excel 3 per Windows, il programma per i PC MS-DOS della
nuova generazione, che vi dà la potenza, ma anche il modo
più facile per gestirla.
Con Excel 3 per Windows tutti possono tutto. Un semplice clic sulla
barra degli strumenti e avrete via libera alle funzioni che vi occorrono, senza
nessun’altra operazione. Potrete sommare righe o colonne di numeri, format-
tare un testo, trasformare le tabelle dei dati in altrettanti grafici, modificare
contemporaneamente fogli che lavorano insieme: tutto avverrà automatica-
mente selezionando l'icona desiderata.
Excel 3 per Windows: anche il difficile diventa facile. Grazie alle nuove
funzioni, lavori complessi come la combinazione di dati provenienti da fogli
diversi in un unico foglio di lavora riassuntivo, la visualizzazione dei dati secondo
il livello di dettaglio che vi serve, o ancora la soluzione in modo grafico di
problemi di tipo "what if...", diventeranno ordinaria amministrazione.
Excel 3 per Windows, il bello dei fogli di calcolo. La gestione ideale dei
vostri dati avrà un degno finale quando li presenterete agli altri. Grafici
tridimensionali, caratteri, colori e formati personalizzati, renderanno le vostre
relazioni belle fuori, oltre che ricche dentro.
Excel 3 per Windows va d'accordo con tutti. Excel 3 è coerente con
le applicazioni create per il nuovo ambiente Microsoft Windows 3, ma anche
con altri fogli elettronici. Gli utenti di Lotus 1 -2-3™ che volessero eventual-
mente passare al nuovo programma, troveranno, per esempio, una guida in
linea in grado di fornire la traduzione dei comandi corrispondenti.
Excel 3 per Windows: chiedeteci e vi sarà dato. Per sapere tutto su
Microsoft Excel 3 per Windows chiedeteci il materiale informativo telefonando
allo 02/26901.359. Oppure provatelo direttamente da un
rivenditore Microsoft o nel Microsoft Excellence Center
della vostra città. Un'ultima cosa: chi acquisterà ora la
versione EURO di Excel 3. avrà gratuitamente l'aggiorna-
mento per la versione italiana, appena sarà disponibile.
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+ 1 porta mouse» Porta per FDD 5.25" esterno» MS-DOS4.01
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matematico • Floppy Disk Drive 3.5", 1 ,4 MB • HD 40 MB, 28
ms. • 3 slot di espansione a 16 bit • Scheda VGA integrata •
Tastiera estesa a 1 01 tasti • 1 porta parallela + 2 porte seriali
• Possibilità di montare un Drive 5.25" interno • MS-DOS 4.01
• Serratura di sicurezza • Supporto LIM/EMS su Hardware
(Monitor escluso)
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Disk Drive 3.5", 1 .44 MB • HD 20 MB • Scheda VGA integrata
• Display a LCD 640x480 con 32 livelli di grigio • T astierà 80 tasti
con 12 tasti funzione • Uscite Monitor VGA esterno, seriale,
parallela e mouse PS/2 • Accomulatore al NiCd ricarlcabile •
Alimentatore esterno 95 - 240 V - 50/60 Hz con selezione
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IL TERZO GRANDE STAND
Conoscere Atari ST
Forse non tutti sonno che Atari ST è uno dei grandi standord dell'informotica mondiale:
oggi oltre 3.000.000 di persone nel mondo lovorono, studiono e si divertono con i perso-
nal computer Atori STI Sono computer potenti, basati sul processore 68000 e su un genia-
le sistema operativo, il TOS, dotato di un'interfaccia grafica intuitiva, che li rende imme-
diatamente utilizzabili anche a chi si avvicina per la primo volto ol mondo del computer.
Perché Atari ST
- Perché Afari ST è in assoluto il computer più facile da usore, l'unico che offre un incon-
tro senzo Iroumi con il mondo dell'informatica;
- Perché Atari ST, a differenza degli altri standard, consente di risolvere su un unico com-
puter le esigenze informotìche della famiglia: lavoro, studio e, perchè no, intelligente
divertimento; ,
- Perché Atari ST propone spesso applicazioni verticali potenti e innovative che mancano
negli altri stondard;
- Perché Alari ST rispetta il consumotore proponendogli sempre un rapporto prestazio-
ni/prezzo assolutamente entusiasmante.
ATARI ITALIA S.p.A.
Vìo V, Bellini, 21 - 20095 Cosano Milonino |MI)
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Telefax (02)61.94.048
Hot Line; Tel. 02/61 .96.462
BBS: Tel. 02/61.93,757
Un vero standard
L'Atari ST è noto in Italia soprattutto per il
grande successo ottenuto nel compo musi-
cele: perché chi fa musica col computer in
Italia, nove volte su dieci fa musica con
Alari,
Ma questa immenso successo "verticole"
non deve forci dimenticare che l'Atari ST è
uno standard: ossio un personal computer
per il quale è disponibile una ricca serie di
periferiche e uno spettro di applicazioni
completo, capace di soddisfare le esigenze
più varie dell'utenza di oggi. Dai pacchetti
di editoria elettronica allo grofico più sofisti-
cato, dolle soluzioni per l'ufh'cio alle appli-
cazioni didattiche, dogli scanner od olio ri-
soluzione ai videodigitalizzatori economici.
I nostri hardware
Come è lecito oftendersi do uno standard,
Atori offre uno gommo di computer e peri-
feriche per le esigenze più diverse, tutte ca-
ratterizzate da un imbottibile ropporto qua-
lilà/prezzo. Vagliate queste proposte:
- 1040STS 1 Mb RAM, la macchina bose
per lavorare, studiare, for musica o gio-
care;
- 1040ST* Professional, 4 Mb RAM, lo
macchina estesa per le applicazioni più
spinte;
- il TT030/4, il vertice dello gamma Atori,
un computer a 32 bit dotato di micro-
processore 68030 a 32 MHz, copro-
cessore matematico 68882, RAM mini-
ma di 4Mb espandibile o 26Mb, hard
disk SCSI incorporato e grafica evoluta;
un mostro di potenze per gli applicativi
del futuro che preserva totalmente la
compatibilità con lo serie ST.
DYNACADD, CAD PROFESSIONALE
ATARI COMPUTER. LA FORZA DI UN GRANDE STANDARD.
ARD DELL'INFORMATICA
Un computer "multìstondard"
Atari ST è forse il primo computer "multi-
standard" al mondo. Non solo la formattazione dei discfietti Atari è identico a
quella dei dischetti MS-DOS mo, addirittura, esistono degli straordinari emulatori
hordwore che trosformono l'Atari ST in un vero MS-DOS’” compotibile o Madntosh"“
compatibile. Se vi tenta l'idea di poter avere due o tre computer in uno, scegliete
Atari ST e uno di questi sensazionoli prodotti:
I nostri software
Di sicuro avete in mente i nomi dei
softwore che vonno per la moggiore ne-
gli altri standard: ma quello che forse
ancora non conoscete è SIGNUM, il Do-
cument Processor che vi permette di scri-
vere in oltre 100 olfobeti diversi; RE-
DACTEUR, un sofisticato word processor
dalla velocità mozzafioto; CALAMUS, un
pocchetto di Editoria Elettronica dotato
di specifiche impressionanti; ADIMENS,
il Dota Base di riferimento nel mondo
Atari; DYNACAOD, un CAD professiona-
le, compotibile con gli standard MS-
DOS, mo di prezzo ridottissimo; NOTA-
TOR, uno stroordinario software di scrit-
tura e stampa dello musica; LDW
POWER, un velocissimo spreadsheet Lo-
tus<ompatibile; NEODESK, l'interfoccio
grafico per computer più sofisticato e
tonti altri incredibili prodotti che rappre-
sentono o il massimo della qualità o il
mossimo del rapporto qualitò/prezzo.
- PC SPEED e SUPERCHARGER per l'emulazione 8086;
- AT SPEED e AT-ONCE per l'emulazione 286;
- DELTA MODUL per l'emulozione 386SX;
- SPECTRE GCR 3.0 per l'emulazione Macintosh'”.
LA NOSTIIA PROPOSTA-CONOSCENZA; IL PACCHEnO ST BASE
Gli altri standard vi propongono abiluolmente uno mocchino nuda.
Il nostro standord vi dà invece la macchina più quello che vi serve per la-
vorare subito. Naturalmente, senza alcun aggravio di costi.
Allo straordinario prezzo di Lit. 1.290.000 + IVA avrete infatti il pocchetto
ST BASE comprendente:
□ ATARI 1040STE: il modello standard dello serie ST, un potente computer
da 1 Megabyte su cui far girare senza problemi la totalità del software
professionale e, grazie al modulatore TV incorporato, la totalità dei gio-
chi esistenti per ST;
n SMI 24: un monitor monocromotico ad "effetto libro", la cui ecceziona-
le definizione e comfort visivo Irasformeronno letteralmente il vostro mo-
do di lavorore;
□ CALAMUS: il software di Editoria Elettronica più veloce e professiona-
le, utilizzabile anche come Word Processor grazie al potente editor
di testi incorpofolo;
□ ADIMENS: il Dotobose di riferimento nel mondo ST, flessibile e potente.
Il bello dell'Atari ST: Consulenza & Servizio
Atari non vi lascia soli. Perché acquistare Atori ST signifi-
ca sì scegliere un grande standard infarmatico ma anche
e soprottutto ocquisire il diritto od essere seguiti e consi-
gliati nel tempo.
Grazie al pacchetto Consulenzo & Servizio, una serie di
iniziative, per lo maggior porte gratuite, con cui ci ougu-
riamo di rendere il vostro commino nell'informotico più
facile, piacevole e fruttuoso.
■ Lo Hot line Atari ST [lei. 02/61 .9ó.462|: un servizio
gratuito a vostro disposizione ogni giorno dalle 9.30
olle 13 e dolle 14.00 olle 17.30 con personale tecni-
co quolificoto per rispondere a ogni vostro quesito,
fornirvi una prezioso consulenza tecnica personaliz-
zata, suggerirvi il nome del rivenditore o dei Punto
Consulenzo Atori più vicino;
■ Il Filo Diretto Sviluppatori Atori ST, riservato a Softwo-
re House che desiderino conoscere gli strumenti di
sviluppo esistenti nel mondo ST per cogliere le grondi
opportunità esistenti in questo mercato;
■ La BBS Atori ST (tei. 02/61.93.757), un modo tempe-
stivo per essere sempre al corrente delle ultime novitò
Atori, un’oreo di messoggistico ben curoto, lo possibi-
lità di telecaricare soPware di pubblico dominio;
■ la rivista mensile Atari News (a partire da moggio):
uno rivista non solo di informozione ma onche di in-
contro con voi. Per capire meglio le vostre esigenze e
per guidarvi olio scelta dei migliori hardware e
software nel mondo Atori ST con recensioni attente e
documentote;
■ Il supplemento trimestrole Atori&Musico per conoscere
tutte le novità dei software e delle periferiche musicali,
area in cui Atari ST è leader in continuo incremento;
■ I Club Atari ST: un modo di condividere una passio-
ne, di crescere insieme, di imparare dagli altri;
■ 1 Punti Consulenza Atori ST: negozi speciolizzati dove
trovore ossistenzo e servizio oltre che un ricco ossorti-
mento di macchine e software;
■ Le Scuole Atori ST: corsi e seminori o pogomento su
softwore di base (WP, dotobose, spreadsheet, DTP e
musico) orgonizzati da enti indipendenti sotto il con-
trollo di quolità dell'Atori Italie.
MSOOSéc
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Tutte le novità.
Scopri ATARI ST presso i
Se non conosci oncoro l'Alori ST ecco uno splendido occasione per verificare di persona lo potenza e Tomichevolezzo dei nostri sistemi. 1 Punti
Consulenza Atari orgonizzono lutto uno serie di eventi in cui verranno dimostrate decine di importonti soluzioni software o hordwore per l'ST; sce-
1 1 evento che piu ti interessa e partecipo!
Calendario delle dimostrazioni
□ MILANO
Punto Consulenza organizzante:
LUCKY, vio Adige 6. Tel. 02/54,68.3A2
Data: tutti i saboti dolle 15.30 alle 19.30
Oggetto della dimostrazione:
1) TI, i) nuovo personal Atori con processore
68030 e clock a 33 MHz (compotibile con
lo serie ST)
2) STACY, il portatile ST da 2 o 4 Mb
3) NOTATOR, il software musicale più vendu-
to in Italie per gestire la registrazione multi-
troccio di doti musicali e la scrittura e stam-
po di portiture professionoli
4) AT-SPÉED, lo sfroordinorio emulatore 286
che rende l'Atori ST un vero MS-DOS com-
patibile: nello presentazione verrò mostrato
come si installa la scheda all'interno di un
ST 1040. Su richiesta e previo appunlo-
mento Lucky organizza dimostrazioni per-
sonolizzote di DYNACADD, uno dei CAD
standard nel mondo Atori ST.
□ SARONNO
Punto Consulenza organizzante:
MARKER, vio S. Oolmozio 1/40,
tel.02/96.05.049
Doto: venerdì 26 aprile 1991, tutto lo giornolo
Oggetto della dimostrazione: Software di pro-
duttivitò per TAlari ST llSt Word Plus, Adi-
mens, LDW Power] e software didottico per lo
fascio primoria e secondario Lo riunione è or-
anizzala specialmente a beneficio del mon-
0 delle scuole: gli insegnanti che ci leggono
sono invitati cordialmente o portecipore!
□ ROMA
Punto Consulenza organizzante.
PCC COMPUTER HOUSE, via Cosilina
283/0, lei, 06/27,15,078o27,14,333
Doto; mercoledi 7 moggio dalle ore 1 7 olle 1 9
Oggetto delh dimostrazione: stazione grafico
basalo su un Mego 4 ST esponso a 16 Mego
con schedo Matrix olto risoluzione 1280 x
1 024 pixel 256 colori, kit opzionole 1 6 milio
ni di colori, monitor do 20" a colori, software
di ritocco fologrofico monocromolico e o colo-
ri Reprosfudio Protessionol e Cronach.
□ FIRENZE
Punto Consulenza organizzante:
EUROSOFT, via dei Romito 1,
lei, 055/49,64,55
Doto; sobaio 4 moggio e sabato 1 1 moggio
alle ore 10.30
Oggetto della dimostrazione:
1| PHOENIX, il nuovo straordinoho doiobase
per ST in grodo di gestire conlemporaneo-
mente doti alfanumerici, immagini e suoni
2) AT-SPEED: verrò presentato lo nuovo versi»
ne a 1 6 MHz dello nota scheda di emulo-
zione 286 per l'Atari ST
3) SPECTRE OCR 3.0: l'incredibile emulatore
che Irosforma ['Atori ST in un Mocintosh
compatibile
4| STAZIONE GRAFICA con scheda CHILI,
scheda REFLEX e pacchetti dì rielaborozio-
ne immagine a colori
Dimostrozìoni UMANA o Genova e Alessandria
Lo Limano System & Software, importatrice di
uno serie di prodotti per Alari ST, organizza
uno serie di clinics sui seguenti argomenti:
- AT ONCE Vortex: verrò presentata io versio-
ne a 16 MegoHz deiremuloiore MS-DOS
per Alari
- NEODESK, lo rivoluzionoria inierfoccia
grafica per Alari ST
- CRAZY DOTS, la scheda grafico olla riso-
luzione (1280x960 0 256 colori] per Aton
Mego ST
- WRITER ST, il word processor per le ozien-
de con funzioni integrote di colcolo mote-
matico e modulistica
- 1 ST CARD, il sistemo generotore di iperte
sii bosato sull'Intelligenza Artificiale: ideale
per le scuole.
Le date previste per queste dimostrozioni sono:
- venerdi 10 maggio in AIESSANDR/A
ore 20.30 c/o Taulino Computer,
p.zo Corducci 13, 15 100 Alessandria,
tei. 0131/44 14.26 0 01 31/43297
- sabato I I moggio in GENOVA
SAMPIERDARENA ore 1 8 c/o Taulino,
vio fillak 8 R, tei, 010/41.27 03.
Per ulteriori informazioni conlollore lo UMA-
NA, tei 011/99.69.552.
Corsi di CAD professionale all'Atari Club
di Milano
L'Atari Club di Milano orgonizza un corso indi-
rizzato a professionisti e tecnici che operano
nel campo dello progettozione e del CAD con
porticobre riferimento ol disegno architettonico.
Scopo del corso é l'apprendimento delle tecni-
che di realizzazione ed ebborozione di proget-
ti grafici e orchitettonici con il computer Atori
ST. Il programma comprende un'introduzione ai
concetti base del CAD, un'esame delle tecniche
e procedimenti per lo stesura di disegni archi-
tettonici con il computer, un'introduzione al
programma DYNACADD, esercitazioni di di-
segno computerizzato In 2D e 3D, interscam-
bio file con Aulocod e plottoggio degli elobo-
roti su pbtter OCE' GRAPHICS. Per informo-
zioni telefonare ogni venerdì dopo le ore 21
all'Atori Club, viole Suzzani 273/b, 20162
Milono, tei. 02/66.101.678 oppure ogni
giorno, orario d'ufticio, olio Studio Nuove For-
me, tei. 02/28.53.833
Renoult Francb utilizza gli Atari PC Folio
La Renault francese ha elaborato un progetta,
denominato "Micro-Vendeur", finolizzato a
dotare tutti I propri venditori esterni (oltre
4400 operatori!] di un Atori PC-Folio. grozie
al prezzo e olle dimensioni contenute, nonché
olio compotibilitó MSDOS, il PC-Folio offre in-
fatti uno soluzione ottimale al problema di ag-
giornore in tempo reole le molte informazioni
contenute nei listini di uno coso outomobilisti-
ca. Per aggiornare il listino, il venditore ester-
no deve sdo recorsi presso il concessionario
da cui dipende, inserire lo Memory Card del
PC-Folio nel lettore di cord collegota ol PC del-
io filiale e, in 5 secondi, b Memory Card rice-
verò l'aggiornamento su modelli, accessori,
optionols e relativi prezzi. I doti m questione
vengono poi oggiornoti quotidionomente ot-
troversQ uno rete che collega tutti i PC presenti
nei concessionari Renault
E un'opplicazione mteressonte che dimostra lo
versatilità del PC-Folio, che oltre a rappresen-
tare uno efficiente soluzione come agendo
elettronico personole, si presto a usi oziendoli
sempre crescenti
Dimostrazioni di software musicale
professionale per ST
la Midi Music, leader di mercato nello distri-
buzione di softwore musicale professionole,
onnuncio uno tournée dimostrotivo in cui ver-
ranno presentati.
- NOTATOR 3. 1 , l'ultimo versione del notissi-
mo softwore di scritturo musicele
- AURA, il primo software didattico musicale
completamente in itoliono.
Questo il calendarto delle manifestazioni
ALESSANDRIA: Lunedi 1 3 moggio ore 20.30
c/o TAULINO, Vio Piocenzo 44
GENOVA; Mortedi 14 moggio ore 18 c/o
TAULINO, via Fillok 80 R
GORLAGO (BERGAMO]; Mercoledì 15 moggio
ore 16 c/o MUSIC STORE. via 1 Moggio 15
AZZANO DECIMO (PORDENONE): Giovedì
16 moggio ore 17, c/o CASA DELLA MUSI-
CA, vio Trieste 7
BOLOGNA: Venerdi 17 moggio ore 17 c/o
RES RUBINI, vio Marconi 51
FORLÌ; Sobota 18 moggio ore 17 c/o RES
RUBINI, V, la Romo 47
Per ulteriori informazioni contattare Midi Mu-
sic, tei 011/23.76.12
ATARI PARTECIPA A...
G Inforscuolo • 16/19 aprile 1991
Dal 16 al 19 oprile 1991 Atan Italia partecipa
a Inforscuolo al Palazzo delle Stelline (Cso Ma-
genta, Milono]. Si tratto di uno rossegno spe-
cializzata dedbota olle applicoziori informoii-
che nel mondo dello scuola; Atori Italia di-
sporrò di uno stand in cui verronno dimostrate
le più avanzote soluzioni didattiche per il mo-
dello Atori ST e, inoltre, il PC-Folio. A corredo
dello partecipazione, il giorno 17 aprile, in
uno solo appositamente riservata, si terrò uno
Ò - n. 2/Aprile 1991
del mondo Atori
Punti Consulenza Atari!
giarnalQ congressuale sul tema Atari ST, il ter-
zo grande standard dell'informatico Proposte
per lo didottico Chi fosse inieressoto o porle-
cipore è pregolo di richiederlo allo Sig.ro Gu-
sello, tei. 02/61.34.141
Solone delle Marche Musicoli -
25/26 aprile 1991
Dal 25 ol 28 oprile 1991 Atori Itoho poriecipo
al Salone delle Morche Musicali di Pesoro, il se-
condo solone italiano dedicalo agli equipog-
giamenti musicali professionali. La nera è oper-
to ol pubblico e offre un'occosione unico per
conoscere decine di applicozioni musicali
dell’Aiori ST, in particolare per quanto riguorda
il settore dei software di arrongiamento automa-
tico. di scrittura musicole computerizzato e di
registrazione di doti digitoli MIDI. Sorò onche
disponibile uno postazione di coroitere genera-
le dove ommirore i principoli opplicativi non
musicali e l'Atori PCfolio, il più arfoscinonle ed
economico computer loscabile. I nostri lettori so-
no cordiolmenie invitati a porteciporel
Nel quodro del polenziomento dello proprio penetrazione commercìole airinlerno
di contesti inbrmaKci professionoli
ATARI ITALIA S.p.A. ricerco
per le regioni LOMBARDIA, PIEMONTE e LAZIO
Agenti di Commercio
introdotti 0 comunque dototi di un'eccellente preparazione tecnicocommerciale
nel settore informotico.
Compito di questi operotori sorò sviluppare le vendite delle diverse linee di
prodotti Atari professionoli |in porticolore Atari ST e PC-Fotio) gorontendo un deciso incremento
quontitotivo e quolitotivo del porco clienti Gli interessali sono pregoli di inviare uno
presentazione scritta dettagliala dello propria esperienza specifica nel ramo informatico
a Roberto Cosiroghr c/o Alari llalia, via Bellini 2 1 , 20095 Cusano Mihnino.
TUni I PUNTI CONSULENZA ATARI
Elenchiamo qui di seguito l'elenco aggiornato dei Punti Consulenza Alari. I punii vendila che offrono all'utente una consulenza completa su
tutte le soluzioni che l'Atori ST offre oT mondo degli uffici, delle professioni, dell'Editoria Elettronica e dello scuoio.
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8AW: Centro Atori RVF, corso Covour 196,
tei. 080/52.47.636
CHIETI fVostol: Stefono Nicola, vio S. Coterino do Sieno 38,
tei. 0873/36.51.80
FIRENZE: Eurosoft, vio del Romito )D Rosso,
tei. 055/49.64 55
Teleinformatica Toscano, via Bronzino 36,
tei. 055/71.48.84
GENOVA: ABM Computers, piazzo De Ferrari 24R,
tei 010/29 46.36
LECCO; Fumogolli Computer, Via Coiroii 48,
tei. 034/36.33 41
LIVORNO: Futuro 2, vio Combini 17/19, tei. 0586/88.87.64
LUCCA: Computer Shop Ceister, piozzo Curtotone 143,
tei. 0583/95 32.69
LUCCA ILido II Computer, viole Cristoforo Colombo 2 1 6.
c/l Como/ore/; tei. 0584/61 .82.00
MANTOVA Happy Computer, vie Uccelli 2/A,
fSuzxortt/: tei. 0376/52.24,43
MESSINA: Computer House Messinese, vio del Vespro 58,
tei 090/71.92.54
MflANO; luckv, vio Adige 6, tei. 02/54.68.342
Rondom, viole Giovanni do Cermenote 45,
tei, 02/89.51.58.12
Studio Nuove Forme, via Cosoretto 50,
lei. 02/28.53.833 (prenderò 26.14.38.331
NAPOli; HPE Informotico, vio Nino Bixio 46/bis,
tei. 081/62.75.01
PADOVA: Compumonio, via Carlo Leoni 32, tei. 049/66.30.22
ROMA: PCC Computer House, vio Casilina 283/A,
tei. 06/27.14.333
SffNA; Emporio Musicale Senese, via Montonini 106,
tei 0577/28.72.83
TORINO: Moglida, via Porpora 1 e piazzo Reboudengo 6,
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Noi vi diamo i colori.
Qjlori iin po’ particolari forse, dalla strana forma
di dischetti; colori che portano fantasia nel vostro
computer, regalando una ventata di allegria alle
vostre presentazioni e un pizzico di creatività ai
vostri progetti.
Sono i colori Lifeboat: software grafici e CAD di
progettazione, applicazioni desktop-video e pro-
grammi a colori per disegno artistico.
Così, se volete dare corpo e movimento alla vostra
immaginazione, ecco Autcxlesk Animator, l'appli-
cazione desktop-video per PC, con cui potrete
creare incredibili video-animazioni; se invece siete
alle prime armi nella progettazione al computer,
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sarà il vostro miglior compagno di progettazit)ne,
mentre Dr. Halo, il software ideale per il disegno
"a mano libera", vi permetterà di sbizzarrirvi con
mille forme e colori.
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che con i tasti funzione, può richiamare le
diverse operazioni con ì menù a tendina,
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re etichette, importare fogli elettronici e
scrivere equazioni. Perché gestisce note e
rimandi, combina testi e dati di documenti
e di programmi diversi. Perché può impor-
tare i principali formati grafici, collocando
le immagini in qualunque punto della pagi-
na. Perché oltre che per MS DOS è dispo-
nibile anche nelle versioniper Atari. Amiga,
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tibili fra loro. Perché con i moduli lin-
guaggio è possibile scrìvere, vedere,
stampare, controllare l'ortografia e di-
sporre di un vocabolario di sinonimi e
contrari, tutto in trenta lingue diverse
(anche greco e cirilHco!). Perché può
dialogare con più di 750 stampanti. Perché
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Prima o poi, Microsoft
BalIPoint’" Mouse, ce lo
avreste chiesto. Di un mouse
studiato specificamente per
i laptop in effetti c'era bi-
sogno e, se avete mai usato
un mouse tradizionale con il
vostro portatile, saprete
anche il perché.
Microsoft BalIPoint risolve
i problemi di spazio stando
fermo. BalIPoint si aggancia
direttamente alla tastiera
dei vostro laptop (ma va be-
Microsoft
BalIPoint Mouse
nissimo anche per quella del
vostro desktop, qualora la
mancanza di spazio lo ren-
desse necessario) e si può
inclinare secondo l’angolazio-
ne desiderata. In pratica poi
funziona come un mouse
tradizionale capovolto: basta
muovere la pallina e premere
i tasti che vi servono.
Le classiche prestazioni di
un mouse Microsoft anche
dove g li altri non ci stanno.
Portando BalIPoint con voi
e il vostro laptop. non lasce-
rete a casa nessuna delle
straordinarie doti a cui vi ha
abituato il Mouse Microsoft
(unanimemente considerato
lo standard di mercato), vale
a dire il disegno ergonomico,
la funzionalità, ma soprat-
tutto la compatibilità. Con
BalIPoint avrete infatti
anche gli accessori indi-
spensabili per adattarlo alla
maggior parte dei computer
portatili nonché per utiliz-
zarlo con una vasta gamma
di applicazioni.
Mouse come Microsoft. Con
Microsoft dunque avrete
sempre il mouse che vi serve
dove vi serve. Per sapere
tutto su BalIPoint, ma anche
sul Microsoft Mouse, tele-
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In molti guardano a Mitsubishi come a un punto di riferimento. Per l'alta qualità dei monitor a
colori: per la perfetta definizione delle stampanti a colori e degli scanner in b/n; per
l'afHdabilità del sistemi di memorizzazione ottici e magnetici e dei personal computers. Molti
cercano di raggiungerci, ma quanta strada ancora manca! Perchè ogni prodotto, ogni
macchina, ogni componente Mitsubishi è frutto di una ricerca tecnologica accurata. Una
ricerca costantemente tesa ad offrire strumenti capaci di soddisfare effrcacemente, attraverso
un utilizzo razionale e semplice, le diverse esigenze di ogni utente. Per molti Mitsubishi è
ancora lontana, ma a Voi è davvero vicina.
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Non sempre i N. 1 lo dicono in giro
Da qualche anno Calcomp è il più importante produttore di
schede grafiche e nessuno lo sa. Perché mai? Semplice: le sue
schede grafiche non sono mai state commercialmente disponibili
sul mercato e sono state destinate fino ad ora ai suoi clienti
OEM, società di computer tra le più importanti del mondo che
le hanno incluse nei computer con i quali lavoriamo
quotidianamente.
Calcomp però ora viene allo scoperto e lancia con il proprio
marchio un’ampia gamma di schede grafiche, sia per PC/PS2, sia
per Macintosh. Tutte ad alta o altissima risoluzione, compatibili
con i più diffusi programmi di CAD e con prestazioni mozzafiato.
E tutte progettate e realizzate con lo stesso sofisticato
know-how che ha fatto di Calcomp il N. 1 In questo mercato.
Anche se non si sapeva in giro.
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di colori (o 256 toni di grigio), refresh a 75 Hz, compatibile QuickDraw
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Ci avevate chiesto un programma di
scrittura a interfaccia carattere che
fosse più semplice di Microsoft Word 5,
ma che ne sapesse esaltare la potenza. Bene, ecco la
risposta: Microsoft Word 5.5.
Menu a discasa, finestre di dialogo, Help, per capirsi
al vele. L'accesso alle funzioni di Word 5.5 è intuitivo. Tutti
i comandi possono essere richiamati direttamente dai menu
con un clic del mouse o una rapida combinazione di tasti. In
caso di dubbio, la funzione dì Help in linea vi dice come fare.
Nastro e righello per impaginare meglio. Altrettanto
facili sono anche i due nuovi strumenti di Word 5.5: il nastro
e il righello. Posizionati sotto la barra dei menu, vi per-
mettono. con un semplice comando, di formattare paragrafi
e tabelle con la scelta di stili e font predefinìti oppure di
modificare velocemente margini e tabulatori. Il che significa
creare documenti migliori nella metà del tempo.
Finestre sovrapponibili e anteprima di stampa per
avere tutto sotto controllo. Sovrapponendo le finestre,
con Word 5.5 potete avere fino a 9 documenti aperti
contemporaneamente a video. Al momento di andare in
stampa potete controllare ogni pagina con la funzione di
anteprima. Ma non è tutto.
GG&G FORUM _
Sk
Il Thesaurus in italiano per non restare sema pa-
role. Word 5.5 è dotato di un dizionario dei sinonimi con
16.QQ0 parole chiave e oltre 150.000 vocaboli. Sele-
zionata una parola, avete subito l'alternativa che cercate.
Con Word 5.5 nessun problema nè di
hardware nè di software. Word 5.5 va
d'accordo con tutti i PC con almeno 51 2 Kb
di memoria e due unità disco. Grazie alla
nuova impostazione dei comandi. Word 5.5
non vi mette in difficoltà neanche con le 'SW
altre applicazioni Microsoft e in particolare ”
con la grande famiglia dei word processor: Word per
Windows. Word per Macintosh* e Word per Presentation
Manager. Microsoft Word 5.5 funziona sia in ambiente
MS-DOS sia in ambiente OS/2.
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più chiedeteci il materiale illustrativo oppure provate diret-
tamente Word 5.5 presso un rivenditore Microsoft o nel
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ti, Bull, Apple, Texas Instruments. AT&T, Da anni
i monitor Hantarex offrono soluzioni chiare e ben de-
finite ai problemi delk piccola e grande
dono puntualmente alle ri-
chieste sempre più avanzate
di un mercato in continua
aenspon-
evoluzione. Micron, Falcon,Jet, Tecno, Tron; le cinque diverse linee di moni-
tor Hantarex ofirono requisiti estetici e tecnici per ogni singola esigenza; de-
sign raffinato, perfetta definizione deDe immagini, tecnologia assoluta. Natu-
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Piraterie
A quanto pare, persino il presidente Bush é preoccupato dei danni economici che la
pirateria procura all'industria statunitense del software. La notizia — qualcuno afferma,
ma non ho potuto verificare questo dettaglio, che l'Italia è stata espressamente
additata come una delle pietre dello scandalo — ha indotto la stampa di informazione
ad occuparsi ancora una volta degli nhackers».
Il che sarebbe un bene, se non fosse che. come al solito, l'occasione è servita a fare di
ogni erba un fascio mischiando tra loro copiatura e vendita truffaldina di programmi,
utilizzazione abusiva di software, appropriazione indebita di informazioni o dati, furto di
denaro o altri beni tangibili, furto di servizi, virus, hacking «sportivo» o «duro».
Se é vero che la «sfida» a superare delle barriere logiche è base comune a molti dei
reati informatici sopra elencati, è altrettanto vero che gran parte dei danni economici
viene prodotta con mezzi che poco hanno a che vedere con l'hacking vero e proprio.
L'impiegato infedele che si appropria ed utilizza in proprio e/o rivende informazioni
risen/ate dell'azienda, il pirata che copia e rivende dischi e manuali di software non
protetto, il ragazzino che ordina via modem magliette negli Stati Uniti utilizzando il
numero di carta di credito di clienti che hanno avuto la sfortuna di effettuare acquisti
nel negozio del padre, l'impiegato infedele che altera dati immessi attraverso il
terminale al quale ha regolare accesso, l'utente che utilizza a sbafo o a spese di terzi
una rete e/o un servizio telematico servendosi di una password rubata in proprio o da
altn, sono semplicemente ladri, non hacker.
L ’hacking comincia quando occorre usare una certa, talora elevatissima, dose di
intelligenza per superare le barriere logiche poste a tutela di un bene o servizio. Ma
una cosa é sproteggere un programma, altra diffondere virus, altra ancora violare le
procedure di accesso ad un servizio telematico.
Ed ancora é necessario distinguere tra chi sprotegge un programma per distribuirne
delle copie traendone o meno un lucro e chi si vede — paradossalmente — costretto a
farlo per salvaguardare il proprio diritto ad utilizzarlo; tra chi produce e diffonde virus o
vermi «benigni», innocuipesci d'aprile, e chi produce e dissemina virus maligni, atti a
danneggiare l'integrità di dati e programmi: i primi, studiando i punti deboli di un
sistema offrono, dì fatto, un servizio utile per la difesa contro attacchi maligni. Cosi
come è necessario distinguere tra intrusioni sportive, utili, come nel caso precedente,
ad evidenziare le falle di un sistema telematico, e le intrusioni «dure» operate con lo
scopo di appropriarsi indebitamente di dati e programmi o di apportare, attraverso la
loro alterazione, danni economici o benefici illeciti.
Se vogliamo — come a me sembra necessario — difenderci dal dolo informatico, é
indispensabile non solo un intervento del legislatore, ma anche una puntuale
informazione del pubblico sulle sostanziali differenze tra le diverse forme di pirateria e
le relative difese, nonché la cooperazione dei gestori dei servizi.
A quanto pare, manca ormai poco alla attivazione del servizio Videotel «a chiosco»,
ovverosia con addebito diretto alla borchia chiamante. Era ora, come sarebbe ora che il
legislatore affrontasse (come é già avvenuto negli Stati Uniti molti anni orsono) il
problema della responsabilità civile digestori ed utenti di messaggerie, che.
sentendosi protetti da un anonimato che. molto facilmente potrebbe non essere tale.
SI lasciano andare ad ogni sorta di reato connesso con l’uso della parola scritta. Anche
questa è una forma di pirateria, finora, stranamente, ignorata dai mass-media.
Paolo Nuli
Paolo Nuli
Condirenore:
Andrea de Prisco
Collaboratori:
Massimo Truscelli,
Paolo Ciardelli. AldoAztan.
Prancesco Carli. Francesco F
Castellano, Lewoldo Ceccareiii.
Fabio Cali, Giuseppe Cardinale
Ciccotti, Marco Ciuchmi. Raffaello
De Masi, DanodeJudicibus.
Renato Del Balio. Valter Di Dio.
Francesco D'Angelo. Antonio
d’Aciemo, Gaetano Di Staso,
Enrico M Ferrari. Vincenzo
Foicareili. Mauro Gandini. Gerardo
Giardino, Corrado Giustozzi
Luciano Macera. Mana Manodi.
Tommaso Masi, Massimo Miccoli.
Francesco Peironi. E^eZlOPBtro^Zl.
Raffaela Pinna. Sergio Polmi.
Gabriele Romano, Bruno Rosati.
Andrea Suatooi,
Pietro Tasso, StefanoTona
Segreteria di redazione:
Paola Pujia iresponsabilei
Giovanna Molinan
Massimo Albarello.
Francesca Bigi.
Rita Fidani. Paola Nesbil
Grafica e impagfnazione;
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Grafica copertina:
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Iresponsabile)
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Abbonamenti ed arretrati:
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Pubblicità:
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Posta
Storie di StoryWare:
chi copia e chi no
Sappiamo tun cosa è una matrioska, ue-
ro? Quelt'inquietanie bambolina russa conte-
nuta in un'altra bambolina cava un pò più
grande. E questa contenuta in un'altra barn-
bolina cava ancora un pò più grande. E gue-
Gusci. Ogni realtà è contenuta in qualcosa
di più generale, che la amplia e la compren-
de.. diciamo che è una visione che mi ha
accompagnato più o meno da sempre. Vuoi
per costruire frammenti di teorie allucinate
nelle ore di filosofia ai tempi del liceo, o per
riflettere sui livelli di macchina virtuale di un
Sistema Operativo in periodi più recenti.
Chi ha tetto «Gli Dei« non ha certo avuto
difficoltà ad individuarne i gusci. Presentati
magari in modo non sequemiale, giusto per
sorprendere II lettore... Tre livelli. Due simu-
lati e uno reale.
Mi piace pensare a chi scrive come a un
Creatore di Microrealté. Nel mia caso sono
allora quattro i livelli. Tre simulati e uno reale
non inviate fiancobolli!
tt ovvi moUvl di tempo e spazio sulla
rivisto, non possiamo rispondere a tutte le
lettere che riceviamo né. solvo in cosi del
tutto eccezionali, fornire risposte private:
per tale motivo, preghiamo l Lettori di non
accludere francobolli o buste olfrancau.
Leggiamo tutta la corrispondenza e olle
lettere di interesse più generale diamo ri-
sposta BuLa rivisto. Tsnlomo, comunqus.
nella massima considerazione suggerimen-
ti e ontlche. per cui Invitiamo In ogni ceso 1
Lettori a scriverci segnalandoci Is loro opi-
Nel guscio più esterno c'è l'Autore, lo. lo
che ho senno «Gli Dei», di cui dichiaro an-
cora una volta Toiiginaliià.
Per ceni versi entro adesso nel ruolo del
protagonista del mio racconto. Forse è una
cosa naturale . Le faccine della matrioska, si
sa, sono tutte simili. Qualcuno ha infatti cer-
cato di «distruggere^ vidualmente il mio Mi-
cromondo. Gettandovi fango con un'accusa
ingiusta e ingiustificata. La conclusione è
però un'altra, non seguirò certo il Grande Bu-
ranmelo nel suo folle volo dal parapetto. Per-
ché nulla deve essere c'istruito.
Capito, caro Massimiliano-Orso-da-Milano ’
Anche se il signor Petrozzl censura II tuo no-
me da StoryWare Flash di MC n.105, si fa
presto a risalire alla lettere pubblicata nello
spazio dedicato alla posta di MC n. 104. An-
che se a febbraio non pensavo che «yw«
fosse sinonimo di «Alberto Sacco«.
Caro Massimiliano Talpa, sei sicuro di non
aver preso un abbaglio? Sai, per via di quella
che tu stesso definisci «memoriB labile^.
Che (ma che strano.'/ ti impedisce di ricor-
dare autore e casa editrice. Che magari ti fa
sembrare «Biancaneve e i Sette Nanmmolto
simile al mio racconto. 0 forse associ i tre
livelli de «Gli Dei« ai «Tre Porcellini»?
Certo.la tua intenzione è davvero nobile,
non manchi di farlo notare tu stesso. Ripe-
tendo per ben due volte quanto sia «dove-
roso» per te fare la segnalazione. £ che dire
della conclusione della tua simpatica letteri-
na? «...Spero proprio che questa lettera ven-
ga pubblicata...» eccetera eccetera. Ci man-
ca solo che ti metti a pestare i piedi per ter-
ra. e il quadro é davvero completo. Bravo.
Sei proprio un vero ometto.
Per quanto riguarda la fonte dell'Ispirazio-
ne... beh. ricordo ancora quel pomeriggio
d'estate in cui ho pensato alla struttura di ba-
se del racconto. L'idea mi sembrava buona,
in sintonia con me stesso. E soprattutto Ti-
dea era NUOVA per me. Non ne ho infarti
mai sentito parlare, né tantomeno ho mai let-
to qualcosa del genere. Posso assicurare che
non è nel mio stile riscaldare la minestra di
un altro. Anzi. Sono fin troppe le occasioni in
cui mi autocensura per non cadere nel ba-
nale deja vu, anche nelle cose di tutti I giorni.
I teorici dell'informatica par/ano di «strut-
tura» e semantica del software. Un concetto
direi molto brillante, che può essere valida-
TETRIS-Trophy '91:
le prossime selezioni a Bologna e Milano
per la Grande Finale allo SMAU
Vi state allenando per il torneo di Tetns?
Le prime due selezioni sono avvenute negli stand Quotha 32 presso le mostre di
Bari (Tecnoramai In febbraio e Roma (Romaufficio) m marzo. I prossimi appuntamenti
sono, a Bologna per il SIOA (6-10 aprile), a Milano per Abacus 19-13 maggiol, e gran
finale allo SMAU (3-8 ottobre).
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Non possiamo purtroppo mantenere la promessa di comunicare cosa si vince: forse
CI sarà in ballo un viaggio, ma non si sa ancora dove e quando... Si sospetta che
l'incertezza dipenda dal fatto che il buon Beppe Burschstein, titolare di Quotha 32. pare
non SI stacchi più dalla tastiera in preda ad attacchi di invidia per coloro che ottengono
punteggi più alti dei suoi. Pippo Gargani (altro titolare) pare gh abbia minacciato il taglio
delle mani, c’è il rischio che il già ampio catalogo di prodotti distribuiti dalla frenetica
ditta fiorentina possa ampliarsi con tastiere a misura di gomito...
... un investimento nuovo?
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menxe impiegato anche per scrivere m modo
decente E rivestire di semantica lo scheletro
de l’Gli Dei» è stato per me un'avventura
bellissima, che si e svolta m un arco di tem-
po di circe due mesi tra l'estate e l'autunno
passati. Ho cercato di trovare qualche ritaglio
di tempo, compatibile con gli esami da pre-
parare per l'Università, con la palestra, con le
giornate trscorse al mare, con le ripetizioni di
matematica e fisica impartite a liceali nman-
daii a settembre.
Non SI e trattato di un processo lineare. In
certi giorni non buttavo giu neppure una riga.
In altri scrivevo di getto una montagna di pa-
role... magari per poi cancellare tutto e rico-
minciare Estrapolando da pensieri, ricordi,
paure ed esperienze personali, giungendo
talvolta alle estreme conseguenze. Il tutto
spalmato magari su caratteristiche di perso-
ne conosciute o frutto della fantasia Mesco-
lando. Filtrando. E cercando per quanto pos-
sibile di creare la suspence per catturare l'at-
tenzione di un /<x5tel/co lettore
Si può capire ora cosa provo Consideran-
do poi che beneficio del dubbio me ne è la-
sciato pachincypochmo. Su MC n. 104 il si-
gnor Mannacci ringrazia due volte il lettore
per la segnalazione. Mi definisce nauiore del-
ia truffai!, dicendo di non essere "purtroffw»
autorizzato ad essere scorretto nei miei con-
fronti. Tutt'al piu SI parla di una lettera che
avrei dovuto ricevere, per confermare o
smervftre l'autenticità del racconto., ma lo
non ho rjceiruio proprio nulla. Salvo trovare il
mio nome nel riquadro di StoryWare Flash di
MC n. WS.
Mi rivolgo ora a lei, signor Petrozzi lo sono
un entusiasta per natura. Le avrei buttato le
braccia al collo per l'idea dell'iniziativa Story-
Ware
Informatica, letteratura e fantasia! Le as-
sicuro che la cosa mi ha esaltato Tanto che
mi sono venuti i brividi quando parlando de
kGIi Deni lei ha detto «...una dolce e violenta
favola d'amore.. « Tanto che un pò di tempo
fa le ho spedito un altro racconto, di argo-
mento un po piu anual-informatico del pre-
cedente Tanto che avrei voluto proporre in
futuro un incontro di tutti coloro che come
me hanno partecipato e parteciperanno alla
rubrica (magari organizzando una festa, cosa
ne dice? Per adesso colgo l'occasione per fe-
re I miei complimenti a tutta questa schiera
di Creativi che hanno dato sfogo alla loro fan-
tasia!
Signor Peirozzi.. lei si dice un attesa di
eventuali conferme del fatto da parte di altn
lettomi E non di eventuali smerlate da parte
mia? Comprendo perfettamente la giusta in-
tenzione a non ripetere la spiacevole espe-
rienza denunciata su MC n. 100. ma cerchia-
mo di non dare la caccia alle streghe. Penso
che anche questo sia «necessario per la so-
pravvivenza di rubriche come SloryWare«.
Per concludere, le chiedo mi sia cortese-
mente concessa la pubblicazione integrale
della presente nell'ambito di StoryWare di
aprile. 0 se la cosa è proprio impossibile da-
ta la lunghezza, almeno nello spazio dedicato
alla posta dello stessa mese. Però con un
chiaro nferimento nella sua rubrica, m modo
che tutti possano leggere quanto ho scritto.
Per me e per lutti coloro che hanno tetto
il mio racconto, e che forse hanno voluto be-
ne ai miei personaggi.
Saluti.
Alberto Sacco. Genova
Questa lettera attiva il 20 marzo, e Story-
Ware di questo mese di aprile e chiusa da un
pezzo, Ecco perchè è nella posta, ma pro-
babilmente CI sarebbe finita ugualmente per-
ché credo di dover essere io e non Petrozzi
a dovermi occupare della cosa
Che lettera lunga, signor Saccoi Bastava-
no poche righe, e non praticamente un nuo-
vo racconto, per rivendicare l'originalità di
«Gli Dei».
Chiedo a tutti i letton di mettersi nei panni
miei e di Petrozzi ogni mese, vedo passare
il malloppo di lavori che arrivano per la sua
rubrica, e non faccio fatica ad immaginare il
tempo che e necessario per esaminarli tutti.
Per motivi diversi cerchiamo ambedue di
limitare il numero di elaborati che riceviamo,
scoraggiando i lettori dall’inviarci quelli che
non hanno le caranenstiche per la pubblica-
zione (quelli troppo lunghi, ad esempio). Na-
turalmente I primi da scoraggiare sono i non
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originali, ed è purtroppo una grave piaga'
non per il numero, perché non sono poi molli
I lavori copiati che arrivano in redazione, ma
per il fatto che un racconto non originale ri-
schia evidentemente la pubblicazione, per-
ché è probabile che chi lo copia scelga al-
meno di copiarlo da un bel racconto. Ecco
perché facciamo di tutto appellandoci da un
iato alla coscienza di chi partecipa alla vita
della rubrica (che o sembra la cosa più im-
portante), dall’altro alla possibilità di venire
«scoperti» da altri e segnalati sulla rivista.
Il motivo per cui non le abbiamo inviato la
lettera per chiederle di confermare l'autenti-
cità del racconto è proprio nel fatto che Pe-
trozzi ha pensato di istituire quello spazio
StoryWare Flash, una specie di bacheca at-
traverso la quale dare comunicazioni genera-
li. Speriamo che, più che a risolvere casi in-
dividuali, possa servire a sensibilizzare tutu
suH'opportunità di comportarsi correttamen-
te: per la sopravvivenza di rubriche come
StoryWare, lo dico (purtroppo?) ancora una
volta.
Succede spesso, nella vita di tutti i giorni
e nei campi più diversi, che molti siano pe-
nalizzati dal cattivo comportamento di pochi,
perché la collettività è costretta a prendere
dei provvedimenti che nschiano di poter es-
sere aggirati dai «cattivi» e di finire per pe-
sare solo sui «buoni». Naturalmente il caso
più vicino a noi è quello della protezione del
software: i programmi non sarebbero protet-
ti se non ci fosse chi li ruba, ma la prote-
zione finisce a volte per creare problemi a chi
non vuole rubare e per consentire ad altn di
far soldi indebitamente (vendendo copie di
programmi protetti a chi non é in grado di
copiarli).
Rileggendo quello che ho senno nella let-
tera sul numero 104, onestamente non trovo
da eccepire. Quello era un monito a chi invia
racconti; inviate racconti originali, qualcuno
(noi o altri lettori) può smascherare i falsi au-
tori. Ed era un monito a chi invia segnala-
zioni: dire «quello è copiato» non basta, gra-
zie per la segnalazione ma non possiamo
prenderla per buona; chi vuole rendere un
servizio alla «collettività dei buoni» deve in-
viare segnalazioni documentate, ossia con in-
dicazione della fonte e possibilmente (se
vuole nsparmiare a noi un pò di lavoro) fo-
tocopia del passo originale.
Credo sia corretto anche quanto ha detto
Petrozzi nel numero 105: se un autore si
ispira a qualcosa che già esiste non c’è nulla
di male, basta che lo dica (o che sia eviden-
te). Lancio une sfida: una Divina Commedia
Zanichelli con libro e floppy (per MS-DOS o
Mac, a scelta) alla miglior Divina Commedia
Informatica che riceveremo. Non credo che
Dante si offenda.
Tornando a «Gli Dei»: non avendo le prove
né che sia originale né che non lo sia trovo
doveroso considerarlo farina del sacco di
Sacco (perdonatemi l’ignobile gioco di paro-
le, non ho resistito, temo che non riuscirò
mai a diventare una persona sena. .). Ed in-
fatti nella lettera sul numero 104 non c’era
alcun modo per collegare l'accusa al nome
dell’autore.
Dopo aver, come dire, accettato la buona
fede del signor Sacco, vorrei comunque
spendere una parola per ipotizzare, a questo
punto, la buona fede anche del signor Orso,
UnMnvr, (AiKbtio».N>lwrlc.OS>v>omore)>ldill»Unldon.Uitic<»un:kl» dtfliiAT&rrUn WirriMtr. MS. DOS ose. menili
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
POSTA
che ha indicato il racconto come copiato da
un altro. Può succedere comunque che due
persone abbiano a distanza di tempo e luogo
idee molto slmili. Il poema sinfonico Molda-
va. di Smetana, inizia esattamente con le
stesse note (e lo stesso tempo) di «Fenestra
che luciva e mó non luce», una vecchia e
bellissima canzone napoletana. È assoluta-
mente certo che non si tratta di un plagio.
Certo che se domani ci arriva un racconto
che inizia con uQuel ramo del lago di corno»
0 «Nel mezzo del cammin di nostra vita» o
«Cantami o diva del gelide Achille»... beh,
quell'autore per sostenere di essere in buo-
na fede dovrà ben far sfoggio di ignoranza...
Marco Marinaca
NEC Italia precisa
Facciamo seguito alla nostra conversazio-
ne teiefonica per ringraziarvi deH'ottimo arti-
colo sulle stampanti P60/P70 della NEC Ita-
lia, che conferma le eccellenti prestazioni e
la proverbiale Qualità che caratterizzano tutti
I prodotti NEC.
Vorremmo comunque correggere alcune
irtesatfezze che certamente non sono dipese
dalia Vostra volontà. In particolare ci riferia-
mo al passo in cui si cita il manuale in italiano
sviluppalo da uno dei distributori deila NEC.
Tale manuale non è stato realizzato dal di-
stributore bensì dalla NEC ITALIA che lo for-
nisce come corredo standard di ogni stam-
pante sia che venga acquistata presso il di-
stributore citato sia che venga acquistata tra-
mite qualsiasi altro punto vendita facente
pane della rete commerciale della NEC ITA-
LIA.
Al contrario i dischetti per i drivers non
vengono fomiti dalla NEC ITALIA ma sono
prerogativa esclusiva di un particolare distri-
butore; la NEC ITALIA li fornisce come cor-
redo solo su richiesta.
VI saremmo grati se, nelTinteresse della
clientela e per una giusta e corretta informa-
zione, vorrete conesemente pubblicare que-
sta notizia che riteniamo panicolarmente im-
ponante in guanto la NEC ITALIA sta lavo-
rando sempre più attivamente per offrire in-
sieme alle stampanti ed ai monitor un livello
di assistenza sempre migliore e In linea con
la quali à dei propri prodotti.
La nuova struttura di recente realizzata a
Prezzano sul Naviglio e la potenziata organiz-
zazione commerciate ne sono la dimostrazio-
ne più chiara.
Ringraziandovi di nuovo per la collabora-
zione e per l'ottimo lavoro Vi porgiamo i più
cordiali saluti
NEC Italia srl, Guido Corti (Direttore Com-
merciate Divisione Stampanti/Monitor)
Pubblichiamo volentieri la precisazione del-
la NEC Italia. Ci dispiace per l'inconveniente
ma ci rassicura il fatto che non sia dipeso da
noi ma dalle informazioni in nostro posses-
so: auspichiamo quindi per il futuro che.
quando un distributore ci affida un prodotto
per le nostre prove, ci fornisca le opportune
notizie anche su questi che solo apparente-
mente sono particolari.
ms
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
...ANCHE PER MEnERTI IN RETE
Unistation®
I Terminali Lan Della Nuova Generazione
I
L' Lfnidata Unistation modello 286 e 386
sono delle LAN worksQtlon a basso costo
con la funzionalità di uno standard PC basato
su processori 80286 o 80386SX. E' una
soluzione ottùnizzete per reti locali con Inter-
faccia Ethernet già compresa utilizzabile per
applicazioni Dos, OS/2 o Windows in am-
biente Novell NetWare 286 e 386. Microsoft
Lan Manager, Unidata Network-OS, e tutti
gli ambienti di rete Netbios. In ambiente
UNIX ^ può connettere in TCP/JP, NR e
PC-Interface a host Unix basati su PC, Mini
Computer, Workstation anche in modalità
XWindow.
La Unistation è di dimensioni estremamente
contenute, è normalmente configurata disk-
less, ovvero senza nessuna unità disco locale,
opzionalmente si può configurare con floppy
diske hard disk. sono due versioni di CPU.
80286 a 12 0 16 MHz, e 386SX a 16 o 20
MHz.
La Unistation è equjpagglabile opzionalmen-
te con MS-DOS su Rom. Con questa caratte-
ristica si possono organizzare configurazioni
disk-less in qualsiasi ambiente di rete e di
comunicazioni, anche se rron sono previste
funzioni di boot remoto. Nella Rom disk
possono risiedere i programmi di shell e di
connessione con la rete o di comunicazione
che l'utente desidera.
Le configurazioni disk-less hanno il livello di
costo di un terminale non intelligente ed il
vantaggio di non consentire all'operatore co-
pie di software o di dati. Inoltre sono della
massima affidabilità non essendod supporti
magnetici e parti elettromeccaniche.
1! monitor può essere da 14" monocromatico
0 colore VGA, Super VGA, opjwre a 9" per
eàgenze dì minimo Ingombro, cosi come la
tastiera può essere dì dimensioni standard o
compatta. Le dimensionidella Unistation sono
eccezionalmente contenute, è larga cm. 30
Caratteristiche tecniche
UNIS286E
CPU: 80286 12MHz
RAM: 640K
Video. MonoCTomatico
Ethernet compatibile
NE1000oWD8003E
Opzioni;
Floppy disk 3.5 "
Video Monocromatico
VGA 14'
Video colori VGA o
Super VGA 14"
Video 9"
Tastiera ridotta
MS-DOS su Rom
Applicazioni:
MS-DOS, UNIX
UNISTATION
UNIS286EF
CPU: 80286 16MHz
RAM; 1MB-4MB
Video: Monocromatico
Ethernet Compatibile
NE1000,NE2000,WD8003E
Interfacce Ethernet, paral-
lela stampante, 2 RS 232
Opzioni:
Floppy disk 3,5"
Hard disk 40MB
Video monocromatico
VGA 14"
Video colorì VGA o
SuperVGA 14"
Video 9 "
Tastiera ridotta
MS-DOS su Rom
Applicazioni :
MS-EXDS, OS/2, UNIX
UNIS386E
CPU: 80386SX16MHZ
RAM; 1MB -8MB
Video; Monocromatico
Ethernet Compatibile
NE1000.NE2000,WDB003E
Interfacce Ethernet, paral-
lela stampante, 2 RS232
Opzioni;
Floppy disk 3,5"
Hard disk 40MB
Wdeo monoCTomatico
VGA 14'
Wdeo colori VGA o
SuperVGA 14“
Video 9"
Tastiera ridotta
MS-DOS su Rom
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hanno collaborato:
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Paolo Ciardelli
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Telcam srl V M CnnWr 75. 70)46 Mdeno Tel 02/4047645
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Unisys Halle Spa Va B Crespi 57. 70)59 Milaiìo Tel 02/59851
Epson: laser PostScript EPb7500
Il 21 febbraio u.s. la Epson ha annunciato
la nuova sta)npante laser EPL-7500, il primo
prodotto annunciato dopo l'accordo sotto-
scritto con la Adobe per l'impiego della tec-
nologia PostScript.
La EPL-7500 PostScript è capace di una ri-
soluzione di 300 dpi. stampa 6 pagine al mi-
nuto e grazie all'adozione di due micropro-
cessori RISC (Reduced Instruction Set Com-
puter! di tipo Weitek XL-8236 e XL8237 offre
una maggiore velocità nello svolgimento di
tutte le funzioni e la possibilità di ottenere
una stampa del primo foglio con un tempo
fino a sei volte minore rispetto a Quello di
stampanti dotate del più tradizionale proces-
sore Motorola 68000 a 10 MHz.
I due processor RISC svolgono le funzioni
di controllo dei linguaggi d< emulazione, del-
l’interfaccia per l'engine, del pannello opera-
tore a due livelli di selezione delle opzioni,
munito di un pratico display LCD, e delle co-
municazioni in rete.
La scelta effettuata dalle Epson per la EPL-
7500 è quella della massima compatibilità
con il modello precedente, la EPL-7100, an-
ch'essa basata su engme Minolta, per la qua-
le e disponibile ora una scheda che permette
l'implementazipne del PostScript e della qua-
le, inoltre, la nuova stampante può condivi-
dere gli stessi accessori e paro di ricambio,
a cominciare dal toner di tipo MAP IMicroAn
Printing) che permette di ottenere stampe
con nero pieno e caratteri nitidi privi di sba-
vature ai bordi. Per ciò che riguarda il trat-
tamento della carta la EPL-7500 dispone di
un inseritore da 250 fogli per l'utilizzo di fogli
normali, etichette, carta colorata e trasparen-
ti. mentre l’output può avvenire su due vas-
soi di raccolta uno da 250 fogli in ordine cre-
scente ed a faccia In giù; l’altro, m opzione,
da 100 fogli m ordine decrescente ed a fac-
Grazie all'accordo con Adobe, la EPL-7500
viene fornita completa della più recente ver-
sione di PostScript, la versione 52.3 integrata
direttamente nel controller e dei 35 font re-
sidenti Adobe standard incrementabili utiliz-
zando I due slot di espansione disponibili per
apposite IC Card.
La EPL-7500 viene fornita m versione base
con 2 Mbyte di memoria espandibili in opzio-
ne fino a 6 Mbyte, e con le interfacce seriale
RS232, parallela Centronics ed AppleTalk
che ne permettono l’impiego in unione a
qualsiasi piattaforma operativa (MS-DOS.
OS/2, Unix, Apple Macintosh). Inoltre, nella
configurazione standard è compresa anche
l’emulazione HP LaserJet IIP con PCL ver-
sione 4 ed un set di utility software per MS-
DOS. OS/2 e Apple Macintosh su dischi da
5.25 e 3.5 pollici comprendenti i driver delle
stampante per Windows 3.0, OS/2 Presen-
tation Manager versione 1.2 e Apple Macin-
tosh; un file description printer e l'utilissimo
Font Screen per la corretta visualizzazione a
schermo degli stili e delle dimensioni dei
font impiegati nei propri documenti nelle ver-
sioni per Windows 3 e Apple Macintosh.
Il prezzo di vendita della laser PostScript
EPL-7500 è di 5,200.000 lire IVA esdusa.
66
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
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NEWS
Texas Instruments lancia
la microLaser XL
La divisione Sisierrn della Texas Insiruments
Italia ha annunciato la con^mercializzazionedel-
Is microLaserXLchesi affianca alla micro- laser
della quale si parla più ampiamente su questo
stesso numero. Il nuovo modello di stampante
a 16 ppm, anche utilizzando ii linguaggio Po-
stScript della Adobe, mettea disposizione l'alta
velocità necessaria a lavori di grosso volume
ad un costo paragonabile a quello di una laser
per DTP personale.
Sarà disponibile m tre diverse versioni, sia
in emulazione HP-LaserJet II che PostScript
Il modello base opera con linguaggio PCL,
ha una memoria Ram di 512 Kbyte, mentre
I due modelli superiori contanosu una memoria
di 1,5 Mbyte e rispettivamente 17 o 35 font
Adobe. L'espandibilité della memoria é di 4,5
Mbvte, Per cambiare il tipo di linguaggio usato
(da PCLa PostScript) basta inserire una scheda
senza dover ricorre a personale specializzato,
come per procedere all'upgrade dal modello
base a quello a 17 o 35 font. Di dimensioni
inferiori ad altri modelli di par capacità presenti
sul mercato la microLaser Texas XL può usare
fogli di carta di formato A4, A5, lettera e legale,
con una capacità di 250 fogli. Un secondo cas-
setto aggiuntivo duplica questa capacità a 500
fogli. Uno dei nplus» di questa stampante ri-
mane il visore a cristalli liquidi situato sul fron-
tale che informa l'utente con frasi in lingua
Italiana sulle opzioni a disposizione.
Infatti alla pressione del tasto help la mi-
croLaser informerà l'operatore, per esempio.
che sono disponibili quattro differenti confi-
gurazioni di stampa, molto utili quando viene
usata da più persone con differenti esigenze.
Provvista dell'interfaccia parallela, il modello
può essere completato con porta seriale BS-
232, RS-432 e AppieTalk
Infine i prezzi modello base 512 Kbyte
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Televideo
e MCmicrocomputer
La coproduzione RAI Televi-
deo-MCmicrocomputer riguar-
dante alcune pagine di Tele-
software continua, come si suol
dire, a gonfie vele. Oltre ai pro-
grammi di pubblico dominio per
sistemi MS-DOS recensiti ogni
mese nelle pagine di PD Soft-
ware di questa rivista, dal mese
di marzo sono m onda anche le
News del numero m corso e la
guida computer mensilmente
aggiornata con nuovi listini.
Per ricevere gratuitamente
questo materiale, lo ripetiamo,
e necessario installare nel pro-
prio PC una scheda Teletext/
Telesofware 'due modelli, della
Colby Video di Catania e della
Seleco di Pordenone, sono stati
recensiti sul numero scorsoi e
provvedere conseguentemente
ad attaccare alla stessa un'an-
tenna del primo o del secondo canale. Ma
c’e addirittura un modo, semplice, per ot-
tenere gratis anche la scheda
Sasta infatti inviare entro la fine dell'anno
alla redazione di Telesoftware (RAI Te'evi-
deo. Piazza Monte Grappa, 4 - Roma) un pro-
prio lavoro su supporto magnetico i^m set-
timana il miglior programma lo anche insie-
me di dall di varia ut>litàl pervenuto sara tra-
smesso via Telesoftware e all’autore sara
immediatamente inviata una scheda Televi-
deo della Seleco. Ma Telesoftware non si
ferma a questo. Da meta aprile verrà tra-
smessa. a puntate, la versione elettronica
del volume ulen-i, una pubblicazione della
Divisione Affari Generali - Documenti e
Studi della RAI e pubblicato an-
nualmente dalla ERI. Si tratta di
un calendario ragionato dei per-
sonaggi e degli avvenimenti di
10, 20, 50, 100 anni fa La ver-
sione elettronica permette all'u-
tente di navigare tra i dati co-
struendo a proprio piacere i per-
corsi informativi, Da maggio
verranno trasmesse anche tre
nuove iniziative' “Breve glossa-
dei termini stranieri in ma-
televisiva», “Discografia
rock’- e “Sicurezza mformau-
ca». La prima e, come dice il no-
me, un glossano che raccoglie
circa duecento termini d'uso
specialistico ma ormai entrati
nell’uso corrente nel mondo
delle comunicazioni di massa
Anche Questa e la versione
elettronica di un’analoga pubbli-
cazione RAI a cadenza annuale
La seconda è un programma
realizzato dalla BAI che contie-
ne dati discografici della musi
ca rock dagli anni Cinquanta ai
giorni d'oggi La terza iniziativa sera una ru-
brica a cadenza settimanale dedicata ai temi
della Sicurezze informatica e della protezio-
ne dei dati. Insomma come dire che di car-
ne al fuoco ce n'e davvero tanta, quanti so-
no, conseguentemente, i motivi per acqui-
sire al piu presto una scheda Televideo/Te-
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SAPREBBE MANOARE AVANTI UNA BANCA. MA VOI,
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Sorpresa per la vostra azienda;
Borland ha fatto Object Vi-
sion per Windows, il primo
strumento con cui tutti - ma
proprio tutti, anche chi non sa
nulla di programmazione -
possono creare un sistema di
lavoro che cancella ogni rug-
gine burocratica. Sorpresa per
voi: siccome ridendo si impa-
ra. invece del solito demo.
Afe la Matidaleiui , gra-
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Borland OOP World Tour II - OOP e Windows
ESPER sistemi elettronici:
know-how nei sistemi paraileli
Dalla collaborazione bi un gruppo d> pro-
fessionisti che hanno partecipato al progetto
di ricerca per lo studio di un computer pa-
rallelo con tecniche di programmazione tipo
Oata-Flow, è nata a Roma la ESPER sistemi
elettronici srl.
All'attivo dei fondatori della ESPER ci sono
già alcune importanti realizzazioni e ricerche
riguardanti il progetto e la realizzazione di
una rete di computer ad alta velocita con har-
dware basato su Transputer; un sistema di
riconoscimento caratteri e sigle su carrelli
ferroviari in movimento, uno studio di un si-
stema per il monitoraggio tramite telecamera
del traffico stradale; uno studio sul prepro-
cessamento e la classificazione di immagini
tramite reti neurali; lo studio di un'interfaccia
multimediale per basi di dati di tipogeografico,
territoriale, architettonico ed archeologico
La ESPER intende utilizzare le conoscenze
acquisite per ottenere una maggiore affida-
bilità dei prodotti e un miglior rapporto co-
sto/prestazioni nello sviluppo di ogni singolo
progetto futuro. L'interesse primario è la rea-
lizzazione di progetti innovativi per soddisfare
te richieste di enti o aziende che abbiano bi-
sogno di tecnologie avanzate. Al tempo stes-
so, la ESPER propone anche l'avvio di forme
L’OOP World Tnu' è un? sene d- semi
nan Itineranti sulle prnhlpmaticnp e le ap-
plicazinni della programmazione OQR te-
nuti IP vane città de' monde d? esperti in
ternazionali «otto l'eoids rtella Rnrlanri In
La prime eriizione «volt? l'anno scorso
h? riscosse un successo cosi ipnnraggianre
da indurre la casa d- Rhii Kahn e metterne
in cantiere per guest'anne una seconda
edizione rinnovata
Questa volta le tappe italiane del Tour
saranno due a Milane marted- là maggio
presse l’Hotel Michelangelo e a Roma gio-
vedì 16 maggio presso l'Hotel Sheraton
Tema specifico e la programmazione
OOP per Windows La giornata inizia con
di collaborazione in campi di interesse comu-
ne con enti 0 aziende che, possedendo l'e-
sperienza necessana, siano motivate a svi-
luppare progetti con obiettivi similari.
I campi di competenza della ESPER com-
prendono la ncerca e lo sviluppo di sistemi a
parallelismo massiccio, con particolare ri-
guardo alla progettazione e realizzazione di
sistemi custom e l’impiementazione di soft-
ware specialistico su hardware parallelo; lo
sviluppo di software applicativo ed il porting
di applicazioni seriali su architetture parallele
commerciali, l'implementazione hardware e
un? Ofim? ee«emn^ ggnemle 'ntrodlirtiv? p
pmseoiip cor "s 'rarrti oarallpie *'=- ip aur»
I- ' partpccnsni rtnvmnnr scegli»'*- Quella
ed r»lf<ton Rpstinn» d- pmrfn'r sv
luppo in W'nrinwp rnr r»rniche
On°> (Marift lenzii Orogrsmmazionp
C+* ir. amfii»nrp Windows- IRruce
Fckel) " °’ogrnrrma?’one m Pasca’ ad og-
ge>r ir arnhiPO’e UVmdnwSh IZack Urlo-
ckeri Come l'anno scorse è previste la pre-
senze d Sp'qio Oniin- e mia quah esperti
Italiani d' supporto li co.sto delle partecipa-
zione è di Lit 599 000
Prr infnrrnaziefi' SegrPlens Organiaai'VP il' Br-
iBrd iiaha rei 39
software di sistemi di controllo adattativo, lo
sviluppo di applicazioni basate su tecnologia
delle reti neurali ed intelligenza artificiale, la
realizzazione di sottosistemi grafici ad alte
prestazioni per modellazione tridimensionale,
simulazione, animazione, image processing,
il progetto e la realizzazione di reti di com-
puter ad architettura non convenzionate ad
elevata efficienza, la simulazione elettronica
e l'implementazione di sistemi elettronici a
livello funzionale, comportamentale e VHDL,
la progettazione e realizzazione di sistemi ed
applicazioni interattive multimediali con par-
Concessionari
HYUNDAI
PERSONAL SELF SERVICE
SUPERMARKET DELL'INFORMATICA
VENDITA - PERMUTE - NOLEGGIO PC ASSEMBLATI NUOVI E USATI - DIMOSTRAZIONE DI GRAFICA IN SEDE - ASSISTENZA TECNICA IN SEDE
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Fk)K>y drive l.2Ub<5.ZS-|
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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
NUOVO BORLAND C++. LA RAVA:
E’ IL COMPILATORE PIU’ PROFESSIONALE PER WINDOWS.
E LA FAVA: E’ ANCHE OBJECT ORIENTED.
Borland C + + vi dà proprio
tutto. Due compilatori in uno,
C e C + + , con il primo am-
biente veramente completo,
per farvi partire come treni a
programmare anche per Win-
dows. In più, il fior fiore della
programmazione ad oggetti,
realizzato dal leader mondiale
nella OOP.
ADESSO C’È
UN AMBIENTE COME SI DEVE
PER UVORARE SU WINDOWS.
Entrate nella Programmer’s
Platform, un potente ambiente
integrato a struttura aperta, da
cui potete mettere le mani su
una serie di tool senza confron-
ti, Da Turbo Profìler fino a
Turbo Debugger per DOS e
Windows, l’unico che vi fa piz-
zicare gli errori ripercorrendo
passo passo il vostro lavoro
all’indietro. Con Borland C + +
sviluppate con uno standard
iperprofessionale anche i pro-
grammi più grandi e complessi.
I Voglio la rava e la fava: sapere tut^
I to su C++ e sulle novità Borland. |
I Nome I
Cognome ,
I Azienda I
I Indirizzo I
Cap e città
Telefono _
E NON SERVE SDK.
Senza aggiungere altro, potete
avventurarvi nella creazione
della grafica più sofisticata.
Borland C + + ha già tutto
quello che vi serve per lo svi-
luppo Windows, compreso il
Whitewater Resource Toolkit.
L'UPGRADE
E' OGGEniVAMENTE OHIMO.
Le cifre parlano da sole. Se
avete già un linguaggio Bor-
land, C + + è vostro a 349.000
lire, fino al 31 maggio. Chie-
dete a Borland, via Cavalcan-
ti 5, 20127 Milano, 02.2610102.
BORLAND
NEWS
ticolare riguardo all'interfacciamento di peri-
feriche a tecnologia ottica,
I principali servizi che la ESPER è m grado
di fornire sono studi di fattibilità, progetta-
zione, preparazione di specifiche per la suc-
cessiva realizzazione di prototipi, l'mgegne-
fizzazione di progetti, la direzione di lavori per
società private ed enti pubblici, progettazio-
ne. realizzazione e messa m opera di sistemi
elettronici nchiavi in mano», comprensivi di
documentazione, organizzazione ed adde-
stramento dell'utenza, consulenze altamente
specializzate per la soluzione di problemati-
che di carattere sia tecnologico/funzionale
che organizzativo, sperimentazione di nuove
tecnologie hardware e software: corsi di for-
mazione per specialisti ed utenti finali.
Quotha 32
e Pubblica Amministrazione:
Programma Large Account
Al II Forum per la Pubblica Amministrazio-
ne. quest'anno la società Quotha 32 di Fi-
renze ha partecipato con un proprio spazio
espositivo dove è stato presentato il Pro-
gramma Large Account, una soluzione svi-
luppata per soddisfare le esigenze della Pub-
blica Amministrazione. Nel corso della mani-
festazione lo stand e stato visitato anche dal
Presidente della Repubblica che ha mostrato
interesse per l'iniziativa ed ha voluto esami-
nare il Large Account Portfolio.
Con il Programma Large Account la so-
cietà Quotha 32 SI e voluta diversificare dalla
consueta attività di Mail Qrder m modo del
tutto nuovo, proponendo una sene di servizi
personalizzati di supporto e di consulenza
orientati alle esigenze di una grande utenza
particolarmente esigente e qualificata come
10 può essere la Pubblica Amministrazione.
Grazie ad una struttura che si compone di
una proprie divisione marketing negli Stati
Uniti d'America e grazie ai rapporti pnviiegiat>
che intrattiene con le maggiori software hou-
se, Quotha 32 può offrire in anteprima tutto
11 software esistente sul mercato mondiale.
Gli account manager ed il personale tec-
nico sono a disposizione delia Pubblica Am-
ministrazione per l'organizzazione di «Vip
Preseniationsn con il pieno supporto opera-
tivo e commerciale delle maggiori software
house: cosi come è garantito il necessario
supporto tecnico sia in prima persona (on si-
tel. Sia attraverso una hoMme specifica af-
ferente al BBS di Quotha 32
I prodotti e le conoscenze forniti permet-
tono l'integrazione di software per personal
computer all'interno delle strutture della Pub-
blica Amministrazione assicurando m tal mo-
do una reale standardizzazione e la risoluzio-
ne delle problematiche Connectivity. I listini
dedicati, messi a punto per la Pubblica Am-
ministrazione, tengono conto delle previsioni
annuali di acquisto ed inoltre, è possibile frui-
re di un sistema di sconti progressivi in base
al volume di programmi acquistati a condi-
zioni di pagamento estremamente favorevoli
A completamento dei servizi offerti sono
disponibili anche corsi di formazione del per-
sonale nonché gli aggiornamenti del soft-
ware esistente e la fornitura di tutto il ma-
teriale informativo richiesto m tempi mollo
rapidi ottenuti grazie ad un efficiente ne-
twork di corneri espressi
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NEWS
AutoCad 11 in Italia
A pagina 62 del numero di febbraio ab-
biamo pubblicato una notizia relativa alla re-
lease 1 1 di AutoCad, che tra le altre inno-
vazioni consente un miglior utilizzo in rete
e la possibilità di facile integrazione con
programmi in C.
Abbiamo però, per una trascuratezza
dovuta alla fretta, riportato le informa-
zioni omettendo di indicare il riferimento
Italiano, la Autodesk srl di Milano (Strada 4
Palazzo A6, 20090 Assago Milanofion,
02/57510050)
Ci scusiamo con i lettori per l'informa-
zione incompleta e con la Autodesk per
averne trascurato la presenza m Italia, il
che potrebbe aver ingenerato in qualche
lettore l'equivoco che sia necessario rivol-
gersi alla sede californiana (nell'incantevole
Sausalito, adiacente San Francisco poche
miglia al di là del Golden Gate) piuttosto
che, molto piu semplicemente, riferirsi al-
l'emanazione Italiana,
Con l'occasione precisiamo il prezzo di
AutoCad 11, rispettivamente di 8 milioni e
di 8,300.000 lire IVA esclusa nelle versioni
in inglese ed m italiano
Apple alla ricerca
di una banda radio
La Apple Computer ha presentato alla Fe-
derai Communications Commission (FCCl la
nchiesta di assegnazione di una parte dello
spettro di frequenze radio disponibili, per la
trasmissione di informazioni via onde radio al
fine di realizzare la connessione di computer
senza fili.
La petizione della Apple, se venisse appro-
vata. aprirebbe la via ad una nuova classe di
comunicazioni di dati, chiamata Data Perso-
nal Communications Services IData-PCS)
Più in dettaglio Apple chiede alla FCC di con-
sentire le comunicazioni fra computer, esclu-
sivamente in una fascia di 40 MHz compresa
nella gamma di frequenza che si estende fra
1850 e 1990 MHz, per trasmettere dati ad
alta velocità (es. 10 Mbit/secI anche su brevi
distanze, cioè fino a circa a 45 metri.
Questo tipo di collegamento in rete locale
completerebbe le configurazioni odierne di
reti cablate su filo, composte generalmente
da linee telefoniche, cavi coassiali e fibre ot-
tiche che hanno un alto costo di installazio-
ne.
Apple riconosce che lo spettro radio è già
notevolmente naffollaton ed in considerazio-
ne di CIÒ sta richiedendo che la FCC dia la
necessana considerazione alla comunicazio-
ne dei dati nel momento nel quale deciderà
future assegnazioni di bande radio.
Claris annuncia MacDraw Pro
La Claris Corporation, distribuita in Italia
dalla Elcom di Gorizia, azienda leader nel
campo del software per Apple Macintosh ha
annunciato una nuova versione del software
grafico MacDraw. Si tratta del MacDraw Pro,
che presenta un elevato numero di innova-
zioni (oltre 100).
Il nuovo software offre una gestione molto
sofisticata del colore pieno e sfumato, po-
tenti caratteristiche di mterscambiabilità dei
dati grazie all'architettura Claris XTND, po-
tenti strumenti di controllo del testo e della
grafica e la possibilità di gestire presentazioni
in slide-show.
Per CIÒ che riguarda la manipolazione del
colore il livello di personalizzazione delle pa-
lette dei colon e molto elevato ed è gestito
anche lo standard industriale Pantone Ma-
tching System.
Grazie alla possibilità di utilizzare qualsiasi
piattaforma Macintosh, il nuovo MacDraw
Pro gestisce dal Bianco/Nero al calore a 32
bit e permette di selezionare i colon anche
per nome, in modo da condividere e lavorare
sullo stesso documento i colon su un qual-
siasi Macintosh.
L'architettura XTND permette di aprire.
Il Centro di documentazione «Informatica
ed Handicap» dell'associazione AREA (As-
sociazione Regionale Amici degli Handicap-
pati) di Torino, ha raccolto e catalogato una
biblioteca di software didattico per utenti di-
sabili.
L'iniziativa («Programma Piero Vacchet-
ta») SI propone di consentire ad insegnanti
ed operatori della riabilitazione la scelta di
hardware mirato, dopoaversceltoilsoftware
più adatto alle esigenze di apprendimento
della persona disabile, invertendo la pratica
abituale che vede privilegiata la scelta della
macchina rispetto ai percorsi educativi e ria-
bilitativi per i quali si intende utilizzarla.
Attualmente il servizio, completamente
gratuito, e nvoito soprattutto agli operatori
scolastici e socio-sanitan, è in grado di do-
cumentare soltanto programmi in ambiente
MS-DOS, ma prevede l'ampliamento e l'ag-
giornamento sistematico della biblioteca.
Il Centro dispone anche di una banca dati
che fornisce informazioni ed indirizzi utili per
reperire periferiche e gli ausili informatici ido-
nei al programma prescelto in relazione alle
esigenze della persona disabile alla quale è
destinato. Date le finalità del Centro di do-
cumentazione sono accolte con interesse
tutte le proposte di nuovo software prodotto
appositamente per la nabilitazione e la di-
dattica da chiunque segua cali problematiche
modificare e registrare file nei formati stan-
dard PICT. Color PICT2, MacDraw II, EPSF,
MacPaint e Color TIFF Grazie alle sue doti di
flessibilità e apertura, l'architettura Claris
XTND permette agli sviluppatori di creare ap-
plicazioni e software di utilità capaci di scam-
biare dati fra gli applicativi che utilizzano
XTND, fra i quali MacWnte 1 1. Claris CAD.
FileMaker Pro, ad esempio MacDraw Pro
può importare piu di 50 formali di testo se si
utilizzano i filtri di MacWnte 1 1
Per gestire meglio il testo e la grafica, ogni
blocco di testo e dotato di un righello con
tutte le funzioni di un programma di elabo-
razione testo quali la crenatura, l’interlinea e
la distanza tra i paragrafi, viceversa per la
parte grafica sono disponibili strumenti per la
realizzazione di poligoni, per la gestione di
curve di Bezier. per la duplicazione, il trasci-
namento e lo zoom di oggetti con percen-
tuali comprese tra il 3 ed il 3200%.
L'altra nuova interessante carattensiica dei
prodotto consiste nella possibilità di realizza-
re presentazioni a monitor m full-screen con
il supporto di dispositivi di controllo remoto e
la possibilità di gestione contemporanea e
copia di oggetti e templare da una presen-
tazione all'altra.
Il costo del MacDraw Pro sara di 840.000
lire e la data della sua commercializzazione à
prevista nell'estate del 1991 Gli utenti che
avranno acquistato MacDraw nel periodo
compreso dal 1 dicembre 1990 e la data di
commercializzazione della versione Pro.
avranno diritto sll'up-grade gratuito.
lenti, ditte, organizzazioni). Il Centro raccoglie
anche esperienze di lavoro, m atto o già ef-
fettuate, di uso del computer a scuola o nei
servizi riabilitativi secondo ta tipologia di han-
dicap, per fornire ai docenti, riabilitatori e
genitori una traccia ed un percorso già spe-
nmentatoesufficientementecollaudato. An-
che per queste finalità il Centro è disponibile
al contatto ed alla raccolta delle esperienze
di quanti siano intenzionati a metterle a di-
sposizione. Tra gli obiettivi del Centro c'è
soprattutto la divulgazione delle conoscenze
disponibilisulle potenzialità offerte dagli stru-
menti informatici a vantaggio dei soggetti
disabili. A tal proposito promuove incontri tra
professionalità diverse, tavole rotonde, di-
battiti, conferenze, per il confronto e la va-
lutazione di esperienze educative che pre-
vedono l'uso del computer a scuola.
Il Centro intende anche favorire la ricerca
in campo educativo, per individuare modalità
di sviluppo del pensiero e schemi mentali
attivati dall’uso di strumenti informa tid come
mezzo creativo e «protesi cognitiva», oltre
che come mezzo per comunicare, appren-
dere, entrare in relazione. A tale scopo c’è
in progetto il coinvolgimenio di altri Centri
di ricerca (Università, IRRSAE, ecc) che al>
bario in atto iniziative nel campo deH'uti-
lizzazione dell'informatica m ambito scola-
stico per persone disabili.
Centro di documentazione
«Informatica ed Handicap»
74
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
GRAZIE
MILLE
un grazie ai nostri primi
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PriMus - computo metrico e contabilità dei lavori.
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un mondo di idee, informazioni,
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PER I LETTORI DI MCmicrocomputer
che faranno richiesta di abbonamento
entro il 30 giugno 1991
Per abbonarsi è sufficiente chiamare MC-Link via modem su rete commutala
al numero (06) 4180440 o su rete Itapac alla NUA 26500140 e seguire le istru-
zioni per completare la richiesta di abbonamento.
I lettori di MCmicrocomputer potranno usufruire dello speciale sconto del 25%
e pagare solo 18.000 lire/mese anziché 24.000 iire/mese (-(-10.000 lire una-
tantum per spese di attivazione) allegando al presente tagliando (ritagliato dalla
rivista 0 fotocopiato) la lettera di sottoscrizione, la documentazione richiesta ed
il pagamento.
Acer 915V
Il nuovo computer della Acer si presenta
con un processore 286 con velocità maggio-
rata rispetto al precedente modello. Al con-
trario del clock che sale da 12 MHz a 16
MHz, l'Acer 915V costa al pubblico
2.750.000 lire nella configurazione monitor
monocromatico e Hard Disk da 40 Mbyte' il
15% in meno del listino di ottobre 1990
Tra gir altri interventi all’interno della mac-
china SI sottolinea il raggruppamento dei chip
set di pam terze, in un umco chip ad altis-
sima integrazione L'ingegnerizzazione ha
avuto come effetti un migliore ordine delle
piste del circuito stampato, la totale assenza
di micro switch o jumper, e il completo mon-
taggio superficiale dei componenti.
La memoria standard è di 1 Mbyte espan-
dibile a 5 Mbyte on board lo di 2 Mbyte
espandibile a 8 Mbytel. A fianco degli slot
dedicati ai banchi di memoria la mother
board incorpora un controller per due dischi
fissi ed un connettore per il suppone del co-
processore matematico.
AI pannello frontale si collegano anche <1
mouse e la tastiera a standard PS/2
L'integrazione ha inglobato anche la sche-
da video VGA ad alta risoluzione basata su
un chip prodotto dalla stessa Acer.
Il ritocco dei prezzi interessa anche altri
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modelli tra cui l'Acer 1120SX, il 386SX/20
Che con disco fisso da 40 Mbyte costa
3.800.000 lire con monitor monocromatico e
4.400.000 con monitor a colon Come entry
levei è sempre disponibile il 915P, un
286/12 che con hard disk da 40 Mbyte e
monitor monocromatico è a listino a
2.350.000 lire.
PSI presenta hyperSTORE-400
Il 26 febbraio presso il Circolo della Stam-
pa di Milano, la Perceptive Solutions Ine in-
sieme alla società CDC che ne distnbuisce i
prodotti sul terniorio nazionale, ha presenta-
to la sene di controller hyperSTÓRE-816,
hyperSTORE-1600 (di cui ci siamo occupati
sul numero 98 di MCmicrocomputer) ed in
anteprima l'hyperstore-400,
L'hyperstore-400 segue la filosofia della
PSI tesa a produrre controller intelligente ol-
tre che veloci per ottimizzare il lavoro dei
personal computer In dettaglio J nuovo con-
troller si dovrebbe porre come alternativa
economica ai due compagni di scudena. Di-
stribuito in due modelli, supporterà Sia l'in-
terfaccia SCSI-1 e SCSI-2 che IDE (rispetti-
vamente l'hyperSTORE-4O0S e l'hyperSTO-
RE-4001) con tempi di accesso al disco di
0.28 millisecondi ed un transfer rate di circa
4 Mbyte al secondo per il modello IDE e ol-
tre 5 Mbyte per il modello SCSI.
Compatibile con tutti i sistemi operativi
(MS-DOS, NetWare, Xenix, Unix, PC-MOS,
VM/386, PICK e THEOS) sfrutta l'intelligenza
del processore Zilog a 16 bu Z280.
Come gli altri due componenti della pro-
duzione sfrutta il sistema operativo hSOS
(hyperSTORE Operating Systeml che a sua
volta SI avvale del DataShadow disk mirro-
ring DataShadow permette d' registrare i da-
ll su due unità di memoria di massa diffe-
renti per proteggere i dati da eventuali rot-
ture o malfunzionamenti
Molto della sua velocita lo deve alla me-
moria cache che monta a bordo, fino a 4
Mbyte di RAM, utilizzando 9 moduli SIMM
da 256Kb/1Mb da 100 nanosecondi.
Multimedialità:
accordo italiano
tra Commodore e Pioneer
La Pioneer Electronics Italia SpA,
azienda giapponese leader nell’elettroni-
ca Civile, da poco entrata anche m Italia
nel campo dell'informatica, ha da poco
concluso un accordo con la Commodore
Italiana SpA
Questa nuova, importante collaborazio-
ne apre nuove frontiere agli sviluppatori
Amiga, specializzati m applicazioni multi-
mediali.
In seguito a questa intesa sarà infatti
più facile, veloce e conveniente per gli
sviluppatori di applicativi multimediali che
utilizzano il sistema autore Amigavision,
realizzare master e repliche di videodischi
mediante l'utilizzo degli impianti Pioneer
di Los Angeles
Chi sviluppa applicativi su Amiga che
prevedono l'uso di videodischi potrà cosi
ottenere i master in tempi brevi, a prezzo
concordato.
Grazie a questo accordo si rendono di-
sponibili le unità a disco ottco sene DD-5
5001 e DE-S 7001. mterfacciabili ad Ami-
ga mediante pena SCSi, permettendo
quindi la riproduzione di una grande quan-
tità di informazioni (654 M8), sia su disco
WORM che su disco nscrivibile
Inoltre i lettori di videodischi LD-V 4100
e LD-V8000 (Pioneer produce ben
800,000 pezzi all'anno dei vari modelli), si
interfacciano mediante porta seriale ad
Amiga, e sono compatibili con Amigavi-
sion per lo sviluppo di applicazioni multi-
mediali. LD 4100 costituisce il prodotto
destinato al mercato professionale a un
prezzo estremamente interessante, men-
tre LD-V8000 è il modello industriale a
prestazioni superiori, disponibile attual-
mente solo in standard NTSC (lo stan-
dard statunitense)
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Punctum Transfer anche in Italia
La Punctum Software, società tedesca
con sede a Monaco della quale già altre volte
Si è parlato in queste stesse pagine, offre un
programma di conversione, il Punctum Tran-
sfer, in grado di eseguire la conversione dei
formati di dati e di interi dischi di circa 60
sistemi tra i quali Compugraphic MCS,
IBM/36 e 3740, Intel, DEC PDP/11 e VA-
XAfMS. Epson HX-20, Hermes 66, HP 85,
HP 9000, HP 9826 e 9836, HP 64000, Oli-
vetti ET e ETS/ETV, Sìemens-Nixdorf 3800 e
MX-Sinix CPIO, Philips P5020/5040. Triumph-
Adler e Wang OIS/VS Archiv, nel formato pro-
prio dei personal computer MS-DOS.
Punctum Transfer è ora disponibile anche
m Italia grazie alla MVM di Roma, la sezione
del Gruppo Unibit che si occupa della pro-
duzione e distribuzione di software, alla
Kyber di Pistoia: alla Intercomp/Linking di Ve-
rona ed alla Ingema di Ponteranica IBG).
Con Punctum Transfer è possibile la let-
tura, la scrittura e la formattazione su per-
sonal computer dei dischetti onginali di tutti
I sistemi supportati senza la nchiesia di alcun
hardware aggiuntivo per un numero di volte
illimitato ed annullando i problemi di distanza
fisica tra il personal computer ed il sistema
non compatibile grazie alla mancanza dei col-
legamenti su cavo, afflitti spesso anche da
problemi di velocita. Nella conversione dei di-
schetti contenenti file generati da sistemi di
videoscrttura, vengono lette in alta percen-
tuale anche le informazioni di formattazione
e quindi convertite nel formato dei più non
programmi di elaborazione testo per MS-
DOS (Microsoft Word, WordPerfect, Word-
Star, PC-Write) oltre che nel formato stan-
dard DCA-RFT. Esistono anche versioni del
programma per il trasferimento di dati CAD
tra diversi sistemi, ad esempio Hewlett Pa-
ckard-AutoCAO.
Grazie alla struttura modulare del program-
ma, la realizzazione di una nuova versione su
specifiche dell'utente puO avvenire nello spa-
zio di due settimane semplicemente invian-
do alla Punctum una serie di dischetti cam-
pione completata dalla lista stampata del
contenuto delle directory ed una descrizione
del sistema utilizzato.
La versione completa del programma com-
prende un manuale in lingua italiana con le
istruzioni dettagliate per l'uso
Abbiamo avuto modo di «saggiare» due
versioni del software m questione dedicate
rispettivamente alla conversione dei formati
Unix IptCPIO) e dei testi generati da Micro-
soft Word (ptMSW).
Il primo assicura la compatibilita con i si-
stemi Siemens-Nixdorf MX2, MX300,
MX500 sotto Sinix 5.2. Hewlett Packard
HP9000 in ambiente HP-UX, i sistemi ope-
ranti con SCO Unix 5000 ed Interactive Unix.
Il secondo permette invece la conversione
nei formati ASCII, binario con conversione
trasparente, Chi-Wnter, IBM DCA/RFT
(PCText 3/4 ed altri), OistryText (MEL Dr.
Neuhaus), Euroscnpt, HIT Versioni 3.1 e 4,0
(Simx Siemens-Nixdorf), MS Word per Win-
dows e MS-Works, Olitext (SWS, ETV 260,
3000), PC-Wnte versioni 2 71 e 3.0, Prisma-
text V.6.0 e SUNdoc, LaTeX, Tex-Ass Win-
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Motorola: ALTAIR, rete senza cablaggio
per comunicazione ad alta velocità
Il Radio-Telephone Systems Group di
Motorola ha presentato alla rassegna Net-
World di Boston Altair, il primo prodotto ba-
sato sulla tecnologia WIN (Wireless In-buil-
ding Network). WIN è dedicata alle comu-
nicazioni ad elevata velocità senza bisogno
di cablaggi all’Interno di un edificio.
Utilizzando quale mezzo di trasmissione
frequenze radio a 18 GHz, i prodotti Altair
sostituiscono 0 estendono la portata dei fili
e dei cavi che connettono dispositivi di tra-
smissione dati in reti locali (LAN) Ethernet
a 10 megabit/sec.
La rete Altair che fornisce flessibilità sen-
za alcun vincolo ed evita gli alti costi e i
ritardi dell’installazione, dell’espansione o
della sostituzione di LAN Ethernet cablate,
consiste di due elementi un modulo di
controllo (Control Module CM) e un modu-
lo utente (User Module UMI, ciascuno dei
quali è dotato di un ncetrasmettitore radio
e di una elettronica sufficiente alla gestione
dati. Ciascuna unita pesa circa 3,2 kg ed è
di dimensioni sufficientemente ridotte da
poter essere installata in un ambiente d’uf-
ficio. poggiata ad esempio su delle scriva-
nie, schedan o pareti mobili,
Basandosi concettualmente sulla radiote-
lefonia cellulare, anche se in scala ridottis-
sima, I moduli Altair impiegano segnali ra-
dio a bassa frequenza (18 GHzl par colle-
gare sino a 32 dispositivi dati, collegabili al-
la rete Ethernet, all’interno di un’area fisica
chiamata microcella. La banda radio a 18
GHz offre sia la necessaria capacità di tra-
sporto dati per network ad elevala velocità,
sia l'assenza di interferenze Per ottenere
CIÒ sono state concesse delle licenze di
banda da parte della Federai Communica-
tions Commission negli Stati Uniti (FCC).
Per la precisione la FCC ha reso dispo-
nibili dieci frequenze a 10 MHz, Questa
banda, Digital Termmation Service, è un in-
tervallo di frequenze nello spettro elettro-
magnetico. largamente inutilizzato e perciò
ideale per la comunicazione 'n rete all’in-
terno di un edificio
La dimensione di una microcella Altair di-
pende dalla reale ambientazione dell’edifi-
cio, ma solitamente misura orca 24 metri
di diametro, o circa 500 metri quadrati, ed
è destinata a supportare un’area tipica di
lavoro.
Sosf/tursce gli ultimi 30 metri
di cablaggio orizzontale
La rete Altair è m pratica un iicavo senza
cavo» che sostituisce o estende i collega-
menti via cavo con le attuali LAN Ethernet
cablale, ed estende LAN già esistenti me-
diante nodi aggiuntivi senza cavi Essa ope-
ra in modo trasparente con l’esistente ar-
chitettura LAN di Ethernet e con qualsiasi
sistema operativo di rete, ad esempio No-
vell NetWare o Microsoft Lan Manager.
Non richiede l'aggiunta di ulteriore har-
dware 0 alcuna modifica alla rete locale
Ethernet.
Una microcella Altair, come già detto,
consiste di un modulo di controllo (CMI di-
slocato centralmente e sopraelevato il CM
è connesso a un dispositivo dati collegabile
alla rete Ethernet quale un server o un ho-
st, oppure ad una struttura di rete LAN
Ethernet mediante un cavo standard Thm-
Net. Il resto della microcella è composto da
alcuni moduli utente (UM), ciascuno dei
quali è connesso via ThmNet con disposi-
tivi dati Ethernet compatibili in misura da
uno a sei, con un massimo di 32 all'inierno
della microcella L’UM é posizionato accan-
to agli utenti collegati alla rete ad esempio
su una scnvama, uno schedano o, una pa-
rete mobile
Flessibilità della rete
Altair soddisfa i requisiti dell'utenza in
termini di maggior flessibilità nell’instaUs-
zione della rete e nella ndislocazione del-
l’utenza. Da alcune ricerche emerge l’enor-
me aumento del numero di nuovi utenti
connessi a LAN, molte aziende americane
dichiarano che oltre il 50% all’anno dei pro-
pn utenti cambia postazione di lavoro all’in-
terno dell’azienda. Il conseguente ncablag-
gio della rete, eventuali aggiunte o sosti-
tuzioni spesso richiedono oltre tre settima-
ne. Questa perdita di tempo e di produtti-
vità va a discapito di un uso efficiente delta
rete. Altair riduce ad ore, invece di setti-
mane, il tempo di trasferimento o di ag-
giunta di un nodo, ad un costo competitivo,
in termini di ciclo di vita del prodotto, ri-
spetto a cablaggi di tipo tradizionale.
Il ariutilizzo dello spettro» permette
l'efficiente sfruftsmerìto
della banda a 18 GHz
Il riutilizzo dello spettro, cioè l’uso della
stessa frequenza per svariate volle su una
distanza relativamente breve, è concettual-
mente fondamentale per la definizione di
Altair. Questo reimpiego è possibile grazie
alla singolare propagazione caratteristica
dei segnali radio a 1 8 GHz. che permette la
completa copertura in una microcella. pur
nmanendo contenuta in essa. Poiché la co-
pertura radio è limitata ad un'area di rete
specifica di circa 500 metri quadrati, la
stessa frequenza di rete può essere utiliz-
zata da molte microcelle Altair senza che
esse interferiscano l’un l'altra II riutilizzo
dello spettro significa che e possibile crea-
re iialveari» di microcelle Altair. all’interno
di un ambiente densamente popolato, qua-
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Turbo Pascal per Windows 3
di Sergio Poliryi
Il 5 marzo la Borland ha proposto a San
Jose una dimostrazione dei suoi nuovi pro-
dotti per Windows 3: ObjectVision, Bor-
land C-h-f, Paradox Database Engine 2.0. 1!
18 marzo a Houston invece è stata annun-
ciata la commercializzazione del Turbo Pa-
scal per Windows, in occasione della riu-
nione del PC Users Group di guell'erea.
A differenza del Borland C-Ì--I-. che con-
sente di sviluppare applicazioni in C e in
C-I-+ per DOS e per Windows, il Turbo Pa-
scal per Windows sarà, per quanto se ne
sa. un prodotto complementare e non al-
ternativo al Turbo Pascal 6.0 con Turbo Vi-
sion, permettendo anzi di portare facilmen-
te sotto Windows 3 le applicazioni Object-
Oriented ed event-driven realizzate con
quest'ultimo sotto DOS.
Il Turbo Pascal per Windows (come già il
Borland C-M-) includerà tutti i tool neces-
sari per lo sviluppo di applicazioni, senza ri-
chiedere il Software Development Kit della
Microsoft- Proporrà anzi una interfaccia
molto più facile e comoda da usare alla API
di Windows 3.
Oi particolare interesse anche il Paradox
Database Engine 2.0: consente infatti di
realizzare applicazioni in grado di creare ed
usare file di Paradox sia In monoutenza che
in multiutenza. in C (Borland e Microsoft),
C-1--I- (Borland) e Turbo Pascal, sia per DOS
che per Windows 3. Tali applicazioni po-
tranno scambiare dati con Paradox, Quattro
Pro. Sidekick 2.0 e ObjectVision, nonché
con altre applicazioni Windows 3 grazie alla
nuova interfaccia DLL.
In sintesi, la Borland prosegue lungo
quella strada di «coerenza* che aveva an-
nunciato di voler intraprendere circa un an-
no fa: aH’sbbandono di prodotti «minorili
quali il Turbo Basic e il Turbo Prolog, si è
infatti accom(»gnato lo sviluppo di un in-
sieme di applicativi (Paradox, Quattro Pro,
Sidekick), linguaggi (C, C-M- e Pascal) e
prodotti «intermedi» (ObjectVision) In gra-
do tutti di colloquiare tra di loro e di scam-
biarsi dati, sia in ambiente DOS che sono
Windows 3.
Citizen: cala il prezzo
delle 120D+ e 124D
Il successo di vendita delle stampanti Ci-
tizen 120D4- e 124D è stato premiato con la
nduzione del loro prezzo rispettivamente a
390.000 ed a 590.000 lire IVA esclusa.
La Citizen 120D-I- è la versione aggiornata
della già conosciuta 120D provata sul nume-
ro 57 di MCmicrocomputer, Si tratta di una
stampante ad impatto con tasta di stampa a
9 aghi che rappresenta il modello entry pomi
della gamma di stampanti Citizen.
Stampa ad una velocità di 120 cps in modo
draft e 24 cps in Correspondence Quality.
Dotata di trattore di tiro, la 120D puO stam-
pare anche su fogli singoli, dispone dell'emu-
lazione IBM ed Epson FX e rappresenta la
soluzione ideale per gli hobbysii ai quali ne-
cessita una stampante piccola, maneggevole
e nel contempo affidabile: praticamente la
«prima stampante» con la quale Integrare il
proprio computer per completarne la confi-
La Citizen 124D è fabbricata m Gran Bre-
tagna utilizzando la collaudata meccanica del-
la Swift 24 ed è coperta da una garanzia di
due anni.
Si posiziona come modello a 80 colonne,
particolarmente conveniente per utenti pro-
Wsionali, studenti e hobbysti che desidera-
no la qualità della stampa a 24 aghi ad un
prezzo competitivo, che intendono passare
dalla stampa a 9 aghi a quella a 24 aghi sen-
za essere penalizzati dal prezzo, oppure che
già al primo acquisto desiderano una stampa
di qualità.
Capace di una velocità di stampa di 120
cps dispone delle emulazioni Epson LO, IBM
Proprinter e permette di sfruttare lo standard
grafico NEC 360 X 360 dpi.
La stampante dispone anche di 3 foni re-
sidenti e di numerosi stili in grado di soddi-
sfare le più svariate esigenze.
La gestione della carta è affidata ad un trat-
tore di spinta che dispone di funzioni di par-
king per l'uso dei fogli singoli ed un buffer di
8 Kbyte espandibili a 32 Kbyte completa la
dotazione della stampante che come tutti gli
altri prodotti Citizen viene distribuita in Italia
dalla Telcom di Milano, dalla Dataiec di Roma
e dalla Telav di Trezzano sul Naviglio IMI).
82
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
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386 Eictended DOS
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sorgenti e librerie.
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Una nuova scheda per
stampanti distribuita
da Lifeboat Associates Italia
Nel quadro dell'accordo intervenuto tra Li-
feboat Associates Italia e Pacific Data Pro-
ducts lo scorso novembre 1990, m base al
quale la società italiana si disponeva alla
commercializzazione sul territorio nazionale
dell'intera gamma dei prodotti deH'amencana
PDP, oggi a Milano si è aggiunto un ulteriore
tassello. Si tratta di un accordo per la distri-
buzione della nuova scheda per stampanti
Pacific Connect, che va ad arricchire il vasto
assortimento di schede di espansione di me-
moria per stampanti Hewlett-Packard, Ca-
non, Olivetti e compatibili.
Pacific Connect permette la condivislone
delle risorse di una stampante da parte di più
utenti di personal computer, sia che lavorino
con sistemi MS-DOS che Macintosh oppure
in ambiente misto.
Se SI considera come la stampante sia la
risorsa informatica sulla quale gravano nor-
malmente più richieste di utilizzo e la sua
condivisione possa creare dei problemi, si
capisce che una connessione tra quattro o
cinque utenti che vi possano accedere co-
stituisca una risposta efficace. Pacific Con-
nect offre infatti la possibilità di sfruttare l'al-
ta qualità di stampa disponibile nei modelli II.
IID, III e Ilio della famiglia HP LaserJet a una
utenza molteplice Contemporaneamente
Pacific Data Products estende la funzionalità
di queste stampanti con prodotti di già col-
laudato successo, come ad esempio la car-
tuccia Pacific MaePage di emulazione Post-
Script.
La nuova «memory board" opera automa-
ticamente ed elimina la necessità dì selezio-
nare meccanicamente, attraverso interruttori
0 software, l'utente che deve stampare. I do-
cumenti che sono inviati contemporanea-
mente vengono memorizzati in un buffer di
grandi dimensioni da 256 Kb o 1,25 MB e
stampali in ordine di arrivo, come avviene in
una lista FIFO (First In First Out|. Una volta
che I documenti sono stati inviati in stampa
l'utente può tornare immediatamente a! pro-
prio lavoro.
Pacific Connect e molto semplice da in-
stallare e da utilizzare Basta collegare la
scheda allo slot di Input/Output opzionale
della stampante, connettere il computer e la
stampante laser con i cavi di Pacific Connect
e configurare i computer con il software for-
nito. La velocità di trasmissione arriva fino a
115-200 baud
Per apprezzare l'impatto economico che
quest'ultimo prodotto andrà a determinare
nel settore si deve fare riferimento agli ultimi
rapporti di vendita rilasciati da Hewlett-Pa-
ckartì, secondo cui la base installata di stam-
panti LaserJet e compatibili sarebbe di oltre
3 milioni di unità. Lo standard LaserJet pre-
vede l'uso di cartucce, contenenti font ag-
giuntivi 0 linguaggi di descrizione della pagi-
na e schede di memoria aggiuntiva, per ge-
stire grafica e documenti complessi- A ciò si
aggiunge la costante discesa nei prezzi delle
stampanti laser m generale che sta provo-
cando la sostituzione sempre piu rapida delle
stampanti a maince e a margherita,
Con oltre 170. (X)0 unità vendute nel mon-
do dal 1987, anno della sua fondazione, a og-
gi, Pacific Data Products e uno dei leader di
mercato nell'ambito delle espansioni di font,
linguaggio e memoria per questo tipo d<
stampanti Nei confronti di quest'ultime si è
creata una aspettativa da parte dell'utenza,
stimolata in questo senso dalla crescente
complessità e sofisticazione del software per
il disegno e la scrittura.
Con sede a San Diego, in California, PDP
ha collezionato nel corso della sua breve vita
una sene di primati tecnologici. E del 1987 il
lancio della prima scheda di memoria modu-
lare per stampami HP, la f-2-4 Plus Upgra-
deable Memory Board. L'anno seguente ve-
de la nascita della prima cartuccia HP Laser-
Jet compatibile, 25 cartridge ih One!, che of-
fre fino a 1 72 fra font e set di simboli bitmap
Nell'89 PDP crea la prima cartuccia di emu-
lazione, Ptoner in a Cartndge. con il linguag-
gio HP-GL utilizzato dai plotter HP,
Nel febbraio 1990 POP viene acquisita da
Digital Communications Associates, Ine,, so-
cietà leader nei prodotti per la comunicazio-
ne e produnrice, tra l'altro, di 10NET II loro
fatturato, in riferimento al presente anno fi-
scale. si aggirerà intorno ai 70 milioni di dol-
lari.
FF.C.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
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TravelMate 2000. La potenza di un 286
in un notebook di altezza 3,55 cm e di peso 1,9 kg.
Texas Inscrumencs presenta la sua più piccola
novità ne! settore deH’infortnatica: TravelMate
2000, il nuovo compurerponatile ultrapiattoe
ultraleBgero, Le sue dimensioni sono tutto un
profjramma; 21,7x27,9x3,55 cm per 1,9 kg. di
peso batterie comprese. Non resta che metterlo
in Kirsa. Ma la cosa che fa di TravelMate 2000
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stniments. Laplink è un marchio registrato Tr.i-
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NEWS
Immagini da satellite su Windows 3
La CAP Sesa Regions (Tolosa, Francia), filiale del gruppo CAP
Gemmi Sogeti, ha sviluppato in collaborazione con il CNES (Cen-
tro Francese di Studi Spaziali) un sistema di informazione geo-
grafica che consente di analizzare e trattare immagini spaziali
Multiscope, è questo il nome del software, funziona su per-
sonal computer compatibili MS-DOS in ambiente Microsoft Win-
dows 3 (in versione Run-Time e Toois fcit) ed in unione al com-
pilatore Microsoft C Impiega una scheda Number Nme 512/32 o
AT Vista 1024 X 1024 ed un monitor a colon ad alta definizione
(tipo Aydih 15.7 kHz o Aydin Rangers 211 per la visualizzazione
delle immagini a 16 milioni di colori.
Studiato per un uso immediato ed interattivo, Multiscope con-
sente di lavorare su immagini provenienti da satelliti di osserva-
zione (Spot, l^ndsat, Meieosat), fotografie aree ad altissima ri-
soluzione 0 informazioni ncavate da modelli numerici del terreno,
la SUB architettura flessibile è stata studiata per poter essere
adattata a specifiche esigenze anche se i suoi svenati campi di
applicazioni spaziano dalla gestione e controllo del terntono (ge-
stione stradale, rurale, silvicultura, urbanismo) allo studio delCam-
biente (zone protette, controllo delle zone inquinate) e dell' agri-
coltura (elenco delle colture, previsioni sui raccolti, sfruttamento
dei terreni, cartografia). Multiscope é già utilizzato da numerosi
utenti pubblici e privati in Francia ed all’estero e vanta applicazioni
in molti settori.
Tra Area e Bull Italia nasce
«Centro Competenza Scientifica Unix»
In seguito ad una convenzione tra il Consorzio dell’Area Scien-
tifica e Tecnologica della provincia di Trieste (AREA) e la Bull HN
Information Systems Italia, si è giunti alla realizzazione di un polo
di ricerca denominato uCentro di Competenza Scientifico Unix
Bull HN».
Il Centro di Competenza Scientifico Unix sorgerà all’interno del
Comprensorio di AREA, ed avrà come obiettivo la hcerca, lo svi-
luppo ed il supporto della piattaforma hardware e software Unix,
conformemente sia alle strategie Bull Italia, che alle esigenze del-
ia Comunità Scientifica dell’AREA stessa. La realizzazione del
Centro Unix, per un investimento complessivo di circe due mi-
liardi e 700 milioni di lire, prevede tra l'altro l'installazione, entro
brevissimo tempo, di risorse di calcolo comprendenti un elabo-
ratore Bull D)<Pé 500, un elaboratore Bull OPX/2 320 — entrambi
con sistema operativo Unix — altre workstation tecnico-scienti-
fiche, personal computer, collegamenti in rete (LAN).
La costituzione. eH'intemo deH’AREA, del Centro di Competen-
za Scientifico Unix Bull HN consente di anticipare i tempi di quella
scelta strategica che è (o sviluppo di un ambiente standard uni-
versalmente riconosciuto come lo Unix, fornendo sin d’ora servizi
In tale ambiente egli utenti che ne abbisognano o lo prefenscono.
Uno del maggiori motivi d’interesse nella realizzazione del Cerv
tro Unix è costituito dall’obiettivo Bull di estendere il proprio in-
teresse dal mercato dei sistemi Unix gestionali — dove l'azienda
possiede un vasto know-how — al mercato dei sistemi Unix tec-
nico-scientifici, ancora in fase di maturazione, ma sicuramente
destinato ad un forte sviluppo nel futuro
Primo parco scientifico italiano, l’AREA è nata a fine anni '70
ed occuperà, a pieno regime, 150 ettari di territorio con circa
1.500 addetti. Già fin d'ora, con il parziale sfruttamento degli im-
pianti, vi sono occupate 500 persone impegnate in importantis-
sime attività di rcerca cui lavorano scienziati provenienti da tutto
il mondo, tra i quali il Premio Nobel Carlo Rubbia
In conclusione si può aggiungere che al ruolo di riferimento
assunto nella ricerca del parco scientifico di Trieste rispetto a tut-
ta l'area mitteleuropea e agli stessi Paesi dell’Est, la funzione di
volano e di catalizzatore di know-how scientifico Unix che il Cen-
tro [fjò dare avrà indubbie, positive ripercussioni su tutto il mon-
do scientifico e sulla ncerca informatica negli aspetti delle solu-
zioni innovative, detrintegrazione. dei sistemi aperti e dell'evolu-
zione degli standard. F.F.C.
MCmicrocompuier n 106 - aprile 1991
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prima pagina molto velocemente.
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l'installazione su ogni scrivania vicino al
termin^e: una stampante personale.
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LaserO.5 mb RAM. emulazione HPUII,
cas'setto formato A4 da 250 fogli.
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1 ,5 mb RAM, emulazione HPUtl,
cassetto formato A4 da 250 fogli,
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2 Seriali RS232 e I Parallela Centronics
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microproc. 80386SX, clock 26.5 MHz (LM)
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microproc. 80386, clock 34 MHz (LM)
L.
3.620.000
SC 58/40
microproc. 80386, clock 58 MHz (LM)
L.
4.580.000
se 117/40
microproc, 80486, clock 1 1 7 MHz (LM)
L.
7.900.000
CairattcristicKc comuni a tutti i modelli SCE:
1 Mbytes di RAM. 1 Hard Disk da 42 Mbytes
1 Drive da 1.44 Mbytes o 1 da 1.2 Mbytes
2 Seriali RS232 e 1 Parallela Centronics
Tastiera Italiana Avanzata 102 Tasti
Super-VGA 800x600. comp. Hercules. CGA. EGA. VGA
SCE 19/40 L. 1.570.000
microproc. 80286, clock 19 MHz (LM)
SCE 21/40 L. 2.030.000
microproc. 80386SX, clock 21 MHz (LM)
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Easy PC
distribuito dalla Audio Line
La gamma di prodotti software commer-
cializzata dalla Audio Line di Roma si è ulte-
normente ampliata con l'acquisizione del soft-
ware Easy-PC della Number One Systems
Si tratta di un programma di tipo CAD per
applicazioni di Schematic Draftmg a PCS De-
sign carattenzzato da un favorevole rapporto
tra prezzo e prestazioni
Easy-PC ha ottenuto nel 1989 il Bntish De-
sign Award e permette la generazione con
funzioni mollo veloci di schemi di circuito e
di piastre di circuito stampato anche multi-
strato (anche piu di 8 layer coniemporaneil
comprensivi di punti di saldatura e supporto
della tecnologia Surface Mountmg ISMTl
Le dimensioni massime del circuito stam-
pato possono essere di 43 X 43 cm con il
Supporto di Fino a 1500 circuiti integrati per
scheda, 5000 tracce per un massimo di
12.000 segmenti con fino a 8 diverse gran-
dezze sulla stessa scheda (da 0.05 a 13
mm), fino a 4000 piazzole m 128 diverse
grandezze utilizzabili fino ad un massimo di
16 diversi formati sulla stessa scheda, 100
differenti simboli per l'indicazione delle sal-
dature delle componenti anche per la produ-
zione automatica e piu di 6000 caratteri d' te-
sto in 4 grandezze utilizzabili contemporanea-
mente in ogni piastra per l'indicazione delle
componenti con 4 diversi orientamenti
Easy-PC dispone di numerose caratteristi-
che atte a rendere il lavoro mollo veloce ed
effettivamente facile' la possibilità di adope-
rare una griglia con passi di 2.54, 1 .27 e 0.63
mm oppure con risoluzione approssimativa
di 0.05 mm, la possibilia di poter disporre di
complete librerie di simboli (più di 400) pre-
definiti o facilmente definibili da utilizzare nei
propri circuiti e la funzione di Rubber Ban-
ding adatta al riposizionamento accurato di
parti del circuito fuor griglia con possibilità di
auto-backup e funzioni di auto-save ad inter-
valli di tempo selezionabili.
L’output di Easy PC può avvenire m vari
rapporti di scala (1/4, 1/2, 1/1, 2/1, 4/1) su
stampanti a 9 e 24 aghi, su unità fotoploiter
Gerber, su plouer a penna HPGL, oppure su
stampanti laser HP LaserJet 11, viceversa l'in-
put dei dati prevede il formato Gerber oltre a
Quello degli standard di software CAD piu
diffusi
La completa gestione di tipo WYSIWYG
facilita l'operatività che può avvenire anche
su piattaforme hardware non particolarmen-
te dotate come ad esempio quelle basate su
CPU 8086 con un minimo di 512 Kbyte di
memoria RAM e scheda CGA.
La raccolta di librerie disponibili per Easy-
PC comprende i simboli completi per l'utiliz-
zazione nei propri circuiti delle componenti
74LS, 74ALS, 74F, 74HC, 74HCT, 74AC,
74ACT. CMOS 400Ó, di vari tipi di micropro-
cessore, di memorie, di single e doublé Eu-
rocard. di schede per PC a 8 e 16 bit di di-
mensioni corte 0 lunghe. In opzione e dispo-
nibile un File Translaior per la conversione
dei formati Gerber generati da altre applica-
zioni di PCB Design in quello proprio dell’Es-
sy-PC.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
l.
Tandon 286/N e Tandon 386/N
Tandon annuncia due nuovi personal com-
puter il Tandon 286/N, con microprocessore
80286 a 12 MHz, e il Tandon 386/N, con
80386SX a 16 MHz, Questi due sistemi sfrut-
tano le avanzate tecnologie di progettaziorte
e di produzione per offrire, all’interno di uno
chassis compatto, funzionalità sia come
workstation per reti locali che come sistemi
da scrivania per applicazioni di produttività in-
dividuale, con I sistemi operativi MS-DOS,
OS/2 e UNIX.
La mother board, che ha le stesse dimen-
sioni di quella di un portatile, utilizza la tec-
nologia di montaggio superficiale dei compo-
nenti, e integra sia il ooniroller per il disco
rigido IDE che quello per il floppy disk drive.
Sulla scheda ci sono anche uno zoccolo per
il coprocessore matematico opzionale 80287
(per il 286/NI o 80387sx (per 1 1 386/NI. e i
connettori per i moduli SIMM da 256 Kbyte
0 da 1 Mbyte che espandono la RAM a 4
Mbyte nel caso del 286/N e a 8 Mbyte nel
caso del 386/N. Se necessario, entrambi i si-
stemi possono gestire fino a 16 Mbyte di
memoria con una scheda di espansione.
La scheda video VGA a 1 6 bit supporta tut-
te le modalità dalla CGA alla VGA, sia mo-
nocromatica che a colori. E integrata sulla
mother board di entrambi i modelli. Comple-
tano la dotazione hardware un disco rigido da
40 Mbyte, un’unità per dischetti da 3.5 pollici
da 1.44 Mbyte, due interfacce seriali
RS232C e un’interfaccia parallela. Nonostan-
te le dimensioni estremamente compatte al-
l'interno dello chassis ci sono anche due
connettori di espansione a 16 bit.
I personal computer Tandon/N hanno le
stesse funzionalità avanzate degli altri siste-
mi dell’azienda californiana, compreso il
BIOS Tandon che permette di effettuare la
configurazione del sistema attraverso un me-
nu su video, e la shadow ROM, ovvero la ca-
pacità di copiare la ROM del sistema e la
ROM del video nella RAM per rendere più
veloci le prestazioni. Quest’ultima è una ca-
ratteristica quasi unica per dei personal com-
puter di dimensioni cosi ridotte. Il modello
386/N, inoltre, ha anche funzionalità di ge-
stione della memora estesa.
II Tandon 286/N ha un prezzo di lire
1.690.000 nella configurazione di base oon la
sola unita a floppy disk e di tire 2.110.000
con disco rigido da 40 Mbyte, mentre il Tan-
don 386/N ha un prezzo di lire 2,190.000 nel-
la configurazione di base e di lire 2.690.000
con disco rìgido da 40 Mbyte.
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NEWS
LAN Systems
commercializza DiskPack
Con un tempo medio di accesso compre-
so tra 10 e 20 ms, secondo la grandezza del-
la memoria cache utilizzata, da 32 o 64
Kbyte. il Disk Pack commercializzato dalla
LAN System di Bologna è una delle realiz-
zazioni piu avanzate nel settore dei dischi ri-
gidi removibili (la copia di un disco di 34
Mbyte avviene in 5 minuti),
Realizzato con una tecnologia modulare
basata su schede intercambiabili e sull'uso
deil'interfaccia SCSI (16 bit), il Disk Pack può
facilmente essere collegato ad una ampia
gamma di elaboratori (Apple Macintosh, IBM
XT, AT e PS/2. DEC, SUN) nelle più svariate
piattaforme operative (QuickDraw, DOS,
Unix, Xenix) ed m congiunzione ai piu diffusi
ambienti di rete (PC/NOS, Novell, PC LAN,
3-COM, AppleShare), Le capacità di memo-
rizzazione previste variano da 42 a 320
Mbyte con dimensioni intermedie di 84. 105,
120, 170, 210 e 250 Mbyte, inoltre, l'impie-
go deH'interfaccia SCSI permette l'adozione
di fino a sei Disk Pack collegati in cascata per
tconOnuB a pag 94)
Anche in Italia una filiale della Roland DG Corp
Nel corso di un incontro con i giornalisti
invitati al Circolo della Stampa di Milano dal-
la Roland Digital Group, è stato dato l'an-
nuncio della nascita della filiale italiana.
Roland DG Italia avrà a disposizione dalla
casa madre giapponese un catalogo di pro-
dotti sofisticati e ad alto contenuto tecno-
logico, tra CUI spiccano i plotter verticali a
foglio mobile, I nuovi plotter piani dedicati
per esigenze specifiche e prodotti tipica-
mente CAM per taglio e incisione. Vedia-
moli più nel dettaglio: la serie di plotter ver-
ticali GRX (con GRX-300A6 per il formato
Al e GRX-400AG per il formato AO) con-
sente una risoluzione meccanica di
0,0015625 mm/sec„ la velocità di 660 mm
al secondo m tutte le direzioni, un'area di
disegno che va da 615x1600 mm a
905x1600 mm, e un buffer da 1 MByte.
Per quanto riguarda i plotter piani Roland
DG. con DPX4600 (formato AO). DPX3500
(formato Al) e DPX2500 (formato A2), ope-
ra una innovazione anche nei materiali di
realizzazione, alluminio e kevlar. Questa se-
rie garantisce la massima precisione di di-
segno, indipendentemente dal tipo di carte
usata, grazie alla punta in graffite che urea-
lizza” 620 mm al secondo con risoluzione a
nmicro-step” di 0,0015625 mm/step e ad
una memoria di 1 MByte,
Tutti 1 modelli della serie DXY di plotter
da tavolo lavorano con 8 penne su un'area
di disegno di 439x297 mm alla velocità di
420 mm al secondo in tutte le direzioni e
con una risoluzione di 0,0125 mm/sec. Le
versioni 1300 e 1200 dispongono inoltre di
un sostegno elettrostatico della carta che
agevola l'utilizzo di qualsiasi foglio sulla su-
perficie. Caratteristiche che erano, un tem-
po, esclusivo appannaggio di plotter di gran-
di dimensioni, diventano ora possibili su dei
prodotti «ridimensionati»: soft landing della
penna, pne-cap automatico, velocità di di-
segno regolabile e un buffer di 1 Mbyte per
la memoria di riplotiaggio.
Una nuova linea di plotter terminici, LTX,
costituisce un'innovazione del settore, in
quanto non richiedono manutenzione e harv
no un funzionamento autonomo e silenzio-
so. I plotter LTX420 (formato AO), LTX321
(formato Al) e LTX120 (formato A3) incor-
porano un sistema vettore/raster VRC con
capacità di memoria grafica di 8 MByte e
riduzione del tempo di tracciato da due a
cinque volte rispetto a macchine convenzio-
nali. Novità anche per quanto riguarda i plot-
ter da taglio, Il nuovo CAMM-1 racchiude in
un'unica unità le funzioni di taglio e disegno
e si impiega al meglio della produzione di
caratteri e logotipi su fogli adesivi in vinile.
Può utilizzare qualsiasi foglio in vinile, carta
0 materiale simile di larghezza dai 381 ai
500 mm. La CAMM-2 è. uno strumento in
grado di trasformare un normale sistema
CAD in un centra di incisione professionale.
La macchina permette infatti di incidere
disegni grafici e lamine con un'area di di-
segno di 200x140 mm e di 10 mm di pro-
fondità.
Per concludere citiamo due altri prodotti
destinati al largo consumo. Stika, mostrata
alla conferenza stampa, racchiude, in di-
mensioni riconducibili a un telefono, uno
scanner, un plotter da taglio e un calcola-
tore. Realizza su adesivi in vinile e similari
scritte, disegni, firme, Sketchmate invece è
un plotter da tavolo con formato A4, al cui
prezzo contenuto fa riscontro la validità del-
le prestazioni.
Roland Corporation nasce nel 1972 ad
Osaka come produttrice, a livello professio-
nale e amatonale, di strumenti musicali.
Dopo aver intrapreso joint venture in tut-
to il mondo e, con riferimento all'Europa,
costruito un impianto produttivo nel 1986
alle porte di Arese, la casa nipponica inau-
gura, nel 1988, una politica di ricerca ad
espansione nel settore
dell'Informatica e spe-
cificamente delle peri-
feriche CAD/CAM. Ciò
che però ha reso in
certo modo preferen-
ziale il rapporto di col-
laborazione di Roland
con l'Italia è stato l'ac-
cordo che questa ha
raggiunto nel 1967 con
un gruppo di imprendi-
tori italiani, in base al
quale la società elettro-
nica Siel S,p,A. si tra-
sforma in Roland Euro-
pe S.p,A., con sede
nelle Marche. Allo sta-
bilimento, divenuto ra-
pidamente una impor-
tante realtà industriale,
viene affidata la proget-
tazione e la produzione
di una linea di prodotti
musicali ad alta tecno-
logia elettronica. Il suo
fatturato, per un am-
montare di 30 miliardi
al 1990, rappresenta
poco meno del 10%
del movimento com-
merciale del Gruppo
Roland. F.F.C.
90
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
IL SOFTWARE
Spesso le normative italiane impongo-
no le scelte di un software che risponda
a specifici requisiti del nostro paese.
MVM, società specializzata nel software,
è in grado di offrire un panorama com-
pleto di pacchetti adatti alle più svariate
applicazioni, tutti rigorosamente rea-
lizzati per il proverbiale gusto italiano.
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Olivetti
presenta a Berlino
una nuova serie di portatili
eli Paolo Ciardelh
O livetti, il principale produttore europeo
di personal computer, ha presentato il
28 febbraio una nuova linea di computer
portatili, interamente sviluppata e prodotta
in Europa dalla Olivetti Office, l'azienda del
Gruppo Olivetti che opera nel settore dei
prodotti per l'ufficio a larga diffusione com-
merciale. La linea, identificata dal marchio
Olivetti 1, comprende una famiglia modula-
re di laptop e una di notebook. Progettati in
Germania nei laboraton della Triumph Adler,
I nuovi portatili sono prodotti nello stabili-
mento di Norimberga. Le linee di produzio-
ne automatizzate, che entreranno a pieno
regime nel corso di quest'anno, avranno
una capacità produttiva di oltre 100.000
unita all'anno
La casa di Ivrea con la sene Olivetti 1 si
affianca ad altre grandi industrie del settore
per superare la tradizionale barriera esisten-
te tra computer portatile e computer da
scrivania grazie a una serie di moduli opzio-
nali che ne aumentano sia la capacità che la
sua trasportabilità, contenendo al minimo
dimensioni e peso.
Con il Docking Expansion Module si può
trasformare il portatile in un potente de-
sktop, mentre portando con sé la docking
printer, la scheda modem/fax o la scheda
modem si può disporre ovunque di una sta-
zione di lavoro completa.
La gamma Notebook si articola in tre mo-
delli di dimensioni A4 che pesano meno di
3 kg (2,95 incluse batterie), mentre la sene
LapTop é rappresentata da due modelli con
tastiera ergonomica full-size rimovibile, di-
splay LCD intercambiabile di grande forma-
to e peso di 5,5 kg.
Caratteristica comune a tutti e cinque i
modelli sono la presenza di un mouse in-
tegrato neH'unità di base. Usano il sistema
operativo MS-DOS 3.3 o 4.01 e l'ambiente
grafico Windows 3.0 e possono utilizzare al-
tri sistemi operativi come OSf2, Unix o Xe-
I PC portatili della linea Olivetti l verranno
commercializzati in tutto il mondo dalla rete
di distribuzione indiretta della Olivetti Offi-
ce. La linea verrà distribuita anche dalla
Triumph-Adler con il marchio Walkstaiion
System.
3g0MULTIWARF
Invece di una rete o altri sistemi operativi complicati...
MULTIUTENZA DOS con MW.386,
si siede all'aumento di numero di utenti e che puoi installare
Incluse nel pacchetto:
• posta elettronica
• collegamento tramite modem
• spooìing di stampa
■ task-view: visione e controllo dell'attività degli altri terminali
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reale l'attività del professore
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possono girare contemporaneamente
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40 programmi DOS che possono girare contemporaneamente.
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■ MW. 386; multitasking, multiutente fino a 21 utenti, 168
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(21 utenti X 8 programmi)
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92
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Insmimems, finalmente potrete usare an-
che in viaggio un computer 386 potente
come quelli solo da tavolo, piccolo e
leggero come nessun altro, ma anche cosi
bello da far nascete ammirazione o Invì-
dia. Microprocessore 386sx a 20 MHz.
schermo VGA da IO", nitidezza unica
(tecnologia Triple SuperTwisi). autono-
mia di almeno 3 ore. 2 Mb di RAM
espandibile a 6 Mb. hard disk da 40 a 60
Mb. MS DOS e LapLink residenti su
ROM. il T3IXX) si affianca all'ancora più
piccoloe leggero T 2000(286a 12 MHz,
2 Kg I. La stessa cura posta da Unibit nella
scelta dei TravelMate come ponatili stv
lìsiicati è presente negli altri Laptop
System Unibii: i noiebook (3.2 Kg) LS
V30 (microprocessori: NEC V.30 a 1(1
MHz. drive dal.44Mboharddiskda 4(1
Mb) e LS 212 |286 a 12 MHz, drive da
1 ,44 Mbc hard disk da 20 Mb] e il poterne
irasporiabile (6,3 Kg) LS 320 ( 386sx a 20
MHz. VGA. 2 sitjl. drive e hanJ disk da 40
0 8(1 Mb). Tutti fwniti di serie con MS
DOS 4,01 e GW Basic; tulli completi
come c più di molli computer da tavolo:
tutti competitivi nella tradizione L'nihii.
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TELEX; 29616 TEMERÒ
isegue da pag 901
una capacità complessiva di 2.2 Gigabyte m
linea. Un sistema di controllo delle procedure
permette di estrarre il Disk Pack anche se
questo è acceso eliminando >n tal triodo i
danni denvanti da improvvise cadute di ali-
mentazione oppure da manovre errate, men-
tre un sistema di protezione permette di di-
sabilitare la scrittura dei dati sul supporto
La costituzione del Disk Pack gii permette
di sopportare maltrattamenti senza che i dati
ne risentano, infatti il Disk Pack è m grado di
sopportare urt con accelerazioni da 3 a 10 g
in condizioni di operatività e da 40 a 60 g >n
condizioni di inoperativita' dei valori in asso-
luto molto elevati. Con queste caratteristiche
I Disk Pack assicurano una durata media
(MTBF) compresa tra 40.000 e 50.000 ore,
pan a quasi 24 anni di lavoro a 8 ore al giorno
per 5 giorni alla settimana.
MIPS Computer: Risc a 64 bit
La MIPS puma ai 64 bit Risc. MIPS Com-
puter System ha di fatto annunciato il frutto
dei SUOI prossimi progetti. Il processore
R4000. É questo il nome di battaglia di que-
sto chip a tecnologia Risc altamente sofisti-
cata. ideato e proposto dalla MIPS come por-
ta obbligata di transizione fra il mondo dei 32
bit con quello dei 64.
Tutto italiano
il re dei supercomputer
Sarà pronto tra pochi mesi APE 100 (la
Sigla sta per Array Processor espandibile),
il supercomputer piu veloce del mondo. Ad
aprile la macchina potrà eseguire 6 miliardi
di operazioni al secondo toccando il record
di 100 miliardi al secondo entro il 1992. Lo
ha messo a punto, in una prima versione a
potenza ridotta, una équipe di otto ricerca-
tori diretta dal Prof Nicola Cabibbo, presi-
dente deiristUuto nazionale di fisica nuclea-
re.
Oggi APE 100 può effettuare «soltanto'»
400 milioni di operazioni al secondo, ma
entro apnie la sua potenza sara pan a 6 gi-
gaflop (il gigaflops e una unità di misura
che comsponde a un miliardo di istruzioni
elementan al secondo), e per il prossimo
anno dovrebbe lasciare al palo i rivali con
una capacità di eseguire ogni secondo cen-
to miliardi di operazioni. Una potenza che
non ha precedenti. Il capostipite dei super-
computer, e ancora oggi la macchina di
questo genere piu diffusa al mondo, e il
(iray 1. Messo a punto nel 1976, riesce a
effettuare 100 milioni di operazioni al se-
condo Il suo erede. Cray 2, attualmente ne
effettua 1,2 miliardi. E IBM, che di calco-
latori se ne intende, ha abbandonalo delu-
sa un progetto per la costruzione di un su-
percomputer da 1 1 gigaflops. «In effetti —
rileva il professor Cabibbo — APE 100 sarà
il calcolatore piu veloce del mondo già da
aprile, perché attualmente le macchine piu
potenti arrivano al massimo a qualche gi-
gaflops"
LR4000 è un monochip altamente integra-
to comprendente una unita di elaborazione a
numeri interi, una unità per la gestione dei
calcoli in virgola mobile, caratteristica questa
che fa approdare l'R4000 nel campo delle a|j-
plicazioni scientifiche, una memoria cache
dati ed una memoria cache istruzioni entram-
be da 8 kilobyte. In entrambe le unità nume-
riche l'R4000 processa dati di ampiezza pan
a 64 bit, cosi come nei percorsi di dati e bus.
Altro dato caratterizzante dell'R4000 è il con-
cetto di pipeline, già ampiamente adottato m
altn processori di tipo Risc ma rivisto e cor-
retto nella sua efficienza dalla MIPS per il
suo R4000.
Il superpipelining raggiunge prestazioni
doppie rispetto ad un normale pipelme, tanto
da permettere all'R4000 di far eseguire ad
ogni colpo di clock 2 istruzioni. Nonostante le
elevate innovazioni tecnologiche deH'R4000,
la stessa MIPS garantisce la completa com-
patibilità software con le precedenti genera-
zioni di processori MIPS. Le fasce di utenza
alle quali la MIPS si rivolge con il suo R4000
vanno da quelle industriali (vista la velocità e
quantità di dati che il processore riesce a ge-
stire) a quelle scientifiche, ma la stessa MI-
PS già vede un futuro e massiccio ingresso
di macchine basate su R4000 negli uffici, so-
pratutto per applicazioni di tipo commerciale
offrendo allo stesso tempo elevate presta-
zioni e preni contenuti.
Per ora il supercomputer deirisiituto na-
zionale di fisica nucleare, che occupa lo
spazio di quattro frigoriferi, e ancora in ro-
daggio. «Questa prima versione ci serve
per la verifica dei microprocessori, intera-
mente costruiti su nostro disegno" precisa
Cabibbo «Siamo molto contenti di come
vanno le cose e dopo qualche centinaio di
ore di verifica dei chip potremo realizzare la
versione intermadia, quella m grado di ef-
fettuare 6 miliardi di operazioni al secon-
do».
Dai potenti supercomputer i ricercatori
ottengono un contnbuto determinate per la
soluzione d» problemi tecnici e scientifici
All'università dell'lllinois viene utilizzato da
tempo un supercomputer per simulare l'e-
voluzione dell’universo dopo il big-bang,
una questione ancora irrisolta. Ed e proprio
per la simulazione che i ricercatori dell’isti-
tuto nazionale contano di utilizzare APE «Il
nostro problema - ammette Cabibbo — è
quello della simulazione dei Quark, uno dei
sistemi più belli per capire se il protone si
comporti effettivamente come e descritto
nella teoria della cromodmamica quantisti-
ca. Ora come ora non sappiamo ricavare le
conseguenze della teona per via matema-
tica» E con APE 100? «Con questo com-
puter CI riusciremo sicuramente attual-
mente abbiamo una precisione del 15 per
cento nella simulazione di questa teoria, e
aumentando la potenza di un fattore 1(X)
dovremmo armare a precisioni molto buo-
ne».
La notizia, non c'è dubbio, è esaltante e
dà fiducia nella ricerca italiana in questo
particolare, fondamentale settore.
F.F.C.
94
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
NEWS
CONCESSIONARI UNIBIT
VideoPix Sun:
cattura e condivisione immagini
video su rete
In occasione di I. CO. Graphics, la Sun Mi-
crosystems ha presentato VtdeoPix Sun, un
sistema che consente agli utenti di SPAR-
Cstation di catturare e condividere immagini
video via rete UNIX a basso costo.
VideoPix comprende una piastra SBus ed
il relativo software e permette ad un gruppo
fino a 4 utenti di catturare facilmente, ma-
nipolare, memorizzare e condividere imma-
gini in bianco e nero o a colon provenienti da
una vasta gamma di fonti video.
SBus è un bus di I/O ad alte prestazioni
presente nelle SPARCstation e dato m licen-
za ai produttori di hardware.
La piastra video contiene jack standard
RCA e S-video collegabili a strumenti di input
video come telecamere, videoregistratori,
sintonizzatori TV, lettori di videodischi.
VideoPix consente di ritagliare, modificare
le dimensioni e regolare luminosità e contra-
sto delle immagini video.
Con l'interfaccia grafica OPEN LOOK, svi-
luppata da Sun e AT&T, la cattura delle im-
magini è estremamente facile e consente la
loro successiva integrazione in applicazioni di
desktop publishing e/o di posta elettronica
muliimediaie.
L'input dei dati avviene compatibilmente
agli standard NTSC-PAL e S-Video ed utilizza
l'algoritmo di compressione JPEG (Joint Pho-
tographic Experts Group! m grado di ridurre
fino a venti volte lo spazio di memonzzazio-
Le im nagini possono essere salvate in for-
mato SunRaster, PostScript, EPSF e TIFF. Vi-
deoPix e inoltre supportato dal software di
stampa NeWSpnnt, che permette di stam-
pare le immagini da qualsiasi punto della re-
te.
Utilizzato con Sun Vision, il software di ela-
borazione e di visualizzazione immagini, Vi-
deoPix consente il trattamento di immagini
medicali, GIS, CIM e remote sensing.
VideoPix occupa uno slot SBus delle
SPARCstation desktop oppure sugli SPAR-
Cserver dotati di SBus e sui quali è dispo-
nibile Open Windows 2.0.
Piastra, software, librerie, documentazione
ed una licenza d'uso costano 1.800.000 lire,
ogni successiva licenza d'uso completa di
documentazione viene a costare 390.000 li-
II prodotto è disponibile in tutto il mondo
attraverso i canali di vendita Sun già dallo
scorso mese di febbraio.
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18 3010467. Geri88 InTormaiica. 18 6256954. Gemus. lei 3201506. Gienme
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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MCmicrocomputer n 106 • aprile 1991
che più comuni, quali ad esempio il versa-
mento, Implicano una gestione complessa,
un costo di ciclo di lavorazione che incide
suirelficienza delle aziende di credito. La
necessità di migliorare l'operatività del cas-
siere che, in una dinamica progressiva, as-
sorbirà anche nuove funzionalità quali l'e-
missione di assegni circolari, la verifica del-
la firma, ecc., trova una risposta m questa
cassa, utilizzando l’interfaccia 773Mndustry
standard SCSI. La configurazione base pre-
vede un deflettore di uscita dei documenti,
mentre opzionalmente è disponibile una va-
schetta porta-documenti, oppure una doppia
casella di. raccolta con destinazione pro-
grammabile.
Può essere dotato di due telecamere per
la cattura dell'immagine di cui quella fron-
tale è standard, mentre quella posteriore e
opzionale. La telecamera converte l'imma-
gine del documento m un’immagine elettro-
nica; le dimensioni massime del documento
trattabili sono pan a 105 mm in altezza e
254 mm in lunghezza.
La risoluzione dell’immagine è, a scelta,
di due tipi'
— 200 DPI in bianco e nero
— 100 DPI a 16 livelli di grigio.
Le immagini possono essere compresse
secondo il formalo CCITT gruppo 4.
Attraverso algoritmi evoluti il sistema
NCR 7731 legge i dati codificati sui docu-
menti, indipendentemente dal tipo di «fonin
(CMC7, E13B. OCRI e contemporaneamen-
te su piu linee dello stesso documento.
Può essere dotato di una stampante a
getto d'inchiostro che permette la stampa
sul fronte e/o sul retro del documento a se-
conda della configurazione. La stampante a
matrice può essere programmata per ese-
guire testi e grafici La velocità di stampa e
pan a 120 cps.
Grazie all'avanzata tecnologica NCR della
marcatura termica possono essere eseguite
marcature parziali o totali, sotto il controllo
del software applicativo, secondo i font pre-
visti che sono programmabili. È anche di-
sponibile la scheda DES/NBS per l'encri-
ptaggio dei dati
F.F.C.
nuova periferica dalle dimensioni contenu-
te. È il primo prodotto che, utilizzando la
tecnologia dell’immagine, raggruppa in sé
possibilità operative finora offerte da siste-
mi diversi: catturare le Informazioni presen-
ti sul documento, marcare gli assegni, gi-
rare i documenti, stampare la distinta di
versamento, sostituire, tramite l'immagine
del documento, il microfilm di filiale.
Questa nuova soluzione costituisce inol-
tre uno degii elementi portanti del progetto
NCR per trasformare lo sportello bancano
in un vero e proprio punto di vendita di ser-
vizi per le esigenze della clientela. Il pro-
getto, xbaitezzato» BankView, prende in-
fatti in esame le diverse funzioni svolte
nell’ambito della filiale e. in un'unica globa-
le visione, realizza via via soluzioni integra-
te che rendono la rete di vendita sempre
più produttiva e m linea con le aspettative
dell'utente. Ma vediamo in sintesi le fun-
zionalità di sportello e retrosportello del
7731.
Allo sportello - Una semplice operazio-
ne di versamento comporta un nciclo di la-
vorazioneii dei relativi documenti che coin-
volge tutta la filiale. Acquisire e integrare i
dati presenti sui documenti, apporre il tim-
bro di «girata» sugli assegni, creare la di-
stinta di versamento, stampare la ncevuta
per il cliente, controllare la firma sugli as-
segni. microfilmare i documenti ai fini della
sicurezza sono le principali attivila svolte
oggi dal cassiere. '
Nel retrosportello le operazioni piu comu-
nemente effettuate consistono nel marca-
re. «quadrare» selezionare ■ documenti,
preparare l'eventuale flusso per «check
truncation». L'emissione di assegni circola-
n e di libretti di assegni bancari sono altri
servizi che la clientela richiede frequente-
mente allo sportello.
NCR 7731, utilizzata come periferica del-
la workstation di cassa nell'ambito dell’ar-
chitettura NCR BankView. o in altri ambien-
ti di filiale, con una sola «passata» del do-
cumento-
— cattura i dati presenti sulla code-ime in-
dipendentemente dal tipo di codifica, sia
che si tratti di assegni o effetti ICMC7),
bollettini postali o MAV (OCRI, travel check
0 assegni esteri (E138), vaucher di cane di
credito (Farrington); ►
Rivoluzionaria soluzione
bancaria con NCR 7731
In una cornice insolita e prestigiosa qua-
le la Libreria Paravia nel cuore di Milano, la
NCR ha presentato la nuovissima e. sotto
certi aspetti, rivoluzionaria soluzione orga-
nizzativa studiata espressamente per il po-
sto di lavoro del cassiere moderno e della
banca avanzata, soprattutto in previsione
del 1993 e. quindi, indis^nsablle negli at-
tuali scenari economici di riferimento.
La soluzione va sotto la sigla di NCR
7731, un prodotto che per la sua versatilità
e multifunzionalità semplifica il ciclo di la-
vorazione del documento bancario consen-
tendo più utilizzi e collocazioni diverse nel-
l’ambito dell’agenzia: allo sportello e nel re-
trosportello.
Le banche oggi sono sommerse dalla
carta, sia per chi vi lavora sia per chi è
cliente: tutti noi sappiamo quanta carta va
compilata, quanti timbri vengono apposti in
un assegno, quante operazioni deve effet-
tuare al terminale l'addetto allo sportello,
da quante macchine è circondato e cosi
via. Con un colpo di spugna la NCR, con il
suo 7731 elimina tutto questo armamenta-
rio, soprattutto cartaceo- Le transazioni, arv
Caratteristiche tecniche
di NCR 7731
NCR 7731 unisce te avanzate tecnologie
dell’immagine, della stampa a getto di in-
chiostro e della codifica termica per te esi-
genze relative al trattamento di documenti
bancari m un unico «scatolotto».
Queste tecnologie sono combinate m una
soluzione dalle dimensioni estremamente ri-
dotte: 21,5 cm di altezza, 35,6 cm di lun-
ghezza e 25,4 cm di larghezza.
Il «trasporto» bidirezione del 7731 per-
mette il movimento del documento sia in
avanti ohe indietro su di una traccia rettili-
nea appositamente progettata per eliminare
le cause di inceppamento. Questa configu-
razione bidirezionale consente di eseguire la
stampa dei grafici e la lettura e la rilettura di
code-line È collegabile alla workstation di
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- completa la code-line del documento
secondo la corrispondente coditica di mar-
catura (CMC7 per gli assegni, OCR per i
bollettini postali. MAV e cosi vial:
— acquisisce tutti i dati per creare la distin-
ta di versamento e stampare la ricevuta
per li cliente,
— appone il timbro «girala» sugli assegni,
- cattura l’immagine l'Ironte-retro» del do-
cumento 81 fini deH'archiviezione di sicurez-
za di breve periodo e deireventuale con-
trollo delta firma.
NCR 7731 semplifica, quindi, l'operatività
del cassiere, ma permette anche di fornire
migliori servizi alla clientela lad esempio
evitando aH’utenie la compilazione della di-
stinta d' versamento) e rende superflui una
sene di dispositivi hardware spesso pre-
senti in ogni filiale timbri, microfilm di fi-
liale. lettori CMC7. marcatrice, codifica
CMC7
Nel retrosportello - La cattura deir*um-
magine» dei documenti, oltre alla verifica
della firma del cliente e alla sostituzione
con riiimmagine» della microfilmatura di fi-
liale ai fini della sicurezza, permette anche
di soddisfare in modo semplice ed efficace
ogni richiesta di ricerca del documenti ar-
chiviati, visualizzando l'immagine sul video
e stampandola con una «laser pnnter».
Nelle filiali di molti istituti di credito esi-
ste oggi una consistente attività di «back
office»
Microfilmaiura dei documenti ai fini della
sicurezza, «quadratura», marcatura e sele-
zione degli assegni, creazione del flusso
dati per «check truncation», emissione di
assegni circolari e libretti di assegni banca-
ri, controllo della firma, sono operazioni
che. m tutto o in parte, sono spesso svolte
nel retrosportello della filiale.
Da oggi, queste operazioni possono es-
sere svolte in automatico, senza variazioni
dell’assetto organizzativo della filiale e delle
procedure applicative del sistema informa-
tivo adattato, grazie alia soluzione «chiavi
in mano» NCR 7731. composta anche da
workstation e stampante. Si fa nfenmento
a una sene di funzionalità oggi svolte ma-
nualmente 0 con I dispositivi hardware de-
dicati, quali:
— gestione completa degli assegni per
quelle agenzie che non necessitano di si-
stemi selezione di filiale, m termini di
• acquisizione dati
‘ correzione scarti effettuata direttamente
sull’immagine del documento
• completamento della code-line CMC7
• preparazione del flusso per «check trun-
cation»,
— autonnazione del trattamento di altn do-
cumenti codificati, effetti, bollettini postali.
MAV. travei check, assegni esteri, vaucher
di carte di credito; cambiali, eco.,
— sostituzione della microfilmatura di sicu-
rezza con l’immagine del documento;
- stampa e codifica CMC7 di assegni cir-
colari e libretti di assegni bancan.
- verifica della frma.
La soluzione con NCR 7731 nel retro-
sportello è, in definitiva, facilmente instal-
labile in tutti gli ambienti di filiale e può co-
stituire Il primo passo per l'inserimento di
NCR 7731 direttamente allo sportello.
E di grande interesse sapere che l’Italia
ha partecipato attivamente alla definizione
delle specifiche m ambito progettuale del
7731 ed è stata determinante nelle decisio-
ni produttive del sistema. La NCR Italia
prevede di vendere oltre 30.000 pezzi nei
prossimi S anni. Per legge Comumtana nel
settore bancano, con i’approssimarsi del
fatidico 1993, diventerà obbligatorio per
tutte le banche velocizzare le operazioni
bancarie ed eliminare tutta la produzione
cartacea che queste producono.
Facile l’inserimento del 7731 in ambiente
non NCR e questi ' prezzi che variano dai
6/7 milioni per posto di lavoro al 25 milioni
per l’attivazione di una rete, dipendente-
mente dalla collocazione e da tutta una se-
ne di problematiche intrinseche.
La multifunzionalità di NCR 7731 permet-
te, dunque, al cassiere di compiere in mo-
do semplice e automatico tutta una sene
di operazioni, che oggi richiedono hardware
specializzato e rendono necessario «tratta-
re» più di una volta il documento, (a cui im-
magine è acquisita proprio nel punto di in-
gresso deH’agenzia. ovvero alla cassa.
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ó Paolo Ciardelli
L a HP ha preseniato il 26 febbraio a Mi-
lano una sene di nuovi prodotti pensati
per l’ambiente LAN. A pane il rilascio della
nuova release di HP Lan Manager 1.1 e del
futuro rilascio di Lan Manager 2 1 tramite
un accordo stretto tra la sfessa HP e la Mi-
crosoft, cinque sono i prodotti di spicco il
Vectra 486 a 33 MHz. l'HP Vectra 486/251
la sfampanfe LaserJet IIISi da 16 pagine mi-
nuto. la sua scheda di infefconness/of?e in
rete e l'HP Network Storage System.
HP Vectra 486/33T e 486/2ST
Per II primo, Il PC HP Vectra 486/33T, s
tratta di un nuovo modello, mentre per il se-
condo di una sene di miglioramenti appor-
tati al primo PC basato su processare i486.
Le due nuove macchine, m cabinet ver-
ticale da pavimento, offrono livelli di atfida-
fariita e prestazioni per l'impiego come LAN
server e server muliiutente. Il Vectra
486/33T è m grado di supportare piu di 200
utenti collegati in LAN o fOO terminali Unix
m una configurazione multiutente.
La configurazione di base del PC HP Ve-
ctra 486/33T comprende microprocessore
i486 a 33 MHz, 8 alloggiamenti di espan-
sione EISA a 32 bit, controller di memoria
HP con 128 <byte di memoria cache ester-
na e supporto burst mode, 4 Mbyte di me-
moria principale a zero stati di attesa (am-
pliabile a 64 Mbyiel, zoccolo per coproces-
sore Weitek 4167, 2 porte seriali e una pa-
rallela ed un controller del disco ngido/fies-
sibiie. Completa l'offerta un vasto assorti-
mento di dispositivi di memoria di massa
opzionali, compreso il nuovo adattatore bus
masiered SCSI-2 m architettura EISA, le
unità a disco da 440, 670 e 1000 Mbyte
ottimizzate per le configuraziom come ser-
ver e una gamma di sotiosisiemi con con-
troller AT incorporati ed ESDI che assicura-
no il miglior rapporto prestazioni prezzo-
li nuovo host bus aoapter SCSI-2 m ar-
chitettura EISA realizzato da HP fornisce le
prestazioni che permettono all'utente di
sfruttare completamente l'alta velocita del-
la CPU e del bus EISA del Vectra 486/33T
Oltre a supportare fino a 33 Mbyte/secon-
do di velocita di trasferimento daii sul bus
EISA a 32 bit, il suo microprocessore a 16
bit e l’accesso diretto alla memoria bus
mastered, consentono ella CPU host di
concentrarsi sul trattamento dei dati, senza
preoccuparsi della gestione dell'operazione
di I/O
Negli ambienti multitasking, poi. le pre-
stazioni risultano ulteriormente potenziate
dal supporto dei dispositivi SCSI-2 e dal ca-
shing. Infine, dato che il controllore suppor-
ta anche l'interfaccia SCSI veloce (10 MHzi
sara possibile sfruttare i vantaggi dei dispo-
sitivi di memoria di massa ad alte presta-
zioni (SCSI veloce) non appena saranno di-
sponibili.
Veniamo al personal computer HP Vectra
486/25T che sostituirà l‘H(^ Vectra 486, il
primo PC a standard EISA,
Le prestazioni complessive parlano un
po’ da sole- 4 Mbyte di memoria principale,
il floppy disk oa 3.5’' da 1 .44 Mbyte. i nuovi
host bus adapter SCSI-2 bus mastered e le
unità 3 disco SCSI-2
HP LaserJet lllSi
A partire da oggi, la famiglia di stampanti
HP LaserJet ha una nuova ammiraglia' HP
LaserJet IIISi Questo prodotto oltre alle in-
novazioni introdotte con la tecnologia RET
(Enhancement Resoluiion Technology) e dal
linguaggio HP PCL 5, offre una velocita di
stampa di 16 pagine al minuto.
Ai prezzo di Lire 8 180.000, la nuova
stampante dispone di due cassetti d' ali-
mentazione delta carta da 600 fogli e assi-
cura agli utenti una qualità di stampa a 300
dpi superiore grazie all’esclusiva tecnologia
RET e al nuovo toner microfine apposita-
mente sviluppato. Il suo formatter in archi-
tettura RISC, basato su AMD 29000, con-
sente alle stampante di scalare caratteri e
impaginare testi e grafici praticamente alla
stessa velocità della meccanica Le opzioni
disponibili comprendono Adobe PostScript
integrato, meccanismo per la stampa fron-
te-retro, interfaccia ad alte prestazioni per il
collegamento m reti Token Ring o Ethernet
con sistema operativo Novell NetWare e
3Com 3-kOPEN.
Sulla superficie superiore della stampante
e ricavato un vassoio per la raccolta m usci-
ta di 500 fogli, in ordine corretto, con il lato
stampato verso il basso. Standard e anche
un vassoio d’uscita con una capacità di 50
fogli in ordine inverso e faccia all’insu che
può essere selezionato da software.
Allo scopo di consentire agli utenti di in-
dividuare facilmente l’inizio e la fine dei Sin-
goli documenti nel vassoio d'uscita, HP La-
serJet IIISi provvede a sfasare di circa 1 pol-
lice 1 vari lavon Inoltre, per evitare intasa-
menti della carta, gli utenti che stampano
grossi volumi in batch possono attivare un
sensore sul vassoio d'usota da 500 fogli
che segnala quando è pieno.
Nella sua configurazione standard, la
stampante HP LaserJet lilSi dispone di 2
Mbyte di memoria e di 4 alloggiamenti per
memoria aggiuntiva su moduli SIMM (Sin-
gle In-line Memory Modulo) Per l’espansio-
ne di memoria, sono disponibili moduli
SIMM opzionali da 1 o 4 Mbyte che con-
sentono di portare fino a un totale di 17
Mbyte la memoria installata (1 Mbyte resi-
dente piu 4 moduli SIMM da 4 Mbyte l’u-
no) Il costo dei moduli SIMM accessori e di
Lire 190.000 per quelli da 1 Mbyte e di Lire
620.000 per quelli da 4 Mbyte.
HP LaserJet IllSi dispone di 4 famiglie d'
caratteri scalabili residenti CG Times Uni- i
vers e Umvers Condensed normali e corsivi. |
medi e grassetti, piu Zapf Dingbats Inoltre,
la stampante dispone anche dei 14 font bit-
mapped che sono standard sulle altre HP
LaserJet.
HP Network Storage System
Si tratta di una soluzione che offre capa-
cita di memorizzazione e diagnostiche (tipi-
camente associate soltanto ai mmicompu-
ter), aftidabilita e facilita d'uso riunite in un
unico sistema SCSI di grande capacita Con-
sente agli utenti di configurare numerosi di-
spositivi di memoria di massa SCSI ad alte
prestazioni m un unico contenitore modula-
re. su un singolo dispositivo HBA (Host Bus
Adapter), con le capacità di un bus maste-
red Gli utenti possono scegliere i dispositivi
di memona on-line e di backup che meglio
rispondono alle loro esigenze, compresi
hard disk SCSI da 332 Mbyte, 664 Mbyte e
1 Gbyte oltre a unità DAT (Digital Audio Ta-
pe) da 1.3 Gbyte. ffce
MCmicrocompuier n 1(36 - aprile 1991
103
NEWS
Nuove unità a disco fisso
Seagate per qualsiasi
fascia d'utenza
Nel corso di una conferenza stampa orga-
nizzata presso la sede milanese della Bur-
son-Marsteller, Garry Garretlson, vicepresi-
dente per le strategie di prodotto Seagate,
ha presentato le nuove unita a disco fisso
che la società californiana lancerà sul mer-
cato internazionale per il 1991.
Con sede a Scotts Valley iCalifomia, USA),
Seagate Technology Ine. è oggi il primo for-
nitore nel mondo di prodotti per la memo-
rizzazione su disco per OEM lòrigmal Equip-
ment Manufacturerl e distributori.
Nel quadro della gamma di unità a disco
fisso da 3.5’'. vengono annunciati i modelli
ST3144A e ST3144N, caratterizzati da di-
mensioni ridottissime lun pollice m altezza),
rispettivamente da 130 e 127 MByte di ca-
pacita dopo la formattazione e funzionalità
ideali per l'mstallazione su personal compu-
ter desktop e laptop o workstation di grande
diffusione.
Altre caratteristiche condivise dalle due
unita sono il tempo medio di ncerca inferiore
ai 16 millisecondi e la velocita massima di
trasferimento dati di 14.5 Mbit per secondo.
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104
MCmicrocompuier n 106 - aprile 199'
NEWS
L obieuivo della resa massima di memoria
viene raggiunio dall’adozione della tecnologia
Zone Bit Recording, congiuntamente alla pre-
senza del buffer SeaCache e di speciali ser-
vomeccanismi dedicati.
L’affidabilita dei due modelli, raggiunta dal-
la tecnologia Seagate Head Disc Assembly e
da un'arcbitettura ideata per assorbire urti e
vibrazioni, si traduce in un MTBF (tempo tra-
scorso tra due guasti consecutivi) di 150 mila
ore L’utente può inoltre programmare uno
speciale sistema di gestione dell’energia che
consente l’ottimizzazione dei consumi.
Nel formato 3.5” e 5.25” sono state pre-
sentate due unità a disco fisso con interfac-
cia SCSI-2 veloce. Sono I'ST1481N, discen-
dente diretto della linea ST1480, che diventa
il primo modello da 3.5” con interfaccia
SCSI-2 veloce, e il Wren 8 (ST41651N), da
5.25”. che punta a proseguire i secessi della
famiglia ST41650N. Entrambe le unità offro-
no maggion velocità di trasferimento dati e
buffer cache rispetto ai loro predecessori di-
retti, allargando il livello di fruizione della tec-
nologia SCSI-2 fino alle workstation di gran-
de diffusione e ai sistemi di fascia media.
Il nuovo ST1481N ha una capacità a disco
formatttato di 426 MByte, con un buffer di
256 KByte, mentre la sua interfaccia permet-
te velocita di trasferimento di 10 MByte per
secondo Anche m questo caso e stato ot-
timizzato lo sfruttamento della tracce più
esterne del disco, Un tempo medio di ricerca
di 14 millisecondi e una velocità di trasferi-
mento dati di 25 Mbit per secondo lo por-
ranno all'anenzione di utenti di PC 386 e ^6,
file server di rete, disc arrav e e workstation.
Il Wren 8. oltre a una capacità di memo-
rizzazione di 1420 MByte, vanta un tempo
medio di ncerca di 15 millisecondi e 2.5 mil-
lisecondi con tempo medio di ricerca da trac-
cia a traccia, con un consumo medio di ener-
gia di 21 W II controllore SCSI-2 standard in-
stallato nell’unita offre inoftre tempo di laten-
za nullo, cache multipla a segmenti, scrittura
immediata su disco. Cosi come in tutti i nuo-
vi modelli, sono qui incorporate la tecnologia
Zone Bit Recording e l'architettura Head Disc
Assembly. Le prossime tre unità a disco fis-
so da 5.25” annunciate, permetteranno di m-
lergrare prestazioni da mainframe in sistemi
dalle dimensioni di un personal computer. Si
tratta dei nuovi Elite 2 IPl (ST41800O ed Eli-
te 2 SCSI-2 IST42400NI, basati sulla collau-
data tecnologia Elite 1, m produzione da oltre
un anno. L'Elite 2 IPl da 1.8 GByte è la prima
unita da 5.25" a offrire operatività con due
testine in parallelo, risultante nella velocita di
trasferimento dati di 7.5 MByte per secondo.
L'Elite 2 SCSI-2 supporta invece 2.4 GByte di
spazio su disco.
La terza proposta consiste nel Wren 9
SCSI-2 (42100N), basato sui modelli Wren 7
e Wren 8, con una capacità di memonzza-
zione di 2100 MByte e una velocità di tra-
sfermento dati su bus sincrono di 10 MByte
per secondo
Derivato alla famiglia ST82500, il nuovo
Sabre 6 (ST82030I, offre una soluzione piu
veloce, affidabile ed economica per il mer-
cato di fascia alta Elenchiamo di seguito le
caratteristiche tecniche che lo rendono fun-
zionale ad applicazioni su sistemi hardware
complessi'
— 1 1 millisecondi di tempo medio di acces-
— 2 millisecondi di tempo di ricerca da trac-
cia a traccia;
— 8.5 millisecondi di tempo di latenza me-
dia,
— 90 W di consumo medio;
— 12,6 kg di peso;
— MTBF di 250 mila ore.
Le testine di lettura hanno uno spessore
ridottissimo e un servosistema monopezzo a
calibrazione automatica ne permette un piu
rapido posizionamento per un tempo di ricer-
ca ridotto, indipendentemente dalla lunghez-
za dei dati. Il Sabre 6 ST82030 è disponibile
con interfaccia SMD o IPI-2 standard ANSI
Dalla sua fondazione, nel 1979, Seagate ha
consegnato oltre 25 milioni di unita disco,
fatturando 2.4 miliardi di dollari e impiegando
circa 40.000 tra tecnici specializzati, operai e
impiegati m tutto il mondo.
Nell'ottobre del 1989, Seagate acquisto
una sussidiaria della Control Data Corprora-
tion, la Impnmis Technology Ine., accreditata
di un fatturato di 1,2 miliardi dollari. L'unione
delle società ha anche incrementato il patri-
monio di conoscenze e di ricerca che Impn-
mis ha acquisito nelle componente per l’im-
magazzinamento dei dati.
F.F.C.
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
105
NEWS
A nche la Unisys punta sui computer por-
tatili. La mossa e a sorpresa (l'azienda
non aveva mai tentato d< inserirsi m questo
segmento del mercato), ma m un certo
senso quasi obbligata. Ad una crescita del
settore informatico che si va assestando in-
torno ad un -1-13% all'anno, il comparto dei
portatili fa registrare tassi d'incremento at-
torno al 30%.
Un business significativo, dunque, che ha
indotto molte case a tentare l'avventura in
un segmento caratterizzato da un alto con-
tenuto di innovazione e quindi che necessi-
ta forti investimenti in ricerca E il caso, ad
esempio, di Olivetti, che con il suo nuovo
portatile “Olivetti 1“ intende conquistare fm
dal primo anno il 10% del mercato del Vec-
chio Continente.
E programmi ambiziosi ha anche la Uni-
sys contano infatti di inserirsi tra i primi
Cinque venditori di portatili sul mercato ita-
liano, come annunciato durante la presenta-
zione dei nuovi modelli avvenuta a Milano
in contemporanea mondiale Comunque si
punta su una clientela di fascia alta e qum
di, tra Unisys e i prodotti Olivetti, non ci
sarà concorrenza diretta
Olivetti e Unisys dovranno comunque fa-
re I conti con tre concorrenti estremamente
agguerriti, che dalla loro hanno un'espenen-
za pluriennale m mento ai portatili la Toshi-
ba (che oggi copre il 32% circa del mercato
europeo), la Compaq (14%) e la Zenith
(10%). È la Zenith che attualmente (dopo
l’amvo di energie fresche provenienti dalla
Bull) ha I programmi maggiormente aggres-
Lo scorso anno, m Europa, sono state
vendute 650 mila unita portatili Ma il dato
piu interessante è che c'è la tendenza a so-
stituire, anche m azienda, i computer da ta-
volo con I lap-top
E facilmente intuibile quindi come il busi-
ness vada allargandosi In effetti i nuovi
computer portatili, grazie ai progressi da un
lato dell'industria elettronica, dall'altro delle
tecniche di miniaturizzazione dei compo-
nenti (la tecnica 'ibonsam, coma la chiama-
no I costruttori giapponesi) ha permesso la
produzione di computer dalle dimensioni ri-
dotte e dal peso contenuto ma dalla poten-
za elaboraiiva uguale ai •'fratelli maggionn
non trasportabili.
Ma per la Unisys e i suoi portatili c'e
un'altra incognita da non sottovalutare Da
P'u parti SI parta ormai di un ingresso m
grande stile della IBM nel settore E ciò do-
vrebbe avvenire in tempi relativamente bre-
vi L'impegno della multinazionale america-
na nel comparto dei portatili, con una fami-
glia di computer in grado di copnre tutte le
fasce di utenza, potrebbe tradursi in un
“terremolOii per quanto riguarda le prospet-
tive di aziende (come Olivetti e Unisys) già
provate dalla cnsi del settore informatico
E altrettanto vero che la mossa della ca-
sa di Harmonk era ampiamente prevista e
le società impegnate nel settore non pos-
sono non aver messo m conto questa
eventualità nell'elaborazione delle proprie
strategie.
Fatta questa dovuta premessa, vediamo
da vicino la sene Power-Port della Unisys, i
personal portatili con prestazioni da desk
top. Progettata e prodotta da Unisys, que-
sta sene definisce una nuova classe di PC
I "Desktop Laptopi'. Questi sistemi sono in
grado di coniugare, m un portatile, le fun-
zionalità dei prodotti desktop e la portaulna
tipiche dei lapiop, eliminando al tempo
stesso le attuali limitazioni dei sistemi por-
tatili.
Il mercato dei personal portatili sta rapi-
damente cambiando. I primi utenti di questi
sistemi sopportavano pazientemente, m no-
me della portabilita, la difficolta di lettura
sullo schermo, la lentezza nel rispondere ai
comandi, le ridotte capacita di memoria del-
('hard disk (se non addirittura la sua com-
pleta assenza) e tastiere tanto minuscole
quanto difficili da utilizzare.
Secondo una ricerca svolte dal "Gartner
Group", entro il 1993 almeno il 25% dei
desktop saranno sostituiti dai laptop o i due
tipi saranno equivalenti.
inoltre, uno studio condotto dalla «Mar-
ket Facts» dimostra che tuttora, malgrado
la grande diffusione dei portatili, essi ven-
gono utilizzati soprattutto per contmure il la-
106
MCmicrocompuler n 106 • aprile 1991
NEWS
VOTO in luoghi diversi dall'ufficio, rna non
vengono normalmente utilizzati in altre cir-
costanze come per esempio quando ci si
trova seduti su un aereo, o in campagna o
su una spiaggia.
Un computer portatile che non sia quindi
m grado di fornire le stesse prestazioni di
un sistema utilizzato in ufficio, risulta made-
La sene PowerPori della Unisys rappre-
senta la convergenza tecnologica delle mi-
gliori soluzioni di modulanta, capacità di
memoria dell’hard disk, lettura dello scher-
mo ed espandibillta.
Il PowerPoft e m grado di fornire un'e-
stensione fino a 32 bn ad un costo di poco
mfenore a quello di un normale desktop. In
piu, grazie alla predisposizione di collega-
menti per le periferiche e per le comunica-
zioni via rete, tramite due moduli fissi di
connessione (docking station), gli utenti
non dovranno rinunciare a nessuna delle
opzioni di connettività Usare un unico per-
sonal, Sia in ufficio, sia fuori, produce anche
altri vantaggi.
L'approccio PowerPort assicura una com-
pleta integrità dei dati e un risparmio di co-
sti e di tempo, poiché gli utenti non dovran-
no piu effettuare la manutenzione e l'ag-
giornamento del software su due sistemi
differenti. Inoltre, i file sono immediatamen-
te disponibili per essere usati m qualsiasi
momento, con possibilità di gestione di da-
tabase. spreadsheet e altri documenti.
L'ergonomia, è un altro aspetto che me-
nta grande attenzione.
La sene PowerPort offre agli utenti un
ampio schermo per facilitare la lettura e
una tastiera standard.
La serie PowerPort è costituita
da due modelli:
• Il modello PP386-SXI utilizza il micropro-
cessore Intel 386SX a 20 MHz, un hard di-
sk da 60 MB e 2 MB di memoria RAM.
Questo modello può utilizzare anche un co-
processore matematico opzionale 80387SX.
• Il modello PP38&DX1 utilizza il micro-
processore Intel 386DX a 33 MHz, un hard
disk da 120 MS con drive da 3.6" e 4 MB
di memoria RAM Anche questo modello
utilizza un coprocessore matematico opzio-
nale 80387DX.
Ed ora vediamo nel dettaglio le caratteri-
stiche tecniche.
• Tastiera a 85 tasti con 12 tasti funzione
collocati in posizioni standard, I tasti hanno
una corsa da 3,5 mm che forniscono il
l'iouch and feel» di una tastiera desktop
La tastiera Power-Pori e dotata inoltre di irv
dicaiori LED per facilitare la digitazione
’ Nuovo schermo di grande onentabilita
VGA ad alta risoluzione in bianco e nero
Sul reno del Dortshle possono essere inserire eveniusli espansioni olire alla banana al piombo di durala
maggiore
con 32 toni di grigio (contro i 16 usualmen-
te disponibili) La dimensione del display vi-
deo è di 11 pollici luna delle maggiori nella
categoria dei portatili) e ha uno spessore di
7.6 mm.
I comandi di regolazione per la luminosità
e il contrasto dello schermo sono situai' al
suo fianco Esso può essere facilmente
staccato nel caso si voglia utilizzare uno
schermo di normali dimensioni
• La carrozzeria e costruita con materiale
in lega di magnesio leggerissima e robusta.
Questo materiale disperde il calore elimi-
nando la necessita di una ventola per il raf-
freddamento
• Opzione modem/fax. Un modem a 2400
bps cornptabile Hayes é collegato con una
scheda è in grado di supportare comunica-
zioni sincrone e asincrone e una correzione
di errore MNP classe 5. La scheda fax e
compatibile con le specifiche CCITT Gruppo
III.
• Connessioni I/O due porte seriali a 25
pin, una porta parallela bidirezionale, due
connessioni a 6 pin (mini DIN) per la tastie-
ra e il mouse, due spinotti RJ-l 1 per la li-
nea telefonica, bus di espansione, connes-
sione per il monitor esterno VGA
‘ Conversione veloce per utilizzo desktop
Fino a 9 diversi cavi possono essere colle-
gati ad un modulo fisso di connessione at-
tivo 0 passivo, Facendo semplicemente
scattare due serrature elettroniche, il Po-
werPort e immediatamente dismseribite dal
modulo fisso di connessione, pronto per
essere trasportato e successivamente ricol-
legato. Inoltre, il modulo fisso attivo forni-
sce il supporto a due schede di espansione
ISA a 16 bn, permettendo la connessione a
tutte le piu importanti reti e ad un'ampia
gamma di periferiche il modulo fisso atnvo
può anche essere utilizzato come piattafor-
ma per un monitor esterno e le dimensioni
di ingombro sono inferiori a quelle di un
normale desktop.
• Alta capacità di memoria. La serie Po-
werPort supporla una notevole capacita di
espansione della memoria interna ed elimi-
r^a la necessita di disporre di ingombranti
schede di memoria aggiuntive. La memora
di base del PP3B6-SX1 e dr 2 MB, estendi-
bile internamente fino a 4 MB per arrivare a
un totale di 10 MB di memora RAM allo
stesso modo la memoria standard di 4 MB
del PP386-DX1 può essere estesa fino a
16MB
• Batteria II PP386-SX1 comprende una
batteria al piombo dalle prestazioni supenon
a quelle delle quivalenti Ni-Ca. La batteria e
molto facile da installare e da rimuovere. Si
ricarica in quattro ore. Il PP386-DX1 funzio-
na, invece, solo con la normale alimentazio-
ne elettrica.
• Gestione intelligente dell’alimemazione II
PP386-SX1 comprende un sistema di corv
Irollo dell'alimentazione che renile inattivi lo
schermo, il disco fisso, la CPU e il modem
dopo un certo periodo di inattività che vie-
ne precedentemente specificato dairuien-
te.
• Microsoft Windows 3.0/MS-DOS La se-
ne PowerPort viene fornita di MS-DOS e
Windows 3.0 già installati II sistema com-
prende anche un mouse Microsoft.
■ Custodie Le custodie di entrambi i mo-
delli sono di materiale molto resistente e
adatto ad accogliere, oltre al sistema stes-
so, altri elementi essenziali, quali il trasfor-
matore, la batteria interna, il mouse, i flop-
py disk e la manualistica I manuali per l'u-
tente, infatti, sono stati espressamente stu-
diati per essere trasportati con facilità insie-
me al sistema. Insomma nulla più e lasciato
La Unisys ha progettato e realizzato la
Sene PowerPort nel proprio stabilimento di
Flemingion, negli Stati Uniti. Per quanto ri-
guarda l'utenza europea, l'installazione del
software nazionale, delle vane opzioni e
l'assemblaggio finale dei sistemi sono rea-
lizzati nello stabilimento Unisys che ha se-
de a Villers-Ecalles, m Francia. Il monitor e
fornito da Hitachi
Due notizie importanti per chiudere. La
pnma riguarda i prezzi. 8.950.000 lire il pri-
mo e 12 800.000 lire il secondo, mentre il
costo della «Docking Stationn è di
2.500.000 lire ma la Unisys non intenda in-
serirsi nel settore di fascia bassa, soprattut-
to n previsione di un mercato 386 e, dun-
que. di «élite"
La vendita prevista entro la fine del 1991
e di 3000^000 unita.
FF.C
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
107
PageMaker 4.0 e Persuasion
per Windows 3
di Massima Truscelli
Il 26 febbraio u.s. sono state annunciate
ufficialmente m tutto il mondo. Italia
compresa, le versioni per l'ambiente grafico
Microsoft Windows 3 di Aldus PageMaker
4.0 e di Aldus Persuasion
Con l'occasione, nella conferenza stampa
svoltasi a Milano e stala presentata anche
la consociata italiana Aldus con sede a
Guanzate IComol. diretta da Nancy Allan,
Country Manager per l'Italia, che offre
assistenza ai distributori Aldus italiani
Elcom di Corizia e MODO di Reggio Emilia
per la piattaforma Apple Macintosh, ancora
MODO e J.Soli di Milano per i prodotti
operanti in ambiente Windows 3
PageMaker 4.0
Aldus PageMaker e certamente il piu noto
programma di desktop publishmg, già esi-
stente nella versione 4.0 per la piattaforma
hardware Macintosh è ora disponibile per
l’ambiente Windows e si avvia a divenire il
più valido antagonista del più affermato soft-
ware DTP per MS-DOS, ovvero Ventura Pu-
blisher La versione Windows di PageMaker
nasce otto mesi dopo la presentazione della
versione 4 per Macintosh, nel frattempo i
progettisti della Aldus non hanno solo pen-
sato alla semplice trasposizione dell’opera-
tivita dalla versione Mac alla versione per
Windows, ma hanno apportato molte miglio-
Come 'nella versione per Macintosh, le
due principali novità sono lo Story Editor, un
vero e proprio word processor, e una serie
di strumenti per la preparazione di pubblica-
zioni particolarmente lunghe.
Lo Story Editor consente una serie di so-
fisticate funzioni, classiche dei programmi di
scrittura, come ad esempio la correzione or-
tografica, la funzione di cerca e sostituisci
(ora con la grande novità di poter cercare
una parola e far inserire automaticamente il
riconoscitore per farla apparire nell'indice
della pubblicazione) In questo modo il pro-
gramma diventa indipendente e non è pu
indispensabile lavorare il testo m preceden-
za con un word processor e poi inserirlo nel
nostro documento di DTP
È possibile la ncerca e sostituzione di let-
tere, frasi, font, stili di paragrafi e caratteri di
controlla presenti all'interno di un testo se-
lezionato, di un intero brano, o di tutti i brani
di una pubblicazione di PageMaker L'opzio-
ne «Libro» consente di combinare più file di
PageMaker la stampa a catena, di generare
indici e sommari di un insieme di documen-
ti. Ogni file può essere di 999 pagine e la
lunghezza di un «libro» e limitata esclusiva-
mente dalla capacita della memora di mas-
sa, inoltre e possibile l'associazione di ele-
menti grafici come fili e cornici al testo m
modo che possano essere spostati insieme
al testo.
Uno degli aspetti piu interessanti è la
compatibilità con una ampia gamma di file
provenienti da word processor (WordPerfect
5.1, MS-Wofd 5.5. WinWord), fogli elettro-
nici (Excel 3, Lotus 1-2-3 ver 3 1), database
(dBase 111 e IV). programmi di grafica ITIFF a
24 bit ed m formato Windows Metafile). Ta-
le caratteristica è implementata grazie alla
presenza in Microsoft Windows del cosid-
detto DDE — Dynamic Data Exchange le
possibilità del DDE consentono all’utente di
eseguire operazioni di taglia e incolla su do-
cumenti elaborali da programmi differenti e
mantenere un Imk tra l'oggetto incollato in
un documento e il suo originale (una tabella
preparata con un foglio elettronico e poi in-
collata in un documento di scrittura). A! va-
riare dei dati nel documento onginsle, anche
quelli «incollati» nell'altro documento posso-
no essere aggiornati automaticamente II
programma include un Table Editor, ovvero
un programma per la generazione di tabelle,
separato, ma collegato dinamicamente me-
diante una funzione che permette, dall'inter-
no di PageMaker, di richiamare l’applicazio-
ne che ha generato il file sul quale si sta la-
vorando, semplicemente premendo due vol-
te il tasto del mouse m congiunzione alla
pressione del tasto Control,
Nel Table Editor esistono numerosi filtn d'
importazione da fogli elettronici comprese le
nuove versioni di Excel e Lotus Altre im-
prortanti opzioni riguardano il controllo di im-
postazioni tipografiche come la possibilità di
far ruotare il testo di 90 gradi, allargare o re-
stringere I caratteri dal 5 ai 250%, impostare
l'interlinea con incrementi di un decimo di
punto 0 scegliere le grandezze dei font in
una scala compresa tra 4 e 650 punti.
Tali impostazioni possono essere rese
compatibili con le specifiche delle stampanti
PCL e PostScript con l’aiuto di Adobe Type
Manager, che verrà incluso gratuitamente
per un penodo di tempo limitato.
Oltre a tutto ciò PageMaker offre la pos-
sibilità di impiegare il colore nel testo ed m
illustrazioni utilizzando una palette di colori
108
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
NEWS
secondo lo standard Pantone, oppure se-
condo uno dei tre metodi per la definizione
del colore RGB, HLS, CMYK.
La configurazione consigliata prevede un
sistema 80386 dotato di scheda video VGA,
SuperVGA o analoghe, disco rigido da alme-
no 40 Mbyte ed almeno 2 Mbyte di memo-
na RAM, ma è possibile utilizzare anche un
sistema 80286 con 2 Mbyte di memoria
RAM ed una scheda video EGA.
Aldus PageMaker 4.0 per Windows è di-
sponibile in Italia dalla fine di marzo al prezzo
di 1.765.000 lire.
Gli utenti registrati di PageMaker 3 e 3.01
per Windows potranno ottenere l'upgrade
alla versione 4.0 al prezzo di 216.000 lire
mentre é previsto un aggiornamento gratui-
to per gli acquirenti di PageMaker 3.01 che
hanno acquistato il prodotto nel periodo
compreso tra il 26 febbraio 1991 e la data di
effettiva disponibilità della versione 4.0
La versione 3.01 continuerà ad essere
commercializzata ad un prezzo ridotto di
1 660.000 lire
Persuasion 2.0
Persuasion e un'applicazione, presentala
per la prima volta nel novembre 1988 per
l'ambiente Macintosh, che consente la rea-
lizzazione di presentazioni e la produzione di
lucidi, diapositive 35mm e presentazioni su
schermo.
Comprende strumenti per l'oullming. l'e-
laborazione di testi, il disegno, la creazione
di grafici e rimpaginazione e si adatta alla
produzione di presentazioni In bianco e nero
ed a colon corredate di noce per il relatore
olire che di documentazione cartacea per il
pubblico.
Come per la versione Macintosh, anche la
versione annunciata per Windows si baserà
sull'uso degli AutoTemplate, ovvero una se-
ne di formati già pronti (36 quelli forniti in
dotazione), oppure definibili daH’utenie. nei
quali inserire testo e immagini al fine di crea-
re una scaletta delle idee e dei concetti che
SI vogliono esporre durante la presentazio-
Aldus Persuasion 2.0 offrirà un word pro-
cessor in grado di offrire, oltre alle funzioni
standard di un tale tipo di programma (corv
trollo dei font e dei relativi stili, opzioni ri-
guardanti I paragrafi, funzioni di cerca e so-
stituisci! anche il controllo ortografico in 10
diverse lingue, funzioni riguardanti l'uso del
colore all'interno di un blocco di testo e di
kerning sul caratteri. Sarà possibile importa-
re file di solo testo generati con programmi
di elaborazione testo come Word per DOS.
Word per Windows. WordPerfect. Word-
Star, MultiMate, XyWnie, DCA/RFT, RFT e
ASCII.
Le funzioni grafiche permetteranno la ge-
nerazione di una vasta gamma di formati
grafici (a pila, a torta, a linee, ad aree) a par-
tire dai dati inseriti direttamente daH'uience
in un apposito foglio dati, oppure importati
da applicazioni esterne come Lotus 1-2-3,
Symphony e Excel oltre che m formato tab
delimited ASCII e dBase. La funzioni di di-
segno permetteranno la creazione e l’utiliz-
zazione di fili, rettangoli, cerchi, frecce, ar-
chi, ed altre forme definibili dall'operatore,
una funzione di zoom consentirà di lavorare
con ingrandimenti fino a 4 volte maggiori
mentre una (unzione di import consentirà di
poter impiegare disegni creati in altre appli-
cazioni purché appartenenti ad uno dei se-
guenti formati grafici MacPaint. PCX, MSP,
UFF, HPGL, ADI lAutoCAD), Windows Me-
laFile (WMF!, EPS, CGM e PIC.
Fra le altre caratteristiche di Aldus Per-
suasion vate la pena citare la possibilità di
utilizzare una palette di 200 colon e l'acces-
so ad oltre 16.800.000 colon operando
opzioni di copia da una presentazione già
realizzata, personalizzazione e salvataggio
delle opzioni colore per una successiva uti-
lizzazione.
Sara possibile la visualizzazione completa
delle diapositive create, con la possibilità di
spostamento manuale o automatico lungo
tutta la presentazione. In modalità di visua-
lizzazione delle diapositive di tipo self-run-
ning o manuale sarà possibile scegliere tra
16 diversi effetti di transizione assegnabili
ad intere diapositive oppure a singole zone
di una diapositiva. Anche per Persuasione
2.0, quando sarà disponibile, è prevista l’in-
tegrazione con Adobe Type Manager per
Windows. Le configurazioni hardware richie-
ste saranno analoghe a quelle utilizzabili con
PageMaker 4.0. (se
Altre nuove fumioni nguardano il collegamenio ai file presenti nella puttlicazione e la gestione di opiioni avamaie come la rotazione dei testi e ta loro giustifica
forzata
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
109
Logitech TrackMan Portable
e nuovi prodotti per Macintosh,
Amiga e MS-DOS
C on una conferenza stampa s>mltasi il 13
marzo, la Logitech ha annunciato una
vera e propna raffica di nuovi prodotti, che
abbiamo avuta modo di vedere e toccare al-
lo stand Logitech al CeBIT '9 1 in svolgimen-
to proprio nella data degli annunci ad Han-
nover e che, secondo le dichiarazioni rila-
sciate da Fabio Righi. Vice Presideni Sales e
Marketing della Logitech Ine di Fremont iCa-
lifornial, testimoniano una volta di più l'in-
tenzione della Logitech di fornire dispositivi
quanto più possibile personalizzali per sod-
disfare le esigenze dell'utente
Gli annunci toccano praticamente tutte le
piattaforme hardware piu diffuse spaziando
dai dispositivi di puntamento statici e dina-
mici TrackMan Portable per MS-DOS, Logi-
Mouse Pilot Amiga, MouseMan e TrackMan
Macintosh: fino allo scanner manuale Scan-
Man Modello 32 dotato di software Gray-
Touch per la piattaforma MS-DOS
TrackMan Portable
La diffusione sempre piu ampia dei por-
tatili MS-DOS laptop e notebook con presta-
zioni avanzate in grado di concentrare poten-
ze e caratteristiche tipiche di stazioni desk-
top in ridotte dimensioni, ha condotto ine-
vitabilmente aH'uiilizzazione sui portatili di
ambienti ed applicazioni grafiche che richie-
dono la presenza degli inevitabili dispositivi
di puntamento per la gestione di punteton.
icone, menu a tendina e finestre. Sulla base
di questa considerazione, la Logitech, so-
cietà leader mondiale nella produzione di di-
spositivi di input per personal computer e
workstation, ha creato TrackMan Portable
un dispositivo di puntamento realmente er-
gonomico che seguendo i parametri di ver-
satilità e comodità d'uso dell'ultima genera-
zione di prodotti Logitech, può essere indif-
ferentemente usato da mancini e destrimani
come mouse statico sia per sistemi desktop
che espressamente per laptop e notebook.
La forma ergonomica è il frutto degli studi
condotti dai laboratori del 6CA (Biomecha-
nics Corporation of America), un istituto del
quale la Logitech si è avvalsa per uno studio
sulla riduzione dei disturbi fisici legati alla
sindrome CTS (Carpai Tunnel Syndrome) e
la successiva realizzazione della sene Mou-
seMan.
La realizzazione del design è stata affidata
alla frogdesign. una società fondata a Stoc-
carda negli anni '70 da Hartmut Essingler e
Specializzata nella realizzazione di prodotti
dal design ergonomico e stilisticamente
avanzato, che annovera tra i propn clienti an-
che nomi altrettanto affermati come Advan-
ced Vision Research, Apple, AEG, Sony,
Epson, NeXT e per finire, in un settore com-
pletamente diverso, anche Louis Vuitton.
Il TrackMan Portable (il nome in codice
del quale pare sia stato suggerito da quello
di un oggetto presente nella saga fanta-
scientifica di StarTrek) si adatta perfetta-
mente. grazie alla convessità priva di spor-
genze e spigoli della parte inferiore, alla for-
ma della mano, una clip metallica a scatto
ne consente il fissaggio al lato della tastiera
dei portatili permettendo contemporanea-
mente la chiusura del coperchio senza la ne-
cessità di doverlo rimuovere Tale sistema di
fissaggio presenta pero la caratteristica di
sganciarsi facilmente nel caso di urto invo-
lontario per evitare che oltre al TrackMan fi-
nisca per aria anche il portatile. Può essere
impiegato fissato alla tastiera con una incli-
nazione che ne consente un uso realmente
ergonomico senza posizioni innaturali della
mano, ma può anche essere appoggiato ver-
ticalmente sulla scrivania occupando in tal
modo uno spazio molto ridotto, oppure, il
TrackMan Portable può essere tenuto in me-
no ed azionato con il pollice con la mede-
sima precisione di movimento tipica degli al-
tri dispositivi di puntamento Logitech,
Ho avuto modo di toccare ed usare per
qualche attimo uno dei due prototipi preserv
ti ad Hannover e devo dire che tra la mano
dell’operaiore ed il TrackMan Portable si in-
staura un vero e proprio reciproco «feeling'i.
L'uscita del cavo di collegamento, di lun-
ghezza ottimizzata per l'uso con i portatili,
può essere posizionata in maniera che non
crei problemi nell'uso né ai mancini, né ai
destrimani
Compatibile al 100% Microsoft, il Track-
Man Portable offre tre tasti posizionati per
rispettare rigorosamente la posizione natu-
rale delle dita. Uno di essi, quello presente
sul fianco, può essere estratto, ruotato e n-
posizionato secondo le esigenze dell'utiliz-
zaiore mancino o destrimano. i restanti due
offrano una flessibilità molto elevata grazie
alla loro possibile completa programmazione
ed alle funzioni di blocco di trascinamento
Il TrackMan Porrable è doralo di una pratica cu-
stodia per il rrasporio e può essere usato anche
dai manam, fissare alla lasuera e poggiato sui ta-
volo. l'usata del cavo vana m funzione dell'uso
10
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
NEWS
come 'lassignable drag-log>- per l'ottimizza-
zione dei movimenti del cursore
Le utility MouseWare di gestione softwa-
re includono una funzione per rendere più
visibile il cursore sul display di qualsiasi ap-
plicazione DOS. mentre il Mouse Control
Center, studiato specificamente per il pan-
nello di controllo di Windows 3 facilita la
creazione delle opzioni di menu personaliz-
zati. L'alto grado delle innovazioni e delle so-
luzioni introdotte e testimoniato dalla com-
pleta assenza di parti m metallo per la chiu-
sura della scocca e per la sospensione ela-
stica della pallina, cosi come dalla garanzia
di due anni prevista per la commercializza-
zione Il TracKMan Portable sarà disponibile
presso 1 rivenditori autorizzati Logitech,
completo delle utility software MouseWare
e di un elegante astuccio per la sua effettiva
ponatilita. a parure dal prossimo luglio
MouseMan e TrackMan Macintpsh
Con questi prodotti, già vincitori deH'am-
bito premio “IF Design Forum Award» di
Hannover, la Logitech offre l'incremento ot-
timale della produttività negli ambienti ope-
rativi Macintosh QuickDraw, A/UX ed offre
finalmente la soluzione lungamente attesa
dagli utenti X-Windows in ambiente Mac.
Logitech è tradizionalmente fornitore uffi-
ciale fin dal 1986 dei dispositivi di punta-
mento personalizzati impiegati m ambiente
Mac e per l'occasione fornirà i nuovi dispo-
sitivi conedati di utility software INIT Mou-
seKey (adatta al System Apple 6.07 ed an-
che al System 7.0, quando disponibile! per la
programmazione dei tre tasti ed il controllo
di parametri come quelli riguardanti l'elevata
sensibilità del cursore per l'alta risoluzione,
la programmazione della velocità di scorn-
mento e la risposta di attivazione dei pulsan-
ti L'interfaccia utilizzata dai nuovi prodotti è
la porta AD6. ragione per la quale il colle-
gamento è possibile con tutta la gamma di
sistemi Macintosh. La soluzione TrackMan e
particolarmente adatta agli utenti che lavo-
rano con poco spazio a disposizione ed offre
caratteristiche di ergonomia molto avanzate
basate sulla maggiore mobilità del pollice ri-
spetto alle altre dita della mano, maggiore
mobilità derivante dalla presenza di un mag-
gior numero di muscoli, nervi e per la sua
particolare struttura di giunzione ossea con
cartilagini a segmenti MouseMan Macinto-
sh sarà disponibile già dal prossimo mese di
maggio.
LogiMouse Pilot Amiga
Dopo le versioni Atan e MS-DOS. con la
versione Amiga del suo LogiMouse Pilot, la
Logitech rafforza la sua presenza nel mer-
cato degli home computer offrendo le me-
desime doti di ergonomia, comfort, precisio-
ne proprie degli altri suoi prodotti.
Il LogiMouse Pilot (già provato m versione
Italiana per MS-DOS con it nome di Junior
Mouse Pilot sul numero 97 di MCmicrocom-
puterl è un mouse optomeccanico dotato di
sensori optoelettronici e rilevamento tachi-
metrico con un design che, oltre ad essere
particolarmente gradevole, offre una miglio-
re impugnatura del dispositivo ed assicura
un migliore comfort e movimenti del curso-
re molto precisi
Il Tocl^Man e MouseMan per Maoniosh sono lar-
lìiu cempleri delle uliitly software MouseKey per le
compieu gestione di tutte le fumioni del Pannello
di Controllo, encn» m previsione dei System 7 0
Il LogiMouse fitor a due lesu in versione Amiga.
Adattandosi perfettamente all'anatomia
della mano, il LogiMouse Pilot Amiga rende
piu confortevoli anche sessioni di lavoro pro-
lungate mentre il dispositivo autopulente
della sfera la mantiene libera da polvere ed
impurità.
Anche per LogiMouse Pilot è previsto un
periodo di assistenza in garanzia di due anni
ed è disponibile al prezzo di 85 000 lire IVA
esclusa
ScanMan Modello 32 e GrayTouch
La sene di nuovi annunci comprende an-
che lo ScanMan Modello 32 abbinato al soft-
ware GrayTouch Si tratta di una ulteriore
conferma del primato detenuto da Logitech
riguardante la creazione del primo scanner
manuale. Il Modello 32 si pone ad un gra-
dino più basso rispetto al precedente Mo-
dello 256 già provato sul numero 102 di
MCmicrocomputer, ma continua ad offrire
prestazioni elevate quali la possibilità di di-
gitalizzazione e l'editing di immagini a 32 li-
velli di grigio e fino a 256 livelli di grigio in
unione a GrayTouch per applicazioni DTP m
ambiente operativo MS-DOS. Infatti, rispet-
to al 256 l'ambiente di utilizzo è il sistema
operativo MS-DOS invece che il Microsoft
Windows 3
Lo ScanMan 32 offre una qualità delle im-
magini sufficientemente elevala che può es-
sere incrementata con l'uso di GrayTouch, il
software a corredo capace di offnre 256 li-
velli di grigio, una completa sene di stru-
menti di editing, comandi per saldare le im-
magini a pagina intera, l'opzione de-skew
per fiallineare le illustrazioni, funzioni di con-
trollo per la regolazione di luminosità, con-
trasto e nitidezza delle immagini, e la pos-
sibilità di convenire immagini retinate m ve-
re e proprie tonalità di gngio.
Le immagini digitalizzate possono essere
salvale nei formati IMG. TIFF (normale. LZW
e compresso], PCX. Tre opzioni di stampa
per la gestione delle mezzetmte assicurano
la migliore qualità di stampa delle immagini
digitalizzate, mentre il supporto della memo-
ria estesa facilita l'elaborazione di immagini
di dimensioni superiori alla capacità della
memoria RAM del sistema utilizzato.
ScanMan Modello 32 rappresenta anche
la soluzione ideale, se impiegato congiunta-
mente al software OCR Logitech Catch-
Word. per la digitalizzazione e la trasforma-
zione di testi in formato ASCII.
Già disponibile dal mese di aprile Scan-
Man 32 può essere installato su personal
computer I8M XT, AT, PS/1, PS/2 (modello
25 e 30) e compatibili con almeno 1 Mbyte
di memoria RAM in ambiente MS-DOS 3.0
e versioni successive.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
Microsoft BalIPoìnt Mouse
Collaborazioni & alleanze
La prima società costruttrice di laptop
che ha scelto il dispositivo di puntamento
portatile Microsoft BalIPoint Mouse 6 stata
la Compaq Computer Corporation che lo of-
fre senza alcun costo supplementare insie-
me ai portatili delle linee Compaq LTE e
Compaq SLT acquistati dall'l 1 marzo al 30
giugno 1991
Sebbene il morsetto universale fornito
con Microsoft BalIPoint Mouse consenta il |
collegamento alla maggior parte dei portatili
presenti, la Microsoft sta ancora lavorando
per sviluppare metodi di adattamento per- '
sonalizzaii. Ciò vuol dire un "Custom clip>'
per modelli specifici, o la costruzione di un ,
ricettacolo in grado di contenere Microsoft I
BalIPoint Mouse nello chassis dei laptop I
che verranno prodotti in futuro. |
Prezzo e configurazione
Il Microsoft BalIPoint funziona sia su lap- I
top che desktop in ambiente operativo MS-
DOS, MS-Windows e OS/2. Richiede un un '
sistema operativo superiore alla versione
2.0 dell'MS-DOS o PC-DOS o OS/2 1.2 o
superion. un floppy disk drive da 3,5"e 20 1
Kbyie di RAM II suo prezzo di vendita e di
L. 310.000 IVA esclusa. MS
Milano. 13 mano 1991 La Microsoft ha
annunciato Microsoft BalIPoint Mouse,
progettato specificatamente per computer
portatili IBM e compatibili. Pisultaio di piu
di due anni e mezzo di sviluppo, combina
la tecnologia mouse e trackball m una
nuova categoria di dispositivi di
puntamento. Ha la stessa alta risoluzione
400 punti per pollice, del Microsoft Mouse
per I computer da scrivania, ma essendo
stato studiato per i panatili risolve problemi
di spazio e di movimento
Descrizione
Microsoft BallPomt Mouse è di forma ro-
tondeggiante e di colore chiaro come il
mouse sempre Microsoft Per il fissaggio
alla tastiera è corredato di un morsetto
adattabile che permette inoltre la possibilità
di regolare l'angolazione del dispositivo ri-
spetto alla tastiera stessa.
Ha un set di quattro tasti programmabili
disposti sulla parte superiore curva del di-
spositivo Ciò consente di selezionare, tra-
mite una procedura di set-up, quali dei quat-
tro tasti attivare isi pensi anche all'uso con
la mano sinistra oltre che destra). Il driver
software è stato aggiornato (versione 8.0)
per supportare anche Microsoft BallPomt
Mouse ed e compatibile con tutte le appli-
cazioni e gli ambienti operativi. La nuova
versione del dover consente di controllare
se Microsoft Mouse standard o Microsoft
BalIPoint Mouse sono collegati a! sistema,
di caricare le utility opportune e. nel caso
dell'ambiente grafico MS-Windows di visua-
lizzare l'icona appropriata.
Un plus e rappresentato dalla possibilità
di caricare il driver in memoria high o espan-
sa, un efficiente programma di Setup facil-
mente utilizzabile, help m linea e le utility
Mouse Menus e MenuMaker
zione. Rimanendo nell'ambito dei sensori di I
movimento, da annotare che questi sono |
del tipo -meccanico'- In pratica sono com-
posti da due cerchi di circuito stampato su i
CUI sono stati incisi dei raggi Sugli stessi
scorrono due coppie di contatti a pattino. I .
due perni m acciaio su cui poggia la pallina. I
terminano la composizione del gruppo
Impressioni d'uso
Il primo impatto e significativo. Poter I
camminare sullo schermo con il cursore '
senza dover allontanare la mano dalla tastie- i
ra, non è male. Superato il pnmo impano I
nettamente positivo, pero l'uso intensivo fa I
affiorare dei nei I tasti sono un po' piccoli I
e SI tende a fare un sforzo nel premerli Tra-
scurabile Ima non troppol il fatto che ec-
cettuati l'indice, il medio ed il pollice le due ^
restanti dita rimango inutilizzate e tendono
a cercare una posizione di riposo che non ,
trovano.
Il programma di settaggio e valido e com-
pleto in entrambi gli ambienti operativi
DOS e MS-Windows. Possibili problemi, co-
me l'impossibiliia di allungare piu di tanio il
percorso di path, sono spiegati e vengono ^
fornite soluzioni ad hoc
A questa accuratezza costruttiva del sofi- i
ware, fa però contrasto alcune -sbavature"
nella costruzione hardware II montaggio
sulla tastiera del portatile non consente una |
presa sicura al 100% e comunque sembra '
instabile
Uno sguardo aWinterno
Dal punto di vista elettronico la compo-
nentistica è ridottissima e altamente inte-
grata Spiccano un -ichippone". si fa per di-
re, marcato Microsoft ma di produzione
Motorola, ed una discreta quantità di semi-
conduttori miniaturizzati,
1 gruppi sensori di movimento e i quattro
switoh sono collegati elettricamente tramite
circuito stampato flessibile, un po' usando
la tecnologia di montaggio propria delle
macchine fotografiche dell'ultima genera-
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
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Microsoft Word 5,5 italiano
I E stata annunciata la disponibilità della
I versione 5.5 in italiano del programma di
; word processing Word Tra le maggiori
I peculiarità c’e la nuova interfaccia che
I consente un accesso piu semplice ed
' immediato a tutte le fumionahtà del
programma rimanendo compatibile
con gli altri prodotti della famiglia Word
L'interfaccia utente
L'evoluzione che ha condono alla creazio-
ne del nuovo aspetto grafico dell'interfaccia
utente e il frutto di uno studio che ha evi-
denziato come una struttura di comandi
orientata agli “oggetti» sia di piu semplice
' apprendimento e utilizzo. II maggiore con-
tributo comunque deriva dallo sfruttamento
delle innovazioni introdotte nei word pro-
' cessor grafici (Word per Windows, Word
per OS/2 e Word per Macmioshi che so-
stituisce rinterfaccia a carattere
I menu sono a discesa e sono presenti
numerose finestre di dialogo ed altri stru-
menti per la formattazione del testo, simili
a quelli di altri ambienti operativi.
di Paolo Ciardelh
I comandi ora sono presentati in maniera
intuitiva, possono essere selezionati tramite
l’uso del mouse o della tastiera. Rispetto al-
la versione precedente molti dei comandi
che dovevano essere richiamati in maniera
specifica, ora sono accessibili dai menu fo-
gli di stile, il glossano e le macro.
I comandi piu comuni per la formattazio-
ne del testo appaiono nella parte alta dello
schermo sotto forma di due nuove icone il
nastro ed il righello Entrambi permettono
per esempio l'uso degli attributi di stampa,
dei margini e delle tabelle, il cui risultato ap-
pare immediatamente a video.
Migliorata anche la Guida, che è sensibile
al contesto e piu ricca e che apprare senza
nascondere m maniera totale il testo che si
sta editando
Per ovviare a quei comandi la cui “inizia-
le» e variata, agli utenti viene messa a di-
sposizione un'utility che converte le macro
scritte per la vecchia versione (Word 5.01
oppure mantenere invariato il menu. Duran-
te l’instailazione si può infatti scegliere se
continuare a utilizzare la tradizionale inter-
faccia di Word 5.0 o passare alla nuova, con
I menu a tendina, le finestre di dialogo, il
nastro ed il righello.
Thesaurus in italiano
A parte la nuova interfaccia grafica, la
maggiore novità e rappresentata da! dizio-
nario dei sinonimi e contrari (Thesaurus) m
lingua italiana. La sua grandezze é ragguar-
devole 16.000 parole chiavi e 150.000 vo-
caboli. Un notevole passo avanti per l’uten-
za che sfrutta un programma di elaborazio-
ne testi m maniera massiccia.
Prezzi e requisiti di sistema
La versione 5 5 per MS-DOS è g<a dispo-
nibile al pubblico a 950 000 lire, mentre per
gli utenti registrati l’aggiornamento e di
250.000 lire.
Word 5.5 richiede un computer IBM o
compatibile, due floppy disL drive o hard
disk, 348 Kbyte di Ram Opzionale t'uso del i
mouse, una scheda video grafica ed una '
memoria estesa o espansa lEMS 3 2 n al-
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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
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NEWS
I. CO. Graphics 1991
d' Luciano Macera
N el periodo 5-3 marzo si è tenuta, come
ogni anno tra febbraio e marzo nell'ambito
della Fiera di Milano. I.CO.Craphics, convegno
intemazionale e mostra sulle applicazioni della
computer graphics. I. CO. Graphics è una mo-
stra convegno tra le più importanti per dimen-
sioni e contenuti a livello europeo, dedicata
alCAE, CAD, CAM, ed alla computer graphics.
Nell'ambito dell'attività congressuale tra i par-
tecipanti era presente anche il sottoscritto che
insieme a Luisa Franchina, presentava un la-
voro dal titolo «Preprocessamento per rico-
nasatore adattamo di immagini», basato
(guarda caso,..! sulle reti neurali. Tale lavoro
é stato sviluppato presso il Dipartimento di
E/etrronica della Facoltà di Ingegneria dell'U-
niversità di Roma «la Sapienza». La mostra
copnva un'area espositiva notevole ed era di-
slocata su tre piani e dato il particolare target
di pubblicoacui era destinatala manifestazione
l’esposizione di hardware nguardava solo PC
di fascia alta 1386, 4861 e workstation All'in-
terno della mostra erano presenti van punti di
informazione multimediali realizzati dalia Com-
modore mediante un Amiga 300custamizzato
con touchscreen e sistema di altoparlanti per
la sintesi vocale, mentre il software utilizzalo
era Amigavision Data la varietà e la quantità
dei prodotti hw e sw esposti daremo solo una
stringata rassegna di guanto era presente, m
guanto lo spazio disponibile non ci consente
diversamente
Epson
Nello Stand Epson erano presenti diversi
prodotti interessanti a partire dal «piccolo»,
ma solo nelle dimensioni, EL 3/33 un PC
compatibile con 386 a 33 MHz con 2 MB di
RAM espandibili a 12 sulla motherboard con
3 slot di espansione disponibili Tra l'altro,
l'alto grado di integrazione raggiunta ha per-
messo di ottenere un prezzo di vendita par-
ticolarmente interessante.
La stampante a getto di inchiostro EPJ-
200 oltre a presentare un design accattivante
garantisce una eccellente gestione della car-
ta, potendo stampare nei formati A3, A4 e su
modulo continuo con una risoluzione di 300
punti per pollice.
Di particolare interesse anche il video-
proiettore a cristalli liquidi VP-100 PS che con
un peso di circa 6,5 kg garantisce una ele-
vata versatilità di impiego.
Il funzionamento di questo piccolo gioiello
e particolarmente semplice- ta luce emessa
divisa e inviata a tre schermi a cristalli liquidi
che operano nelle tre bande di colore base.
Cioè rosso, verde e blu: i tre fasci vengono
poi fatti convergere su una comune lente
che permette di proiettare una immagine a
colon con risoluzione 320x264 anche su una
comune parete bianca.
IBM
Nello stand IBM vi era una gran guarnita
delle nuove workstation RISC svsiem/6000 e
quasi a smentire chi riteneva che il software
applicativo per queste nuove macchine fosse
ancora scarso, erano presenti decine di ap-
plicativi che coprono tutta la fascia di norma-
le utilizzo delle workstation vale a dire i set-
ton del CAD, CAE, ecc.
Appaiono fondate quindi le notizie che tut-
te 0 quasi le software house che operano in
questi settori stiano effettuando il porting
delle proprie applicazioni verso queste mac-
Sony
Nello stand era presentata di workstation
Sony News con la presentazione in antepri
ma di 3 nuovi modelli, due da tavolo ed uno
portatile.
L'attenzione era comunque tutta sulle
workstation portatili 1250 e 3260
La prima già nota, è dotata della coppia
68030/^82 con clock a 25 MHz, 8 MB di
RAM e un HardDisk da 240 MB 11 sistema
operativo e lo Unix BSD 4 3 e con la mac-
china vengono forniti anche i linguaggi C.
Fortran, Pascal e Liso ad un prezzo notevol-
mente ribassato e inferiore ai 10 milioni di
La seconda workstation annunciata sullo
scorso numero é dotata del processore Risc
R3000 e coprocessore R3010 con clock a 20
MHz che permette di «volare» a 17 MIPS e
a 1,8 MFLOPS.
La memoria RAM disponibile è di 16 MB
espandibile a 48 MB, il disco rigido ha una
capacita di 406 MB ed il sistema operativo
ne
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
NEWS
formio e lo Unix System V.4 il tutto per meno
d' 20 milioni.
Entrambe le workstation sono dotate di un
display LCD da ben 1 1 20x780 pixel e pesano
circa 8 kg. Riteniamo che queste due pro-
poste Siano veramente degne di nota m
quanto chi sviluppa applicazioni sotto Unix
può COSI disporre di una stazione di sviluppo
a basso costo e dalle prestazioni interessan-
ti, senza menzionare poi la flessibilità dovuta
alla ponatiliià.
Sun
Nello stand della Sun microsysiems ci
aspettavamo di vedere le nuove SPARCsta-
tion 2. ma purtroppo siamo ornasti delusi. Le
novità SI limitavano ai nuovi acceleratori gra-
fici annunciati per le SPARCstation 2 e dispo-
nibili anche per i modelli più piccoli, e ad una
interfaccia per la digitalizzazione e l'output di
immagini video orientata alle applicazioni
multimediali.
Era comunque presente tutta la gamma di
workstation prodotte da Sun e in particolare
SI facevano apprezzare le macchine di lascia
bassa che. con costi paragonabili a quelli di
un 386 di fascia alta, garantiscono prestazio-
ni che non sfigurano affatto rispetto a quelle
delle macchine più grandi (e costose)
Quella della realizzazione di interfacce per
applicazioni multimediali sembra comunque
una tendenza generale di tutti < principali
costruttori di hardware; infatti quasi tutti i
principali marchi presentavano o annuncia-
vano disponibilità di prodotti m questo sen-
Silicon Graphics
Le immagini che potete vedere in foto
rappresentano la zona di Firenze vista dal-
l'alto. Nulla di eccezionale starete pensan-
do, ma grazie alla potenza e alla versatilità
delle workstation Iris della Silicon Graphics
la mappa m 3D veniva ruotata m tempo rea-
le seguendo i movimenti del mouse dell'o-
peratore. Una dimostrazione degna della fa-
ma che tale marchio ha conquistato nella
applicazioni nel campo della computer gra-
fica Bisogna comunque ammettere che
quasi tutti I demo grafici erano degni di no-
ta, tranne alcuni casi, come ad esempio in
uno stand dove era visualizzato un cubo wi-
re frame senza neppure l'eliminazione delle
linee nascoste che ruotavano in tempo rea-
le (Sighi).
Tektronix
Nello stand della Tektronix l'attenzione
era catalizzata attorno alla stampante Pha-
Luciano Macera a Lui-
sa Frsnchina ai conve-
gno di I.CO Gmphica
‘Elaboraiione di im-
magini da teierileva-
menlo per il isrhiono
e l'ambienlei dove
hanno presentalo il lo-
ro lavoro rPreproces-
samenio per ricono-
scimento edatlativo di
immaginiti basato sul-
le reti neurali, svilup-
pato presso il Diparti-
mento di Elettronica
della Facoltà di Inge-
gnena dell'Università
degli Studi di Roma
"La Se^man
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
NEWS
ser 11 PX, una stampante a colon a trasfe-
rimento termico che supporta il PostScript
ed è capace di una risoluzione di 300 punti
per pollice.
Basata su un microprocessore 68020 a
16 MHz con 6 MB di memoria di base, la
stampante è dotata di interfacce standard
seriale, parallela e AppieTalk, purtroppo il
prezzo di tali dispositivi e ancora piuttosto
elevato per il grande pubblico, infatti il co-
sto di ogni pagina stampata (circa 1000 lire)
può essere giustificato solo da utenti che
utilizzano tale prodotto in campo professio-
nale
Delphi
Oltre 81 modelli delle workstation Unix a
basso costo della Acoro 140. 260 e 225
nello stand della Delphi faceva bella mostra
di se la Pixel Machine di AT&T
Un super computer parallelo che può
montare fino a 64 processori' tale compu-
ter è stato esplicitamente progettato e rea-
lizzato per impieghi di computer grafica e
garantisce prestazioni entusiasmanti Ine n-
parleremo presto!
Prime
In questo stand
dobbiamo dire che
le nostra attertzione
è stata monopoliz-
zata non tanto dalle
eccellenti worksta-
tion né tantomeno
dal software che vi
girava sopra, ma da
un esemplare del
gruppo motore-
cambio della nuova
Bugatti. 12 cilindri,
5 valvole per cilin-
dro, 4 turbocom-
pressori, cambio a
6 velocità in blocco
con il propulsore ed
infine 550 cavalli a
9000 giri questi so-
no I anumeri» di
questo gioiello della
tecnica motoristica
interamente pro-
gettato con CAD
Computervision.
sistemi entry levei e sul 68040 per i sistemi
di fascia alta. Erano presenti inoltre alcune
delle workstation delle nvecchiei' sene e tra
tutte spiccava un Apollo 10000 che presen-
tava sullo schermo un video animato m tem-
po reale (nella fotol con un robot che si muo-
veva m maniera abbastanza plastica e reali-
stica. m
Apple
Nello stand Apple non vi erano grosse no-
vità, oltre la gamma di macchine e penfen-
che esposte ed operanti nel settore orientato
al CAD meccanico ed architettonico, era de-
gno di nota il software Mac RenderMan della
Ptxar per la generazione di video di altissima
qualità Con una certa cunosità abbiamo no-
tato anche un CAD orientato alta progetta-
zione e realizzazione di circuiti elettronici
McCad. Tale prodotto è uno dei pochi CAD
di tipo elettronico presenti nel mondo Mac
(almeno in Italia) e sulla carta presenta pre-
stazioni interessanti, essendo dotalo anche
di un modulo per la simulazione e un modulo
per lo sbroglio automatico dei circuiti stam-
pati.
HP
Hewlett Packard presentava tutta la sene
delle nuove workstation realizzate dopo la
funzione con Apollo, basate sul 68030 per i
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
,i Abbiamo trovato^ ,
^il sistema per stupirvi!
sistema 48633-128
sistema 48625
Dotato di bus EISA combina ottima-
mente l'alta qualità con il prezzo de-
cisamente competitivo.
Tra le principali caratteristiche tecni-
che la CPU 80486 a 25 MHz ed una
memoria Ram di 2 Mb espandibile
a bordo a 8/32 Mb. Opzione per con-
troller SCSI con memoria cache 2/4/8
Mb. scheda di rete e scheda ‘video tut-
ti con bus EISA.
Il prezzo nella configurazione base
con 2 Mb Ram. FDD da 1.44 Mb.
controller IDE AT bus, tastiera, mo-
bile tipo desk top, è di
Lire 6.950.000*
Basato sul bus EISA, rappresenta
il più alto livello di prestazioni dispo-
nibile su piattaforma a processore
singolo.
Tra le principali caratteristiche tecni-
che figurano la CPU 80486 a 33
MHz. una memoria cache esterna
di 128 Kb ed una memoria Ram di
4 Mb espandibile a bordo a 8/16/32
Mb. Opzione per controller SCSI
con memoria cache 2/4/8 .Mb, sche-
da di rete e scheda video tutti con
bus EISA.
Il prezzo nella configurazione base
con 4 Mb Rara. FDD da 1.44 Mb.
controller IDE AT bus. tastiera, mo-
bile tipo desk top. è di
Lire 9.990.000*
labduà M’uITcìu 31 VlaffM 1991
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Hannover CeBIT '91
di Massimo Tnjscelh
Si è svolto ad Hannover dal 13 al 20 marzo il consueto appuntamento con la più importante
manifestazione fieristica tedesca dedicala all'Informatica. L'occasione è stata sfruttala da molte società per
annunciare e presentare al pubblico ed agh operatori molte novità sia hardware che software con un
programma di conferenze stampa piuttosto denso ed m molti casi quasi impossibile da seguire
per la contemporaneità degli eventi.
Nelle pagine che seguono offriamo una breve carrellata dei prodotti notati negli stand della manifestazione
nel corso di una rapida visita nei padiglioni affollatissimi quest'anno, come vuole l'attuale tendenza di
mercato, da una vera e propria miriade di portatili laptop e notebook
AST
L'oggetto che ha attratto maggiormente
l'interesse del pubblico nello stand AST è
stato il notebook Premium Exec 386SX/20
(finalmente visibile), che è equipaggiato chia-
ramente con il processore 8Ò386SX a 20
MHz. dispone in configurazione base di 1
Mbyte di RAM, hard disk da 20 Mbyte (op-
pure 40 0 80 Mbyiel, disk drive da 1.44
Mbyte 3-5’’ e display VGA a 32 toni di grigio.
NeXT
Una presenza distribuita in molti stand di
altre ditte software e hardware qualificate
fad esempio Lotus. Informix, WordPerfect,
BKSl oltre che. logicamente, nello stand Ne-
XT Computer Europe gremito all'inverosimile
dal pubblico desideroso di vedere oltre che il
celebre "cubo» nato dalla poliedricità di Ste-
ven Jobs, anche la nuova NeXTstation, ov-
vero una versione del sistema, equipaggiata
con processore Motorola 68040 a 25 MHz
completa di disk drive della capacità di 2.88
Mbyte e compatibile con i formati DOS da
1 44 Mbyte e 720 Kbyte, 8 Mbyte di RAM,
Logitech
Grosso interesse per i nuovi annunci del
leader mondiale dei dispositivi di input, an-
nunci tra I quali il nuovo TrackMan Portable
ed I MouseMan e TrackMan per Macintosh
descritti meglio in questo stesso numero di
MC. Stand su due piani molto affollato, cor-
tesia e gentilezza
processore digitale di segnali DSP 56001.
porte SCSI ed Ethernet, ad un prezzo di circa
10.000 marchi.
Seikosha
Un depliant piuttosto provocante descrive-
va la LT-20, una originale proposta di stam-
pante a 24 aghi, peraltro ampiamente espo-
sta nello stand, del peso di soli 3 kg ed
espressamente ideata per essere utilizzata
come base per computer portatili quasi a for-
mare un corpo unico con quest'ultimo, ma
dalle caratteristiche sicuramente interessan-
ti: 9 font residenti, 120 cps in draft e 50 cps
in LQ. alimentazione a batterie NiCd oppure
con alimentatore di rete, cassetto di alimen-
tazione della carta per formati A4. B5 e Let-
ter e possibilità di stampa con alimentazione
manuale di un ongmale e due copie
Pioneer
Proprio al CeBIT 1991 la Pioneer ha pre-
sentato un nuovo LaserDisc Player dual mo-
de (NTSC/PAU.
Il nuovo LD-V4300D permette di poter es-
sere utilizzato sia con sorgenti salvate nei
formati europei ed americani, è previsto per
essere operativo compatibilmente con gli
standard di codici a barre pu diffusi ed as-
sicura la possibilità di poter essere mterfac-
ciato mediante una porta sonale RS232 a si-
stemi di interrogazione informatici. Le carat-
teristiche tecniche del quale il lettore è do-
tato comprendono anche salti istantanei con
passi di 100 frame ed interrogazioni a codici
definiti daH'uteme.
Amstrad
Era questo uno degli stand con il maggior
numero di novità' da un trasportabile
80386SX a 20 MHz equipaggiato con un di-
splay LCD a colori in tecnologia Aciive Matnx
TFT di qualità veramente elevata, ad un per-
120
MCmicfocomputer n. 106 - aprile 1991
Citizen
sonai notebook molto rassomigliarne al Com-
paq LTE ed anch'esso equipaggiato con
80386SX a 20 MHz, display VGA, hard disk
da 40 Mbyte, ad un desktop, PC4386SX.
equipaggiato con il medesimo processore e
di dimensioni molto compatte nonostante la
presenza di hard disk da 80 Mbyte, 4 Mbyte
di RAM. adattatore grafico VGA e due slot a
16 bit standard ISA
Anche nello stand Citizen era esposta una
stampante portatile, la PN48 Notebook Prin-
ter delle dimensioni di 28 x 5 x 9 cm e del
peso, completa di batteria di alimentazione,
di 1.17 kg.
Non mancavano gli altri modelli piu con-
venzionali di stampanti a 9 e 24 aghi, corre-
date ora dai driver specifici per Windows 3 e
distribuiti gratuitamente a chi ne faceva ri-
chiesta: la gamma di display LCD, della qua-
le la Citizen è fornitore OEM molto apprez-
zato anche a marchi blasonati nel settore dei
personal computer portatili lapiop e note-
book, e tutta la gamma di disk drive, tra i
quali uno da 3.5" dell'incredibile peso di 170
grammi e della capacità per ora di fino a 2
Mbyte, ma quanto prima di ben 4 Mbyte
Sygnos
La ditta, di origine orientale, ma con una
sede anche in Europa, proponeva una sene
di display a standard VGA, EGA, CGA, MDA
& Hercules di tipo piatto dalle caratteristiche
qualitative piuttosto interessanti.
Microsoft
Interesse concentrato sul nuovo Excel per
Windows 3, appena presentato, con una nu-
merosa sene di postazioni dedicate alle di-
mostrazioni così come per il BalIPomt, il nuo-
vo dispositivo di puntamento descritto piu
ampiamente in questo stesso numero di
MCmicrocomputer.
Siemens Nixdorf Informationssysteme AG
Facendo la dovuta proporzione. Siemens-
Nixdorf sta alla Germania cosi come la Fiat
sta all'Italia, ragione per la quale non c'é
da stupirsi se lo spazio espositivo di di-
mensioni maggiori dei CeBIT era proprio
quello del gruppo nato dalla fusione dei
due colossi tedeschi nel campo dell’infor-
matica una vera e propria fiera nella fiera
con stand distribuiti in padiglioni diversi ed
in qualche caso di dimensioni mastodonti-
che (basti pensare che uno di essi si di-
stribuiva su 4 piani ed utilizzava ben tre
ascensori).
L'occasione è stata sfruttata dalla Sie-
mens-Nixdorf per offrire agli operatori il
punto delta situazione a distanza di pochi
mesi dalla fusione delle due società.
Nel corso di una conferenza stampa
svoltasi nel padiglione 1, Hans-Dieter Wie-
dig e Horst Nasko, rispettivamente presi-
dente e vicepresi-
dente del gruppo,
hanno delineato li
quadro riguardan-
te I compiti, le strategie e gli investimenti
per il prossimo futuro della società nata il
r ottobre 1990
In particolare, Nasko ha illustrato la linea
dei nuovi prodotti e le strategie riguardanti
la produzione di personal computer, work-
station, sistemi mini e mainframe, soluzio-
ni di rete, interfacce utente, software e
soluzioni di tipo client/server
Nel settore dei personal computer non
sono mancate novità piuttosto interessanti
riguardanti configurazioni desktop e tower
che privilegiano indifferentemente le archi-
tetture EISA e MicroChannel oltre che no-
vità nel campo dei portatili laptop e note-
book come il "lettersize" PCD 2N
Analogo discorso vale anche per una
nuova linea di workstation a tecnologia RI-
SC a completamento della famiglia di pro-
dotti W>C200 con processori Intel/CISC, ba-
sate SUI processori MIPS R3000 e succes-
sivamente R4000 ad alto grado di integra-
zione del codice sorgente delle applicazioni
tra gli ambienti CISC e RISC.
Ma il settore nel quale la Siemens Nix-
dorf ha offerto la piu ampia sene di novità
6 rappresentato dalla linea di mainframe
compatibili BS2000 che rappresenteranno,
secondo le previsioni, un terzo del fattura-
to per l'anno fiscale in corso.
Non a caso, sono state ben 18 le nuove
unita centrali della sene BS2000 versione
10, una sene che offre rinnovate presta-
zioni come la doppia registrazione sui di-
schi ed il suppone della ridondanza nel-
l'hardware, oltre all'accesso tramite chip
card a protezione dell’integrità dei dati. So-
luzioni che hanno permesso di ncevere dal
BSI (l'Ente Federale per la sicurezza nelle
tecnologie informative) il certificato di si-
curezza europea, analogo aH'amencano Se-
curity Level C2
Altre imponanti novità hanno riguardato
le linee di prodotto Targon e MX in am-
biente Sinix, specialmente per ciò che n-
guarda la linea MX per la quale e previsto
il rilascio di architetture multiprocessore fi-
no a 7 elementi basate su Intel 80486 per
il raggiungimento di potenze di calcolo, ad
esempio nel caso del modello 90, dell'or-
dine dei 105 MIPS. In un'ottica di comple-
ta integrazione dei vari ambienti e delle va-
rie categorie di pro-
dotti, la Siemens Nix-
dorf ha studiato an-
che un ambiente so-
ftware con carat-
teristiche comuni de-
finito come SNI Style
Guide che permette
di rispettare le regole
dello standard Com-
mon User Access di
IBM e quelle della
Motif Style Guide
di Open Soft- .•
ware Founda-
tion.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
121
NEWS
La presenza orientale ha caratterizzato for-
temente il CeBIT al punto che su molti dei
padiglioni capeggiava a grandi lettere la dici-
tura “Business with Hong Kong».
Molti I padiglioni affollati da marchi di Tai-
wan, come ad esempio Chicony che espo-
Epson
Stand di dimensioni ragguardevoli con stel-
le di primo piano come la nuova laser Post-
Script EPL-7500 (presentata piu ampiamen-
te in questo stesso numero della rivisial,
uno stupendo portatile noiebooK con dimen-
sioni da foglio formato A4 (che speriamo di
vedere regolarmente commercializzato al
piu presto anche m Italia), caratterizzato dal-
la sigla NB3s e dotato di processore
a0386SX, hard disk da 20, 40, 60 Mbyte, di-
splay VGA. il lutto ad un peso di circa 2 7
kg. ia completa sene di display LCD mono-
cromatici, a colon e da videoproiazione co-
me il modello VP-100 capace di accettare
segnali RGB analogici e digitali oltre che vi-
deocompositi con caratteristiche qualitative
di livello molto elevato.
neva un bel notebook (N85620) basato su
386SX e solita VGA
Taiwan era presente anche con il CETRA
(China Extemal Trade Development Council)
Exhibition Department che si cura dell'orga-
nizzazione annuale del Computex, la mostra
dedicata ai computer, alle penfenche, al soft-
ware, all’informatica in generale che si svol-
gerà anche quest'anno dal 4 al fO giugno al
Taipei World Trade Center
Taiwan Information Industry
Unibit
Una delle poche presenze italiane al CeBIT
oltre ad Olivetti, nel padiglione S esponeva la
completa gamma di prodotti commercializza-
ti, comprendente modelli desktop, laptop e
tower basati sui processori Intel 8086,
80286, 80386SX e 803860X, 80486, la gam-
ma dei portatili Unibit by Texas Instruments,
delle penfenche di stampa Umbit by Fujitsu
e dei monitor Unibit by NEC.
Sharp
Una parete intera dello stand era letteral-
mente tappezzata con i notebook 6220, ma
molto interesse ha destato anche il laptop
PC 4700, basato sul processore NEC V40, vi-
sibile nella foto
QMS
Nello stand era presentala tutta la gamma
di stampanti e dispositivi di stampa a colon
Ira le quali la nota ColorScnpi 100 (visibile
nella foto) per la stampa a trasfenmento ter-
mico di immagini a colon in formato A3/A4
anche m PostScript
Laser
L'attenzione nello stand Laser Computer
Europe era sicuramente focalizzata sul por-
tatile notebook LT321 basato su 80386SX a
16 MHz, RAM da 1 Mbyte standard, display
LCD a standard VGA capace di visualizzare
32 livelli di grigio per un peso di 3.2 kg ed un
“peso» in valuta di circa 6000 marchi
Kyocera
L’oggetto che ha desiato maggior interes-
se era sicuramente il Jet-Pnni. uno speciale
sonosistema intelligente, sviluppato da una
terza parte tedesca (Schwartz Engineering
Office), munito di CPU 80C188 a 12 MHz,
hard disk da 20 a 1 20 Mbyte, memoria da 256
Kbyte, interfacce seriale e parallela, m grado
di sveltire ed alleggerire il lavoro deH'uniia
centrale nella stampa di documenti mollo
complessi, ed eventualmente anche m assen-
za del computer stesso, per l’incremento del-
le prestazioni delle stampanti laser Kyocera
122
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
Sanyo
Nello stand Sanyo erano esposti numerosi
monitor oltre ad una completa gamma di
computer, anche qui non mancavano due
modelli di notebook il modello MBC 13 NB.
con processore 803S6SX a 20 MHz, e l'MBC
17 NB equipaggiato con 80C286 a 12.5 e 8
MHz di clock
Apple
Nello stand Apple l’interesse era rivolto
principalmente alle nuove stampanti Perso-
nal LaserWriter e StyleWnter oltre che al
portatile Macintosh che, come nel resto del-
l'Europa, ha subito un forte calo dei prezzi
probabilmente in vista del lancio di nuovi pro-
dotti della stessa categoria.
PSION
Interesse concentrato sul portatile MC400.
il Mobile Computer eletto m Germania conv
puter dell'anno, ma che in Italia non abbiamo
ancora avuto li piacere di poter vedere no-
nostante le sue elevate caratteristiche, inte-
resse anche per altri prodotti come il porta-
tile laptop MC 600 ed il notissimo PSION Or-
gamzer
ùiS
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MCmicrocompuler n 106 • aprile 1991
PROVA
Atari TT
di Vincenzo Folcarelli
L e tendenze attuali nel campo del
personal computing indicano il bi-
sogno di macchine sempre più
user friendly e conseguentemente po-
tenti e flessibili. Nel mondo dei compa-
tibili il successo di Windows 3.0 è la
conferma di tale premessa. Per gli uten-
ti Atari, flessibilità, potenza e semplicità
sono sempre stati un punto fermo che
giustificava la loro scelta. Oggi, ai pro-
fessionisti più esigenti, qualcosa comin-
cia ad andare «stretto». La limitata
espandibilità della sene Mega ST, la
necessità di nuovi standard di velocità e
di prestazioni grafiche sono alcuni
esempi delle «ristrettezze» da cui devo-
no districarsi.
Descrizione esterna
L'estetica dei prodotti Atan è sempre
stata caratterizzata da scelte non «alli-
neate» a quelle di mercato e nel caso
del TT la tradizione non viene smentita
Per gli atansti di lunga data il cabinet del
TT sembra pensato affiancando al box
di un Mega uno dei gloriosi hard disk
SH 104/204 e fondendo i due box su un
piano rialzato. Pur non potendo giurare
su una tale ispirazione non ci sono
motivi per negarla. Tra l’altro il posizio-
namento del hard disk ha un valore
funzionale: rimuovendo una sola vite, è
possibile sostituire l'intera meccanica.
Quasi a voler stilizzare l'insieme, il cabi-
net risulta ricco di scanalature ed il
risultato estetico complessivo, pur risul-
tando posticcio agli specialisti, ha rice-
vuto numerosi consensi dai non «addet-
ti ai lavori». Significativo il giudizio del
nostro fotografo: » . dopo tanti scatolot-
ti quadrati qualcosa di diverso! » Passia-
mo all'analisi dei «reali» contenuti este-
riori. La tastiera, completamente italia-
nizzata. ha lo stesso numero di tasti
deirST (95), ma é dotata di maggiore
ergonomia e qualità. La sensibilità del
click è motto vicina a quella di un buon
compatibile, unico neo l'assenza di un
led per il CapsLock o in sostituzione un
tasto con blocco meccanico {nello stile
Apple) L'inclinazione di circa 20 gradi,
124
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
ATARI TT
Ottenibile con i piedini retrattili, rende
più comoda la digitazione, ma si trasfor-
ma in un fastidioso ostacolo in caso di
uso intenso del floppy. Sul lato destro
sporge, forse eccessivamente, il con-
nettore del mouse/joystickl e, simme-
tricamente sul lato sinistro, il connetto-
re )oystick2. Tale disposizione è estre-
mamente comoda soprattutto per colo-
ro che mal sopportano le precedenti
soluzioni ST, Sopra i tasti funzione, é
presente una leggera scanalatura utile
per trattanere penne o simili. Il frontale
del TT presenta tre spie, due indicanti
l'attività del floppy e dell'hard ed una
l'accensione della macchina. Sul lato
sinistro troviamo in ordine il connettore,
tipo RJ phone, della tastiera, lo slot per
cartridge (completamente compatibile
con la serie ST), le prese MiDi In ed
Out, la presa LAN/RS-422 ed il tastino
di reset. Oltre alla felice sorpresa di
trovare un connettore AppleTalk compa-
tibile é apprezzabile la facile raggiungibi-
lita del tasto di reset a differenza dei
precedenti modelli Atan, Sulla presenza
del connettore LAN è facile fantasticare
ma per ora non ci sono certezze. Il
pannello posteriore del TT é, a dire
Atari TT
Distributore:
Afar/ ItaUa S.p.A.
Via V. Bellini, 21 - 2009S Cusano Milanino
Prezzi UVA esclusal:
Alari 77030/4 L 4.390.000
Monitor PTC 1426 a colori L 890.000
poco, «zeppo» di connettori. Da destra,
troviamo i due connettori RCA corri-
spondenti ai due canali stereo, le due
prese modem RS-232C a nove poli, la
presa di alimentazione, la presa monitor
standard VGA a 15 poli, il connettore
standard Centronics per la stampante,
la presa ACSI-DMA per i tradizionali
dispositivi Atari (SLM 804. SH205,
ecc...), la presa per floppy esterno ed
un connettore SCSI standard.
Sul connettore Centronics è presente
uno sportellino removibile plurifunziona-
le. Aprendolo si accede al bus di espan-
sione in standard VME, lasciandolo
chiuso può essere utilizzato, come nel-
l’esemplare in prova, quale supporto
per due connettori seriali DB9 supple-
mentari.
Descrizione interna
L’apertura del TT non è operazione
semplice. Tolte le numerosi viti, per
sollevare il coperchio superiore é neces-
sario sconnettere sia l’hard disk che il
floppy. L’elettronica è «ingabbiata» in
un insieme di schermature rimovibili
solo con estrema pazienza. Tolte que-
ste è possibile analizzare la complessa
architettura della macchina. Globalmen-
te tutta l’elettronica risiede su tre sche-
de: la scheda CPU. la mother board e la
scheda controller, Eh già, la CPU, un
MC 68030 a 33 MHz, non é alloggiata
direttamente sulla mother board ma su
una piccola daughter board! Questa so-
luzione. non é chiaro se sia. una scelta
funzionale temporanea o definitiva, ha
in qualunque caso un vantaggio, even-
tuali upgrade di CPU possono essere
ottenuti sostituendo direttamente la
daughter board. Il controller SCSI è al-
loggiato in corrispondenza dell’hard disk
e permette complessivamente il con-
trollo di tre dispositivi senza l’uso del
La lasliora. complelamenle ilahamnata. ha lo stesso numero di tasti delI'ST. aoé 95
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
125
memoria RAM/ROM. Il primo é costitui-
to da 16 chip DRAM/DIP da 256 Kbyte
(con velocità di accesso di 100 ns) per
complessivi 4 Mbyte, il secondo è costi-
tuito da quattro chip EPROM per com-
plessivi 256 Kbyte. Tutti i chip di memo-
ria sono montati su zoccoli rendendo
facile ogni futura espansione. In termini
reali utilizzando chip da 4 Mbit è possi-
bile ottenere 26 Mbyte di RAM on-
board. Al centro della scheda domina il
bus di espansione in standard VME. Lo
standard seguito è del tipo Eurobus, in
cui é presente un parallelismo a 16 bit
per I dati ed una larghezza di 24 bit per
la zona indirìzzabile. Nell’uso industriale
del bus VME i connettori, come quello
presente nel TT, sono due e le schede
vengono installate «a ponte» tra questi.
In tal modo il data-bus viene portato a
32 bit. La comunicazione tra CPU e
porta di espansione può avvenire in
burst mode, garantendo un'ottima velo-
cità di trasferimento. La scelta di un
data bus a 16 bit per le espansioni, pur
non essendo una scelta ideale, è co-
munque sufficiente per realizzare otti-
me schede di controllo industriale o, più
familiari, schede grafiche ecc... Il con-
nettore VME é disposto in modo oriz-
zontale e collegato alla mother board
tramite due fiat-cable. Per evitare pro-
blemi di sincronizzazione o atee, la con-
nessione è bypassata da cinque buffer
three-state. Questa soluzione, peraltro
inevitabile quando si fa uso di collega-
menti estesi sul bus della CPU, rappre-
senta una complicazione progettuale,
ma rende più affidabile il funzionamento
delle schede esterne. Per convincersi di
CIÒ basta riflettere a quante problemati-
che comporta l’installazione di una
espansione RAM in un tradizionale ST
non dotato di accesso bufferizzato al
bus. Per rinforzare la meccanica del
connettore VME, i progettisti hanno ben
pensato di agganciarlo rigidamente alla
schermatura metallica. Bisogna, quindi,
fare molta attenzione nel sollevare tale
schermatura per evitare il danneggia-
mento del connettore se non addirittura
della scheda madre! Oltre ai fiat-cable
del VME bus, le altre connessioni volan-
ti riguardano l'hard disk, il floppy e le
due seriali supplementari collegate allo
sportellino «VME»- Affianco al 68030,
ma sulla mother board, è visibile il co-
processore matematico 68882.
Il TOS030 è in italiano
Un nuovo e cosi potente hardware
non poteva non essere affiancato da
una nuova versione a 32 bit del tradizio-
nale TOS- Il TOS030 rappresenta il cuo-
re software del nuovo TT. Lo sviluppo
del nuovo Kernel ha dovuto necessaria-
mente seguire il «contorto viale» che
porta all’aggiornamento senza rinuncia-
re alla compatibilità. Non sono disponi-
bili, al momento della prova, le comple-
te specifiche del nuovo S.O. è comun-
que verificabile e scontato Taggiorna-
mento del BIOS per la gestione dei
nuovi dispositivi hardware come cache-
memory, hard disk SCSI, nuove porte
seriali, la nuova presa LAN (!?), ecc...
L'ottimizzazione di alcune routine è su-
bito avvertibile nell’uso della porta DMA
e nella gestione dello scrolling video. Il
GEM ovvero lo Shell (AES) e le routine
grafiche (VDI) che gestiscono le risorse
del TT sono state aggiornate (per sfrut-
tare ad esempio le nuove risoluzioni
grafiche e la nuova palette), ma non
rivoluzionate. In realtà TOS030 eredita
le migliorie introdotte nel non diffusissi-
mo TOS 1 .4 e quindi molte sue funzioni
hanno un valore di novità solo per gli
utenti del TOS 1 .2/1 .3 . Il Desktop ovve-
ro il «banco di lavoro» per gestire le
risorse del S.O. è stato significativa-
daisy-chain Quest’ultimo schema di
collegamento, tipico della presa DMA,
permette la connessione contempora-
nea di ben sette dispositivi ma obbliga
a tenere questi sempre attivi (accesi)
per evitare il blocco del sistema. La
mother board, che occupa tutta la base
del cabinet, evidenzia tutta la sua com-
plessità al semplice sguardo. É bene
ricordare che tra le specifiche di proget-
to del TT un ruolo primario aveva la
compatibilità hardware con TST e que-
sto risultato non poteva essere ottenu-
to senza una completa implementazio-
ne elettronica delle funzionalità di que-
sto Tutto CIÒ ha reso necessario un
largo uso di componenti custom affian-
cati da componenti a tecnologia stan-
dard. Vediamo alcuni dettagli significati-
vi. Sul lato destro, sotto il controller
SCSI, sono alloggiati i due banchi di
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
ATARI TT
mente aggiornato. Le nuove caratteristi-
che seguono la direzione della maggiore
elasticità ed intuitività. I tradizionali me-
nu drop-down risultano aggiornati sia da
un punto di vista operativo, con nuove
VOCI, che funzionale essendo raggiungi-
bili direttamente attraverso short-cut
(ovvero sfruttando combinazioni di tasti)
che velocizzano notevolmente le funzio-
ni ripetitive. Nel menu FILE troviamo,
oltre alle tradizionali Apri, Informazioni,
Chiudi finestra. Crea cartella e Formatta
disco, I nuovi Cerca, Cancella Oggetto,
Finestra attiva. Seleziona tutti. Scegli
filtro. Cerca, permette la ricerca e sele-
zione di un file contemporaneamente
su tutti I drive logici selezionati, dando-
ne in input la stringa completa o incom-
pleta. Cancella oggetto, permette l'eli-
minazione di file senza far uso del tra-
scinamento nel cestino. Finestra attiva,
permette di portare in primo piano una
finestra a sfondo. Questa possibilità è
più significativa nel TT rispetto alI'ST
soprattutto per l'aumentato numero
(sette) di finestre disponibili contempo-
raneamente sul desktop, Scegli filtro,
permette una visione selettiva dei file
nella finestra. Nel menu VISIONE sono
disponibili te seguenti voci: Formato
icone. Formato testo. Ordinata per no-
me. Ordinata per data. Ordinata per
ampiezza. Ordinata per tipo. Senza ordi-
namento. Dimensioni ideali. Scegli colo-
re e stile. Tutte hanno un significato
molto esplicito. Molto comoda la possi-
bilità di non ordinare i file, ovvero di
lasciarli nella sequenza in cui vengono
registrati e quindi affiancarli per associa-
zioni funzionali. Ciò non va comunque
confuso con il posizionamento libero.
Nel menu OPZIONI sono presenti le
novità di maggior rilievo. Installa icona.
Installa programma. Installa dispositivi.
Rimuovi icona. Imposta preferenze.
Leggi file .INF, Configura piano di lavo-
ro, Salva piano di lavoro. Stampa scher-
mo, Cache. Tramite Installa icona è pos-
sibile scegliere il simbolo più intuitivo da
associare ad un file o risorsa, sia sul
desktop che all'interno di una finestra.
Con Installa programma è possibile ol-
tre che definire l'estensione delle sue
applicazioni, definire l'insieme di tasti
che possono avviarlo, il suo stato all'ac-
censione del computer (autobootj ed i
parametri che possono essergli passati.
Sia l'installazione di una icona che di un
programma acquistano maggiore impor-
ta scheda conirollar SCSI
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
127
PROVA
ATARI TT
p- p 'p'
m iimm
' V
mih— ]|.»
Itati t 'tasti» tKà~.
iMnt lltar» : 0«?n Ntt
CXD (Sili)
a-..
S conligumiiong del piano di
tanza con il nuovo desktop. Infatti un
programma, un file, una cartella posso-
no essere visti come risorse di base
alla stregua di dischi, stampanti, ecc
Questa generalizzazione avviene sem-
plicemente trasportando l'oggetto diret-
tamente su desktop Installa dispositivi
permette il riconoscimento dei disposi-
tivi attivati dopo l'accensione del com-
puter. Non e trascurabile l'utilità di tale
aggiornamento, soprattutto nello sirut
tamento dei dispositivi ACSI che deb-
bono essere necessariamente accesi al
momento del boot. Configura piano di
lavoro permette di associare diretta-
mente al desktop i parametri definibili
neirinstalla programma oltre a poter
configurare gh short-cut ed i tasti fun-
zione di ogni voce dei menu. Ad esem-
pio SI può configurare il piano di lavoro
in maniera tale da indicare come direc-
tory standard quella attiva e quindi il
programma userà questa per leggere o
scrivere i suoi dati Selezionando o de-
selezionando Cache si attiva o disattiva
la cache memory del 68030 Questa,
molto semplicisticamente, avendo un
tempo di accesso inferiore alle tradizio-
nali RAM evita al microprocessore ec-
cessivi tempi morti e molti programmi,
in particolar modo quelli CPU-intensive,
possono girare piu velocemente Un
uso corretto di tale memoria non può
prescindere dal codice in esecuzione
ed in alcuni casi, ad esempio un pro-
gramma che si automodifica, sorgono
problemi. Per evitare questi é stata
prevista la disattivazione della cache. Al
di la di tutu gli aggiornamenti citati, la
novità di maggiore interesse presente
nel nuovo desktop riguarda la gestione
degli accessori Oltre ai tradizionali
ACC del GEM, è disponibile un nuovo
accessorio; XCONTROL.ACC. Come
nel MAC è presente un «pannello di
controllo", che permette di aggiungere
Sul desilop del TT
sono vlsu3ll^^ablll
conremporaneamenie
o attivare nuove risorse, tramite XCON-
TROL possono essere installati tutta
una serie di accessori in grado di
aumentare in maniera modulare gli
strumenti a disposizione Tali strumenti
vengono visti dal S.O. come Me con
estensione CPX e caricati automatica-
mente all'accensione della macchina.
Gli aggiornamenti effettuati nella ge-
stione delle finestre non sono numero-
si Oltre al già citato aumento a sette,
di quelle contempo'aneamente aperte,
é disponibile una mformazion-bar che
visualizza automaticamente il numero
di byte complessivo nel caso si selezio-
nino piu file
I miglioramenti generali dell'AES ri-
guardano anche I dialog-box che sono
tipicamente più funzionali Una nota
conclusiva sul S.O riguarda la sua im-
mediata Italianizzazione
La possibilità di usare, sm dal lancio
della macchina, un TOS nazionalizzato
é una scelta che avrà certamente effet-
ti positivi impattando con le attuali esi-
genze degli operatori meno «casa-
linghi»
Grafica e suono
L'importanza che hanno oggi le doti
dì multimedialità di un computer, han-
no dato una grossa spinta all'evoluzio-
ne degli standard grafici e sonori Le
scelte grafiche operate sul TT sono
frutto di un compromesso tra il vecchio
standard ST ed i nuovi (non troppo!
standard VGA. Le risoluzioni disponibili
sono sei Le tre risoluzioni ST 1320 v
200 X 16. 640 X 200 x 4, 640 x 400
X 2) e tre nuove risoluzioni VGA com-
patibili 320 X 480 X 256, 640 x 480 x
16 e 1280 X 960 x 2. Ad esclusione
dell'ultima che richiede il monitor ECL
TTM194 con una banda passante di
llOMHz, tutte le risoluzioni sono visua
lizzabili sul monitor PTC1426 m dotazio-
ne standard Quest'ultimo è sicuramen-
te utilizzabile anche come monitor per
PC, sul retro è infatti presente uno
switch che seleziona la modalità TT/
VGA, viceversa un normale monitor
VGA potrebbe non essere sufficiente
In termini assoluti le capacita grafiche
del TT non sono di prim'ordine e sep-
pur sufficienti per applicazioni base m
128
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
DTP 1640x480) e videografica
(320x480) risultano insufficienti nell'u-
so professionale Questo soprattutto in
previsione di una adeguata diffusione
dei nuovi pacchetti grafici per il ritocco
di immagine (Cranach Studio, Repro
Studio Pro, Retouche). Sono comunque
già disponibili almeno due schede grafi-
che professionali per TT, una di queste
e l'evoluzione della stupenda Matrix
provata su MC n. 102 L'elevattissima
risoluzione 1280x960, rispetto alI'ST.
sarà disponibile ad un costo nettamen-
te inferiore non essendo necessaria
raggiunta di alcuna scheda grafica. La
velocita di gestione delle routine grafi-
che è senza dubbio ottima sia nello
scrolling che nel tracing. Gran mento è
del 68030 a 32 MHz. Le capacità sono-
re del TT sfruttano come generatore lo
stesso Yamaha presente nelI’ST inoltre
e presente uno stadio di conversione
DIA per segnali PCM ed un'uscita pre-
amplilicala stereo.
Questa uscita può essere collegata
direttamente ad un impianto stereo ca-
salingo migliorando sensibilmente la
qualità, soprattutto in termini di lineari-
Impressioni d'uso
Quale maggiore impressione può es-
sere favorita da una macchina dotata di
68030/68882 a 32 MHz se non quella
di un'incredibile velocità?! La realtà è
proprio questa. Nelt'utilizzo del TT sia
attraverso le risorse di S.O. che l'ese-
cuzione dei vecchi programmi per ST,
la velocità è la punta di diamante. Gra-
zie all'adozione di hard disk SCSI ed
alle nuove routine dei TOS, le operazio-
ni di I/O risultano più efficienti permet-
tendo un troughput complessivo tipico
di un super server! Per citare un sem-
plice «riscontro cronometrico», Quick
Index 1.5 evidenzia miglioramenti in ve-
locità, da tre a trenta volte, in qualun-
que potenziale collo di bottiglia. L’uso
del nuovo desktop è piacevole, alcune
operazioni come copie di dischi, instal-
lazione di nuovi dispositivi, cambio di
risoluzione sono immediate e non crea-
no «idiosincrasie da macchinosità». Le
applicazioni ST che girano con minori
problemi sul TT sono ovviamente quel-
le scritte in GEM: Wordplus, Calamus,
LDW Power, Dynacadd, Repro Studio,
ecc... Non pongono comunque seri
problemi neanche Arabesque, GFA Ba-
sic ed altri programmi non strettamen-
te GEM. Seri problemi pongono invece
molti programmi di grafica pittorica. Se-
condo I responsabili Atari un buon 35%
del software disponibile per ST gira
senza problemi anche sul TT. Che un
programma funzioni non implica che
sfrutti a pieno le nuove potenzialità. Ad
esempio la nuova risoluzione grafica
640x480 è disponibile soltanto con
Wordplus. Calamus può girare corretta-
mente sul TT solo alla risoluzione di
640 x 400
Conclusioni
Il TT rappresenta per molti versi l'asso
nella manica perl'Atan Corporation. I suoi
punti di forza sono, come tradizione, un
elevato contenuto tecnologico ad un
costo relativamente basso. I necessari
compromessi non riguardano le presta-
zioni ma una serie di dettagli costruttivi
che permeiti utenti sono poco significati-
vi. La macchina non viene venduta in
configurazioni entry levei trascurando un
mercato hobbystico e puntando tutto sul
professionale (la presenza standard del
68882 ne è una evidente conferma)
Sfortunatamente l'ST non e uno standard
nel professionale ed un obiettivo primario
é per ora l'integrazione in sistemi infor-
matici misti. Le ricche dotazioni di I/O,
LAN e SCSI sopra tutte, semplificheran-
no certamente tale integrazione. Per il
tradizionale utente Atari i! TT è molto
vicino alla dream machine e molto proba-
bilmente sarà il primo ad apprezzarne le
straordinarie doti. ps
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
129
PROVA
Unidata AX90G4
di Corrado Ciustozz’
C 5 erano una volta i mainframe. In
effetti ci sono ancora, ma sono
un po' diversi da quelli di una
volta. I mainframe di qualche anno fa
(non molti anni fa, diciamo una dozzina!
avevano una potenza di calcolo dell'or-
dine del MIPS, una memoria centrale
che andava da mezzo MByte ad un paio
di MByte. dei dischi da qualche centi-
naio di MByte. Una macchina del gene-
re all'epoca era considerata piuttosto
grande e veniva usata per servire qual-
che decina di utenti. Ovviamente il co-
sto di un mainframe era di molte cen-
tinaia di milioni, il peso di alcune ton-
nellate, il consumo di svariati chilowatt.
Diamo ora uno sguardo all'oggetlo in
prova questo mese: costa come una
piccola berlina, pesa poche decine di
chili e consuma meno di un tostapane;
eppure supera i 10 MIPS, arriva a 64
MByte di memoria, può avere fino a 2
GByte di disco. Più potente dunque di
un grasso mainframe del passato, ma
perfettamente alta portata di una piccola
azienda o di uno studio professionale
che possono trovare in esso la soluzio-
ne a tutti i problemi di calcolo intensivo
0 di informatizzazione in ambienti distri-
buiti.
La macchina in prova è l'ultimo pro-
dotto della Unidata che da sempre fa
della tecnologia per l'automazione
aziendale il suo credo. Per la cronaca il
piccolo «mostro" che a ha consegnato,
la cui sigla è AX90C4. detiene al mo-
mento il primato di macchina più poten-
te finora provata su queste pagine. Il
merito é ovviamente del microproces-
sore 80486 a 33 MHz, finalmen te dispo-
nibile in medi volumi, che a parità di fur-
to il resto consente un incremento nelle
130
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
UNIDATA AX90G4
preslazioni di circa un terzo rispetto al
chip precedente a 25 MHz.
li resto dei computer si commenta da
sé. La piastra madre può accogliere fino
a 16 MByle di RAM, che possono di-
ventare addirittura 64 MByte usando
moduli SIMM da 4 Mbit (peraltro ancora
rari); è presente una cache di secondo
livello da 64 KByte o 256 KByte per ot-
timizzare le prestazioni del microproces-
sore; il bus di sistema è misto ISA/EI-
SA, con 6 slot EISA a 32 bit e 2 slot ISA
a W bit; il cabinet tower, costruito su
specifiche Unidata con dettagli tipici dei
mini, permette di ospitare quattro me-
morie di massa accessibili dall'esterno
(in tre slot da 5.25" ed uno da 3.5") e
due dischi rigidi full-size interni dalla ca-
pacità massima di 1 Gbyte ciascuno: è
disponibile opzionalmente un alimenta-
tore dotato di batteria di emergenza in
tampone entrocontenuta. Altro che
mainframe!
Destinazione tipica di una macchina
del genere è, quasi naturalmente, la
multiutenza. Il costruttore la propone in
effetti in tre versioni: server di rete sot-
to OS/2 + Lan Manager o Novell, siste-
ma dipartimentale sotto Unix o worksta-
tion CAD sotto DOS. Quella che abbia-
mo ricevuto era configurata come ser-
ver di rete sotto OS/2 e, dunque, cor-
redata di schede Ethernet e di un ter-
minale intelligente Unistatìon per
permetterci effettivamente di lavorare
in ambiente distribuito.
Descrizione esterna
Il contenitore tower deH’AX90G4 è
piuttosto imponente ma la sua altezza è
tale per cui esso può anche entrare sot-
to una scrivania di altezza standard. Co-
me dicevamo in apertura si tratta di una
realizzazione originale su specifiche Uni-
data. come peraltro e consuetudine per
questo OEM romano che tiene molto ai
particolari costruttivi dei suoi prodotti. E
dobbiamo dire che da questo conteni-
tore traspaiono sicuramente un'attenta
progettazione ed una speciale cura per
I particolari. Già molte altre volte in pas-
sato, da queste stesse pagine, ci siamo
lamentati del fatto che macchine oramai
potenti come I mini (ed usate come tali)
meriterebbero anche una costruzione
meccanica adeguata, dotata cioè di tutti
quegli accorgimenti che conferiscano al
sistema le necessarie doti di affidabilità
e sicurezza. Fra tutti i «superpersonal»
da noi provati questo Unidata ci sembra
finora quello che più si avvicina a tale
filosofia, e la cosa non è affatto da tra-
scurare. Particolari come il reset sotto
chiave, l'apertura della fiancata sotto
serratura, i passacavi di protezione po-
steriori, le rotelline per il trasporto, le
Unidata AX90G4
Costruttore:
Unidata S.r.l.
Via S. Damaso. 20
00165 Roma
Prezil UVA esclusa)
AX90G4; 8048&33, 2S6 Kbyte
cache, 4 MByte RAM.
VGA, 1 floppy, Winchester
200 MByte Ut. 11.200.000
c.s. ma con Winchester
330 MByte Ut. 13.500.000
espansione RAM. ogni MByte Ut. 170.000
ventole supplementari di raffreddamen-
to dotate di filtri antipolvere, non sono
gadget secondari ma elementi essen-
ziali che distinguono un’impostazione
professionale da una convenzionale, ed
una macchina «heavv duty» da una
amatoriale. Discuteremo in dettaglio la
funzione di ciascuno di questi particolari
man mano che il discorso lo renderà ne-
cessario, anche se ci sembrava oppor-
tuno sottolinearne complessivamente la
presenza in apertura: per adesso prose-
guiamo con la descrizione delle parti
esterne del computer.
Il frontale nel suo stato normale pre-
senta in vista la sola serratura di sicu-
rezza oltre alle spie di alimentazione e di
attività del disco; l’interruttore di ali-
mentazione e le memorie di massa ac-
cessibili dall’esterno si trovano invece
riparati dietro un’antina incernierata la-
teralmente con chiusura a pressione. La
serratura dispone di tre posizioni, due
stabili ed una a ritorno automatico: le
prime due corrispondono allo stato di
tastiera attivata o disattivata, mentre la
terza innesca il reset hardware del com-
puter. L'aver messo «sotto chiave» il ta-
sto di reset è ovviamente una sicurezza
in più contro eventuali azionamenti in-
cauti 0 involontari che. in un sistema
specificamente destinato ad un utilizzo
in multiutenza, avrebbero ovviamente
conseguenze drammatiche.
Il pannellino contenente le memorie
di massa estraibili è inclinato di qualche
grado verso l’alto per permettere un mi-
gliore accesso alle unità. Esso prevede
lo spazio per tre moduli standard a mez-
za altezza da 5,25" ed uno da 3,5":
quest’ultimo, per risparmiare spazio, è
affiancato all’interruttore di alimentazio-
ne generale, che è rosso e dalle gene-
rose dimensioni in piena tradizione IBM.
Siccome i Winchester sono montati in-
ternamente in altre posizioni, tutti gli
spazi previsti in questo pannello posso-
no essere effettivamente utilizzati per
memorie estraibili: e c’è di che sbizzar-
rirsi quanto ad espandibilità perché do-
po aver montato un drive per microflop-
py, uno per minifloppy ed il consiglia-
tissimo streamer a cartucce di nastro
per il backup, rimane ancora uno spazio
libero per qualcosa d'altro (CD-ROM?).
Posteriormente troviamo nella parte
superiore del tower la sezione alimen-
tatrice ed in quella inferiore le feritoie
per le schede di espansione, ben otto in
tutto. In corrispondenza di queste ulti-
me SI può montare sul pannello una par-
ticolare «scatola» metallica avente la
funzione di copertura e protezione dei
connettori nonché di guida dei cavi in
uscita; tale accorgimento evita ovvia-
mente eventuali strappi ai cavi oltre a
limitare il rischio di smontaggi non au-
torizzati dei medesimi. Tale copertura
poggia, in basso, su una voluminosa
sporgenza del mobile che contiene una
delle numerose ventole di aerazione di
cui è fornita la macchina; il suo fissag-
gio avviene mediante grosse viti godro-
nate azionabili a mani nude.
Descrizione interna
Dicevamo in apertura che anche l'ac-
cesso all’Interno del computer è protet-
to da una serratura: tale accorgimento
serve principalmente per impedire mo-
difiche non autorizzate alla configurazio-
ne delle schede, cosa che per via del
bus EISA, potrebbe portare a malfunzio-
namenti del sistema; il bus EISA tiene
infatti conto sia del numero che della
posizione delle schede, richiedendo una
speciale riconfigurazione via software
ogni volta che qualcosa viene spostata
0 modificata. La serratura blocca in par-
ticolare l'estrazione del pannello laterale
sinistro del computer (per chi guarda dal
davanti), che è appunto quello posto sul
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
131
PROVA
UNIDATA AX90G4
lato schede della motherboard. Il pan-
nello opposto è bloccato da una vite a
mano posta all'interno del computer. In
definitiva la macchina non si può in al-
cun modo aprire senza l'apposita chia-
ve, a meno ovviamente di non danneg-
giarla piuttosto pesantemente dal punto
di vista meccanico.
Come SI vede dalle foto, l’interno,
benché piuttosto ricco di parti, e co-
munque caratterizzato dalla presenza di
ampi spazi liberi i quali consentono una
salutare circolazione dell’aria fra i vari
componenti- In effetti le problematiche
di raffreddamento sono state affrontate
con decisione dai progettisti Unidala, in
considerazione bella destinazione i>hea-
vy duty- della macchina sono infatti
LAN Manager: il NOS
diventa grande
Administrator
di Leopoldo Ceccarelli
L AN Manager 2.0 è contenuto in un ro-
busto contenitore in cartone formato da
due custodie estraibili. Una volta aperta la
confezione troviamo una serie innumerevo-
le di manuali
Il software fornito per la prova e conte-
nuto in ben 18 dischi da B" e 1/4 (ovvia-
mente si può avere anche un supporto ma-
gnetico da 3" e 1/2) tra setup per server e
workstation e driver vari il tutto sia per
OS/2 che per MS-DOS
Tra tanti manuali non sappiamo proprio
da dove cominciane, ma ecco infine che un
pregevole pieghevole ci illustra le fasce di
competenza dei manuali ed i rispettivi con-
tenuti principali.
Per il novizio una breve guida, una cin-
quantina di pagine m tutto, lo introdurrà nel-
l'ambiente delle reti. Si parla dei concetti
generali e dei termini chiave che un utente
di rete deve conoscere. Con estrema sem-
plicità e chiarezza viene spiegato che cosa
sia una rete locale, quali siano i componenti
che la compongono e quali i benefici appor-
tati da un ambiente di lavoro condiviso da
piu utenti.
Dopo questi primi passi viene mostrato
come il neofita possa effettuare il logon, la
connessione (e sconnessione) ad una risor-
sa condivisa o ad una coda d' stampa e co-
me sia possibile e facile inviare messaggi
ad altri utenti della rete. Pochi passi e po-
che pagine per illustrare in modo molto di-
scorsivo quelle nozioni che e bene siano
conosciute anche da un utente non specia-
Chi ha già una certa dimestichezza delle
problematiche LAN può affrontare diretta-
mente urta delle guide d'utente. Va detto a
questo punto che per quanto riguarda l'MS-
OOS ne esistono due: una LAN Manager
Enhanced ed una LAN Manager Basic.
Ovviamente la versione base mette a di-
sposizione solo un piccolo Shell di comandi
che pur essendo ressenziali» sono neces-
sarie e più che sufficienti nella maggior par-
te dei casi.
L'uso dei comandi di LAN Manager é ol-
tretutio molto semplificata da una interfac-
cia a finestre che, in modo semplice e ve-
loce, permette di conoscere i server condi-
visi dalla rete, analizzarne le risorse dispo-
nibili, effettuare i collegamenti alle risorse e
COSI via.
É ovviamente possibile poter utilizzare
anche semplici comandi m linea, > più
esperti potranno quindi evitare di caricare
l’interfaccià a menu ogni volta che debbono
effettuare operazioni in rete. Vediamo insie-
me qualcuno di questi comandi
Con net use possiamo condividere una
risorsa, mentre net use/deiete fornisce
l'effetto contrario. Piu m dettaglio con il co-
mando net use d \\serverl\editor la
sharename «editore del file server
«server! « e vista dall'operatore come un
disco logico d proprio. Per conoscere lo
stato di una coda di stampa a cui ci si è già
connessi SI osa net print cfevioename men-
tre per farlo stampare un file e sufficiente
net print fitename devicename. Esiste an-
che un help in linea net help fornisce la li-
sta dei comandi disponibili, net help co-
mando fornisce l’heip dello specifico co-
mendo.
Come vedete anche senza usare appositi
meno a finestra i comandi sono piuttosto
elemenian. Per la versione MS-DOS Basic i
comandi sono in totale sene. Molto più po-
tente è invece la versione Enhanced che
consente tra l'altro di conoscere i nomina-
tivi degli utenti collegati, cambiare la propna
password, inviare messaggi, spostare bloc-
chi di file, eco. Un’altra differenza tra le due
versioni DOS sta nella quantità dt memora
utilizzata 50 K e 120 K rispettivamente.
Molto potante, ed innovativo, è il LAN
Manager per workstation OS/2, dalla relea-
se 1.21 m poi. Sfruttando il multitasking e
la nuova versione del file sv&tem propri
deirOS/2 si ha la possibilità di onenere ca-
pacità di comunicazione tra processi, in
questo caso la stazione interessata offre un
sottoinsieme delle prestazioni tipiche di un
sen/er pur non operando come tale. La li-
mitazione é che sok) un altro utente ed il
propnetario possono condividere assieme la
risorsa offerta da quella macchina.
Le guide per l'amministratore sono total-
mente diverse da quelle degli utenti giac-
ché diverso e l’approccio.
Il primo manuale dell’amministratore, ve-
rosimilmente chi installa la rete si occuperà
anche della gestione, e il Microsoft LAN
Manager Installation Guide che è formia tra
l'altro di una quick reference per l’installa-
zione. CI pare estremamente succinta ed
efficace, l'amministratore di rete e guidato
secondo precise flow chart dalla accensio-
ne del computer fino alla completa installa-
zione del software. Le flow chart sono ov-
viamente due, una per le workstation MS-
DOS ed una per server e workstation OS/2
Seguendo direttamente questa procedura si
esegue una installazione, diciamo cosi,
iiguidatau, infatti la maggior parte delle n-
sposte sono di default mentre ci si soffer-
ma solo sulle opzioni che verosimilmente
andranno cambiate, gli account ad esem-
pio. Per capire esattamente cosa si sta fa-
cendo è bene consultare la guida vera e
propria, utilizzando magari il flow chart per
capire la procedura globale ed i pass> suc-
cessivi.
Sarebbe impossibile esporre tutte le pos-
sibilità di controllo e di mien/ento rnesse a
disposizione dal sistema operativo diretia-
mente o indirettamente, aH’amministratore
oltre ai lavon di «routine" Per questo mo-
tivo vogliamo enunciare solo alcuni aspetti
che ci sembrano particolarmente importanti
e/o innovativi dal punto di vista della sicu-
rezza e, più in generale, deH'affidabiliià.
LAN Manager dispone di una sene di ca-
ratteristiche atte a rendere tranquilli i sogni
deH’ammmistratore di rete.
Per esempio sappiamo perfettamente
che l’estrema velocità di risposta dei com-
puter è un’arma a doppio taglio. Quanti di
VOI hanno visto quei programmi che gene-
rano una sequenza velocissima di usema-
me e password fino a quando il computer
scemo (scemo lui o chi lo ha programma-
to?) non concede l’accesso a proposito,
succede la stessa cosa con gli antifurti per
132
MCmtcrocomputer n 106 - aprile 1991
PROVA
UN1DATA AX90G4
ben quattro le ventole supplementari in-
stallate nel sistema oltre a quella incor-
porata come standard nell'alimentatore,
Di una. quella posteriore, già abbiamo
detto poco fa. Altre due, dalle dimen-
sioni decisamente generose, sono po-
macchma, non lo sapevate’ Bene, non ap-
pena SI digita una password errata LAN
Manager produce una pausa di qualche se-
condo. un tempo che, esperienza alla ma-
no. non e avvertito dall'utente onesto, ma
sbadato, ma che risulta essere strategico
per bloccare i programmi interattivi di cui
Sempre al riguardo della sicurezza vi è la
possibilità del controllo diretto dell’utente.
Per ogni account l'amministratore può deci-
dere gli orari di abilitazione, il periodo di uti-
lizzo di una password e. questa è ancora
piu interessante, te stazioni di lavoro abilita-
te per singolo utente.
Altro lavoro 3 cui e chiamato >l gestore
della rete è l'installazione, la configurazione,
l'up-grading e l'ottimizzazione dei driver
supportati dalla rete, in questa fase è di ba-
silare aiuto, come il titolo lascia supporre, il
volume LAN Manager Network Dovice Dri-
ver Guide. LAN Manager permette di gesti-
re più server raggruppandoli in domini Ido-
main) e cioè considerandoli come se si trat-
tasse di una sola macchina.
In questa maniera è possibile eliminare
lavori ripetitivi, ad esempio è possibile mo-
dificare gli account di tutti i server dello
stesso domain con un'unica operazione.
Allo stesso modo si può aggiornare il soft-
ware di tutu I server di un certo domain.
Specificatamente per l’affidabilita è inte-
ressante il meccanismo «hot-fixu con cui
vengono protetti i dischi, nel caso di errore
di lettura 0 scrittura LAN Manager trasfen-
sce automaticamente i dati su spazi di me-
Sempre per il disco abbiamo il mirroring,
che consiste nell'accoppiare un disco fisso
ad un'altra unita di back-up. cosi facendo si
ha un duplicato dei dati e gli utenti possono
continuare il lavoro anche in caso di guasto
del disco primario. Molto interessante è la
possibilità di poter eseguire copie selettive
di dati da un server ad un altro secondo
ste in corrispondenza del pannello fron-
tale sotto le memorie di massa estraibili
ed hanno lo scopo di raffreddare le
schede di espansione ed i Winchester
Installati sul fondo del contenitore: a
quest'ultimo scopo è stala collocata,
una programmazione predefimta ed auto-
matica.
Nel caso di mancanza di energia elettrica
potremo apprezzare una particolare carette-
nsbca di LAN Manager riguardo all'uso dei
gruppi di continuità. Si può infatti utilizzare
un particolare sistema di alimentazione anti
black-out definito UPS lUninterrupt Power
Supplyl.
Allorché manca la corrente l'UPS notifica
l'evento al server attraverso una porta se-
riale.
Quando la batteria del gruppo di conti-
nuità sta per esaurirsi il server può vemre
disattivato dopo aver chiuso tutte <e sessio-
ni in maniera di non perdere alcun dato.
Torniamo alla confezione, troviamo anco-
ra un opuscolo con le note supplementari
dell'ultima ora (degni di menzione sono due
driver per gestione della memona estesa o
espansa che cortsentono di risparmiare un
bel po' di memoria convenzionale) ed il
Sytos Pius della Sytron.
Quest'ultimo è un potente tool di File Back-
up espressamente tagliato per LAN Mana-
ger
Sviluppi futuri
LAN Manager si basa sul DOS e
suirOS/2, a questi aggiunge un ambiente di
sviluppo aperto ad applicazioni client-server,
offre a livello di trasporto su rete una serie
nutrita di protocolli standard.
Vi è un ulteriore aspetto che vorremmo
mettere in luce ed è questo: LAN Manager
2.0 si presenta come una architettura aper-
ta Per ( programmatori è disponibile il LAN
Manager Programmer's Toolkit che com-
prende. oltre al Programmer's Reference,
anche esempi di codice LAN Manager. È
possibile quindi mettere a punto del soft-
ware specifico, ritagliato su specifiche del-
l'utente
Per quanto riguarda le interfacce per rete
davanti alla ventola piu bassa, una spe-
ciale flangia sagomata «ad ala» che di-
rige parte del flusso d'aria propno sulle
unità a disco. Notiamo che tutte le ven-
tole responsabili dello scambio d'aria fra
interno ed esterno sono dotate di filtro
I driver debbono essere scritti m base alle
specifiche NDIS (Network Device Interface
Specification) messe a punto e commercia-
lizzate da Microsoft insieme alla 3COM,
uno dei leader nel settore LAN.
In pratica il singolo costruttore scrive un
solo driver secondo specifiche NDIS senza
preoccuparsi minimamente del protocollo di
trasporto usato giacché è LAN Manager
che fornisce la possibilità di fare coesistere
diversi protocolli di trasporto. Massima con-
nettività per l'utente, quindi, massima oui-
minazione per il costruttore che non si de-
ve più preoccupare dei singoli protocolli
giacche conformandosi a questo standard li
offre praticamente tutti, massima conve-
nienza per LAN Manager che grazie a que-
sta possibilità invoglia i costruttori e incre-
menta l’offerta.
A proposito di accordi non possiamo non
citare il recente accordo tra Microsoft e
3COM, affiancati nella realizzazione di una
piattaforma LAN unica basata appunto su
LAN Manager.
Questo accordo favori l'installazione di re-
ti estese e multivendor, si avranno inoltre
altre funzionalità quali sistemi di connetti-
vità globale e di network management, che
forniranno un elevalo valore aggiunto alla
LAN.
Si tratta dunque di un notevole sforzo
congiunto Che mira a porre LAN Manager
come superamento dei sistemi operativi
proprietari per diventare ciò che l'MS-DOS
è per I PC. L’accordo non poteva lasciare
indifferenti i concorrenti (leggi IBM e No-
velli ed infatti a loro volta essi sono perve-
nuti ad un accordo che dovrebbe portare at-
l'integrazione commerciale del sistema ope-
rativo NetWare della Novell nella catena
IBM.
Tutto questo accade m un mercato che.
secondo alcuni studi, avrà per l'anno in cor-
so un tasso di crescita del 60%.. la rete si
allarga'
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
133
PROVA
UNIDATA AX90G4
amipolvere, un accorgimento da main-
frame. forse addirittura eccessivo in una
macchina di questa classe ma sintoma-
tico della cura con la quale è stata pen-
sata e realizzata. La quarta ventola sup-
plementare, di dimensioni questa volta
piuttosto ridotte, è posta direttamente
sopra il microprocessore 80486 median-
te un'apposita struttura metallica anco-
rata allo chassis: la sua presenza è pre-
cauzionale e serve ovviamente ad evi-
tare l'eventuale surriscaldamento del
chip anche durante il funzionamento
continuativo della macchina per lunghis-
simi periodi-
la piastra madre, come detto in aper-
tura, dispone di un banco di RAM a mo-
duli SIMM dalla enorme capacita; usan-
do I moduli convenzionali con chip da 1
Mbit SI può raggiungere la considerevo-
le cifra di 16 MByte, ma con quelli (nuo-
vi ed ancora rari! da 4 Mbit si può arri-
vare addirittura a 64 MByte on board,
un valore che fino a pochissimi anni fa
era appannaggio esclusivo dei più gros-
si fra I mainframe.
Il microprocessore, che come detto è
un 80486 con clock a 33 MHz. dispone
come noto di una cache interna da 8
KByte; questa viene però coadiuvata.
L'Uniserver
Uniserver e una macchina basata sul-
l'ottimo AX9000 specializzata al lavoro
di server di rete per mezzo di appositi dri-
ver.
I componenti che troviamo all'interno
mostrano immediatamente il taglio decisa-
mente professionale, come deve essere
quando si parla di un server di rete. Dob-
biamo innanzitutto sottolineare l’accoppiata
controller EISA a 32 bit e disco SCSI parti-
colarmente valida sul piano delle prestazioni
pure. Il disco presente nella configurazione
in prova con i suoi 330 MB può essere suf-
ficiente anche per una media utenza.
vita del server di rete non è facile e lo
è ancora di meno quella dei server destinati
a montare sistemi operativi di rete multita-
sking. In questo caso infatti al server verrà
richiesta anche potenza elaborativa e non
solo l'accesso a risorse condivise. Da que-
sto punto di vista la memoria è comunque
tanta. Per un server con LAN Manager, so-
no richiesti almeno 5 MB di RAM: i 16 MB
presenti sul nostro esemplare ci lasciano ab-
bastanza tutelati da questo punto di vista.
Nella configurazione fornita non è presen-
te alcun dispositivo di back-up, se diciamo
nessuno è pierchè immaginiamo non esista-
no persone dotate di buon senso che pos-
sano pensare di effettuare back-up giorna-
come e oramai pratica usuale, da una
cache esterna costituita da ben 256
Kbyte di RAM statica ad altissima velo-
cità. Essa permette di incrementare
sensibilmente le prestazioni del sistema
specialmente nell’uso in ambienti di
multitasking o multiprogrammazione,
dove i continui context switch si avvan-
taggiano particolarmente del più veloce
accesso alla memoria.
Il disco fisso installato nella macchina
in prova è un bell’esemplare full-size da
330 MByte con 15 millisecondi di tem-
po medio d’accesso Sono pero dispo-
nibili modelli dalla capacita di 200
Mbyte, 640 MByte e addirittura 1050
MByte, sempre di tipo full-size. Sicco-
me lo chassis dispone di spazio a suf-
ficienza per alloggiare due unità, la ca-
pacità complessiva del sistema può es-
sere di oltre 2 GByte, decisamente un
bel valore! I dischi sono di tipo SCSI e
vengono pilotati da un controller «intel-
ligente», dotato cioè di una propria lo-
gica e di una buona quantità di RAM a
bordo. Il controller sfrutta il nuovo bus
lieri usando dischetti, sia pure ad alta den-
sità. Per questo importante sen,nzio si può
però scegliere tra diverse soluzioni; si pos-
sono avere streamer con capacita di 150,
250 e 526 Mbyte.
Molto interessante ci pare la possibilità di
montare a richiesta un gruppo di continuità
interno.
Questa e senz'altro una dote notevole
poiché rende più tranquilla la vita al net-
work manager ed agli utenti, Abbiamo pro-
vato a staccare la corrente di rete, imme-
diatamente l’unità di alimentazione emette
un segnale di allarme di alcuni secondi, e
contir^ua ad alimentare il server per circa un
quarto d'ora.
Al di là della notevole capacità sia in ter-
mini elaborativi che di memoria l'Uniserver
ha il suo punto forte sul sistema operativo
basato sull’OS/2.
Il caro avecchio» DOS che ci ha servito
fino ad ora (sono felice del fatto che il mio
personal non sia cosciente di quello che
scrivo, finché dura...) è un sistema operati-
vo certamente affidabile e potente, ma è
stato pensato e implementato per i proces-
son disponibili parecchio tempo fa, e, se ri-
cordate, all’epoca il mitico 8088 INTEL non
era neanche il microprocessore più polente
disponibile.
Dal 80286 in poi la INTEL ha implemen-
tato SUI microprocessori il modo di funzio-
namento «protetto». Da quel momento è
stato virtualmente possibile implementare il
multitasking. Infetti le diverse applicazioni
concorrenti vengono isolate in modo hard-
ware in maniera che il blocco di una appli-
cazione non influenzi le altre. Con OS/2 si è
sfruttata questa proprietà per implementare
il funzionamento multitasking, ovvero per
avere più processi attivi contemporanea-
mente.
Avere piu processi attivi in un certo istan-
te implica la possibilità di avere un mecca-
nismo per trasferire mformaziom da un pro-
cesso ad un altro. Anche questo meccani-
smo è stato implementato in OS/2. Ora un
sistema operativo per LAN è qualcosa che
si appoggia al sistema operativo specifico
della macchina.
Se si utilizza un sistema operativo basato
suirOS/2, e LAN Manager è ovviamente
uno di questi, tutte le capacità proprie
de!l’OS/2 si estendono automaticamente al-
l’ambiente di rete.
L’architettura client-server è il componen-
te cardine delle aj^licazioni LAN. Nel caso
di NOS aventi il DOS come base non c’è
un vero colloquio tra la workstation e il ser-
ver, quest’ultimo si limita ad inviare al Client
Il file 0 il record richiesto.
L’Uniserver è basato sull’OS/2 ed II signi-
ficato di Client-server cambia un pochino.
Infatti vengono considerate le due parti di
una applicazione (per applicazione intendia-
mo il programma specifico che utilizziamo
134
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
UNIDATA AX90G4
EISA assicurando pertanto un transfer
rate sempre elevatissimo.
Fra le schede di espansione fornite
con la macchina notiamo una porta
Ethernet ed una SVGA basata su chip
Trident in grado di montare 1 MByte di
RAM per raggiungere modi grafici piut-
tosto estesi quali il 1024x768 in 256
colori
Ultima annotazione: nella macchina in
prova era montato lo speciale alimenta-
tore dotato di batteria tampone, in gra-
do di assicurare una decina di minuti di
per lare qualcosa di nostro uso e cor>su-
mo), quella montata sul server e quella
montata sul vostro PC. La parte client chie-
de le informazioni atl'utence e dopo averle
masticate secondo il caso le spedisce al
sen/er. La parte server riceve le richieste,
le elabora e le invia al Client. Questa parti-
colarità SI traduce in una maggiore potenza
per l'esecuzione di programmi sul server.
Molto interessante, sotto questo aspetto, è
la possibilità di usare il potente data base
relazionale SQL Server della Microsoft.
Finora abbiamo visto le prestazioni pure
mentre non abbiamo assolutamente accen-
nato ad un aspetto che per molti utenti è <1
punto fondamentale per la valutazione della
bontà di un server. Stiamo parlando della
affidabilità, a proposito della quale non si
possono fare delle stime ad occhio o a pe-
so giacché si parla di parametri che hanno
a che fare con la statistica. Pertanto ci
guarderemo bene daH'awenturaro in valu-
tazioni avventate e senza basi certe. Ad
^ni modo ci rendiamo conto che la nostra
è la stessa situazione che si pone ad una
società 0 uno studio professionale intenzio-
nati a munirsi di una rete interna e pertanto
non possiamo comunque mettere in luce
alcuni aspetti esteriori che lasciano ben
sperare. La qualità realizzativa é molto ele-
vata ed inoltre l’integrazione spinta implica
un aumento diretto dell’sffidabilità del siste-
Una buona impressione la ricaviamo inol-
tre dall'esame di alcuni particolari costruttivi
non secondan, quali la protezione della con-
autonomia all’intera macchina in caso di
assenza di tensione di rete.
Impressioni d'uso
In questo paragrafo limiteremo di ne-
cessità il resoconto suH’utilizzo del si-
stema ai soli particolari operativi di ca-
rattere generale in quanto il funziona-
mento specifico come server è oggetto
di un più ampio commento separato.
Cominciamo ovviamente parlando
delle prestazioni che, come c'era da
nessione dei cavi o l'accesso alla tastiera
che può essere messo sotto chiave, che la-
sciano capire come nessuna variabile, an-
che apparentemente secondaria, sia lascia-
ta al caso.
Tutto sommato questa macchina si pre-
senta come un sistema per LAN medio-pic-
cole capace sicuramente di dare il meglio in
combinazione con sistemi operativi, come il
LAN Manager fornito di serie, che ne pos-
sano sfruttare le notevoli caratteristiche.
Per quanto riguarda il prezzo della macchina
server comprensiva di sistema operativo
questo deve essere inquadrato nell'ambito
del target che si prefigge. Abbiamo detto
che la macchina è tagliata per utenze me-
dio piccole, parliamo ovviamente di un uni-
co Uniserver (scusate il gioco di parole ma
è dall'inizio dell'articolo che mi trattenevo):
bene il prezzo è molto, molto concorrenzia-
le. è pur vero che la concorrenza nblasona-
la» può vantare delle macchine costruite
appositamente mentre la Unidaia ha adatta-
to una macchina di sene. L'uso del 486 a
33 MHz però rende comparabili le presta-
zioni con la concorrenza mentre il prezzo ri-
mane concorrenziale. Altri punti positivi so-
no rappresentati innanzitutto dai sistemi
operativi utilizzabili, praticamente quanto di
meglio offre il mercato.
Decisamente la UNIDATA sembra aver
affrontato con idee chiare, sul piano della
qualità, del servizio e del prezzo, un merca-
to destinato ad una crescita esponenziale
nei prossimi anni.
LC.
aspettarsi, sono entusiasmanti. Il 486
con clock a 33 MHz consente infatti un
incremento teorico netto del 33% circa
rispetto ad un comune 486 con clock a
25 MHz. ed i ben 256 KByte di cache
esterna si fanno nettamente sentire. In
termini assoluti i nostri benchmark in-
terni sono dunque concordi nell’asse-
gnare a questo Unidata una velocità su-
periore di oltre cinquanta volte rispetto
a quella del PC originale, il che equivale
grosso modo a dire che esso è in grado
di fare in un minuto ciò che un PC fa-
ceva in un'ora. Una simile potenza di
calcolo è ovviamente necessaria per far
girare sistemi operativi pesanti quali
Unix e ancora di più OS/2, specie se
quest’ultimo è caricato col Lan Mana-
ger. Notiamo che in entrambi i casi la
presenza di un cospicuo numero di
MByte di memoria centrale (almeno 8)
diventa un «must» se non si vuole de-
gradare il throughput del sistema.
Ottime anche le prestazioni del disco,
vero collo di bottiglia in applicazioni mul-
tiutenti o di rete. L’alta velocità intrin-
seca di accesso, aiutata dalla velocità
del controller, contribuisce a mantenere
l'unità sempre ai massimi livelli di resa.
Il throughput complessivo risulta per-
tanto elevato e soprattutto ben equili-
brato. Ovviamente il massimo vantag-
gio per l'utente si ricava non usando il
vecchio ed inefficiente file System a
FAT del DOS ma i file System ad alte
prestazioni di OS/2, di Unix o del server
Novell.
I particolari costruttivi citati in prece-
denza ci sembrano una garanzia sull’af-
fidabilità della macchina anche per im-
pieghi intensivi ed in condizioni gravose.
In mancanza di un gruppo di continuità
esterno, sempre auspicabile in installa-
zioni «sene», la batteria tampone inter-
na all'alimentatore (che, lo ricordiamo, è
un dispositivo opzionale) è altamente
raccomandata. Il suo scopo non è, co-
me forse qualcuno penserà, quello di
permettere al sistema di lavorare a lun-
go in assenza di rete, bensì quello di of-
frire all’operatore il mimmo di autono-
mia necessaria per effettuare uno shut-
down ordinato; cosi facendo si mette il
file System al riparo dal rischio di cor-
ruzione, inevitabile In caso di spegni-
mento brutale, in modo che quando tor-
nerà la tensione di rete si potrà ripren-
dere immediatamente a lavorare senza
dover effettuare i lunghi check e le te-
mute riparazioni sulla struttura dei file.
Notiamo a tale proposito che questo di-
spositivo è in grado di segnalare al si-
stema lo stato dell'alimentazione; basta
coliegare ad una porta seriale lo specia-
le cavetto uscente dall’alimentatore.
II costruttore fornisce appositi driver
135
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
PROVA
UNIDATA AX90G4
Soc;s una viaia
genersis (Sei txmouler
eoeno Notare in basso
secondo wnchester
A /ianco la scheda
Elheinet
Sotto II eenireiler SCSI
Sopra panicolate del reset ‘sotto chiave-
Sotto dettaglio del BIOS
software per i principali sistemi opera-
tivi, I quali cosi sono messi in grado di
monitorare il sottosistema di manteni-
mento effettuando eventualmente in
modo del lutto automatico lo shutdown
controllato nel caso in cui l'autonomia ri-
masta scenda al di sotto di un determi-
nato valore critico. Un sistema muJtiu-
tente non deve mai fermarsi, ma nel ca-
so si fermi deve almeno farlo nel modo
meno traumatico possibile'
Conclusioni
Concludiamo con il consueto esame
del listino prezzi. È chiaro che le cifre
variano sensibilmente a seconda delle
varie opzioni installate, dunque per
orientarci vedremo alcune configurazio-
ni tipiche, In ogni caso i prezzi compren-
dono un floppy e la VGA ma non il mo-
nitor Cominciamo dalla versione piu
piccola, che essendo dotata di ksoIi'< 4
MByte di RAM e 200 MByte di disco è
adatta essenzialmente ad un uso mo-
noutente (diciamo il CAD)' il suo costo
e di undici milioni e duecentomila lire.
Volendo aumentare la RAM ad 8
MByte, il mimmo se si vuole usare Unix
0 OS/2, il prezzo sale a quasi undici mi-
lioni e novecentomila lire, volendo inve-
ce il disco da 330 MByte anziché quello
da 200 MByte il prezzo sale a tredici mi-
lioni e mezzo, In ogni caso con seicen-
tomila lire in piu si può ottenere l'ali-
mentatore con batteria tampone.
Cosa succede, per curiosila, all’estre-
mo superiore? La macchina espansa al
massimo in configurazione da fanta-
scienza. con 32 MByte di RAM e 2,1
136
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
PROVA
UNIDATA AX90G4
La Unistation
I n ogni rete il server, per quanto bello sia,
viene utilizzato da posizione remota. Il
modo piu immediato per accedere alle ri-
sorse condivise è quello di connettersi, tra-
mite una scheda inserita in un personal, al-
la rete. Una seconda soluzione è quella
che ci viene presentata dalla UNIDATA con
le Umstation.
Le Unistation sono, come si intuisce dal
nome, dei posti di lavoro ottimizzati per l’u-
iilizzo in LAN.
Si tratte in pratica di tre macchine che
utilizzano processori del tipo 80286 o
80386SX. e quindi abbastanza potenti,
aventi di sene l’interfaccia per connettersi
alla LAN.
Estremamente gradevole all'occhio, la
Unistation, con un corpo base slim di di-
mensioni compatte, è decisamente un og-
getto grazioso.
Le dimensioni del corpo «pensanteu so-
rto 30 per 7 (frontale per altezza) per una
profondità di 36 cm.
In pratica si tratta di ven e propri Perso-
nal fornibili a richiesta con un video ad alta
definizione monocromatico o colore e
scheda VGA normale o super. La tastiera
di sene e quella estesa. Nel caso in cui l'in-
gombro rappresenti un problema si può
opzionalmente avere una tastiera compatta
0 un video da 9".
La memoria vana dai 640k minimi del
modello UNI286E agli 8 MB massimi della
UNI386E.
Effettivamente sembra proprio che stia-
mo parlando di comunissimi compatibill-
AT, immaginiamo vorrete quindi sapere do-
ve Sia il guadagno e a chi serve. Presto
detto. Il pnmo aspetto positivo ò H rispar-
mio: una Unistation in configurazione stan-
dard non ha dischi, quindi per forza di cose
deve costare meno di un personal di pan
caratteristiche ma completo.
Di ntomo occorre anche considerare che
l’assenza di parti m movimento e di sup-
porti magnetici aumenta notevolmente l’af-
fidabilità del sistema. Il buon senso dice in-
fatti che 1 pezzi che non ci sono non si
rompono e, si sa. l’affidabilita del supporto
di massa influisce pesantemente sulTaffi-
dabihtà dell’intero sistema.
L’uiilizzatore finale non potrà certamente
essere una persona che sviluppa software.
rUnisiation si rivolge a personale meno
specializzato che magari usa il PC solo per
editare testi e per il quale utilizzare un co-
modo sistema a finestre per accedere agli
applicativi può essere di grande aiuto.
L’uso della Unistation permette di risol-
vere anche un particolare aspetto, priorita-
rio in particolari ambienti di lavoro, quale
un accesso controllato alla rete e quindi un
elevato grado di sicurezza intrinseca. Nes-
suno potrà copiare software o dati presenti
sul server, né, tantomeno, aggiungere so-
ftware in modo non controllato. Capirete
benissimo che. con tutti i virus che girano
di questi tempi, il poter limitare «fisicamen-
te» gli utenti non é vantaggio da poco.
< La scheda Elhernal ó /ornila di conneltore coas-
siale e DBIS
Nel oannello posteriore si noia ira l'alno la minu-
scola veniol» di mffreddamenK
Bene, abbiamo un PC senza dischi, lo at-
tacchiamo m rete, e poi? Come facciamo il
bootstrap? Che sedati, è una fortuna che i
progettisti ci abbiano pensato fornendo
due diverse possibilità. Possiamo effettua-
re il boot per mezzo di ROM interna con-
tenente l’MS-DOS 0 in maniera remota
usando la rete. Nella ROM è eventualmen-
te possibile installare dei programmi base
necessan per l'apertura di un canale di co-
municazione 0 per qualsiasi altra necessità
dell’operatore. Il boot remoto consente al-
l'amministratore di rete di poter variare con
estrema facilità il tipo di accesso nonché i
file di configurazione per tutti gli utenti.
Le Unistation possono opzionalmente
essere comunque dotate di un floppy disk
da 3,5" o di un hard disk da 40 MB. in
questo caso però vengono a cadere molti
dei vantaggi suddetti, it loro utilizzo deve
essere quindi attentamente valutato Ciò
vale in particolare per il floppy disk il cui
uso è consigliato solo m virtù di una reale
necessità in quanto il poter prelevare ed
immettere file senza controllo può essere
pericoloso. Costo a parte invece l’adozione
dei disco rigido da 40 MB non ha altre con-
troindicazioni e potrebbe essere utilizzato
con soddisfazione come unità di back-up
locale.
Sul retro della macchina a nostra dispo-
sizione troviamo due interfacce seriali ed
una parallela che ci consentono di connet-
tersi localmente a stampanti, modem,
mouse e quani’attro sia fornito delle inter-
facce suddette. La connessione con la rete
è affidata ad una scheda Ethernet dotata
sia di un bocchettone BNC, che va usato
con un cavo coassiale sottile, e di un con-
nettore DB) 5 per cavo drop collegabile ad
un transceiver esterno.
Le schede di rete a catalogo sono mol-
teplici e permettono la connettività presso-
ché totale, tra l'altro e possibile utilizzare
applicazioni DOS, OS/2 e Windows in am-
biente Novell NetWare, Microsoft LAN Ma-
nager e Unidata Network-OS (scheda
NE1000 compatibile) ed ancora in ambienti
Unix, TCP/IP e NFS, ed anche Lantastic
(scheda WD 800E compatibile).
Decisamente la Unistation è un prodotto
interessante ben mgegnenzzato e che mo-
stra, piu che lo stesso Uniserver, le reali in-
tenzioni Umdata di proporsi come fornitore
di servizi globali per reti locali. Oltre all’U-
niserver e ail’Unistaiion troviamo in catalogo
schede Ethernet e Token Ring con bus XT,
AT 0 MCA, bridge e irasceiver, La Unidatà
mette a disposizione anche un sen/izio ca-
pillare al cliente towiamentel, sia per l'as-
sistenza che per l’installazione hardware e
software. LC.
GByte su disco, viene poco meno di
trentuno milioni: cifra apparentemente
alta in termini assoluti ma ridicolmente
contenuta se paragonata al costo di
molti mini e supermini anche piuttosto
recenti ma caratterizzati da capacita lar-
gamente inferiori.
In definitiva il giudizio su questa mac-
china non può che essere positivo. Si
tratta di un prodotto pensato per un im-
piego pesante e realizzato con cura ed
attenzione. Le sue prestazioni e la co-
struzione robusta sono ottimi segnati
che ne fanno prevedere un buon com-
portamento sul campo anche in situa-
zioni stressanti. Ovviamente l’applica-
zione ideale, lo ripetiamo ancora una
volta, e quella in ambienti distribuiti ma
anche nell’uso monoutente come su-
perstazione CAD questa macchina può
trovare una eccellente riuscita. ,-i
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
137
PROVA
Polaroid
Presentation Copiar
di Massimo Truscelh
M a adesso MC pubblica gli artico-
li anche sulle fotocopiatoci?...
Errore!
Conveniamo con voi che fermandoci
alla visione superficiale della foto di
apertura di questo articolo l'idea che si
può trarre deH'oggetto presentato é
quello di una fotocopiatrice: m effetti il
Polaroid Presentation Copiar è un og-
getto che solo marginalmente interessa
il settore informatico prophamente det-
to, ma è sicuramente uno di quei pro-
dotti. ai quali la Polaroid ci sta abituan-
do. che merita l'attenzione di chi si
occupa di office automation.
Si tratta di uno strumento per la ripro-
duzione fotografica su pellicola 35 mm
0 supporto Polaroid di documenti fino al
formato A4 ed in genere di oggetti di
spessore non elevato, il suo campo di
applicazione é molto vasto ed in alcuni
ambiti rappresenta veramente uno stru-
mento insostituibile, ma vediamone
meglio le caratteristiche.
Descrizione
Il nome in codice del prodotto in
esame è IPC-2 e, sinceramente, una
volta giunto in redazione, siamo rimasti
un po' perplessi per le sue dimensioni.
Si tratta di un oggetto che come
abbiamo già detto non ha esattamente
delle valenze strettamente informatiche,
ma che se impiegato nella maniera più
accorta può essere molto utile anche in
ambiti attinenti alla desktop presenta-
tion, al desktop publishing, al trattamento
delle immagini ed alla produzione tipogra-
fica tradizionale, e se vogliamo, può
essere utilizzato anche per la catalogazio-
ne di piccoli oggetti. Il Presentation Co-
piar SI presenta come una grossa "scato-
la» contraddistinta da un’appendice late-
rale a sbalzo; sul frontale un pannellino
operativo assimilabile a quello di una
fotocopiatnce offre indicazioni, regolazio-
ni e tasti operativi che permettono di
adattare la risoluzione e le caratteristiche
fotografiche al formato del documento,
dell'oggetto o dell'Immagine che si inten-
de riprodurre, sia essa un testo, un'illu-
strazione. la pagina di un depliant, di un
catalogo o di una rivista.
138
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
POLAROID PRESENTATION COPIER
Il pannello di controllo è essenzial-
mente composto di un indicatore della
dimensione dell'immagine da acquisire
a scelta, come vedremo più avanti, tra
due formati; di un selettore del dorso
fotografico (35 mm oppure 8,3 x 10,8
cm Polaroid); di un selettore di pellico-
la; di un comando slider per la regola-
zione delta luminosità e contrasto, sud-
diviso in due scale distinte attivate o
meno in funzione della selezione della
pellicola; di un display alfanumerico a
due cifre in grado di indicare il numero
di scatti utili per il formato 35 mm ed
eventuali codici di errore; il pulsante di
copia ed un indicatore di attesa che
lampeggia quando il Presentation Co-
piar svolge funzioni che non permetto-
no la «manovrabititàii da parte dell’ope-
ratore.
Di fianco al pannellino operativo può
trovar posto, in una scanalatura a tal
fine predisposta, uno dei mini-manuali,
in inglese, francese o tedesco, che ri-
porta le istruzioni basilari per il corretto
funzionamento del dispositivo.
La parte superiore è occupata dal
piano di acquisizione, costituito, analo-
gamente ad una tradizionale fotocopia-
trice. da una spessa lastra di vetro tra-
sparente sormontata da un coperchio
plastico asportabile: una soluzione che
permette la riproduzione da libri volumi-
nosi e la riproduzione di oggetti con un
certo spessore.
Sempre sul piano superiore, in prossi-
mità del vetro, è presente una barretta
metallica che seleziona due diversi fat-
ton di ingrandimento: uno adatto al for-
mato A4, l'altro indicato per il formato
americano 5X7 pollici. Il Presentation
Copier viene fornito completo di un
foglio di acetato recante le mascherine
corrispondenti ai due formati utilizzabili
in modo da permettere l'esatto posizio-
namento deiroriginale.
Paisraid Presentation Copier
Produttore e Distributore:
Polaroid Italia Spa, Via Piave 1 1.
21051 Arciaate tVA). Tei: 0332/470031.
Prezzo UVA esclusali
Polaroid Presentation Copier L. 4.700.000
Ancora nella parte superiore del Pre-
sentation Copier sono presenti due di-
versi dorsi fotografici per l'impiego di
normali pellicole fotografiche 35 mm o
delle celebri pellicole a sviluppo e stam-
pa immediata che si avvalgono del pro-
cesso Polaroid-
li dorso 35 mm è quasi compieta-
mente automatizzato; l'aggancio ed il
posizionamento della pellicola sono se-
miautomatici ed avvengono automatica-
mente non appena si chiude il dorso;
l'avanzamento dopo ogni scatto è auto-
matico, cosi come è automatico il riav-
volgimento a fine pellicola. Il dorso Pola-
roid è invece di tipo manuale: non si
avvale di alcun automatismo e sincera-
mente avremmo preferito poter contare
su funzionalità più avanzate.
Il Presentation Copier è infine fornito
con una sviluppatrice automatica moto-
rizzata per le pellicole Polaroid 35 mm a
sviluppo immediato per la produzione di
slide a colori o bianco/nero e di una
taglierina per il montaggio delle slide nei
consueti telaietti plastici.
Hardware
La «ferraglia» che costituisce il Pre-
sentation Copier è di natura prevalente-
mente ottica, anche se bisogna ammet-
tere che l'elettronica gioca un ruolo
piuttosto importante. Accedere all'inter-
no non è cosa semplice poiché la scoc-
ca plastica è suddivisa in più parti e
ricopre uno chassis metallico stipato di
numerosi elementi elettro-meccanico-
ottici: l'interno del Presentation Copier
ospita infatti due diverse torrette ognu-
na con un gruppo ottico di due distinti
obiettivi per ogni dorso; una serie di
specchi, alcuni dei quali motorizzati, che
si muovono in funzione del dorso sele-
zionato. le schede con l'elettronica di
controllo delle funzioni automatiche del
dorso 35 mm, del controllo delle torret-
te con i gruppi ottici, del controllo delle
funzioni relative alla sensibilità delle pel-
licole selezionate; infine del controllo
delle due lampade ad alta potenza, in
pratica due lampade flash, che con il
numero, la durata e la potenza dei loro
lampi determinano la corretta esposizio-
ne della pellicola fotografica.
Bisogna ammettere che la realizzazio-
ne è molto accurata e si avvale di
numerosi motorini elettrici che sovrin-
tendono praticamente a tutte le funzioni
meccaniche dell'apparecchiatura, com-
presa la rotazione delle torrette corri-
PROVA
POLAROID PRESENTATION COPIER
spondenti ai due dorsi ed il posiziona-
mento dell’obiettivo più adatto al forma-
to selezionato.
Molta cura è stata riservata alla sezio-
ne di pilotaggio e potenza delle due
lampade ad alta potenza, ognuna dotata
di un proprio alimentatore e conseguen-
temente di una propria sezione dedica-
ta: alla sezione di controllo de! pannelli-
no operativo e della gestione del dorso
fotografico 35 mm.
Uso
Il Presentation Copier può essere uti-
lizzato con un numero molto elevato di
tipi di pellicola. Il pannello frontale per-
mette la selezione delle pellicole Polaro-
id T669 e T691, rispettivamente per
foto su carta e pellicole trasparenti a
colon nel classico formato 8.3 x 10.8
cm; PolaSlue, per diapositive 35 mm
immediate bianco su blu ad alto contra-
sto; PolaChrome, per diapositive imme-
diate 35mm a colon; PolaPan, per dia-
positive 35 mm immediate in bianco e
nero; PolaGraph, come la precedente,
ma per diapositive ad alto contrasto;
infine, le pellicole Polaroid Presentation
Chrome per la produzione di diapositive
a colon con i tradizionali processi foto-
grafici (E-6).
Quesl’ultima selezione permette logi-
camente l'impiego di pellicole di altre
marche purché con una sensibilità di
100 ASA e quindi non necessariamente
per la produzione di slide, ma anche di
negativi tradizionali a colon e b/n per la
successiva realizzazione di stampe di
qualsiasi dimensione con i tradizionali
processi fotografici
La qualità delle diapositive 35 mm è
veramente molto buona (potrete con-
statarla dagli esempi pubblicati! e, con-
siderando che l'operatività deH’ulente è
realmente minima, si può tranquilla-
mente affermare che la facilità d'uso
con le pellicole 35 mm è paragonabile
effettivamente a quella di una fotoco-
piatrice.
Diverso e il discorso con le pellicole
Polaroid utilizzabili con il dorso dedicato,
in pratica le T-669 per stampe a colon e
le T-691 per la produzione di trasparenti
a colon adatti alta proiezione da lavagna
luminosa.
La qualità di questo tipo di pellicole è
sicuramente inferiore, ma il vantaggio di
poter disporre immediatamente delia
copia dell'Immagine originale e senza
dubbio innegabile
Nelle prove condotte m redazione ab-
biamo avuto modo di notare che pur-
troppo l'impiego di queste pellicole e
piuttosto macchinoso, forse anche a
causa della nostra inesperienza
Il processo di sviluppo immediato sul
quale si basano queste due pellicole
sfrutta un particolare tipo di supporto
costituito da due fogli uniti a sandwich,
uno rappresenta la superficie sensibile
alla luce, l'altro è il supporto cartaceo o
lucido sul quale l’immagine viene fissa-
ta; perché ciò possa avvenire é neces-
sano attivare un reagente chimico con-
tenuto in una membrana disposta all’in-
terno del medesimo sandwich- l’attiva-
zione del processo avviene con la rottu-
ra della membrana al passaggio del fo-
glio di pellicola tra due rulli cilindrici
metallici che provvedono contempora
neamente a distribuire il reagente chi-
mico uniformemente mentre si estrae
la pellicola Polaroid dal dorso conse-
guentemente alla sua esposizione Se
l'estrazione avviene con un movimento
irregolare e se i rulli sono sporchi (in
proposito la Polaroid raccomanda prati-
camente in quasi tutte le pagine del
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
POLAROID PRESENTATION COPIER
manuale la pulitura periodica di tali rulli)
il reagente può non distribuirsi unifor-
memente sulla superficie sensibile
creando in qualche caso delle zone
d'ombra o di mancato sviluppo dell'im-
magine.
Avremmo preferito, visto che esisto-
no e visto che il costo non avrebbe
probabilmente influito in maniera deter-
minante, l’adozione di un più moderno
dorso fotografico Polaroid motorizzato
del tipo adottato su altri prodotti della
stessa Polaroid come ad esempio il
Freeze Frame.
Esposte le dovute considerazioni ri-
guardanti questo aspetto del Presenta-
tion Copier bisogna anche ammettere
che il suo uso è veramente semplice e
soprattutto che il suo utilizzo è realmen-
te insostituibile in alcuni casi.
Abbiamo provato a «fotografare» ol-
tre che immagini da supporti piani, an-
che oggetti di vana foggia e di dimen-
sioni più 0 meno piccole con risultati
sorprendenti.
Il Presentation Copier può essere uti-
lizzato oltre che per la produzione di
slide adatte a presentazioni, magari uti-
lizzando come originali delle semplici
stampe eseguite da una stampante la-
te lorreiie girevoli che ostmeno le oiiiche
lo specchio di deviazione dell'immagine
ser 0 grafici prodotti da un tradizionale
plotter, anche per settori di applicazione
piu ampi
Ad esempio, se è necessario catalo-
Gli accessori
Un discorso a parte mentano la sviluppa-
trice automatica per pellicole 35 mm, deno-
minata 35mm PowerProcessor, e la taglie-
rina par il montaggio dei lelaietti per diapo-
sitiva fornita in dotazione con il Presenta-
tion Copier
La prima è stala espressamente concepi-
ta per il trattamento delle pellicole Polaroid
35 mm del tipo a sviluppo immediato
Al suo interno devono essere posizionati
il rullo da sviluppare e la corrispondente
scatola dei reagenti chimici che e consiglia-
bile conservare m frigorifero e lasciar «am-
bientare» almeno mezz'ora prima deH'uiiliz-
zo La sviluppatrice e di uso abbastanza
semplice e per la sua conformazione è
piuttosto difficile sbagliare le operazioni di
sviluppo
Una sene di regolator e di spie luminose
permettono di adattare i tempi di sviluppo
alle caratteristiche della pellicola II procedi-
mento avviene in maniera automatica ed il
suo avvenuto completamento vierre segna-
lato dall'emissione di un segnale acustico e
dal lampeggiamento di una spia luminosa
Il tempo massimo di sviluppo é di circa
quattro minuti, ma dipende esclusivamente
dal tipo di pellicola impiegato
I risultati migliori si ottengono ad una
temperatura di 21 gradi Celsius, ma e
possibile adattare i tempi di sviluppo alle
temperature allungando eventualmente i
tempi se la temperatura é più bassa di tale
valore
La taglierina dispone di un piano lummo-
alimentabile da quattro pile a secco
oppure mediante un alimentatore
esiemo-
Una lente permette di posi-
zionare in modo esalto la
diapositiva da montare nel te-
laietto in modo che l'immagine sia
allineata ad esso ed una taglierina
scorrevole consente di tagliare con pre-
cisione il fotogramma una volta montalo
I ai due dorsi lolograhci, nel caso del 35 mm si noli
gare piccoli oggetti appartenenti ad un
medesimo gruppo di una collezione,
con il Presentation Copier l'operazione
può essere molto agevole, cosi come
può risultare indispensabile per riprodur-
re immagini da oggetti piani per un loro
eventuale inserimento in processi tipo-
grafici tradizionali. Un campo di applica-
zioni vastissimo che trova la soia limita-
zione della fantasia dell'utente.
Conclusioni
In queste note conclusive è bene
considerare che il Presentation Copier è
un prodotto che esula in un certo modo
dal campo di interesse principale di
MCmicrocompuler e che di conseguen-
za I giudizi espressi possono logicamen-
te essere non del tutto esatti, ma ci
sembra che il Polaroid Presentation Co-
piar sia un oggetto che non può trovare
riscontro in un pubblico di appassionati
e/o di hobbysti, ma pnncipalmente pres-
so un'utenza evoluta e professionale;
per tale ragione il suo costo ci sembra
ben rapportato alia qualità della realizza-
zione. seppur con qualche riserva sul
dorso Polaroid adottato, e soprattutto
alle prestazioni in grado di offrire.
La sua collocazione ideale ci sembra
all'interno di studi di riproduzione, m
ambienti editoriali e fotografici, nell'am-
bito dei supporti audiovisivi di piccole e
grandi aziende oltre che per applicazioni
legate alla produzione di presentazioni
audiovisive. In definitiva un altro prodot-
to che mantiene i dovuti riferimenti con
il mondo professionale verso i) quale la
Polaroid ha sempre riservato la giusta
attenzione.
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
141
PROVA
Texas Instruments
microLaser
di Massimo Truscelli
T erminata la fase di espansione del
mercato delle stampanti ad impat-
to con tecnologia della testa di
stampa a 24 aghi, sembra che il futuro
prossimo venturo debba vedere l'asce-
sa di quel segmento rappresentato dalle
stampanti laser.
Di costo elevato o meno: ad alta o
bassa velocità: con o senza PostScript;
con interfaccia parallela Centronics, se-
riale RS232 o bus AppleTalk; con più o
meno emulazioni; con dotazioni più o
meno ricche di foni e/o di memoria; a
tecnologia laser tradizionale o a matrice
di led: le stampanti laser sembrano es-
sere le protagoniste degli anni Novanta.
Nel variegato mondo informatico non
c'è nome, più o meno tradizionalmente
legato al settore delta stampa, che non
abbia intensificato la ricerca e lo svilup-
po nel settore delle stampanti laser ar-
rivando a proporre negli ultimi tempi
una vera messe di nuovi modelli con
prestazioni sempre più avanzate e con
prezzi sempre più invoglianti all'acqui-
sto.
Questo mese parleremo di un prodot-
to che, contraddistinto da un marchio
come quello della Texas Instruments,
non legato principalmente al settore dei
dispositivi di stampa, ma comunque un
marchio «storico» per l'informatica,
sembra offrire prestazioni avanzate ad
un prezzo molto conveniente e, partico-
lare non trascurabile in vista di un even-
tuale mutare delle esigenze dell'utente,
una elevata espandibilità.
Descrizione
La stampante laser Texas Instrumen-
ts microLaser è disponibile in numerose
configurazioni, ma tutte caratterizzate
dalle ridotte dimensioni della base che è
di soli 34 X 36 cm; dimensioni che ne
confermano l'originaria destinazione ad
uso di stampante personale.
Le ridotte dimensioni dell'impronta di
base permettono il posizionamento del-
la microLaser al posto della tradizionale
stampante ad aghi e sebbene lo svilup-
142
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
TI MICROLASER
po in altezza non sia particolarmente
contenuto (27 cm), bisogna ammettere
che alla fine lo spazio occupato è lo
stesso di una stampante tradizionale
munita del suo supporto, nella parte
sottostante, per il deposito del modulo
continuo.
Il peso è di una quindicina di chilo-
grammi e la forma pressoché cubica ne
consente una facile integrazione in qua-
lunque ambiente.
Nei contenitore spicca il pannello
operativo, posto sul frontale, piuttosto
ricco poiché comprende ben 12 tasti a
membrana dissimulati sotto le corri-
spondenti serigrafie. 4 indicatori lumino-
si costituiti da altrettanti led ed un di-
splay LCD da 16 caratteri.
I 12 tasti abilitano altrettante funzioni
corrispondenti: alla stampa di un vero e
proprio manuale di riferimento (help); al-
ta scelta dei parametri riguardanti il font
(font); alla stampa dei dati presenti net
buffer con la conseguente espulsione
del foglio (form feed); alla selezione o
meno della stampante per il trattamen-
to dei dati (offline/online); alia configu-
razione della stampante secondo le pro-
prie esigenze (printer setup): alla sele-
zione del cassetto di alimentazione o
dell'alimentazione manuale (tray): all'o-
rientamento della stampa (portrait/land-
scape): alla inizializzazione della stam-
pante come se appena accesa (reset).
Poiché la microLaser «comunica» con
l'operatore mediante un display LCD su!
quale sono di volta in volta visualizzate
le possibili scelte, i rimanenti quattro ta-
sti permettono di selezionare le varie
opzioni muovendosi tra te varie scelte
con le modalità up, select, previous e
next. Le quattro indicazioni luminose
sono invece riferite alla selezione della
stampante (oniine). al trattamento dei
dati presenti nel buffer, al funzionamen-
to con introduzione manuale dei fogli ed
infine, alla verificata condizione di erro-
re .
Sempre sul frontale, sotto il pannello
operativo, una fessura permette la rein-
troduzione del foglio per una eventuale
stampa fronte/retro o per l’introduzione
manuale di un foglio singolo con con-
seguente esclusione del cassetto di ali-
mentazione inferiore.
Sul retro è presente uno sportello che
una volta aperto permette di raccogliere
i fogli stampati in ordine decrescente e
con la parte stampata rivolta verso l'os-
sen/atore invece che rivolta verso il bas-
so e con ordine crescente cosi come
accade nel vano di raccolta ricavato pro-
re»
struments microLaser
Produnore e distributore:
Texas Instrumenis Italia Spa. Centro Direzio-
nale Colleoni Pai. Perseo, Via Paracelso 12,
200Ì1 Agrate Brianza tm. Tel.: 033/S3221.
Prezzi UVA escluse):
stampatile microLaser base L. 2.BS0.000
stampante microLaser
17fontPS L4.290.000
stampante microLaser
35 font PS L. 4.690.000
vaschetta supplementare
alimentatore buste posteli L. 500.000
interfaccia RS232/422 ApplaTalk L. 280.000
scheda espansione
1 Mbyte RAM L. 800.000
prio nel pannello superiore della micro-
Laser. Ancora sul retro, nella parte più
bassa, è dislocata la scheda elettronica
che ospita l'interfaccia parallela Centro-
nics, gli slot per le eventuali espansioni
di memoria e per l'introduzione delle
cartucce di font opzionali.
Tale scheda è facilmente estraibile
con un sistema a slitta per consentire
l’implementazione di ulteriori funziona-
lità come l'adozione di interfacce dedi-
cate (seriale RS232/422, AppleTalk), l'e-
spansione della memoria fino ad un
massimo di 4.5 Mbyte. Timplementazio-
ne del PostScript nelle due versioni di-
sponibili (17 o 35 font).
In configurazione base la microLaser
offre l'emulazione HP LaserJet II; 512
Kbyte di memoria: l'interfaccia parallela
Centronics: una dotazione di font resi-
denti comprendente Courier, Courier
Bold, Courier Italie (nei corpi 10 e 12
La microLaser in
configurazione
completa di secondo
cassetto di
alimentazione e di
cassetto di
alimentazione per
buste da lettera.
li pannello di controllo
che permette la
programmazione di
tutte le funzioni e
fornisce indicazioni,
tramite il display LCD.
in pingue lingue.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
143
TI MICROLASER
So'ils parala tìi aserrìpi in grandezza reale la leswia di MC da Adotv lilusrraior 83 MacmlPsh
Jessica Habbn su PaintOrush Windows 3. un grafico generato da BodaiKt Quanto Pro m emulasione
HP LaserJet n Bagle I6 da PC-Pamlorush della Z-Soll Tre esempi di stampa corrispondenti all uso
del PostScript ed ai caratteri Counar e linePnnter Questi ultimi m emulasiong HP LaserJet
nella colonna a destra 1 35 fonr standard del PaslScnol stampati m congiun/ione al Maciniosl^
. Meridione
Settenlrione
Adriatico
Tirreno
Terminata la fase di
con tecnologia della
prossimo venturo debt
rappresentato dalle s
Di costo elevato o me
PostScript; con intez
AppleTalk; con piu' o
Terminata la fase di espans
della testa di stampa a 24 a;
segnunto rappresentato dalle stam;
Di costo elevato o meno: a
interfaccia parallela Centi
emulazioni; con dotazioni /
laser tradizionale o a matrice
anni novanta.
Terminata la fase di espansione del
a 24 aghi, sembra che il futuro prc
stampanti laser.
Di costo eierato o meno; ad atta o
Centronics, seriale RS232 o bus Ap(
font e/o di memoria; a tecnologia i
le protagoniste degli anni novanti
Nel variegato mondo informatico noi
che non abbia Intensificato la ria
negli ultimi tempi una vera messe t
The quick brown fox jump
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The quick brown fox
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The quick brown fox jumps
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The quick.brownfo!(Jutnps over tt
®Qi
144
MCnvcrc FI 106 -aprile 1991
PROVA
TI MICROLASER
punti), Lineprinter (8.5 punti/pitch
16,66), lutti utilizzabili con orientamento
landscape e portraii; un caricatore di
carta da 250 fogli in formato A4. In
opzione e possibile dotare la microLaser
di un secondo caricatore da 250 fogli m
grado di aumentare complessivamente
la capacita deiralimentatore a 500 fogli
m formato A4, sempre in opzione e di-
sponibile anche un alimentatore auto-
matico di buste per lettera, un acces-
sorio unico nel suo genere che permet-
te in tal modo di poter rinunciare alla fi-
nestratura sulle buste grazie alla possi-
bilità di stampa diretta dell'indirizzo sulla
busta.
Il procedimento di stampa della mi-
croLaser, analogamente a quello di tut-
te le stampanti laser, è assimilabile a
quello impiegato m una qualsiasi foto-
copiatrice, l'unica differenza consiste
nella diversa sorgente dell’immagine da
stampare, che nel caso della microLa-
ser e rappresentata dai dati inviati da
una CPU costituita dal nostro computer.
Interno
Poiché l'immagine da stampare avvie-
ne con il trasferimento sulla carta di mi-
croscopiche particelle colorate, la polve-
re denominata toner, la stampante è do-
tata di un tamburo contraddistinto dalla
sigla OPC (Organic Photo Conductor) la
superficie del quale viene caricata elet-
tricamente prima di essere scandita dal-
la luce generata da un diodo laser che
ricompone in tal modo sul tamburo l'im-
magine da stampare.
Questo procedimento provvede ad
eliminare la carica elettrica dalle zone
colpite dalla luce provocando l'attrazio-
ne ed il successivo deposito in queste
zone delle microparticelle del toner che
a sua volta, sottoposto ad un ulteriore
passaggio a contatto con il foglio di car-
ta. si deposita su quest'ultimo prima di
esservi fissato con un ulteriore passag-
gio in una zona bella stampante dove il
foglio viene riscaldato, nel caso della
microLaser fino a 185 gradi centigradi,
affinchè le particelle del toner si depo-
sitino in maniera uniforme, e poi sotto-
posto ad una elevata pressione per il
raggiungimento del fissaggio finale del
toner stesso.
La parte elettromeccanica che si oc-
cupa di svolgere tutto il procedimento è
quella che viene comunemente chiama-
ta “motore» 0 «engine» laser.
Nel caso della microLaser ci pare evi-
dente la sua origine nipponica.
L'accesso alle parti che richiedono
manutenzione è privo di qualsiasi tipo di
complicazione poiché basta sollevare
tutta la parte superiore della stampante
per avere libero accesso alla cartuccia
del toner e del developer per la loro so-
stituzione ed al filamento (denominato
corona) che determina il trasferimento
uniforme del toner sulla carta.
Altrettanto semplice è l’accesso al
tamburo OPC, anch'esso facilmente so-
stituibile dall’utente.
La sezione elettronica può facilmente
essere estratta svitando due grosse viti
presenti sul pannello posteriore in cor-
rispondenza dei connettori d'interfaccia,
il risultato è l'estrazione di tutta la sche-
da in grado di ospitare eventuali espan-
sioni di memoria, l'implementazione del
PostScript e la dotazione di interfacce
opzionali RS232 e AppleTalk La mede-
sima scheda è anche dotata di due slot
laterali che corrispondono a due fessure
presenti sul fianco della stampante e
che permettono l'introduzione di cartuc-
ce di font opzionali.
Uso
Le stampanti laser sono software-di-
pendenti. nel senso che è indispensa-
bile, se SI vogliono sfruttarne al massi-
mo le possibilità, che il software che le
gestisce sia dotato di driver corretti
Grazie all'emulazione HP LaserJet II,
in ambiente MS-DOS la microLaser tro-
va un ambiente quanto mai consono al-
le sue possibilità anche m configurazio-
ne base Qualunque applicazione dotata
di driver software corrispondenti all’e-
mulazione delle stampanti laser Hewlett
Packard e in grado di gestire la micro-
Laser al massimo delle possibilità.
Le prove sono state condotte su piat-
taforma MS-DOS con software di vario
genere come fogli elettronici (Borland
Quattro), pacchetti di elaborazione testo
(Microsoft Word), applicazioni ed am-
bienti grafici (PC-Paintbrush della Z-Soft
e Microsoft Windows), ottenendo sem-
pre risultati molto convincenti.
Per CIÒ che riguarda il mondo MS-
DOS le prove sono state eseguite sfrut-
tando sia l'emulazione HP che sfruttan-
do il PostScript implementato sul mo-
dello in visione. Vale la pena ricordare
che per poter sfruttare al massimo le
funzioni tipiche del PostScript, quest'ul-
timo deve essere implementato in ver-
sione autorizzata dalla Adobe sul soft-
ware che piloterà la stampante, altri-
menti I risultati possono risultare anche
molto scadenti,
Poiché la microLaser in visione era
MCmicrocomoutar n 1(D6 - aprile 1991
145
PROVA
TI MICROLASER
lotorutloa ^
iP’ ' L
"'ili "1;:
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K.s-SiS..
s=i:TSìrrss:
ed AppleTalk, logicamente non abbiamo
rinunciato al suo uso in unione anche al-
la piattaforma Apple Macintosh.
Con l’tmplementazione del PostScript
e dei suoi 35 font, la microLaser può
tranquillamente essere paragonata,
tranne che per la velocità di stampa, alla
LaserWriter II NTX delta Apple.
La dotazione di font PostScript com-
prende: Times (Roman, Boid, Italie,
Bold Italie), Helvetica (plam text. Bold,
Oblique, Bold Oblique). Palatino (Ro-
man. Bold. Italie, Bold Italie), iTC Boo-
kman Demi e Light (plain text ed Italie),
Courier (plain text, Bold, Oblique, Bold
Oblique). Helvetica Narrow (negli stessi
stili del precedente Helvetica), ITC
Avant Carde (Book. Book Oblique, De-
mi e Demi Oblique), New Century
Schoolbook (plain text, Bold, Italie, Bold
Italie), ITC Zapf Chancery Medium Italie,
ITC Zapf Dingbats ed il Symbol set.
La compatibilita con Apple Quick
Draw è totale e tutte le applicazioni in
grado dì funzionare con una stampante
laser Apple sono state in grado di fun-
zionare allo stesso modo con la Texas
Instruments microLaser.
L’installazione non necessita di alcu-
na precauzione poiché basta sedare la
modalità di funzionamento della stam-
pante, mediante il suo pratico pannelli-
no, con uso dell'interfaccia AppleTalk e
impiego del PostScript. DaH'applicazio-
ne software corrente su Macintosh, se-
lezionando dal menu mela l'opzione di
Scelta Risorse, il funzionamento e as-
solutamente trasparente poiché basta
selezionare una stampante laser con-
nessa ad AppleTalk per vedere compa-
nre nella finestra il nome assegnato alla
nostra, che, elogio aH’originalità, si chia-
ma proprio microLaser.
Grazie alle doti della piattaforma Ma-
cintosh, la microLaser può essere usata
tranquillamente anche come stampante
di rete in modalità spool, noi lo abbiamo
fatto sotto TOPS senza rilevare incon-
venienti con software come Quark
XPress, PageMaker, Microsoft Word,
Adobe lllustrator 88
L'uso è in definitiva molto amichevo-
le, soprattutto grazie al pratico pannello
di controllo in grado di uparlare» a scel-
ta ben cinque lingue: inglese, francese,
italiano, tedesco e spagnolo. Inoltre, la
microLaser dispone dell’utilissima pos-
sibilità di sedare ben 4 differenti confi-
gurazioni personali facilmente selezio-
nabili sempre grazie al solito pannello.
Le quattro configurazioni controllano
il tipo di emulazione, l’interfaccia, il cas-
setto di alimentazione, l'orientamento
tìeirimmagine sulla carta, il numero di
linee per pagina, il carattere di default.
8 dubbio positive. Le
mini», le prestazioni
, ampiamente
3 vogliamo di più?
r è una stampante m
•escare secondo le esigenze
ente, ma che rappresenta vera-
mente un affare per il suo prezzo se
comprata in configurazione base. Una
configurazione base che comunque of-
fre di per sé già molte caratteristiche in-
teressanti ed una dotazione tutt'altro
che trascurabile.
Due milioni e seicentonovantamila li-
re per la configurazione base non sono
certo una grossa cifra per una qualità di
stampa da far invidia al tipografo; se poi
si considera la possibilità di far crescere
la stampante secondo il mutare delle
esigenze potendo contare sempre sulla
stessa qualità e convenienza che distin-
gue la microLaser anche da sola, non sì
possono avere più dubbi.
La microLaser Texas Instruments po-
trebbe benissimo essere considerata
come il prodotto da scegliere da parte
di chi acquista la «prima laser», senza
per questo rinunciare alle prestazioni
superiori per molti versi inevitabili dopo
un primo periodo di «assuefazione» alla
configurazione base.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
E' il perfetto personal computer da utilizzare
come workstation nelle applicazioni grafiche
e dì database ad elevato volume di ricerche.
Costrutto su un processor 80386SX a
16 MHz, memoria RAM di I MB, con
possibilità di espansione fino a 6 MB
sulla motherboard, dispone di
sette slot AT, di un floppy disk da 1 .44 MB
e di uno hard disk veloce, oltre a due porte
senali ed una parallela. Viene fornito
completo di monitor monocromatico
VGA di 14", ditastiera. di MS-DOS
4.0 1 e PCTooIs Deluxe, oltre al cavo
di collegamento alla stampante.
fg/LASER filili
Personal Computer
LASER COMPUTER ITALIA s.p.a.- Via Monte Nevoso. 1 -20131 MILANO -Tel. 02/70602841 - Fax 02/2666824
Agenzia centro sud; Agenzia Triveneto;
ALT s-n.c. Via Marcello Garosi, 23 • 00128 ROMA ELETTRA AGENZIE di Cario e Andrea Cristani
Tel. 06/5087839 - 5082293 - Fax 06/5085433 Via Raterto. 5/a • 371 00 VERONA - Tel. 045/801 2647
The Norton
Antìvìrus
tfj Gabriele Romanzi
P eter Nortorì è uno dei nomi più
famosi nel campo dei prodotti
software per l'ambiente MS-
DOS. chi di noi non ha mai fatto ricorso
ad una delle celebri Norton Utilities per
trarsi d'impaccio da qualche problema
con l'hard disk o con un floppy un po'...
strapazzato in borsa’
Il nome di questo gemale imprendi-
tore statunitense è da sempre stato le-
gato ad una serie di prodotti che hanno
avuta un enorme successo tra gli utiliz-
zatori di personal computer grazie alla
loro estrema facilità di utilizzo unita ad
una grossa potenza operativa.
Prodotti, quindi, utilizzabili da tutte le
categorie di utenti (anche i meno sma-
liziati) che permettono di accostarsi in
maniera guidata aH'utilizzo delle risorse
del proprio elaboratore per poterne trar-
re il meglio in termini di prestazioni ed
affidabilità (famosa, a questo riguardo, è
la manualistica delle Norton Utilities,
una vera guida di riferimento per le me-
morie di massa in generale!.
Per non parlare poi di prodotti quali il
Norton Commander (forse il piu famoso
Shell per MS-DOS) 0 il Norton Backup
(per il salvataggio periodico del conte-
nuto dell'hard disk): tutti prodotti, come
SI vede, nati con l'impronta del ((facili-
tare il lavoro con il PC». In questo filone
SI inserisce il prodotto oggetto di questa
prova, il Norton Antivirus, che si propo-
ne come sistema software per la pre-
venzione e l'eliminazione dei piu noti vi-
rus esistenti in ambiente MS-DOS.
Il problema dei virus ha ormai rag-
giunto uno spessore tale da comportare
delle considerazioni abbastanza sene in
termini di possibili danni economia e va
quindi tenuta nella giusta considerazio-
ne sia dai gestori di sistemi di PC in rete
locale sia dai singoli utilizzatori peri qua-
li il computer è lo strumento di lavoro
principale.
Virus, vermi e Cavaili di Troia
Vediamo brevemente come vengono
catalogati i vari virus attualmente cono-
148
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
PROVA
THE NORTON ANTIVIRUS
sciuti e qusli sono i loro «sintomin più
comuni; per una trattazione più detta-
gliata VI rimando al più esauriente arti-
colo di Stefano Tona sul numero 1 00 di
MC.
Un virus altri non è che un software
il quale, una volta inseritosi in un siste-
ma (PC), opera sulle sue risorse in ma-
niera sconosciuta all'utente, replicando-
si, installando una propria copia in altri
programmi eventualmente presenti, so-
vrapponendo propri messaggi a quelli
degli applicativi che vengono fatti girare
sulla macchina o, nel peggiore dei casi,
alterando alcune componenti del siste-
ma (cancellazione di file, formattazione
del disco rigido, ecc...).
Da tutto questo si comprende il per-
ché sia stato assodato il nome di «vi-
rus» a questi programmi (che nel loro
modo di operare ricordano proprio i mi-
croorganismi presenti nel corpo umano]
ed I motivi che li rendono particolarmen-
te temuti dagli utenti di personal com-
puter. La differenza tra virus, vermi
(«woims») e Cavalli di Troia è nel modo
in CUI essi agiscono per entrare nel si-
stema informatico e quindi propagarsi;
in sintesi possiamo dire che:
— il virus è generalmente immerso in
un programma che. in determinate cir-
costanze (ad esempio quando viene
mandato in esecuzione) si propaga ad
altri programmi trovati nel sistema, at-
taccando una propria copia all'eseguibi-
le da «infettare», rendendolo cosi un
«portatore» in grado di attaccare a sua
volta il virus ad altri programmi (come
vedete la terminologia usata nel campo
dei virus informatici ha mutuato molti
termini dal campo medico);
— il verme è un programma concepito
non tanto per diffondere il contagio ad
altri programmi quanto per replicarsi un
numero indefinito di volte, sia in RAM
che su memoria di massa, in modo tale
da provocare un progressivo intasamen-
to delle risorse della macchina con con-
seguente pesante rallentamento delle
prestazioni, fino (a volte) a provocare il
blocco totale del sistema;
— un Cavallo di Troia, infine, opera
con II principio del suo omonimo mito-
logico: immerso in un programma
«ospite», dal comportamento apparen-
temente innocuo, viene attivato soltan-
to in determinate circostanze (una par-
ticolare data, una determinata operazio-
ne richiesta al programma ospite) pr>
vocando danni spesso gravi (come la
formattazione del disco rigido). I Cavalli
di Trota, in genere, non replicano se
stessi in altri programmi.
Da questa breve descrizione dei vari
tipi di virus e delle conseguenze che es-
si possono provocare qualora riescano
ad installarsi in un PC, si può compren-
MCmicrocomputer n. 1(36 - aprile 1991
The Norton Aniivirus
Produttore:
Symaniec.
Distributore:
Via Aurelio Saffi, 16 -20123 Milano
Tel. 02/4390421
Prezzi UVA esclusal:
The Norton Aniivirus inglese L 2BO.OOO
Versione in italiano disponibile
fine aprile 9? L 295.000
dere come il problema della protezione
dei propri dati o programmi abbia ormai
assunto un posto di primo piano, so-
prattutto in sistemi collegati in rete tra
di loro.
La migliore protezione contro questi
virus, nati inizialmente come «scherzi
tra informatici» ma poi diventati un ve-
ro e proprio flagello, è senza dubbio il
back-up periodico dei dati; ciò non
esclude comunque che occorra prende-
re delle opportune contromisure per
evitare il contagio (o per eliminare il vi-
rus quando possibile) ed a questo sco-
po è destinato proprio il Norton Antivi-
rus, che ora andiamo ad analizzare nel
dettaglio.
// pacchetto, l'installazione
ed il funzionamento
Apecta la confezione troviamo un ma-
nuale di circa 80 pagine ed una busta
contenente i floppy (in entrambi i for-
mati) con il programma, unitamente ad
una serie di brochure pubblicitarie,
La prima cosa che salta all'occhio è il
logo SYMANTEC presente su tutte le
componenti del pacchetto; è stato in-
PROVA
THE NORTON ANn'IVIRUS
fatti raggiunto di recente un accordo di
fusione tra la Peter Norton Computing e
questa società, già famosa negli Stati
Uniti per pacchetti come Q&A,
La Peter Norton Computing rimane
inalterata con il suo staff tecnico di svi-
luppo e supporto ai prodotti, la cui di-
stribuzione è ora affidata alla SYMAN-
TEC (la classica foto di Peter Norton in
maniche di camicia continua sempre a
campeggiare sulle confezioni dei pro-
dotti come una sorta di «marchio di
qualità >i).
La manualistica è ben fatta e spiega
nei dettagli le singole fasi dell'Installa-
zione e dei primi passi con questo pro-
gramma, salvo tornare nell'ultimo capi-
tolo («Reference») ad una descrizione
dettagliata delie singole voci dei menu.
Prima di procedere aH'installazione
del programma e delle utility accesso-
rie sul disco rigido viene giustamente
consigliato di effettuare un boot da di-
schetto (protetto in scrittura) e quindi
lanciare NAV.EXE (il modulo principale
del Norton AntivirusI direttamente dal
dischetto originale, in modo da verifica-
re l'assenza di virus eventualmente già
presenti sul disco fisso, che potrebbero
infettare lo stesso programma NAV
Iche comunque ha una sua funzionalità
di auto-controllo).
Già in questa fase possiamo vedere
come lavora il Norton Antivirus; il disco
e le sue eventuali partizioni vengono
scanditi un file alla volta alla ricerca dei
virus conosciuti.
In una finestra sulla destra dello
schermo viene visualizzato il procedere
dell'analisi ed alla fine viene generato,
sempre su schermo, un report dei vi-
rus eventualmente trovati con il relativo
nome del file infetto.
La ricerca dei virus nei file viene ef-
fettuata basandosi sulle informazioni
contenute in una sene di schede di de-
finizione in cui sono riportati alcuni tra i
dati più significativi di ognuno dei virus
conosciuti, una sorta di «identikit» del
virus; per permettere all'utente di ave-
re un prodotto sempre aggiornato man
mano che vengono individuati nuovi vi-
rus, è presente tra i menu una voce
(«Definitions») che. una volta seleziona-
ta, presenta una scheda di definizione
in bianco da riempire con i dati identi-
ficativi dei nuovi virus prelevabili dalla
BBS della Symantec.
Nella parte sinistra dello schermo so-
no presenti le voci delle principali ope-
razioni che si possono effettuare al ter-
mine della fase di scansione;' nel caso
vengano rilevati dei virus è possibile sia
cancellare il (ile incriminato che tentare
di recuperarlo cancellando la parte in-
fetta. Molto saggiamente nel manule
viene ripetutamente consigliato di intra-
prendere preferibilmente la prima delle
due strade, riservandosi la seconda sol-
tanto in casi particolari (quando ad
esempio non si ha a disposizione una
nuova copia del file) ed in ogni caso di
procedere al recupero dei file infetti
uno alla volta, rilanciando sempre l'ope-
razione di <scanning> per essere certi
deH’avvenuta eliminazione del virus.
Una volta assicuratici che il disco fis-
150
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
so è immune da virus, possiamo pro-
cedere all'installazione su di esso del
programma, dando prima un’occhiata al
file READ. ME presente su floppy con
gli ultimi aggiornamenti e correzioni del-
la manualistica; durante la fase di instal-
lazione viene creata una directory in cui
vengono copiati i file contenuti sul flop-
py e quindi viene aggiunta al Config.-
sys l'istruzione per il caricamento del
device driver NAV SYS,
In questo modo, a partire dal succes-
sivo boot del sistema, verrà caricato in
memoria un programma residente (de-
nominato VIRUS INTERCEPT) che veri-
fica, ad ogni operazione di lancio o co-
pia di un programma, l’eventuale pre-
senza di virus, attivando in caso affer-
mativo la visualizzazione di una finestra
di allarme sullo schermo oltre ad una
segnalazione acustica tramite l'altopar-
lantino del PC.
Questo modulo di protezione occupa
soltanto 15 Ktryte di memoria RAM e
può quindi essere caricato senza ec-
cessivi problemi, fornendo uno scudo
protettivo in prima istanza contro even-
tuali attacchi da virus prima che questi
possano manifestarsi con i loro perico-
losi "Sintomi»; qualora si voglia evitare
il caricamento di questo programma
basterà tenere premuti contempora-
neamente i due tasti di shift durante il
boot della macchina.
Tornando al programma NAV c'è da
segnalare una sua interessante caratte-
ristica: se si sceglie la modalità di fun-
zionamento <ADVANCED> è possibile
INOCULARE I file man mano che ven-
gono verificati. Vediamo un po' piu nel
dettaglio cosa comporta questa opera-
zione.
Quando un virus si attacca ad un pro-
gramma ne modifica la lunghezza o la
struttura di una sua parte: la procedura
di inoculazione prevede il calcolo del
checksum dì ogni file analizzato e que-
sto dato viene confrontato ogni volta
che il file è soggetto ad una qualche
operazione: in caso di variazione nel ri-
sultato ottenuto dal calcolo del check-
sum occorre quindi verificare l'integrità
PROVA
THE NORTON ANTIVIRUS
del file per controllare che non sia sta-
to infettato.
I dati dei vari checksum calcolali ven-
gono memorizzati in appositi file con
attributo hidden (nascosto), quindi non
facilmente individuabili; lo svantaggio
di questa operazione è l’aumento dello
spazio occupato sul supporto di massa
e per permetterne una periodica pulizia
viene fornita una apposita utility (UNI-
NOCUL) che si occupa dell’eliminazio-
ne dei file con i valori di checksum pre-
senti nella directory specificata (oltre
che nelle sue sottodirectory).
II Norton Antivirus e configurabile,
tramite la voce <Configure> del menu
Options, in modo da adattarlo alle spe-
cihche esigenze di ogni utente: è pos-
sibile sellare il tipo di monitor, la palet-
te di colori più idonea, se memonzzare
0 meno l’attività del Virus Intercept m
un file di lesto oltre che abilitare o di-
sabilitare alcune delle opzioni di inter-
vento SUI file infetti. Per un uso in rete
locale è possibile far eseguire da una
stazione la ricerca dei virus su tutti i
drive di rete.
Le varie opzioni di configurazione so-
no soggette ad una password di con-
trollo, che garantisce l’utente (o il ge-
store della LAN) contro manipolazioni
esterne.
Conclusioni
Spesso non è facilmente quantifica-
bile in termini monetari il danno provo-
cato dalla perdita di dati o programmi:
per questo motivo la spesa necessaria
per l’acquisto di un programma come il
Norton Antivirus la si potrebbe definire
quasi irrisoria.
Per quanto si voglia essere attenti e
scrupolosi, il rischio di trovarsi il com-
puter infettato da uno dei tanti virus in
circolazione non è poi cosi remoto, ri-
tengo quindi che un programma che
non solo funga da filtro di controllo ma
che in caso di problemi possa essere
di un qualche aiuto per la rimozione
"deH'ospite indesiderato» sia senza
dubbio consigliabile.
È facile da usare, é configurabile, as-
sicura vari livelli di protezione ed inoltre
permette di aggiornare la base dati dei
virus conosciuti man mano che ne ven-
gono scoperti di nuovi, salvaguardando
quindi la spesa sostenuta per l'acqui-
sto.
Il marchio di Peter Norton è inoltre
garanzìa di qualità ed affidabilita; da
tutte queste considerazioni non posso
quindi che consigliare caldamente que-
sto prodotto a tutte quelle persone per
le quali la sicurezza dei dati del proprio
PC è un fattore di importanza primaria
PS
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
151
PROVA
Coreco Oculus 20
Vìdeo Digitizer
Super VGA
ài Francesco Petrom
N ei numero di novembre 1989 di
MC abbiamo presentato la prova
della scheda Oculus 10 prodotta
della canadese Coreco e distribuita dalla
Penel di Torino, definita Video Digitizer
VGA.
Si tratta, questo vale per il tipo W e
per il tipo 20. che vediamo ora, di sche-
de che permettono di interfacciare il PC
con una comune telecamera o un an-
cora piu comune videoregistratore, e
che sono dotate di un software che per-
mette il settaggio dei vari parametri in
gioco durante la ripresa e infine di ese-
guire l'acquisizione dell'immagine.
In queU'articolo fummo molto esau-
rienti sulle finalità di tale tipologia di hard-
ware e ne descrivemmo nel dettaglio al-
cuni ambiti applicativi.
La Oculus 20, presentata ora, è una
scheda sostanzialmente simile alla pre-
cedente solo più "potente» in termini di
prestazioni, in quanto riconosce "qual-
cosa in più» rispetto allo standard VGA
ed è dotata di un software più moderno
ed efficiente rispetto alla sorella minore
L'abbiamo definita Super VGA in
quanto supporta la risoluzione 640 per
^0 per 256 colon. Non supporta invece
la 800 per 600 per 16 a 256 colon, pre-
stazioni che invece rientrano nelle carat-
teristiche dello standard lo quasi) Super
VGA per le schede video.
Altra caratteristica più "moderna»
della Oculus 20 é la sua utilizzabilità m
collegamento con la macchina fotogra-
fica Canon XAP Shot. quella, per inten-
derci. che non usa pellicola ma dischet-
ti magnetici e le cui "foto» si vedono
attraverso un collegamento al televiso-
re.
La Pertel, che distribuisce / prodotti
Coreco, è una società specializzata m
questo tipo di apparecchiature hardwa-
re ed è quindi in grado di offrire non so-
lo una nutrita sene di schede dalle pre-
stazioni via via crescenti, che vanno
chiaramente utilizzate ir una catena har-
dware in CUI tutte le apparecchiature
siano allineate in termini di prestazioni,
ma anche alcuni prodotti "Chiavi in ma-
152
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PROVA
COREGO OCULUS 20
no», in CUI l’acQuisizione via telecamera
di immagini esterne è una fase di un
complesso processo di elaborazione
che può riguardare problematiche me-
diche. chimiche, industriali, ecc.
Il nostro campo di interesse è meno
qualificato rispetto, ad esempio, a quel-
lo medico 0 a quello industriale, ma è
sicuramente in notevole espansione. Si
tratta ovviamente del DeskTop Presen-
tation e del DeskTop Publishing.
Scanner o Video Dìgitizer
Per acquisire immagini dal mondo
esterno esistono due tipologie di peri-
feriche di input «economiche». Lo scan-
ner, piano 0 a mano, e il Video Digitizer.
Tra le due tipologie esistono notevoli
differenze, sia riguardanti il «soggetto»
che si può riprendere, che nel caso del-
lo Scanner deve essere una immagine
già rappresentata su carta, mentre nel
caso del Video Dìgitizer può essere an-
che una persona «in posa» o un pano-
rama video-registrato, sia riguardanti il
formato, in termini di punti, dell'imma-
gine.
Nello scanner sono il soggetto, o me-
glio la larghezza della striscia letta, e la
risoluzione di lettura, che determinano
la dimensione del file misurata in nume-
ro di pixel. Nel Video Dìgitizer invece è
il tipo di scheda Video, e conseguente-
mente di Monitor, che determina la mi-
Ad esempio se si «scannerizza» una
figura formato A4 letta a 300 punti per
pollice la dimensione conseguente è di
3.600 per 2.400 pixel. Invece se si ese-
Coreeo OculusZO
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Coreco Canada
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gue con il Video Digitizer una ripresa in
formato VGA, 640 per 480 a 16 colori,
il file conseguente, stampato senza
operazioni dì «scaling». risulta di 2 per
1,5 pollici circa.
// formato del file
Il processo di acquisizione è una ca-
tena di montaggio m cui entra in gioco
la qualità della telecamera che, se è di
tipo «domestico», non arriva certo a un
cosi elevato numero di righe.
Quindi nel caso di scheda video con
640 per 480 pixel per 256 colori, che è
le risoluzione che abbiamo utilizzato per
la prova, in realta si ha un effetto di «ac-
corpamento dei pixel», che in ogni ca-
so, se i colori sono tanti e quindi non vi
sono brusche discontinuità cromatiche,
non producono quasi mai scadimenti
evidenti della qualità deirimmagine.
II confronto si può fare tra il file d’e-
sempio in CUI i dati numerici sono ef-
fettivamente 640 per 480 per 256 e una
immagine ripresa in cui le 480 righe so-
no limitate dalla qualità della telecame-
ra.
li formato grafico prodotto con questa
versione del software di acquisizione e
direttamente il TIFF, mentre nelle ver-
sioni precedenti il formato ottenuto era
(I COR, specifico della Coreco. che ne-
cessita di conversioni per poter essere
utilizzato con altri prodotti software.
Il TIFF è sicuramente, a tutt'oggi, il
formato più versatile, in quanto non è
legato ad una specifica dimensione del
video (Video Indipendent) e contiene
nel suo interno tutte le informazioni re-
lative alla Palette dei colori. Inoltre se
caricato in situazioni hardware differen-
ti il file TIFF vi si adatta con facilità al
contrario degli altri formati Video dipen-
denti.
La scheda e il software
in dotazione - L'installazione
La scheda, quella da noi provata, di-
spone di un Bus AT. Va semplicemen-
te infilata nello specifico alloggiamento
e i dischetti con il software vanno river-
sati in una stessa Subdirectory tramite
una elementare procedura di installazio-
ne, in cui viene richiesto il tipo di input
previsto e il tipo di scheda grafica Su-
per VGA installata, scelta tra una venti-
na. Ribadiamo che per formato Super
VGA intendiamo 64Ò per 480 per 256
colori.
Se occorre una risoluzione differente,
ad esempio una semplice VGA 1640
per 480 per 16 colori o 320 per 200
per 256 colori) si può ricorrere ad un'al-
tra scheda o ad un altro software for-
La scheda vera e o'opna f visibile, in allo a destra. ii connetlore per l'input del segnale video
MCmicrocomputer n 106 - apnie 1991 153
PROVA
COREGO OCULUS 20
Figura 3 - Coreco Oco-
lus 20 — Elaboraii(yi»
di immagini B/N con
PaimB/afh
Con la scheda Coreco
SI ottiene una immagi-
ne in tonnato TIFF, uli-
liazabiie direttamente
con orodotii DTP eA>
con prodow grafici Se
Il prodotto di destina-
aione è di tipo bn-map-
ped. come il classico
PaintBniSti IV, l'imma-
gine può essere ulte-
riormenie rielaborata
Qui ad una immagine
3JN e associata
nito a richiesta dalla Pertel. Molto im-
portante è infine la disponibilità di vane
utility di conversione, che permettono
sia di passare da una versione del TIFF
ad un'altra versione, sia di passare dal
TIFF al PCX, al GIF, ecc.
Molte di queste funzionalità sono co-
munque presenti di fatto nei prodotti
grafici più evoluti che possono leggere
in un formato e scrivere in un altro. Ad
esempio con il PaintBrush IV, che ab-
biamo utilizzato per post-processare al-
cune delle immagini catturate, è possi-
bile anche modificare le palette dei co-
lori 0 intervenire direttamente sul con-
trasto dell'immagine.
Sempre nel PaintBrush IV, ma il di-
scorso vale anche con qualsiasi altro
prodotto bit-mapped. sono presenti
strumenti con i quali intervenire per
modificare non solo la palette ma an-
che il contenuto della immagine, ad
esempio per sovrascrivergli dei testi o
per «ritoccare», a livello di pixel, un
particolare, o per fare decine di altre
cose.
Una sessione di lavoro
e risultati conseguiti
Parleremo solo del programma piu
recente che. a differenza degli altri, la-
vora direttamente sul video grafico. Di-
spone di una barra di menu con solo
tre voci-
La prima, GRAB, lancia l'acquisizio-
ne. in pratica attiva il segnale prove-
niente dal videoregistratore o dalla te-
lecamera, e non ha sottomenu- Le altre
154
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
Greta
Garbo
PROVA
COREGO OCULUS 20
Figurò S - Coreco Ocvius 20 - Oue immagm BiN in DTP.
Ecco IB classica prova di utilazo di due immagini m urv pagina reaiiiiata con un prodorto DTP o WP
e^iuio È chiaro che in questo caso la scheda dlgllali2^3rrice viene soitouulmata sia perche non si usano
I eoio’i na ‘ toni di gngio, nprodotli comurn/ue dalla laser con punrmaiura. sa perche il lormalo della im-
magine. misurato in numero di pixel, e limitalo da quello reahieabile sullo schermo
Figura 6 - Copeco Ocu-
'US 20 - Sfondo Wrn-
Qu! vediamo un -de-
eiBssamenio- della fi-
gura che npresa a 6d
toni di grigio, e stata
iraliata solo m quattro
lame uno sfondo oer
Windons 3 Windows
immagini di a^a^siasi
C'ovenienw ^ à già
'0 peimeue di lavorare
con I 256 COkm
due, FILE e OPTtONS, presentano cia-
scuno una «minitendina'i con poche
opzioni sottostanti, tutte peraltro preve-
dibili.
File permette di caricare e/o salvare
immagini TIFF, sia intere che ritagliate
attraverso una elastic-box. che appare
sul video nero, se si sta caricando un
file, 0 sulla immagine acquisita se si
sta salvando.
Le VOCI di Option riguardano le ope-
razioni di Calibration Ifig. 11, attraverso
le quali si stabilisce il contrasto e la lu-
minosità dell'operazione di lettura, e di
Adjust (fig. 2) che servono per variare
le tre componenti cromatiche, RGB.
Questo sia per correggere eventuali
squilibri cromatici, sia per forzare effetti
voluti di coloratura.
Sempre attraverso Option e possibile
determinare il numero dei grigi, 2, 16 o
64, 0 il numero dei colon.
Va di nuovo precisato che la scheda
Oculus 20 non e in rapporto 1 a 1 con
questo software, Pertel dispone di sva-
riati prodotti software, che aggiungono
alle funzionalità di base per l'acquisizio-
ne, funzionalità di post processing nu-
merico del file grafico, una volta che
sla stato acquisito.
Conclusioni
Se svolgete con il vostro computer
un’attività che preveda un minimo di
Publishing o di Presentation dovreste
disporre di apparecchiature per acquisi-
re immagini dal mondo esterno.
Gli strumenti più a buon mercato so-
no lo scanner manuale (per il bianco e
nero) e il Video Digitizer (per il colore).
I rispettivi risultati in termini di resa sia
su video che su stampa sono classifi-
cabili come Ksemiprofessionali». Sono
peraltro del lutto allineati con quelli rag-
giungibili con una scheda standard VGA
0 Super Vga a 256 colon.
In particolare l’uiilizzo della scheda
video digitalizzatrice e talmente ele-
mentare e talmente affidabile, in termi-
ni di resa finale dell'immagine, che una
volta che se ne disponga, viene natura-
le sfruttarla al massimo per arricchire le
proprie presentazioni o le proprie stam-
pe con immagini dal vivo.
Una volta acquisita nel migliore dei
modi, rispetto alla destinazione previ-
sta, l'immagine e quasi sempre neces-
saria una sua conversione e/o un suo
post trattamento eseguibile con le uti-
lity fornite con la scheda oppure con
prodotti «stand alone’* di cui l'operato-
re DTP 0 Presentation sicuramente di-
spone In tale maniera si aggiunge an-
che un tocco di «creatività»! ad un'atti-
vità che potrebbe sembrare eccessiva-
mente meccanica. jjg
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
155
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d'anni, ha goduto inizialmente di un grande successo ma pian piano è finito net
dimenticatolo. Ed è un peccato perché si tratta di un passatempo utile ed
interessante. Specie quando ci si mette di mezzo il computer
P remetto subito che
nella mia scaletta ori-
ginaria il soggetto del-
la puntata di questo mese
avrebbe dovuto essere un
altro. Per la precisione vole-
vo riferirvi tempestivamente
del risultato del miniconcor-
so lancialo due mesi fa in
merito al calcolo dell’ultima
cifra non nulla del fattoriale
di diecimila. Ma per cause di
forza maggiore mi trovo a
dover posporre di un mese
tale tema, anticipando quello
previsto per il mese prossi-
mo, Nulla di male, tanto ora-
mai sapete quanto labili ed
evanescenti siano le mie
scalette. É pero interessante
che io VI spieghi qual è la
"Causa tecnica" che mi ha
costretto a rimandare la pro-
clamazione dei risultato della
sfida e del vincitore del mi-
niconcorso. Si tratta «sem-
plicemente" della quantità
incredibile di posta che ho ri-
cevuto: molte e molte deci-
ne di lettere per un totale di
oltre quattro chili di carta!
Devo dire che in redazione
più di una persona è rimasta
allibita sia nel vedere questa
piccola montagna di posta
che cresceva di giorno in
giorno sia nel constatare la
celerità con la quale erano
giunte le prime risposte:
qualcuna addirittura via fax o
per telegramma! La cosa mi
ha fatto ovviamente un im-
menso piacere perché è se-
gno che quel che racconto
su queste pagine vi piace e
VI interessa {e quando qual-
cosa vi «punge sul vivo»
scrivete in massa..,). Di con-
tro il numero delle vostre let-
tere, tutte peraltro interes-
santi. mi ha costretto ad un
lungo lavoro di smistamento
che ancora non ho termina-
to; probabilmente non avrò
ugualmente lo spazio per ci-
tare I nomi di tutti coloro che
mi hanno scritto, ma mi di-
spiacerebbe comunque pub-
blicare la puntata senza aver
almeno letto con calma tutte
le lettere.
Posso comunque darvi
qualche anticipazione di ca-
rattere, per cosi dire, folclo-
ristico, sulla partecipazione
al miniconcorso. La stragran-
de maggioranza dei parteci-
panti ha Identificato la cifra
corretta, che peraltro ancora
non VI rivelo.
Circa la metà ha
usato un algorit-
mo di ricerca «a
forza bruta»,
calcolando cioè
il fattoriale di
diecimila per
esteso, mentre
gli altri hanno
usalo algoritmi
più furbi e velo-
ci che non cal-
colavano tutto il fattoriale,
ma solo la sua ultima cifra
non nulla. I linguaggi che
l'hanno fatta da padrone so-
no ovviamente C e Pascal:
qualcuno, ma meno di quan-
ti mi aspettassi, ha usato il
Basic: e sono arrivati niente-
meno che un programma in
Fortran (I), uno in Lisp (!!) ed
uno in CoboI (!!!).
Ma non voglio togliervi il
gusto di leggere la prossima
puntala e dunque sospendo
qui le anticipazioni e passo
subito ad introdurre l'argo-
mento di questo mese. Si
tratta del Master Mind, gio-
co molto interessante, ma
purtroppo pressoché dimen-
ticato al giorno d'oggi.
A mio parere e un peccato
che sia scomparso perché si
trattava di un
gioco realmente
intelligente, il
suo meccani-
smo, semplice
ed elegante,
modellava infat-
ti in modo mol-
to efficace il
procedimento
induttivo tipico
dell’indagine
scientifica.
Il Master Mind
ed il metodo scientifico
Chi oggi ha meno di ven-
ticinque anni probabilmente
non ha mai sentilo parlare
del Master Mind. È questo
un gioco che ha subito una
sorte strana' apparso sulla
scena mondiale come una
meteora una ventina d’anni
fa, suscitò subito molto inte-
resse e diede origine a fede-
razioni e campionati; poi pe-
rò, dopo neanche una decina
d’anni, scomparve di scena
senza più far parlare di sé.
Il termine gioco nel caso
del Master Mind va preso
nel suo significato piu am-
pio: in effetti si tratta piu di
un solitario perché, pur es-
sendo formalmente richiesta
la presenza di due giocatori,
uno solo ha realmente una
parte attiva mentre l'altro
svolge un ruolo sussidiano
puramente meccanico.
Cos'é dunque il Master
Mind^ In poche parole si
tratta di scoprire un «codice
segreto», costituito da una
determinata configurazione
di pioli colorati, basandosi
sui risultati ottenuti da una
serie di «esperimenti» di in-
dagine, Ogni risultato otte-
nuto aggiunge nuova cono-
scenza sulla struttura del co-
dice segreto avvicinando
cosi alla sua identificazione.
Scopo del gioco e ovviamen-
te quello di scoprire il codice
segreto effettuando il minor
numero di tentativi.
Vi spiegherò fra un attimo
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
157
1NTELUGIQCHI
I dettagli fisici del gioco, ma
vorrei subito notare una co-
sa. La struttura del Master
Mind, nel quale si procede
verso l’identificazione di una
regola non nota mediante
tentativi mirati, è un modello
estremamente rappresenta-
tivo ed elegante del metodo
scientifico, Uno scienziato
che vuole scoprire una legge
fisica gioca una grande par-
tita di Master Mind contro la
Natura. Egli per prima cosa
formula un'ipotesi sulla
struttura di tale legge, dopo-
diché procede ad una verifi-
ca "Sul campo» della sua
teoria preparando degli
esperimenti ad hoc. Essi
mostreranno la maggiore o
minore corrispondenza della
teoria ai fatti reali; lo scien-
ziato provvederà quindi a
modificare la teoria per farle
tenere conto dei risultati
sperimentali e successiva-
mente organizzerà nuovi
esperimenti piu precisi e raf-
finati per verificare la nuova
teoria. E andrà avanti cosi,
per prova ed errore, impa-
rando sempre di più ad ogni
esperimento e facendo sem-
pre più luce sulla regola na-
scosta fino a che non l’avrà
perfettamente identificata e
compresa. E questo il meto-
do scientifico dovuto a Gali-
leo ed universalmente rico-
nosciuto come l’unico in gra-
do di dare risultati rigorosa-
mente attendibili. Com’è no-
to esso SI basa su un ragio-
namento di tipo induttivo,
nel quale cioè da tanti risul-
tati particolari si cerca di
estrarre la norma generale,
la regola universale.
Il lavoro mentale generato
dall’esercizio del Master
Mind e dunque di primissi-
ma qualità- esso insegna l’a-
strazione, allena a vedere re-
gole generali da un insieme
di dati sperimentali, ed abi-
tua a determinare gli esperi-
menti piu significativi ed ef-
ficaci in un dato contesto.
Chi non ha processi mentali
particolarmente ordinati non
riesce a districarsi nel gioco,
ed e forse questo il motivo
del calo di interesse che es-
so ha subito poco dopo il
suo grande boom: non sono
forse molti coloro i quali pos-
sono provare un sincero pia-
cere intellettuale in una par-
tita a Master Mind.
La storia
del Master Mind
Immaginate un distinto si-
gnore di mezza età. con ca-
pelli e barba rossi molto cor-
ti, seduto in una poltrona di
velluto rosso. Il suo volto de-
nota un'acuta intelligenza,
egli tiene le mani unite per
le punte delle dita come chi
sta pensando intensamente,
mentre gli occhi ed il volto
sono atteggiati ad un’e-
spressione che è assieme di
sfida e di sdegnosa superio-
rità. Dietro a lui, in piedi, si
trova una bella ragazza orien-
tale dai lunghi capelli neri e
dairaspetto enigmatico ed
un po’ inquietante; ella ci
guarda in modo obliquo
mentre si appoggia con una
mano alla spalliera della pol-
trona di lui. Chi sono’ Se lo
sono chiesto m molti, ma
nessuno lo ha mai saputo
realmente. Questi strani e
misteriosi personaggi cam-
peggiavano sul coperchio
della confezione del Master
Mind originale, come forse
qualcuno di voi ricorderà.
Sulla loro identità fiorirono
moltissime illazioni: quella
che preferisco, e che ritengo
più attendibile, è che si trat-
tasse nientemeno che del-
l’incredibile dottor Irving Jo-
shua Matrix e di sua figlia
Iva, i poliedrici numerologi
resi famosi in tutto il mondo
da Martin Gardner che, co-
me noto. Il ha frequentati
personalmente in più di
un’occasione. Niente di più
probabile che l’eccentrico
dottor Matrix e la sua Figlia
di sangue misto giapponese
abbiano prestato la propria
immagine per sottolineare la
profonda valenza di sfida in-
tellettuale del gioco.
Eravamo nel 1972 quando
la Inviata Plastics Limited di
Leicester immise sul merca-
to inglese il Master Mind.
L’idea sembra fosse stata
proposta l'anno prima alla
Fiera del Giocattolo di No-
rimberga da Marco Meirovi-
tz, inventore di giochi polac-
co. Fu subito un successo.
Nei primi dodici mesi ne fu-
rono vendute oltre centocin-
quantamila confezioni. Nel
1974 il Master Mind vinse il
titolo di "Gioco dell’Anno»
alla Fiera Internazionale del
Gioco dì Brighton, Nel 1975
si meritò una citazione sul-
l’Encvclopaedia Britannica;
nello stesso anno venne
commercializzato negli Stati
Uniti dove raggiunse presto
il traguardo del milione di co-
pie vendute. Da li a cinque
anni sorsero federazioni di
Master Mind m molte nazio-
ni e si organizzarono i primi
tornei. Nel 1979 la Invicta,
cresciuta di cinquecento per-
sone, affermava di aver ven-
duto oltre trentacinque milio-
ni di scatole di Master Mind
in un centinaio di paesi del
mondo.
Da allora in poi, strana-
mente, Il Master Mind co-
minciò ad avviarsi sulla via
del declino. In parte si trattò
di un calo di interesse dovu-
to alle troppo esagerate ana-
lisi del gioco da parte di
"esperti» che pretendevano
di trattarlo allo stesso livello
degli scacchi. Furono pubbli-
cati libri nei quali il gioco fu
dissezionato e, se vogliamo,
snaturato; in essi si discute-
va della "teona delle apertu-
re», si davano consìgli sul
"Centro partita» e in qualche
caso si analizzava perfino il
"gioco psicologico»! Ovvia-
mente in molti casi si tratta-
va di palesi aberrazioni, ma
non del tutto prive di un fon-
do di verità; presto ci si ac-
corse che la complessità del
gioco non era tale da per-
mettere un perpetuarsi airin-
fmito di serrati tornei e di
partite sempre diverse, co-
me da secoli avviene invece
per gli scacchi. Dopo un po’
I "professionisti» del Master
Mind furono delusi ed an-
noiati dalla sua «semplicità».
La invicta reagì tirando fuori
il Super Master Mind, ver-
sione estesa dalla comples-
sità maggiorata; ma l’neffet-
to novità» era ovviamente
compromesso e la nuova
versione non risollevò molto
le sorti oramai segnate del
gioco. Cosi come avvenne in
seguito per il Cubo di Rubik,
il Master Mind dopo un
boom esaltante subi un gra-
duale declino per poi cadere
infine in un inglorioso oblio.
Di tanto in tanto esso vie-
ne oggi utilizzato come test
psicologico 0 come criterio
di valutazione attitudinale
(sembra soprattutto per esa-
minare i programmatori), ma
nulla più.
La struttura
del Master Mind
Ma vediamo ora la struttu-
ra del gioco. Per descriverla
farò riferimento al Master
Mind Originale ed accennerò
poi alla successiva versione
Super
Il gioco si svolge su una
tavola di plastica contenente
alcune sene di fon dove van-
no ad incastrarsi dei pioli di
plastica colorata. Vi sono
due tipi di pioli; quelli «Co-
dice» e quelli «Chiave». I pri-
mi sono di sei colori diversi
(in origine Rosso, Verde,
Blu, Giallo, Bianco e Nero)
ed I secondi di due soli colon
diversi (Bianco e Nero). I fori
sulla tavoletta sono organiz-
zati in dieci file di quattro più
quattro fon ciascuna, e cioè
quattro per i Pioli Codice e
quattro per i Pioli Chiave, piu
un’ulteriore fila di quattro fo-
ri coperta da uno schermo
I due giocatori prendono
posto alle estremità opposte
della tavoletta. Quello «pas-
sivo», detto Codificatore,
sceglie quattro Pioli Codice
e II inserisce nei fori scher-
mati dell’ultima fila, dove so-
lo lui può vederli; essi costi-
tuiscono il «codice segreto»
che l’altro giocatore, quello
«attivo» detto Decifratore,
deve tentare di scoprire.
Per fare ciò il Decifratore
pone sulla prima riga oriz-
zontale di fon (dal suo lato)
quattro Pioli Codice che rap-
presentano il suo primo
«esperimento». Può darsi
che indovini subito il codice
segreto, ma siccome le
combinazioni con ripetizione
di sei colori presi quattro per
volta sono 1.296 la probabi-
lità che ciò si verifichi è ab-
bastanza remota Più usual-
mente succederà che solo
alcuni dei colori scelti dal
Decifratore nel suo primo
tentativo compaiano anche
nel Codice Segreto, e di essi
pochi 0 magari nessuno sia
al posto giusto. Il Codificato-
re risponde allora al tentativo
del Decifratore informandolo
appunto di quanti colori sono
stati indovinati e di quanti di
essi sono al posto giusto.
Per fare ciò egli dispone nei
fon opportuni tanti Pioli Chia-
ve neri quanti sono i colori
158
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
IIMTELLIGIOCHI
giusti al posto giusto e tanti
bianchi quanti sono i colori
giusti al posto sbagliato. Na-
turalmente l'ordine dei Pioli
Chiave non ha alcuna impor-
tanza e non fornisce alcuna
indicazione su quale dei co-
lori del Decifratore sia giu-
sto; tutto ciò che si sa e
quanti sono giusti.
Il gioco va avanti con un
nuovo tentativo del Decifra-
tore CUI segue un'analoga ri-
sposta del Codificatore, ripe-
tendo il tutto fino a quando il
primo non riesce ad identifi-
care il Codice Segreto o non
esaurisce i tentativi a sua di-
sposizione.
Il gioco in versione origina-
le, dicevo, si basa su una
struttura a sei colori e quat-
tro fori che fornisce uno spa-
zio delie combinazioni di
1.296 elementi. Per la riso-
luzione vengono concesse
dieci mosse, che possono
sembrare poche ma in effet-
ti non lo sono: tant'è vero
che in una successiva ver-
sione tascabile, detta Mini, il
numero di tentativi fu ridotto
a sei senza limitarne sostan-
zialmente la giocabilità. Il Su-
per Master Mind, cui accen-
navo prima, ha invece una
struttura ad otto colori e cin-
que fori, per un totale di
32.768 combinazioni; il nu-
mero di tentativi concesso è
di dodici, e ciò effettivamen-
te rende il gioco alquanto più
impegnativo rispetto alia ver-
sione originale.
Il Master Mind
e il computer
Quando usci ii Master
Mind I personal computer
ancora non esistevano. Pec-
cato perché in effetti la figu-
ra dei Codificatore ha un ruo-
lo cosi passivo e meccanico
da risultare terribilmente
noiosa per un umano ed in-
vece adattissima ad una
macchina.
Verso la fine degli anni 70
cominciarono infine ad usci-
re le prime calcolatrici pro-
grammabili. La Invicta com-
mercializzò allora il cosiddet-
to Master Mind Elettronico
che, svolgendo il ruolo del
Codificatore, permetteva ap-
punto di giocare tranquilla-
mente da soli- Il Master
Mind Elettronico era una
macchinetta delle dimensio-
ni di una grossa calcolatrice
tascabile (di allora... 1, con di-
splay luminoso a sette se-
gmenti, nella quale ovvia-
mente i colori erano sostitui-
ti da Cifre; fatto interessan-
te, si poteva variare il livello
di difficoltà dei gioco stabi-
lendo il numero di «colori» e
di «fori» virtuali da adopera-
re. Il Master Mind Elettroni-
co era però piuttosto costo-
so e soprattutto abbastanza
scomodo e farraginoso da
usare: inoltre le partite per-
devano completamente
quelle importantissime con-
notazioni visive e tattili date
tìaH'uso dei pioli colorati. Per
questo, e per il fatto di es-
sere uscito abbastanza tardi,
tale apparecchietto non go-
dette mai di un reale succes-
so.
La scarsa diffusione dei
computer all'epoca della
massima diffusione del Ma-
ster Mind ebbe anche un'al-
tra conseguenza: molto po-
che furono le analisi del gio-
co svolte a mezzo dell'elabo-
ratore, e di esse nessuna fu
realmente significativa (al-
meno a quanto ne so io).
Quando i personal furono un
fenomeno popolare il Ma-
ster Mind si era già pratica-
mente estinto. Ne segue
che la maggior parte delia
«saggezza popolare» che cir-
colò nella letteratura sul Ma-
ster Mind fu frutto più delle
esperienze empiriche e delle
convinzioni aprioristiche de-
gli «esperti» che di analisi
probabilistiche rigorose.
Nel nostro Paese il Master
Mind fu commercializzato,
piuttosto timidamente, ver-
so il 1976. lo ne venni a co-
noscenza un paio d'anni do-
po e subito ne rimasi colpito.
Quando in seguito acquistai
la mia prima calcolatrice pro-
grammabile (una gloriosissi-
ma TI-59 di cui già altre volte
in passato vi ho parlato) ov-
viamente una delle prime
cose che feci fu quella di
emularvi sopra il Master
Mind Elettronico, Scrissi
cioè un programmino che
svolgeva il ruolo del Codifi-
catore, rapidamente e senza
errori, di modo che io potes-
si esercitarmi a giocare sen-
za dover tediare un compa-
gno umano.
Dopo un po' cominciai
però a pensare se fosse
possibile fare l'inverso; ov-
vero scrivere un programma
che svolgesse il ruolo del
Decifratore anziché quello
del Codificatore. In altre pa-
role volevo che fosse la
macchina a giocare a Master
Mind. Realizzare una cosa
del genere sulla TI-59 era ov-
viamente impensabile, alme-
no per la versione standard
del gioco. Diedi allora di pi-
glio al buon vecchio Fortran
ed usai un computer vero,
un piccolo mainframe dell'e-
poca sul quale avevo spesso
occasione di lavorare. Dopo
qualche tentativo ottenni in-
fine un programma piuttosto
decente che risolveva i pro-
blemi standard (quelli con
sei colon in quattro fori) con
una efficienza piuttosto buo-
na. In effetti per valutare con
precisione la sua efficienza
ne scrissi una versione mo-
dificata che giocava contro
se stessa (senza imbroglia-
re!) e contabilizzava i risulta-
ti. Dopo qualche centinaio di
incontri la media si era sta-
bilizzata sul valore di 4,6 ten-
tativi per partita, con una de-
viazione standard del 19%;
per la cronaca il tempo me-
dio di soluzione di una parti-
ta era di circa tredici secon-
di.
Il buon successo dell'im-
presa mi spinse a tornare
sulla TI-59 dove, con un po'
di fatica, implementai un
programma analogo per una
versione ridotta del gioco (a
quattro colori in tre fori) che,
devo dire, funzionava altret-
tanto bene e mi diede molta
soddisfazione.
Soluzione automatica
In realtà scrivere un pro-
gramma che giochi attiva-
mente a Master Mind è me-
no difficile di quello che sem-
bri. Esiste infatti un approc-
cio diretto, del tipo «a forza
bruta», che funziona molto
bene ed è assai facile da im-
plementare. Ovviamente un
umano che gioca a Master
Mind segue metodi comple-
tamente diversi ma non diret-
tamente traducibili in pro-
gramma; conferire ad una
macchina la capacità di svol-
gere ragionamenti per indu-
zione non è uno scherzo!
Un programma in grado di
giocare a Master Minò, co-
munque, riscuote sempre
una grande ammirazione per-
chè va a toccare l'archetipo
L3 versione portatile del Master
della «macchina intelligente»
che giace dentro lutti noi, I
più colpiti sono soprattutto
coloro che. pur avendo una
certa confidenza con i com-
puter, non sono però dei veri
e propri «addetti ai lavori»;
essi infatti, ignorando la pos-
sibilità dell'approccio diretto
alla soluzione del problema,
sono portati a credere di tro-
varsi di fronte a chissà quale
miracolosa applicazione del-
l'intelligenza artificiale! Ecco
dunque che con un program-
ma del genere potete anche
fare bella figura presso qual-
che vostro conoscente, pre-
sentandogli una macchina
che sembra in grado di ragio-
nare induttivamente meglio
di un essere umano di intel-
ligenza media.
Vediamo subito, allora, il
semplicissimo principio sul
quale si basa un programma
del genere. All'inizio della
partita ci si costruisce l'assie-
me di tutte le combinazioni
possibili, e come primo ten-
tativo SI sceglie ovviamente
una configurazione a caso.
Ricevuto il responso dal Co-
dificatore si provvede ad eli-
minare dall'Insieme delle so-
luzioni possibili tutte quelle
che risultano incompatibili
con esso. In pratica si con-
fronta il tentativo appena ef-
fettualo con ciascuna posi-
zione possibile e si scartano
tutte quelle che forniscono
una risposta differente da
quella effettivamente ricevu-
ta. Dopo questa «scremata»
le soluzioni rimaste diventa-
no il nuovo insieme delle so-
luzioni possibili per il prossi-
mo tentativo; basta dunque
sceglierne una a caso fra di
loro e proseguire allo stesso
modo. L'insieme delle solu-
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
159
INTELUGIOCHI
zioni rimanenti dopo ciascu-
na selezione andrà via via re-
stringendosi fino a compren-
derne infine una sola, che
sarà ovviamente il Codice Se-
greto. Tutto qui.
Può naturalmente succe-
dere che li caso vi faccia in-
dovinare il Codice Segreto
prima di questo punto, e al-
lora tanto di guadagnato; se
invece arrivate alla fine aven-
do scartato tutte le soluzioni,
e non ve ne rimane nessuna
valida, significa semplice-
mente che il Codificatore
umano contro il quale il vo-
stro programma sta giocando
ha imbrogliato (o si è sbaglia-
to) dando qualche risposta
errata nel corso della partita!
Un programma costruito
su questa falsariga giocherà
ovviamente, intervento del
caso a parte, meglio di un
giocatore umano perché non
farà mai errori «di distrazio-
ne»; ad esempio non pro-
porrà mai un tentativo incon-
sistente, tale cioè che il suo
risultato non arricchisca la co-
noscenza accumulata. Ogni
suo tentativo contribuisce at-
tivamente a portare nuova lu-
ce ed a restringere l'insieme
delle soluzioni possibili. Il
Master Mind è dunque un
gioco in CUI, contranamente
agli scacchi, le ristrette di-
mensioni del problema ren-
dono l’approccio «a forza bru-
ta» piu efficiente di quello
«intelligente».
II programma Fortran di cui
VI parlavo prima girò per la
prima volta vero la fine dei
1981. La versione originale.
Figura 7 - Aicurre par-
lile di Masier Mino
giocale dal compuler
contro se stesso I co-
lettere progressive
dell'allabelo. rnenire
la X e la 0 rappresen-
lano nspeiiivamenie i
proli nen (colore giusto
al posto giusto) e bran-
chi (colore giusto al
media di risolutone
su molte decine di gio-
chi e inferiore ai cin-
si fine di risparmiare preziosa
memoria centrale, «appog-
giava» l'insieme delle solu-
zioni possibili su un file, col
risultato di esibire una lentez-
za lumachesca nell'elabora-
zione dei tentativi. Una ver-
sione successiva, dell'anno
seguente, faceva invece uso
di un normale arrav ed era ov-
viamente molto più veloce (i
tredici secondi che dicevo
prima.,.) da non rendere te-
diosa una partita interattiva.
Bene, in occasione di que-
sta puntata ho pensato di fe-
steggiare il quasi decennio di
tale programma riscrivendolo
in C. Detto e fatto l'ho pre-
parato in quattro e quattr'otto
senza badare troppo alla for-
Figura 2 ■ Dieci mie-
, 0 tessami problemi di
0 0 Master Mmd, anch'es-
‘0 ai generar! dai calcola-
' * lare, per mettere alla
ma. Sono venute fuori circa
duecento linee di sorgente
che, per la cronaca, sul mio
AT a 16 MHz risolvono una
partita mediamente in tre de-
cimi di secondo scarsi! Po-
tete vedere un esempio di
come funziona in figura 1 do-
ve ho riportato uno stralcio
dell'ouput generato. 1 colon
sono stati sostituiti dalle let-
tere da 'A' ad 'F' mentre le
’X’ rappresentano i Pioli Chia-
ve bianchi e le '0' quelli nen.
Vicino ad ogni tentativo ho in-
dicato il numero delle solu-
zioni inizialmente possibili, il
numero di quelle scartate in
base all'analisi del tentativo
stesso ed il numero di quelle
ancora rimanenti. Tali cifre
sono molto interessanti in
quanto danno un'idea molto
precisa del funzionamento
del programma e dell'effica-
cia delle varie scelte. Ovvia-
mente in una versione «non
demo», ossia scritta per gio-
care effettivamente contro
un giocatore umano, tali in-
formazioni è meglio che non
compaiano per dare un’aura
più misteriosa alle scelte del
computer
Ma non vi do altre indica-
zioni sulla struttura del pro-
gramma per non togliervi il
gusto di scriverne uno da voi.
Vi invito anzi a metterne a
punto uno completo (ossia in
grado di svolgere una rego-
lare partita contro un gioca-
tore umano) ed a mandarme-
lo; gli autori dei migliori pro-
grammi che riceverò verran-
no Citati in una eventuale se-
guito di questa puntata.
Sarebbe anche interessan-
te eseguire un’analisi piu ap-
profondita di qualche centi-
naio di partite giocate dal
computer contro se stesso
(cosa che io non ho fatto),
essa dovrebbe dare indica-
zioni pratiche, valide per i gio-
catori umani, su quali siano
ad esempio le aperture piu
efficaci 0 le mosse da evita-
re. Qualcuno di voi ha voglia
di compiere un simile lavoro’
Conclusione
Purtroppo lo spazio e co-
me al solito tiranno e mi im-
pone di giungere alla fine del
discorso. Peccato perché sul
Master Mind vi sarebbero
molte altre cose interessanti
da dire Spetta dunque a voi,
come al solito, farmi sapere
se l’argomento vi ha interes-
sato e se volete che vi ritorni
sopra in futuro, magari pro-
prio per presentare i vostri la-
vori in merito. Sapete come
le scelte degli argomenti sia-
no fortemente influenzate
dalle vostre opinioni, per cui
se volete una nuova puntata
sul Master Mind... scrivetemi
e possibilmente mandatemi
delle vostre osservazioni ori-
ginali.
Nel frattempo vi invito a
procurarvi una confezione di
Masier Mind, se già non l'a-
vete, ed a praticare un po’
questo gioco che menta an-
cora un po' d'attenzione per
l'ottimo esercizio di logica
che comporta. Per invogliarvi
VI propongo, in figura 2, al-
cuni interessami quesiti ge-
nerati dal mio programmino
citato poco fa. In ognuno di
essi la soluzione e unica, os-
sia discende necessariamen-
te e senza ambiguità dall’a-
nalisi dei tentativi precedenti
Essi sono un buon inizio alla
pratica del gioco. Ovviamen-
te dovreste cercare di risol-
verli a mente e non al com-
puter, altrimenti non c’e al-
cun gusto!
E con questo chiudo dan-
dovi appuntamento a) prossi-
mo mese per il promesso re-
soconto del miniconcorso sui
fattoriali Arrivederci fra tren-
ta giorni.
160
MCmicrocomputer n 106 - aprile 199l
PC COMPATIBILI
EUROSYSTEM
Qualità & convenienza
XT EuroSystem 12 MHz 499.000
CPU Nec V20 compatibile 8088, cabinet "baby" con
alimentatore 180 W. tastiera estesa 101 tasti. 512 KB
Ram espandibili a 1 MB, controller FDD, disk drive a
scelta da 360 KB o 720 KB, scheda video duale
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo
per coprocessore opzionale 8087, 0 wait States.
286 EuroSystem 12 MHz 740.000
286 EuroSystem 16 MHz 850.000
CPU 80286, cabinet "baby" con alimentatore 200 W,
tastiera estesa 101 tasti, 1 MB Ram espandibili a 4 MB
EMS, controller AT-bus interleave 1:1, disk drive a
scelta da 1.2 MB o 1.44 MB, scheda video duale
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo
per coprocessore opzionale 80287, 0 wait States.
386-SX EuroSystem 16 MHz 1.295.000
386 EuroSystem 25 MHz 1.590.000
386 EuroSystem 25 MHz 64K cache 2.890,000
386 EuroSystem 33 MHz 64K cache 2.190.000
CPU 80386, cabinet "baby" con alimentatore 200 W,
tastiera estesa 101 tasti, 1 MB Ram espandibili a 8 MB
EMS, controller AT-bus interleave 1:1,1 disk drive a
scelta da 1.2 MB o 1.44 MB, scheda video duale
Hercules+CGA, porta parallela Centronics, zoccolo
per coprocessore opzionale 80387, 0 wait States.
486 25 MHz stessa configurazione a solo 3.700.000
Configurazioni aggiuntive:
con secondo drive 1.2 o 1.44 a scelta + 120.000
con seriale multi I/O AT (scriale+prinicr+gamc) + 25.000
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STORYWARE
Mentre procede inarrestabile il flusso dei racconti che pervengono alla nostra
redazione, sentiamo il bisogno di una pausa riposante — tra scenari futuribili,
marchingegni diabolici e super-computer che decidono gli umani destini, spuntano
ogni tanto dei racconti anormali»: eccone un paio
Non solo fantascienza
di Elveno Petroui
F a piacere ogni tanto im-
battersi in racconti che
presentino dette situa-
zioni dal vago sapore familiare.
È il casa dei due lavori che
pubblichiamo questo mese,
due ambientazioni piuttosto ri-
correnti nelle quali ho ritrovato
le sono certo che accadrà an-
che a voi) due figure che spes-
so incontro nella vita di ogni
giorno.
Il protagonista di i>Jennifer«
mi ha richiamato alla mente,
tra le altre, l'immagine di Cor-
rado Giustozzi, naturalmente
non per quei tratti di subordi-
nato, improponibili nel sua ca-
so. ma per quel febbrile entu-
siasmo che assale Filippo lan-
ciato alta scoperta della nuova
macchina e che immagino as-
salga anche il buon Corrado
ogniqualvolta si trovi di fronte
ad un nuovo modello o prodot-
to da iitastareii.
Nel protagonista de «L'affa-
re» invece, ho rivisto, con una
punta di tristezza, alcuni per-
sonaggi. di CUI non faccio il
nome per correttezza, che so-
no riusciti e riescono ad igno-
rare ogni cosa che non abbia
attinenza con il mondo infor-
matico. SI tratti pure di un sen-
timento altrui.
Entrambi i racconti lasciano
un po' d'amaro in bocca, ma
non SI tratta di un sapore in-
ventato: è proprio il gusto
agrodolce dell'ossessione da
computer, un male del quale
sono affetti anche numerosi
lettori di riviste del settore
(non certo della nostra, mi
auguro)
È anche per evitare che i
sìntomi di questi malesseri
peggiorino che è nata Story-
ware. una rubrica «diversai-
ideata per distrarre qualcuno,
anche se i suoi effetti, me ne
rendo conto, possono essere
anche solo quelli di una sorta
di pastiglietta per l'alito cat-
Jennifer
di Cosimo Cardellicchio
"Massime prestazioni per il
vostro nuovo computer... Un
investimento sicuro.. Ogni ri-
sorsa utilizzata». Il capo si de-
gnò di alzare gli occhi dalla
pubblicità che aveva appena
letto ad alta voce, enfatizzan-
do le parole prestazioni, risor-
se e soprattutto investimento.
gorgogliando qualcosa II dove
c’erano i dettagli tecnici. Filip-
po ascoltava con finto interes-
se questo sproloquio, chie-
dendosi dove il Boss volesse
arrivare.
"Ho deciso», egli continuò,
«di comprarne una cinquanti-
na, e questo modello mi sem-
bra particolarmente indicato
per le esigenze della Ditta.
Credo che il prezzo sia ade-
guato e risulterà un buon inve-
stimento» concluse, svento-
lando il depliant che aveva ap-
pena declamato a suo modo.
Già Filippo non lo stava più
ascoltando e immaginava
quella testa da Capo che parla-
va, fatta a riquadri come un
tabellone elettronico, con le
voci Ricavi. Spese, Ammorta-
menti. ma soprattutto con Uti-
le Netto che lampeggiava mar-
tellante. quando senti giunge-
re alle sue orecchie un «Cosic-
ché lei lo proverà» «Co-
me?!», farfuglio il tapino, trop-
po immedesimato nella sua
fantasia
«Lei lo proverà», ribadi il
Superiore. «Ho già preso ac-
cordi con la gente che vende
questa roba. Ce ne lasciano
uno m prova, cosi possiamo
decidere. Sabato le sarà scari-
cato a casa sua il trabiccolo,
cosi potrà divertirsi per tutto il
fine settimana... poi lunedi mi
consegna una relazione detta-
gliata SUI vantaggi che ne rica-
verebbe la Ditta dall'acquista-
re questo e non un altro af-
fare»
"Sabato’», gemette misera-
mente il subordinato, vedendo
compromesso il suo fine setti-
mana. «Certo», prosegui il de-
spota. «e non si preoccupi per
la bolla di accompagnamento.
Ho già sistemato tutto io.. Le
offro un week-end di diverti-
menti e dovrebbe ringraziar-
mi... Ah, dimenticavo, La rela-
zione... scritta in termini com-
prensibili e in buon italiano,
ovviamente»
«Ovviamente», acconsenti
il subordinato. Tornando alla
sua scrivania, maledisse il
giorno m cui si era vantato di
essere un drago dei compu-
ter. Un cumulo di carte lo fece
tornare alla realtà più imme-
diata e un «ci penseremo sa-
bato», concluse mestamente
il suo rimuginare.
Filippo viveva solo e trascor-
se con una strana agitazione il
sabato mattina; il fine settima-
na era compromesso e avreb-
MCmicrocomputer n. 106 - a,nrile 1991
163
STORYWARE
be ancRe dovuto scrivere una
relazione ir> perfetto italiano,
cort congiuntivi e condizionali
al loro giusto posto Nonostan-
te tutto CIÒ, non era dispiaciu-
to dal dover esaminare questo
nuovo computer, di cui si era
fatto un gran parlare, ma che
nessuno dei suoi conoscenti
aveva ancora visto all'opera.
Solo nella tarda mattinata,
due giovanotti dall'età indeci-
frabile gli portarono a casa una
sene di scatoloni che, una vol-
ta aperti, rivelarono il loro con-
tenuto: Jennifer, il computer
Il nostro firmò velocemente
tutte le carte che i due gli
sottoposero: una strana ecci-
tazione cresceva in lui al vede-
re il calcolatore prendere
forma
"Si diveda», gli augurò an-
dandosene uno dei due con
aria sorniona, ma egli non ci
badò.
Jennifer era II. sul tavolo del
suo studiolo, e lo aspettava:
un ampio schermo a colon so-
vrastava il computer vero e
proprio due semisfere spor-
gevano alle estremità superio-
ri, appena sotto lo schermo,
mentre più in basso la tastiera
era quasi incastrata nel com-
puter, sebbene potesse esse-
re agevolmente rimossa di là
e allontanata: sul retro, incon-
fondibili. erano presenti due
casse acustiche che, a causa
delle loro dimensioni, sembra-
vano promettere un suono
stereofonico di qualità; poco
sopra la tastiera, m una posi-
zione insolitamente centrale.
VI era un drive per dischetti,
nonostante la pubblicità assi-
curasse servire poco, per
"l'abbondanza di memorie di
massa di nuova concezione»
Questa sapiente disposizio-
ne delle vane unità operative,
e un sapiente arrotondamento
degli spigoli, conferivano a
Jennifer un aspetto decisa-
mente gradevole, lontano, re-
moto quasi, dal solito paralle-
lepipedo di plastica e metallo
"Dove sarà il mouse?» si
chiese Filippo, ma capi subito
che non c’era mouse. «Ah,
ecco, queste due semisfere
sono due irackball... dovevo
immaginarlo... è l'ultima diavo-
lena per indicare un punto sul-
lo schermo.. Strano, non le
avevo mai viste in posizione
verticale».
Cominciò a rovistare fra i
manuali (quanti') che i due gli
avevano lasciato; «Guida al-
l'installazione — lasciamo
perdere è già installato. Ma-
nuale del Basic: non mi serve
per ora. Il Word-processor e il
foglio elettronico: poi... poi
Jennifer, filosofia d'uso...» e
qui il suo rovistare si arrestò.
Lesse quel libretto affascina-
to, ingurgitando disordinata-
mente un peperone ripieno,
uno yogurt, un panino col ton-
no, una fetta di ananas e una
birra, per placare le rivendica-
zioni dello stomaco
"L'aspetto innovativo è un
esteso uso del multitasking, in
CUI piu programmi lavorano
contemporaneamente, coordi-
nati da Jennifer, il programma
supervisore, che sfrutta tutte
le risorse disponibili ed espri-
me un giudizio su una migliore
utilizzazione delle stesse..».
COSI era scntto sul manuale, in
maniera decisamente poco
chiara.
Decidette allora di passare a
un contatto diretto. Fu con tre-
pidazione. culminata poi in un
gesto deciso, che il giovane
dette corrente "Ciao, io sono
Jennifer», cosi si presentò il
computer con voce suadente.
"Le procedure di installazione
non sono complete: devi veri-
ficare il funzionamento delle
Irackball e della tastiera. Puoi
variare le costanti di tempo
dei tasti, puoi variare.. » e qui
la voce elenco tutta una sene
di desideri attuabili, dal volu-
me della voce, ai suoi toni,
dalla luminosità, ai contrasti
dello schermo e cosi via.
Provò allora la tastiera: (a
senti morbida, soffice quasi,
ma di pronta risposta, Accon-
senti alle richieste che gli pro-
venivano dalla voce, provando
via via I tasti, cosi come gli era
suggerito.
Fatto CIÒ. sullo schermo
comparve allora un fittissimo
reticolo e l'invito a provare le
trackball, raggiungendo e indi-
cando alcuni punti evidenziati
Filippo, incantato, obbedì e vi-
de che il cursore si spostava
rapidamente e con notevole
precisione, al seguito della sua
azione sulle trackball: dapprin-
cipio. le sfiorava appena con le
dita della mano aperte, ma in
seguito SI rese conto che la
risposta era sempre veloce e
precisa, anche a un comando
più rude, più profondo si direb-
be quasi. Di II a poco acquistò
familiarità, lui che non era
mancino, a manovrare anche
la Irackball di sinistra.
"Vedo che impari in fretta».
SI complimentò la voce sua-
dente. «Bene, le procedure di
installazione sono terminate,
passiamo al lavoro» Il giovane
aveva un sorriso soddisfatto e
una curiosità che cresceva a
dismisura
«Vuoi usarmi solo per lavoro
(batti L) o per lavoro e gioco
(batti qualsiasi altro tasto)?».
Filippo, trionfante, aveva pre-
muto una sintomatica G.
quando si senti chiedere «In
quanti mesi vuoi ammortizzare
il mio acquisto?»-
Rimase perplesso alla ri-
chiesta Sibillina, ma la filosofia
del " premi-un-tasto-poi-si-ve-
dràn prevalse in lui, convin-
cendolo a esercitare una pres-
sione suin, seguito da un fati-
dico Invio.
«Dovremo lavorare dura-
mente», dedusse con voce
grave Jennifer. Comparvero
sullo schermo tanti siparietti
con delle scritte. Filippo indicò
con la trackball di destra quel-
lo chiamato «Foglio elettroni-
co» e 'I sipario si ingrandì, si
apri e fu disegnato il reticolo
dello spreadsheet.
Si intrattenne per un po':
era veramente potente, ma
ciò che io rendeva profonda-
mente diverso da tutti gli altri
programmi in commercio era
proprio Jennifer, il programma
supervisore e consigliere.
"Quella cella può essere rag-
giunta più facilmente con la
trackball di sinistra»; «Invece
di battere dieci volte il simbolo
di addizione, usa la funzione
Somma, m cui gli addendi so-
no gli operandi»; «Non usare
m quel modo il simbolo %: è
errato»
Ogni suggerimento diminui-
va uno strano numero che ap-
pariva in alto sullo schermo
Filippo, che aveva letto velo-
cemente solo Filosofia d'uso,
ipotizzò che indicasse i suoi
progressi nell'imparare e che
col tempo questo numero sa-
rebbe scomparso
Quando si fu stancato, chie-
se al computer di uscire da
quel programma e provò i)
word-processor Jennifer ave-
va un vocabolario ricchissimo
e conosceva persino la gram-
matica. e gli segnalò tutti gli
errori di battitura commessi,
spingendosi persino a ipotizza-
re un uso improprio di un con-
giuntivo
Provò poi il programma Ar-
chivio, e poi un gneratore mu-
sicale, e poi un favoloso pro-
gramma grafico, con cui si
senti emulo di Piero della
Francesca. Era tutto cosi sem-
plice e divertente e poi c’era
Jennifer, sempre pronta a n
prenderlo dolcemente, se sba-
gliava, 0 a svelargli tutte le
innumerevoli risorse a disposi-
zione (quante').
Il pomeriggio volò via m
queste esplorazioni, quando,
verso le 19, un impellente bi-
sogno fisiologico lo condusse
in bagno per qualche minuto
Ne tornò con calma, desidero-
so si di continuare, magari per
un’altra ora. ma anche di usci-
re un po' di vantare con gli
amici quanto avesse in casa
Fu quando sfiorò la trackball
di sinistra per puntare il sipa-
rietto Giochi che udì la voce,
in tono inconfondibilmente ira-
to: "Dove eri andato a finire,
vagabondo? Sono 4' e 43"
che non mi premi un tasto O
siamo dati alla bella vita’ Ri-
corda che dobbiamo ammor-
tizzare l'acquisto m un mese»
Filippo ammutolì II pro-
gramma supervisore aveva
preso un po' troppo a cuore
queir 1 che aveva premuto co-
si alla leggera, ma, passata la
sorpresa, gli venne da ridac-
chiare pensando a quanto quel
computer fosse simile al Ca-
po. Vide che c'era un sipariet-
to dedicato agli scacchi e lo
segnalò: immediatamente fu
disegnata una scacchiera,
completa di tutti i pezzi
Non era mai stato un gran-
de giocatore, ma rimase di
sasso quando, alla quinta
mossa, gli fu segnalate «Non
e COSI che si gioca la Spagno-
la, stai per metterti in guai
grossi». Quando poi alla nona
mossa l'umano perse un ca-
vallo senza alcuna controparti-
ta, il computer sbotto «0 non
sai giocare, o non ti stai impe-
gnando Il tuo atteggiamento
è indegno»
Ormai intimorito, l’umano
punto l'icona di Ime partita, fra
un sarcastico «Era ora!», e
optò per la dama, ma . già alla
ventiduesima mossa, la perfi-
da aveva un vantaggio schiac-
ciante e un tono di voce sem-
pre più alterato Chiese allora
la fine del programma e, dal
menu principale, chiese la fine
164
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
STORWVARE
di quella ormai imbarazzante
sessione «Che cosa’», tuonò
il computer, «dobbiamo anco-
ra lavorare duro per am-
ba voce SI bloccò. Filippo
aveva raggiunto il tasto di ac-
censione e aveva interrotto il
calcolo di quella furia. Rimase
per circa due minuti seduto e
in silenzio: il tonno, lo yogurt,
l'ananas, la birra e i peperoni
SI erano improvvisamente ri-
svegliati nel suo stomaco e
tenevano il battito accelerato
del suo cuore.
«L’idea del programma su-
pervisore che aiutasse, consi-
gliasse. tenesse il tempo,
un'agenda e cosi via è otti-
ma». pensava fra sé e sé,
«ma questa é troppo petulan-
te». Vero é che quell'l battuto
COSI imprudentemente aveva
costretto il microprocessore a
fare i conti in un certo modo ..
La sua esperienza gli consigliò
di riaccendere e. non appena
gli sarebbe stato chiesto in
quanto tempo ammortizzare i
costi, doveva rispondere 100,
0 1000 0 10000. Cosi tutto
sarebbe tornato come prima,
compreso la voce suadente.
Premette il tasto di accen-
sione ma CIÒ che udì gli fece
accapponare la pelle: «Allora,
sfaticato, hai cercato di zittir-
mi’ Ricorda che ci sono le
batterie tampone, con
un’autonomia di 48 ore. Al la-
voro L.,
Il giovane era impaurito e
nel panico levò corrente di
nuovo a Jennifer: l'interrutto-
re scattò, ma il computer non
SI spense. «Mi dispiace»,
commentò acida l'arpia, «ma
non posso permettere un tuo
nuovo gesto inconsulto. Ho
inserito le batterie tampone.
Al lavoro!»
Filippo balzo dalla sedia: le
sue mani si congiunsero sul
capo, scendendo fino al collo,
e distaccandosi poi, umide di
sudore. <iAI lavoro.. Al lavo-
ro' ». imponeva la voce, «Al
lavoro .. Al lavoro!»
Quel ritornello gli entrò nel
cervello, né riuscì a modificar-
le il tono di voce.
I comandi erano disabilitati.
Corse in cucina, ma anche da
li udiva: «Al lavoro. Al la-
voro'».
«Chi se lo tiene per 48 ore
questo animale? Homo sa-
piens, pensa qualcosa», si in-
coraggiò Filippo, «e anche m
fretta!».
Ritornò daH'insaziabile e
chiamò di nuovo il word pro-
cessor, scrisse qualcosa e
chiese di memorizzarlo, Jenni-
fer si calmò. In seguito a que-
sta pausa, l'umano nprese fia-
to e cercò qualcos'altro. Vide
un siparietto dal titolo Nuovi
Orizzonti e lo indicò. Voleva
andare via, uscire di casa, par-
lare con essen umani, toccare
qualcosa di diverso da quella
morbida plastica, ma sapeva
anche che doveva far tacere
queU’avidissimo programma.
In un'icona lesse «Insieme
di Mandeibrot» e il suo viso si
illuminò. «Adesso ti sistemo
io», esclamò trionfante, ar-
meggiando con le trackball.
«Volevi lavorare? Ora te ne
do IO occasione...». Egli ricor-
dava quella volta che si era
cimentato con l'insieme di
Mandeibrot, con il suo vec-
chio e fedele computer —
mai troppo invadente —
quando il programma che
aveva scritto aveva impiegato
oltre 4 ore e 21 minuti per
disegnare una misera immagi-
ne bianco/nero
«Quanti colori?» chiese
Jennifer «65536», batté Filip-
po ghignante «Quale regio-
ne?». La trackball fu diretta
su un’icona che aveva scritto
Casuale e fu dato il via. Lo
schermo si annerì e poi, dal
basso verso l'alto, cominciò a
popolarsi di tanti puntini lumi-
nosi, inequivocabilmente l'in-
sieme di Mandeibrot.
«Conclusione prevista fra
30 secondi», scandi sicura
Jennifer, «20... 15... 10... fatto.
Un'altra regione?»
Il giovane era allibito e ter-
rorizzato; confermo meccani-
camente l'icona Casuale e os-
servò con quale ridicola facili-
tà l'insieme di Mandeibrot era
calcolato. «Fatto... Un'altra re-
gione?», chiese l’instancabile.
Ancora una volta egli con-
fermò. Che fare? Telefonare
ta sua disperazione a qualcu-
no? E a chi’ Causare un corto
circuito, aprendo la bestia e
martellando qui e là? Meglio
di no. Jennifer aveva già di-
mostrato di sapersi ben difen-
dere.
Era orami preso da tremiti
e sudori freddi: non sapeva a
quale Santo del Paradiso inol-
trare la sua pressante richie-
sta di soccorso. Posizionò al-
lora la trackball sull’icona Ca-
suale e confermò ancora e ri-
mase davanti allo schermo a
pregare che gli venisse un’i-
spirazione.
La trackball era umida di
sudore e, ai termine di quel-
l'altro quadro riempito dalla
solerte, confermò ancora una
volta Casuale.
Le due dna non si staccaro-
no dalla trackball, mentre Jen-
nifer disegnava ancora.
Fu allora che un lampo at-
traversò 1 SUOI ormai provati
neuroni; premette il tasto In-
vio con una matita, fermando-
la poi in quella posizione con
due pezzi di nastro adesivo.
Ogni volta che Jennifer termi-
nava un quadro, ripartiva im-
mediatamente da un altro set-
tore a caso in omaggio all’ico-
na Casuale indicata dalla
trackball e confermata dall'fn-
vio sempre premuto
Le immagini si susseguiva-
no alle immagini. Filippo si ac-
casciò sulla sedia, godendo di
quell'automatico disegnare. «
Ci sono infinite possibilità nel-
l'insieme di Mandeibrot», si
disse felice.
L'affare
di Federico Creselin
Lo vedevo ogni mattina alla
solita ora. quando uscivo da
scuola: se ne stava seduto in
una panchina del parco, con i
gomiti appoggiati aH'indietro
sullo schienale e le gambe
stese in avanti. Guardava
sempre nel vuoto davanti a
sé. senza per questo trascura-
re di farmi un cenno di saluto
col capo ogni volta che pas-
La cosa andava avanti or-
mai da due mesi abbondanti,
ma non mi ero mai deciso a
fermarmi per parlargli, nono-
stante lo conoscessi da ven-
t'anni e più.
Non avevo neanche mai
pensato che fosse ridotto ve-
ramente male, voi mi capite...
Sapevo che aveva del suo,
che lavorava da sempre m
banca; sapevo anche che si
era sposato con una donna
intelligente e vivace e che
non aveva mai avuto figli.
Un filo di curiosità attraver-
sava comunque la mia men-
te: perché se ne stava li. intri-
stendo ogni giorno di più,
senza far nient’altro che guar-
dare le foglie cadere e i pas-
seri saltellare sul ghiaietto?
Se non mi avesse però ri-
volto lui la parola, per quella
mia abituale riservatezza e
quella solita mancanza di vo-
glia di rinverdire vecchie co-
noscenze, quei filo non l’avrei
mai raccolto.
«Fermati per una volta. Ca-
satti...» mi disse quattro mesi
fa circa, un giorno che stavo
attraversando il parco per arri-
vare alla macchina Era vesti-
to come al solito: la cravatta
allentata e la barba lunga gli
davano un’aria trasandata
piuttosto incongrua rispetto
all'abito di buona fattura Ap-
poggiato alla panchina c'era
un ombrello nero e sulla pan-
ca una vecchia cartella di
pelle.
«Ehilà, Bombini. Come ti
va?» feci IO rallentando il pas-
so ma voltando solo il viso,
«Voglio proporti un affare,
ma se hai fretta non im-
porta...».
Decisi di fermarmi, rasse-
gnato all’inevitabile resoconto
di disgrazie e sfighe.
«Se hai bisogno di soldi,
prestiti non ne faccio, ma die-
ci carte te le do volentieri».
Arrossi violentemente, visi-
bilmente offeso. Mi affrettai a
scusarmi, dandomi del cretino
per essere passato troppo in
fretta a conclusioni che non
avevo nessun diritto di trarre:
« .. Anche tu, però, dopo
tanti anni che non ci vedia-
mo . ammetterai di avere
un'aria un po' di merda... Scu-
sami tanto, ma sei invecchia-
to un sacco e ii curi poco... Di
questi tempi tutto può esse-
re... Se ne sono viste
Si tirò in piedi, raccolse
l'ombrello e la cartella, si
strinse il nodo della cravatta e
mi disse:
«Se non ti vergogni a girare
con me, ti accompagno per
un pezzetto e ti spiego l'af-
fare».
Acconsentii, lieto di vedere
che non si era offeso più di
tanto. Interruppe subito le
scuse che continuavo a sciori-
nare.
«Parliamoci chiaro, Casattr
non sei il primo che mi scam-
bia per un barbone. Tuttavia
le apparenze ingannano: non
ho bisogno di soldi, anzi me
la passo bene da quel punto
MCmicfocompuler n. 106 - aprile 1991
165
STORYWARE
di vista. Ho ereditato un sac-
co di grana, tanto che ho po-
tuto permettermi di lasciare la
banca. Tu insegni sempre,
vero?»,
uSi. ma adesso sono al
liceo».
“Allora la mia proposta for-
se ti interessa. Ho un compu-
ter da vendere».
“Prima di tutto non mi pia-
ce comprare usato e poi ne
ho già uno. con due floppy».
“Non farmi ridere. Un 386
di otto mesi. 33 megaHertz,
120 mega di hard, supen/igi-à.
zeppo di programmi NUOVIS-
SIMI!»
«Guarda, allora non penso
di. ».
«Otto mega di RAM, video
16 pollici, 1024 per 768...».
Mentre parlava, gli occhi gli
brillavano e minuscole perle
di sudore gli scendevano sulla
fronte, «Stampante 24 aghi,
tutu I manuali del soft... Anco-
ra in garanzia. Niente di copia-
to, tutto originale. Venti cubi
di valore totale, e anche,
anche...».
«Ma non ho i soldi... Venti
cubi per un computer!».
«Quattro milioni. Mi basta-
no quattro milioni».
«Bé, quattro milioni anche
ce li avrei» mi scocciava pas-
sare per un poveraccio, se lui
poteva spendere quei soldi
per quello che doveva essere
soprattutto uno svago, «ma
credo che ne prenderesti di
più da un qualsiasi negozian-
te». Eravamo intanto arrivati
alla macchina. Devo dire a
questo punto che l'offerta mi
solleticava.
Avevo letto qualcosa recen-
temente e alcuni colleghi a
scuola (quello stronzo di Cer-
tani con le sue arie da tecno-
crate! E anche Quozzi l'untuo-
so...) ti facevano una testa co-
si con quel che facevano con
I loro AT, AD o quel che pic-
chio avevano. Rimanevo un
po' perplesso per il timore di
una truffa, anche se avevo
sempre considerato il Bombi-
m un onesto totale.
Mi spiegò rapidamente l'in-
ghippo: non era ancora sicuro
di volersene liberare. Un po’
per gli occhi che gli dolevano
(«Ma sono io l’orbo, sai. mica
c'entra lo schermo, che è an-
tiriflesso...»), un po’ perché
voleva dedicarsi ai viaggi,
pensava di fare una prova:
me lo cedeva per tre mesi,
dopo di che o se lo ripigliava
indietro o gli pagavo i quattro
cubi, a seconda di come an-
dava l'esperimento,
In teoria avrei dovuto con-
sultare mia moglie, come
ogni qualvolta c'è una spesa
grossa da fare, ma avendo bi-
sticciato la sera prima per un
qualche motivo, assaporai il
gusto dell’azione di forza e mi
accordai col Bombini per an-
dare a vedere la «macchina»
(cosi la chiamava lui) subito
dopo le ripetizioni del pome-
riggio.
Abitava in una palazzina si-
gnorile del centro. La moglie
era come me la ricordavo e,
nonostante avessimo avuto
una conoscenza men che su-
perficiale, mi accolse con
molta simpatia:
«Casatti, quanto tempo! E
tua moglie? E il bambino,
quanto ha? Come, hai anche
una bambina? Loris, lo sa-
pevi?».
Passammo in studio a ve-
dere Il computer e fui subito
stupito nel constare che tutto
corrispondeva alle descrizioni
della manina.
Il Bombini era fremente
quando accese il marchinge-
gno. Le sue dita volavano sul-
la tastiera, gli occhi erano in-
collati allo schermo e. a dire il
vero, non mi sembravano per
niente affaticati. Ogni tanto, la
mano destra afferrava con
leggerezza ed affetto il
mouse, lo muoveva un attimo
e si udiva un clic.
Mi fece vedere di tutto,
parlando incessantemente,
soffermandosi sulle cose più
importanti, passando da un
programma all'altro con una
velocità ed una competenza
invidiabili. Era molto bravo a
spiegare e. in una serata sol-
tanto, riuscii a comporre nel
mio cen/ello molto di quello
che avevo solo orecchiato da
Quozzi e Certani, rendendomi
conto della portata effettiva
dell’iiaffare».
Dopo tre ore di computer,
entrò la moglie di Bombmi
con panini e birra. Il mio ami-
co continuò 3 trafficare men-
tre mangiava, parlando con la
bocca piena e seminando bri-
ciole sulla tastiera.
«Allora (0 prendi, Casatti?»
chiese a un certo punto la
moglie, in un tono vagamente
ansioso.
«Per tre mesi...» bofonchiò
Bombini. La donna gli lanciò
un'occhiata gelida e voltò le
spalle a noi e alla macchina,
dicendo in tono tagliente:
«Fra tre mesi dovrai sce-
gliere, certo...».
Alquanto rosso in viso,
Bombmi farfugliò qualcosa del
tipo «noncibadarepoilepassa»,
SI riprese e continuò con le
spiegazioni.
Un mondo nuovo s'era
aperto ai miei occhi: i termini
sciorinati dal Bombini mi si
rivelavano nella loro praticità
ed essenzialità e I nomi dei
programmi fin da subito en-
trarono a far parte di me co-
me se dovesse essere per
sempre.
Caricammo il materiale nel-
la mia Duna familiare. Prima
che me ne andassi, la moglie
di Bombmi mi strinse forte la
mano e mi baciò sulla guan-
cia. Aveva un profumo inten-
so e gli occhi le brillavano.
Il Bomba, che non aveva
più detto nulla da quando le
operazioni di carico erano ter-
minate, rimase sul portone a
salutare con la mano. Mi
sembrava ancora peggio m ar-
nese della mattina, sotto il
neon del lampione
Sono passati già quattro
mesi e. come d’accordo, il
computer è rimasto a me.
L’altro giorno ho telefonato a
Bombini per i quattro cubi e
ci siamo accordati per incon-
trarci l'indomani, ai giardini.
Quasi non lo riconoscevo:
sembrava ringiovanito di dieci
anni e somigliava molto di più
al vecchio Bomba del liceo.
Mi raccontò dei viaggi che
aveva fatto, di come stesse
bene e, soprattutto, del desi-
derio di adottare un bimbo
che aveva riavvicinato lui e la
moglie dopo un periodo di
forte crisi. Intascò l’assegno
senza neanche controllare
l'importo. Mi accompagnò fin
sulla porta della scuola e si
congedò abbracciandomi viril-
mente le spalle. Non una pa-
rola sul computer.
Quanto a me, posso dirmi
molto soddisfatto deH'affare
col Bombmi: ormai sono en-
trato perfettamente in sinto-
nia con la macchina. E come
se avessi una nuova vita; do-
po tanti anni, tra l’altro, ho
riscoperto la voglia di studia-
re, d’imparare e le ore che
passo davanti al monitor mi
volano via lasciandomi sem-
pre in uno stato di esaltazio-
ne. Mi sembra di avere sco-
perto in me risorse intellettua-
li mai sospettate (sempre sta-
to un umanista!).
Al di là dei lavori (che, del
resto, ho sempre fatto anche
con il vecchio XT), mi piace
un sacco imparare ad usare
programmi che non mi servi-
ranno mai, come i logli elet-
tronici ed i database, disegna-
re col mouse, fare giochini:
ho cominciato anche con un
po' di programmazione. A vol-
te mi chiedo se continuo ad
andare a scuola, oltre che per
lo stipendio, anche per poter
assaporare l’invidia di Quozzi
e Certani Nei miei sogni ad
occhi aperti gioco spesso a
squash con Bill Gates.
Mi rendo conto che tutto
questo è un po’ infantile; tra
l’altro, la mattina allo spec-
chio, dopo le tre ore di sonno
che mi concedo di questi
tempi, non mi sembro certo
un ragazzino I miei figli mi
trattano un po' con condi-
scendènza, ma IO mi sento di
nuovo, dopo parecchio tem-
po, veramente up-to-date e
non ho complessi nei loro
confronti.
Sarebbe davvero una vita
felice, se non fosse per mia
moglie. I rapporti tra noi sono
ormai pessimi e, anche se
non ricordo più la causa del
litigio, sono certo che la no-
stra crisi cominciò proprio il
giorno prima del mio incontro
col Bombirti. È tanto che non
facciamo l’amore e basta un
niente per farla scattare. Ho
cercato anche di iniziarla al
computer, ma è come se le
parlassi di calcio: non gliene
frega niente.
Spesso la notte, quando mi
butto a letto dopo aver ripuli-
to il personal dai Bak e aver
riassestato la mia GUI per il
giorno dopo (mi piace avere
uno schermo diverso ogni vol-
ta). la vedo al mio fianco e la
sento teneramente estranea.
è allora che indago in me e
ammetto d’amaria ancora e
mi induco a sentirmi m colpa,
come se la trascurassi. Forse
dovremmo parlare di più, ed
ho un po’ it sospetto che lo
sforzo maggiore sarà meglio
che lo faccia io.
Uno di questi giorni aprirò
sicuramente una finestra di
dialogo. fi^g
)66
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
Il T338 e’ un prodotto che
permette di collegare attra-
verso una Porta Parallela
I.B.M. 0 I.B.M.compatibile
qualsiasi periferica che pre-
veda un collegamento SCSI.
Utilizzando le nuove tec-
nologie e’ stato possibile rea-
lizzare un convertitore di
protocollo dalle dimensioni
ridotte con le stesse caratteri-
stiche ed efficacia di una nor-
male scheda SCSI.
Questa rivoluzionaria tec-
nologia converte una sempli-
ce porta parallela in una
high-speed SCSI bus alla
quale si possono collegare
sette differenti SCSI Hard
Drivers, Streaming Tape, Di-
schi Ottici, rimovibili, o CD-
ROMS.
Usare T338 e’ estrema-
mente facile.
Inserite semplicemente il
T338 nella porta parallela del
P.C., -inserite lo SCSI device
dov’e’ indicato SCSI porte la
stampante nella parte termi-
nale del T338.
Installate quindi il softwa-
re sul Vs. disco rigido o su un
boot disk dove semplicemen-
te copierete gli SCSI drivers
per il T338 e le operazioni di
installazione sono terminate.
Inclusi nel software del
T338 ci sono anche una serie
di utility per la formattazione,
le partizioni, ed i tests di ogni
drive. Con questi programmi
e’ possibile utilizzare al me-
glio le periferiche SCSI colle-
gate senza alcuna difficolta’.
Con il T338 avete la per-
fetta soluzione per collegare
al Vs. portatile qualsiasi pe-
riferica SCSI.
Consultate un tecnico per
avere ulteriori informazioni.
(S
DISTRIBUITO DA:
COMPUTERS E AZIENDA S.r.l.
ViaC. Mirabello. 12
00195 Roma
Tel, 384015 -315884 - Fax. 3216966
Via delle Sette-Chiese, 144
00145 Roma
Tel. 06/5133491 - 5133106
5180477 R.A. Fax 06/5122245
tUROCOMP
PlayWorld
Celestiali amia e cordiali
sostenitori della nostra
rubrica preferita, questo
mese il mio spazio di
chiacchierata con voi ha per
argomento lo stato dell'arte
del nostro genere
d'intrattenimento preferito.
Vorrei farvi cordialmente
notare, se per caso non
l'avete già notato da voi
stessi, che dappertutto si
parla di realtà virtuali, di
mondi simulati, di territori
artificiali e di altre definizioni
consimili che sempre hanno
per oggetto quello che molti
anni orsono ebbi a definire,
con apparente e spesso a me
rimproverato futurismo,
simulmondo. Essa, il
PW Avvenimento 1
Wing Commander
Chris Roberts lUSAI
Origm (USAI
PC VGA
Wing Commander non svi-
luppa un tema particolar-
mente originale: con i viaggi
spaziali, anzi con le invasioni
spaziali cominciò tanti anni
fa (Space invadersi l’epopea
dei videogame Per questo
probabilmente ha senso che
ogni nuovo inizio, e in que-
sto stupendo mondo interat-
tivo i nuovi inizi sono stati
finora moltissimi e non si
d' Francesco Carla
simulmondo che altri
chiamano cyberspace o
virtuality (crasi di Virtual e
realltyl é ormai un altro luogo
di vacanze a parte quelli già
noti; una specie di Maldive o
di Caraibi dove é possibile
fare incontri di ogni tipo e
frequentare gente di ogni
risma. Comunque sia. il 1991
rischia di essere ricordato
come l'anno delle novità nel
mondo ultimamente molto
asfittico dell'interactive
enferfa/nmenf. Non che non
siano usate negli scorsi mesi
interessanti produzioni, solo
che ormai l'Amiga non nasce
più a strabiliare come aveva
fatto negli scorsi anni e il
pubblico chiede cose più
belle e colori più vivi. Un
anno fa avevo facilmente
predetto, non ci voleva una
grande acutezza di vedute
per farlo, che le più
interessanti e veloci news
sarebbero giunte dal mondo
PC. Le schede VGA
costavano ormai poco e,
sebbene ostacolate nella
diffusione dalla necessità di
avere un monitor multiscan o
multisync. presto avrebbero
fornito le visioni più
innovative. Questo mese vi
propongo per l 'appunto
alcuni nuovi simulatori che
beneficiano della versione a
256 colori sul PC. Pervadere
altre cose interessanti temo
che dovremo aspettare
ancora un po' e provare il
CDTV della Commodore e
soprattutto il Super Famicom
di Nintendo che ha alcuni
pezzi di hardware che sono di
stretta derivazione dalle sale
giochi e che consentono
evoluzioni tecniche da brivido
simulato. Spero di rapirne
uno al più presto anche se
decisamente non so dirvi
quanto presto. Certoseio
dovessi fare una scommessa
su quale macchina prevarrà
nei prossimi anni e a
consentirà di simulare meglio
e più realisticamente, credo
che punterei il mio piccolo
gruzzolo sul PC: il tremendo
e immortale personal
computer di IBM e Bill Gates
Index
I tre avvenimenti sono: Wing Commander della Origm.
The Secret of Monkey Island delia Lucasfilm, Big Game
Fishing della Simulmondo. Poi troverete uno speciale sui
nuovi game del bellissimo portatile dell'Atari il
pluridecorato Lynx e la consueta rubrica Panorama.
Vi auguro buona lettura.
rischia mai la noia, sia segna-
to da una definitiva (é sem-
pre definitiva anche se non
io è sul serio mai...) saga
spaziale.
Vi dico quello che ho visto
e interagito anche se meglio
di me lo racconteranno le
immagini che vedete a cor-
redo delle mie parole. Ho
visto schiantarsi megaastro-
navi colorate e pronte a tut-
to, disegnate con un misto
di grafica bitmap e d'mgran
dibilità vettoriale Contempo-
raneamente. mentre cercavo
di riprendermi da un parziale
sbalordimento, ho visto che
168
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
PLAYWOFILD
le megaastronavi ce l'aveva-
no con me e sembravano
intenzionate ad assassinar-
mi. Forse però era solo un
sogno, 0 piuttosto un sogno
dentro un sogno se è vero
che i simulmondi assomiglia-
no ai sogni. Infatti era davve-
ro un sogno e il game over
che era frattanto comparso
sullo screen non era quello
definitivo di Wing Comman-
der, ma solo il game over di
un videogame arcade conte-
nuto in Wing Commander.
Insomma. per capirci, qual-
cosa come «game over, il
gioco comincia».
Ho letto da qualche parte
che il videogame di Wing
Commander si chiama
Trainsim, cioè simulatore per
l'allenamento, per il training.
Dopo un po' di confidenza
con l'ambiente di W. Com-
mander capirete, che il
Trainsim sta nel bar, luogo di
piacevoli intrattenimenti e
pettegolezzi del piloti della
base, piloti incastrati nel set-
tore di Vega dai perfidi anti-
confederati di Kilrathi. Il
Tramsim è un simulatore/vi-
deogame dell'autentico e
ben più fornito cockpit degli
aerei/astronavi in dotazione
all'esercito spaziale confede-
rato. I nostri contano sugli
Hornet, sui Rapier, sugli Sci-
mitar, sui Raptor. sui Ventu-
re, SUI Drayman, sugli Exe-
ter, SUI Tiger's claw Kilrathi
ha nel suo range i Krant, i
Gratha. i Jalthi, i Dorkir, i
Ralari, i Fralthi
Nell'hangar il colonnello
Halcyon è determinato ad af-
fidarci le consegne; compre-
so l'obiettivo e la rotta. Noi
siamo sempre il capo squa-
driglia.
Dopo il briefing c'è una
wonderful sequenza che ci
porta dritto dentro ii caccia e
pronti per la sequenza di lan-
cio. Durante il volo possiamo
cambiare quattro tipi di astro-
nave; ognuna di esse è dota-
ta di una vasta serie di stru-
menti di bordo, incluso li pilo-
ta automatico e chance di
comunicazione con la base.
Ogni missione ha il suo obiet-
tivo e la sua conclusione:
come in ogni simulator che si
rispetti quest'ultima può es-
sere positiva o negativa. Co-
munque dalla sommatoria
dei nostri successi o insuc-
cessi dipenderà il trionfo del
bene (la confederation) o
quello del male (la definitiva
schiavitù del settore di Vega
da parte di Kilrathi).
lo ho preso parte ad una
campagna di scarso succes-
so e ho ancora nelle orec-
chie le grida filtrate dalla mia
scheda Roland, e il sibilo
acuto e mortale dei temibili
razzi di Kilrathi. Neppure un
vecchissimo Patriot a difen-
dermi da un'altra evitabile
morte. Cosi ho salvato la pri-
ma missione infilandomi sot-
to le coperte della branda
Ioad & save delia camerata
dei piloti.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
169
PLAYWORLD
PW Avvenimento 2
The Secret
of Monkey Island
Ron Cilben /USA)
Lucaslilm (USAI
PC CGAA/GA. Amiga Iscreen
versione PC 16 colorì VGAì
Ho provato questa meravi-
gliosa avventura abbarbicato
al PC 386 VGA del sig. Ma-
drigali della CTO, che voleva
farmi vedere la traduzione
Italiana che avevano fatto in-
sieme alla Lucasfilm Europa.
Madrigali aveva in memoria
una versione debugging do-
tata di un sacco e una sporta
di piacevoli option in grado di
skippare i punti più difficili e
le zone più ostiche, cosi ho
visto perfino il finale che cre-
do non molti nei prossimi
giorni vedranno.
Nei panni di Guybrush
Threepwood, giovane buca-
mere di belle speranze, stia-
mo per affrontare alcuni diffi-
cili giorni di pura interattività
a Monkey Island. Il resto ve
lo racconterò, in parte, fra
poco.
Monkey Island utilizza il fa-
moso sistema simulante del-
ia Lucas, sperimentato fin
dai bellissimo Labyrinth del
C64 e upgradato via via, ne-
gli anni, fino ad Indiana Jo-
nes, Zak MC Kracken e un
po' modificato in Loom. Qui
SI decidono azioni e si com-
pongono parole, cliccando
con la massima naturalezza
parole in sequenza (in ottimo
italianol a formare la senten-
ce desiderata. Giocare, quin-
di è facile.
Scusatemi ora. Ma il pove-
ro Guybrush ha qualcosa da
dire: «Maledico ancora la
sorte che mi ha fatto scivola-
re nella gola della scimmia di
pietra. Che fine avevano fat-
to I miei sogni di poter sac-
cheggiare galeoni e ubriacar-
mi di Grog (una specie di
Coca Cola molto in voga a
Monkey Island, bevanda che
VI consiglio di tenere d'oc-
chio perché avrà un ruolo
notevole nel bellissimo e
inatteso finale di Monkey
Island)?». Mi dissero: «Tre
piccole prove e sarai un pira-
ta come noi!!! Tutto norma-
le!? Se solo avessi potuto
reggere il ripugnante intru-
glio che quei poveracci di
lupi di mare tracannavano, il
resto sarebbe stato uno
scherzo. Come potevo im-
maginare che avrei incontra-
to una donna bella e potente
con un corteggiatore molto
geloso e troppo stupido per
capire che era morto da pa-
recchi anni? E come potevo
attraversare la grande scim-
mia di pietra per cercare un
uomo che camminasse tre
pollici da terra e desse fuoco
alla sua barba ogni giorno?».
Non so, purtroppo, come es-
sere d'aiuto a Guybrush.
Certo, possono dirvi, che
Monkey Island è in assoluto
il più bel software della Lu-
casfilm e contemporanea-
mente la più poetica, avven-
turosa e divertente operetta
interattiva dai tempi di Aste-
roide. I personaggi son carat-
terizzati e indimenticabili co-
me in un film; gli sfondi so-
no prospettici e vivaci e illu-
minati come in un mondo
vero; la musica è dolce e in
carattere come in un musi-
cal. E ci sono dieci o dodici
PW Avventmento 3
Big Game Fishing
Gabriele Ponte Amiga;
Giuseppe e Andrea Alleva
Programma PC. Alan ST
e Amiga; Leonardo Chianvm
e Michele Sangwnetti Grafica
AmigaePCCGA. EGA. VGA
Simulmondo Utalial
Molti anni fa parlai spes-
sissimo su Playworid di uno
straordinario simulatore di
pesca in laghetti di monta-
gna che si chiamava Gone
Fishin' e in una seconda e
rivista versione Reel Fishing.
mega di grafica e suoni sem-
pre diversi.
Cosi anche a voi sembrerà
di vivere a Monkey Island,
candita isola mistica di tanti
ingenui pirati
Quel simulatore mi piacque
moltissimo e ancora adesso,
sometime, rimetto nel drive
il dischetto tre pollici e mez-
zo che lo contiene e spero di
prendere un black bass più
grosso del solito. Incondizio-
nato amore per la pesca si-
mulata.
Nessuna casa di software,
da allora, ha mai più prodotto
un simulatore di pesca. Big
Game Fishing è un interatti-
vo di pesca d’altura, quel ge-
nere di fishing che si pratica
dalla barca, normalmente im-
bragati ad una sedia, impu-
gnando con forza una corta
canna che deve contrastare i
170
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PLAYWORLD
terribili sforzi dei gigarìti del
mare. Questi giganti sono
pescioni a volte anche di tre-
centosessanta chili, noti co-
me Blue e Black Marlin.
Sharks Isquali). Tunas (tonni)
e Swordfishes (pescispada).
Scopo di Big Game Fishing é
catturarne il maggior numero
possibile nel corso di lunghe
battute di pesca in cui sarete
assiduamente impegnati, in
una vasta area di mare com-
presa nella mappa simulata.
Il simulatore si divide in
due fasi: la prima è quella
deH'approwigionamento tec-
nico. Avete un budget omni-
comprensivo che dovrete
cercare di far durare il massi-
mo tempo possibile e con
quel budget dovrete con-
temporaneamente acquista-
re il materiale necessario per
equipaggiare la vostra barca
in maniera adeguata per il
rischioso sport/lavoro che vi
siete scelto. Dico sport/lavo-
ro perché i pescioni che sa-
rete in grado di catturare sa-
ranno vendibili con incasso
nei porti inseriti nella zona di
pesca. Il simulatore vi avver-
tirà giorno per giorno su qua-
le sia tl pesce più richiesto,
in modo che per ottimizzare
sforzi e guadagni possiate
dedican/i alla pesca dei be-
stioni più pagati sul mercato.
In questa prima fase potrete
comprare lenze, sarde per la
pastura, carburante per la
barca, razzi di segnalazione
per Farvi trainare in caso di
avaria o di fine carburante,
batterie per far funzionare
l'ecoscandaglio. Provvisti di
tutto questo potete passare
alla fase due. Adesso siete
sulla barca. L'inquadratura
prescelta è quella della sog-
gettiva della canna. Prima
operazione richiesta l'inseri-
mento della lenza; seconda
operazione il collegamento
alla lenza di un'esca: terza
operazione l'avvio dei moto-
n; quarta operazione la mes-
sa in acqua di un numero
sufficiente (secondo voi) di
metri di lenza da trainare.
Adesso siete sul serio in pe-
sca. Qui molto dipenderà
dalla vostra maestria di pe-
scatori simulati: io posso
darvi qualche consiglio: se-
guite bene il passaggio dei
gabbiani a volo semiradente
la barca: l'esperienza inse-
gna che dove ci sono i sun-
nominati volatili non di rado
sono presente i boniti, picco-
li pesci di cui si cibano i
marlin e gli altri giant. Prova-
te a pasturare in presenza
dei gabbiani, poi tenete la
canna in tiro e preparatevi a
ferrare se vedete la punta
della canna flettere. Se ave-
te preso un pesce vi convie-
ne non cercare di tirarlo subi-
to a bordo: ne ricavereste
soltanto la perdita del mede-
simo 0 nella peggiore delle
ipotesi quella della lenza e
dell'esca.
Anche le esche vanno
scelte con attenzione: vanno
usate quelle più appetite da
ogni singolo pesce. Con un
po' di prove capirete quali
sono. Potrei darvi molti altri
consigli, ma credo di dovervi
dire che la sensazione di
avere un blue marlin simula-
to sotto la canna è di difficile
riferibitità: è qualcosa che
somiglia a recuperare lenza
da un mulinello inesistente
eppure sentire egualmente
una gran resistenza. Come
un sogno ad occhi spalan-
cati.
Formulali ^
SIMULMONDO irl - via B»nl Plebei, 28 • Bologn» • (OSI) 25133B
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
171
PLAYWORLD
Con questo speciale Lynx è mia intenzione tranquillizzare
gli ansiosi acquirenti della tremenda macchina portatile
e a colori deU'Atah. tranquillizzarli sul fatto che
molto altro software è già disponibile per il loro
videogame handheld e che moltissimo altro è annunciato.
Intanto vi parlo di quello che ho già provato,
appena avrò il resto ne troverete giudizioso resoconfo
sulle pagine mensili di Playworid
Robosquash
Robosquash è un curioso
esempio di contaminazione e
clonatura tra videogame. Qui
CI sono in differente utilizzo
almeno du software. Break-
out per i mattoncini tre D che
devono essere abbattuti e
Block Out per il punto di vista.
Poi é anche una libera inter-
pretazione dello squash con-
dita d'improbabili splattamen-
tempi sulle piccole dimensio-
ni di screen del Lynx.
Paperboy non é stato affat-
to maltrattato e anzi, se appe-
na appena ci fate un po' l'abi-
tudine. vi sembrerà di non
aver fatto altro nella vostra
vita se non consegnare all'al-
ba i giornali ai vostri abbonati
Inutile che dica che si sente
la mancanza del manubrio di
bicicletta della versione arca-
de: qui solo figurine minute,
ma visibili, oggetti tutto som-
mato sufficientemente inte-
ragibili sullo schermo. Un po-
chino spixellato per i miei
difficili gusti.
Rampage
Altra vecchia conoscenza
dei frequentatori assuefatti di
arcade. Questo è il videoga-
me della gloriosa ditta Bally
Zsrtor Marcenary
Zarlor Mercenary
Dei dieci nuovi videogame
del Lynx questo è probabil-
mente il migliore. E un vi-
deogioco spaziale con scrol-
ling orizzontale e mi ricorda
moltissimo il vecchio Zaxxon
della Sega, eroe delle prime
saiegioco. Solo che questo è
addirittura più veloce e più
curato graficamente. Se vo-
glio per forza trovargli degli
altri paragoni, direi che mi
ricorda anche Xenon 2, per il
meccanismo degli acquisti
nelle taverne galattiche dei
mercenari.
Ma il vero punto forte d'i-
Paperboy
spirazione (migliaia di vi-
deogame gli devono qualco-
sa, compreso Asteroids) é
Star Wars.
ti della biglia rossa che diven-
ta una goccia di stranissimo e
un po' fuori tema sangue
simulato.
Con l'ultima goccia il vaso
trabocca e si schianta in mille
pezzi di un soggettivo para-
brezza interattivo.
Paperboy
AlBarker
Ero molto curioso di vedere
come sarebbe stato converti-
to uno dei più classici vi-
deogame Atari arcade di tutti i
dei pinball cari a) mio amico
Wiz Croci, ditta che non rea-
lizza troppo spesso nuovi vi-
deogiochi, ma quando lo fa
solitamente riesce a lasciare
abbastanza il suo segno, al-
meno in ironia e originalità
Qui I mostri, che siamo noi,
hanno assalito la città. Loro
sport preferito è la mastica-
zione dei grattacieli con con-
seguente crollo dei medesi-
mi, Ogni tanto qualche abitan-
te dei succitati skyline viene
sorpreso in irriferibili faccen-
de affaccendato. Rampage
mi sembra molto ben conver-
tito e reso ancora più giocabi-
te dell’originale.
172
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
PLAYWORLD
Rygar
La tenden2a della produzio-
ne di videogame per il Lynx
sembra essere quella di attin-
gere a piene mani dal catalo-
go dei videogame da salaglo-
chi che sono i più collaudati in
giocabilità e divertimento, do-
ti necessarie per il pubblico
dei videogame portatili- Que-
sto Rygar é un arcade del
1967 della Tecmo (di questi
tempi più celebre in Italia per
il discutibile, ma molto ap-
prezzato videogioco da sala
del calcio,,,) che propone i te-
mi classici dell'interattivo nip-
ponico: mostri e bestiacce
malintenzionate e un aitante
e marzialissimo personaggio
protagonista. La vita del quale
può essere riassunta tutta in
una lunghissima corsa ad
ostacoli sempre più impegna-
tivi. Mi piace molto.
Roadblasters
Reso molto più facile e
giocabile dell’originale Atan
arcade da un'intelligente op-
zione di reinizio dal punto in
CUI è stato sentenziato il pre-
cedente game over, questo
Roadblasters è un vorticoso
e violentissimo videogame di
corse e sparatone. Può esse-
re sintetizzato nella sensazio-
ne di spirale e di conseguen-
te attiramento in essa che si
prova correndo nel suo spa-
zio simulato. Importante è
resistere a denti strettissimi,
cercando d'imboccare la par-
te giusta delle varie carreg-
giate quella più sgombra dei
noiosissimi veicoli nemici. Mi
viene anche in mente Spy
Hunter
MSPacMan
Difficile che potesse man-
care aH'appello del Lynx il vi-
deogame che di videogame è
diventato sinonimo anche se
di recente è stato affiancato
in questo ruolo di portaban-
diera del divertimento interat-
tivo da Tetris e da Mario Bros.
Ovvio che io stia parlando di
Pac Man qui rappresentalo in
particolare dalla puntata due
della saga e cioè MS Pac
Man. Spero che non vorrete
che mi dilunghi sui come si
gioca, semmai posso dire che
le dimensioni del labirinto e
quelle dei personaggi non so-
no per nulla d'aiuto ad un pre-
sbite. Ma credo che non si
contino molti tra i furiosi e
giovani utilizzatori del Lynx.
Klax
Klax.
per la sua derivazione dal Mah
Jongg, Shangay fece furore
quattro anni fa quando uscì su
Amiga. Colpi moltissimo la
mia e la vostra fantasia la tro-
vata finale del dragone che
spaccava il vetro simulato e
roteava il suo occhione arros-
sato a destra e a sinistra. Qui
è stato convertito stupenda-
mente e credo di dovervelo
consigliare con calore. Oltre-
tutto il problema dell'esigua
dimensione delle tesserine è
stato brillantemente risolto
con un escamotage intelli-
gente e pratico, Il miglior rom-
picapo portatile disponibile.
Xenophobe
opera dell’Atari Tengen
questo Klax è stato realizzato
per rubare la popolarità all'or-
mai fin troppo noto Tetris. E di
Tetris infatti riprende il con-
cetto di gioco anche se qui si
tratta di allineare tessere su
un nastro trasportatore simu-
lato. Se non mi piaceva molto
Tetris figuriamoci se può pia-
cermi Klax, eppure sono pron-
to a scommettere che questo
videogame si venderà molto
e piacerà altrettanto in questa
versione a colori e portatile,
perché si adatta molto alle di-
mensioni e alla grafica del
Lynx.
Shangay
Eric Ginner
Quasi lo stesso discorso
che ho appena fatto su Klax
posso ripetere su Shangay.
Gioco nobile, anzi nobilissimo
Ho lasciato volutamente
per ultimo questo Xenophobe
perché è senz'altro il più bel
videogame Lynx di questa on-
data e il più bello In assoluto
della collezione del portatile
Alan in combutta con Blue
Lightning. Ricchissimo di hu-
mour e di originalità, è la sto-
ria di una difficile caccia all'a-
lieno insopportabile e appicci-
coso e oltretutto restio a farsi
catturare- Questa ostinatezza
dell'essere di un altro mondo
e questa sua pervicacia ad op-
porsi agli sforzi dei nostri eroi
(possiamo scegliere da un va-
sto range di personaggi Inte-
raglbili...} per debellarlo, fini-
scono per renderci sempre
più xenofobi, fino alla merita-
ta punizione che contiamo di
infliggere al più presto al mai-
nato. Labirinto tesissimo, spi-
ritoso e sdrammatizzante. Mi
ricorda il bellissimo Escape
from thè Planet of thè Robot
Monsters.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
173
PLAYWORLD
Questo mese lo spazio non é moltissimo
per la rubrica qui presente delle news mterstandard
(Amiga. C64. PC. ST) e quindi ho dovuto scegliere
fra l'immane quantità di videogame e interattivi
piovuti sul mio tavolo, le cose più interessanti.
Se v'interessa la tendenza l'avrete
È incredibile come alcune
volte nascano delle improv-
vise e simultanee mode nel-
l’interactive software.
Quest'anno è stato il tur-
no dei simulaton della guer-
ra mondiale numero uno vi-
sta dalla prospettiva aerea
dei piloti.
Nel giro di pochi mesi
hanno usato questo tema ri-
spettivamente: la Cinema-
ware con Wings, la Micro-
prose con Knight of thè sky.
la Dynamix con il bellissimo
Red Baron e la SSixty con
questo Blue Max.
Per rappresentare la ten-
fl/ue Max
174
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
PLAYWORLD
denza ho scelto proprio Blue
Max perché mi ricorda dal
titolo un vecchio e giocabi-
lissimo videogame di Bob
Polin delta Synapse del
1984. Qui tutto si é fatto più
complicato e il software è
un simulatore di volo bellici-
stico con landscape in vetto-
ri pieni. Resta abbastanza
giocabile e perfino interes-
sante. Specie quando mi ap-
puntano le medegiie simula-
te sul petto.
Agatha Christie era famo-
sa per trascinare i suoi per-
sonaggi. ignari e tranquilli
protagonisti di vacanze dora-
te. in improvvisi assassini e
assassinati. Per questo ri-
tengo con poche riserve che
proprio la vecchia Agatha
possa essere l’ispiratrice di
questo nuovo Cruise for a
Corpse (Crociera per un ca-
davere delia Delphine, casa
francese conosciuta per le
avventure interattive Opera-
tion Stealth e Future Wars).
I francesi hanno notevol-
mente aumentato la dimen-
sione dei personaggi coin-
volti neN'avventura e ulte-
riormente semplificato il già
semplice metodo d'interatti-
vità. Cosi l'avventura si pre-
senta più giocabile e più in-
teressante. Un giallo classi-
co dai molti intrecci.
Dalla tedesca Rainbow
Arts arriva un videogame
d'intelligenza che più tede-
sco non si può.
Il gioco si chiama Logicai
e prevede che voi riempiate
in rapidissima sequenza ar-
chitetture sempre più multi-
formi di palline colorate.
Mi ha colpito, anche se io
normalmente odio questo
genere di trastulli interattivi,
per la freddissima glacialità
teutonica dell’incedere.
Un ghiacciolo strategico
perfidissimo e incatenante.
Dall’Electronic Arts un
software e che é un incro-
cio tra Star Trek e Populous.
L'interattivo di cui sto par-
lando si chiama Hard Nova
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
175
PLAYWORLD
Hartì Onvtn' Il
Logicai
e a me ricordava non so
perché Nikita, il recente film
di CUI é protagonista una
giovane donna che m realtà
è una specie di macchina da
violenza.
In realtà, a parte la coper-
tina che riprende in qualche
modo il tema di Nikita com-
presa la frase di commento
al titolo «She's Out of Con-
trol», Hard Nova è un più
tradizionale space game
strategico con prospettiva e
piano di gioco che devono
molto a Populous- Lunghe
ore di solitudine stellare. Ap-
paganti.
E chiudo questo numero
primaverile di Playworid con
una citazione di Hard Dnvin'
2 (Drive Harder) che ripren-
de il bellissimo e da me plu-
ncitato simulatore di guida
176
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PLftYWORLD
vettoriale dell'Atari. propo-
nendo altre e più perigliose
piste e insieme depurando il
programma originale dei nu-
merosi e a volte fastidiosi
bug di CUI era provvisto e
velocizzando anche un po-
chino la poligonale animazio-
ne. Mi piaceva prima, mi
piace a maggior ragione
adesso. Arnvederci a
maggio. «e
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
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SPREADSHEET - DB
Borland Quattro Pro 2 e Paradox 3*5
Sinergie
di Francesco Pet'oni
Questo articolo ha come obiettivo quello di fare il punto della situazione
in «casa» Borland relativamente ai suoi due prodotti di punta nella
categoria Spreadsheet e DBMS. Parliamo ovviamente del Quattro
Professional, ora giunto alla versione 2.0, e de! Paradox giunto alla
versione 3.5, che unifica in un solo prodotto la precedente versione 3.0
e la 2.0 per 386.
Non si tratta di versioni rivoluzionarie, ma di versioni di consolidamento,
per prodotti che già vantano un ottimo risultato in termini di gradimento
da parte del pubblico e della critica.
Più che una prova vera e propria abbiamo preferito descriverne, in
questo articolo, le principali novità, e di rimandare alle due prove delle
versioni precedenti, pubblicate rispettivamente su MC91 e 97 perii
Quattro e 85, 86 e 87 per il Paradox, gli interessati anche alla parte
descrittiva generale. Inoltre in uno dei prossimi numeri ci siamo
ripromessi di approfondire, in un articolo specifico, il concetto di
Multitabella e Multirecord del Paradox
Nel futuro di ambedue ì prodotti c'è.
come più volte dichiarato da Philippe
Khan, il «capo» della Borland, Windows.
E che I tecnici della casa siano già
all'opera lo dimostra l'uscita dell' Object
Vision, l'interessante prodotto per la ge-
nerazione dei Form, che non solo lavora
sotto Windows ma sposa totalmente la
filosofia Object-Oriented, che Windows
stesso stimola (fig U.
E dalla Borland non ci si aspetta solo
una conversione in Windows dei suoi
due gioielli guanto una «rivisitazione»
degli stessi sulla base del nuovo modo
di operare reso possibile da Windows.
Intanto esaminiamo queste due ver-
sioni di consolidamento, la cui principale
caratteristica, già emersa nell'anteprima
presentata nel numero 102, è quella di
poter essere lanciate l'una dall'altra.
Questo è possibile ovviamente se si
dispone di una macchina con almeno 2
megabyte di memoria espansa. Dal Pa-
radox si può lanciare il Quattro attraver-
so il comando di tastiera Cntr FIO. Al
contrario stando in Quattro Pro si pos-
sono delegare al Paradox tutte le funzio-
ni di DataBase, ad esempio l'interroga-
QUATTROPRO
PARADOX
zione, tramite il Query by Example, di
una serie di archivi relazionati, e tornati
in Quattro si possono ulteriormente ma-
nipolare I risultati dell'Interrogazione
(figg. 2 e 3). Ma di questo ne parliamo
tra un po'
Quattro Professional versione 2
Anticipiamo subito che si tratta di una
versione «ponte» tra la prima versione,
la 1 , e la 3, di cui già si parla e che sarà,
con la sua filosofia WYSIWYG, un ulte-
riore passo verso Windows.
Le innovazioni riguardano prevalente-
mente l'aspetto Grafico, in quanto la
parte spreadsheet base ha subito po-
chissime modifiche. Esiste in più solo la
funzione Risolvi che, come detto nel-
l'anteprima pubblicata due numeri fa.
sen/e per risolvere problemi partendo
dal risultato.
Tornando alla Grafica le novità riguar-
dano fondamentalmente due aspetti, le
tipologie di grafici, che si arricchiscono
di tipi tridimensionali (fig. 4), e l'ambien-
te Editor che dispone di nuovi strumenti
sia per migliorare e rendere più produtti-
va la fase di realizzazione delle immagi-
ni. sia per realizzare con le immagini
stesse degli slide show (fig. 5).
L'ultimo aspetto toccato è quello rela-
tivo alle funzioni di DataBase, che i vari
produttori sviluppano secondo filosofie
assolutamente differenti
Lotus inserendo, solo sulla versione 3
e successive, lo strumento DataLens
per dialogare con file di formato esterno
e all'interno aggiungendo alcune funzio-
ni «relazionali». Excel, con la versione 3.
sofisticando l'Add-ln Q-i-E. cui vengono
delegate le funzioni relazionali e quelle
di DataLens verso l'esterno.
La filosofia del Quattro Pro 2 è quella
di utilizzare direttamente il Paradox co-
me superfunzionalità DBMS (fig. 3). ma
è anche vero il viceversa, in quanto il
Quattro Pro può fare da superfunzionaii-
tà spreadsheet di Paradox 3.5.
All'obiezione che cosi occorre acqui-
stare due prodotti anziché uno la Bor-
land risponde con una politica di offerte
speciali, tramite la quale si arriva in
pratica ad acquistare due prodotti al
prezzo di uno. Ad esempio a chi acqui-
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
SPREADSHEET - DB
sta Paradox viene offerto Quattro Pro 2
a sole 299-000 lire.
Paradox 3.5
Anche Paradox utilizza ora la tecnolo-
■gia VROOMM (Virtual Runtime Object-
Oriented Memory Manager), già utilizza-
ta nel Quattro Pro e nei Reflex 2, e che
consiste nella riduzione del codice del
prodotto in piccoli «granuli» overlay.
La conseguenza è che il prodotto
accetta di girare su macchine «vecchie»
e quindi con poca memoria.
Paradox 3.5 incorpora anche un pro-
prio gestore della memoria estesa per
CUI funziona anche da versione 386, nel
caso, più fortunato rispetto al preceden-
te, in cui si disponga di una macchina
con tale processore e con un bel po' di
RAM.
La Guida di Aggiornamento descrive
in maniera approfondita il funzionamen-
to del Paradox 3.5 nelle varie situazioni
hardware, per cui l'utente può facilmen-
te documentarsi su quella che lo riguar-
da (fig. 6)
Paradox 3.5 è inoltre già predisposto
all'aggancio con il Paradox SQL Link,
che è un ulteriore prodotto della fami-
glia Paradox e che permette al normale
utente Paradox, che conosce ed utilizza
I comandi Paradox, di accedere alle ban-
che dati residenti su Mainframe o su
Server di rete (fig. 7). L’SQL Link si
occupa, in maniera trasparente per l'u-
tente, di tradurre il comando QbE in un
comando SQL e in tal modo di far
apparire come normali tabelle Paradox
gli archivi remoti, che non risiedono sul
PC,
È migliorata l'utilizzabilità dei campi
calcolati nei Report ed è aumentato da
5 a 9 il numero delle Tabelle inseribili in
maschera Multitabellare (figg. 8 e 9).
Sono migliorate le funzionalità per la
personalizzazione dell'ambiente, che ri-
mane C.U.I. Il programma Custom vi-
sualizza un campionario di ambienti
operativi e di combinazioni di colori at-
traverso I quali è possìbile personalizza-
re notevolmente l'interfaccia. Nelle
Schede è poi anche possibile inserire
elementi grafici come Bordi e Linee (fig.
10).
Figura I - Borland -
Foro di Gruppo con
Windows.
Borland Quattro Pro 2
e Paradox 3.5 rappre-
sentano dichiarata-
mente un momento di
consolidamento e di
futuro Windows. Il pri-
mo a giungere al tra-
guardo è stato pero
ObiecI Vision, prouato
nel numero scorso, e
che (a parte a pieno
titolo della strategia
Borland, che compren-
de anche Quattro Pro
e Paradox per Win-
BORLAND Application
Family ,
Paradox ObjectVialon Quattro
Windows ^ Windows
F rrr'Tf fq.
■i''"'"TTrr"T n
181
MCmicrocomputer n. 1 06 - aprile 1 991
SPREADSHEET - DB
Paradox 3.5 e Quattro Pro 2
insieme
. Approfondiamo questo aspetto che è
Sicuramente il più interessante dal pun-
to di vista tecnico.
I prerequisiti per far lavorare insieme i
due prodotti sono sia di tipo hardware
(occorre una macchina con due mega di
memoria espansa o estesa) sia di tipo
software.
Occorre aver lanciato il comando
DOS Share. aver definito con il coman-
do Path la posizione delle directory con i
due prodotti, aver lanciato, se si parte
da Paradox, lo stesso con una apposita
specifica.
Di tutto questo si può occupare un
semplice programma Batch, ad esem-
pio il PXACCESS.BAT inserito nel mato-
naie di Quattro Pro 2.
Da Paradox si può passare al Quattro
premendo Cntr FIO, tasto scorciatoia
che lancia il comando PAL (il linguaggio
di programmazione di Paradox) TOQ-
PRÒ. Nel Batch di lancio del Paradox si
può anche inserire il nome del file Quat-
tro da aprire e il nome della Macro.
interna a tale file, da lanciare.
Da Quattro Pro si può lanciare Para-
dox per mezzo della specifica voce del
menu Dati, Accesso a Paradox. In prati-
Figuia 6 Borland Paradox 3.5 - Tabella delle
ca II Paradox 3.0 e il Paradox 386 A seconda delle
vane modalilà di lancio indicale m questa tabella, è
possibile’ ouimiziare lo slruiiamenio delia macchi-
na. che può essere un semplice 8088. con 512
kbyte. un 286 con una scheda di espansione EMS.
un 336 con diversi mega di memona estesa
Figura 4 • Borland
Quattro Pro 2 - L'am-
biente Operativo
Quattro Pro
In un recente numero
della nvista amencana
PC Magagne, dedica-
la agli spreadsheet
gralici. il Quattro Pro.
e SI trattava ancora
della versione I 0, ha
ricevuto l'ambito rrco-
noscimenlo ‘Editor
Choicen, a conferme
della ottima integrazio-
ne in esso realizzata
Ira caratteristiche di
base, proprie di un lo-
glio elettronico, pro-
prietà estetiche e fun-
zionalità grafiche
Le differenze tra la
versione Pro 2 e la
precedente riguardano
pnncipalmenie le ac-
cresciute posSiOiliia m
termini di Presenta
non In un grafico rea-
lizzato nelTambiente
Editor del Quattro Pro
é ora possibile inserire
anche dei ‘bottoni-
attivi, che. se chckati
un altro grafico 0 lan-
Paradox SQL Link Access
OPRO tskee edvontage of thè power oT Paredcnr
Figura 7 - Borland Quattro Pro. Paradox e SQL ■ Il flusso dei dati
Questa diapositiva dimostra la ‘filosofian Borland nei conlionit delI'SOL
Attraverso il Paradox SQL si crea un ponte tramite il quale l'ulilizzaiore del
Quanto può accedere, sfruttando come rmoton di servizio- Paradox e Paradox
SQL, agli archivi in rete
182
MCmicrocomputern. 106 - aprile 1991
SPREADSHEET - OS
Figura 8 ■ Borland Pa-
radox 3.6 - Mullila-
Nella versione 3 5 ve-
ne ulieriormente po-
lemiaia la fumionalita
Muliilabella e MuHire-
cortì . che, come nolo,
é Quella che permeile
di realiiiare Schede di
acQuisiiione deli che
operano su più archivi.
Ira loro relaiionali. Ora
le labelle collegale
possono essere nove
Abbiamo (deciso di
iratiare speoficamen-
le QUBSlo aigomenio
un po' più evoluto in
un prossimo articola
Figura 9 - Borland Pa-
radox 3.5 • Campi oal-
colali nel Form
Altri miglioramenii in
Paradox nguardano la
possibilità di insenre,
nei Prospeiii e nelle
Schede, anche dei
campi calcolali, che
Quindi non occupano
spazio nella struttura
detl'aichivo ma vivono
solo all'interno del Re-
perì che II ncalcola al
momento opportuno e
poi h abbandona
Figura IO - Borland Paradox 36 - Conhgurailone dei Colon
Attraverso Questo campionario di ambienti operativi e di combinazioni di colon
à possibile personalizzare notevolmenie l'interfaccia utente, che rimane, ow^
mente a carattere. Nelle Schede ó poi anche possibile inserire elementi grafici
ca l'accesso consiste nel poter accede-
re ad un archivio temporaneo generato
da Paradox, del quale l’utente può defi-
nire il nome. In genere però si tratta del
file RISPOSTA. DB che é il file tempora-
neo che Paradox genera come risultato
di una Query.
Tale file temporaneo può essere quin-
di salvato come file, vero e proprio,
sotto Paradox, oppure trasferito su
Quattro dove diventa un «lavoro» Quat-
tro a tutti gli effetti.
La «catena» si allunga se con Para-
dox é stato installato anche SQL Link.
In tal caso da Quattro Pro si può acce-
dere agli archivi SQL residenti su
Mainframe o Server. Riassumiamo, per
maggior chiarezza una sessione tipica,
quella in cui con Paradox si esegue una
interrogazione sul DataBase e in Quat-
tro si manipolano ulteriormente i dati
risultato della interrogazione.
— Lancio del file PXACCESS.
— Impostazione sotto Paradox di un
Quesito tramite lo strumento QbE.
— Esecuzione de! Quesito, con il tasto
F2.
— Paradox crea un file temporaneo RI-
SPOSTA.DB.
— Passaggio m Quattro prò, tramite il
comando Cntr FIO.
— In Quattro troviamo già scaricati sul
foglio i dati, compresi i nomi dei campi,
presenti in RISPOSTA.DB.
— Per eseguire ulteriori Quesiti, con
Cntr FIO 0 con la voce di menu Base,
Accesso a Paradox, dal Quattro si ritor-
na in quest'ultimo.
Queste sono le fasi operative in caso
dt lavoro in contemporanea con Quattro
e Paradox. Se non si è in grado, per
motivi hardware, di sfruttare questa si-
nergia si può ovviamente ricorrere a
sistemi più tradizionali. Ne citiamo due.
Sia Paradox che Quattro sono il grado
di caricare, sfruttando funzioni di con-
versione. file in formato diverso dal pro-
prio, ed in particolare Paradox importa il
formato Quattro e il Quattro legge diret-
tamente il formato Paradox.
L'altra possibilità è quella di utilizzare
le funzioni di DataBase del Quattro che
possono riferirsi a file esterni in formato
Paradox. Ad esempio si potrebbe:
— in Paradox eseguire una interroga-
zione QbE,
— in Paradox salvare RISPOSTA.DB
come file,
— in Quattro definire come «Base In-
terrogazione Blocco» il file esterno Rl-
SPOSTA.DB,
— tramite «Base Interrogazione Condi-
zione» eseguire una ulteriore estrazione
di dati,
— i dati estratti vanno a finire nel foglio
Quattro.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
183
SPREADSHEET • D8
Le strategie Borland
Nel pacchetto del Quattro Pro 2 era
inserito un dischetto zeppo di materiale
illustrativo delle strategie future della
Borland e che abbiamo anche usato in
parte per questo Articolo-
Risulta interessante ovviamente per
chi segue questo mercato come utente
0 come spettatore.
Interessante anche perché è stato del
tutto sviluppato con il Quattro Pro utiliz-
zato come prodotto di DeskTop Presen-
tation.
Parla delle varie famiglie di prodotti
della Borland ed in particolare viene
confermato il futuro, a medio termine,
riguardante Windows, sia per Quattro
che per Paradox.
Trovano spazio in queste Slide l'Ob-
ject Vision, provato sul numero scorso e
primo ambasciatore Borland nel mondo
Windows (fig. 12). e il Paradox SQL
Link, per l'aggancio, tramite LAN o col-
legamento ad host, a sistemi operativi
più evoluti.
Il materiale
Il materiale è sostanzialmente lo stes-
so delle versioni precedenti e quindi
anche in questo caso vi rimandiamo alle
prove. Ricordiamo solo che si tratta di
materiale «voluminoso'i e «ricco». Sono
presenti opuscoli integrativi che segna-
lano le differenze tra le versioni prece-
denti e le nuove.
Insomma il grosso della manualistica
é quella vecchia e questo non fa che
confermare la relativa importanza da un
punto di vista innovativo di queste nuo-
ve release.
Al Quattro Pro 2 è inoltre allegato il
Prodotto Power Pack che consiste in un
dischetto con 100 immagini CGM (fig.
131 e in un catalogo che le mostra e ne
favorisce la scelta. Contiene anche alcu-
ne presentazioni dimostrative adatte ad
illustrarne le varie funzionalità.
Queste immagini si vanno ad aggiun-
gere alie circa 60 presenti, in formato
CLP, nel materiale «normale».
Le funzioni grafiche di Quattro
Professional versione 2
La filosofia é nota.
Buona parte degli utilizzaton di spread-
sheet hanno anche necessità di impagi-
nare in forma editoriale i dati elaborati.
Figura 1 1 Borland Pa
ràdo» 35 - Specifici'^
del Cistico
Il Paradox é tuttora Fu
nico piotìDIIo DBMS.
Winckiws lancora per
poco!, che disponga di
proprie lunponi per te
produzione di Busi-
ness Grar^cs. attiva-
bili con procedure
pressoché analoghe a
quelle necessarie per
realizzare e lanciare >
Figura 12 - Borland
Obiect Vision - Link
con Paradox
Una delle pnme imma-
gini dell'articolo a ri-
carda che la famiglia
Borland si 6 recente-
mente arncchita del-
l'Obiect Vision Si trat-
ta di un generatore di
Form in cui vanno de-
finiti dei campi che de-
vono alla fine essere
caliggaii ed un Archi-
vio esterno Paradox.
dBase o altro
Figura 13 ProShow
Povrer Paci - Immagi-
Questo pacchetto vie-
ne fornito come dota-
zione standard del
Quallro Pro 2 Contie-
ne una libreria di 100
immagini CGM. diret
lamente inseribili nel-
l'editore grafico del
Quattro Pro Conr«?no
anche una sene di to-
gli WOI con delle Ma
ero che realizzano de-
gli ShdeShavr. utili per
de! Quattro Pro noi
DeskTop Presenta-
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
SPREADSHEET - DB
Figura 14 Borland
Quadro Pro 2 - Ante-
prima di stampa.
In un prodotto con fr
natila DTP con il Quale
e Quindi possitela deh-
nire piu tipologie di ca-
ranen ed a possibile
insenre lileiu, retini,
portante la fumione di
Previeirr, con la Quale
conifoWara efficace-
mente la corietleiia
deil’impaginaiione pri-
ma della stampa fi-
Figura 15 -Borland
Quattro Pro 2 ■ Impor-
tallone file CCM
Altra conferma delle
migliorale funzionalità
Grafictìe è la possibili-
lè di importare ligure
in formato CGM, oltre
che immagini di for-
malo "propnefsno»
CLP In altre parole é
possibile sia disegnare
con il Quattro Pro. Sia,
nel caso il disegno sia
già disponibile con un
altro prodotto o sia
stalo realizzalo con un
altro prodotto, recupe-
rare. tramite il formato
CGM. integralmente il
Figura 16 - Borland
Quanto Pro 2 ■ Scelta
delle Modalità 132 co-
Direltamente dal me-
nu, l'opiione é Opzioni
Modo di Visualizzazio-
ne. é possibile confi-
gurare. se sr àrspone
cb una scheda grafrca
che lo permetio. una
modalità a 132 colon-
ne. mollo comoda se
'3 so piu fogli Oc-
e ovviamente di-
re di una scheda
SuperVGA
E quattro Pro dispone di funzioni DTP,
consistenti nella possibilità di attribuire i
formati estetici più svariati alle celle e al
loro contenuto, nella possibilità di impa-
ginare sul foglio anche i grafici, e nella
possibilità di controllarne i risultati nel-
l'anteprima di stampa (fig, 14).
Buona parte degli utilizzatori di
spreadsheet hanno anche necessità di
realizzare sia Slides che mostrino i dati
elaborati, sia Slides testuali con com-
menti, sia Slides con altre tipologie di
disegni.
Questa attività, che si chiama Desk-
Top Presentation, e che necessita in
genere di prodotto grafici '(dedicati»
può essere del tutto sviluppata con 11
Quattro Pro 2,
Dispone deirambiente Grafo Editor
sul quale viene riversato il Grafico defi-
nito sul foglio e che qui giunto può
subire ulteriori manipolazioni. È possibi-
le anche, utilizzando svariati tool grafici,
«disegnare» ulteriori elementi, per cia-
scuno dei quali si possono definire una
serie di caratteristiche estetiche,
Nelt'ambiente Editor si possono «cu-
cire» figure esterne in formato proprie-
tario CLP o universale CGM (il famoso
Metafile. fig, 15), Inoltre in fase di stam-
pa SI possono produrre formati PCX
(cioè il PaintBrush, che è ormai un
«quasi» standard) e EPS (file di stampa
in codifica PostScript). In Quest’ultimo i
font Bitstream vengono tradotti nei cor-
rispondenti PostScript.
Con più Slides, opportunamente no-
minate, si organizza in genere uno Slide
Show e quindi una sequenzializzazione
della visualizzazione delle immagini.
Questa si può eseguire sia attraverso
una funzione Slide Show che comporta
la elencazione delle stesse in una zona
del Foglio.
Una ulteriore e più sofisticata possibi-
lità è quella che consiste nel definire,
nella Slide, un testo di tipo «Pulsante»
cui va assegnata una ulteriore Slide, che
appare quando si «clicka» sul pulsante,
oppure una Macro che viene eseguita.
Una Macro può ad esempio comportare
un ricalcolo e la successiva rielaborazio-
ne della figura sulla base del risultato
del calcolo stesso.
Insomma utilizzando sinergicamente
funzioni di foglio e funzioni di grafica si
possono realizzare delle Procedure «mi-
ste» il CUI risultato finale sia uno Slide
Show interattivo sia in termini di Imma-
gini visualizzate che di calcoli eseguiti
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
185
SPREADSHEET - DB
Figura 17 ■ Borland
Quattro Pro 2 - Multi-
foglio
Bisperio alla concai-
rema, il Quattro Pro
dispone di eccellenti
fumionaliià di lavoro
su più fogli Sia di tipo
estetico, in guanto ae-
scun foglio può essere
laciimente posizionato
sul video, sta di hpo
operativo, in quanto é
possibile scnvere for-
mule di calcolo che
operano su fogli di-
Oltre a questa che è una novità asso-
luta, citiamo altre novità presenti nel
Quattro Pro 2.
La possibilità di sfruttare al meglio
schede SuperVGA, che sono molto dif-
fuse ma poco riconosciute dai prodotti
non solo grafici. Quattro Pro 2 ne rico-
nosce una dozzina con le quali permette
una modalità di visualizzazione a 132
colonne, molto utile per fogli di calcolo
molto pieni (fig. 16).
Sono anche migliorati i driver di stam-
pa per le stampanti HP LaserJet. Viene
ottimizzata la distribuzione del carico del
lavoro di stampa tra il computer, che
genera i font software BitStream. e la
stampante, che dispone di propri font
oppure carica fino ad otto font Bit-
Stream.
Figura 18 - Borland
Quattro Pro 2 - Stam-
pa -i la DTPi
La sezione DTP del
Quattro é supportata
dal generatore di ca-
ratteri software Bit-
stallalo e che genera
font, secondo vari li-
vetli e a nchiesia. du-
rante la installazione di
Quattro Pro 2. Nel ca-
so in CUI SI scelgano
per il proprio lavoro
lati questi vengono co-
munque generati li per
li. sia per la Preview.
sia per l’Editor grafico,
sia per la Visualutiaiio-
ne dei Grafici, sia infi-
e propria
Conclusioni
Si tratta come detto di versioni di
consolidamento di prodotti già diffusi ed
apprezzati. Sono certamente poco signi-
ficative in termini' di novità esteriori. Lo
sono un po' di più in termini di novità
di... background, prima tra tutte il poter
lavorare in sinergia. Una versione di
consolidamento ha comunque il pregio
di essere sicuramente più affidabile dì
una totalmente nuova in quanto pochi
cambiamenti sono sicuramente meno
pericolosi rispetto ad un'eventuale rivo-
luzione. Questo dovrebbe rassicurare i
«Vecchi» utilizzatori, con un parco appli-
cazioni da difendere, e i nuovi che stan-
no scegliendo il loro nuovo spreadshe-
et- D'altro canto i tempi tecnici per il
trapasso in ambiente Windows non
possono, né debbono essere brevi, se
si vuole un prodotto realmente evoluti-
vo, soprattutto ora che il concorrente
più diretto non è più l’Excel 2. ma il 3, e
che si profila all'orizzonte anche il Lotus
123 sotto Windows.
Secondo noi. lo abbiamo detto più
volte, la cosa migliore sarebbe una af-
fermazione dello standard Windows do-
vuta alia diffusione di tanti prodotti sot-
to Windows anche, ma forse soprattut-
to. in concorrenza tra di loro.
Borland con Object Vision ha dimo-
strato di saperci fare anche con il nuovo
ambiente e quindi ci aspettiamo anche
per Quattro e per Paradox dei prodotti
all'altezza della qualità che anche il mer-
cato riconosce come caratteristica stan-
dard dei prodotti di questa casa.
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WINDOWS 3
Àncora suirAsymetrìx ToolBook
Primi strumenti di programmazione
dì Francesco Petroni
Nel numero di febbraio di
MCmicrocomputer abbiamo
eseguito la prova
derAsymetrix ToolBook,
prodotto con finalità
Ipertestuali che ha buone
possibilità di diventare
l'analogo dell' HyperCard
dell'Apple Macintosh.
Abbiamo descritto il prodotto
soffermandoci più che altro
sul livello iniziale di
utilizzazione, sia come lettore
(Reader) del Book. sia come
autore lAuthor) che utilizzi
però solo funzioni prede finite
o al massimo il Macro
Recorder. Inoltre abbiamo
semplicemente citato le
caratteristiche generali del
suo linguaggio interno di
programmazione che si
chiama OpenScript.
In questo numero, dopo un
necessario riassunto della
puntata precedente, dedicato
agli smemorati o a chi non ha
letto la prova di febbraio,
approfondiamo l'argomento
OpenScript affrontandolo,
come nostra abitudine, nella
maniera più pratica possibile
Lo scopo di questo articolo non é
quello di «fare un corso» di OpenScript.
che richiederebbe un bei po' di pagine,
e che risulta perlomeno prematuro, ma
quello di fornire un «assaggio» della
filosofia sottostante un prodotto per
utente finale di categoria Object Orien-
ted. che lavora in sinergia con il mondo
Windows e che permette di sviluppare
applicazioni ipertestuali.
In questi due mesi peraltro, sono
apparsi su varie riviste del nostro setto-
re numerosi articoli sul ToolBook. Que-
sto a conferma dell'interesse da parte
del pubblico. Purtroppo nessuno di que-
sti articoli aveva, per lo meno quelli che
ho letto, un taglio «pratico». Molta filo-
sofia sulla programmazione ad Oggetti.
SUI prodotti Ipertestuali, e poco... ar-
rosto.
Questo a giustificazione del taglio che
intendiamo dare al nostro articolo.
Riassunto delle puntate
precedenti
Il ToolBook può essere utilizzato in
modalità Reader, questo é il semplice
utilizzatore di un'Applicazione sviluppata
da altri, e in modalità Author, che è lo
sviluppatore dell'Applicazione.
L'Author agisce in un ambiente ope-
rativo completo, dotato di una barra di
menu con svariate opzioni e di una serie
di Tool e di Window (fig. 1). Il Reader
agisce in un ambiente più ristretto e
può attivare solo le funzionalità che
l'Author gli ha lasciato attive.
Con ToolBook si generano applicazio-
ni chiamate Book, composte da Pages.
Ogni Page può contenere degli oggetti
di vario tipo, che hanno differenti carat-
teristiche estetiche e funzionali.
La Pagina può essere composta da
un Background, i cui oggetti appaiono
su tutte le pagine cui il Background
stesso è associato, e da un Foreground,
( cui oggetti appaiono solo in quella
pagina. I vari tipi di oggetti sono definiti
nella figura 2 che ne mostra anche la
gerarchia, rispettata dagli Script.
Ad ogni oggetto di qualsiasi tipo
(Book, Page, Buttons, Hotword, Field di
vario tipo, Graphic. Group, ecc.) può
essere associato uno Script, in pratica
un programma, che può avere qualsiasi
Figura I - Asxmerr«
ToolBook - L'ambiente
operativa deH'Auihor
Come spiegalo abbon-
dantemenle nell'arli
colo di prova, pubbli
nel ToolBook esistono
due ligure. Quella del
Restìe’, ovvero l'unia-
aaiore delTapplicaiio
ne e Duella dello
Aulhor, il personaggio
che sviluppa l’spphca
Questo é sll'opers la
bta di strumenti di (a-
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
WINDOWS 3
lungheiza, che viene eseguito al verifi-
carsi di un certo evento
Gli eventi possibili sono un centinaio.
Ad esempio il click sul mouse, oppure
l'ingresso m una pagina, oppure ti dop-
pio click su un bottone, ecc.
Un «eventi! invia air«obiect». entro il
quale è stato generato, un «message».
Se in questo «object», non è previsto
un «handler» per quel «message» viene
chiamato in causa l'nobiect» gerarchica-
mente superiore.
La programmazione quindi consiste
nel disegno degli oggetti e nella scrittu-
ra degli Script che prevedano per ogni
evento possibile una corrispondente
azione.
Lo Script può essere realizzato in due
maniere, registrando, con il Macro Re-
corder, una serie di operazioni, oppure
scrivendo i comandi nell'editor di Tool-
Book.
In figura 5 mostriamo la schematizza-
zione della situazione più semplice. Un
Bottone attraverso il quale si attiva
un'Azione, e un Field che contiene il
risultato dell'Azione
In questo caso. Il più semplice, ma
Figura 2 - Asymelnx ►
ToolBook - Gerarchia
dagli Oggoiti
In Questa Igura mo-
striamo Sia I possibili
oggetti manipolabili
con ToolBook sia l'or-
dinamento gerarchico
COI seno sorioposd.
/'oggeffo, entm il Qua-
le c slaro generalo, un
♦ message". Se in
Questo non e previste
un nhandlern per Quel
imessagen viene
chiamato In causa
l'nobiecti- geraic/iica-
menre superiore
Figura 3 - Asymeirn
ToolBook - Csmpiona-
no di Windows con
Si IratlB di un prodotto
Obtect Onenied Uti-
libando I van tool a
disposinone, che ap-
paiono nelle vane Win-
dows spostabili a pia-
cere sul video. Si inse-
riscono 1 0bjeclsv nel-
la pagina e gii si attri-
buiscono le csraflen-
sriche estetiche desi-
derare
w
Fgura i - Asymetrix ToolBook - Delinaione delle propneia degli oggeih
Le caraneristiche lunnonali, le propnetà non estetiche Quindi, di aascur
oggetto si deliniscona attraverso delle speo/iche finestre di diatogo in cui si
msensce lo ideniilicalore dell'oggeito e da cui si spiolonda nell'Edilor dello
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
189
Cilckando sul Bottone 'Esegui II Calcolo'
questo riceve un messaggio 'Butlonllp*
allora ToolBook cerca nello Script
collegato al Button un Handler
relativo et messaggio BuRonUp
Figurs 5 - AsYfy’Binx ToolBook - Causa-£/ferto.
ScFernaliuis'ry} nella mar7iera più semplice possibile il rapporto causa-effello tra un
oggetto, il Bottone, su cui si compie un’Ajione e un altro oggetto, il FieltJ. ctie subisce
l'Aiione stessa Ambedue gli oggetti possono essere ubatteaaatin con un ideniilicatore. in
pratica un nome nutihiiabile negli Script.
anche il più frequente. l'Evento che
attiva l’Azione consiste in un click del
mouse sul Bottone. L'Azione consiste
termin a con un comando che scrive il
rlstiHaro nel Field Che' a’ppàf^ accanto
alla parola Risultato.
Si tratta di un approccio Object Onen-
ted. nel senso che l'Author prima defini-
sce gli oggetti dell'applicazione e poi
distribuisce tra questi i vari «pezzetti»
della programmazione.
Non è invece ancora chiaro quale
possa essere il campo di applicazione
più evoluto del ToolBook- Non lo é per
una serie di motivi.
Un primo limite é costituito.dal fatto
che ToolBook è un prodotto fiat-file.
L'applicazione e i dati da questa gestiti
risiedono in un unico file, che ha desi-
nenza TBK. e che viene tutto caricato in
memoria da ToolBook (o meglio da Win-
dows). Esistono comunque dei comandi
OpenScript che permettono di fare del-
le «Chain» tra le applicazioni.
Ma ToolBook è un esponente a tutti
gli effetti dell’Universo Windows e co-
me tale ne gode i vantaggi.
Già con il prodotto vengono fornite
una serie di DLL, Librerie Dinamiche di
Windows, richiamabili dagli Script, che
svolgono i compiti più disparati.
Citiamo quella che permette di collo-
quiare con archivi DBF. il che consente,
ad un'applicazione ToolBook, di svolge-
re anche attività di gestione di archivi,
che rimangono esterni e nel formato
nativo. Oppure quella che permette di
eseguire delle melodie musicali nel pie-
no rispetto delle filosofia Ipertestuale.
Il limite superiore per le applicazioni è
quindi, almeno per ora. costituito dalla
velocità di esecuzione che, in applicazio-
ni in cui entrino in gioco tutte queste
funzionalità, risulta troppo lenta, del tut-
to inadatta ad esempio per applicazioni
con finalità gestionali.
/ nostri esercizi
Ne abbiamo sviluppati quattro che
descriveremo nel dettaglio.
— Applicazione di calcolo matematico.
— Applicazione per verificare il concetto
di Hotword.
— Applicazioni per esemplificare vane
modalità di movimento tra le pagine del
Book.
— Applicazione per generare un ciclo di
scorrimento delle pagine.
Per ognuna di queste applicazioni pre-
sentiamo una videata lato Reader. cioè
quello che vede l'utilizzatore e non lo
sviluppatore, e un listato in cui abbiamo
messo insieme, per comodità, i vari
Script, che in realtà sono associati cia-
scuno ad un oggetto.
Descriveremo anche a cosa serve
l'applicazione e cosa significano i vari
comandi inseriti negli Script.
Lo scopo, ribadiamolo ancora una vol-
ta, è quello di dare un piccolo assaggio
della filosofia sottostante ToolBook.
190
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
WINDOWS 3
Non abbiamo non solo lo spazio a
disposizione, ma neanche ancora le co-
noscenze necessarie per proporre
Script molto complessi.
Questo aspetto è peraltro ben coper-
to dalla ricca dotazione di esempi fornita
con il pacchetto ToolBook e che è ac-
cessìbile anche internamente passando
nella modalità Author.
Ci ripromettiamo comunque di conti-
nuare tra qualche numero il discorso.
Premessa ai quattro esercizi
Prima di cominciare sintetizziamo l'e-
lenco degli strumenti a disposizione in-
dicandoli nell'ordine in cui vanno logica-
mente utilizzati in una applicazione stan-
dard-
Book- Il primo oggetto da sistemare è
il Book. E la prima operazione da fare è
quella di definirne il formato in pollici.
Esiste una funzione di menu e una
corrispondente funzione di OpenScript
che adegua la grandezza della finestra
alla dimensione fissata per la pagina.
In questa maniera si evitano sia spazi
vuoti intorno alla applicazione sia la
comparsa delle barre di scorrimento sui
bordi delta finestra che non riesca a
contenere la pagina intera.
Se si vuole, ma solo nel quarto esem-
pio. utilizziamo questa possibilità, perso-
nalizzare la barra e le voci di menu e
attivare un programma direttamente al
caricamento della Applicazione, occorre
scrivere uno Script specifico per il Book.
Il Book è composto da Pages, delle
quali a loro volta vanno definite le carat-
teristiche. Non può essere variata la
loro dimensione in quanto rimane quella
definita per tutto il Book.
La Page si può scomporre in una
porzione Background, in cui vanno inse-
riti tutti gii oggetti fissi, che appaiono
cioè in tutte le pagine (ad esempio i
campi di un archivio), e in una porzione
Foreground, che al contrario contiene
gli oggetti variabili da pagina a pagina.
Lavorando sulla Page si possono atti-
vare. attraverso l'opzione di Menu Win-
dow. una serie di finestre contenenti i
vari tool di lavoro. La più importante,
non eliminabile, è quella che permette
di scegliere il tipo di oggetto da inserire
nella pagina. Attraverso la voce del me-
nu Object Group si possono raggruppa-
re più oggetti e si possono attribuire
all'intero loro insieme delle caratteristi-
che. ad esempio un Script.
L'altra funzionalità che facilita il lavoro
è quella che permette di definire, visua-
lizzare ed attivare una Grid. indispensa-
bile per il corretto allineamento degli
oggetti nella pagina. In figura 2 mostria-
mo la gerarchia e quindi anche l’elenco
completo degli oggetti manipolabili.
In figura 3 e 4 un campionario di tool
e tre delle Finestre di Dialogo che ap-
paiono al momento della definizione
delle Properties degli oggetti.
Per introdurre ora il concetto di Script
analizziamo di nuovo, più nel dettaglio,
la figura 5. citata prima, in cui schema-
tizziamo la situazione più semplice.
In una finestra esistono tre oggetti:
un semplice Testo «Risultato», un But-
ton «Esegui il calcolo» e un Field che
riceve il risultato del calcolo.
Il Field va battezzato, anche se Tool-
Book assegna un identificatore numeri-
co ad ogni oggetto, in modo che sia
possibile richiamarlo secondo le varie
necessità e attraverso varie modalità.
Al Button va associato un program-
ma, che in ToolBook si chiama Script e
che conterrà le istruzioni che eseguono
un calcolo e un'istruzione che scrive
direttamente il risultato del calcolo nel
Field.
Uno Script più complesso conterrà
una serie di istruzioni OpenScript, rag-
gruppate in più parti chiamate «hand-
lers», che servono per definire il com-
portamento dell'oggetto rispetto al veri-
ficarsi di un evento.
L'evento più diffuso è il click del
mouse sull'oggetto e si traduce in due
istruzioni:
50 handle buttonUp
definizione dell'azione da eseguire end
La gerarchia vista prima definisce,
come già accennato, l'ordine con il quale
Figura 8 - Asymetrix
ToolBook ■ Program-
ma di Hotworó - Rea-
In questa seconda ap-
phaarione 3àtnamo m-
sento tre Holword Ri-
chiamano tre Script
che eseguono tre azio-
ni mollo simili tra di
loro in quanto tanno
oggetto ^nascostoli
alla vista. La prima ri-
chiede un elici. Le al-
Azione semplicemen-
te ai passaggio del
mouse sopra la parola.
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
191
WINDOWS 3
Figura IO - Asymeirm
ToolBook Program-
ma di Navigatone
Reader
OueslB e un'applica
mostra alcune modali-
là di movimento tra le
stesse Esistono bot-
toni specifici che ap
paiono m una determi-
nala pagina e nmanda-
no semplicemenie ad
un'atira pagina, botto-
ni di Background che
appaiono quindi su tut-
te le pagine. Holword
di Link che generano
un'andata con ritorno
gli Object reagiscono al verificarsi di un
Evento. In pratica se si clicka su un Field
per il quale non è previsto uno Script e
questo Reld fa parte di un Group il Click
viene passato allo Script del Group. Gli
ultimi gradini della gerarchia sono le
librerie DLL, richiamabili con specifici
comandi OpenScript, e il System, in
pratica il modulo Runtime di ToolBook,
che è quello che serve per far «girare»'
l'applicazione in qualità di Reader.
L'applicazione Calcolo.
iFigg. 6 e 7)
La prima applicazione che vi proponia-
mo è un semplice programma di calco-
lo, Necessita di una sola Pagina e in
questa non serve definire un Back-
ground,
Utilizza due Field in cui vanno digitati i
valori numerici, un Field che accoglie il
nsultato e due Buttons che attivano due
Scnpt, uno per l’azzeramento dei valori
e l'altro, dipendente dal campo Scroll,
che esegue il calcolo e visualizza il
risultato.
La sintassi degli Script è molto discor-
siva ed è facile, anche da parte di chi
non conosce i van comandi, compren-
derne non tanto il significato esatto,
quanto lo scopo (fig. 71,
Vediamo prima lo Script sottostante
l'Oggetto di tipo Field Scroll Bar. battez-
zato Funzione, e che contiene quattro
nomi di operazioni matematiche
Al verificarsi del Click (to handle but-
tonUp) sul campo Funzione viene loca-
lizzato e letto il testo della nga e posto
nella variabile standard II (la traduzione
m Italiano è Questo).
Questa viene testata (conditions ..
end) e a seconda del suo contenuto
viene eseguita la conseguente operazio-
ne matematica.
192
Le variabili in gioco altro non sono
che i nomi dei Field, NI. N2 e RIS.
Il secondo Script, in coda nella figura,
è quello che azzera i campi ed è sempli-
cissimo per cui non lo descriviamo.
Si può notare come ToolBook tratti
solo valori testuali e come, se questi
sono dei numeri si possano comunque
eseguire delle operazioni matematiche.
Applicazione Hotword.
IFigg. 8 e 9)
L’Hotword è l'oggetto di livello gerar-
chico più basso. Qualsiasi parola inseri-
ta in un Field di tipo testuale può diven-
tare una Hotword e gli si può associare
uno Script.
In questa seconda applicazione abbia-
mo quindi inserito tre Hotword che ri-
chiamano degli Script che eseguono tre
azioni molto simili tra di loro in quanto
fanno apparire oggetti «nascosti» alta
vista. Li abbiamo riportati tutti e tre
nella figura 9.
Il primo richiama al semplice passag-
gio (mouseEnter) del mouse su di esso,
il Field «appa» scritto prima e poi na-
scosto.
Il secondo fa la stessa cosa con un
Gruppo grafico, che mostra una tazzina
di caffè che spansce quando il mouse
non è più posizionato sopra la parola.
Il terzo Click contiene l’istruzione but-
tonUp. che pretende il Click per entrare
in Azione. L’azione é costituita dal sem-
plice comando requestatesto» che mo-
stra una finestra Windows che contiene
il «testo» e dalla quale si esce attraver-
so un bottone OK. Tale finestra non
appare nella foto
Applicazioni Movimenti
tra le Pagine.
IFigg. 10 e 11}
Questa è un’applicazione che si svi-
luppa su più pagine e che mostra alcu-
ne modalità di movimento tra le stesse
Abbiamo quindi prima generato più
pagine e poi ne abbiamo battezzate
alcune.
In ogni pagina appaiono sia i Bottoni
posti nel Background, che sono quelli in
fondo alla pagina, sia quelli propri della
pagina.
Ad esempio nella prima pagina, quella
della foto, esiste un indice che rimanda
a pagine predeterminate e una pulsan-
tiera, tipo VCR, posta nel Background,
che manda avanti e indietro di una
pagina, oppure alla prima pagina o all’ul-
tima. Il tasto centale non serve a niente.
Oltre a questi due tipi dt movimento
abbiamo inserito un campo di tipo
CheckBox, che rimanda alla ultima pagi-
na e poi una Hotword (la parola è Micro-
computer) sulla quale é attivato un Link
Un rimando ad una pagina specifica con
ritorno, attraverso un tasto opportuno
posizionato nella pagina di destinazione
In figura 1 1 alcuni tipi di rimando.
É chiaro che i vari movimenti tra le
pagine possono essere eseguiti in nu-
merosissimi altri modi Esistono funzio-
ni di Menu, sottostanti la voce Page, e
alcuni comandi di tastiera
Applicazione animata
IFigg. 12 e 13)
Abbiamo realizzato, per finire, un'ap-
plicazione animata, utilizzando le 16 fi-
gure del Mondo in Rotazione disponibili
in una delle schermate di Clip-Art forni-
te con il prodotto e visibili sullo sfondo
della videata.
Le abbiamo poste in 16 pagine di un
Book, spogliato, lato Reader, di tutti i
menu (tranne quello che consente il
ritorno al livello Author) e dotato di un
Bottone che lancia un Loop di scorri-
mento delle pagine.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
WINDOWS 3
Figura 13 - Asymerm
ToolBook Program
ma di Animaiione
AObiamo leah/iaio
un'applicazione amma-
la. ulilazando le 16 li
gore del Mondo in Ro-
tazione. disponibili «1
uni? delle schermalo di
Clip-Arl tornile con il
piodoiio (sullo sfon
do) Le abbiamo poste
sulle 15 pagine di un
Book. spoglialo, lato
manne duello che
consenle il nlomo al
livello AulhorI e dolalo
di un doftono cfie lan
memo
Passando agli Script verifichiamo
quello connesso al Book e che serve
per ridisegnare l'albero dei menu lato
Reader. Si può notare anche l'istruzione
che serve per adattare la finestra alia
dimensione della pagina, che in questa
applicazione e estremamente ridotta.
Nel secondo Script una istruzione
classica per generare un Loop, attraver-
so una variabile locale.
Conclusioni
Si è trattato di una sene di »assaggi-
ni» che. se non visti nella giusta ottica,
possono Ksviare» il lettore, al quale
consigliamo comunque di rileggere le
premesse ai quatto esercizi.
ToolBook non serve a fare questo
tipo di applicazioni. ToolBook utilizza
queste tipologie di strumenti, da noi
inseriti m applicazioni elementari, per
realizzare applicazioni anche mollo com-
plesse.
Chi proviene dalla programmazione
«tradizionale", necessita di un breve
periodo di ambientamento, durante il
quale non deve tanto imparare concetti
nuovi (in ToolBook ci sono tutte le strut-
ture classiche della programmazione),
quanto convertirsi alia nuova filosofia
Object Oriented.
Il costo di cale periodo di ambienta-
mento sarà ammortizzato solo se si
realizzeranno in seguito un ceno nume-
ro di applicazioni, non lo sarà se se ne
deve realizzare solo «una nella vita»
Mentre oggi sono già disponibili pro-
grammi di supporto, è presumibile che
nel futuro, del ToolBook usciranno nuo-
ve versioni che miglioreranno le presta-
zioni generali, inadatte oggi ad applica-
zioni molto voluminose, e che facilite-
ranno ulteriormente l’interattività tra
Author e Script.
Ad esempio non ci dispiacerebbe che
ci fosse un Editor guidato, in cui i vari
«statement» possano essere scelti via
figura 14 - Asymetn.<
ToolBook Applicazio-
ne Ipermediale
Nel package del Tool-
Book sono inserile
una sene di applicazia-
dichiarato di Zar vede-
re le numeroso tipolo-
gie di applicaziom svi-
luppabili con il Tool
Book stesso Ad
esempio in questa ap
plicazione Ipetiesiuale
la Luna sorgo e la mu-
sica suona Tali appli
per essere rsaccheg-
gtaicu dallo autore che
può atKhe copiare gli
serpi e I pezzi degli
scroll list e in cui anche la costruzione
sintattica dell'handler sia guidata.
L'esempio cui ci riferiamo è il Deci-
ston Tree del Borland Object Vision,
provato nel numero scorso, in cui la
programmazione viene ridotta al dise-
gno di una struttura logica di tipo grafi-
co, durante la realizzazione della quale il
prodotto propone passo passo gli ele-
menti costruttivi utilizzabili in quella si-
tuazione. A parte queste considerazioni
suH’ambiente Editor Script, chiamato
pesantemente in causa m caso di pro-
grammazione spinta, resta il fatto che
ToolBook è un prodotto multiforme, che
può coprire svariate esigenze applicati-
ve su svariate tipologie di campi applica-
tivi, in CUI SI mischiano problematiche
evolute di programmazione con proble-
matiche grafiche e con problematiche
Windows. Ed è per queste caratteristi-
che del tutto originali per il mondo PC.
che ToolBook si conferma un prodotto
molto interessante per chi lo esamina e
stimolante per chi lo usa.
MCmicrocompuler
106 -aprile 1991
193
VIRUS
Classificazione dei virus
secondo le modalità di attacco
di Stefano Toria
Prende l'avvio da questo
numero una rubrica
focalizzata su uno dei più
preoccupanti fenomeni
riguardanti l'informatica
personale: i virus. Ciascun
articolo, realizzato in modo da
fornire informazioni a un
pubblico il più possibile vasto,
si soffermerà sia sugli aspetti
tecnici — laddove necessario
— che su quelli pratici,
mirando soprattutto a fornire
delle linee di azione all'utente
«medio», che non desideri
approfondire eccessivamente
i tecnicismi che stanno dietro
al funzionamento dei virus,
ma che voglia giustamente
tutelare l'integrità del proprio
patrimonio informativo dal
rischio di danneggiamento
che un virus può realizzare in
breve tempo e senza che
l'utente se ne accorga
Classificazione dei virus
per modalità di attacco
Nel parlare di virus o vermi si fa fre-
quente uso di termini come «attacco»,
«infezione», «penetrazione», «difesa»,
«vaccinazione», «eliminazione». Tale
terminologia di origine medico-terapeu-
tica è stata adottata per conseguenza
della assimilazione tra virus informatici
e virus biologici: l'operazione è tutt'altro
che velleitaria, poiché molti concetti e
molte prassi adoperati nei trattamento
dei programmi virus trovano una corri-
spondenza logicamente congruente nel
trattamento degli agenti patogeni del
colpo umano.
Un virus può trasmettersi aH'interno
di un sistema solo ed esclusivamente
se vengono eseguite le istruzioni del
programma che gli fa da portatore. Que-
sto conceno, sul quale non si insisterà
mai abbastanza, significa che non è suf-
ficiente che venga lena la directory di
un dischetto, oppure che venga letto o
stampato un file che si trova sul disco
infetto, bensì è indispensabile che ven-
ga eseguito un programma. Questa
condizione sovente porta gli utenti me-
no esperti a commettere degli errori,
come nel seguente esempio: si sup-
ponga che un dischetto contenga, tra
l'altro, due file: l'uno, READ. ME, è il
breve testo introduttivo che il produtto-
re del software si riserva di scrivere al-
l'ultimo momento, subito prima di distri-
buire i dischetti; l'altro, README.EXE,
è un programma realizzato per consen-
tire una più agevole lettura del file REA-
D.ME, ad es. con lo scorrimento delle
pagine a piacimento dell’utente.
Nella situazione esemplificata il co-
mando TYPE READ. ME, che provoca lo
scorrimento del testo sul video, non ha
alcuna conseguenza secondaria. La vi-
sualizzazione del file READ. ME a mezzo
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
VIRUS
del programma README.EXE potrebbe
causare l'infezione del sistema, qualora
quest'ultimo programma fosse infetto.
Per l'utente inesperto non vi è pratica-
mente alcuna differenza tra le due ope-
razioni, poiché entrambe consistono
nella «lettura del testo contenuto in
READ. ME». Per contro, la differenza tra
le due operazioni è fondamentale, poi-
ché la prima si avvale di una funzione
già residente nel personal computer (il
comando TYPE), mentre la seconda uti-
lizza un programma che proviene dall’e-
sterno e che potrebbe pertanto essere
fonte di infezione.
Il «Desktop» del Mac
Questa situazione è apparentemente
ancora più complessa sui sistemi Apple
Macintosh. Una caratteristica del siste-
ma operativo di questa macchina age-
vola infatti la trasmissione di virus. Cia-
scun disco (fisso 0 removibile) contiene
un file denominato «desktop», che de-
scrive le caratteristiche del disco stesso
e mantiene traccia del posizionamento
sul video della «finestra» relativa al di-
sco. Questo file contiene tra l'altro un
breve programma eseguibile, utilizzato
per le funzioni di modifica dell'aspetto
della finestra relativa al disco. Trattan-
dosi di istruzioni che vengono eseguite,
vi è il presupposto perché un virus ap-
positamente costruito infetti il desktop,
come infatti si è verificato nel caso del
virus WDEF.
La maggiore complessità a cui si ac-
cennava poc'anzi deriva dal fatto che
molti utenti non sono a conoscenza del-
l’esistenza di questo breve programma
contenuto nel desktop: venendo a co-
noscenza della presenza di un virus nel
proprio sistema, possono ritenere di
averlo contratto semplicemente introdu-
cendo un disco nei drive, poiché appun-
to ignorano che tate operazione deter-
mina l’esecuzione delle istruzioni conte-
nute nel desktop.
La diffusione del contagio
Si tralascerà per il momento l'analisi
dei percorso che un virus può seguire
per raggiungere e infettare un partico-
lare sistema, rinviandola a una trattazio-
ne successiva.
Una volta raggiunto un elaboratore e
ottenuto l’accesso, con la collaborazio-
ne attiva dell’inconsapevole proprietario
o utente dello stesso elaboratore, il vi-
rus inizia la propria attività nel momento
in cui viene eseguito il programma che
gli fa da portatore. I virus si possono
suddividere secondo il proprio compor-
tamento in fase di propagazione.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
I parassiti
Virus parassiti sono quelli che si tra-
smettono utilizzando come veicolo un
programma eseguibile (.COM o .EXE, in
alcuni casi anche .OV*). La prima fase
del contagio consiste nella identificazio-
ne di un programma candidato all'infe-
zione.
Nella seconda fase il virus infetta il
programma prescelto posponendogli
una copia di se stesso, e modificando
opportunamente le prime istruzioni del
Orìgine e breve
Uno dei segreti più gelosamente cu-
stoditi dai diretti interessati riguarda l’i-
dentità delle persone che hanno realizza-
to la maggior parte dei virus in circola-
zione. Secondo le classificazioni più re-
centi le varianti assommano a 481 , quindi
si può stimare che almeno due-trecento
persone abbiano speso una parte del pro-
prio tempo nello sforzo di realizzare pro-
grammi aventi il fine di distruggere risor-
se e informazioni e di far perdere tempo.
Questa segretezza, che certamente
trae origine dal timore di giustificate azio-
ni legali — oltre che di comprensibili,
seppure meno giustificate, azioni «di fat-
to» — rende difficile il lavoro di ricostru-
zione della storia dei programmi aggres-
sori, e l’identificazione deH'origine di tali
programmi. Tuttavia un primo impulso al-
io sviluppo di questo genere di program-
mi è provenuto dagli studi sulla modifica
automatica del software, in particolare in
contesti distribuiti.
Il primo virus fu sviluppato nel novem-
bre 1 983 con fini dimostrativi, nell'ambito
di una ricerca finanziata da una delle prin-
cipali società costruttnci di elaboratori e
inserita in un più generale progetto di
studio della sicurezza dei sistemi infor-
mativi. L’obiettivo della ricerca era dimo-
strare come le possibilità di un attacco al
patrimonio informativo di un'azienda non
fossero limitate a quelle tradizionalmente
prese in esame negli studi sulla sicurez-
za, e cioè l’attacco fisico, la conoscenza
illegittima di password, la modifica al co-
dice sorgente etc.. L'esperimento, per-
fettamente riuscito, dimostrò anzi che
predisponendo opprortunamente il pro-
gramma aggressore era possibile attac-
care qualsiasi sistema. Il virus sperimen-
tale, sviluppato in otto ore da un esperto,
impiegava meno di mezzo secondo per
replicarsi infettando un altro programma,
che diventava a sua volta portatore del vi-
rus.
Pochi mesi dopo, nei luglio 1984. si di-
mostrò come II modello Sell-LaPadula (un
sistema di sicurezza all’epoca ritenuto tra
i più affidabili) fosse del tutto inadeguato
programma in modo da determinare l’e-
secuzione di se stesso. Allo stesso
tempo, il virus «si identifica» in qualche
modo, così da essere in grado di rico-
noscere la propria presenza in un parti-
colare programma e non ripetere l'infe-
zione in seguito.
Appartengono a questa categoria vi-
rus come l’Amstrad, il Christmas Tree,
il Cookie, il DataCrime. Tutti questi virus
si propagano ogni volta che viene ese-
guito il programma portatore, facendo
Storia dei virus
a tutelare un sistema informativo dai ri-
schio di un attacco virale.
Il modello Bell-LaPadula essenzialmer^
te consiste in una formulazione che as-
segna livelli crescenti di nservatezza alle
informazioni e di autorità agli utenti, i
quali possono accedere soltanto alle in-
formazioni al proprio livello di autorità o a
quelli inferiori. L’esperimento del luglio
1984 dimostrò come un virus avesse la
possibilità di trasmettersi verso i livelli più
alti di protezione, e l’utente apparente-
mente più limitato e controllato, quello
cioè con il più basso livello di autontà,
fosse invece quello che aveva la maggio-
re possibilità di danneggiare l'integrità del
sistema mediante un virus.
La diffusione degli esiti di questi pnmi
esperimenti suscitò la curiosità dei più
esperti utenti di personal computer. i
quali tentarono — a volte con successo
— di replicare sui propri sistemi i pro-
grammi-virus creati negli ambienti di pro-
va. Senza alcun apparente collegamento
tra di loro, tra il 1965 e il 1986 due gruppi
di persona, l'uno in Israele, l’altro in Pa-
kistan. svilupparono dei programmi dotati
della proprietà di replicarsi autonoma-
mente, utilizzando come supporto i nor-
mali file eseguibili del sistema operativo
MS-DOS (.COM 0 .EXE) oppure il boot
sector. cioè quel settore di disco che
contiene l’immagine del sistema operati-
vo, e che viene letto ed eseguito all’atto
dell'avvio della macchina, oppure quando
viene premuto il pulsante di reset, oppu-
re quando l’utente preme simultanea-
mente I tasti Ctrl-Alt-Del.
Dal programma israeliano, denominato
«Suriv» (è la parola «virus» scritta da de-
stra a sinistra), ebbe origine quel ceppo
di virus attualmente noto come «Jerusa-
lem», di CUI esistono diverse vanenti.
Il programma pakistano è attualmente
noto come «Brain». Nonostante siano
passati cinque anni dalla data del rilascio,
continuano a verificarsi casi di infezione
da Brain; questo fatto di per sé dovrebbe
far riflettere sulla pericolosità del feno-
meno virus.
195
VIRUS
Virus in sovraimpressione
Una terza tipologia di virus che attac-
cano i file eseguibili è costituita da quei
programmi che vanno a sovrapporsi alle
legittime istruzioni del programma vitti-
ma. La tecnica è simile a quella adottata
dai parassiti, salvo che il virus non si re-
plica copiando se stesso in coda al pro-
gramma che intende infettare, o in
un'altra zona disponibile; le istruzioni
del virus vengono trascritte in una parte
del programma che contiene altre istru-
zioni, con il risultato che quasi sempre
il programma infetto non può essere di-
sinfettato in quanto parte di esso è an-
data perduta.
Appartiene a questa categorie il Le-
high, uno tra i primi virus ad essere stati
identificati e analizzati.
Il boor sector di un floppy disk da 3.5"
divenire a sua volta portatore ciascuno
dei programmi contagiati. In questo mo-
do l'utente può inconsapevolmente tra-
sportare il virus su altri elaboratori, con-
tribuendo attivamente alla diffusione
deH'infezione.
I parassiti residenti
Un caso particolare di virus parassiti è
costituito da quei programmi che riman-
gono residenti in memoria dopo essere
stati eseguiti la prima volta. La tecnica
adottata da questi programmi consiste
nel fare uso di una particolare funzione
del DOS detta «Terminate and Stay Re-
sident», abbreviato in TSR. Un program-
ma TSR installa una copia di se stesso
in memoria, allo scopo di rimanere sem-
pre pronto per l'esecuzione. Fanno par-
te della categoria dei TSR numerosi pro-
grammi di utilità, tra i quali alcuni sono
anche piuttosto noti (e ovviamente non
sono virus) come il Sidekick della Bor-
land. Lo stesso DOS fa uso di funzioni
TSR, ad esempio nella esecuzione dei
comandi Mode e Print e nella definizio-
ne delle funzioni della tastiera (keybit o
Simili).
La funzione TSR, se utilizzata da un
virus, lo rende ancora più pericoloso. Un
virus parassita non residente, una volta
raggiunto un sistema, vivrà una fase ini-
ziale di svilupi» piuttosto lento, con la
curva di diffusione che cresce in forma
esponenziale man mano che riesce a
raggiungere e contaminare sempre più
programmi, e quindi a diffondersi attac-
cando quei programmi che l'utente ese-
gue più frequentemente; dopo la fase
di più ampia djffusione si raggiungerà
una situazione di saturazione, in cui tutti
i programmi disponibili sono stati infet-
tati. Per contro, la diffusione di un virus
parassita residente non ha un avvio len-
to dato che l'esecuzione del programma
virale non dipende dalla esecuzione di
uno specifico programma portatore, in
quanto questo è già stato eseguito e ha
lasciato una traccia permanente in me-
moria, pronta ad attivarsi secondo quan-
to è stato specificato dal programmato-
re. Questa attivazione avviene sovente
in congiunzione con la richiesta di co-
muni funzioni del DOS: l’apertura di un
file, la lettura di un dato sul disco, la co-
pia di un file da un disco a un altro. Si
intuisce come in questo caso la diffu-
sione del virus sia inizialmente molto
più rapida proprio perché è lo stesso
DOS a divenire idealmente portatore
del virus, e le funzioni del DOS vengono
eseguite in continuazione neH'ordinaria
attività di un utente di personal compu-
ter.
Alla categoria dei virus parassiti resi-
denti appartengono molti tra quelli più
noti, tra cui l'Alabama, il Cascade, il
Dark Avenger, il Fish.
Il boot sector
È in crescita anche il numero di virus
che fanno uso del boot sector come
veicolo per il trasporto dell'infezione.
Ogni disco formattato dall'MS-DOS o
dal Pc-DOS contiene, in una posizione
prestabilita, un breve programma detto
«boot» 0 «bootstrap». Questo program-
ma può svolgere due distinte funzioni, a
seconda di come il disco è stato predi-
sposto: se si tratta di un disco di siste-
ma, utilizzabile cioè per l'avvio del siste-
ma operativo, il boot costituisce il primo
stadio della partenza del sistema stes-
so, e le istruzioni che lo compongono
vengono prelevate dal PC all'atto del-
l'accensione per essere eseguite. Soli-
tamente il boot procede alla ricerca e al
prelievo della parte centrale del sistema
operativo, contenuta in alcuni file pre-
definiti: i file vengono caricati in memo-
ria e il sistema prende l'avvio. Se per
contro non si tratta di un disco di siste-
ma, il boot consisterà in un semplicis-
simo programma che scrive sul video
un avvertimento all'utente, segnalando
il fatto che ha inserito nel drive un disco
che non contiene il sistema operativo e
invitandolo a rimuoverlo e ad inserirne
uno corretto.
In entrambi i casi si tratta di program-
mi che vengono eseguiti, con modalità
Prossimamente...
Gli argomenti che saranno affrontati nel prossimo futuro comprenderanno i criten
per il riconoscimento della presenza di un virus in un sistema, l’identificazione del virus
colpevole dell'infezione e la recensione di uno tra i più diffusi prodotti software svi-
luppati appositamente per la difesa dalle aggressioni virali.
196
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
VIRUS
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ir modificdio a seguito dell'infeiione da iPmg Porgi-.
diverse rispetto a quelli contenuti nei fi-
le .COM e .EXE ma con gli stessi effetti
ai fini di questa trattazione: il boot infatti
può essere infettato esattamente come
avviene a un programma contenuto in
un file.
Nella maggior parte dei casi noti il
boot sector viene sostituito con uno di-
verso, contenente il virus, e l'originario
boot sector viene riposto in una diversa
zona del disco, per essere eseguito do-
po che è stato eseguito il virus. Dopo
l'infezione quindi il disco rimane un di-
sco di sistema, ma contiene anche il vi-
rus. Alla successiva richiesta di carica-
mento del sistema operativo dal disco
infetto il PC svolgerà le operazioni in
questa sequenza;
- caricamento del boot sector che
contiene il virus;
— esecuzione del virus, che quasi
sempre rimarrà residente;
- caricamento, ad opera del virus, del
boot sector originario prelevato dalla po-
sizione in cui era stato memorizzato;
— caricamento del sistema e avvio del
funzionamento, apparentemente nor-
male, del computer.
L'utente può non avvedersi subito
della presenza del virus, ma questi ri-
mane latente e procederà ad infettare,
con lo stesso metodo, tutti i dischi che
l'utente inserirà nel drive.
Si avvalgono del boot sector come vei-
colo di propagazione alcuni tra i più noti
virus diffusi nel mondo, tra cui il Ring
Pong, il Brain, il Den Zuk, il Disk Killer,
La tavola delle partizioni
Un caso particolare di infezione di un
boot sector è costituito da quei virus
che infettano la tavola delle partizioni. In
un personal computer IBM o compati-
bile i dischi fissi vengono gestiti suddi-
videndoli in zone di ampiezza prestabi-
lita, a piacimento dell'utente o con vin-
coli particolari a seconda della versione
di sistema operativo che viene utilizza-
ta. Un disco può contenere anche una
unica partizione, nel quat caso la strut-
turazione è praticamente invisibile all'u-
tente, ma su ciascun sistema dotato di
disco fisso sarà presente una tavola del-
le partizioni.
L'avvio del sistema da un disco fisso,
anziché da un disco removibile. richiede
una fase in più. Infatti il primo program-
ma ad essere prelevato dal disco è
quello che gestisce le partizioni; esso
determina quale sia la partizione da cui
deve essere caricato il sistema operati-
vo, in base a quanto è stato stabilito in
sede di installazione del computer, e
quindi procede con le fasi già descritte,
leggendo il boot e proseguendo nell'av-
vio del sistema.
Alcuni virus, tra i quali il più noto è lo
Stoned, utilizzano il programma di ge-
stione delle partizioni come veicolo per
l'infezione. Tali virus sono in grado di di-
stinguere se il disco che stanno trattan-
do è un disco fisso, che debba essere
infettato nella tavola delle partizioni, o
un dischetto di cui dovrà essere infet-
tato direttamente il boot.
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
197
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OCR: occhi e cervello per il PC
di Mauro Gandini
Parleremo in questo numero dell'OCR — Optical Character Recognition.
Fino ad oggi i sistemi disponibili sul mercato non hanno brillato per affidabilità, ma la
tecnica software ha fatto ultimamente grandi passi in questo campo ed i risultati
iniziano ad essere interessanti. Vedremo alcune problematiche dell'OCR, una breve
comparazione tra alcuni prodotti leader di questo mercato e una prova su strada di un
prodotto che. specialmente nell'ambiente Apple Macintosh, sta raccogliendo molti
consensi: Typist della Caere
Prologo
Appena la tecnologia ha permesso di
poter avere uno scanner sulla propria
scrivania a fianco di un personal com-
puter, e più tardi, grazie alla Logitech
con i suoi ScanMan, anche nel palmo
della mano, c'è stato subito chi ha pen-
sato di andare oltre alla semplice acqui-
sizione di immagini, sebbene i problemi
da risolvere siano stati enormi, provan-
do ad acquisire anche il testo: il solo
fatto di dover leggere materiale scritto
con differenti font di varie grandezze ha
comportato infatti grandi limitazioni.
La prima soluzione è consistita nel-
l'appiìcazione di tecniche di intelligenza
artificiale: si trattava in pratica di inse-
gnare al computer a leggere. Di base II
programma di lettura riconosceva a
grandi linee l'andamento delle differenti
lettere, ma non era in grado di ricono-
scere I differenti font con cui queste let-
tere venivano utilizzate. In pratica una
volta acquistato il programma bisognava
attivare la sua parte di apprendimento e
iniziare le prove. Per tutte le lettere il
programma chiedeva la corrispondenza,
fino ad interpretare l'intero alfabeto.
Ovviamente questo metodo era al-
quanto scomodo, anche se le ultime
versioni di questi programmi erano già
abbastanza furbe da accontentarsi di
Produttore:
Caere Corporation ■ 100 Cooper Court
Los Gatos. CA 95030.
Distributori:
Per Macintosh: Delta ■ Via Brodolini, 70
• 21CMS Malnate IVA! ■ Tel. 0332/860780.
Per MS-DOS: S.M. - Via Brodolini. 30
21046 Mainate iVA) ■ Tei. 0332/860795.
Prezzo UVA esclusa):
Vers. Macintosh e vera. MS-DOSL 7.070.000.
leggere un paio di pagine per essere poi
operativi con il carattere letto (l’opera-
zione andava poi ripetuta con tutti i tipi
di caratteri che si pensava dovessero
essere letti dal programma durante la
normale attività).
Ma quello a cui volevano arrivare i
progettisti era ben altra cosa: volevano
infatti che il programma potesse, senza
alcuna necessità di training, leggere un
po' di tutto anche con caratteri differen-
ti nello stesso testo, di diverse grandez-
ze. Alla fine si è arrivati alla elaborazione
di algoritmi estremamente complicati in
grado di interpretare testo senza una
specifica istruzione.
La nuova generazione
I programmi basati su questi algoritmi
sono comunemente chiamati «omni-
font» proprio per questa loro abilità di
leggere differenti tipi di font senza la
necessità di attuare uno stage di uinse-
gnamento». Quasi tutti i produttori di
programmi per OCR dichiarano che la
precisione di lettura arriva ora al 99 %:
forse come dato è un po' esagerato, ma
senza dubbio non si discosta molto
dall'85-90%.
Ovviamente i risultati dipendono da
molti fattori, in primo luogo la bontà del
documento che si intende leggere, la
qualità dello scanner utilizzato e la sua
taratura. Esaminiamo come questi tre
fattori influiscono con la qualità dei ri-
sultati ottenibili.
Documento da leggere
Si può decidere di acquistare un pro-
gramma di lettura per diverse ragioni:
registrare in forma elettronica dati da
vecchi documenti, immagazzinare infor-
mazioni tratte da libri e giornali, trasfe-
rire materiali stampati in forma elettro-
nica per successive elaborazioni, archi-
viare tutti i materiali possibili su disco.
Nel primo caso probabilmente ci tro-
veremo in una situazione nella quale i
documenti sono simili tra loro, ma di
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
DESK TOP PUBLISHING
scarsa qualità dovuta all’usura del tem-
po. Nel secondo caso, invece, dovrem-
mo trovarci nella miglior situazione visto
che si tratta di materiale stampato. Il
terzo caso ci consente di prestare meno
attenzione alla qualità dell'Interpretazio-
ne da parte del programma di scrittura,
in quanto poi il materiale va rielaborato.
Infine, il terzo caso è senza dubbio
anche quello dove si richiede l'impegno
maggiore poiché la qualità dei docu-
menti è molto variegata: si passa dalla
lettera stampata con stampante ad
aghi, alla pagina stampata, al telefax
(quanto di peggio si possa augurare ad
un programma di lettura).
Qualità dello scanner
Sul mercato vengono proposti diffe-
renti tipi di scanner con differenti riso-
luzioni (mediamente tra i 200 e i 400
punti per pollice); diverse configurazio-
ni, diversi ambienti operativi (dal mondo
MS-DOS all'Apple Macintosh senza tra-
lasciare MS-Windows), diverse dimen-
sioni (dagli scanner a piano fisso in for-
mato A4 agli scanner dello stesso for-
mato a foglio mobile all'ultima genera-
zione di scanner manuali «inventati»
dalla Logitech). Utilizzando un vecchio
scanner da 200 punti/pollice, i risultati
saranno senza dubbio peggiori rispetto
ad un moderno scanner da 400 punti
per pollice. Inoltre la velocità di interpre-
tazione risulterà notevolmente più alta
poiché il carattere in acquisizione risul-
terà meno ricco di informazioni da inter-
pretare.
Taratura
Anche questo è un fattore molto im-
portante. Molte volte si incolpano gli
scanner di scarsa qualità e affidabilità,
ma è invece colpa nostra solo perchè
non si ha la pazienza di cercare la mi-
glior soluzione di luminosità e contrasto
per la lettura del documento, Ciò vale
indifferentemente sia per la lettura di
testo che per l'acquisizione di immagini.
Quesla 6 la rinesfra
che appare selB 2 ip-
nsncfe Typist dal menu
mela. Si notino le pos-
sibilità di scelta delia
lingua utilizzata, il con-
trollo della luminosità,
direzione di scan e ti-
po del lesto Selezio-
nando l'Immagine •
come normale scan-
Lnc
z
Qualche trucco
Bisogna anzitutto dire che un testo
letto da OCR quasi mai sarà perfetto.
Esistono tuttavia due tipi di consigli che
vorremmo dare a chi si accinge ad ini-
ziare una attività di lettura con OCR:
consigli pre-lettura e consigli di correzio-
ne dei testi acquisiti.
Consigli pre-lettura
In pratica si tratta di quanto detto pri-
Caretteri nitidi
L nq
Liid
Regolare il controllo della luminosità su Più scuro Regolare il controllo della luminosità su Più chiaro
Ecco Ire tipologie di caratteri- il primo caso ò il migliore, nel secondo notiamo i caratteri leggermente slocab a causa del poco contrasto, nel terzo caso i caratteri
sono troppo pieni ed é necessario agire sul controllo della luminositè nducendoia
200
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
DESK TOP PUBLISHING
ma sult'utilizzo dello scanner e sulla sua
taratura- Prima di tutto ricordiamo di uti-
lizzare lo scanner alla sua massima de-
finizione per ottenere il massimo di in-
formazioni che saranno senza dubbio
maggiormente gradite dal vostro pro-
gramma di OCR. Inoltre ciò comporta
anche tempi di interpretazione decisa-
mente più contenuti.
Per quanto riguarda la taratura dei pa-
rametn di lettura dello scanner, come
per esempio la luminosità (es. lettura
documenti su carta colorata), vi consi-
gliamo un approfondito stage di prova
con le differenti tipologie di documenti
che intendete leggere. Per ogni tipolo-
gia di documento preparate quindi un
prospetto relativo alla miglior taratura
dello scanner per la lettura del docu-
mento in questione. Sarete cosi certi di
non dover perdere troppo tempo ogni
qualvolta sia necessario leggere un de-
terminato tipo di documenti.
Consigli di correzione
Questi consigli servono per risparmia-
re tempo in fase di correzione degli er-
rori di lettura. Partiamo proprio dalle dif-
ferenti tipologie di errori per stabilire le
migliori procedure da adottare per la
correzione dei testi.
Caratteri di segnalazione — I pro-
grammi di lettura utilizzano dei caratteri
poco utilizzati per indicare eventuali ca-
ratteri irriconoscibili 0 riconosciuti, ma
con un’alta probabilità di errore. Con la
funzione di ricerca del vostro program-
ma di scrittura potrete trovarli ed appor-
tare le dovute correzioni.
Spazi multipli — Molte volte i pro-
grammi di scrittura non riescono ad in-
terpretare perfettamente gli spazi bian-
chi tra le vane parole, specialmente se
SI sta leggendo un testo di tipo giusti-
ficato; in questo caso vengono infatti di-
stanziate le parole in maniera regolare,
ma non corrispondente alla classica sin-
gola spaziatura. Ci si potrebbe quindi
trovare con un testo pieno di doppi o
tripli spazi. Per eliminarli utilizzeremo la
funzione di «cerca e sostituisci» del pro-
prio programma di scrittura.
Si chiederà alla funzione di ricercare
due spaziature consecutive e di sosti-
tuirle con una singola (utilizzando la pos-
sibilità di sostituzione automatica lungo
tutto il documento). Per essere sicuri di
aver eliminato tutte le doppie spaziature,
VI consigliamo di eseguire questa pro-
cedura tre volte di seguito: in tal modo
sarete sicuri di aver eliminato fino a 8
spaziature consecutive. Con questo si-
stema si potranno eliminare anche altri
caratteri come per esempio tabulatori,
ecc. Se il programma di riconoscimento
dei caratteri ha inserito nel testo un ri-
torno a capo ad ogni fine riga incontrata,
dovremmo anche in questo caso ese-
guire un «cerca e sostituisci», ma la pro-
cedura sarà leggermente differente. Per
prima cosa dovremo essere sicuri che
tra ogni paragrafo ci siano due a capo
consecutivi (in pratica una linea di spa-
ziatura). Poi andremo a sostituire tutti i
doppi a capo con un qualsiasi simbolo
non comune T, *. (5’, £) oppure con due
X (xx). A questo punto elimineremo tutti
gli a capo con un cerca e sostituisci: ogni
a capo dovrà essere sostituito con uno
spazio. Infine si andranno a cercare e so-
stituire i simboli che avevamo inserito in
luogo dei doppi a capo (ovviamente con
dei nuovi doppi a capo). L'ultima ope-
razione da svolgere è un bel passaggio
con il correttore ortografico. Alcuni pro-
grammi di lettura hanno già al proprio
interno un correttore ortografico che
provvede ad inserire le corrette parole,
per esempio avendo interpretato la pa-
rola 'femmonile', questa verrà modifica-
ta dal correttore in 'femminile'. Alla fine
è consigliabile rileggere tutto in quanto
esistono una serie di vocaboli che pos-
sono sfuggire al correttore come per
esempio parole al singolare e plurale (es.
«femminile» e «femminili») o altre pa-
role molto simili tra loro (es. «quando»
e «quanto»).
Qualche prova
Oltre agli articoli specifici già pubbli-
cati suH’argomento in questa ed in altre
rubriche ed apparsi nei precedenti nu-
meri di MCmicrocomputer (ai quali vi ri-
mandiamo per conoscere le caratteristi-
che dei prodotti già presentati), in que-
sta occasione sono state eseguite an-
che alcune prove su programmi OCR at-
tualmente disponibili (tra i quali Accu-
Text, OmniPage, Recognize, TextPert) e
dei quali riportiamo i risultati nella rela-
tiva tabella. Per eseguire il test abbiamo
provato a far leggere singoli fogli simu-
lando una lettera scritta a macchina
(con classico font Courter), testo con
differenti font da 8 a 14 punti e la co-
pertina di MCmicrocomputer.
La configurazione utilizzata per i pro-
grammi su Mac era un Macintosh II con
8 Mb di RAM, mentre per i programmi
MS-DOS abbiamo utilizzato un IBM
PS/2 70 con 6 Mb di memoria RAM.
Typist: leggere con la matìo
Come già è stato detto in apertura, ab-
biamo rivolto la nostra attenzione su un
prodotto che sta riscuotendo molto suc-
cesso negli Stati Uniti d'America; un pro-
dotto che non è un semplice program-
ma, ma quasi un sistema integrato,
Typist della Caere Corp. è infatti com-
posto da un lettore hardware, in pratica
uno scanner manuale a scorrimento sul
foglio, di colore nero e di dimensioni
non certo ridotte, e da un software di
gestione per l'utilizzazione OCR. Ad un
costo che comprende non solo il soft-
ware di lettura, ma anche l'hardware
necessario, Typist fornisce prestazioni
molto buone.
Typist viene fornito in 3 versioni: per
Macintosh (quella da noi utilizzata per la
prova), per macchine MS-DOS e per
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
201
DESK TOP PUBLISHING
macchine operanti in ambiente Windo-
ws 3. Il lettore è identico per tutte le
versioni: si tratta, come già detto, di
uno scanner manuale di ragguardevoli
dimensioni, con una testa di lettura lar-
ga 16 cm (12,7 cm di finestra utile) e
una comoda impugnatura. Da notare i
rulli di gomma di scorrimento che con
una distanza tra loro di 9 cm consento-
no una lettura sufficientemente precisa
evitando le possibilità di ondeggiamenti
a destra o sinistra.
Nella parte superiore una cupola tra-
sparente consente di vedere cosa sta
leggendo lo scanner; lo scanner è poi
completato da un grande pulsante per
la sua attivazione, una spia per confer-
mare il funzionamento ed un commu-
tatore che consente di regolare la sen-
sibilità alle tonalità di grigio (esiste an-
che la posizione per leggere immagini al
tatto, cioè solo bianchi e neri, da utiliz-
zare quando si usa Typist come lettore
di testo).
La versione per Macintosh compren-
de rinterfaccia per il collegamento alla
presa SCSI (l'interfaccia è settata con il
commutatore relativo al dispositivo
SCSI sul valore di defauit 6, ma può es-
sere variato a piacere), completa di ali-
mentatore, La versione per PC ha inve-
ce una scheda di interfaccia da inserire
in uno slot libero. In entrambi i casi il
lettore è collegato all'interfaccia me-
diante un cavo terminato con un con-
nettore di dimensioni sufficientemente
comode.
Anche il software risponde alle tre di-
verse tipologie: per Macintosh, per per-
sonal computer MS-DOS e per sistemi
in ambiente Windows 3.
Per installare il software in versione
MS-DOS e Windows è sufficiente inse-
rire il solito disco nell'unità del compu-
ter e digitare arTINSTALL. Appariranno
alcune maschere con una serie di do-
mande sulla configurazione del sistema,
risposto alle quali il software sarà instal-
lato secondo i parametri indicati. Se si
desidera vengono anche aggiornati i file
AUTOEXEC.BAT e WIN.INI: in tal caso
il programma viene automaticamente
caricato all'accensione del computer
(versione per PC) oppure nel momento
in cui viene attivato Microsoft Windows
3. Inoltre è possibile ottimizzare la me-
moria estesa o espansa mediante una
utility interna: il funzionamento di que-
sto programma è abbastanza inconsue-
to, poiché lavora per passi successivi. In
pratica avviata l’utility, il computer si
blocca e va fatto ripartire, dopo di che si
ripete l’avvio dell’utility che si chiama
TUNE, ripetendo l'operazione fino a
quando non avviene più alcun blocco (3
0 4 passaggi). La configurazione minima
del sistema richiesta consiste in un per-
inee l'andamento delle diffj
U„, ~vi— ■ìIZ,, iJIHULU
ere sembravano
lura mina t'elaborazio-
interprelazione nor-
malmente 'I program-
cesSM Vediamo infat-
lazione avviene ad un
ceno grado di delini-
aione e poi mgranden-
questa operazione ser-
ve mollissima memo-
ria Il programma vi-
sualizza in questo mo-
do l'operazione
sonai computer MS-DOS compatibile
con processore 286, 386 o superiori,
640 Kbyte di memoria RAM e 2 Mbyte
di memoria espansa o estesa, almeno 2
Mbyte su hard-disk, MS-DOS 3.1 o ver-
sioni successive.
Il software per Macintosh consiste in
tre programmi: l'accessorio di scrivania
che consente la regolazione di alcuni
parametri di utilizzo dello scanner, il pro-
gramma di acquisizione delle immagini
e quello di lettura del testo. L'accesso-
rio di scrivania va installato nel System
attraverso la classica procedura attra-
verso il D/A Font Mover, mentre gli altri
due programmi sono in pratica degli
INIT che devono essere inseriti nella
cartella di sistema e che vengono atti-
vati all'accensione del sistema. La con-
figurazione minima richiesta consiste in
un Macintosh SE o superiore con 4
Mbyte di memoria RAM (a dire il vero
noi siamo riusciti a farlo funzionare an-
che con 2.5 Mbyte), almeno 2 Mbyte di-
sponibili sul disco rigido, Multifinder e
System 6 o versioni successive, un ca-
vo SCSI (stranamente non è fornito in
dotazione).
Typist è in grado di leggere qualsiasi
carattere non stilizzato da 6 a 72 punti
e gruppi di caratteri in 11 lingue diffe-
renti. La capacità di scansione è di 258
cm* (12,7x20,3 cm), ma se la lenura
del testo è eseguita dall'alto in basso e
la colonna di testo letta è più stretta dei
12,7 cm delia finestra di lettura massi-
ma dello scanner, si può raggiungere
un'area massima di lettura di 355 cm*.
Macintosh, attento lettore
Typist è un’applicazione sempre atti-
Ecco il testo interpretalo la prova e stata eseguita stampando la poma parte del testo di questo articolo
in Couner 12 punti II nsulrato é molto buono.
202
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
DESK TOP PUBLISHING
va in Macintosh per cui necessita di
Multifinder, non è assolutamente pos-
sibile utilizzarlo con il Finder, La memo-
ria RAM necessaria al solo Typist è di
almeno 2 Mbyte: per questa ragione è
consigliata una memoria di almeno 4
Mbyte. Il programma di lettura esegue
automaticamente un'operazione di «In-
colla» del testo appena letto nella ap-
plicazione attiva in quel momento: in
pratica sarà indispensabile avere aperto
un documento di scrittura dove Typist,
dopo averlo interpretato, possa inserire
il testo.
Una volta attivato dal menu mela
l'accessorio della scrivania, appare una
finestra di dialogo con alcune richieste
di informazione e consenso. Innanzitut-
to due finestre consentono di indicare
alcuni parametri relativi al testo in en-
trata e al testo in uscita verso il word
processor. Le indicazioni sul testo in
entrata sono in pratica due: se il testo
è stato scritto con stampanti a matrice
di punti (9 aghi, non alta definizione) o
meno e la lingua in cui è scritto il testo
(per la ricerca di caratteri speciali nelle
vane lingue, 11 per l’esattezza: dane-
se, francese, inglese, irlandese, italia-
no, norvegese, olandese, portoghese,
spagnolo, svedese e tedesco]. Si pos-
sono anche tenere attive più lingue
contemporaneamente, ma ciò rallenta
l'operatività della lettura a causa del
maggior numero di controlli necessari.
li testo in uscita verso il word pro-
cessor può contenere alcune indicazio-
ni a scelta dell'utente: all'inizio del te-
sto acquisito da scanner può apparire
un'indicazione riguardante l’inizio del
blocco letto dal computer (es. /inizio/); i
caratteri non letti possono essere indi-
cati da un simbolo, il programma pro-
pone “ ■ ", ma possiamo variare il carat-
tere a piacere; stessa cosa dicasi per i
caratteri sospetti che vengono di de-
fauli indicati con ’.
Inoltre, il documento in uscita potrà
contenere un ritorno a capo per ogni ri-
ga o solo alla fine del paragrafo. Sem-
pre a livello di documento potrà essere
richiesta la lettura di un foglio elettroni-
co e la sua uscita sempre su foglio
elettronico (ogni 5 spazi Typist inseri-
sce un tabulatore).
Più sotto troviamo altre due richie-
ste; la prima è relativa alla duplicazione
del testo, la seconda riguarda l'attiva-
zione 0 meno di un avviso acustico re-
lativo alla duplicazione. La duplicazione
del testo può essere disattivata quando
il testo viene acquisito con passaggi
multipli (vedremo poi come è possibile
ciò) in modo da non ottenere la lettura
della stessa riga due volte. L'indicazio-
ne acustica è comoda quando si acqui-
siscono testi di particolare lunghezza:
in questi casi il computer può avere la
necessità di dedicare alcuni minuti ad
esaminare e «leggere» tutto il testo;
grazie all'avvisatore acustico sarà pos-
sibile dedicarsi ad altre attività sicuri
che il computer ci avviserà con un
beep al termine dell'elaborazione.
Infine, le impostazioni dello scanner:
prima di tutte la luminosità che ci con-
sente di variare le condizioni di ripresa
a seconda del tipo di documento che
stiamo leggendo, cioè con caratteri (o
immagini) chiari o scuri. Segue l'indica-
zione della posizione della colonna che
dobbiamo leggere (valida nel caso di
testo su più colonne o tabelle). Infine la
direzione della lettura: automatica, ver-
so il basso, verso destra e verso sini-
stra. In questa maniera sarà possibile
riprendere tutte le tipologie di docu-
menti, anche parti di libri, difficilmente
accessibili al centro, dove c'è la rilega-
to ra.
Sempre nella finestra di dialogo tro-
viamo anche una opzione che consente
di utilizzare lo scanner per le imma^ni:
una volta attivata questa funzione viene
richiamato il programmino per la lettura
delle immagini e si può iniziare il rela-
tivo lavoro di acquisizione. Alla fine
l'immagine apparirà a video e potrà es-
sere salvata come immagine TIFF, TIFF
compressa o PICT 2 (PCX nel caso di
computer MS-DOS). Per meglio regola-
re la resa alle tonalità di grigio si potrà
agire su un piccolo commutatore a 4
posizioni presente sullo scanner stes-
so.
Ma veniamo alla lettura del testo che
avviene in tre fasi: attivazione dei let-
tore e scansione del testo: interpreta-
zione del testo; funzione di trasferi-
mento con una semplice operazione
«incollali del testo letto nel documento
di scrittura. Come già detto prima Ty-
pist funziona solo sotto Multifinder ed
è sempre attivo: basta posizionare lo
scanner sul testo, premere il testo di
attivazione, attendere l'accensione del-
la spia verde che indica l'awenuta atti-
vazione e iniziare la scansione. Finita
questa operazione apparirà automatica-
mente una finestra che visualizzerà le
operazioni d'interpretazione e fornirà
l'indicazione dell’andamento della stes-
sa, Quando quest'operazione sarà ter-
minata. automaticamente il testo verrà
incollato nel documento di scrittura che
stiamo preparando, esattamente nel
punto in cui abbiamo lasciato il cursore.
A questo punto bisognerà controllare
che la lettura sia stata eseguita esatta-
mente adottando le varie procedure di
controllo del testo letto consigliate pre-
cedentemente.
Con Typist è possibile anche leggere
testi più larghi dei 12,7 cm consentiti
fisicamente dal lettore: infatti è possi-
bile eseguire letture multiple: il pro-
gramma penserà ad eliminare le even-
tuali parti acquisite due volte.
Conclusioni
I risultati sono stati abbastanza buo-
ni, anche se comunque il testo acquisi-
to va senza dubbio rivisto per apportare
qualche correzione. Se vengono adotta-
ti gli accorgimenti consigliati in questo
articolo si riescono ad ottenere risultati
migliori. L'importante è perdere un po'
di tempo aH'inizio per poi non perderne
più in seguito.
Senza alcun dubbio il costo consente
di acquistare questo dispositivo sapen-
do già in partenza che le prestazioni so-
no rapportate al prezzo: al dire il vero
bisogna ammettere che la qualità otte-
nuta nella scansione di immagini è ot-
tima, in alcuni casi migliore di quella di
altri scanner di costo molto maggiore.
Per quanto riguarda il riconoscimento
dei caratteri (OCR), il discorso non fini-
sce certo qui; vedremo cosa il futuro ci
porterà (per esempio la lettura del te-
sto scritto a mano) e soprattutto quale
peso potranno avere questi sistemi al-
l'interno del desktop publishing.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
203
GRAFICA
Lo spunto per questo articolo
ci é stato dato dal recente
Microsoft Excel 3 ed in
particolare dalle sue nuove
funzionalità inerenti la
produzione ed il controllo di
diagrammi di tipo Business
Graphics tridimensionale
In caso di produzione di un
diagramma di tipo
tridimensionale è possibile
intervenire sulle modalità di
visualizzazione del grafico
stesso utilizzando una finestra
di dialogo che permette,
attraverso una serie di
bottoni, di ruotare il
diagramma, di avvicinare/
allentare II punto di vista, ecc.
La situazione operativa ricorda
molto quella del «vecchio» 3D
Perspective. alias Boeing
Graph, prodotto «stand
alone» specializzato in grafici
tridimensionali, che aveva
numerose funzionalità con le
quali controllare il modo di
vedere il diagramma
realizzato.
Invece nel caso di Excel si
tratta di una funzione
accessoria, inserita in un
prodotto di tipo Spreadsheet,
che fa anche grafica, e che tra
i numerosi tipi di grafici, ne fa
anche alcuni tridimensionali
Computer Grafica
varie prospettive
di Francesco Petroni ed Aldo Azzan
Chi segue MC da molti anni, e non
butta via i numeri «vecchi», potrà con-
statare come su MC siano stati più
volte trattati temi di grafica tridimensio-
nale e conseguentemente argomenti
relativi al come rappresentare oggetti
tridimensionali.
Lo stesso lettore avrà potuto notare
come all’inizio venivano presentati sem-
plici programmini che timidamente pro-
ponevano il problema, oggettivamente
complesso, in quanto tira in ballo argo-
menti di trigonometria e di analisi mate-
matica non certo elementari e suggeri-
vano alcune soluzioni. Citiamo ad esem-
pio un articolo apparso sul numero 45
dell'ottobre del 1985.
Con il passare del tempo e con l'evo-
luzione dell' hardware e del software,
gli stessi temi, prima affrontati soprat-
tutto a scopo sperimentale, sono stati
ampiamente sviluppati e risolti in ma-
niera talmente standardizzata che la loro
soluzione è ormai inserita come funzio-
nalità in quasi tutti i prodotti CAD, in
numerosi prodotti di tipo Business
Graphic e, con Excel 3, ora anche in
prodotti a base Spreadsheet,
La storia della prospettiva
La nascita della prospettiva, ovvero la
corretta rappresentazione grafica dello
spazio, ottenuta tramite l'applicazione
delle sue leggi matematiche, coincide
con il Rinascimento, l’irnpetibile periodo
storico in cui la pratica di tutte le arti,
principali e minori, riesplose dopo il lun-
go letargo del medioevo.
Scopo della prospettiva era quello di
rendere su una superficie a due dimen-
sioni (un quadro, una stampa, un moni-
tor; no, il monitor è nato dopo) anche la
terza dimensione, la profondità, che esi-
ste nella realtà, ma che su un supporto
a due dimensioni non esiste.
Ptìma del Rinascimento i grandi arti-
sti. Giotto per esempio, non trovarono
la soluzione di questo problema, se
pure la cercarono.
Dopo il Rinascimento, molto dopo,
alla fine deH'Ottocento. vi furono cor-
renti artistiche che superarono la pro-
spettiva, troppo costretta in regole ma-
tematiche precise ed inderogabili, e ipo-
tizzarono altri spazi ed altre regole. Ad
esempio il Cubismo, l'Espressionismo,
l’Arte Astratta, il Futurismo.
I Futuristi, per citare questi ultimi, si
posero il problema di rappresentare an-
che il movimento nelle loro immagini.
Oggi tutti 1 manuali tecnici di numero-
se discipline trattano l'argomento pro-
spettiva. La trattazione dipende da chi è
destinato il manuale ed é sempre fina-
lizzata a fornire le regole e gli strumenti
operativi per la costruzione della corret-
ta prospettiva.
Figura 1 - Leonanlo ùa
Vinci — Studi sulla
orospeiuva
Le prrXjlematiche sot-
tostanti le prospettiva
riguardano sia gli arti
sii che I tecnici I pnmi
sono interessati a for-
nire viste -soggetti-
ve- della realtà, gli al-
tri a fornire viste -og-
gettive- dei propn pro-
di a quelle fornite dall'
occhio umano, in mo-
do da rappresentare al
meglio l'aspetto futuro
assunto dall oggeito
progettuale una volta
204
MCmicrocomputer n, 106-aprile 1991
GRAFICA
Figura 2 - Raffaello — La Scuola di Alane nelle Stame Valicane
È stato nel laoo che • pittori hanno "Scoperto" la prospettiva Hanno tradotto, per la pnma volta, m sistemi
cosrn/tfivi facilmenle praticabili, il complesso problema della riproduiione su una superticie piana di una
•reallév che esiste solo nello spano
Nella figura 3 riproduciamo un esem-
pio di queste trattazioni. Si tratta di un
disegno tratto da un vecchio Manuale
deH'Architetto (è del 1946) nel quale il
problema della prospettiva viene quindi
affrontato in maniera «pratica».
Viene descritta la terminologia relati-
va al problema, che, come si può vede-
re dalla figura, consta di una dozzina di
elementi opportunamente nominati.
Senza voler scendere nel dettaglio,
diremo solo che risultano coinvolti un
soggetto, un osservatore e un quadro,
nel quale lo stesso vede l'immagine
formata, e una direzione di vista, lungo
la quale si dirige lo sguardo dell'osser-
vatore e che deve attraversare il qua-
dro. Ognuno di questi quattro elementi
ha una propria posizione ed un proprio
orientamento nel riferimento spaziale.
Si tratta evidentemente di un problema
complesso che ha due differenti fami-
glie di soluzioni.
La prima è quella pratica che si basa
su sistemi costruttivi per mezzo dei
quali il disegnatore partendo da sempiici
disegni in pianta e in prospetto ricostrui-
sce l'immagine «realistica», utiiizzando i
propri strumenti tradizionali (il disegna-
tore tecnico usa il classico tecnigrafo).
In questi metodi entrano in gioco ad
esempio i famosi punti di fuga, verso i
quali convergono quelle linee che in
realtà sono parallele ma che in una vista
prospettica tendono a congiungersi in
un unico punto.
Il processo ottico sottostante avviene
nel nspetto di alcune regole. Ne citiamo
due. La grandezza degli oggetti diminui-
sce progressivamente man mano che si
allontanano dallo spettatore. Le rette
verticali ed orizzontali non mutano il loro
andamento sia da vicino che da lontano.
I tipi di prospettiva sono due (fig. 4).
In quella centrale una delle facce della
figura è parallela al quadro su cui si
forma l'immagine ed il punto di fuga è
centrale. In quella angolare nessuna del-
le facce è parallela al quadro e i punti di
fuga diventano due.
La seconda famiglia di soluzioni è
quella analitica e si basa sulla traduzione
in formule matematico/trigonometriche
dei vari elementi in gioco.
L'osservatore ha una sua posizione
nel riferimento cartesiano e guarda ver-
so un suo punto di vista. Un punto
dell'oggetto determina a sua volta con
l'osservatore un'altra linea e anch'essa
passa per il quadro. Le varie intersezio-
ni, che corrispondono a punti calcolabili
con specifiche formule di geometria
analitica, delle rette che congiungono i
punti che identificano l'oggetto e il pun-
to, unico, che identifica l'osservatore,
definiscono la rappresentazione dell'og-
getto stesso sul quadro.
Con la nascita del computer e soprat-
tutto con la nascita delle applicazioni
grafiche su computer gli si è subito
delegata la soluzione analitica del pro-
blema. E la soluzione è stata ottimizzata
nel senso che il problema è stato oppor-
tunamente semplificato.
Ad esempio è inutile prevedere la
rotazione deil'ossen/atore attorno all'og-
getto quando lo stesso effetto visivo si
ottiene con una corrispondente rotazio-
ne dell'oggetto su se stesso. É inutile
anche prevedere che l'osservatore
guardi in una direzione opposta rispetto
all'oggetto.
Riducendo il problema all'osso, di pa-
rametri in gioco ne possono rimanere
solo tre, come nel caso dell'Excel. Rota-
205
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
GRAFICA
Figura 5 Microsof!
Excel 3 — Controllo
del Grafico Tndimen-
sionale.
Un disegno indimen-
sionale chiama neces-
sariarnenie in ballo un
metodo di visuahua
none spanale il quale
a sua volta necessita
stabiliscono il «modo
di vedere- l'oggetto
Qui vediamo i "botto-
ni» con p quali Excel 3
permette di ruotare
nelle due direiioni
(longitudine e lalitudi
nel e di awicinare/al-
lonianare il soggetto.
che ni
Diagrar
Oltre alla novità costi-
tuita dalle quattro tipo-
logie tridimensionali,
in Excel 3 é stalo an-
che aumentato il nu-
mero delle serie grah-
cabili Inoltre 6 possi-
bile sellare un bel po'
di carattensiiche este-
tiche. Ad esempio per
le barre, si possono
definire le dimensioni
della base e degli spa-
zi vuoti Ira le Colonne
zione secondo due angoli, dell'oggetto
rispetto all'osservatore, e rapporto tra le
due distanze oggetto-osservatore e
puadro-osservatore.
/ tre bottoni di Excel 3
In Excel 3 esistono quattro tipologie
di grafici tridimensionali. Torte, Barre,
Aree e Nastri, per un totale di 24 sotto-
tipi. Se se ne sceglie uno. ci riferiremo
per il nostro discorso ad un 3D Bar, la
voce del menu principale Format pre-
senta due opzioni che permettono di
modificare alcuni parametri che incido-
no sul risultato grafico del disegno.
La prima finestra si chiama Main
Chart, permette di variare le dimensioni
dello spazio tra le colonne, nelle due
direzioni, e questo comporta la possibili-
tà di accostarle Cuna all'altra o di dira-
darle e di variare il rapporto tra una
direzione e l'altra. In questo ultimo caso
la conseguenza è quella di avere delle
barre non a base quadrata ma rettango-
lare.
La finestra di dialogo che incide più
direttamente sulla prospettiva è la 3-D
View {fig. 5) che mostra tre coppie di
bottoncini che permettono di definire:
Elevation ( da -90 a -F90), in pratica il
diagramma può essere visto dal di sotto
(—90), di fronte (0). dal di sopra (90) e
da tutte le visuali intermedie.
Rotation (da 0 a 360), che permette di
fare un giro completo attorno al dia-
gramma. Excel provvede, in caso di
inserimento di Assi, a disporli al meglio
rispetto alla posizione dell'osservatore.
Perspective. È il parametro, variabile da
0 a 100. che avvicina o allontana l'osser-
vatore. Il valore 100 indica la massima
distanza, quella che produce una asso-
nometria e che in realtà dovrebbe corri-
spondere a distanza infinita. Il valore
opposto, il valore 0, produce una vista
distorta del soggetto in quanto l'osser-
vatore gli si è avvicinato troppo, fino a
toccarlo.
Nella stessa finestra di dialogo c'è un
box in cui si può inserire il valore
«height», che rappresenta il rapporto tra
valori X e Y e valore Z. Serve per
l'schiacciare» il grafico e si può utilizza-
Figura 4 - ! due tipi di
prospettiva — Centra-
le ed angolare
I tipi di prospettiva,
che svilupperemo an-
che con AutoCAD, so-
no due In quella Cen-
trale una delle facce
della figura à paralleia
al quadro e il punto di
tuga 6 centrale In
quella angolare o acci-
dentale nessuna delle
facce è parallela al
quadro e i punti di fu-
ga diventano due.
re per migliorare rimpaginazione dello
stesso.
Nella figura numero 5 vediamo un
normale grafico a colonne assieme alla
finestra 3D View. Poi, nella successiva
6, un grafico in cui le colonne sono
state accostate e sono state private
delle linee di contorno per fagli assume-
re al massimo un senso di continuità.
Nella figura 7 invece quattro viste
dello stesso grafico a barre realizzato
con i quattro valori 2 1 2 3. É da tener
presente che si tratta dello stesso tipo
di grafico con gli stessi valori.
In un caso bidimensionale stesso tipo
di grafico, con stessi valori da visualizza-
re e stessi parametri «al contorno», ad
esempio stessa scala, producono lo
stesso diagramma.
Nella grafica tridimensionale va consi-
derato, come elemento in più, anche il
modo di vedere il diagramma, per cui lo
stesso diagramma può assumere anche
aspetti molto differenti.
Un programma in Basic
Se utilizzate un prodotto Grafico, di
tipo Business, come Excel, o di tipo
206
MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1991
GRAFICA
Figura 7 - Microsoft
Excel 3-2123
Con ouosli auetlro nu-
men, inseriti nelle sole
Ouauro celle in allo a
sinistra ilei loglio di la-
realiizato auailro dia-
grammi uguali come
contenuto numerico,
come tipologia e co-
me caratteristiche
piamo attillato qualtio
viste differenti
nrmì
altivaPili via finestra di
dialogo di Excel e a
dimostraaione del fat-
to che in fondo il pro-
blema é sempre lo
stesso ed é indipen-
dente dallo strumento
con il Quale lo si vuole
risolvere.
queste routine, dette delle linee nasco-
ste. sono presenti e direttamente utiliz-
zabili nei prodotti grafici più evoluti.
AutoCAD, il comando Vistad
Disegnato un oggetto tridimensionale
con AutoCAD è possibile ottenere facil-
mente non solo una proiezione parallela
dell'oggetto (assonometria), ma anche
una proiezione prospettica (prospettiva).
Per realizzare una vista prospettica
AutoCAD ricorre a funzioni che in parte
simulano tecniche e terminologie del
linguaggio fotografico. Il risultato è una
vista non operativa, nel senso che non
ci si può lavorare sopra, al contrario di
quanto avviene con le viste assonome-
triche.
Praticamente, dati uno o più oggetti,
comunque tracciati nello spazio, occorre
definire un punto di mira di coordinate
X.Y.Z che rappresenta il punto verso il
quale si guarda, ed un punto, sempre
definito da tre coordinate, che rappre-
senta la posizione della macchina foto-
grafica. cioè la posizione dell’osservato-
re. La retta identificata dai due punti
viene chiamata «Direzione di Vista».
Successivamente occorre definire il
tipo di obiettivo montato sulla macchina
(28 mm, 35 mm, 50 mm. 135 mm,
ecc.). In termini fotografici, la lunghezza
focale dell'obiettivo.
Nel caso che la vista ottenuta non
CAD. come AutoCAD, trovate, pronte
per essere attivate, le soluzioni al pro-
blema della prospettiva.
Le stesse non sono presenti nei
«vecchiii linguaggi. Vanno quindi risolte
con un programma.
In figura 8 vediamo un programma
scritto in Basic, di cui in figura 9 vedia-
mo anche un output rielaborato, che
realizza una serie di parallelepipedi nello
spazio e li mostra in una prospettiva
semplificata, basata suH'utilizzo dei
quattro parametri D, E, A, B.
Il programma è estremamente sem-
plificato e manca di tutta una serie di
routine di controllo che invece nei pro-
dotto grafici evoluti sono sempre pre-
senti. Manca una routine per lo Scaling
dell'output. Si tratta del procedimento
di calcolo attraverso il quale il disegno
viene amplificato o ridotto per occupare
al meglio lo spazio a disposizione sul
monitor (anche di questo abbiamo più
volte parlato).
Manca una routine per rappresentare
correttamente i solidi. In genere si colo-
rano le facce in modo tale che quelle
più distanti coprano, nascondendole,
quelle più vicine aH’osservatore. Anche
Figura 9 - La vista pro-
sai anni fa. questo
programma é infatti
una rielaboranone di
uno più complesso e
completo, apparso su
MC numero 46 nell'ot-
lobre BS, non c'erano
prodotti che elaboras-
sero viste prosperti-
che. Si poteva al mas-
gramma, come questo
m Basic, in cui trasfen-
re. magan semplifican-
dole come in questo
caso, le complesse
procedure di calcolo
sottostanti il pro-
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
GRAFICA
soddisfi le aspettative, è sempre possi-
bile apportare modifiche ai parametri
impostati, ad esempio cambiando tipo
di obiettivo alla macchina fotografica,
oppure spostando il punto di mira ri-
spetto alla macchina o la macchina ri-
spetto al punto di mira. Il comando che
permette di ottenere viste prospettiche
con AutoCAD è il comando Vistad che
SI trova nel menu principale, quello a
destra, sotto la voce Visual, ma che è
richiamabile ed impostabile anche attra-
verso una finestra di dialogo.
Una volta selezionato il comando ap-
pare un primo messaggio che chiede di
selezionare gli oggetti che devono esse-
re visualizzati nella prospettiva. Non é
detto perciò che debbano essere sele-
zionati tutti gli oggetti presenti nel dise-
gno, ma CI si può limitare solo a quelli dì
CUI interessa la resa prospettica.
Una volta selezionati gli oggetti, appa-
re l'elenco delle opzioni proprie della
vista prospettica e che sono:
Appfot/puntodiMira/Distanza/PUmi/Pan/
Zoom/Obliquo/Ritaglio/Nascosto/OFF/AN-
nulla/<Fine>:
L’opzione Appfot esegue una rotazione
dell'apparecchio fotografico (cioè del
punto di vista dell'osservatore) rispetto
al punto di mira. Occorre praticamente
specificare i valori dell’angolo di rotazio-
ne sul piano XY e rispetto al piano XY.
I valori possono essere inseriti da
tastiera oppure essere determinati grafi-
camente usando due cursori grafici pre-
senti SUI bordi dei video e che permet-
tono anche un controllo dinamico della
vista stessa.
L’opzione puntodiMira ha la stessa
sequenza dell’opzione precedente, ma
la rotazione in questo caso avviene ri-
spetto ai punto in CUI è posizionata la
macchina fotografica.
Si può assimilare ad una rotazione
della testa dell'osservatore (mentre il
corpo rimane fermo nello stesso punto)
in modo da poter osservare l'oggetto da
diverse angolature.
L'opzione Distanza è quella che de-
termina la grandezza della vista prospet-
tica (oggetti lontani piccoli e oggetti
vicini grandi).
Corrisponde ad uno slittamento della
macchina fotografica lungo la direzione
di vista, cioè la citata retta passante per
il punto di mira e il punto In cui è
posizionata la macchina fotografica.
Anche in questo caso l'input può es-
sere grafico, si agisce con il mouse e
quindi si controlla graficamente sul mo-
nitor quello che accade, oppure manua-
le. e si digitano da tastiera i fattori di
ingrandimento o di rimpicciolimento.
L’opzione PUnti permette di nposizio-
nare sia l’apparecchio fotografico che il
punto di mira immettendone diretta-
mente le coordinate X,Y,Z.
Le fasi di immissione delle coordinate
possono essere sempre supportate dal-
l'uso di strumenti OSNAP o delle coor-
dinate Filtro.
L’opzione Pan è simile all’opzione
Pan del menu «classico». In pratica si
sposta l'immagine senza portare altera-
zioni alla prospettiva.
Occorre specificare un punto sullo
schermo e quindi un secondo punto
che identifica la direzione e la lunghezza
dello spostamento.
L'opzione Zoom simula la traslazione
dell'obiettivo della macchina fotografica.
Modificando il valore delta distanza
focale della lente (il valore di default è di
50 mm) SI cambia il campo visuale della
prospettiva.
Diminuendo la distanza focale si si-
mula un grandangolo mentre aumentan-
do la distanza si simula un teleobiettivo.
Anche nell'opzione Zoom come nel-
l’opzione Distanza e come nelle altre
l’input può essere effettuato sia con lo
strumento puntatore che digitando il
valore per la focale della lente.
L’opzione Obliquo permette di ese-
guire una rotazione della vista attorno
alla direzione di vista. É sufficiente digi-
tare da tastiera il valore per l'angolo di
rotazione, oppure operare come al soli-
to con lo strumento puntatore.
Con l’opzione Ritaglio è possìbile vi-
sualizzare soltanto una porzione della
prospettiva.
In pratica equivale a disporre dei piani
invisibili (piano di ritaglio anteriore e
posteriore) che sì interpongono perpen-
dicolarmente alla direzione di vista, fra il
punto di mira e l'apparecchio fotogra-
fico.
I piani producono un oscuramento di
tutte le parti del disegno che si trovano
avanti a! piano «anteriore» e dietro al
piano «posteriore».
Operativamente bisogna rispondere
alla richiesta:
Retro/Fronte/<off>
scegliendo il tipo di posizionamento del
piano-
A questo punto si deve specificare la
distanza del piano di ritaglio dal punto di
Questa operazione può essere fatta
sia da tastiera immettendo il valore per
la distanza che graficamente agendo da
puntatore.
208
MCmicrocomputer n 106-apnle 1991
GRAFICA
Figure 12. 13 - Pro-
gramma m AuloLisp
— Lisi e Output.
AutoCAD, essendo
programmabile, per-
mette anche di scrive-
veri e propri program-
mi per la costruitone
di entità tridimensio-
liiiBiione. Afe proper-
marno uno che npro-
duce, legandolo ad al-
cune misure ncAiesre
via input, li problema
2 123 VISIO con Excel
Con l'opzione Nascosto è possibile
eliminare le linee nascoste presenti nel-
la vista corrente.
L'opzione Off disattiva la prospettiva.
Con ANnulla si può eliminare l'ultima
operazione effettuata con Vistad proce-
dendo a ritroso.
L'opzione Fine permette di uscire dal
comando Vistad rigenerando il disegno
in linea con la vista corrente.
Una vista prospettica è anche rea-
lizzabile con un programma Lisp. ne
forniamo un esempio nelle figure 12 e
13. Mentre il programma ausiliario
AutoSHADE produce «sempre» una vi-
sta prospettica «realistica», partendo da
un disegno tridimensionale. Anche dì
quest'ultimo abbiamo parlato più volte.
Relativamente al listato diremo che il
programma Lisp chiede inizialmente un
punto di origine per i quattro parallelepi-
pedi, poi la dimensione del lato impo-
Figuta 14 - Funiioni di
Estrusione e di Pro-
spettiva in Corel
Corel Draw. ora giunto
alla versione 2.0. è un
prodotto di tipo Pre-
Pur essendo, owia-
menie. data la sua ca-
tegoria. bidimensiona-
le. dispone Sia di fun-
tionalilà che danno
profondità agli oggelii,
ad esempio l'estrusio-
ne impostabile lungo
le due direzioni, sia di
funzionalità per la ge-
dOM prospettiva
Stabili via tastiera o via mouse e poi
elabora i quattro elementi e le quattro
viste prospettiche.
Conclusioni
Concludiamo questa panoramica sulla
tridimensionalità in prodotti di Compu-
ter Grafica e non, a larga diffusione,
citando l'interessante caso fornito dal
Corel Draw 2.0.
Costui, già eccellente nella preceden-
te versione 1 .2, raggiunge con la versio-
ne 2,0 caratteristiche decisamente
«prò». Dispone, tra le altre, di nuove
funzioni di Estrusione e di Prospettiva
(fìg. 14).
Pur essendo, ovviamente, data la sua
categoria, bidimensionale, dispone quin-
di sia di funzionalità che danno profondi;
tà agli oggetti, come l'estrusione appun-
to, impostabile lungo le due direzioni,
sia di funzionalità per la gestione di una
«pseudo» prospettiva.
Quest'ultima si attiva su una selezio-
ne di oggetti già tracciati, e non sull'in-
tero disegno, e comporta in pratica l'ap-
parizione di uno 0 due punti di fuga, cui
tendono ad esempio i due lati opposti di
un rettangolo. I punti di fuga sono attivi,
sono quindi agganciabili e spostabili,
con la conseguente modifica dell'orien-
tamento dei lati del poligono.
In altre parole il disegnatore dispone
di un potente strumento in più con il
quale «simulare» una vista tridimensio-
nale di un oggetto che nasce bidimen-
sionale.
Questo strumento, unito alle straordi-
narie doti di «incassatore» del Corel
Draw. che può leggere praticamente
tutti I formati di file grafici, sia raster
che vector, tra cui anche il DXF di
AutoCAD, rende il prodotto particolar-
mente adatto a funzionalità di post-pro-
cessing di file grafici.
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
Computer & Han dicap
Computer & handicap psichico:
considerazioni generali
Premessa:
if computer è troppo difficile?
Qualcuno, di fronte alla proposta di
usare il computer per aiutare bambini
disabili ad imparare qualcosa di utile, è
talvolta portato a replicare:
— Il computer? Per bambini che hanno
difficoltà a leggere qualche parola e a
fare le quattro operazioni?!
Questa obiezione «istintiva» nasce
probabilmente da un pregiudizio, causa-
to a sua volta da un modo tutto particola-
re di accostarsi e di Far accostare i
bambini al calcolatore. Il pregiudizio è
che il computer sia qualche cosa di
misterioso e difficile e nasce dall'idea
che prima di usarlo dovremmo capire
come è fatto e come funziona. Per
qualunque altro strumento questa idea
sarebbe considerata una follia; non è
necessario sapere com’è fatta e come
funziona un'automobile per imparare a
guidarla, né conoscere la fisica del suo-
no per usare un registratore. La stessa
cosa, ovviamente, vale per il calcolatore:
io, per esempio, sto scrivendo questo
articolo con un programma di elaborazio-
ne testi, vedo comparire sui video le
parole che via via digito con la tastiera e
più tardi, quando avrò finito e corretto,
stamperò tutto senza avere la minima
idea di come abbiano fatto i programma-
lori ad elaborare un programma cosi
utile per scrivere. Invece si pretende a
volte di avvicinare un neofita al calcolato-
re cominciando a spiegargli il sistema di
numerazione binaria. Cominciare dalla
numerazione binaria o dalla teoria della
programmazione strutturata è un ottimo
metodo se l'obiettivo é allontanare una
persona dal computer, scoraggiarlo una
volta per tutte, farlo rinunciare ad un
mezzo che gli apparirà chiaramente trop-
po al di sopra delle sue possibilità di
comprensione. Se invece l'obiettivo è
quello opposto, di avvicinare una perso-
na ad uno strumento nuovo, é meglio
fargli vedere come il computer può es-
sere utile per risolvere problemi quoti-
diani; come é semplice e rapido, per
esempio, preparare una lettera usando
di Fabio Celi
un buon programma di scrittura, come è
comodo poterla memorizzare e stampar-
la in un secondo momento oppure cor-
reggerne automaticamente l'ortografia.
Il discorso non cambia, naturalmente, se
abbiamo a che fare con bambini, tanto
più se presentano difficoltà nell'appren-
dere. Certo che il computer è uno stru-
mento inutile se si pretende di insegnare
loro a programmare in Pascal. Persino il
famoso {forse fin troppo famoso) Logo é
forse al di sopra delle possibilità di molti.
Ma un computer può essere program-
mato per insegnare concetti elementari
in modo semplice e spesso anche molto
divertente. Ed in questo lavoro può rive-
larsi un collaboratore prezioso.
Ricerca sperimentale
e psicologia dell'apprendimento
Credo che un buon esempio di que-
sto ci possa venire da alcune ricerche di
laboratorio svolte nei pnmi anni Sessan-
ta da Terrace {1963 e 19651 sulla capaci-
tà di discriminazione di colori e forme
nei piccioni. Semplificate al massimo,
queste ricerche possono essere cosi
descritte. In un primo tempo Terrace
provò ad insegnare ad alcuni piccioni a
riconoscere due colon (per esempio il
rosso e il blu). Il dispositivo sperimenta-
le automatico per ottenere questa di-
scriminazione era molto semplice e si
basava sul principio che una risposta
seguita da una ricompensa si nnforza,
diventa cioè più probabile la sua com-
parsa futura. L'animale era posto di
fronte ad uno stimolo formato da un
cerchio di colore rosso ed uno di colore
blu. Quando casualmente dava un colpo
di becco sul cerchio blu riceveva del
cibo (la risposta veniva rinforzata): quan-
do dava un colpo di becco sul cerchio
rosso non succedeva nulla (la risposta
veniva lasciata morire). In questo modo
il piccione imparò a colpire col becco
sempre il cerchio blu e mai il cerchio
rosso, indipendentemente dalla posizio-
ne di presentazione dei due colori.' Pos-
siamo dire che aveva imparato a distin-
guere un colore da un altro. Non con-
tento di questo risultato, Terrace provò
ad insegnare ad un piccione a discrimi-
nare forme diverse (per esempio un
triangolo da un quadrato). Mise a punto
un dispositivo sperimentale molto simi-
le al precedente, nel quale la scelta del
triangolo veniva sistematicamente rin-
forzata con del cibo, mentre quella del
quadrato veniva ignorata. Ma non ac-
cadde nulla. Anche dopo molte prove,
l'animale continuava a colpire col becco
quando il quadrato, quando il triangolo,
più 0 meno in modo casuale. Terrace ed
i suoi collaboratori provarono a lungo
con questo tipo di addestramento; pro-
varono con molti piccioni; ma il risultato
era sempre lo stesso: gli animali non
imparavano a distinguere un triangolo
da un quadrato. Di fronte a questi espe-
rimenti sarebbe stato lecito concludere
che i piccioni sono in grado di imparare
a riconoscere i colori, ma non sono in
grado di imparare a sconoscere le for-
me. Terrace rovesciò invece i termini
della questione e disse: queste ricerche
ci dimostrano che il mefocfo utilizzato
per insegnare ai piccioni a riconoscere i
colori non é adatto per insegnare loro a
riconoscere le forme. Durique, provia-
mo a cambiare il metodo. È chiaro che,
dal punto di vista deH'educatore. una
conclusione di questo genere rappre-
senta una vera e propria rivoluzione
copernicana. La responsabilità dell’in-
successo viene spostata dall'allievo al
metodo di insegnamento. Il dispositivo
sperimentale automatico venne allora
così modificato. Anziché presentare il
triangolo e il quadrato su fondo bianco,
Terrace presentò il triangolo su fondo
blu e il quadrato su fondo rosso. Dopo
pochi tentativi, ovviamente, l'animale
imparò la discriminazione. Allora, nel
passo successivo, venne attenuato gra-
dualmente il suggerimento dato dal co-
lore; il triangolo fu presentato su fondo
azzurro e il quadrato su fondo rosa. Una
volta accertato che il piccione continua-
va a non commettere errori, i colori di
sfondo vennero attenuati ancora di più
e infine eliminati del tutto. Il piccione fu
così messo in grado di scegliere sem-
210
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
COMPUTER & HANDICAP
pre il triangolo, dimostrando di avere
imparato una discriminazione nuova,
grazie all'aiuto di uno stimolo di soste-
gno (il colore) che gli aveva impedito di
sbagliare. Mano a mano che lo stimolo
di sostegno diventava meno necessario
venne attenuato. Quando si dimostrò
superfluo fu tolto del tutto. Nacque in
questo modo una metodologia didatti-
co-terapeutica, particolarmente adatta
per allievi con deficit cognitivo, nota
come apprendimento sema errori. (L'at-
tenuazione dell’aiuto viene detta anche
fading, dal termine inglese che significa
appunto «dissolvenza»)-
L'apprendimento sema errori
e le sue possibili applicazioni
(j figura 1 illustra come questa meto-
dologia possa essere applicata all'Inse-
gnamento del concetto di quantità. Il
programma è stato messo a punto per
bambini con ritardo mentale di grado
lieve. L'allievo deve imparare a distin-
guere un insieme maggiore da uno mi-
nore; l'aiuto è costituito dalla lunghezza.
Con un bambino che non riesce a rico-
noscere un insieme più grande da uno
più piccolo, ma che è capace di discri-
minare un oggetto più lungo da uno più
corto, è possibile usare questi stimoli
(appunto /ungo e corto) come aiuti per
insegnare la discriminazione nuova. Nel-
le prime fasi dell'apprendimento si chie-
de al bambino: «scegli il bastoncino più
lungo, quello dove ci sono più quadret-
ti» (o più alberi, o più case; oppure il
meno lungo, quello dove ci sono meno
quadretti, o meno alberi o meno case).
Mano a mano che il bambino dimostra
di essere in grado di effettuare la scelta
corretta, l'aiuto della lunghezza viene
attenuato (fading), e infine eliminato
completamente (Celi, 1984), Allievi con
ritardo mentale di grado lieve e anche
medio-lieve, o con disturbi di apprendi-
mento. imparano in questo modo a di-
scriminare quantità diverse con relativa
facilità, con poco sforzo, con un tasso
mimmo di errori e di conseguenza con
poca frustrazione.
Un computer per maestro
Se siamo interessati all'uso del com-
puter nella didattica, cosa possono inse-
gnarci queste esperienze? Secondo me
tre cose fondamentali, che avremo mo-
do di approfondire in articoli successivi
più tecnici. Prima di tutto, questi pro-
grammi di apprendimento devono esse-
re molto ben strutturati nei loro passag-
gi, se vogliamo che siano efficaci. Que-
sto significa che gli stimoli da presenta-
re all'allievo devono avere dei ben preci-
si requisiti: devono essere chiari e fadli-
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
tare la risposta corretta con aiuti ade-
guati, come è illustrato a titolo di esem-
pio nella figura 1, In secondo luogo,
devono essere valutate con grande at-
tenzione le risposte che il bambino for-
nisce, e il programma deve essere in
grado di modificarsi e di adattarsi a
queste risposte. Se il bambino sbaglia
molto, é necessario continuare ad ero-
gare gli aiuti, non avere fretta di passare
a fasi successive più difficili. Se invece
il bambino dà molte risposte corrette,
dimostrando di padroneggiare una certa
fase, bisogna avere il coraggio e la
prontezza di attenuare gli aiuti e propor-
re compiti più complessi, altrimenti non
progredirà mai. Infine, ed è forse questa
la cosa più importante e più difficile da
ricordare, ogni nsposta corretta deve
essere rinforzata, deve essere cioè se-
guita da un segnale positivo. Per restare
all'esempio del concetto di quantità, tut-
te le volte che il bambino sceglie l'insie-
mé che gli abbiamo richiesto deve es-
sere informato del fatto che ha dato la
risposta giusta, qualcuno deve dirgli per
esempio: «va bene, sei stato bravo, hai
scelto proprio il disegno dove ci sono
più alberi». Anche il programma meglio
costruito sulla carta non ha speranza di
riuscita se l'insegnante dimentica que-
ste cose fondamentali. Ma l'insegnante
è un essere umano che può stancarsi,
sbagliare nello scegliere una figura sti-
Riferimenti bibliografici
BARA 8. (1990) Scienza cognitiva Edizioni Boringhieri, Tonno
CAMPI R.. FINI M., LORINI S. e ROSSI L. (1990) Informatica e handicap. Etas Libri,
Milano.
CELI F. (1984) Il concetto di quantità ed il suo insegnamento: un'applicazione del fading.
HD Giornale Italiana di Psicologia e Pedagogia dell'handicap e delle disabilità di
apprendimento, 4, 10 - 15
CELI F. (1989) Imparo a leggere senza errori. Edizioni Centro Studi Enckson, Trento.
CELI F. (1990) Apprendimento senza errori, avviamento alla lettura e autonomia. In
CORNOLDI C. e VIANELLO R. la cura di) Handicap, autonomia e socializzazione. Edizioni
Juvenilia, Bergamo.
TERRACE H.S. (1963) Discrimination leaming with and withoul «errors» Journal of
Experimenlal Analysis of Behavior. 6, 1 — 27.
TERRACE H.S. (1965) Errorless transfert of a discrimination aerosa two continua
Journal of Experimenlal Analysis of Behavior. 15, 347 - 354.
211
COMPUTER & HANDICAP
Sordomuti informatici
Viaggio di un sordomuto tra promesse, enti e telefoni
molo, avere fretta di andare avanti op-
pure fermarsi troppo a lungo su un
punto perché ha perso il conto de) nu-
mero di risposte corrette consecutive
date dal suo allievo, dimenticare talvolta
di rinforzarlo per le sue risposte giuste
oppure perdere la pazienza e sgridarlo
per le sue risposte sbagliate. Lo stesso
programma portato su computer non
soffrirà di questi difetti. Se il program-
ma è stato costruito in modo corretto,
la macchina non sbaglierà, per distrazio-
ne, la scelta dello stimolo da presenta-
re; non si farà prendere dalla fretta o
dall'Impazienza di passare ad una fase
più difficile quando l’allievo non è anco-
ra pronto per affrontarla: non dimenti-
cherà di registrare il numero di risposte
corrette consecutive e dunque di atte-
nuare o eliminare del tutto gli aiuti quan-
do non saranno più necessari; ricorderà
sempre la regola d’oro di qualsiasi pro-
gramma di apprendimento: mandare un
segnale positivo forte dopo ogni rispo-
sta giusta e un segnale negativo debole
dopo ogni risposta sbagliata. È una re-
gola cosi semplice da esporre e da
esemplificare (■iBravissimohi quando il
bambino dà la risposta corretta; «Atten-
to... guarda meglio» quando il bambino
dà la risposta errata), ma così difficile da
mettere in pratica. Quante volte l'inse-
gnante. preso da un momento di stan-
chezza 0 di nervosismo, inverte la rego-
la d'oro? Quante volle manda un segna-
le positivo debole (magari solo un cen-
no del capo) dopo la risposta giusta e
poi, al primo errore, si lascia sfuggire un
«Nooool Sei proprio una testa dura»?
Se il programma è gestito dal compu-
ter non si verificheranno mai problemi
di questo genere. Lavorare al computer,
inoltre, è straordinariamente motivante
per il bambino. Avete mai visto una sala
giochi? Li non ci sono maestre che
promettono buoni voti o la promozione
ai ragazzi che si impegnano di più. Anzi,
fare un videogioco costa anche dei sol-
di, eppure i ragazzi restano incollati alla
macchina per un sacco di tempo, e si
impegnano ai massimo. Lo stesso,
identico effetto di fortissima motivazio-
ne, può essere raggiunto con grande
facili tà cor a-urr programma didattico ben
fatto. Un bambino, anche disabile, che
magari bisogna pregare venti minuti
perché Si convinca a fare un esercizio di
matematica o di lettura, é capace di
passare un'ora intera incollato al video
se quello stesso esercizio é proposto da
un PC, che suona una musichetta dopo
ogni risposta giusta. Credo che que-
st'ultima considerazione sia particolar-
mente importante- Nessun insegna-
mento è possibile contro la volontà di
chi dovrebbe imparare. Al contrario tut-
to diventa facile quando l'allievo è moli-
Negli ultimi anni è stata messa in com-
mercio una notevole mole di programmi ed
interfacce destinati ai più svanati setton del
campo civile. Alcuni di questi programmi
hanno trovato, forse involontariamente, no-
tevole importanza sociale. Tra questi quelli
di sintesi vocale che hanno fornito un aiuto
ai videolesi, dando loro la possibilità di
tradurre le parole scritte in suoni. Esistono
infatti programmi che intercettano i caratte-
n inviati allo schermo e li traducono in
suoni, ed altri che traducono i suoni delle
parole in caratteri. Esiste addirittura un
giornale per videolesi che ha in allegato un
dischetto contente II testo degli articoli più
importanti, che può essere ascoltato da un
programma di sintesi vocale.
Vista la continua evoluzione del campo
informatico ed elettronico si potrebbero
studiare dei prodotti specifici e standardiz-
zati rivolti a categorie sociali che general-
mente vengono dimenticate.
Come figlio di una donna sordomuta ho
avuto modo di osservare in questi anni lo
sviluppo delle promesse fatte da enti pub-
blio e privati e di come queste non hanno
migliorato di molto la situazione.
Circa tre anni fa una ditta operante nel
campo dell'elettronica, ed evidentemente
sensibilizzata dal problema del sordomuti-
smo. mise m commercio un apparecchio
che permetteva ai sordomuti di comunica-
re tra loro via telefono,
Il dispositivo in questione era una tastie-
ra dotata di un display su cui scorrevano le
parole e di un interfacciamento alla rete
telefonica. Una sorta di microcomputer pri-
vo ogni tipo di memora, sia di massa che
RAM 0 ROM
Nel frattempo il servizio Videotel si stava
muovendo e veniva introdotto il servizio
CHAT. Per chi non lo sapesse, collegarsi in
CHAT significa coHegarsi in più persone ad
una banca dati e poter scambiare messaggi
in tempo reale, o quasi vista la lentezza: il
messaggio veniva messo in circolo dopo
circe due minuti.
L’Ente Nazionale Sordomuti (ENS) lo
scorso anno stipulò un accordo con l'ente
gestore del servizio telefonico nazionale
(SIP) I sordomuti, certificando la loro invali-
dità, potevano avere ad un prezzo speciale
un terminale Videotel ed il relativo abbona-
mento. Potete immaginare la gioia al sape-
re che non si era più costretti a leggere i
messaggi dell'altro interiocutore che scor-
revano su un display, e che ora si aveva a
disposizione una sorta di «piccolo televiso-
re» Già, quale gioia. Una gioia che si é
presto spenta quando si è scoperto che le
linee telefoniche non permettevano un col-
legamento efficiente e duraturo. Proprio
cosi. Come ben sappiamo le linee telefoni-
vato ad apprendere. Anche in questo
senso il computer si rivela spesso una
carta vincente.
Credo che il campo della didattica
speciale assistita da computer, pur
avendo visto anche in Italia in questi
che non sono in ottimo stato e non sono
ancora in grado di sopportare uno scambio
di dati a velocità elevate senza modificare o
perdere parte di questi II sordomuto che,
dopo aver tentato infinite volte di collegarsi
a) servizio, riusciva a non capitare in una
caduta di linea, vedeva spesso appanre
sullo schermo una sene di simboli che non
avevano niente a che vedere con ciò che
poteva essere un linguaggio. Di conse-
guenza. causa difficoltà di connessione, di
trasmissione e di scambio messaggi, il
nostro sordomuto rinunciava ad utilizzare il
servizio e tornava a non poter comunicare
a distanza (dopo aver pagato bollette mo-
struose)
Alla fine del mlllenovecentonovanta sem-
bra sia arrivato un regalo di Natale Due
ditte con uffici a Roma, la APPEL e la
AUDIN, hanno messo in commercio un
nuovo DTS (Dispositivo Telefonico per Sor-
domuti),
Questo è disponibile in due versioni: una
fissa da tavolo della AUDIN ed una portatile
della APPEL La prima è costituita da un
visore display a quattro linee e da una
tastiera da collegare alla linea telefonica,
mentre la seconda tastiera dispone di un
diplay di due (sigh!) linee. Nonostante non
ci siano, apparenti differenze rispetto al
primo DTS uscito tre anni fa, la novità é
che l'unità DTS portatile é disposta all'inter-
no di una valigia ed incorpora un accoppia-
tore acustico. Finalmente ecco qualcosa di
importante: un DTS valido e funzionale
(nonostante le quattro linee) e la possibilità
di chiamare un altro sordomuto (possesso-
re di un DTS) anche da una cabina telefoni-
ca. Unico neo (ma per il momento accon-
tentiamoci) è l'impossibilità di collegarsi
con banche dati esistenti, alle quali oramai
ci stiamo abituando sempre più, alle quali
affidare i nostn messaggi e dalle quali
preleviamo l'ultimo programma shareware
Per concludere vorrei lanciare un’Idea
che potrebbe essere raccolta da qualche
progettista hardware
Esistono oggi i computer laptop. ed i
modem su scheda hanno raggiunto dimen-
sioni motto piccole: perché non «svuotare»
un laptop con un «bel» display (grande),
delle memorie RAM e ROM, degli hard
disk e di tutte le interfacce per i collega-
menti a monitor e stampanti? Per un DTS
portatile, che si possa anche utilizzare age-
volmente a casa, sarebbe sufficiente dota-
re un laptop «vuoto» di un mini-modem e
di un accoppiatore acustico attivabile a
piacere. Per lo standard di comunicazione
ne potrebbe esser creato uno nuovo oppu-
re scelto uno (ed uno solo o tutti) tra quelli
attualmente esistenti.
Raffaele Pinna
ultimi anni qualche tentativo pionieristi-
co interessante, sia ancora in grandissi-
ma parte da esplorare, soprattutto in
relazione alle sue straordinarie possibi-
lità.
212
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
Basato sul bus EISA, rappresenta
il più alto livello di prestazioni dispo-
nibile su piattaforma a processore
singolo.
Tra le principali caratteristiche tecni-
che figurano la CPU 80486 a 33
.MHz. una memoria cache esterna
di 128 Kb ed una memoria Ram di
4 .Mb espandibile a bordo a 8/16/32
Mb. Opzione per controller SCSI
con memoria cache 2/4/8 Mb. sche-
da di rete e scheda video tutti con
bus EISA.
11 prezzo nella configurazione base
con 4 .Mb Ram. FDD da 1.44 Mb.
controller IDE AT bus. tastiera, mo-
bile tipo desk top. è di
Lire 9 . 990 . 000 *
sistema 486 25
Dotato di bus EISA combina ottima-
mente l’alta qualità con il prezzo de-
cisamente competitivo.
Tra le principali caratteristiche tecni-
che la CPU 80486 a 25 MHz ed una
memoria Ram di 2 Mb espandibile
a bordo a 8/32 Mb. Opzione per con-
troller SCSI con memoria cache 2/4/8
Mb. scheda di rete e scheda 'video tut-
ti con bus EISA.
Il prezzo nella configurazione base
con 2 Mb Ram. FDD da 1.44 Mb.
controUer IDE AT bus. tastiera, mo-
bile tipo desk top. è di
Lire 6 . 950 . 000 *
COMPUTER & VIDEO
Laboratorio video amatoriale
di Bruno Rosati
Quando nel secondo articolo
di C&V (MCmicrocomputer
W2Ì abbiamo provato ad
abbozzare una prima scaletta
degli argomenti da trattare, tra
le altre cose, abbiamo messo
in cantiere la possibilità di
organizzare alcuni
«laboratori».
Preparandoci ad affrontare
quelli dedicati alla grafica, con
particolare riferimento alle
tecniche per l'acquisizione e
la manipolazione delle
immagini, questo mese, a
coronamento della prima fase
videografica legata
all'argomento «Sigle e
Titolazioni», ne introduciamo
uno a carattere spiccatamente
video
Immaginiamo il camcorder che funge
da lettore, il computer con le sue grafi-
che animate, il genlock o qualsiasi altra
apparecchiatura per la video sincronizza-
zione, una centralina di montaggio e,
finalmente, il videorecorder; poi, da una
parte, una pila cosi dì cassette e dall’al-
tra. la torre pendente dei nostri floppy
disk di «presentazione».
Tutto pronto, ma solo in teoria, solo
sulla carta.
In realtà, fra apparecchiature di ogni
genere, cavi e cavetti, genlock e calorifi-
ci monitor, potremmo anche morire.
Come ogni altra bella passione anche
la videografica può essere (soprattutto
inizialmente! fonte di angustie. Non c'è
argomento videografico che non generi
problemi, che non porti complicazioni,
fatica e sudore.
Le nostre riprese ad esempio; le
sempre troppe ore di registrato: come
fare per ridurre una E-180 in un concen-
trato di 20/30 minuti massimi? Quali
criteri usare per la scelta delle scene?
Titoli e sovnmpressioni grafiche m
genere; cosa fare per sincronizzarle al
video?
In definitiva, partendo dal sublime
caos di immagini e videoscnpt animati,
c'é un modo per far coincidere la perfe-
zione teorica (dettagliatamente raggiun-
ta nello storyboard) con la pratica?
Per rispondere compiutamente a que-
sti interrogativi, probabilmente non ba-
sterebbe un intero numero di MC. né
nessun altro studio cartaceo Si farebbe
ancora e solo teoria; mentre a noi serve
la pratica, l'esperienza visiva.
Nei limiti imposti dai ntmi e gli spazi
di Computer & Video, quello che possia-
mo provare a fare allora é basarci sull'e-
sperienza.
In un gioco di parole che piace teo-
rizzare la pratica E fin quando C&V avrà
lo spazio di quattro/cinque pagine e
resterà staticamente compresa (e com-
pressa) nel menabò di una rivista, per
«laboratorio» potremo sempre e solo
intendere il concetto applicato di pratica
teorizzata. Un significato giusto e gradi-
to nella misura nella quale, facendo
estrema attenzione, non cadremo nella
facile trappola del «nozionismo».
Bilanciamenti, messe a fuoco, pano-
ramiche, tipi e piani di ripresa, come il
più complesso significato che si dà alla
«composizione delle immagini», oltre a
farci subito cadere nel temuto nozioni-
smo. CI porterebbe immediatamente
fuori tema. Trasformerebbe MCmicro-
computer in quello che non è né può
diventare: una rivista di video. Fidiamoci
perciò delle nostre capacità ed aldilà di
ogni ulteriore indugio cominciamo a ri-
solvere il primo dei quesiti: quali criten
usare per la selezione delle scene?
Selezione delle scene
Giusto un anno fa. di ritorno da una
visita ai Musei Vaticani, parlando con la
maestra di mio figlio e sentendone il
triste presagio; «... ed ora. con tutto
quello che hanno visto, ci sarà da im-
pazzire per riuscire a sintetizzarne i temi
scolastici!» l'idea che mi venne m men-
te. oltre che per dovere di padre, la
suggerii e la proposi anche «ad expen-
mentum».
Questo l’illuminante dialogo: «Se
vuole ho qui due ore di teleriprese; può
lavorare con queste!»
«Due ore? Ma sarebbe come se li
riportassi ai Musei...»
«Già!», ma nel tono di quell'esclama-
zione già c'era il sentore dell’idea che,
dopo un rapido scambio di sguardi, im-
ploranti da parte dell'insegnante e rassi-
curanti da parte mia, mi rendevo dispo-
nibile a realizzare:
«...Allora potremmo provare a sinte-
tizzarle noi queste immagini. A prende-
re le scene più importanti e... magari, a
presentarle con dei titoli, qualche sche-
ma grafico e schede di riferimento ani-
mate da far salire, in video, dal com-
puter!»
L’entusiasmo delle mie parole fu con-
tagioso. L'insegnante prese m prestito
la mia E-120 e studiatane ogni scena,
nel breve volgere di un paio di giorni, la
riconsegnò assieme ad un foglio, bontà
sua, con tutte le indicazioni utili per il
214
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
COMPUTER & VIDEO
montaggio. Era una scaletta di lavoro
dettagliatissima; con i tempi, gli IN/OUT
di ogni scena prescelta e i vari riferi-
menti didattici.
Con quel preziosissimo foglio, la cas-
setta in una mano, il mouse nell'altra,
cominciò il «gioco» di un papà felice.
Felice di poter riconvertire, per almeno
una volta, la personale passione vi-
deografica a scopi ben più meritevoli.
Il fatto più importante, per quanto
riguarda C&V e in particolare la «selezio-
ne delle immagini» era già avvenuto e
stava nello storyboard didatticamente
organizzato dall'insegnante. Le scene
prescelte, partendo dal presupposto di-
dattico, raggiungevano una durata di
circa 15 minuti!
Centoventi meno quindici uguale cen-
tocinque: l'esperienza scolastica della
«mia regista» aveva compiuto ii miraco-
lo. Centocinque minuti di «REC» super-
flui al fine illustrativo erano stati letteral-
mente cancellati!
La ripresa di un sarcofago egizio che
originariamente durava oltre un minuto
(una lenta discesa con l'ottica in posizio-
ne macro) fu sintetizzata da una vista
d’insieme (5 secondi) ed una discesa
nei particolari (10 secondi) rapide e fis-
sativo. L'iscrizione funeraria che avevo
npreso appena entrato neila prima stan-
za dei museo (un Campo Medio, una
lenta zoomata ed infine il Primissimo
Piano, per un totale di 30 secondi) gra-
zie all'intervento della sempre più sor-
prendente regia, si ridusse a soli 10
secondi.
Più eseguivo più mi convincevo. In
sede di ripresa bene avevo fatto ad
indugiare su tutta «la storia» che mi
circondava. Ma, chiaramente, far vede-
re tutta la ripresa cosi com’era venuta,
era la negazione dello stesso mezzo
visivo del quale disponevo. La negazio-
ne del concetto di sintesi, dei ritmi e dei
tempi che rendono l’equilibrio fra il valo-
re delle immagini e l'interesse a ve-
derle.
La concentrazione e lo sforzo fissati-
vo che (o spettatore opera vanno conti-
nuamente sollecitati attraverso il ritmo
Giesiz.
scriv^vciiosu
fogicrroioa;
ricova! do'lo
pania o,p:p‘o
tr--/
Scmpie dalla stessa
cassetta sul Museo
Egizio, ecco una
Bsemolaie dimostra-
grafica, immagini e so-
vrimpressioni possono
fornire validi nsuftali
didattici e non solo i
pur godibili montaggi
KvacanziBnn Per inci-
so. in tale passaggio
videografico, oltre alla
didascalia laterale, ad
un ceno punto si pro-
porrà la sovnmpressio-
ne del ricalco grafico
dei geroglifici, sparirà
l'immagine reale e.
per una piu chiara ed
attenta informazione. i
segni ricalcati verran-
no spiegati ai bambini
dal pupazzetto-guida
Un frame bloccato le
magari solarizzato! op-
pure immagini reali in
scorrimento (ma npre-
se in Campo Lungo!
massimo spazio visi-
vo Solitamente il
Campo Lungo si olire
per lo scrolling vertica-
le di apenura. mentre
il freeze-Irame per
quello di chiusura
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
215
COMPUTER & VIDEO
con il quale scene ed inquadrature si
agganciano e si susseguono. Se, dalle
riprese, trasale il senso di scontato (la
camminata di avvicinamento ad un og-
getto) 0 quello indugiante (gli oggetti
ripresi monotonamente a quadro fisso)
l'attenzione dello spettatore sfuma
automaticamente.
Il mio indugiare su quella serie di
oggetti funerari (giusto se inteso quale
riserva di materiale visivo per offrire alla
sceneggiatura tempi larghi d'intervento)
in sede di montaggio andava rapida-
mente sveltito. Invece degli indugiati
tempi di posa (15/20 secondi per cia-
scuna npresa) era più che sufficiente un
Primo Piano di «soli» 5 secondi.
In definitiva, tutto ciò, pur mirando al
discorso didattico, rappresentava una
lezione anche per il sottoscritto.
Una dimostrazione di come, dai giusti
«tempi lunghi» che lavorando in presa
diretta avevo dedicato alla ripresa, si
poteva (e si doveva!) passare ad un
montaggio rapido e ritmato. Un montag-
gio che seguendo un concetto fonda-
mentale rappresentato dall'integrazione
fra immagini e parlato, eventualmente
inciso in audiodub sulla cassetta, adatta
al meglio i significati ed i relativi tempi
visivi delie scene, di ogni singola inqua-
dratura.
Morale della favola; se il nostro fine
ultimo sarà quello di ricorrere al mon-
taggio, durante le riprese in diretta po-
tremo (e dovremo!) indugiare. Arrivare a
disporre del maggior quantitativo di ma-
teriale possibile. Poi... via agli indugi
sulle inquadrature, uso frequente di
stacchi, dolci ma evidenti fra un oggetto
e l’altro, e via alle lunghe introduzioni
che precedono l'effettiva azione sceni-
ca. bare il ritmo senza togliere il senso
continuativo ad immagini e suoni.
Ecco, a lezione impartita, disponevo
tranquillamente delle scene prescelte,
ne avevo cronometrato le durate e, per
ciascuna, i momenti salienti in cui dove-
vo far salire scritte in sovrimpressione o
agganciare un commento sonoro.
Le immagini tutte selezionate e pron-
te per il montaggio, quello che ancora
mancava erano propno le sovrimpres-
sioni grafiche...
Tecniche di Superimpose
La necessità descrittiva (come anche
il più semplice vezzo estetizzante che ci
possa animare) ci porta ora nell'affasci-
nante mondo delle tecniche di superim-
pose.
Superimpose, ovvero: il complesso
processo elettronico che impone, ad un
segnale video originano posto ad uno
degli ingressi di «certe» apparecchiatu-
re, la sovrimpressione di un secondo
segnale. I due segnali sovrapposti si
sommano ed uscendo dall’apparecchio
speciale, diventano un unico segnale.
Nuovo e sommatorio, tale segnale potrà
esser videoregistrato normalmente.
Tutto per mento di queste apparec-
chiature che svolgono una funzione
chiamata gentocking. Schede video o
box esterni chiamati Genlock vengono
oggi prodotti per i nostri computer in
modo che, a) segnale video originano di
una teleripresa, possa essere sovrim-
presso quello grafico prodotto dal no-
stro personal computer.
Allo stesso fine (ed oggigiorno dispo-
nibili anche per il mercato «consumer»)
sono utilizzabili i Mixer Video che accet-
tando più segnali in ingresso operano la
stessa funzione di sincronizzazione,
svolgendo il superimpose fra i segnali di
due VCR. una telecamera, una titolatri-
ce, e se si vuole, anche quello del
nostro computer. Il Genlock (VCR più
computer) è un sistema più ngido e
particolarmente dedicato al computer, il
Mixer Video (VCR-1, VCR-2. telecamera
ed «AUX») risulta decisamente più po-
tente ed elastico; il loro uso congiunto,
infine, è qualcosa di diabolico' A voi la
scelta per la realizzazione di una sene di
effetti videografici
Titoli in Superimpose. L'applicazione
più classica; quella che permette di
assegnare scritte in sovrimpressione
(per tìtoli di testa e di coda) ed eseguirle
per mezzo di video-script. La funzione
più usata, per far salire tali scritte sulle
immagini reati in scorrimento, è quella
che genera il cosiddetto Scrolling. Di
solito, .tale effetto viene utilizzato m
scorrimento verticale, dal basso dello
schermo verso l'alto, per i titoli di aper-
tura e in scorrimento orizzontale, da
destra verso sinistra, per le chiusure.
216
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
COMPUTER & VIDEO
Altra specialità è quella, già descritta
in un altro articolo, delle Didascalie che,
internamente alle scene, vengono utiliz-
zate per identificare luoghi, personaggi
e situazioni.
NeH'imporre le titolazioni ed indiffe-
rentemente al fatto che queste siano di
testa, coda o d'identificazione, il nostro
«fare pratico» si svolgerà con le stesse
identiche azioni operative.
Anzitutto, osservando e catalogando
le immagini, si dovrà stabilire la durata
di queste e, in base a ciò, settore il
tempo relativo allo «slide-show» pre-
scelto. Ciò è importante perché oltre a
far sincronizzare i tempi, obbligherà la
velocità di scorrimento (o apparizione/
scomparsa) dei titoli. Se lo Scrolling, per
concentrare tutte le parole che compon-
gono la titolazione nel tempo obbligato
della scena sovrimpressa, avverrà trop-
po rapidamente... bisognerà correre ai
ripari. 0 abbandonare l'effetto e quindi
optare per delle eventuali tabelle in Ra-
de IN/OUT, oppure diminuire, nei limiti
del possibile, il numero delle parole in
titolazione,
Tutto dovrà esser sempre svolto in
funzione della chiarezza e dei ritmi di
lettura visiva.
Altro attento studio da compiere è
quello del «tipo d'immagine». Un pae-
saggio npreso in Campo Lungo (CL) o
addirittura in Campo Lunghissimo ICLL)
potrà esser titolato con scroll verticale.
Allo stesso modo, e sempre dal punto
di vista estetico, anche un'immagine
fissa (freeze-frame particolarmente inte-
ressante) potrà essere utilizzata come
screen su cui far scorrere il verticale.
Al contrario invece, si dovrà optare
per il Rade IN/OUT delle scritte allorché
la ripresa da sovrimporre è un Primo
Piano (PP) eventualmente ricercato e
montato per l'occasione.
Per quanto poi caratterizza le didasca-
lie identificative. l'unica particolarità è
quella dell’mdividuare con accortezza
sia il miglior font (in fatto di grandezza e
chiarezza visiva) che il suo posiziona-
mento. Di solito, il «posto» è il «bottom
center», per dirla all'americana. Come
abbiamo visto la volta scorsa, anche la
barra titolatrice (tipo Tg2) è da tenere in
considerazione.
Aldilà di tutte queste disquisizioni (an-
che se il gusto estetico alla visione
finale riveste la massima importanza), il
dato principale di cui tener massima-
mente conto resta quello della durata
delle immagini.
Il tempo che andrà, da un paio di
secondi dopo il Rade IN ad un paio di
secondi prima dell'eventuale Rade OUT
(se la scena chiude in tal modo) sarà il
cosidetto Set Time da imporre al nostro
script. In ordine d'importanza, da dentro
Ultima grido in tetto dì passione creativa, la centralina per l'editing ed il montaggio delle immagini, é un
investimento che, se non già elfettuato, è senz'altro da preventivare Le facilitazioni operative perla ricerca
e la marcatura delle sequenze, più la memorizzazione degli evenli di IN/OUT degli agganci aulomalizzah.
tanno della centralina le massima espressione del nuovo mercato dello PROSUMETt Posto a mezza via.
cosi come lo testimonia il nome, tra il PROfessionale ed il conSUMER
l'editor del nostro software prescelto,
seguono poi il Size dei caratteri e il
Color che, senza impazzire, potremo
perennemente settare sui bianco. Cer-
to. se il software ce lo consentisse,
sarebbe bellissimo poter disporre di un
effetto di cotor-cycle. ma a questo si
può giungere con un'operazione di «fai
da te» videografico.
Animazioni in Superimpose. In questa
affascinante specialità grafica, la massi-
ma importanza è rivestita dai tempi di
sincronizzazione. Un campo su cui inda-
gheremo con i promessi studi delle
tecniche creative (il nostro «Papenno-
RogerRabbit») e che, nella fattispecie,
ha già trovato uso e gradito apprezza-
mento nella creazione del personaggio-
guida che ha presentato alla scolaresca
gli oggetti/reliquie del museo egizio.
In questo genere di applicazioni tanto
é affascinante la riuscita finale dell'ani-
mazione sincronizzata, quanto è compli-
cata la gestione dei tempi. Rar coincide-
re un movimento o la visione di un
particolare reale della teleripresa con il
relativo animarsi del personaggio o l'ob-
ject in genere sovrimpresso, è una fati-
ca tantalica. Soprattutto a livello amato-
riat-semiprofessionale.
Ci vorrebbe un controllo «frame-by-
frame», codici di riferimento, macchine
dedicate e software grafico dedicato.
Come vedremo in uno dei prossimi
articoli invece, anche noi VC-maker ten-
teremo l'impresa. Ardua ma inebriante,
questa sì baserà sulla più empirica delle
tecniche; il tentativo! Senza il controllo
del single-frame, ci fideremo del
counter del nostro VCR, del Set Rate
dei programmi di animazione e c'imbar-
cheremo lo stesso. In questa occasio-
ne, basti solo l'informazione e, per il
momento, il già importante metodo ap-
plicativo per fare la Titolazione. Le no-
stre immagini (video) e ì nostri titoli
(computer); finalmente abbiamo tutte e
due le cose. Pronte e scalettate, ma
con una evidente differenziazione. Le
immagini sono da dividersi in due tipi:
quelle da titolare e quelle originali. Que-
st'ultime, senza passare sotto genlo-
cking, potranno assemblarsi fra toro con
tempi e modalità squisitamente video.
Le prime no, andranno trattate: sorge
subito la domanda: ma con quale confi-
gurazione e con quale metodo?
Secondo il mio modesto parere quel-
lo che va soprattutto ricercato é il meto-
do; il più pratico possibile. Una volta
individuatolo, saranno proprio le sue
modalità operative ad indicarci la conse-
guente configurazione lavorativa.
Ed anche se nella tabella 1 (vedi
pagina seguente) provo a schematizzare
la configurazione/metodo universalmen-
te adottata (quella della MASTERIZZA-
ZIONE IN TEMPO REALE) intorno alla
quale c'è poco da dire e... molto da
fare, sospingo subito la vostra attenzio-
ne verso quanto è invece rappresentalo
nella tabella 2. Una tabella che mostra
un procedimento diviso in due fasi ope-
rative, distinte come «B» (Premaste-
ring) e «C» (Mastering). A conti fatti,
malgrado la suddivisione, la «B» è del
tutto simile alla configurazione della ta-
bella precedente. Il Player, il Computer,
il Genlock (sulla cui particolare schema-
tizzazione spiegherò più avanti) ed il
Recorder, sono difatti gli stessi della
REAL TIME MASTERING. Il particolare
estremamente più qualificante, è rap-
presentato daH'iniroduzione della Cen-
tralina di Editing per quanto riguarda la
seconda fase. Un componente sempre
più indispensabile, la centralina, e sutl'u-
tilizzo reale del quale è facile convincer-
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
217
COMPUTER & VIDEO
I CCMriùIfllAZIONE "A"
I MAStOì In REAI. TIME
Tabella 2
si. Gli automatismi di «REC/Pause», la
memoria di bordo per immagazzinare le
informazioni temporali relative agli
eventi dì IN/OUT degli inserti, la pratici-
tà di gestire Player e Recorder dal suo
pannello di comando (con tanto di ma-
nopole Jog-Shuttle di ricercai e di mar-
care e nconoscere i punti codificati do-
ve. SUI videonastri precedentemente vi-
sionati, ha marcato per noi i propri se-
gnali di riferimento, significano, aldilà
del costo aggiunto (max. 900.000 lire!)
praticità, rapidità e perfezione produtti-
va. Tutto bene, in poco tempo e senza
fatica.
Come è possibile notare osservando
sempre la seconda tabella, l'uso della
Centralina è previsto solo nella configu-
razione l'C». allorché si passa al mon-
taggio effettivo della cassetta «prema-
ster» su quella definitiva.
Ma cosa significa «Cassette di Pre-
master»? Italianamente tradotto in
«premontaggio» ciò sta a caratterizzare
la fase in cui vengono prodotte le vi-
deotitolazioni.
Quindi le scene più complesse, quel-
le che comportano l'uso delle tecniche
di Superimpose. Perché questo? Per-
ché laddove serve una videotitolazione
0 una didascalia, è preferibile, pur nei
limiti della qualità del segnale, operare
con una preìncisione. Realizzare degli
anelli-video che finiranno in videocas-
setta producendo si, il temuto «passag-
gio in più», ma garantendo (grazie an-
che alla tranquillità di provare e riprova-
re con tutti i tentativi che vorremmo
fare) la massima qualità dell'operazione
finale.
Disporre degli anelli-video, in definiti-
va significherà di avere solo «cassette»
da riversare e in montaggio automatiz-
zato (ecco quindi l'importanza della cen-
tralina). Un modo di procedere più lento
(solo all'inizio però) ma straordinaria-
mente pratico, rapido e preciso nella
fase finale.
Avete ancora timore del «passaggio
in più», vero? OK, guardate a questo
punto al box-tratteggiato che ho chia-
mato Genlock e considerate i due com-
ponenti che VI sono ivi compresi. In
effetti, quello che vi si consiglia non è
un classico e semplice Genlock su
scheda da inserire in una slot de) vostro
computer. Aldilà dei tempi ancora bui
che sembrano gravare sulla videografica
dei «compatibili» (per i quali la configu-
razione «B» risulta pressoché obbligato-
ria) la soluzione è altamente evoluta.
In pratica si tratta di un Genlock a
«due componenti». Un Codificatore
RGB/PAL (per i PC c'è l'eccellente Jo-
vian VIN) che prelevando e codificando
(in S-Video o videocomposito) il segnale
del computer lo trasporta all'ingresso di
un mixer video.
Qui, ad attenderlo cl sarà il segnale
video delle nostre teleriprese, con l'ef-
fetto di superimpose si potrà inviarlo
direttamente nel mixer; probabilmente
lo strafamoso AVE-5 della Panasonic. In
tal modo oltre ad avere una soluzione
assai più elastica (ma mai come quella
VCR-Computer-Genlock e MixerVi-
deo...) CI garantiremo la risincronizzazio-
ne continua dei segnali e, sopra ogni
altra cosa, la vettorizzazione dei colon.
Ovvero il contenimento massimo del
deterioramento del segnale, con il
dramma del «passaggio in più» final-
mente smitizzato!
Chiaramente vi sto consigliando di
spendere una barca di soldi, ma aldilà
del fatto che siete liberi d’avventurarvi
come meglio credete, l'acquisto della
centralina di editing (ripeto: massimo
900.000), quella dell'AVE-5 (1.800.000
l'ultima quotazione) e di un encoder (un
milione, un milione e mezzo) pur portan-
dosi ad un totale di quasi 4 milioni,
comporta un investimento da effettuar-
si gradatamente nel tempo.
Ad esempio, chi con Amiga già lavora
da VC-maker. dispone sicuramente del
Genlock o di una scheda video; a costui
non resta che la centralina e. solo se ha
un grosso timore del «passaggio in
più», quello del mixer video. Tra l'altro,
net caso della configurazione più raffina-
ta, il «... compro 0 non compro anche il
Mixer Vìdeo?», sarà un interrogativo da
valutarsi sulla base di eventuali rientri
economici.
In conclusione, fra il metodo «A» e
quello composito «B-*-C». c'è spazio e
soddisfazione per tutti. Un po' di fatica
in più per chi meno spende e un po'
meno per chi più spende. Ma è sempre
stato cosi, sempre lo sarà e in tutte le
cose; non solo nel campo della vi-
deografica.
OK, credo di aver detto parecchio;
tanto che. sviscerato «tutto il video fo-
togramma per fotogramma», mi rendo
benissimo conto di dover programmare,
e al più presto, anche un altro laborato-
rio: quello Audio. tss
218
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
SmOSHASL92AI
r 0€LLA SUA CLASSE
IN BELLA SCmTUAA
Una nitidezza mai vista prima, caratteri disegnati •
con precisione assoluta. Certo, Seikosha SL-92AI /• -
vanta il primato della sua classe in bella scrìtto- /
ra, perché riunisce un’elettronica sofisticata e
una meccanica di alta precisione in un connu- ì
bio perfetto. La testina a 24 aghi è dotata di
una forza d'impatto superiore e sui modu-
li multicopia esprime tutta la sua potenza
stampando perfettamente dal primo al-
l’ultimo foglio. Naturalmente, offre la
più ampia scelta di stili e caratteri,
infatti, dispone di due fonts residen-
ti oltre ai sette opzionali. Ma non so-
lo, Seikosha SL-92AI stampa 240 ca-
ratteri per secondo e sviluppa questa no-
tevole velocità nel silenzio di soli 55 dBA
1 -
Come se non bastasse, la dotazione compren-
de un buffer di 44 Kbyte che permette
! ' un considerevole risparmio del tempo di
impegno della CPU. Anche il trattamen-
i] to della carta è di prim'ordine. I suoi trat-
I tori, del tipo a spinta, consentono il par-
L cheggio del modulo continuo ed è pre-
disposta per il sistema automatico di
caricamento ed espulsione dei fogli sin-
goli. Non ultimo e a tutto vantaggio
della semplicità operativa, tutte le lun-
zioni principali sono gestite direttamen-
te da una pratica tastiera posizionata sul
frontale della macchina. Seikosha SL-92AI,
prima della sua classe in bella scrittura,
seconda a nessuno in tutto il resto.
SEIKOSHA
COMPANY OF SEIKO GROUP
Distribuzione esclusiva: MAFF System - Via Paracelso, 18 - 20041 Agrate Brianza (Milano) - Tel: 039/651761 - Fax: 039/651764 -Tlx: 350118 RA-GE
ARCHIMEDES
Le funzionalità del VDU sono
ampie e vanno ben oltre
quelle viste, anche se non
approfonditamente, lo scorso
appuntamento. Il discorso lo
avevamo lasciato su di un
tasto dolente del nostro
glorioso Risc-OS, la gestione
di testo e grafica in ambiente
wimp. Ma in fondo questo
appunto non è che un
granello di sabbia in
confronto alle numerose
potenzialità offerte da!
sistema, del resto tutte
lodevoli in quanto a
funzionalità e praticità; come
fra l'altro per ciò che riguarda
lo sfesso VDU di cui andiamo
ad occuparci
VDU
RISC-OS
DRIYERS
(II)
Cursor Editing
Ho in precedenza parlato di interatti-
vità fra VDU e user; ebbene eccone qui
un esempio pratico. Di solito sul moni-
tor è presente un solo cursore, quello
lampeggiante che indica dove sarò vi-
sualizzato il futuro carattere digitato. Nel
momento in cui pigiamo uno dei quattro
tasti freccia, posti al lato sinistro della
tastiera alfabetica, il R.O. entra in modo
editing e il cursore di testo si sdoppia in
un cursore di output (rettangolino nero
fisso) ed in uno di input, quest’ultimo
lampeggiante e controllabile in posizio-
ne tramite i tasti freccia. Questo mec-
canismo viene attivato anche quando pi-
giamo il tasto Copy ed anche in questo
caso il cursore viene sdoppiato in uno
d'ingresso ed uno di uscita che visua-
lizzerà tutti i caratteri ad esso inviati- Il
modo editing non è attivabile dal modo
VDU 5 ed inoltre una volta attivato se
ne ottiene la disattivazione inviando un
ASCII 13 0 , ciò che è lo stesso, un Re-
turn. Non c'è bisogno, ma lo dico lo
stesso, che queste operazioni passino,
e vengano realizzate, tutte sotto il con-
trollo della OS_WriteC.
Palette e Colori
I colori contemporaneamente visualiz-
zabili nei vari modi grafici implementati
nel R.O. vanno da un minimo di due per
volta ad un massimo di 256. Ogni volta
che si entra in un nuovo modo grafico
I colori assegnati sono quelli di default
che successivamente possono essere
liberamente cambiati intervenendo sulla
palette, nella maggior parte dei casi in
modo piuttosto trasparente per l'user
stesso, in quanto chiamato ad interve-
nire in una banalissima operazione di ca-
ricamento file, quello della palette ap-
punto. Nei modi a 256 colori in effetti i
colori sono ottenuti trattando in modo
opportuno, ovvero aggiungendo e sot-
traendo velature d'ombra a 64 colori dif-
ferenti in modo da ottenere per ognuno
di essi quattro diverse gradazioni, che in
totale fanno 256 colori. Per il testo o le
immagini che vogliamo visualizzare pos-
siamo scegliere un colore diverso da
quelli dì default offerti dal modo grafico
stesso: per questo motivo il R.O. per-
mette di cambiare per ognuno il colore
di foreground e cioè il colore con cui sa-
ranno stampati a monitor testi ed im-
magini, ed il background permette di
cambiare il colore di fondo di tutto lo
screen, Il color background è anche
usato dal R.O. per effettuare l’operazio-
ne di clear screen. Un'altra importante
funzione ricoperta dal VDU è la palette.
Essa rappresenta all'interno del VDU la
tabella di conversione fra colon logici e
colorì fisici. La palette può essere pro-
grammata in termini d’intensità di se-
gnale da mandare ai rispettivi cannoni
del monitor. Sempre attraverso la palet-
te è possibile attribuire sia al bordo
schermo che al puntatore del mouse
colori del tutto indipendenti dal modo
grafico che stiamo usando, Ad ogni mo-
do senza entrare troppo in dettagli tec-
nici in quanto al funzionamento della pa-
lette vi rimando per un approfondimen-
to della stessa all’ottimo articolo (Bit-
Piane, Bitmap e Color Palette) del col-
lega Cardinale decotti apparso sul nu-
mero 104 di MC.
Tinta
Sempre nei modi a 256 colori ogni pi-
xel è rappresentato tramite un pattern
da otto bit. Sei di questi bit rappresen-
tano il colore logico mentre i restanti
due la tinta. In pratica la tinta ci permet-
te, come abbiamo visto prima, di mo-
dificare i 64 colori base tramite interven-
to su scala di grigi in modo da ottenerne
dai 64 ai 256. Dato che per intervenire
su uno dei 64 colori base con velature
differenti di grigio abbiamo a nostra di-
sposizione due soli bit dell’intero pat-
tern rappresentante il pixel il conto è
presto fatto: 22x64=256 colori.
ECF Patterns
Per I modi grafici a 2, 4, 16 colon il
R.O. offre un modo alternativo per vi-
sualizzare più colori contemporanei di
quelli offerti dal modo grafico stesso. Il
220
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
ARCHIMEDES
The Extended Color Fili Patterns per-
mette quindi di miscelare I colori base
contemporaneamente disponibili per
quel modo grafico, permettendo un no-
tevole risparmio in quantità di memoria
grafica riservata in quanto in mode 12
(16 colori) vengono occupati 80K di ram
mentre m mode 15 (256 colori) ben
160K,
Bell
Fra i vari compiti del VDU c'è anche
la gestione del campanello di sistema
che squilla al ricevimento deH'ASCII 7 o
ciò che è lo stesso, alla pressione di
Control-G. L'intensità, il volume e il pi-
tch della campanella possono essere
controllati tramite gli appropriati coman-
di. E se la campanella di default non do-
vesse allietare il vostro orecchio potete
sempre sostituirla con uno degli otto
suoni di sistema residenti in rom.
Pointer
Il Risc-OS permette al programmato-
re tramite VDU la completa gestione del
puntatore del mouse. Esso sempre at-
traverso il VDU può assumere una for-
ma grafica diversa dalla freccetta di de-
fault. In pratica il mouse pointer può es-
sere rappresentato da uno sprite di
qualsiasi forma e colore purché prece-
dentemente disegnato, cosi come se
ne possono controllare i colori indipen-
dentemente da quelli del modo usato.
Oltre a ciò h Risc-OS offre all'user il
controllo della velocità di spostamento
del puntatore del mouse via software.
Screen Configuration
Il VDU permette una notevole intera-
zione con esso da parte del program-
matore sopprattutto per la gestione vi-
deo. In questo caso il VDU permette di
intervenire sul settaggio e allineamento
dell'immagine a monitor sia orizzontal-
mente che verticalmente. Questa para-
metrizzazione è stata supportata per
quegli sfortunati utenti che non siano in
possesso di un monitor con controllo di
linee verticali e orizzontali, ammesso
che ce ne siano. Insieme al controllo
delle linee il VDU permette l'attivazione
e l'opposto, del modo interlace. Sul
fronte di un raddoppio orizzontale di ri-
ghe di risoluzione l'immagine è pratica-
mente invedibile su monitor non multi-
sinc fornito di serie causa l'eccessivo fli-
ckering o sfarfallio. Comunque con un
monitor ad alta persistenza le cose mi-
gliorano notevolmente. Sempre grazie
Valori ritornati dal VDU
1) Dimensioni e posizioni delle finestre
grafiche e di testo.
2) Posizioni del cursore grafico e di te-
sto.
3) Descrizione del modo grafico attual-
mente selezionato.
4) Dimensioni della memoria di scher-
5) Mappature della palette.
61 Colon di foreground e di background
sia del testo che della grafica.
7) Banchi di memoria usati dal VDU e
dallo schermo.
6) Numero di byte richiesti alla compo-
sizione del comando VDU.
9) Numero di linee di pagina.
10) Se in VDU 5 mode o no.
In questo soecchietio sono riportate tutte le inlor-
maaoni che possono essere richieste dell'user al
VDU driver
al VDU il R.O. permette il settaggio di
diversi tipi di monitor e quindi l'automa-
tica disponibilità dei modi grafici ad es-
so adatti. Con questo sistema vengono
evitati gli erronei accessi a modi grafici
non attivabili sul proprio monitor.
Multiple Banks
Il più delle volte viene riservato allo
screen memorv un solo banco di me-
moria, ma ciò non toglie che in certe ap-
plicazioni possa essere necessaria la
presenza di due banchi di memoria per
io schermo o addirittura 3, 4 e più. In
particolar modo si abbisogna di più ban-
chi nella realizzazione di animazioni in
Quanto mentre un banco è visualizzato
l'altro è al lavoro in ombra. Appena il la-
voro di quest'ultimo è terminato si ef-
fettua un swap dei banchi e il banco in
precedenza visualizzato viene messo a
lavorare e poi di nuovo swap. Questa
tecnica permette ovviamente una ge-
stione mollo più fluida delle animazioni.
In teoria per avere una fluidità pari a
quella di un cartone animato bisogne-
rebbe disporre di 24 banchi scambiabili
ogni secondo. Quando si parla di gua-
dagni c'è sempre in fondo qualcosa da
pagare e cioè quantità di memoria ne-
cessaria ai banchi. In pratica a seconda
della memoria mk che il solo modo gra-
fico richiede, e del numero di banchi n
la memoria richiesta è nxmk.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
221
ARCHIMEDES
Basic Assembler
Il Set condizionale (II)
di Massimo Miccoli
Graphics
Abbiamo già visto come si possano in-
viare in finestre grafiche o di testo i dati
che viaggiano sullo streamer del VDU.
Così come abbiamo visto che testo e gra-
fica possono essere inviati in un'unica
finestra alla posizione del cursore grafico,
insieme a ciò parlammo di un'ulteriore
interpretazione del VDU in caso di ca-
ratteri non propriamente ASCII prima di
stamparli a monitor. Tutti questi caratteri,
che altro non sono che veri e propri co-
mandi grafici, permettono al VDU di in-
viare in output su screen i seguenti og-
getti:
1) circonferenze, ellissi, archi, segmenti
e settori;
2) triangoli, rettangoli e parallelogrammi;
3) punti e tratti;
4) iinee continue e a tratti:
5) testo in VDU 5 mode.
Gli oggetti appena visti sono stati ri-
portati solo a scopo informativo per il mo-
mento mentre verranno approfondita-
mente trattati quando ci occuperemo del-
la gestione degli sprite. Fino a questo
momento ci siamo occupati di come il
VDU immette i dati da esso trattati in
output ma il VDU come del resto ne-
cessario ai fini delle funzionalità di tutto
il sistema lavora nei due sensi. Il VDU
stesso permette di leggere le informa-
zioni presenti in screen dall'interpreta-
zione dei relativi codici ASCII al colore e
agli oggetti presenti in video. Dall’Infor-
mazione sul colore di un singolo pixel si
può risalire alla palette correntemente at-
tiva. Grazie al comportamento in senso
alternato del VDU è possibile salvare in-
tere schermate che potranno conseguen-
temente esser trattate con pacchetti
paint. Insieme alle informazioni di screen
possiamo ottenere dal VDU informazioni
riguardo alla sua configurazione interna
e al suo stato.
VDU Extension Vector
Come tutte le routine di sistema viste
dall'inizio anche quelle relative al VDU
sono vettorizzate e dipendono tutte dal
vettore VDUXV. Quindi così come per gli
altri vettori visti in precedenza le routine
ad esso relative possono essere com-
pletamente sostituite 0 eventualmente
accompagnate da altre routine tramite
l'intercettazione della chiamata al vettore
che nel caso specifico è appunto il VDU-
XV, Nel caso del VDU il VDU driver può
essere completamente sostituito da un
suo equivalente che rielabora l'output a
seconda delle proprie esigenze. È questo
il meccanismo usato dai Font Manager
per accelerare le operazioni di visualiz-
zazione di font complessi.
Lo scorso appuntamento abbiamo visto
una parte del set di istruzioni condizio-
nali dell'ARM; in particolare queste im-
ponevano che certe condizioni venisse-
ro soddisfatte in anticipo rispetto all’i-
struzione stessa e, solo a condizione
soddisfatta, l’istruzione veniva esegui-
ta.
Questa volta ci occuperemo invece
di condizioni che devono essere soddi-
sfatte dopo l’esecuzione di una istruzio-
ne di comparazione fra due operandi
affinché l'istruzione successiva venga
eseguita.
Naturalmente anche in questo caso
parlando di condizioni mi riferisco a
quelle relative allo stato dei flag del re-
gistro R15.
Prima di andare a parlare del set di
istruzioni condizionali, voglio di nuovo
sottolineare il fatto che le condizioni
devono essere soddisfatte dal risultato
della comparazione dei due operandi
dell'istruzione immediatamente prece-
dente a quella sulla quale le stesse
condizioni debbano avere effetto.
In altre parole ciò è valido solo in re-
lazione all'istruzione di comparazione
che presenta la seguente sintassi:
CMP (<suffisso>) <1 operando, <11
operando>
dove il suffisso è sempre opzionale e
può essere sia uno di quelli visti nel
precedente numero, ovvero un sempli-
ce suffisso condizionale, o uno di quelli
che tratteremo in questo articolo sem-
pre che l’istruzione CMP sia preceduta
da un’altra CMP in grado o meno di
soddisfare le condizioni poste dall'altra.
Per quanto riguarda gii operandi, essi
possono essere sia registri che fattori
numerici, questi ultimi preceduti dal
simbolo «*».
Ci occuperemo comunque meglio
degli operandi nel prossimo appunta-
mento quando tratteremo del formato
dei dati da processare.
HI. Maggiore di (comparazione fra operandi
senza segno)
Condizioni C flag=set e Z llag-clear
Le istruzioni recanti questo suffisso
saranno eseguite se e solo se nella
precedente Istruzione di comparazione
il primo operando risulti essere maggio-
re del secondo. Si tenga presente che
l'operazione di comparazione viene ef-
fettuata su operandi senza segno ognu-
no dei quali è totalmente rappresentato
in grandezza da tutti i suoi 32 bit.
Esempio
CMP R11.R6;
comparazione dei registri RII e R6
MOVHI R11,#0:
se R11 è > di R6 allora e solo allora poni
RII a 0
LS:minore o uguale a (comparazione fra
operandi senza segno)
Condizioni C flag=clear o Z flag=set
Questa è in parte la condizione inver-
sa di quella appena vista, in quanto l’i-
struzione con questo suffisso viene
eseguita nel caso m cui la precedente
istruzione di comparazione fra operandi
ritorna come risultato true se ii primo
operando è minore o uguale al secon-
do.
E di nuovo voglio ricordare il fatto
importante che la comparazione viene
effettuata su operandi senza segno.
Esempio'
CMP R4.R2,
comparazione dei registri
ADDLS R4,R4,#1,
se è R4 <= R2 allora poni R4=R4+1
GE:maggiore o uguale a (comparazione fra
operandi con segno)
Condizioni: N flag=set e V flag=set
oppure: N flag=clear e V flag=sei
Questo suffisso condizionale si com-
porta esattamente in modo opposto a
quello appena visto. In pratica l'istruzio-
ne con questo suffisso sarà eseguita nel
caso in cui la comparazione verifichi di
fatto che il primo operando è maggiore
0 uguale del/al secondo.
Da notare inoltre che al contrario dei
due soffisi già visti, in questo tipo di con-
dizionali possono essere usati, nelle re-
lative comparazioni, anche operandi con
segno.
Esempio'
CMP R1,#0 ; comparazione dei registri
SUBGE R5,R5,*0 , se e R5 >= R2 allora
poni R5=R5-2
222
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
ARCHIMEDES
LT- minore di (operandi con segno)
Condizioni N flag=set e V flag=clear
oppure N flag=clear e V flag=set
Le istruzioni contenenti questo suffis-
so verranno eseguite nel solo caso in
cui nell'istruzione di comparazione pre-
cedente risulti che il primo operando è
minore del secondo. In caso contrario
l'istruzione verrà saltata nel flusso di
esecuzione del programma che la con-
tiene.
Anche in questo caso possono esse-
re tranquillamente usati operandi con o
senza segno.
Esempio.
CMP R1,*0 ; comparazione del registro RI
con il valore 0
RS8LT R1,R1,*0 : se è RI < 0 allora poni
R1=0-R1
Si noti che in questo piccolo esempio
il condizionale permette di invertire il
segno del contenuto del registro.
GT- maggiore di (operandi con segno)
Condizioni- N flag=set e V flsg=set
oppure; N flag=clear e V flag=clear
con; 2 flag=clear
Le istruzioni che presentano il suffis-
so GT saranno eseguite solo nei casi in
cui l'istruzione di comparazione che pre-
cede quella con suffisso dia come risul-
tato true il fatto che il primo operando
sia maggiore del secondo.
Esempio:
CMP R8,R9 , comparazione dei registri
SWIGT 256-hASC(«>«); se è R8 > R9 Stam-
pa il carattere >
In questo esempio è evidente l'uso
dei suffissi condizionali anche per le
SWI. Vi è inoltre un esempio d'uso di
funzioni Basic direttamente utilizzate in
ambiente Assembler.
Voglio sottolineare che la funzione
ASC verrà valutata ai momento dell'as-
semblaggio del codice e non al momen-
to dell'esecuzione dello stesso.
LE. minore o uguale a (operandi con segno)
Condizioni: N flag=set e V flag=clear
oppure: N flag=clear e V llag=set
oppure; Z flag=set
La condizione imposta con questo
suffisso è che nella precedente compa-
razione il primo operando sia minore o
uguale al secondo, e solo in tal caso la
seguente istruzione condizionata sarà
eseguita.
Esempio:
CMP R13,#100;
viene comparato il contenuto di R13 con 100
SUBLE R13,R13,#10;
se è R13 <= 100 allora sottrai 10 a R13
Trattando del set condizionale ci sia-
mo resi conto di quanto sia importante
e fondamentale il ruolo del registro di
stato in cui vengono preservate tutte le
condizioni di stato dei flag.
Da questo primo approccio elencativo
del set condizionale sembrerebbe che il
registro di stato effettui un continuo
monitoraggio delle condizioni di esecu-
zione delle istruzioni riflettendo il tutto
sui suoi flag interni. Ma ciò non è vero
in quanto il set istruzioni dell’ARM la-
scia piena libertà all'user nello scegliere
quali delle istruzioni eseguite abbiano
influenza sullo stato dei flag. In altre pa-
role siamo noi a decidere quando mo-
dificare lo stalo dei flag in risposta al-
l'esecuzione di quelle o di quella istru-
zione. Il suffisso in esame presenta il
codice mnemonico S che ovviamente
sta per STATUS.
Esso può essere usato sia solo che
con istruzioni condizionali così come
mostrano I seguenti esempi;
1) ADD R0,R2,R4;
addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO
2) ADDS R0,R2,R4,
addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO
3) ADDCCS R0,R2,R4;
addiziona R2 ad R4 e poni il risultato in RO
Nel primo esempio l'esecuzione del-
l'istruzione non avrà nessun effetto sul-
lo stato dei flag, indipendentemente dal
risultato deH'operazione.
Nel secondo invece il risultato dell'ad-
dizione verrà in ogni caso riflesso sullo
stato dei flag.
Nell’ultimo esempio viene mostrato
l’uso misto di suffisso condizionale e in-
fluenza del risultato ritornato sul flag di
stato.
In questo caso quindi l'addizione vie-
ne eseguita se la condizione flag CC =
clear è vera e qualunque sia il risultato
dell'operazione esso verrà riflesso nello
status register.
Con il listato di esempi di compara-
zione e istruzioni da esso condizionate
SI conclude il discorso sul set condizio-
nale dell'ARM.
223
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
Raffaello De Masi
Utility et alia
Ovvero come godersi la vita facendo lavorare gli altri
T utti noi credo abbiamo avuto, nel-
la nostra famiglia, quello che. nel
bellissimo libro autobiografico di
De Crescenzo viene definito, tout court.
Ilio Vincenzino o' pallista», sorta di zio
degenerato e un po' debosciato, ovvia-
mente scapolo e donnaiolo, che ha reso
la vita palestra di divertimento, goduria
personale e riposo assoluto, lo. nella
mia famiglia, ho un fratello di tal fatta,
Gabriele, direttore di una rivista, che.
sebbene sposato e padre di due figli,
non ha mai abbandonato l'abito del vi-
tellone gaudente, applicando la sua lau-
rea di filosofia alla continua speculazio-
ne del piacere lo meglio ancora, del non
fastidio) personale.
Cosi appioppa i due figlioletti alla non-
na Icui sono prematuramente incanutiti
I capelli) per giornate intere, si fa por-
tare comodamente in giro dalla moglie
in macchina, è eternamente invitato a
pranzo da me. dai miei fratelli, da mia
madre, e cosi via fino ad esaurire l'albo
dei parenti viventi, per poi ricominciare
dall'inizio. E una volta, poiché è uomo di
gran cultura e di interessi poliedrici, alla
mia richiesta sul perché si comportasse
in questo modo, mi ha detto: «Caro fra-
tello, io ho applicato su di me le utility
che tu monti nei tuoi computer!». Tou-
ché! Mi aveva proprio colpito in pieno
nel mio punto debole, che poi, nel Mac,
è il sistema operativo. Un paio dì mesi
or sono dissi che il mio System pesava
circa 20 mega, ma erano altri tempi!
Oggi tra bagagli di Font , Sound. FKey,
Accessori di scrivania stipati in 74 vali-
gette di Suitcase ho dovuto comprare
un disco rigido della Jasmine da 40 Mb,
che ho inserito nel mio FX e che ho de-
dicato solo alla cartella sistema. E. a
completare questo bel panorama, da
qualche tempo sono intervenuti i CDEV,
gli Init e compagnia cantante.
Naturalmente le bombe non manca-
no. anzi abbondano, ma che volete. «La
vita è fatta anche di questo», come dice
l'artificiere dell'IRA. E così eccomi a par-
lare di «cosucce», che. senza pretende-
re il premio Nobel dell'informatica, si
fanno apprezzare per rendere più facile
e piacevole la vita di tutti i giorni.
Utility, CDEV & INIT,
dolci amori del Mac
Oggi, tra shareware e programmi
commerciali, il mercato delle utility è di-
venuto immenso. In quanto a numero di
presenze, probabilmente, i pacchetti de-
dicati a questo tipo di software battono,
nel campo Mac, tutti gli altri pacchetti
messi insieme. Basta dare una occhiata
ai ben nutriti cataloghi di Dr.Mac, di Mac-
Zone 0 di MacConnection , tanto per ci-
tare qualche nome, per vedere pagine
intere di titoli di pacchetti che fanno il
pensabile e l'impensabile.
Ma il vero regno delle utility e il PDS
{il software di dominio pubblico) e lo sha-
reware. MacClub, MacWheel e Mac-
Store hanno, tra tutti e tre, più di 1200
titoli di micropackage di quelli di cui non
SI sente la mancanza fino a quando non
se ne ha bisogno. Come dipanarsi in co-
tanta selva? Meno male che c'è chi li
prova sulla propria pelle e riferisce ai let-
tori delle riviste!
In questa ottica ho deciso di dedicare
un paio di puntate alla prova delie utility
specifiche per il Mac; ma come fare a
scegliere in questo mare magnum? So-
lo tra quelle sparse nella mia discoteca
di più di 2500 dischetti ne avrei potuto
mettere insieme diverse centinaia! Al-
lora ne ho approfittato per raccoglierle
tutte su un disco removifaile da 45 Me-
ga, e di qui è cominciato il grande mas-
sacro a colpi di scure; mi sono accorto,
ResourcB Editor in azione, la finestra generale lai, e le vane pos-
siMité di intervento sulle risorse code Ibi, icona lei, ouipvl dia-
gnostico Idi, menu lei. stnnghe di messaggio ed errore III
224
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
infatti, che, accanto a materiale molto
pregevole c'era vero e proprio ciarpa-
me, costruito in maniera tanto rudimen-
tale da interferire in maniera vistosa ad-
dirittura con il sistema operativo. Da qui
sono poi passato a scegliere le «pièce»
più interessanti e cosi, taglia qui, taglia
là, eccomi con una diecina di titoli che
vale davvero la pena di guardare un po-
co più da vicino.
fìesEdit 2.0
Apple Computer Ine.
Resource Editor è uno dei più vecchi
e noti programmi di utility di uso gene-
rale; prodotto e distribuito direttamente
dalla Apple fin dalla comparsa del 128k,
era paurosamente invecchiato fino al-
l'anno scorso (praticamente, in circa 6
anni, non c'era stato alcun upgrading)
ma sia per la sua struttura relativamen-
te semplice, sia per l'eccellente qualità
della sua realizzazione continuava a fare
il suo dovere in maniera onesta ed ef-
ficiente. A distanza di sei anni (per la
precisione neil"89) Apple metteva in cir-
colazione una beta version che poi, sen-
za altre modifiche, veniva, l'anno suc-
cessivo, proposta in catalogo.
Parlare di ResEdit è come voler sco-
prire l'acqua calda. Il pacchetto è fin
troppo noto agli specialisti perché io
possa qui dire qualcosa di nuovo sulle
sue finalità e sulle sue caratteristiche
d'impiego. Ma accanto agli specialisti
c'è la gente comune, che ha tutto il di-
ritto, anzi, forse ha più diritto degli altri,
di sapere che cosa c’è dentro al softwa-
re che possiede. Ecco, a questo serve
ResEdit.
Cerchiamo di essere più chiari; la par-
ticolare filosofia di utilizzo del software
Mac e la struttura d’interfaccia cosi fa-
miliare si basa per la maggior parte sulla
gestione di una serie di risorse presenti
nel programma stesso. Se idealmente
potessimo scindere un programma nel-
le sue parti principali vedremmo che es-
so è composto di tanti pezzi diversi, tan-
te per cosi dire unità di programmazio-
ne, concorrenti, ognuna per le sue spe-
cifiche mansioni, a creare il risultato fi-
nale. Abbiamo cosi una parte del pro-
gramma che gestisce le finestre di
errore, una che fa la stessa cosa con i
menu, una che permette di manipolare
I file e evidenziare i messaggi relativi,
una che gestisce le stringhe di messag-
gio che compaiono sullo schermo. Ogni
operazione che, per una maniera o per
l'altra, in parte o del tutto, fa ricorso a
routine di ROM, di Sistema operativo, di
MACINTOSH
Finder, o comunque di altro program-
ma, è agganciata a una o più risorse (le
famigerate Resources di cui tanto si
parla nel mondo Mac).
Immaginiamo, ad esempio, che un
importatore abbia messo in distribuzio-
ne un pacchetto, realizzato in USA; que-
sto avrà, ovviamente, tutti i menu, le
chiamate, i messaggi scritti in lingua in-
glese. Resource Editor permette di apri-
re le risorse contenenti questi parame-
tri-messaggi e di eseguire modifiche al
loro contenuto, modifiche che appari-
ranno la successiva volta in cui il pro-
gramma sarà lanciato. Così, tanto per
intenderci, sono state realizzate tutte (o
quasi tutte) le versioni italiane (francesi,
spagnole, e cosi via) dei package pre-
senti sui vari mercati nazionali. Non so-
lo, ma con Resource Editor è possibile
personalizzare addirittura tutto quel che
SI desidera e che è ovviamente raggiun-
gibile attraverso una risorsa. Cosi pos-
siamo sostituire al banale e un poco
freddino «Benvenuto in Macintosh» del
bootstrap un più piacevole «Salve, co-
me stai?», modificare o addirittura cam-
biare la forma di una icona, intervenire
sull'aspetto di una finestra, personaliz-
zare un menu con messaggi, e magari
cambiare gli shortcut.
Questo faceva la versione 1 di Res-
Edit, con la nuova versione le cose sono
cambiate in maniera sostanziale (non a
caso il programma è di ben 450K, circa
tre volte l'edizione originale). Resource
Editor può intervenire in maniera più
massiccia su stringhe, icone, menu an-
che gerarchici, permettendo di modifi-
care (peccato che le hardcopy in b/n non
rendano giustizia alla qualità dell'out-
put) in maniera sostanziale l'aspetto to-
tale di tutto l'ambiente (ho costruito,
per puro spirito di prova un Disk First
Aid con menu che sembrano un arco-
baleno). Ma non basta. A differenza di
quanto era possibile (anzi non era pos-
sibile) nella precedente versione, Res-
Edit può intervenire, addirittura, su pro-
grammi in funzione (per assurdo può
agire anche sut System in uso e sul Fin-
der) e, udite udite, anche su se stesso.
Comunque, per essere precisi, è lo
stesso programma che mette in guardia
l'utente dal tentare esperimenti in tal
senso, che potrebbero dare luogo a pro-
blemi di diverso tipo fino alla totale inu-
tilizzabilità dell'applicazione manomes-
sa.
Approfittando delle più avanzate tec-
niche di programmazione ResEdit non
manca di certe «finezze» che comun-
que avevamo già visto in altri pacchetti;
tra queste quella che ci è sembrata più
interessante è la possibilità di aprire
contemporaneamente due o più appli-
cazioni diverse, possibilità non trascura-
bile se si considera che , col solito taglia
e incolla, è possibile importare ed
DiskTop: in a/ la finestra principale, simile al finper, da coi è possibile accedere alle directory In bl l'apertura della scnvama de! disco rigido, in c) un esempig
di ricerca del file con le oplioni esTremamenie ariicolalB Infine, in di il rrasrenmenfo di file da una cartella all'altra.
226
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
esportare risorse da un pacchetto all’al-
tro. La caratteristica più divertente, in-
vece, ci è parsa quella di poter trasfor-
mare, anche se con un poco di lavoro e
pazienza, menu lineari in gerarchici.
In conclusione ResEdit è un tool mul-
tiuso, efficiente e facile da usare, alme-
no nel campo del «fun and easy»; in
mano a professionisti è effettivamente
il tool d’eccellenza per esplorare, modi-
ficare, rielaborare e, perché no?, curio-
sare nei programmi e package costruiti
nel rispetto delia filosofia Mac e con
quei formidabili mattoni che sono le ri-
sorse. Praticamente inesauribile nelle
sue applicazioni si presenta oggi in un
upgrading che lo rende, a dir poco, pra-
ticamente un nuovo programma.
Disk Top
CE Software me.
Ì854 Fuller Road, P.O Box 65580
tVest Des Momes. IO 50265 USA
Tel. 515 224 1995.
Il package Disklop è essenzialmente
rappresentato da due Desk Accessory,
DiskTop, appunto, e Laser Status. Essi
vanno montati con il Font D/A Mover, o
programma simile e sono del tutto com-
patibili con DiskExpress. Accanto a que-
sti, che sono le basi del package, il di-
schetto (800k, comprendente la cartella
sistema) che viene fornito nel package
contiene un altro programma, WidGet,
un DiskTop Init File, e un numero enor-
me di esempi, di disegni EPS, alcuni file
PICT e bitmap, e cosi via.
Parliamo prima di tutto di Top. La fi-
losofia di questo DA è semplice: con
DT è come avere un Finder a disposi-
zione sotto la mela; Finder cosa fa, in
effetti? Permette una serie innumerevo-
le di operazioni sui file, come apertura,
cambio di nome e di sistemazione nelle
cartelle, cancellazione di documenti, e
cosi via. Inoltre, se utilizzato in combi-
nazione con programmi più efficienti del
Finder (come Power Station, ad esem-
pio), offre ancora maggiore flessibilità,
velocità ed efficienza.
All’apertura (il programma è uno dei
pochi DA richiamabili attraverso una
combinazione di tasti, nel caso partico-
lare Shift-Option-Command-D). DiskTop
offre una finestra organizzata più o me-
no come la scrivania. In una configura-
zione normale dell’hardware vedremo il
disco rigido, il floppy e il cestino (e ma-
gari la RamDisk, se stiamo usando il
portatile). Di ogni elemento vengono
riassunti i dati caratteristici, come no-
me, tipo gerarchico e memoria totale e
disponibile. Ancora, sono presenti tutti i
comandi già visti net Finder, e, come in
questo ambiente, è possibile, ad esem-
pio, rimuovere dischetti trascinandoli
nel cestino. Ma sarebbe ancora poco (in
fondo con Multifinder si fanno le stesse
cose, gratis, e con pari facilità e veloci-
tà) se ci fermassimo a questo: invece
DiskTop fa ben altro!
Tanto per cominciare DiskTop funzio-
na anche col solo Finder e anche sul
vecchio Plus (in pratica dà una boccata
di respiro a questa macchina che sta di-
venendo rapidamente obsoleta, aggiun-
gendo potenzialità di modelli ben più
muscolosi) A parte ciò la prima utile
sorpresa la scopriamo tentando di fare
una ricerca di un File. A quest’uopo fun-
ziona sia il Find File di sistema, sia il Fa-
st Find (notevole per la sua velocità),
ma DiskTop aggiunge diverse opzioni in
più: la ricerca può essere eseguita at-
traverso una sene di opzioni, combina-
bili tra loro, che prevedono la scelta del
tipo di formato (es. APPL, PICT,
MSWD, TIFF, ecc.l, della sigla de)
CREATOR (opzione ben nota a chi ha
appena leggiucchiato l’inside Macinto-
sh), della data di creazione o di modifi-
ca, delle dimensioni. Come dicevamo
tutte le opzioni sono combinabili tra lo-
ro, e, inoltre, il tutto riesce ancora piu
sofisticato dalla opzione not e dalla pos-
sibilità di selezionare il titolo secondo
criteri molto sofisticati, come esatta-
mente eguale a. iniziarne con, terminan-
te con, contenente, il tutto senza sacri-
ficare eccessivamente la velocità di ri-
cerca. La ricerca, manco a dirlo, può es-
sere indirizzata ad una sola cartella, i ri-
sultati sono visualizzati, in forma gerar-
chica, secondo lo stile già visto in
FastFind.
Quante volte ci siamo trovati a regi-
strare un documento, e a ritrovarci nella
necessità di doverlo inserire in una car-
tella nuovaT Certo, con Multifinder e
possibile uscire sulla scrivania, creare il
folder e ritornare neH'applicazione per la
successiva registrazione. DiskTop fa
tutto questo in maniera più pulita e ra-
pida. Lanciandolo si ha sempre il docu-
mento sottomano, ma è possibile sele-
zionare e aprire cartelle (che saranno
poi aperte nella finestra di registrazio-
ne), crearne di nuove, settarne una par-
ticolare come locazione di default (la
cartella di default è quella in cui alcune
applicazioni vanno a leggere periodica-
mente, 0 dove depositano file tempo-
ranei (come, ad esempio quelli di spoo-
ler di stampa o quelli di setting di de-
fault, appunto), e, ancora eseguire copie
di file 0 di intere cartelle, spostare do-
cumenti da una locazione all'altra, cam-
biare nomi 0 cancellare documenti.
E adesso arriviamo al fino; la prima
delle raffinatezze la scopriamo in una
delle opzioni poco usate dalla maggior
parte degli utenti Mac: la finestra delle
informazioni. Per la venta questi non
hanno tutti I torti a usare poco questa
pur valida possibilità messa a disposizio-
ne da System; basta infatti ricostruire la
scrivania (operazione sempre consiglia-
bile) per perdere tutti i commenti inse-
riti. A questo inconveniente mette rime-
dio il Gel Info migliorato di questo pac-
chetto. A parte la possibilità di separare
le informazioni in formato DT e Apple,
le prime non vanno perse quando viene
eseguita la ricostruzione del desktop.
Inoltre, scegliendo l'opzione di livello
tecnico, viene visualizzata, a destra del-
la finestra principale, una sene di casel-
le che caratterizzano il file analizzato; di-
vengono, quindi, volendo, per incanto,
visibili, invisibili, incopiabili, autolancian-
tisi, bloccali, e cosi via, file e applica-
zioni di qualunque tipo (e poi se la pren-
dono con I pirati!),
Vi assicuro che giocherellare con Di-
skTop è più piacevole e semplice di
quello che si intuirebbe da quanto ho
scritto in queste nghe, provare per cre-
dere! Ma poiché lo spazio è tiranno pas-
siamo all’altro DA, piu specializzato e
per questo meno di uso generale.
Laser Status, guarda caso, è dedicato
alle stampanti laser. E, in breve, un pro-
gramma che analizza le condizioni, il
funzionamento e le caratteristiche della
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
227
MACINTOSH
Laser collegata alla macchina (anche se
in rete); in altri termini è il sistema mi-
gliore per tenere sotto controllo lo stato
e il funzionamento della Laser. Esso for-
nisce una serie utile di informazioni cir-
ca lo stato della memoria della stam-
pante (compreso l'elenco dei font at-
tualmente scaricati, il numero delle co-
pie eseguite, la quantità di memoria
usata, ia versione PostScript adottata e
cosi via. Inoltre è possibile resettare la
macchina senza spegnerla, eseguire il
downloading di font e di file PostScript
(ed EPS).
Come d'uso in numerosi pacchetti
USA, oltre ai programmi principali, c'è
sempre, nei dischetti, qualcosa di più,
un regalino deH'ultimo momento che
spesso risulta utile almeno come l'ap-
plicazione pnncipale. Nel disco DiskTop
c'è il programma Widgets che mi ha da-
to, per la verità, un sacco di piacevoli
sorprese.
Che cosa fa Widgets? Esattamente
quello che promette la parola' Potrem-
mo definirlo, parafrasando la parola e
considerando quello che fa, una colle-
zione di piccole funzioni e utility messe
insieme per forza di cose in un pro-
gramma unico.
La sua funzione principale è quella di
creare una o più librerie di menu, dedi-
cate a DiskTop e a LaserStatus. Vengo-
no creati cioè dei Set di comandi che
possono essere richiamati immediata-
mente e utilizzati accanto o al posto di
quelli già esistenti. Ma accanto a queste
possibilità ecco quelle, forse più frivole,
di creare uno startup screen (ma è pos-
sibile anche farlo con MacPaint II), tra-
sformare un formato PICT in Paint,
stampare i file di disegno, in formato ri-
dotto, sulla Laser (fino a sessanta per
pagina), cambiare formato di pagina (so-
lo sulle (magewriter, ovviamente), cam-
biare Theap di sistema, ed infine ecco
l'ultima delle possibilità, che poi si e ri-
velata la migliore!
Tutti sanno che all'accensione le La-
ser Apple stampano un foglio di Star-
tup: si tratta di una vera e propria sec-
catura che, se da una parte permette di
verificare lo stato e la qualità della stam-
pa. dall’altro può provocare crisi di nervi
per la intrinseca lentezza deH'operazio-
ne, davvero esasperante. Una passata
di Widgets e via!
, La pagina di partenza è bell’e abolital
La laser è pronta per la stampa in qual-
che secondo.
228
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
La piccola ulìlty INIT
Control. Che permeile,
eh abilitare e disabilitare
im e CDEV
Auto Mac IV
Genesis Micro Software
Believue, Washington
USA
Di creatori di Macro, esistono, a
quanto mi risulta, sul mercato sei pac-
chetti che, chi più , chi meno, eseguono
tutti il medesimo compito. Tra questi
brillano Tempo, per la sua completezza,
e Macro Maker, per essere gratuito, es-
sendo compreso nel dischetto delle uti-
lity di sistema. Ma un pacchetto dimo-
stra davvero di saper raccogliere il me-
glio dal punto di' vista della rapidità,
completezza e facilità d’uso, ed è. ap-
punto. Auto Mac.
Giunto alla versione IV. si tratta di un
vecchio pacchetto esistente, credo, dal
1987, quando, nella prima versione, co-
stava circa 20 $. Il fatto caratteristico é
che il pacchetto, nella versione III (pe-
raltro non molto dissimile dalla IV, e co-
munque sempre molto efficiente) è
compresa nel package MS Word edizio-
ne USA, insieme a SuperPaint e Word
Finder (tre pacchetti tutti molto utili e
stranamente scomparsi nella versione
Italiana),
Il principio di funzionamento del pro-
gramma è simile a quello offerto dai
concorrenti, e, in termini piuttosto sem-
plificati. si basa sull’associazione di una
sene di operazioni definibili dall’utente,
abbinata a una combinazione di tasti o a
una chiamata da menu.
I pacchetti più semplici, come Macro
Maker, si limitano a questo, quelli più
complessi, come il nostro, permettono
ben altro. Si va, infatti dalla chiamata del
programma stesso attraverso combina-
zioni di tasti, a tecniche sofisticate di re-
gistrazione dei movimenti dei ritardi, a
una vera e propria programmazione glo-
bale della macro. Premettiamo che Au-
to Mac è un INIT, e come tale si auto-
lancia alla partenza: a questo punto la
presenza di una piccola icona, a forma
di A, nella barra di menu evidenzia co-
me Auto Mac sìa pronto a servire le ri-
chieste dell’utente, in qualunque pro-
gramma SI stia lavorando.
Cominciamo con la descrizione delle
caratteristiche generali del programma,
per poi passare alle fasi più sofisticate.
La finestra di registrazione si apre dic-
cando la nA», e per la verità si presenta
piuttosto complicata (ben tredici botto-
ni). La registrazione della macro avviene
in modo piuttosto simile a quella di Ma-
cro Maker, ma sono presenti una serie
di opzioni piuttosto interessanti, come
quella di poter registrare i movimenti
completi del mouse (in defauli il pro-
gramma tiene conto solo del punto di
partenza e di arrivoL l’aggiunta di un ri-
tardo finale, la registrazione in tempo
reale e così via. Può addirittura essere
costruita una macro di startup, che si
autolancia quando il programma parte,
ed è possibile, colmo della raffinatezza,
costruire macro composte di macro di-
verse.
Dicevamo della sofisticazione: niente
male se si tien conto che è possibile
eseguire il tracking del mouse, inserire
un messaggio personalizzato o un box
nel momento desiderato, comandare
una sospensione della esecuzione della
macro fino a che non avviene un certo
evento, eseguire salti condizionati da
macro a macro. Il maneggio dei box
personalizzati non è dei più semplici (oc-
corre definire le «frontiere» del box in
punti e inquadrare la stringa di messag-
gio con una certa attenzione, ma si trat-
ta di operazioni piuttosto sofisticate,
che hanno la loro ragion d’essere in ma-
no a utenti già professionali).
Auto Mac. a dimostrazione di essere
un programma di gran pregio, ha due
caratteristiche fondamentali: la adatta-
bilità alle esigenze dell’operatore e la
programmabilità. Nel primo caso la cosa
è utile, soprattutto per quel che attiene
alla utilizzabilità dei tasti a disposizione,
mentre nel secondo caso si ha a dispo-
sizione un ambiente di programmazione
dalle caratteristiche versatili e potenti.
Per la verità, imparare il linguaggio di
Auto Mac è perfettamente inutile. Infat-
ti e lo stesso pacchetto che genera un
codice facilmente leggibile (si tratta di
un Idioma molto simile a quello di
HyperCard), con comandi del tipo «Clik
3(3,40» 0 «Beep». Chiamando l’opzione
Edit viene sviluppato alia nostra vista
tutto i! programma, ben costruito in li-
nee, cui è possibile accedere per ese-
guire correzioni, aggiunte o cancellazio-
ni (spesso risulta semplice per la corre-
zione della combinazione dei tasti chia-
ve). A titolo di esempio, mi è stato mol-
to utile per «rallentare» l'esecuzione di
certi comandi sull’FX, che, forse fin
troppo veloce, non permetteva la rego-
lare esecuzione di una macro dove ve-
nivano aperte diverse finestre.
Image Grabber
Sabastian Software
Prima di concludere, una piccola utility
che semplifica molto la vita a chi ha bi-
sogno di documentazione sul software
e, più in generale, Image Grabber è un
DA che permette di eseguire hard copy
dello schermo su macchine che non ac-
cettano la combinazione Shift-Comman-
d-3 0 4, Ideale per costruire documen-
tazione, esso permette anche di esegui-
re stampe ritardate, utili per stampare il
contenuto dei menu discendenti. Tutto
quanto appare sullo schermo può esse-
re trasferito sulla stampante, ma anche
a un file PICT o PAINT, e, addirittura
conservato sugli appunti o su una me-
moria di massa sotto fonte di risorsa, in-
dipendente o inserita in un altro pac-
chetto.
E, tanto per gradire, due righe di fine
articolo: quante volte abbiamo messo
nel nostro bel system(one) tanti di quei
begli INIT, per poi scoprire che interfe-
rivano tra loro e mandavano in bomba
sistemi 0 applicazioni. Ecco una bella
utility pubblicata su SoflDisk di settem-
bre 1989, INIT Control . un DA che per-
mette di attivare e disattivare a piaci-
mento gli INIT in una maniera a dir poco
semplice e immediata. Basta dare una
occhiata alla figura per rendersi conto di
come funziona. Più semplice e facile di
così'
E con ciò termina la prima parte del-
l'esame delle utility più interessanti di-
sponibili per il Mac. A risentirci la pros-
sima volta. ag
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
229
MACINTOSH
di Raffaello De Masi
La programmazione Object Oriented
SmallTalk- 80
Per una serie di circostanze
diverse (e persino
avventurose) SmallTalk-80 è il
primo linguaggio definibile
come orientato all'oggetto, e
di esso ne esiste una
implementazione molto
efficiente anche su Mac. Si
tratta di un linguaggio di
programmazione piuttosto
facile da utilizzare, ma altresì
tanto potente da permettere
un tipo di programmazione
motto sofisticato e articolato.
Il suffisso "80» presente nel
nome si riferisce alla versione
del linguaggio stesso adottata
definitivamente da Xerox nel
1980. Versioni precedenti
sono SmallTalk-76 e
SmallTalk-72 ma si tratta di
implementazioni vecchie e
ormai completamente
abbandonate
La caratteristica che rese SmallTalk-
80 rivoluzionario alla sua comparsa fu il
fatto che, al contrario di altri linguaggi,
anch'essi dedicati, come Clascal e
Object Pascal, esso è un vero e proprio
ambiente di programmazione, includen-
te compilatore, debugger, facility di
cross reference, e un completo editor
grafico Come è stato definito frequen-
temente, esso è l’insieme di Object Pa-
scal, Mac WorkShop con supporto del-
l'ambiente e della scrivania Mac.
Sebbene si tratti di due filosofie di am-
biente sviluppate indipendentemente
runa dall'altra, SmallTaIk-80 include tutti
I concetti familiari aH'uiente Mac, come
finestre sovrapposte, barre di scroll, ico-
ne, e menu che appaiono e scompaiono
a seconda della necessità. Non è azzar-
dato quindi dire che il familiare ambien-
te Mac deve molto a questo suo pre-
decessore.
Le caraneristiche
di SmallTalk-80
SmallTalk-80 è estremamente inusua-
le in quanto I progettisti, fin dairinizio si
imposero di costruire un ambiente tra-
sportabile sotto qualunque hardware, il
problema fu risolto «simulando» una
macchina virtuale, dalle caratteristiche
ben definite, ma che non era legata ad
alcuna architettura hard ben definita.
Questo m fin dei conti si è rivelato un
gran vantaggio non solo perché l'am-
biente è stato sviluppato in maniera ab-
bastanza rapida sotto diverse architettu-
re, ma perché, anche nell'ambito della
stessa architettura hard l’implementa-
zione per Mac riusciva ad adattarsi a di-
verse configurazioni. Infatti su macchi-
ne da 512 RAM SmallTaIk-80 si autoa-
datta a girare in una forma per cosi dire
«ridotta», mentre su macchine da 1
Mega e più gira in tutta la sua potenza.
Inoltre su macchine di memoria supe-
riore a 2 mega è possibile utilizzare una
versione avanzala, dalia potenza eleva-
ta.
Solo in un aspetto SmallTalk è diver-
so rispetto a Macintosh. L’ambiente (e
la scrivania) virtuale di SmallTalk-80 è
costruito per una stazione di lavoro do-
tata di un mouse a tre bottoni, contro
quello a un solo bottone del Mac. Si
tratta di una differenza non peregnna,
visto che esistono diverse filosofie di
pensiero e che ogni costruttore presu-
me di essere il depositario della verità in
tal senso; così per Xerox il numero
ideale di bottoni sul mouse è tre, per
Microsoft due, per Apple 1, Purtroppo
la grande disponibilità Xerox verso gli al-
tri standard è stata qui inflessibile ed ha
imposto a tutti l'uso del suo mouse,
con tre diversi bottoni, posti orizzontal-
mente. e definiti con i tre colori di ros-
so, giallo e blu (i colon sono divenuti
uno standard de facto nel mondo delle
applicazioni SmalìTalk-801. Apple ha
mantenuto il suo mouse a un solo bot-
tone, che simula il rosso, mentre il se-
condo (il giallo) viene simulato via so-
ftware cambiando la pressione del mou-
se con il tasto Option, e il terzo com-
binando mouse e Enter. Ciononostante
Apple ha ridotto di molto l'uso del se-
condo e terzo bottone, e inoltre ha in-
trodotto delle facility che evitano l'uso
E LID
/TiB CJciittìtS W
@ BIBÌaBSl E3 S 11 -0
Il Form Ediior
SmsllTsIk, nonno
del più moderno
led efficmniel
MacPaint
230
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
di essi (un esempio è la sensibilità dei
title bar al click del mouse).
In SmallTalk-80 ogni particolare è
frutto di orientazione aH'oggetto. Ogni
costrutto, ogni passaggio di program-
ma, ogni routine, ogni elemento del-
l’ambiente di programmazione e, ovvia-
mente, ogni applicazione , è costruita
in ambiente Object Oriented.
È nella sua interfaccia programmalo-
ria che SmallTalk-80 è totalmente diver-
so da qualunque linguaggio e, per certi
versi, è cosi vicino alla filosofia Mac. Il
testo è evidenziato quando viene sele-
zionato, le finestre si spostano quando
vengono afferrate attraverso la barra
del titolo, i termini «cleam, «cut», «co-
py» e «paste» sono di casa qui come
nel Mac. In un paio d'ore un utente
Mac non sprovveduto, proprio per la
somiglianza dei due ambienti, potrebbe
essere già in grado di padroneggiare
l’interfaccia SmallTalk-80. Oltre tutto la
somiglianza delle interfacce è tanto
avanzata da includere testo in varie
font, stili e grandezze, grafica in bitmap
e uso estensivo del mouse. Questo do-
vrebbe far pensare a due cose; al no-
tevole sforzo eseguito da Xerox per co-
struire dal niente una interfaccia così
complessa, e al contributo di Apple,
che, recuperata l’idea (che, alla fin fine,
non aveva goduto di gran fortuna) ha
saputo ancora di più migliorarla, otte-
nendo come risultato una interfaccia
utente tra le più sofisticate e semplici
da usare. Uno dei migliori esempi della
transizione tra i due ambienti è il raf-
fronto tra SmallTalk Form Editor e Mac-
Paint. Sebbene il secondo sia molto più
facile da usare spetta ai primo il merito
di aver rappresentato una applicazione
che — sono le parole degli implemen-
tatori — «sta al disegno come il word
processing sta al testo».
Uno dei riferimenti più completi alla
filosofia e alla sintassi di programma-
zione di SmallTalk è il bel volume di
Adele Goldberg «SmallTalk-80: The In-
teractive Programming Environment»
Le ligule sono iratie da Schmucker nObject
Onenied Programming^^, opera alata
Il browser tn funzione,
durante la definizlona
di una nuova classe, si
noti, ancora una valla,
la particolare sirullura
del menu.
231
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MACINTOSH
pubblicato da Addison-Wesley. É da que-
sto volume che sono state tratte le note
relative alla trattazione di SmallTalk-
80.
Continuando a descrivere l’interfaccia
SmallTalk-80 occorre evidenziare che
forse la differenza più caratteristica tra
gli ambienti nominati sta proprio nell'u-
so del mouse. Tanto per fare un esem-
pio I menu pop-up di SmallTalk appaio-
no nel punto della attuale locazione del
cursore del mouse, appena viene toc-
cato il tasto giallo o blu del mouse. In
ambiente Mac, invece, i menu a tendi-
na sono fissi e scorrono dalla sommità
dello schermo. Altra grande differenza
tra I due sistemi è che in ambiente
SmallTalk (e in numerose applicazioni
relative) si hanno a disposizione solo
due menu alla volta. Ancora, sempre ri-
guardo ai bottoni del mouse, tutte le
applicazioni aderiscono alla convenzio-
ne per CUI I comandi impartiti con me-
nu giallo agiscono sui contenuti della fi-
nestra, mentre quelli diretti dal blu si ri-
feriscono alla finestra completa.
Ancora, sempre per quanto riguarda
la differenza tra i due ambienti (non
parliamo qui di Windows, che aderisce
in maniera notevole allo standard Mac;
non a caso Sigizia Montalcini, a pagina
17 del numero di ComputerWorId del
21/2/91 lo definisce «sempre lo stesso
vestito, rimesso a nuovo») notiamo la
presenza delle scroll-bar che però non
compaiono sullo schermo finché non
sono necessarie (vale a dire finché il
cursore non ha raggiunto il fondo pagi-
na). Inoltre, in SmallTalk sono presenti
tool di debug molto sofisticati, Esso si
basa su tre pacchetti diversi: il lettore
(browser, letteralmente il brucatore, co-
lui che legge avidamente), il debugger
vero e proprio e l'ispettore (inspector).
Il primo consente di accedere alle clas-
si definite nell’applicazione, come pure
di crearne di nuove, in questo caso at-
traverso una opzione (class editing )
presente nel menu stesso; stesso di-
scorso per quanto attiene aH'editing de-
gli oggetti- Ógni elemento (classe, me-
todo, oggetto) può essere testato sin-
golarmente, e, in caso di errore, una
speciale finestra di debug può essere
utilizzata per determinare quale ele-
mento ha determinato l'errore. Infine
entra in azione ('inspector, che consen-
te di osservare e/o modificare i valori
delle variabili in ogni oggetto.
La struttura del linguaggio
di SmallTalk
Tenendo conto di quanto detto nelle
puntate precedenti, la sintassi e la
grammatica di SmallTalk è quanto di
piu facile ci sia da imparare. SmallTalk
implementa tutte le caratteristiche e le
strutture (oggetti, metodi, ecc.) descrit-
ti in precedenza, facilitati dall’interfaccia
finestre mouse già descritta.
Tutto in SmallTalk-80 è oggetto. E,
per eseguire qualunque cosa, occorre,
in base alla filosofia della programma-
zione 0.0. inviare un messaggio ad un
oggetto (per essere precisi, viene man-
dato un messaggio a un oggetto attra-
verso un riferimento al nome stesso
del messaggio). Ad esempio il messag-
gio
rettangolo centro
invia il messaggio centro all'oggetto
rettangolo. I tipi di messaggio inviabili
sono tre in tutto:
a) messaggio unario: è il tipo più sem-
plice di messaggio. Un esempio è quel-
lo appena visto, o ancora:
striscia stringa
che invia una frase da inserire in una
striscia, appunto;
b) messaggi chiave: dotati, in numero
variabile, di argomenti multipli. Un
esempio, abbastanza ovvio, è:
punto X 5 y;8
che manda il messaggio x-y, con rela-
tivi parametri, all’oggetto (punto);
c) messaggi binari: usati per indicare
alcune operazioni di tipo infisso ad ope-
ratori, Es :
nel quale viene mandato il messaggio
[-I-] ad a. Ma si tratta solo di esempi; il
linguaggio di programmazione proprio
di SmallTalk-80 permette di affrontare
problemi, ovviamente, ben più com-
plessi. E questo discorso ci porta, per
forza di cose, alle librerie.
Le librerie in SmallTalk-80
Per la sua stessa filosofia di linguag-
gio 0.0. più che di statement è il caso
di parlare, in questo ambiente, di libre-
rie. Di esse, in forma di primitive, ce
ne sono a disposizione almeno 300 nel-
la implementazione standard. Occorre,
per una dettagliata descrizione, fare ri-
ferimento a «SmallTalk-80 — The Lan-
guage and its Implementation», di Ade-
le Goldberg, pubblicato da Addison-We-
sley. Il migliore riferimento a SmallTalk-
80 in generale è rappresentato comun-
que da «SmallTalk-BO System Protocois
Manual» di Evelyn Van Orden, pubbli-
cato, ovviamente, da Xerox Corp.
Ci sono, in SmallTalk-80 una serie di
sottoclassi di librerie ben organizzate e
molto ben implementate. E possibile
adottare diversi tipi di rappresentazioni,
inclusi interi, razionali e irrazionali, nu-
meri reali, date e tempo. La grafica e
gestita in maniera inusuale, anche se
efficiente (è molto simile all'Object Pa-
scal) attraverso oggetti come punti, ret-
tangoli, poligoni 0 addirittura strutture
grafiche organizzate in bitmap. Altre se-
rie di classi sono un poco meno usuali,
come quelle destinate a manipolare
strutture (liste collegate, gruppi ordinati
e disordinati, e vari tipi di array, diver-
samente dimensionate). Non mancano
le strutture di controllo, come strutture
condizionali, salti condizionati e incondi-
zionati, o, ancora scheduling di proces-
so. In ossequio alla più avanzata liceità
ai dettati dell’O.O. addirittura anche il
browser, i debugger e il compilatore
sono strutturati come classi.
Accanto a questa dovizia di strutture
invece appare il vero tallone d’achilie
deH’ambiente. Sembra strano che, a
fronte di una documentazione eccellen-
te per quanto attiene alla struttura
stessa del linguaggio (cosa ancora più
significativa se si considera la limitatez-
za dell’hardware del periodo in cui
SmallTalk comparve per la prima volta)
esistono forti lacune nella gestione del-
l’interfaccia utente (vedasi, ancora, di
A. Goldberg, «SmaliTalk-80, creaiing a
user interface and graphical applica-
tion»). Ma il relativo ritardo con cui si è
affrontato l’argomento ha portato addi-
rittura a un beneficio che allo stato at-
tuale si basa sulla individuazione, nella
creazione e gestione di una corretta in-
terfaccia utente, di tre strutture (classi,
ancora una volta) principali il modello,
la forma e il controller.
Essenzialmente, la struttura modello-
vista-controller (detta confidenzialmen-
te MVC) rappresenta la divisione del la-
voro tra le vane componenti dì una
struttura grafica interattiva.
Il primo componente (modello) con-
serva l’informazione (rillustrazìone) sul-
lo schermo, in una struttura di dati
complessa che contiene informazioni
grafiche e non grafiche. Compilo del
blocco «vista» e quello di rendere l'in-
formazione presente nel modello come
una immagine che può essere proietta-
ta sullo schermo. Infine appare il con-
troller, che manipola le interazioni del-
l’utente (pressione di tasti, di mouse o
di comandi software) per modificare
l'immagine proiettata dalla componente
iiview».
E cosi, anche stavolta, dobbiamo fer-
marci, continueremo però a parlare del-
la struttura dei modelli, anche per
quanto attiene all'interfaccia in una del-
le prossime puntate.
ss
232
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
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VENDHA SU APPUNTAMENTO IN ORARI
A RICHIESTA DEL CUENTE
ATARI ST
NeoDesk 3*0
Il nuovo desktop per ST e TT
di Vincenzo Fofcarelh
Il desktop standard delle
macchine ST. pur essendo
molto semplice ed intuitivo,
non usufruisce di una grafica
accattivante e di numerosi
strumenti per lo sfruttamento
delle risorse del sistema
operativo. Il prodotto in
prova, NeoDesk 3.0.
sviluppato dalla Gribnif
Software al contrario si
prospetta come una completa
ed adeguata rielaborazione
del desktop delle macchine
ST e finanche dei nuovi TT
Presentazione ed installazione
Il confezionamento del programma e
del tipo «economico»: scatola in carto-
ne leggero, manuale (per ora in inglese)
in brossura, due floppy disk (Master Di-
sk con il programma, Extra Disk con uti-
lity ed accessori), li programma non è
protetto e per evitare una eccessiva dif-
fusione illegale, i distributori hanno
adottato la tecnica della certificazione e
personalizzazione implicita nella installa-
zione. La prima fase deH'installazione
avviene lanciando il programma REGI-
STER.PRG (contenuto nel Master Disk)
che, in un appropriato dtalog box, richie-
de tutti I dati dell’utente o della società.
A registrazione terminata i dati vengono
criptati airinterno del disco, che quindi
deve essere sprotetto. Questo disco o
una copia di questo, saranno necessari
per l'avviamento del nuovo desktop.
Una copia deve comunque essere fatta
per inviarla al distributore italiano (Uma-
na S&S) che prowederà ad inviare gli
aggiornamenti, compreso il prossimo
manuale italiano, al cliente ufficiale.
Avviamento
Dopo la personalizzazione, il Master
Disk può essere salvato su hard disk
per sfruttare la maggiore velocita di
questo ed eventualmente per assicurar-
si il nuovo desktop direttamente in
boot- Per avviare in boot NeoDesk è ne-
cessario seguire strade diverse se si uti-
lizza il TOS 1.4 0 le precedenti versioni.
Nei primo caso basta installare l’appli-
cazione NEODESK3.PRG come auto nel
Menu Instali Application, nel secondo
caso è necessario copiare nella cartella
auto il programma STARTGEM.PRG e
nella root directory il file START-
GEM.INF. Quest'ultimo contiene sem-
plicemente il path del programma del
NEODESK3.PRG. L’avviamento del pro-
gramma può avvenire anche dall’interno
di un programma che preveda il lancio
di applicazioni (ad esempio ADIMENS
provato sullo scorso numero di MC).
Nella richiesta di memoria RAM NeoDe-
sk è piuttosto parco (solo 35K) e quindi,
a meno di particolari incompatibilità,
non ci sono problemi lavorando con me-
no di un Mbyte,
Il nuovo desktop
I) nuovo desktop si mostra immedia-
tamente più curato graficamente e con
nuove risorse (Printer e Clipboard). In
realtà c'è molto altro dietro il semplice
«lifting». Le icone a disposizione posso-
no essere completamente rielaborate
senza limiti di forma (rimangono limitate
le dimensioni), il fondo può essere qua-
lunque immagine in formato Degas o
NeoChrome, sul fondo stesso possono
essere inseriti in maniera interattiva
messaggi lunghi fino a 1024 caratteri. Il
font utilizzato in questi testi è il corpo 6
delle icone, sufficiente ad aggiungere
informazioni ed aiuti sotto le varie risor-
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
ATARl ST
se. Il clipboard è uno strumento utilis-
simo come buffer nello scambio veloce
di file di ogni tipo ma non va confuso
con una ram disk (comunque installabi-
le), in quanto ad ogni lancio di applica-
zioni. il suo contenuto viene annullato.
Questo perché il clipboard utilizza la
memoria in maniera dinamica e la rila-
scia completamente quando si lancia
un'applicazione. Un punto molto qualifi-
cante del nuovo desktop è la possibilità
di aggiungere risorse, semplicemente
trasportando utility o più in generale
programmi, direttamente sul suo piano
di lavoro. Questa possibilità è apprezza-
tissima soprattutto quando si utilizzano
frequentemente gli stessi programmi. È
comunque evidente che l'applicazione
deve essere raggiungibile attraverso il
floppy inserito o meglio l'hard disk.
Queste nuove risorse, definite Active
Icons, possono essere gestite esatta-
mente come quelle tradizionali (disk dri-
ve, hard drive, ecc...). Trasportando, ad
esempio, l'icona di Wordplus sul de-
sktop si trasforma il programma in Acti-
ve Icon e trasportando su questa un
qualunque file testo si ottiene il lancio
del programma e l'editing del file. Per
ottenere il massimo della operatività
con le Active Icons è estremamente
consigliato l'uso di un hard disk o di lar-
ghe ram disk. L'ottimizzazione degli
strumenti del desktop ha condotto, tra
l'altro, ad un sistema polente ed effi-
ciente nella copia di floppy, indipenden-
temente dalla loro formattazione. In det-
taglio sono disponibili tre modalità di co-
pia: Files Oniy, With Format, No For-
mat. La prima permette la copia dei soli
file, anche nascosti, senza cancellare il
contenuto del disco destinazione. La se-
conda riproduce, per quanto possibile,
la formattazione del disco sorgente sul
disco destinazione. La terza modalità di
copia è un'ottimizzazione in velocità di
quella tradizionale.
Le nuove finestre
Le nuove window di NeoDesk sono
arricchite di nuove informazioni e con-
trol-button. La prima novità che si nota
è l'assenza deila scroll-bar orizzontale.
Questo perché le nuove finestre pre-
sentano i file sfruttando la massima lar-
ghezza fissala e distribuendo gli even-
tuali rimanenti in lunghezza. In tal modo
è necessario scorrere con il solo
«ascensore» verticale, evitando quel fa-
stidioso movimento incrociato per ricer-
care un file. Le nuove informazioni vi-
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
ATARI ST
sualizzate riguardano il Volume Name.
le informazioni dei file selezionati ed il
path editabile (anche se attraverso un
comando della Menu-Bar). I nuovi con-
trol-button permettono l’invio a sfondo
della finestra, la duplicazione della stes-
sa (utile quando sono presenti piu sub-
directory), la divisione in due parti con-
trollabili separatamente (ad esempio per
visualizzare contemporaneamente solo
Cima e fondo della finestra), la possibi-
lità di selezionare tutti gli item e la pos-
sibilità di visualizzarli per testo od icona.
La gestione dei file tra le finestre per-
mette non solo la copia ma anche il mo-
vimento. Questa modalità può essere
configurata nel Set Preference. Le fine-
stre ora contemporaneamente visualiz-
zabili sono 7 ed ognuna di queste può
avere un diverso ordinamento, un diver-
so filtro di visualizzazione, una qualun-
que combinazione di finestre ad icone o
a testi (anche con font diversi). Sfortu-
natamente tali proprietà non sono ere-
ditate dai programmi che sfruttano il
GEM e le sue finestre (Wordplus non
può comunque visualizzare più di quat-
tro documenti contemporaneamente).
La nuova gestione delle finestre inattive
è più flessibile. Infatti quando una fine-
stra non è selezionata, compaiono
ugualmente tutti i control-button (ascen-
sore, frecce di scorrimento, ecc...) e
sfruttando entrambi i tasti del mouse
(premendo prima il destro e poi il sini-
stro) è possibile gestirne le funzionalità
(ad esempio facendo lo scroHing di una
finestra senza renderla attiva). Relativa-
mente ai diaiog box, la novità essenziale
è la possibilità di trasportarli in una qua-
lunque zona rendendo visibile le infor-
mazioni sottostanti (che il più delle volte
sono essenziali nella compilazione dei
campi).
La nuova Menu-Bar
Alle quattro Menu-Entry del tradizio-
nale desktop (Desk, File, View, Options)
è stata aggiunta la nuova Sort. Scorren-
do con il puntatore i vari Menu si os-
serva immediatamente l'aumento delle
funzioni e soprattutto l'uso di Keystro-
ke, ovvero della possibilità di attivare le
varie funzioni anche attraverso combi-
nazioni di tasti e non necessariamente
puntando e cliccando. Tra le voci della
NeoDesk-Entry si trovano i soliti acces-
sori del GEM 0 specifici di NeoDesk ol-
tre alla About NeoDesk. Cliccando su
quest’ultima si ottengono numerose in-
formazioni tra cui la versione del TOS
n.O, 1.2, 1.4), la memoria installata e
quella libera. Nel Menu File le voci nuo-
ve sono Setect All Item, Search Drive,
Search at Path. Queste permettono ri-
spettivamente di selezionare tutti gli og-
getti di una finestra attiva (operazione
peraltro disponibile sulla finestra stes-
sa), di ricercare un file sul drive selezio-
nato (Search Drive) o quello corrente
(Search at Path), Tutti i comandi tradi-
zionali Open, Show Information, Format
Disk, ecc... risultano aggiornati e velo-
cizzati. Il nuovo comando Open quando
applicato a file non eseguibili come file
testo 0 file immagine non genera il so-
lito diaiog box per la stampa o la visione
ma ne dà immediata visualizzazione a
schermo sfruttando l'editor interno o un
qualunque editor installato ad hoc. Per i
file immagine (Degas o Neo) se si è nel-
la corretta risoluzione si ha direttamente
la visualizzazione. La procedura di for-
mattazione dei floppy prevede il settag-
gio del numero di tracce, settori e la
compatibilità con la formattazione MS-
DOS. Tra l'altro è possibile interrompe-
re una formattazione in qualunque mo-
mento premendo Undo o Control-C. Nel
Menu View la novità più interessante è
quella di poter settate le informazioni da
visualizzare per ogni file (data, lunghez-
za, ecc...) e la possibilità di stampare la
directory del drive attivo. Nel Menu
Options si osservano le facility che più
delle altre rendono interessante (fino al-
l'indlspensabilità) l'uso di NeoDeskS. In-
stali Desktop Icon permette l'installazio-
ne e la rimozione di una Active (con, po-
tendo scegliere tra i vari clip grafici o
creandone di nuovi. Per creare nuove
icone è disponibile il comando Edit
Icons. Cliccando su questo si ottiene un
completo icon editor. Instali Application
riprende, espandendole, le funzionalità
del desktop tradizionale. Cliccando su
Begin Macro diviene finalmente dispo-
nibile per gli utenti ST un registratore di
macro in GEM, Dopo il clic ogni opera-
zione effettuata con il mouse o con le
varie combinazioni di tasti, viene regi-
strata; lo stop alla registrazione si dà
cliccando su End Macro. La macro vie-
ne catalogata sia con un nome che at-
traverso un definibile Keyboard Shortcut
che altro non è che una combinazione
di tasti. Premendo tale combinazione di
tasti 0 richiamando la macro attraverso
il comando Excute/Change Macro si ot-
tiene l'esecuzione dei passi registrati.
236
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
ATARI ST
I diBlog box possono
mlerawvsmenie
Le macro definite possono essere lega-
te al desktop, in maniera tale da averle
in linea nel momento stesso in cui si av-
via NeoDesk. attraverso il Set Preferen-
ce. Set Preference permette il settaggio
di un insieme di parametri operativi e di
sistema. Quelli operativi permettono di
stabilire la richiesta di conferma nelle
operazioni sui file, elencare gli accessori
da installare ed i file .INF da caricare;
quelli di sistema stabiliscono se far ri-
siedere in memoria permanentemente
NeoDesk, quale sia il numero massimo
di folder. quale programma deve essere
eseguito in auto, ecc...
Accessori ed utility
NeoDeskS può caricare sia i tradizio-
nali accessori GEM che quelli sviluppati
direttamente con le sue nuove risorse.
A questi ultimi appartengono Neo Con-
trol Panel. Printer Queue, Recoverable
Trashcan. Il nuovo control panel per-
mette di aggiornare data ed ora oltre a
decidere se visualizzare l’orologio nel
desktop, attivare o disattivare l’eventua-
le blitter, scegliere il formato dei floppy,
attivare lo screen saver (stile Piró per
MAC), regolare la velocità di ripetizione
dei tasti, visualizzare l'uso del tasto Ca-
ps Lock, ecc... Il Printer Queue lavora in
connessione con l’icona standard di
stampante presente nel desktop. Pos-
sono essere inviati in stampa un mas-
simo di dieci file, ognuno di questi verrà
stampato in background. Sfortunata-
mente la stampa in background viene
interrotta lanciando programmi TOS.
Recoverable Trashcan è l’alternativa al
classico Trash che cancella i file in mo-
do irrecuperabile. In questo nuovo “ce-
stino rifiuti» i file vengono cancellati so-
lo virtualmente e possono essere recu-
perati in ogni momento. Un punto es-
senziale nella gestione di questi nuovi
accessori, il cui numero massimo è die-
ci, è la loro installazione: oltre a dover
risiedere nella root directory devono es-
sere previsti nel Set Preference. In par-
ticolare tali accessori, predisposti nel
preference con un numero d’ordine,
possono essere richiamati direttamente
premendo il tasto Alternate contempo-
raneamente al numero d’ordine (0-9).
Tra le utility, disponibili nel package in
prova, si fanno apprezzare un utile Neo-
Desk Font Converter che permette al
desktop di importare e gestire font
GDOS. Degas e FED, ed un NeoDesk
CU che permette la gestione a comandi
(MS-DOS like) delle risorse del sistema
operativo. Alcune voci dei drop-down
Menu come Edit Environment, hanno
significato soltanto se utilizzate con-
giuntamente al NeoDesk CLI. Sia gli ac-
cessori che le utility citati sono esempi
di programmi sviluppati espressamente
per il nuovo ambiente. In questi si ap-
prezzano tutte le feature di interesse
come la disponibilità dei dialog box tra-
sponabili, finestre inattive controllabili,
ecc...
Compatibilità
Contro ogni ipotesi semplicistica,
NeoDesk non crea problemi di consi-
stenza con il software di maggiore uso
e produttività. La prova è stata effettua-
ta lanciando dai nuovo desktop nume-
rosi programmi tra cui Calamus, Word-
pius. Adimens, CAD 3D, LDW Power
senza riscontrare il benché mimmo pro-
blema. Diverso è il discorso per pro-
grammi particolari come giochi, swi-
tcher ed in generale programmi stay re-
sident. Dal punto di vista, invece, del
pieno sfruttamento delle nuove risorse,
nessun programma indipendentemente
dalla compatibilità ne trae beneficio di-
retto. Solo gli accessori, disponibili at-
traverso la Menu-Bar, possono essere
utilizzati da qualunque programma
GEM. Per stimolare lo sviluppo di ap-
plicazioni specifiche per il suo ambien-
te, la Gribnif rende disponibile un com-
pleto development per i programmatori
in C.
Conclusioni
L’utente che ha avuto, anche casual-
mente. la possibilità di utilizzare inter-
facce grafiche utente (GUI) diverse da
quella standard ST, ha sempre avvertito
una certa limitatezza m quest’ultima.
Molte utility hanno preteso di colmare
singole lacune, senza puntare ad una
adeguata integrazione. Alcune caratteri-
stiche di NeoDesk3 sono già presenti
nel nuovissimo TOS030 del TT. In qua-
lunque caso il prodotto Gribnif risulta
superiore. Concludendo, NeoDeskS po-
tenzia la facilità d’uso del S.O., sempli-
fica le operazioni più frequenti, mette a
disposizione nuovi strumenti il tutto
per... 85.000 lire. Perché non acquistar-
lo!’
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
237
AMIGA
ANIM in LoRes
ricerca ed analisi di un metodo produttivo
di Bruno Rosati
Se la Commodore, con il
gigante 3000 partorisce il
topolino deirécs. dove i colori
e le risoluzioni
videograficamente praticabili
da sei anni a questa parte,
restano sempre le stesse... se
l'Agnus da due megabyte
ancora non può garantire il
«di più» grafico che
s'immaginava... se la
Professional Video Adapter
dev'esser ormai considerata
al pan di un bluff... se un
cerchio tracciato in LoRes è
sempre un insieme di linee
spezzate... se insomma tutto
CIÒ mostra l'indisponente
sfaf/c(fà del progetto: cosa
resta da fare a noi, poveri
amighevoli videografici?
Il primordiale slogan di mamma Com-
modore incitava ad «... amare Amiga!».
Senza nessuna coercizione, ma per libe-
ra e perfino comprensibile scelta, se
('amore è ormai andato, alla prossima
fermata di autobus si può anche scen-
dere. Scendere da Amiga e montare,
cito ad esempio, sul neonato ivlacin-
tosh-LC del quale tanto si vocifera, ma
del quale sinceramente non conosco
perfettamente le caratteristiche. Senza
tante perifrasi e con estrema pacatezza.
(Via se amore è? Se amore ancora è...
bisogna rimboccarsi le maniche e dedi-
carsi a riaccenderne la passione. Un'im-
presa che deve partire da un attento
«check-up» al quale è da sottoporre,
hardware e software, l’intero nostro si-
stema di lavoro.
Censire e dividere i «più» dai «me-
no». determinarne il peso e quantifica-
re, in relazione alle proprie esigenze,
quello che c’é da investire per rinvigori-
re la macchina grafica dei nostri (sfuma-
ti?) desideri.
Come affermammo neH'articolo di
febbraio, Amiga trova oggi, pur nel suo
staticismo, ancora due ottimi campi ap-
plicativi: l'animazione e la titolazione.
Bene, dando per «l'arte del titolare»
appuntamento ad uno dei prossimi nu-
meri. in questa occasione ci dedichiamo
al completamento della lunga conferen-
za sull'animazione. 0 meglio: l'ANIMa-
zione, come abbiamo sempre scritto,
per rendere sempre evidente l’impre-
scindibile punto di partenza e di arrivo:
lo standard ANtIVl. Oltre a questo, a
nostro modesto parere ce n’è stato
concesso soltanto un altro di «più»: la
tecnica aggiuntiva dell’uso dei mezzi
toni. I 64 colori deH’HalfBrite che accen-
dono il sesto bit-colore.
Bene, sommiamo ANIM ad HalfBrite,
aggiungiamo (’Overscan continuando a
tenerci stretto il nostro DPaint-lll e pro-
viamo a darci sotto d’ingegno, Ingegno
che, attraverso l’esemplificazione porta-
ta dalle diapositive poste a corredo,
spero di rappresentare nel modo più
completo possibile. Almeno nel senso
«amighevole» della videografica
E tanto per cominciare mettiamo su-
bito. sui piatti della bilancia videografica,
i «prò» ed i «contro» e vediamo qual è
l'equilibrio ricavabile.
figura ì ■ I Irancabolli
di tre diverse simula-
zioni graliche cancan-
malB per dimostrare
l’elBSliciia applicativa
dei 64 colon. i Irucchi
dello slumeiure di
nempimenio ed indi
care l’indirizzo produt-
tivo che il campo me-
dico-chirurgico ancora
può offrire.
238
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
AMIGA
LoRes: prò e contro
Se la vìdeografica fosse davvero una
bilancia, i «prò» su un piatto e i «con-
tro» sull'altro, vedremmo subito quanto
sarebbe (e tutto a favore dei «contro»!
lo squilibrio.
ANIM ed HalfBrite da una parte, l'uni-
co componente negativo sarebbe rap-
presentato dal pesantissimo «peso spe-
cifico» dell'effetto di aliasing. Riscontra-
bile su qualsiasi tipo di font si voglia
utilizzare e in ogni oggetto che abbia
forma sia circolare che ellittica, regolare
e non, il nostro, grande ed unico nemi-
co é lo «scalino».
Di risolverlo, a meno che non si usino
solo che linee orizzontali e verticali,
nemmeno a parlarne. I nostri sforzi do-
vranno esser indirizzati al suo esclusivo
contenimento. E fortunatamente di
trucchi e tecniche atte allo scopo ce ne
sono di efficaci. È anzitutto possibile
aggiungere sul piatto dei «prò» le fun-
zioni di ritocco e miglioramento (quelle
presenti nel Mode menu) del DPaint,
Un discorso più approfondito merita-
no i trucchi. Il primo è quello del riempi-
re gli oggetti con il maggior numero
possibile di sfumature cromatiche e di
creare, fra quella più esterna (perimetra-
le) e il colore dello sfondo, il contrasto
più armonico. Evitando il nero, ad esem-
pio, quando il colore perimetrale dell'og-
getto tende a gradazioni chiare o vice-
versa. In definitiva bisognerà aver cura
di evitare contrasti troppo netti. Un
background blu intenso, messo a con-
trasto con una perimetrale azzurra, op-
pure di nuovo il nero ma quando, a
perimetro, è posto un grigio, «nascon-
deranno» all'occhio i pixel più seghet-
tanti.
Se osserviamo i francobolli che com-
pongono la figura 1. possiamo notare
come, sia nelle forme irregolari delle
cellule che in quelle dell'occhio, è utiliz-
zato a piene mani il trucco delle sfuma-
ture cromatiche. Un espediente questo
che ha anche una sua risposta psicolo-
gica. L'occhio difatti, è inconsciamente
attratto dagli effetti concentrici che il
cromatismo procura e raramente saie
ad osservare i colori più periferici. Con-
trollando gli scalini esterni e fidandosi
del lato psicologico, la questione si risol-
ve felicemente.
Se l'Insieme delle diapositive vi ha
incuriosito, vi sarete senz'altro resi con-
to che l'intero set è dedicato in modo
esclusivo al tema medico-chirurgico. Un
importante fattore da evidenziare per-
ché animazione, presentazione e simu-
lazione grafica in genere, aldilà del vec-
239
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
AMIGA
I_ rRFPBNTD ITFl I H
□□RNER
□□□□□□
Figura 4 - Sempre il
Diamond in pnmo pia-
no Slavolla. opporlu-
namenle ingrandito ed
aUinato come «lipo-
40“. svolge addirittura
lumioni di lilolasione
preggiatur
che in HallBiiie Mo-
de. tecnica di smooth
SUI pixel propria del
DPaini
kkM
MA
AAA
chto discorso didattico {i tentativi di pro-
durre videolibri) offrono ormai ad Amiga
solo tale alternativa: ia realizzazione di
video-presentazioni congressuali.
Uno sbocco sempre interessante, an-
che se, rispetto al boom verificatosi in
passato, in lenta ma inesorabile chiu-
sura.
I margini ancora ci sono e questo
articolo deve provare a farveli sfruttare
nel miglior modo possibile. Per evitarvi
la brutta figura dei pixel-scalinati, per
rendervi consigli ed idee sulle modalità
di presentazione ed altri semplici accor-
gimenti estetici.
Arrivare a realizzare prodotti inappun-
tabili dal punto di vista tecnico e grade-
voli da quello puramente scenografico.
A tal riguardo porto ad esempio un
frame tratto da una videopresentazione
sulle Tecniche Chirurgiche per il Tra-
pianto della Cornea. Un vecchio script
(vedi fig. 21 che realizzai a suo tempo
con il terribile DVideo 1.2.
L'avvento dell'ANIM, la possibilità
dell’HalfBrite. ma soprattutto le versioni
«3» del DPaint e dello stesso DVideo.
mi hanno recentemente permesso di
realizzare una sorta di nupgrade» che il
cliente ha chiaramente gradito.
Soddisfazione reciproca a parte, covo
comunque un profondo senso di rabbia
e di rimpianto per il fatto che, ANIM,
DPaint e DVideo III, potevano benissi-
mo nascere due anni prima e dare ad
Amiga quel mercato che poteva avere e
non ha (ingiustamente) avuto.
É triste che potenzialità facilmente
sfruttabili fin dall'Inizio, siano state rag-
giunte soltanto cinque anni dopo e pro-
prio quando l'Amiga sembra aver inizia-
to una fase meno «scoppiettante" dal
punto di vista dell'innovazione. Una pro-
grammazione miope che ci conferma
(poveri amighi) d'esser nati da «un dio
minore».
Comunque, tornando in tema ed aldi-
là dell'apprezzamento al riguardo della
forma grafica ed al tipo di colorazione
dell'occhio, voglio attirare la vostra at-
tenzione sul tipo di titolazione imposto
alla presentazione dell'ANIM-script. Due
fasce nere che operano con semplici
«MOVE TO» e sulle quali, stampate in
bianco, viaggiano scritte composte dal-
l'unico tipo di font che, soggettivamen-
te parlando, non presta il fianco all'effet-
to scalino: il Diamond de! wortòench.
Sembrerà strano, ma senza andare in
cerca di videofont a destra e a manca, è
nel vecchio font-drawer di sistema che
ho trovato soddisfazione. La figura 3
mostra, del Diamond nei tipi 1 2 e 20, un
alfabeto maiuscolo/minuscolo sul quale,
lavorando di fino, ho ulteriormente affi-
nato i pixel più sporgenti. Questa figura,
come fatica, non è costata niente; il
sudore è però sceso voluminoso al mo-
mento di effettuare le modifiche sotto il
FED (Font EDitor) presente anch'esso
sul disco di sistema.
Nella figura 4, ad ulteriore conferma
(sempre a giudizio del tutto personale,
per carità!) è possibile vedere un altro
Diamond, opportunamente ridimensio-
nato, anche nel tipo «40» che ho ricrea-
to con le funzioni di resize del DPaint.
Impostogli un rapido ed efficace an-
tialiasing manuale, il titolo si è poi facil-
mente (e fluidamente) prestato ad uno
dei tanti tipi di «effetti... ad effetto» con
I quali la pagina di un titolo può essere
ravvivata.
In realtà il pannello nero su cui poggia
il titolo è composto da due semiquadn
tagliati in verticale che. ad un certo
punto, muoveranno uno verso sinistra e
l'altro verso destra aprendo lo schermo
all'immagine dell'occhio che mano a
mano apparirà a centroschermo.
Una tendina (wipe) a scorrimento la-
terale, diranno in molti, ricreabile senza
troppa fatica (e senza DVideo IN...) attra-
verso le funzioni elettroniche di un ge-
neratore di effetti. SI, rispondo io, ma il
generatore di effetti fa aprire e chiudere
tendine solo se uno lo possiede. Di
contro poi non si porta via i titoli sovrim-
pressi ed anche se produce in modo
estremamente pratico, non può certo
garantire l'elasticità dell'ANIM.
Nel mio ANIM si aprono i due pannelli
240
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
AMIGA
laterali e mano a mano che questi
scompaiono appare la figura dell'oc-
chio; su questo screen poi ecco scorre-
re le fasce nere dei titoli-guida, quindi
un eventuale wipe a «polvere di stelle»
di un box indicativo e così via. Quello
che insomma voglio metter in grande
evidenza è il notevole spazio creativo ed
estetizzante che gli screen «ANIManti»
rendono alla nostra abilità videografica.
Tutto nelle pagine grafiche da flippe-
rare. tutto grafico-digitale.
Le pulsazioni sanguigne a livello arte-
rioso, le contrazioni cardiache, il movi-
mento dei flagelli, fusioni e divisioni
cellulari, colorate ed animate dapprima
in singoli ANIMbrush e come tali inseriti
poi nell'ANIMscript finale; quindi le
schematizzazioni animate di dati statisti-
ci, come quelli raffiguranti i segni carat-
teristici delle «Malattie Reumatiche»,
riportati nelle altre figure a corredo:
simulazioni e presentazioni animate tro-
vano nelTANIM menu del DPaint, rispo-
ste pronte e praticabili.
E se a ciò aggiungiamo un geniocic?
Pensiamo ad una schermata dove si
procede alla simulazione grafica del tra-
pianto corneo visto prima; nessuno ci
vieta d’inserire un francobollo di «colore
zero» e su quello, con wipe ricreati in
ANIMbrush, di aprire in trasparente per
farci entrare dentro una fotografia ripre-
sa con la nostra telecamera. Foto bella-
mente analogiche arricchiranno la no-
stra rappresentazione grafica senza al-
tro sforzo se non quello della sincroniz-
zazione delle varie fasi simulate in grafi-
Insomma l'ANIM e il DPaint (più un
genlockl sono in grado di rendere un
ampio margine produttivo. Massima im-
portanza poi all'uso delTHalfBme e delle
funzioni del Mode menu.
Funzioni come Smooth e HalfBrite
l'uso delie quali sarà pressoché obbliga-
to al fine di contenere l'aliasing sui
videofont e sugli oggetti; una complica-
zione necessaria questa, giacché il risul-
tato che tali funzioni contribuiranno a far
ottenere darà finalmente equilibno ai
«piatti» della bilancia.
ANIM. DPaint. DVideo, HalfBrite e
tecniche di superimpose ancora rendo-
no possibile il «miracolo» e di conse-
guenza di fronte a tale rasserenante
affermazione, è giusto farci «due con-
ti». Delineare, sia come hardware che
come software, la nostra Workstation
Grafica e porci infine la più classica
delle domande: quanto costa un'opera-
zione amighevole del genere?
Il software
Un sistema che si configura tutt'intor-
no alle potenzialità grafiche dei 64 colori
dei 352x290 pixel di risoluzione trova le
sue basi-software in applicativi chiave
quali il DPaint-ill (per il disegno e la
creazione in ANIM) e il DVideo-lll (quale
player).
Il costo dei due applicativi è intorno
alle cinquecentomila lire totali.
Dischi di font-video (gli ANIMfont del-
la KARA Computer Graphics ad esem-
pio) 0 generatori di effetti speciali in
ANIM-format come TANIMagic della
Oxxi-Aegis, utili se non necessari, ag-
giungono al conto-software un altro
mezzo milione, portando il totale alla
classica cifra a set zen; un milione per
avere tutto.
Il Paint, il Generatore di Effetti Spe-
ciali, il Player e i Font animati; in pratica
tutto quello che un applicativo integrato
(di pari valore in fatto di costi) rende ad
altri personal, ma con risultati qualitativi,
mi sia concessa l’immodestia, inferiori a
quelli che i quattro «moduli» amighevoli
ci rendono. Una volta bastavano «mille
lire al mese» per sognare. Oggi solo per
videografare ci vuole almeno un mi-
lione.
L'hardware
Il primo problema è rappresentato
dalla velocità «grafica». Lavorando in
LoRes non sarà fortunatamente un pro-
blema il limite imposto dagli 8 Mhz del
68000. Chi tempestivamente ha già
provveduto a dotare di scheda accelera-
MCmicrocomputer n, 106 • aprile 1991
241
AMIGA
Figura 8 La crescia
ammala di ogni spirale
avverrà con un efieiio
simile al nempimenio
di un biccdieie In que-
sta diapositiva vengo-
no rappresenlali alcuni
fotogrammi principali
dell'ANiMbrush che
contiene l'intero set di
trame Maggiore sarà
il numero di questi tra-
me e il loro Sellale,
maggiore sarà l'ellello
di lluidilà
trtce (A2620 per )a maggior parte dei
casi) il proprio Amiga vivrà ovviamente
meglio, ma per gli altri che ne sono
sprovvisti (e a cui non mi sento più di
consigliarne l'acquisto visto quanto co-
stano queste schede e quanto di diver-
so offre il mercato...) non sarà certo una
sofferenaa.
Il mio A2000 in LoRes va ancora forte
col suo Blitter in resta!
Un acquisto altresì indispensabile è
invece l'hard disk.
Calcolando poi che un 40 Mbyte é
ormai il minimo e che nella fattispecie
l'accesso ai dati lo vorremmo il più
rapido possibile, ecco introdursi la ne-
cessità di disporre di una card della
GVP.
La nuova sene 2 dell'lmpact, con una
velocità di accesso ai dati nell'ordine
degli 1 1 ms, piu l'opportunità di poter
portare a bordo da 2 ad 8 Mbyte di
FastRAM, cade proprio a pennello. Un
40 Mbyte/11 ms con 2 Mb di RAM al
seguito, costa orientativamente intorno
al milione e mezzo.
Sottintendendo la disponibilità e l’e-
strema utilità di una tavoletta grafica
(l'Easyl che vi presentai tempo fa), un
altro acquisto da mettere in grossa evi-
denza é quello di una genlock card.
Questo a differenza dell'acceleratore è
davvero indispensabile. Senza pensare
al «broadcast» della MAGNI (roba da 5
milioni) è una ottima soluzione l'acqui-
sto del «semiprofessionale» Commodo-
re siglato A-2301 .
Le sue cinquecentomila lire le vale
tutte ed offre in più l'opportunità di
prelevare la sua uscita RGB per indiriz-
zarla ad un encoder di qualità (RGB/
PAD per un eventuale miglioramento
del segnale.
L'encoder da acquistare potrebbe es-
ser individuato nel mercato dell'usato
professionale, con un investimento me-
diamente attestato sul milione e mezzo.
Tra l'altro potremmo anche scegliere fra
codificatori (RGB/PAL videocomposito)
e più sofisticati transcodificaton (RGB/
PAL S-Video),
Questi ultimi separando il segnale di
uscita nelle sue componenti di luma e
chroma (il segnale dei S-VHS e degli Hi-
8) costeranno un po' di più.
Ma a prescindere dal tipo di codifica-
zione prescelta, attenzione; questo del-
l'encoder. è e resta un punto estrema-
mente importante e con un fine di vita-
lissimo significato: la qualità del segnale
da videoregistrare.
Un conto è vedere la stabilità e la
beltà deH’RGB, un conto lo scarso
output del videocomposito. Da questo
punto di vista sarà preferibile rinunciare
perfino all'hard disk ma MAI alla qualità
del segnale sull'output!
In definitiva, la nostra workstation ri-
configurata intorno all'amato A2000 po-
trebbe essere cosi concepita:
V HDcard/AO Mb-11 ms
12 Mb di FASTRAMI L I 500.000
2l Scheda genlock A-2301 L 500.000
3/ Fncoder esterno
IRGB/PAL e/o S Videoì L 1.500.000
41 Videonlll L 500 000
SI DPainl-lll L 250 000
61 DVideo-lll L 250 000
71 Easvl 2000 L 1.000 000
81 Software opzionale L 500 000
Il costo totale di sei milioni fra hard-
ware e software (a cui sarebbe d'ag-
giungere anche quello iniziale del com-
puter) è sconvolgente e vista l'uscita di
altri personal addirittura meglio dotati
(per non dire anche meno costosi) mi
farebbe passare come minimo per paz-
zo, se lo commentassi con le solite
chiacchiere di circostanza.
In effetti questa sarebbe la cifra che
dovrebbe spendere uno che, acquistato
da poco il suo A2000, si troverebbe a
doverlo ovviamente configurare all'uo-
po. Sparandogli addosso queste cifre
tale amico scapperebbe via ed avrebbe
tutta la mia solidarietà, perché non é
assolutamente cosa «igienica».
Ma andando per gradi: fra chi fa
videografica con me, da quattro anni a
questa parte e su queste colonne, chi è
quello che non ha già il DPaint. il DVi-
deo, il digitalizzatore e probabilmente
anche l'hard disk? Lo affermo con
estrema convinzione: nessuno' Altri-
menti non sarebbe videografico e non si
sarebbe comperato neanche il 2000.
Non VI sembra logico? OK; chi più, chi
meno, dentro il suo computer, avrà già
infilato pure un'espansione e forse la
scheda di Easyl..
Insomma. chi ha una «card» chi ne ha
un'altra, gli acquisti da fare non sono
certo tutti quelli esposti negli otto punti.
Valutando per esperienza, peso la ci-
fra media dell'ulteriore investimento in-
torno ai due milioni. Forse qualcosina di
meno, ma certamente non di più.
Anche se oggi potenziare un A2000 è
un'operazione da svolgersi con estrema
prudenza ed intelligenza c'è da conside-
rare un fatto determinante: Amiga pud
essere una soluzione «low-cost» (anche
se ormai mi sembra un eufemismo), ma
se si vuole ancora produrre, con i suoi
bravi ANIM, «creare buchi» per il gen-
lock 0 digitalizzare e manipolare tutte le
immagini che vogliamo, ciò non signifi-
ca né mai potrà giustificare una «low-
quality» finale.
Il prodotto dovrà esser assolutamen-
te all'altezza e dovremo quindi attrezzar-
ci di conseguenza.
Sì, Amiga può ancora dire la sua, é
una macchina ancora valida, soprattutto
in mano a chi la possiede da tempo e
con qualche scheda già inserita nelle
sue slot.
Come dicevamo all’inizio; «Amare
Amiga» E lo confermo; amare si può
ancora e per amore uno é disposto
anche a spendere qualcosa, magari
aspettando sempre quella specie di mi-
racolo sotto (orma di una scheda grafica
a 24 bit che ribalti completamente la
situazione.
ssss
242
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
PROGRAMMATE IL VOSTRO FUTURO.
Programmatelo in
di avere un maggiiir
to con una serie di
tlbPUBUSHER
SL'BNTXO.
cuna libertà senza por-
controllo dei program-
l’tilities che vi permet-
Creazione di appli-
•Manipolazione dei
re limiti aila vostra fen-
mi e di personalizzar-
teranno di migliorare
cazi<jni di pubtishing.
file indici NTX.
tasia. Clipper 5.0. la più
ne il linguaggio.
ulteruirmente le pre-
NETLIB.
SPELLCODE.
recente versione del
l'na nuova e miglio-
stazioni di Clipper 5.0.
Libreria per applica-
Controllo sintattico
ncHo si.stema di svilup-
rata documentazitine
FUNCky
zioni Clipper su rete.
di programmi e fiinzio-
po. pnxlotto dalla Nan-
disponibile On-Line.
La libreria per Clip-
Suppona Novell, Lui
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tuket e distribuito in
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alte prestazioni che as-
LLSA. Comprende fun-
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SJLVERCOMM.
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esecuzione, la sicurez-
del disco fisso, mouse.
Libreria per la ge-
video, stringhe, porta
stione della rK>rta seria-
ma libertà e sicurezza.
e la po.ssibiliià di distri-
seriale e file.
le R.S-232 con Clipper.
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biiire le applicazioni
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DGE 4.0/SIL\TRPAINT.
comandi e di finzioni.
sia in ambiente di rete
Dynamic Ov'erlay
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che single-user senza
Unker. da 5 a 10 w>lte
Clipper.
ALCOI. SpA
(RTl.ink), che permet-
bisogno di software ag-
più veloce di RTLink.
OVERLAYO.
\unLm’ik.:uKsiu‘"--
le di superare senza in-
giuntivo, fanno di Clip-
Permette di creare ver-
Gestione della me-
■hy:.’ ijts e w;j(>7
amvenienti la barriera
|3er 5-0 il miglior ime-
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moria espansa'estesa
dei (rtO Kb di memoria.
stimento per il vostro
gramma che termina-
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Un p re-pr< icessore
futuro.
no dopo n minuti o
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flessibile che consente
L'ambiente di svilup-
che funzionano solo fi-
Editor programma-
di octimiz.zare iPaidice,
ptj può essere imegm-
no ad una certa data.
bile per Clipper.
faXx mv
AMIGA
ÀRcxx
Il lìnsuagsìo REXX per Amiga
di Marco Ciuchini e Andrea Suatom
sesta parte
Dopo diverse puntate
dedicate all'esposizione della
semantica del linguaggio,
cercheremo di mettere in
pratica le conoscenze
acquisite, discutendo
un'applicazione di utilità
generale che non sia
finalizzata all'esemplificazione
dei concetti esposti, come i
semplici programmi che
abbiamo mostrato finora.
Discuteremo in particolare di
come realizzare in ARexx un
parser di comandi che abbia
caratteristiche simili a quelle
della funzione ReadArgs,
presente nella dos.library
dalla versione 36 in poi
IS.O. 2.0)
ARskx: Th« REXX Language
Produttore:
William S. Hsives
P.O. Box 308 Maynard, MA 01754
Prezzo :S50
Un parser dì comandi in ARexx
Vogliamo dunque realizzare in ARexx
qualcosa di più di un semplice esempio,
sia per dare un saggio delle potenzialità
del linguaggio, solo accennate durante
l'esposizione sistematica, pur condita di
esempi, sia perché l'esperienza ci inse-
gna che, appresi i concetti fondamen-
tali, è indispensabile metterli in pratica
su problemi concreti di una certa com-
plessità e, con il parser intendiamo pro-
prio stimolarvi in questo senso, propo-
nendo un problema che, come vedre-
mo, è di interesse generale e una so-
luzione che si presta ad essere rielabo-
rata secondo le diverse esigenze dei
programmatori.
Tuttavia qualcuno di voi si starà chie-
dendo perché proprio un parser, qual-
che altro invece si domanderà cosa si
intende per parser d\ comandi- Cerchia-
mo di accontentare tutti. Con il termine
parser di comandi intendiamo una fun-
zione in grado di eseguire l'analisi (nfare
il parsing») di una sequenza di caratteri
in base a delle regole sintattiche oppor-
tunamente codificate. Detto in questi
termini si può pensare che si tratti di un
argomento estremamente tecnico e pri-
vo di interesse pratico, mentre è vero
esattamente l'opposto. È operativamen-
te importante che un sistema operativo
definisca a livello di interfaccia verso l'u-
tente, la CLl (Command Line Interface)
nel caso di Amiga, uno standard per il
parsing dei comandi, in modo che l'u-
tente possa trovarsi a proprio agio an-
che di fronte a comandi mai utilizzati pri-
ma. conoscendo quanto meno i metodi
fondamentali per ottenere maggiori in-
formazioni 0 fornire parametri di ovvio
significato. Gli utenti di Amiga sanno
bene che questo non accade con la ver-
sione 1 .3 del sistema operativo, in cui
non esiste un parser di sistema, cosa
che ha provocato una spiacevole diso-
mogeneità nel modo in cui i vari coman-
di AmigaDOS accettano gli argomenti.
Anche a questa mancanza ha posto ri-
medio l'ottimo lavoro dei programmato-
ri di ARP (Amiga Resource Project), i cui
comandi fanno tutti uso delia funzione
GADSO della arp. library, un parser ve-
ramente efficace. Non intendiamo qui
descrivere il suo funzionamento (mag-
giori dettagli si trovano nell'articolo
l'SF». pubblicato su (V1C 86, nello spazio
dedicato al software dei lettori). .Ci limi-
tiamo a dire che la nuova versione del
sistema operativo di Amiga, il cui rila-
scio ufficiale dovrebbe essere imminen-
te, dispone finalmente di un parser, le
cui caratteristiche sono praticamente
identiche a quelle della GADSO,
Questa vicenda ci insegna che è op-
portuno che i comandi di linea abbiano
un modo uniforme, ma flessibile allo
stesso tempo, di chiedere all'utente gli
argomenti di cui hanno bisogno. Questa
è proprio la funzione a cui assolve un
parser di comandi. Se si considera che,
soprattutto sulle macchine veloci
(A2500 e A3000), gli script ARexx sono
destinati a sostituire molle delle utility
di sistema e non, attualmente scritte in
altri linguaggi, si capisce la necessita di
avere un parser efficiente anche per
questo linguaggio. Se poi questo parser
avesse le stesse caratteristiche di quel-
lo di sistema e considerato che la shell
esegue gli script ARexx esattamente
nello stesso modo in cui esegue un co-
mando CU, allora per l'utente l'integra-
zione tra ARexx e il S,0, 2,0 sarebbe
compieta...
Come avrete ormai capito, lo script
che vogliamo decrivere implementa un
parser quasi completamente compatibi-
le con quello di sistema nel S.O. 2.0 di
Amiga. Tra le sue caratteristiche elen-
chiamo:
— riconoscimento di parametri definiti
da una stringa di template comunque
ordinati sulla linea;
Bibliografìa
The REXX Language: a Practical Approach
to Programming -Second Edition M.F. Co-
wlishaw- Preniice Hall, 1990 ISBN 0-13-
780651-5.
244
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
245
246
MCmicfocomputer n, 106 - aprile 1991
AMIGA
Tipo Descrizione
«/A» Parametro obbligatorio. Se non è presente viene riportato un codice d'errore.
«/Fu Seleziona il resto della linea. Quando viene incontrato Questo tipo l'intera strìnga
che segue l’opzione viene presa come parametro, anche se contiene altre possibili
opzioni.
ii/K» Parola chiave. Il parametro viene definito solo se è specificata la parola chiave
definita dal nome dell'opzione.
«/M» Parametri multipli. L'opzione di questo tipo prende come argomento un numero
arbitrano di stringhe <in forma di vettore), prendendo tutte quelle che non soddi-
sfano le altre opzioni. Solo un’opzione di questo tipo per tempiale ha significato.
u/Nm Parametro numenco. Il parametro viene convertito in formato numerico.
«/Sn Parametro booleano. Il parametro viene impostato a VERO (TRUE) se è presente
la parola chiave definita dal nome della opzione.
n/Tu Parametro booleano. Il parametro viene cambiato di stato se è presente la parola
chiave definita dal nome della opzione.
TaOella A - 1 tipi ncpnosciuii dal parser
Funzione
Descrizione
datatype(Str,[Opz))
index(Strl,Str2.|Da))
substr(Str,Da.|Perì.[Con))
upper(Sir)
wordlStr. Num)
words(Str)
writechfFile, Su)
Controlla se il tipo de) parametro »Strn è iiOpz» e tor-
na un booleano.
Toma la posizione di "Str2» m «Stria a partire da
«Daa 0 0 se «Su2» non c'è.
Torna la sottostringa di «Stra a partire da «Oaa per
«Peni caratteri.
Converte «Stra m maiuscolo.
Torna la parola alla posizione «Numa m «Stra.
Torna il numero di parole in «Stra.
Scrive «Su» sul file logico «File».
Tabella B - Elenco delle fumioni bwll-in in "Parse.renxi
al massimo due, di cui una deve essere
il tipo «/A». Inoltre, rispetto al parser di
sistema nel S.O. 2.0, ci sono differenze
nell'interpretazione del tipo «/N» e delle
opzioni senza tipo {che non vengono ri-
conosciute dalla nostra funzione).
Veniamo finalmente al programma
vero e proprio, il cui listato è visibile in
figura 1 . È doveroso dire che comunque
si tratta di uno skeleton, la cui affidabi-
lità non deve considerarsi certa, ma che
può essere tranquillamente preso come
base e adattato (ma non troppo, se non
si vuole perdere l'aderenza allo standard
di cui abbiamo discusso) alle proprie
esigenze. In particolare è eventualmen-
te possibile eliminare, se non richieste,
le parti che riguardano il parsing delle
ozpioni di tipo k/F». «/A» e «/M». con
evidenti vantaggi in termini di dimensio-
ni e di velocità di esecuzione. Il pro-
gramma, che consiste di una routine di
test, della funzione ReadArgsO, che im-
plementa il parser vero e proprio (inci-
dentalmente questo è anche il nome
della funzione di parsing di sistema del-
la 2.0), e di alcune funzioni ausiliarìe, è
ampiamente commentato e non do-
vrebbe essere difficile da leggere. Tro-
verete all'opera molti dei concetti, delle
istruzioni, delle funzioni discusse nei
mesi passati, Se pensate vi possa es-
sere utile, vi invitiamo ad esaminarlo,
considerando le soluzioni da noi adotta-
te. ed a lavorarci sopra, scrivendoci
eventualmente i miglioramenti (e/o i
bug) da voi trovati. Nella tabella B si tro-
va una breve descrizione delle funzioni
bui!t-in che abbiamo utilizzato. I linkerdi
MC-Link potranno risparmiarsi la fatica
di digitazione, giacché provvederemo a
mettere on-line il listato con la keyword
AREXX.
Vediamo, attraverso il programma di
test, come funziona il nostro parser.
Una serie di esempi è riportata in figura
2. Si noti, all’inizio, la richiesta di help
interattivo. Ecco alcune osservazioni sul
comportamento del parser, che merita-
no di essere sottolineate:
— i parametri vengono riconosciuti in-
dipendentemente dalla posizione;
— la mancanza di parametri dichiarati
obbligatori causi il ritorno della condizio-
ne di errore (numero negativo);
— le abbreviazioni possono essere usa-
te liberamente, come pure il carattere
« = », invece dello spazio, come separa-
tore tra keyword e parametro;
— opzioni di alcuni tipi possono avere
effetti sulle altre opzioni. Ad esempio le
opzioni di tipo «/A» vengono soddisfatte
prima di quella di tipo «/M» e le opzioni
di tipo <i/F» prima di tutte le altre.
Come vedete i casi sono molti e la
complessità del programma è più che
giustificata.
A questo proposito non nascondiamo
che in presenza di molti parametri e di
tempiale complessi, la funzione impie-
ga, su Amiga 500 e 2000 non accelerati,
un tempo non trascurabile, sebbene
mai molto lungo, a completare la sua
opera.
Tuttavia nella maggior parte dei casi
questo non costituisce un grave proble-
ma ed è un prezzo più che accettabile
da pagare in cambio di un'interfaccia
verso l'utente cosi flessibile.
Questo parser, modificato secondo le
esigenze, può costituire una valida so-
luzione per i vostri script ARexx. Sotto-
lineiamo comunque che fa funzione
ReadArgs di cui abbiamo parlato DEVE
essere una funzione INTERNA (ovvero
non può essere salvata in un file sepa-
rato).
Questo perché solo le funzioni inter-
ne possono condividere in tutto o in
parte la symboi table del chiamante (nel
nostro caso lo stem «Params» è in co-
mune) e il REXX non prevede un altro
meccanismo semplice per passare un
numero variabile di argomenti. Inoltre
altre soluzioni potrebbero essere prese
in considerazione, non ultima, almeno
con il S.O. 2.0, quella di chiamare diret-
tamente la funzione di sistema, dato
che ARexx, con varie tecniche di cui for-
se parleremo in futuro, è in grado di
chiamare qualunque funzione delle li-
brerie del sistema operativo di Amiga,
sia residenti che su disco.
Conclusioni
Anche questa puntata è giunta al ter-
mine e qualche soddisfazione l'abbiamo
ricavata. Sul fronte del linguaggio vero e
proprio ci stiamo avviando a trattare ar-
gomenti forse meno didattici, ma di in-
teresse più concreto. Inoltre la prossi-
ma volta si inizierà finalmente a parlare
di interprocess communication, di mes-
saggi e porte, di programmazione in C
(dopo tutti questi mesi), il tutto ovvia-
mente connesso sempre con ARexx e
con il suo standard di comunicazione.
Non mancheremo comunque, quando
sarà possibile, di condire il tutto con gli
script, che sono comunque la base della
programmazione in ARexx e che vi in-
vitiamo a realizzare e ad utilizzare il più
possibile, in ogni occasione in cui la ve-
locità di esecuzione non e un parametro
fondamentale e può essere sacrificata
in cambio di una maggiore flessibilità e
possibilità di personalizzazione.
Questa è la linea di sviluppo che vor-
remmo seguire nel prossimo futuro.
Speriamo che voi ci seguiate. In ogni
caso siamo in attesa di feedback da par-
te vostra, per postai, o nella annunciata
area ARexx su MC-Link, pronti a correg-
gere la rotta se ci accorgiamo di avere
accorciato (o allungato) troppo i tempi.
PS
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
247
AMIGA
Programmare in C su Amiga (32)
di Dario de Judicibus (MC2Ì20I
Eccoci finalmente a parlare di
pulsanti a rilascio incrociato,
un controllo composito che
non fa parte di quelli standard
dell'Amiga, ma che Intuition
ci dà comunque la possibilità
di definire, estendendo cosi
l'interfaccia standard del
sistema m modo elegante pur
restando in linea con quelle
che sono le caratteristiche
del sistema
Conliguraiioni posSiMi
Nelle scorse due puntate abbiamo vi-
sto quelle che sono le due classi di pul-
santi più comuni, e precisamente quelli
a rilascio automatico e quelli a rilascio
manuale. In questa e nella prossima
puntata vedremo una tecnica per defi-
nire un gruppo di pulsanti mutualmente
esclusivi, e cioè a rilascio incrociato.
Mentre per i pulsanti a rilascio auto-
matico e per quelli a rilascio manuale
esistono delle ben precise tecniche di
sviluppo, la possibilità di costruire dei
pulsanti a rilascio incrociato è solo ac-
cennata nei ROM Kernel Manuais della
Commodore. Questi tuttavia riportano
comunque una serie di regole da segui-
re nello sviluppare questa classe di pul-
santi, al fine di evitare effetti collaterali
e problemi anche alla luce di nuove ver-
sioni del sistema operativo.
La tecnica qui adoperata è quindi solo
una delle tante che possono essere uti-
lizzate per la definizione e la gestione di
pulsanti mutualmente esclusivi, ed è
stata da me sviluppata proprio per que-
sta serie di articoli pubblicati da MCmi-
crocomputer. Inutile dire che essa se-
gue tutte le raccomandazioni della Com-
modore relative a questa classe di pul-
santi.
Qui, più che nei casi precedenti, si fa
uso della possibilità di estendere la
struttura Gadget per mezzo del punta-
tore UserData, a cui assoceremo come
di consueto l'indirizzo ad una struttura
UBUT, leggermente modificata rispetto
a quella utilizzata per i pulsanti a rilascio
automatico e manuale.
Rispetto alle scorse puntate c'è una
novità: i quiz. Intramezzate al testo del-
l'articolo, ho introdotto un certo numero
dì domande, riportate in corsivo. Ogni
domanda si riferisce al codice che in
quel momento sto descrivendo, chie-
dendovi di Identificare in esso errori, im-
precisioni, 0 possibili miglioramenti.
Nella prossima puntata pubblicherò le ri-
sposte a questi quiz.
Andiamo quindi a descrivere le due
nuove funzioni CreateXButtonsO e De-
leteXButtonsI). Nella prossima puntata
vedremo la SelectXButtonsO e la Di-
splayBattonsO, che sostituisce la Di-
splayGadgetf) presentata in preceden-
za.
Pulsanti a rilascio incrociato
Il criterio di base utilizzato e il seguen-
te:
Considerare il gruppo dei pulsanti mu-
tualmente esclusivi come un unico con-
trollo. in CUI ci sia sempre uno ed un so-
lo pulsante selezionato, ed in cui la se-
lezione di un altro pulsante comporti la
deselezione automatica di quello sele-
zionato fino a quel momenro.
Per quello che riguarda la struttura di
questo nuovo controllo, ho scelto due
configurazioni fra le tante possibili' una
struttura orizzontale, in cui tutti i pulsan-
ti si trovano allineati lungo una retta di-
sposta parallelamente al bordo superio-
re della finestra, ed una struttura verti-
cale. in CUI i vari pulsanti sono incolon-
nati uno sotto l'altro, leggermente di-
stanziati e con i bordi laterali allineati,
come SI può vedere in figura 1.
In entrambi i casi i pulsanti hanno tut-
ti le stesse dimensioni, e cioè hanno la
stessa altezza, basata sulle dimensioni
dei caratteri del testo, e la stessa lar-
ghezza, calcolata prendendo il testo piu
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
AMIGA
lungo fra Quelli associati ad i singoli pul-
santi del gruppo. La scelta è stata fatta
per motivi puramente estetici, e quindi
soggettivi. D’altra parte, se per la con-
figurazione verticale tale scelta porta a
dare al gruppo una forma rettangolare,
esteticamente più elegante, nel caso
della configurazione orizzontale si po-
trebbe optare per una scelta tesa ad ot-
timizzare lo spazio disponibile, dato che
comunque la forma dell'intero gruppo ri-
mane quella di un rettangolo basso e
molto lungo, come si può vedere in fi-
gura 2.
In quest'ultimo caso, tuttavia, sarà
necessario modificare la funzione che
crea il gruppo di pulsanti, differenziando
I due casi. Lascio a voi questo semplice
esercizio.
Per quello che riguarda il posiziona-
mento del gruppo, valgono le stesse
considerazioni già fatte nella 30® punta-
ta per gli altri pulsanti, con l'unica dif-
ferenza che tale posizionamento non è
relativo ad un singolo pulsante, ma al
rettangolo che circoscrive il gruppo, pre-
so come un tutt'uno.
Quindi, se le ascisse sono positive, si
riferiscono alla distanza del bordo sini-
stro del primo pulsante dal bordo sini-
stro del contenitore. Se esse sono ne-
gative, si riferiscono alla distanza del
bordo destro àeW'ultimo pulsante dal
bordo destro del contenitore. Analoga-
mente, se le ordinate sono positive, al-
lora si riferiscono alla distanza del bordo
superiore del primo pulsante dal bordo
superiore del contenitore, mentre se
sono negative, si riferiscono alla distan-
za del bordo inferiore óeW ultimo pulsan-
te dal bordo inferiore del contenitore
(vedi figura 3).
L’unico controllo che non viene effet-
tuato automaticamente è che il gruppo,
così posizionato, rientri effettivamente
tutto nella finestra.
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
249
AMIGA
Strutture e costanti
Vediamo quali nuove costanti e quali
strutture e stalo necessario definire per
disegnare e gestire un gruppo di pulsan-
ti a rilascio incrociato Fate riferimento
al listato riportato in figura 4.
Innanzi tutto abbiamo due nuove clas-
si, e precisamente ROWBUTTON-
GROUP per la configurazione orizzonta-
le. e COLBUTTONGROUP per quella
verticale. Si e reso necessario inoltre
modificare la struttura UserButton, già
utilizzata in precedenza, aggiungendovi i
puntatori a due strutture Gadget. First
punta sempre al primo pulsante del
gruppo, mentre Selected punta sempre
al pulsante che al momento si trova nel-
lo stalo selezionato. In questo modo, in
pratica, ogni pulsante del gruppo sa co-
me trovare questi due pulsanti. Il primo
serve infatti quando si vuole operare
sull'intero gruppo, dato che di fatto il
puntatore a tale pulsante rappresenta
anche il puntatore all'intero gruppo, Ad
esempio, quando si deve rimuovere il
gruppo per poter effettuare qualche
cambiamento ai dati ad esso associati.
Il secondo serve quando l’utente sele-
ziona un altro pulsante, e quindi la pro-
cedura di gestione del gruppo deve de-
selezionare quello precedentemente se-
lezionato Una raccomandazione: se do-
vete effettuare una Qualunque modifica
ad un campo m una delle strutture che
definiscono un pulsante, dovete prima
rimuovere il pulsante dalla lista dei con-
trolli. effettuare la modifica in questio-
ne. e quindi raggiungere quel pulsante
nella lista
Questo non vale solo per i pulsanti a
rilascio incrociato, ma per qualsiasi altro
pulsante gestito da intuition
CreateXButtonsO
Questa è la funzione che definisce le
vane strutture necessarie ad Intuition
per disegnare il gruppo di pulsanti mu-
tualmente esclusivi. La struttura è ana-
loga a quella della CreateButtonO. già
utilizzata per i pulsanti a rilascio automa-
tico e manuale. A differenza di quest'ul-
tima, tuttavia, sono presenti una serie di
cicli \loop\ dato che in effetti dobbiamo
definire piu di un pulsante.
Vediamo ora in dettaglio la procedura.
Per prima cosa vediamo quali para-
metri vanno passati per definire il grup-
po dei pulsanti. Sono otto, e precisa-
mente
ìd
l'tdeniilicativo del grupp». dal quale vengono
ricavati gli identificativi dei singoli pulsanti:
txt
il puntatore ai testi da visualizzare nei singoli
pulsanti.
container
il puntatore alla solita struttura contenitore.
*.V
ia posizione del contenitore del gruppo, se-
condo I criteri precedenten^ente riportati,
class
la classe relativa alla configurazione scelta
per il gruppo, e cioè se a pulsanti allineati op-
pure incolonnati,
button
il numero d'ordine de! pulsante che va ini-
zialmente selezionato (e cioè se il primo, il
secondo, il terzo, e cosi via).
QUIZ #7 • nel codice riportato in figu-
ra 5 mancano alcuni controlli che vanno
assolutamente effettuati per prevenire
un utilizzo improprio della funzione, e
garantire cosi che esso venga eseguito
correttamente. Quali sono queste veri-
fiche?
Un paio di considerazioni aggiuntive.
Dato che il gruppo di pulsanti a rilascio
incrociato è un controllo composito, è
necessario assegnare ad ogni singolo
pulsante del gruppo un proprio identifi-
cativo. Intuition infatti non riconosce il
nuovo controllo come un singolo ogget-
to, ma vede ogni pulsante come una
entità a sé stante, e quindi passa alla
funzione che gestisce i messaggi rela-
tivi alla selezione di un pulsante del
gruppo l'identificativo di quel messag-
gio, e non quello del gruppo. Quando
definite l'identificativo del gruppo, quin-
di, riservatevi un certo numero di iden-
tificativi a partire da quello, pari almeno
al numero di pulsanti nel gruppo. Me-
glio ancora, nel caso che in una versio-
ne successiva del vostro programma
decidiate di aggiungere altri pulsanti al
gruppo, lasciatevi alm
identificativi in più. Non
A questo propo'sito, p
re una funzione che ver'
pulsante fa parte di un g
in figura 6 ho riportato le S|
la funzione in questioni
La seconda consideri
testi da associare ad i
Al contrario di quanto
CreateButtonO, qui v
puntatore ad un vettore di stringhe di
caratteri, piuttosto che quello ad una
singola stringa. Attenzione quindi ad as-
sicurarvi che tale vettore contenga un
numero di elementi uguale (o superiore)
250
MCmicrocompuler n 106 - aprile 1991
AMIGA
s:siii;ais::;s, ssKussi::;::,--.',
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
25-
AMIGA
Figura 6 - isButlonInGroupI).
Figura 7 ■ DeleteXButlonsO.
a quello passato nel parametro n, altri-
menti correte il rischio di associare al
testo di un pulsante un'area di memoria
a caso, magari lunga svariate centinaia
di byte prima che venga incontrato un
byte nullo che segnali la fine della falsa
stringa.
E torniamo ora alla CreateXBut*
tonsO.
La prima parte è analoga a quella del-
la CreateButtonU. Serve cioè ad allo-
care la memoria necessaria ad allocare
le singole strutture dati necessarie a de-
finire il gruppo. Notate come la tecnica
adottata rivela ora tutta la sua potenza
permettendo di effettuare una sola al-
locazione di memoria a fronte dell'allo-
cazione di un numero elevato di strut-
ture. Si tratta di una tecnica da me svi-
luppala quando ho scritto la prima ver-
sione del programma gadgets e che
oramai applico spesso nei miei pro-
grammi.
Il blocco di codice seguente contiene
un ciclo che assegna ad ogni pulsante
quei campi che sono comuni a tutti i
pulsanti (come Flags o GadgetRen-
der), l'identificativo del pulsante (calco-
lato a partire da quello di gruppo), ed il
puntatore al testo associato a quel pul-
sante. Ogni pulsante, poi. viene aggan-
ciato a quello successivo nel gruppo,
utilizzando il campo NextGadget.
Come si può vedere in figura, al cam-
po Activation è stato assegnato il va-
lore
GADGETIMMEDIATEITOGGLESELECT
Ora, se ben ricordate quanto detto tre
puntate fa, esistono delle precise rac-
comandazioni della Commodore a que-
sto riguardo. Queste consigliano di uti-
lizzare il valore GADGETIMMEDIATE
ma non il valore TOGGLESELECT. Ora,
è vero che seguire una raccomandazio-
ne da parte della casa madre è impor-
tante, ma è pur vero che è fondamen-
tale per un programmatore capire il per-
ché della stessa, in modo da utilizzarla
nel modo migliore, ed avere la possibi-
lità di valutare i rischi che si corrono od
i problemi che si possono incontrare
ignorandola.
Saper programmare non vuol dire in-
fatti seguire pedissequamente un insie-
me di regole ed applicare alia lettera al-
goritmi definiti da qualcun altro, ma ca-
pire a fondo un problema in un contesto
ben definito, ed individuare una soluzio-
ne che risolva tale problema in modo ef-
ficace, e con un buon rapporto tra effi-
cienza e costi-
Vediamo quindi di capire il perché la
Commodore consiglia l'utilizzo di certi
valori, e perché ho deciso di seguire so-
lo parzialmente tali raccomandazioni.
Per quello che riguarda il valore GA-
DGETIMMEDIATE il motivo è sostan-
zialmente il seguente. Quando un pul-
sante del gruppo viene premuto, il pro-
gramma che riceve da Intuition tale in-
formazione, prima di effettuare qualun-
que modifica alle strutture relative al
gruppo al fine di gestirne un corretto
funzionamento, deve rimuovere tali
strutture dalla lista dei controlli, per evi-
tare seri problemi ad Intuition.
Dopo tutto non si può certo preten-
dere che uno continui ad usare la pro-
pria automobile mentre il meccanico ne
sta riparando i freni, no? Ora, almeno
sotto 1 .3, rimuovere un controllo attivo
può creare dei problemi. Supponiamo di
aver specificato RELVERIFY invece di
GADGETIMMEDIATE. Allora un utente
può tenere premuto un certo pulsante
per un periodo lungo senza che il pro-
gramma lo sappia, dato che è il rilascio
del pulsante ad emettere il messaggio.
Supponiamo ora che l'utente faccia un
doppio click sul pulsante, tenendolo poi
premuto sul secondo click. Il primo click
scatena l'evento RELVERIFY, la proce-
dura di gestione del gruppo di pulsanti
a rilascio incrociato viene attivata e, ov-
viamente, cerca di rimuovere tutti i pul-
santi del gruppo, uno dei quali, però
(proprio quello che ha fatto emettere il
messaggio da Intuition) è tuttora attivo
e premuto. E questo crea seri problemi
ad Intuition. Usando viceversa solo GA-
DGETJMMEDIATE, il controllo rimane
attivo solo all'istante della selezione, e
non per tutto il tempo che l'utente lo
tiene premuto.
In quanto al valore TOGGLESELECT,
c'è tuttora un dibattito in corso nel mon-
do dei programmatori Amiga, Il motivo
iniziale che ha portato la Commodore a
consigliare l’utilizzo del rilascio automa-
tico per I pulsanti mutualmente esclusi-
vi, consiste nel fatto che di tali pulsanti
SI sa sempre lo stato dopo che l'utente
li ha selezionati, mentre nel caso dei
pulsanti a rilascio manuale bisogna con-
trollare il campo Flags, per verificarne
effettivamente lo stato. In pratica e piu
semplice gestire i primi che i secondi.
Non esiste tuttavia una vera controindi-
cazione all'uso di TOGGLESELECT per
i pulsanti a rilascio incrociato. Ed e pro-
prio questo il motivo che mi ha spinto
ad utilizzare questa tecnica di rilascio.
Volevo vedere effettivamente a che tipo
di problemi potevo andare incontro. Al
momento non ne ho riscontrato alcuno.
Se poi qualcuno dovesse invece trovarsi
di fronte ad un comportamento anoma-
lo imputabile alla TOGGLESELECT, gli
sarò grato se vorrà informarmi a riguar-
do, e con me molti altri che stanno tut-
tora analizzando la cosa negli Stati Uniti
ed in altri paesi.
QUIZ #2: esiste un modo per rispar-
miare memoria ed ottimizzare cosi l'in-
sieme delle strutture che definiscono il
gruppo
Il ciclo calcola anche la lunghezza e
l'altezza massima dei singoli testi asso-
ciati ai pulsanti del gruppo.
QUIZ #3: nel codice contenuto in
Questo ciclo, c'è un'Istruzione che po-
trebbe essere tranquillamente portata
fuori ciclo. Quale?
A questo punto c'è un secondo ciclo,
che associa ad ogni pulsante la stessa
252
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
AMIGA
lunghezza ed altezza, e centra il testo.
QUIZ #4; nel codice contenuto in
Questo ciclo, c'è un errore che altera il
risultato che si vorrebbe ottenere. Qual
Il blocco successivo calcola la posizio-
ne dei primo e/o dell'ultimo pulsante, a
seconda del segno delle coordinate pas-
sate per il posizionamento del gruppo.
Da notare che il codice in questione non
calcola necessariamente la posizione
completa di uno dei due pulsanti estre-
mi. Infatti, se ad esempio l'ascissa è po-
sitiva ma l’ordinata è negativa, viene
calcolata l'ascissa del primo pulsante, e
l'ordinata dell'ultimo.
Per questo, quando poi si calcola la
posizione completa di tutti gli altri pul-
santi del gruppo a partire da questi dati,
vengono inclusi nel ciclo successivo an-
che I due pulsanti estremi. Tale calcolo
è impostato in due blocchi di codice se-
parati, a seconda della configurazione
scelta.
Nell’ultimo blocco di codice si costrui-
scono le strutture bordo. La scelta dei
colori in questo caso è stata la seguen-
te;
il bordo interno ha sempre lo stesso co-
lore (registro #2), sia che il pulsante sia
stato selezionato, sia che sia nello stato
non selezionato, mentre il bordo ester-
no è trasparente (registro #0) per i pul-
santi rilasciati, mentre ha un colore dif-
ferente [registro #3) per quello selezio-
nato-
li risultato finale è quello di avere tutti
I pulsanti del gruppo rappresentati da
una cornice di un certo colore che in-
cornicia il testo, salvo quello selezionato
che in più ha una seconda cornice di co-
lore differente che circonda la prima.
Selezionando un altro pulsante, la cor-
nice di selezione si sposta su quest'ul-
timo, e I! rimane fino a che non viene
effettuata una nuova selezione.
L'ultima istruzione serve appunto a
selezionare inizialmente uno dei pulsan-
ti del gruppo, dato che in questo ci deve
essere sempre un pulsante selezionato.
QUIZ #5.' notate come questa istru-
zione si trovi dopo i due blocchi di co-
dice che posizionano i van pulsanti, e
non prima. Perché?
DeleteXButtons^)
Questa macro (vedi figura 7) permet-
te di chiamare la funzione DeleteBut-
ton(). Quest’ultima è stata leggermente
modificata rispetto alla versione prece-
dente, come riportato in figura 8, in mo-
do da poter gestire anche gruppi di pul-
santi, e non più solo singoli pulsanti. In
pratica ora la funzione OeleteButtonf)
ricava da UserData anche il numero di
pulsanti che costituiscono il gruppo, co-
me già faceva in precedenza per le di-
mensioni dell'area di memoria utilizzata
per definire i pulsanti. Ovviamente, nel
caso di singoli pulsanti, tale numero
sarà uguale ad uno. I pulsanti di un
gruppo, infatti, sono aggiunti in sequen-
za alla lista dei controlli appartenenti ad
un certo contenitore. Per questo, se uti-
lizzate questo nuova tipo di controllo,
aggiungete sempre i vostri altri controlli
in fondo alla lista, per evitare di infra-
mozzare fra I pulsanti di un gruppo con-
trolli che non hanno niente a che vedere
con quest'ultimo. Se non fate cosi, cor-
rete il rischio di cancellare anche que-
sfoltimi quando cancellate il gruppo in
questione.
Conclusione
Nella prossima puntata vedremo altre
due funzioni relative ai pulsanti a rilascio
incrociato. La prima serve a gestire gli
eventi emessi a fronte della selezione di
un pulsante del gruppo da parte dell’u-
tente.
La seconda è una nuova versione del-
la vecchia DisplayCadgetO, già presen-
tata in precedenza in questa rubrica,
modificata per supportare sia pulsanti
singoli, che gruppi di pulsanti. Vedremo
inoltre come gestire questo nuovo con-
trollo composito in gdgmain.c ed, ov-
viamente, daremo la risposta al vari quiz
presentati in questa puntata. Come
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MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
253
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PD SOFTWARE MS-DOS
Un pot-pourri di Pubblico Dominio
di Paolo Ciardelli
Pot-pourri, è un termine più
culinario che altro; indica in
effetti un miscuglio di
ingredienti per lo più
eterogenei che compongono
una pietanza. Al tempo
stesso questa rubrica di
software di Pubblico Dominio
e Shareware, assume i
connotati di una miscellanea
in quanto deve prendere m
considerazione un po' tutto
quello che offre il mercato.
Stavolta iniziamo con
qualcosa di italiano, e più
precisamente di librerie in
Turbo Pascal, ma vedremo
anche programmi di
comunicazione, word
processing, data base, grafica
e di CAE iComputer Aided
Engineering) inviatoci da un
lettore.
Dimenticavo di ringraziare
tutti coloro che hanno aderito
all'iniziativa dei Pubblico
Dominio che stando alla
quantità di dischetti arrivati in
redazione è altissima! Da
segnalare inoltre che molto
software pervenuto è
corredato sia della
documentazione in italiano
che inglese: un notevole
sforzo per varcare le frontiere
Mouse Tpu 1.1 e NewExec 1.2
Autore di queste due Unit Shareware
per II Turbo Pascal 5.5 e/o 6.0 è Fran-
cesco Duranti di Roma, abbastanza no-
to negli ambienti della programmazione
in Turbo Pascal per aver prodotto alcuni
programmi niente male.
La prima libreria, Mouse.Tpu, serve
per gestire una periferica di puntamen-
to, mouse, con un driver Microsoft
compatibile da un programma scritto in
Turbo Pascal. La Unii è composta da 28
procedure capaci di gestire in modo
Graphic WorkShop 4.2
Programma per rielaborare le imma-
gini nei formati più conosciuti, consen-
tendo di intervenire sul colore, toni di
grigio, rotazione, ed altro, per chi lavora
con le immagini.
Supporta moltissimi formati, oggi pre-
senti nel mondo dei computer, tra i qua-
li Il formato GIF, MAC, IFF, PCX, TIFF.
WPG (WordPerfect) e tanti altri,
Il programma permette di convertire
una immagine a colori in una monocro-
matica, a sfumature di grigio. Per ese-
guire questa operazione sono presenti
più tipi di conversioni più o meno pre-
Neiia roto a fianco s<
non il menu dal quale
SI sceglie il /ormato di
grafico di
deslinamne GIF,
MAC, IFF. FCK TIFF.
WPG iWordParfecll.
semplice e potente le caratteristiche del
mouse.
La Unit NewExec, invece serve per
lanciare un programma da Turbo Pascal
e può essere utilizzata al posto della
procedura standard EXEC La procedura
contenuta nella Unii NewExec ricerca
automaticamente il programma da ese-
guire con le estensioni ,BAT, .EXE e
-COM se non ne e stata specificata l'e-
stensione permettendo di redirezionare
l'input e l'output. La ricerca del file ese-
guibile viene effettuata percorrendo l'in-
tera path del disco ngido.
cise e che impiegano più o meno tem-
po per eseguire la conversione.
Si possono variare le dimensioni di
un'immagine, ruotarla, stamparla o vi-
sualizzarla. Appena lanciato verrà visua-
lizzato l'elenco delle immagini e tramite
I tasti funzione si potrà scegliere la fun-
zione da eseguire.
Questo programma funziona con
qualsiasi tipo di scheda video e data la
grande quantità di memoria necessaria
per convertire un'immagine ha bisogno
di memona estesa o espansa, In man-
canza di questa memoria può effettuare
la conversione <iswappandoi* la memo-
ria su disco.
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
255
PO SOFTWARE MS-DOS
Unit TSR, Print e GestEcc
Vista la enorme richiesta ricevuta in
redazione per le Unit scritte da Sergio
Poiini, abbiamo pensato bene di inserir-
le nel circuito PD.
Per mezzo della Unit TSR potrete ren-
dere residente in memoria una proce-
dura che verrà richiamata alla pressione
di una combinazione di tasti preceden-
temente definita. I sorgenti di questa
Unit sono stati pubblicati a partire dal
numero 92 di MCmicrocomputer fino al
numero 97.
La Unit Print, pubblicata sul numero
96 di MCmicrocomputer, serve invece
ad interfacciare un programma scritto in
Turbo Pascsi con la parte residente del
comando Print Con questa Unit si può
mandare in stampa in background qual-
siasi documento da un programma in
Turbo Pascal-
L'ultima Unit. la GestEcc, serve ad in-
tercettare tutte le situazioni «anomale»
come ad esempio gli errori critici, le di-
visioni per zero od altri errori generati
dal compilatore.
Pharaoh's Tomb
Sei Nevada Smith, un assistente del
professore di archeologia dell’universi-
tà, non l'indiano del libro di Harold Rob-
bins «L'uomo che non sapeva amare».
Per anni hai studiato nella speranza
che il professore ti avrebbe incluso in
una delle sue famose cacce al tesoro,
ma questo non è ancora successo.
Il professore sta per partire alta ricer-
ca di una tomba segreta del faraone in
una delle più grandi piramidi d'Egitto,
Questo non sarebbe tanto umiliante se
non fossi stato proprio tu a trovare la
mappa della piramide in un vecchio li-
bro.
Dopo averci pensato molto decidi che
questa è la volta di agire: entri nella
stanza del professore all’università e ti
Impossessi della mappa, poi corri a casa
per preparare in fretta e furia i bagagli
per la partenza e ti avvìi verso l’aeropor-
to per prendere il prossimo volo per l'E-
gitto. Il gioco inizia con Nevada Smith
all'ingresso della piramide.
Nella piramide troverai trabocchetti,
trappole e le mummie che cercheranno
di proteggere à tutti i costi il tesoro se-
greto quindi devi stare molto attento.
Come unica difesa possiedi alcuni col-
telli che potrai lanciare contro le mum-
mie.
Monument of Mars
La Nasa ha mandato moltissime mis-
sioni ad esplorare i misteriosi monu-
menti presenti sul pianeta Marte ma
ogni missione si è conclusa con un in-
successo. Gli equipaggi delle missioni
non sono mai tornati indietro e nessuno
è riuscito a spiegarsene il motivo.
Tu sei l'ultima speranza per sapere
cosa è successo. Riuscirai ad esplorare
le strutture marziane ed a rivelarne i se-
greti? Sarai in grado di sopravvivere e
scoprire cosa è successo agli uomini
delle precedenti missioni?
Per riuscire a finire il gioco dovrai
esplorare moltissimi livelli per liberare
gii astronauti prigionieri nel livello finale.
Ogni livello ha una sua caratteristica
fondamentale: trappole, tesori e segre-
ti. Sta a te scoprire il modo migliore per
sopravvivere nei Monumenti di Martel
PC-Wrìte
Mettendo da parte ogni spunto pole-
mico con la questione dei costi ecces-
sivi dei pacchetti di word processor, Pc-
Write è un programma di videoscrittura
che ha molto poco da invidiare a quelli
copyright. La sua praticità e la sua ef-
ficienza gli vengono da una modulariz-
zazione del pacchetto in vari eseguibili
che sovraintendono alle varie parti del
programma. L'help, caratteristica es-
senziale, è sempre disponibile e pronto
ad elencare i comandi a disposizione o
a sciogliere i dubbi. Una cosa fra tutte
da sottolineare è la gestione della stam-
pa che prevede praticamente tutte le
possibili stampanti ad aghi e laser.
Non posso far altro che concordare
con le riviste straniere di settore che gli
hanno attribuito ampi riconoscimenti.
tumione
256
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
PD SOFTWARE MS-DOS
Shez 6.0b e ZZap 5.6a
Sullo scorso numero avevo recensito
un buon numero di programmi di com-
pressione di dati, uno dei quali (l'ARJ)
completamente di nuovo tipo. Lo Shez
(già recensito su MCmicrocomputer n,
96) è uno Shell ed un convertitore per i
vari compressori di file. Questa release
è degna di nota perché appunto gesti-
sce il nuovo compressore citato prima.
Una volta lanciato visualizza, in una fi-
nestra, l'elenco dei file compressi pre-
senti su disco e permette di visualizzar-
ne 0 stamparne il contenuto, mandare
in esecuzione, cancellare o aggiungere
file all'archivio oppure, cosa molto im-
portante, di convertirli da un formato al-
l’altro.
I compressori supportati da questo
programma dunque sono: PKZIP,
LHARC, PAK, ARC, ZOO ed ARJ.
Per eseguire le varie operazioni sugli
archivi è necessario avere, oltre allo
Shez, anche i compressori e decom-
pressori di file che verranno utilizzati per
archiviare ed estrarre i file dagli archivi.
Per mezzo di Shez è anche possibile
controllare se in un certo archivio sono
presenti file con dei virus. Bisognerà
però essere in possesso del program-
ma Virus Scan di
J, McAfee.
ZZap è una ver-
sione si può dire
ridotta e line
oriented di Shez.
Si limita infatti ad
essere solo
convertitore di
formato. La sua
caratteristica fon-
damentale è che può essere configura-
to per qualsiasi compressore di file. Du-
rante la conversione può essere control-
lata anche la presenza dei virus e può
essere generalo un log per sapere
quanto spazio si è guadagnato (o perso)
durante la conversione.
PC-FUe +
Diciamo che abbiate bisogno di man-
tenere una mailing lisi per circolari ai
dienti 0 che vogliate stampare delle let-
tere con delle informazioni da un data-
base, selezionate secondo precisi criteri
da VOI immessi: PC-File-f è il program-
ma per farlo.
Poi potete anche, ad esempio, man-
tenere dei listini dei materiali e riordinar-
li per tipo e costo. PC-File-i- è uno dei
database più flessibili in commercio og-
gi. Veloce, affidabile e facile da usare.
Ha tutte le funzionalità rii un Data Ba-
se di editare, aggiungere, cancellare, ri-
prendere record cancellati e modificare
I campi di un Data Base.
Oltre ad un vasto Help c'è la possi-
bilità di attivare il Teach Mode cioè una
modalità di Help interattivo che spiega
in breve i comandi che potete eseguire
in una piccola finestra.
Una delle caratteristiche che si rive-
MCmicrocomputer n. t06 - aprile 1991
257
PD SOFTWARE MS-DOS
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lu
LLq
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I*rtaire
hllle CrKt. ni 1111
Trlr^ie: Ittkl W2-IW1
I
Omega-Link
Pur datato, Omega-Link è tutt'ora un
buon programma di comunicazione tra-
mite modem. È completamente confi-
gurabile per le esigenze dell’utente e
per ventre incontro alle sue esigenze e
particolari bisogni. I comandi per richia-
mare le varie funzioni sono quelli «stan-
dard» in altri pacchetti di comunicazio-
ne, per esempio Alt-i-P richiama i para-
metri. cosi da permettere all'utente già
al primo utilizzo di non trovarsi spaesa-
to. Tra le altre cose è anche presente
un comodo help richiamabile tramite il
tasto Home e che elenca tutti i comandi
disponibili. Una delle peculiarità di que-
sto programma sta nella possibilità di vi-
sualizzare Online immagini di tipo RLE
(Run Length Encoding), uno degli stan-
dard grafici sviluppato in U,S,A. che ha
avuto molto successo in alcune Banche
Dati d’oltreoceano.
Un’altra delle caratteristiche piu inte-
ressanti del programma riguarda la vi-
sualizzazione della parte di schermo ora-
mai scrollata via. Mentre altri program-
mi di comunicazione richiamavano que-
sta funzione tramite una certa combina-
zione di tasti, con Omega-Link potrete
scorrere sul testo scomparso dallo
schermo tramite i tasti cursori ed i tasti
Page-Down e Page-Up.
Per eseguire l'upload o il download di
un file dispone solamente dei protocolli
interni Xmodem ed Ymodem ma ha la
possibilità di definire fino a 15 protocolli
esterni. Tra le opzioni troviamo la pos-
sibilità di rinominare I file, cambiare pa-
rametri di comunicazione, del modem,
delle stampanti, le dimensioni dei buf-
fer, le finestre ed i colori.
Arianna CAB
Penso che non ci siano parole per
esprimere la sorpresa di ricevere un so-
ftware di tale qualità come Pubblico Do-
minio. Mi riferisco al programma Arian-
na delia ditta Byte Line sdf di Treviglio,
che è arrivato in redazione completo di
foto, lucidi di circuiti stampati in scala
2:1 e 1:1, l'intero manuale stampato di
quasi 200 pagine e chiaramente il soft-
ware, nella versione scompattata e
compressa autoscompattante.
Ma veniamo al dunque. Arianna è un
programma di Pubblico Dominio per la
gestione dei circuiti stampati, dalia loro
progettazione, al posizionamento dei
componenti, allo sbroglio ed alla stampa
finale del master per la fotoincisione.
La progettazione può essere svolta in
buona parte con procedimento automa-
tico e tale modo è particolarmente ef-
ficiente nello sbroglio dei circuiti in dop-
pia faccia, ma è sempre possibile ope-
rare in modo manuale.
La stampa di uscita può essere effet-
tuata sia su stampante che pioiter
La procedura funziona in ambiente
MS-DOS 6 gestisce praticamente tutte
le schede video usate comunemente,
CGA, Hercules, EGA e VGA, comunque
si consiglia l’uso di una scheda video
grafica a colon
Arianna può operare su di un circuito
stampato delle dimensioni di 16,2 x 12
cm e lavora su di un reticolo di 1 28 x 95
caselle di lato. Il numero massimo di
componenti gestibili dal programma è
75, che però può diventare maggiore se
I componenti vengono raggruppati.
La procedura necessita di circa 200
Kbyte di RAM libera. KS
258
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
Il PD-software dei lettori di
Lo spazio tradizionalmente dedicato al software dei lettori
e quello occupato dal PD-software sono stati unificati.
In queste pagine parleremo di programmi di Pubblico Do-
minio (FreeWare o Shareware) disponibili in Italia attraver-
so i vari canali PD. Tutti i programmi presentati saranno
reperibili anche attraverso il canale MCmicrocomputer, sia
su supporto magnetico sia su MC-Link.
Saranno recensiti sia programmi già nei circuiti PD, sia
quelli che i lettori stessi vorranno inviarci affinché, se rite-
nuti meritevoli dalla redazione, siano resi di Pubblico Do-
minio,
/ lettori di MCmicrocomputer autori dei programmi dei qua-
li si parlerà in queste pagine (e i cui programmi saranno
distribuiti come PD dalla rivista) saranno ricompensati con
un «gettone di presenza» di 100.000 lire.
E necessario attenersi ad alcune semplici regole nelTin-
viare i programmi in redazione.
1) li materiale inviato deve essere di Pubblico Dominio
lo Shareware) e prodotto dallo stesso lettore che lo invia.
2) Il programma inviato deve risiedere su supporto ma-
gnetico (non saranno presi in considerazione listati),
3) I sorgenti eventualmente ac-
clusi devono essere sufficientemen-
te commentati.
4) Per ogni programma inviato
l'autore deve includere due file
(«readme» e «manuale»), il primo
contenente una breve descrizione
del programma ed il secondo una ve-
ra e propria guida all'uso per gli uten-
ti, con tutte le informazioni necessa-
rie per un corretto impiego (se il pro-
gramma è particolarmente semplice
può essere sufficiente il solo read-
me, mentre saranno particolarmente
apprezzali fra i programmi più com-
plessi quelli dotati di help in linea). In
calce ad entrambi i file deve essere
apposto il nome, l'indirizzo ed even-
tualmente il recapito telefonico del-
l'autore.
5) Al lancio, il programma deve
dichiarare la sua natura PD (o Sha-
reware). nonché nome e indirizzo
dell'autore. È ammesso, alternativa-
mente, che tali informazioni siano richiamabili da program-
ma con un metodo noto e indicato nelle istruzioni.
6) Saranno presi in considerazione solo i lavori giunti in
redazione accompagnati dal talloncino riprodotto in questa
pagina (o sua fotocopia) debitamente firmato dall’autore.
I programmi classificati non come FreeWare ma come
Shareware (quindi non propriamente di Pubblico Dominio,
anche se consideratine generalmente parte) comportano
da parte dell'utente l'obbligo morale di corrispondere al-
l'autore un contributo a piacere o fisso secondo quanto in-
dicato dall'autore e conformemente a quanto appare al lan-
cio del programma. MCmicrocomputer non si assume al-
cuna responsabilità od obbligo riguardo a questo rapporto
intercorrente tra autore ed utilizzatore del programma, A
titolo informativo precisiamo che l'obbligo morale alla cor-
responsione del contributo scatta non nel momento in cui
si entra in possesso del programma, ma nel momento in
cui si passa a fame uso dichiarando implicitamente di ap-
prezzarne le caratteristiche.
In nessun caso (per ragioni organizzative) sarà reso noto
all’autore l'elenco o il numero delle persone che hanno
eventualmente deciso di entrare in possesso del program-
ma attraverso il canale MCmicrocomputer.
Compilare e spedire a
MCmicrocomputer ■ Via Carlo Perrier 9, 00157 Roma
Questo tagliando lo fotocopia o equivalente! deve essere inviata ad MCmicrocom-
puter. unitamente al materiale da selezionare, da pane degli autori di software che
presentano i propri lavori per la recensione sulla rivista e l'inserimento nei canali PD
Il sottoscritto
Cognome e Nome
Codice Fiscale , .
residente in
invia il programma .
dichiarando di esserne l’autore ed autorizzando MCmicrocomputer alla distribuzione
secondo le regole ed i canali consueti del Pubblico Dominio.
Data Firma
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PD SOFTWAEE AMIGA
PD Amiga: avanti tutta!
di Enrico M. Ferrari
(MC-UNK: MCCX)12)
Nuovo, nuovissimo software
in arrivo: la bella novità è che
sono in aumento i programmi
(spesso di elevata qualità)
italiani. Arrivano anche
contributi postali alla nostra
rubrica e a questo proposito
è doveroso rammentare che
chiunque abbia scritto un
programma che vorrebbe
sottoporre alla nostra
attenzione può sia spedircelo
per posta oppure farne
l'upload direttamente sul
nostro sistema telematico
MC-Link. Tutti i programmi,
indipendentemente dal fatto
che vengano recensiti o
meno, verranno scaricati su
MC-Link e quindi resi
disponibili a tutti secondo le
regole del software di
Pubblico Dominio: per invii
fatti per posta rammentiamo
di controfirmare il tagliando
che trovate nella rivista per
l'autorizzazione
alTinserimento del
programma nel circuito PD
BBS & Log
Dal romano Giuseppe Riera ci arriva
un dischetto pieno zeppo di programmi
e file dedicati all'uso radioamatoriale di
Amiga. Essenzialmente il programma
BBS & Log è rivolto al traffico Racket,
CW, Amtor, RTTY per radioamatori VHP
e UHF sulla rete Racket Nazionale o HF
sulle reti intemazionali ed internconti-
nentali.
L’autore del programma ricorda giu-
stamente che l’accesso via radio (NON
stiamo quindi parlando di BBS e di mo-
dem telefonici) ai BBS Racket è gratuito
e l’unica tassa ministeriale da pagare
costa quattromila lire, naturalmente non
SI pagano scatti telefonici.
II traffico packet opera con protocollo
AX25 a correzione d'errore.
Ritornando al programma: BBS & Log
è scritto in AmigaBasic e prevede nu-
merosi file accessori configurabili da
parte dell'utente, sono anche possibili
numerosissime chiamate di sistema
che vedremo in seguito; viene anche
fornito un dettagliato manuale diretta-
mente su file.
Dai 9 menu selezionabili possiamo
abilitare le varie funzioni del programma
che riassumiamo brevemente.
Funzione Terminale: per effettuare
una connessione, un colloquio, un ca-
pture e invio di file e la conversione da
binario in ASCII tramite i noti programmi
UUENCODE e UUDECODE, la conver-
sione viene effettuata automaticamente
con chiamate da programma.
Funzione BBS; per gestire aree, mes-
saggi e programmi (esattamente come
sui BBS telefonici) con abilitazione all’in-
vio e al prelievo e la possibilità di col-
loquio con il sysop corrispondente sen-
za passare dalla modalità terminale.
Funzione Remote; Il chiamante può
interagire con l'Amiga chiamato ed ese-
guire comandi AmigaDOS sui file e di-
rectory. la funzione è protetta da un co-
dice.
Funzione Remote ai Modem (TNC):
per visualizzare e modificare i parametri
del modem.
Funzione Log: per tenere un registro
aggiornato delle connessioni al BBS, so-
no comprese funzioni di ricerca, riordino
e stampa dei dati.
Ci sono poi dei menu di funzioni ge-
nerali completissimi che permettono la
lettura e/o )a stampa dei file, la varia-
zione dei parametri della stampante, la
gestione dei file compressi LZH o l'uso
dei comandi DOS sulla stessa finestra
del programma, è anche presente una
calcolatrice. Il programma è sicuramen-
te uno dei migliori nel suo genere anche
se forse è ancora poco diffusa l’attività
packet radio fra gli utilizzatori di Amiga,
Per chiunque voglia approfondire l'argo-
mento ricordiamo che su MC-Link è in
funzione la conferenza «Radio» dove
parlare anche di packet radio: inoltre dal
dicembre 1988 è in funzione un BBS
260
MCmicrocomputer n, 106 • aprile 1991
PD SOFTWARE AMIGA
packet radio in collaborazione con Alita-
lla Radio Club e Technimedia con nomi-
nativo IOAZI-8, sui 14465 MHz.
Utility varie
Da Salvatore Pappalardo riceviamo un
dischetto con alcuni interessanti co-
mandi CU di rapido uso, ogni comando
ha un help in linea tipico dei comandi
AmigaDOS 0 ARP ottenibile digitando
semplicemente il nome del comando e
premendo return. Shade Screen visua-
lizza lo schermo del Workbench con
sfumature di colore {sono disponibili il
rosso, il blu e il verde), è anche possi-
bile «annerire» lo sfondo lasciando inal-
terati I quattro colon dello schermo.
Starter lancia un processo in back-
ground permettendo di chiudere ad
esempio la finestra di CU con ENDCLI
senza aspettare la fine del processo, si
può anche specificare lo stack da asso-
ciare al programma lanciato. Con Space
è possibile sapere quanto spazio rimane
disponibile su un qualsiasi disco di si-
stema; è anche possibile chiedere
quanto spazio occupa una directory e
relative subdirectory, lo spazio viene
espresso in blocchi e in byte. Backup:
un efficace programma per copiare file
da un hard disk o da sue directory oc-
cupando anche più di un dischetto. Il
programma provvede a formattare i di-
schetti quando necessario e produce un
file di log con statistiche e informazioni
sul comando eseguito. Spooler uno
spooler di stampa per snellire il lavoro
della stampa di più file, una volta instal-
lato lo spooler basterà digitare da CU il
comando PRINT per mandare in stampa
I file desiderati senza essere costretti
ad attendere la «lentezza» della stam-
pante.
È possibile selezionare varie opzioni
per lo spooler che riguarderanno la for-
mattazione del file stampato, il suo al-
lineamento. l'interlinea, il numero di ri-
ghe e colonne, la densità di stampa e il
valore in spazi da attnbuire ad un TAB,
Per vie telematiche Silvano Riccio ci
fornisce un'altra serie di comandi DOS-
like, tutti richiamabili da CLI. Amy2MC
è un programma che filtra un testo eli-
minando tutti quei caratteri speciali co-
me accentate italiane o lettere straniere
come le varie «ò» e «à». Convert con-
verte la base di un numero in notazione
esadecimale ottale e viceversa, mentre
Dfìnd cerca una stringa su una unità
floppy visualizzando la posizione fisica
(traccia, settore ecc.) di dove si trovi: è
anche possibile cercare un numero esa-
decimale.
ViewSO II
Dopo il già citato (su queste pagine
parecchi numeri fa) ViewSO ecco
ViewSO II, La Vendetta.
In realtà quando si tratta di successi-
ve versioni di un programma siamo so-
liti dedicare poche righe per annunciare
le piccole modifiche, ma nel caso di
questo programma la versione originale
ha ben poco a che fare con questa nuo-
va release e merita quindi più attenzio-
ne.
Da Federico Giannici giunge questo
visualizzatore di file, definito a ragione il
miglior text reader per Amiga. Il concet-
to di un text reader è semplice: fornire
l'utente di un visualizzatore rapido che
non serva ad editare un testo ma a leg-
gerne il contenuto operando ricerche e
scelte senza modificare il file in ogget-
to. Pur conservando l’originale imposta-
zione ViewSO ha enormi differenze dal-
l'originale che si intuiscono appena lan-
ciato il programma; a proposito, potete
lanciarlo sia da CU associando il coman-
do CU a file con sintassi tipo «ViewSO
FILE» oppure da Workbench con una
icona di tipo Project specificando nel
campo «DEFAULT TOOL» la path dove
andare a caricare ViewSO. Dicevamo del
lancio del programma: se non è stato
specificato nessun file da caricare
ViewSO dopo un titolo a caratteri cubitali
parte con un requester (l'efficientissimo
requester della req.library) che permet-
te di scegliere volume, directory e file
da caricare in pochi secondi anche su
directory molto «piene». Sulla finestra
principale del programma distinguiamo
alcuni gadget; in alto oltre a poter ot-
tenere un video in reverse possiamo
cliccare su nove gadget numerati. Ad
ognuno di essi viene associato un buf-
fer nel quale caricare il testo, si può
quindi passare da un file all'altro sem-
plicemente cliccando sul numero desi-
derato, tramite apposito gadget possia-
mo avere un indice dei buffer con l'oc-
cupazione in byte e linee dei relativo te-
sto caricato. Sempre sui bordi sono vi-
sualizzate le dimensioni del buffer e il
numero della prima linea in alto visua-
lizzata.
In basso troviamo la famosa barra
proporzionale orizzontale, per permette-
re di visualizzare 80 caratteri e un ga-
dget di salto a linea desiderata. Il testo
viene visualizzato sia col mouse che
con una serie di tasti, lo scroll è il mi-
gliore mai visto, ben 5 velocità di scor-
rimento senza problemi di sfarfallio o
«salti». Spanto il curioso menu centrale
della prima versione abbiamo ben 6 me-
nu dai quali eseguire ogni sorta di scel-
ta. Nel primo menu, da citare è la pos-
sibilità di salvare il testo integralmente o
secondo un range prestabilito (l'ultimo
menu si occupa proprio di gestire le
scelte di range). Il secondo menu pre-
senta delle scelte sui caratteri visualiz-
zabili (se tutti o solo quelli stampabili)
sulla inizializzazione deila stampante e
sul font desiderato per il testo presente
sullo scherno. Il menu di search ha la
possibilità di effettuare una ricerca at-
traverso tutti i buffer specificando un
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
261
PO SOFTWARE AMIGA
eventuale riconoscimento dei caratteri
matuscolo/minuscolo. Ottimo il menu
«COMMAND» dove oltre a poter stam-
pare tutto 0 parte del testo è possibile
«estrarre» il testo anche da file IFF per
poter visualizzare anche file prodotti da
word processor.
Sempre dallo stesso menu possiamo
togliere i codici ANSI ; ViewSO per ragioni
di velocità lavora solo un bitplane, eli-
minando le sequenze ANSI possiamo
leggere il testo «pulito» dai caratteri di
controllo, superflui alla lettura normale.
Tramite queste opzioni possiamo utiliz-
zare ViewSO come convertitore per ge-
nerare file ASCII facilmente trasportabili.
ViewSO può leggere direttamente i fi-
le compressi con PowerPacker decom-
primendoli al volo mentre li carica: per
chi ha problemi di spazio e tiene com-
pressi anche i suoi file di testo può ri-
sultare molto utile usare un solo pro-
gramma per visualizzare e decomprime-
re i file.
Matcalc
Un programma matematico realizzato
da Stefano lacus- Matcalc serve princi-
palmente a chi ha bisogno di fare com-
plessi calcoli matriciali, ma serve anche
ad eseguire una serie di calcoli prelimi-
nari ben noti agli studenti di Statistica;
matrici di correlazione, varianza e cova-
rianza, dati standardizzati, percentuali e
medie e altro.
Il programma visualizza in bassa riso-
luzione una matrice di otto righe per cin-
que colonne mentre in modo interlac-
ciato è possibile visualizzare 20 righe
per 5 colonne. Appena caricata una ma-
trice (ne vengono fornite due allegate
come dimostrazione) viene visualizzato
un quadro informativo con l’indicazione
della dimensione della matrice, il deter-
minante, la norma di riga e di colonna.
In una finestra nella parte superiore del-
lo schermo oltre ad esserci le informa-
zioni basilari sulla matrice appare un ga-
dget proporzionale per far scorrere la
matrice nel caso non sia visualizzabile
interamente in uno schermo. Attraverso
il primo menu è possibile selezionare
una serie di parametri tra cui la directory
dei file temporanei e la directory delle
routine utilizzabili; attraverso questo
menu è anche possibile cambiare la lin-
gua del programma tra inglese ed ita-
liano, il programma è interamente bilin-
gue e anche la documentazione lo è,
una iniziativa lodevole anche se faticosa
che garantisce però il massimo della dif-
fusione nazionale/internazionale al pro-
gramma.
Il secondo menu riguarda tutti i calcoli
matriciali effettuabili: trasposizione e in-
versione in memoria, somma e sottra-
zione di un'altra matrice presente su di-
sco (purché abbiano le stesse dimensio-
ni), prodotto con un'altra matrice, po-
tenza intera della matrice, è inoltre pos-
sibile cancellare righe o colonne e cam-
biare le dimensioni della matrice.
Il successivo menu si incarica di ela-
borare i dati statistici della matrice con
la successiva visualizzazione dei valori.
L'ultimo menu permette di calcolare gli
autovaiori di una matrice quadrata non
singolare ed è anche possibile calcolare
le soluzioni del sistema lineare in cui la
matrice dei coefficienti relativi sia qua-
drata e non singolare.
Hermit
Molti avranno sicuramente desiderato
di poter avere come schermata IFF una
particolare azione di un gioco, oppure
uno schermo di un programma partico-
larmente gradevole o utile da ricordare
nella sua interezza, e cosi via. Oltre ai
noto programma commerciale Grabbit
fino ad oggi esistevano pochi program-
mi che consentissero di salvare facil-
mente lo schermo frontale su un file.
Hermit si occupa di questo con una
semplice combinazione di tasti: una vol-
ta attivato e stabilita la path dove i file
verranno salvati basterà premere simul-
taneamente i tasti Control-i-Alt-i-s per
ottenere un file IFF dello schermo cor-
rente. Hermit memorizza i file con una
numerazione progressiva e con un titolo
che sintetizza il tipo di immagine, in
bassa o alta risoluzione ad esempio. Ma
non è tutto: Hermit consente anche di
salvare il pointer per poterlo poi riutiliz-
zare (allegato si trova anche il program-
262
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
PD SOFTWARE AMIGA
ma Showpointer per la configurazione
di un pointer «esterno») ed è anche
possibile chiedere il codice in C per il
pointer attualmente presente. Sempre
tramite combinazioni di tasti possiamo
chiedere un nuovo CU oppure chiedere
il salvataggio de! font visualizzato: Her-
mit creerà il file PIPPO. Font, la directory
PIPPO e il relativo file con la dimensio-
ne del font, molto utile nel caso di pro-
grammi che usino font che vorremmo
fossero disponibili anche normalmente.
Il programma emette una breve segna-
lazione lampeggiante prima e dopo aver
effettuato il salvataggio, il tutto comun-
que prende pochissimi secondi; niente
da dire, messo all'opera Hermit si è ri-
velato ben più versatile del sopraccitato
Grabbit.
Iconmaster
Si tratta di un ottimo editor per icone.
Con il sistema operativo viene fornito di
serie l’editor Iconed che, per chiunque
avesse provato ad utilizzarlo almeno
una volta, lascia largamente insoddisfat-
ti per la pochezza di opzioni usabili. Con
Iconmaster è possibile editare anche
quelle icone dalla doppia immagine e si
possono direttamente compilare i cam-
pi «TOOLS TYPE», «DEFAULT TOOL-
TYPE» e «COMMENT» direttamente
dall'interno dell'editor. La schermata
principale del programma permette di
caricare e visualizzare l'icona desiderata
informandoci sulle dimensioni e tipo di
icona e sul settaggio dei relativi flag di
cancellazione/lettura/eseguibilità. T rami-
te il menu «ICON TYPE» possiamo
cambiare il tipo di icona mentre con il
menu «IMAGE» è possibile modificare
l'aspetto dell'icona.
Una volta aperto il menu «EDIT IMA-
GE» ci viene presentato un nuovo
schermo con una serie di comandi che
ricordano molto i vari «tool» usabili sui
programmi di grafica pittorica. Possia-
mo disegnare o modificare l'icona e gi-
rarla nel senso dell'altezza e della lar-
ghezza: ancora, possiamo scrivere al-
l'interno dell'icona scegliendo uno dei
font presenti sul disco di sistema, sono
selezionabili cerchi, rettangoli e linee, le
figure possono essere vuote o riempite
di colore a piacimento. A proposito di
colori possiamo sceglierne numerosi e
decidere se avere un «retino» o un co-
lore pieno. La possibilità di lavorare sulla
doppia icona permette di personalizzare
le proprie icone fondendo due diverse
immagini, l’uso del programma è tal-
mente semplice che non viene fornito
nessun file di spiegazione, Iconmaster
funziona egregiamente anche sotto
S.O. 2 su Amiga 3000.
Turbo Imploder
Sempre più spesso chi utilizza i di-
schetti senza possedere un hard disk si
trova di fronte al problema di avere il
proprio disco d'uso abituale zeppo di
programmi, utility, comandi tutti indi-
spensabili che proprio non entrano più.
Che fare? L'unica soluzione è quella di
usare un compressore, che pur riducen-
do le dimensioni di un file lo lasci co-
munque eseguibile: il file infatti contie-
ne un header che ne permette la de-
compattazione e il lancio automatica-
mente senza passare per una decom-
pressione manuale. Abbiamo già recen-
sito Powerpacker parecchio tempo fa,
ed in effeti quel programma rimane fra
i più usati. Turbo Imploder ha dalla sua
la grande velocita di elaborazione: un fi-
le di circa 1 64 K viene ridotto a meno di
90 K in un minuto e 40, considerando
che l'efficienza di compressione era la
massima selezionabile e che la priorità
di task del programma era a zero abbia-
mo una velocità di elaborazione real-
mente elevata. La compressione viene
attivata nella modalità turbo solo se la
memoria disponibile ammonta a qual-
che centinaio di K, altrimenti il program-
ma provvede automaticamente a sce-
gliere le velocità di elaborazione norma-
le. L’interfaccia grafica del programma è
estremamente piacevole e semplice da
usare, durante il caricamento e com-
pressione del programma vengono vi-
sualizzate delle barre che indicano lo
status della compressione, inoltre nella
finestra di caricamento file compaiono
informazioni sul tipo di file e la memoria
necessaria per la sua elaborazione.
m
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
263
Il software MS-DOS, Amiga e Macintosh
di Pubblico Dominio e Shareware distribuito da
in collaborazione
con Microforum
a essere venduto a scopo di tucro ma solo aisinbmlo dietro pagarne
al larKro del programrrta
za all'ultimo piano riictiiade EGAiVGA
COUG3
mc106
COM/04
}n g/afica EGA. rscansiio su
con lanb magmlici disegni m
amastico gioco di socie
rare MAJONG EGA nctiiede se
EASY LA8ELS
Fileno 3D con sorgenti in TI
Qicm
« scheda EGArVGA
MRSPOOCK
:.0, recensito SU me 105
MONUMENTSOFMARS
PHARAOH'S TOMB
HOME MANAGER
ilalore e calendario.Requisiti di sistema
I e 2 disk drive o hard tUsk
dell alfabelo e l'inglese, re
Giorgie
Per giocare a golf senza al
scheda gratica EGA^rOA
GtOrOlT
Simulazioni
GK>018
TASK MASTER
igrammare In modo logico GO021
OBSior
Un PiDiecl Planning a _
e compiuiD lum I progeir siano essi sempiio o complicati
OBSI03 RELIANCE MAILING LIST
ABC FUN KEYS
inni- insegna le lettere
su mc103.
COMPUTER TUTOR
Programma di aulo-apprenoimento
EDUIC3 PCFASTVPE
Utilizza la tastiera professionalmente con test e leggi i
risultali ottenuti RictveOe schede CGA EGA o VGA
Gtoross
Siete a Las Vegas ot
EGAATGA.
28IT POKER GIO/27
GIO/02
Richiede scheda grafica EGAAiGA
GIOA>3 ASTRO SLASTER
Versione diSPACE INVAOERS. con voce smtelizzala a van
tnreki di gioco Consi^ato l'uso di un PC-AT/286.
Crea un cale ridano
MINER VGA GRF/05
MOSAIX
an liveHi di didicoiia E' accluso un discheito
male grafiche e richiede sciieda grafica VGA
OTHELLO EGA
on grafica per EGAAtGA. recensito su mc103.
POKER SOLITAIRE
fa soli Richiede scheda EGAAga
OUATRIS
e la riga Richiede scheda EGA/VQA
SHARKS
9 scheda gialìca EGAA/GA ^
SPCW32
SPOitO
GRAPHIC WORKSHOP
ASEASYAS
cansifo su mcl03
eXPRESSCALC
EZ-SPREADSHEET
INSTACALC
OUEBECALC
BASSTOUa
)e EGAiVGA
BLACKJACK
UTW5
LOCKTITE
Protegge i file con una pesewon}.
UTIrOfi VIRUS SCAN
E II programma cne prolegge «a virus.
Un«7 LHARC
Compressore (Si dall, recansilo su me 10S.
UTIrOS ARJ
Compressore (h Oan. rer^nsuo su me 1 05.
UTI«S LZEXE
Compressore di tile EXE. recensilosumciOS.
UTl/lO DIET
Compressore di tile.EXE. lecensilo su me 105.
UTH1 PKLITE
Compressore di lite .EXE. recensilo su me 105.
UTI/12 NEWSPACE
Compressore deirmiero Hard Disk, recensdo su me 105.
UTina CATDISK
Caialogslors di liie. recensno su me 105.
UTI/IS SHE2
SneN di conversione lite compressi, recensito su mciOS.
UTI/16 2ZAP
VARIE
VAR«)t COMPOSER
Compone ed esegue dei pessi musicaite scrtvs te partitura
in lorma gialKO/musicale. Usa slampanli OOT-MATRIX.
VAH/02 CHECK-MATE
VAFVD3 PIANO-MAN
Per suonare e registrare musica. lecensno su mcl04
VARW BAR7ENOER
Per de ama I cocMail. recensito su melos
AMQIiOa SVS
Sulla lalsanga di PacMan. recensito su rne 105
GRAFICA
AMORFI PHINT5TU0I0
AMGR/IH TEXTPAINT
Editor di schermate graliche ANSI, recensilo su me 1 0S.
AMGR/03 SCREENX
AMQH/CIA SETPAL
Cambia te schermo da NTSC a PAL. recensita su me 105.
SPREADSHEET
AMSP/01 SPREAD
Foglio a calcoto di semplice uso. recensito su mclO<
UTILITY
AMUTiOI MACH III
Tool per mouse. workOench e CUI. recensno su melos.
AMUT/02 flULER
AMUTI03 HEX
File Editor in esadecimale. recensito su melOS
AMUTrOS MOM
Aggiunge menu al worhpench, recensno su mc104.
AMUT/05 CB
Per avere un Log delle funzioni di I/O, recensito su mct 04
/W4UT-06 26TAVIHUS
Antivirus recensno su me 104
AMUT/07 OIRMASTER
Utilny per gesuie I lite, recensito su itk 105.
AMUT/08 KDC
Per spostarsi nelle Oneetory, recensito so me 105.
AMUT/10 CD2TAPE
Se registrale CO su cassane audio, recensito su me 1 05
AMUT/11 BBS S Log
AMUT/12 UTILITIES
Comandi CLIdoS'inca Recensito mct 06.
AMUT/13 VIEW60 II
Visualizzalore di lesli Recensito mc106
AMUT/14 MATCALC
AMUT/15 ICONMASTER
Ednor di icone Recensite mc106
AMUT/16 HERMIT
Cattura lo schermo in un file. Recensito rncl06
AML/T/17 TURBO IMPLODER
MACINTOSH
GIOCO
M1G1/01 STELU06SCURA
Gioco Spaziale m 30. Recensito su me 106
MIGI/02 PARARENA
RoNeiboard sullo Skateboard. Recensito su me 106.
MIGI/03 VIDEO POKER FOR FUN
Siele a Rino 0 Las Vegas Recensno me 106.
MIGH04 SPACE STATION PHETA
Su e giù per te scale. Recensito me 106
MIGL05 STRATEGO
Gioco di strategia con te carie Recensno me 106
GRAFICA
MIGR.OI CALENDAR MAKER
Per stampare catendan personakzzBli Recensito rnc 106
VARiOS DIET DISK
Vi dice tulio (0 quasi) suite diala e non osavate cniedere
VAR'06 ELEMENTARV C
Sena di louUnes m C Numerosi file. Ira cui uno per la
gestione di un Hayes SmartModem
VARIO? RECIPES
VAR/DS PERSONAL C COMPILER
Semplice compilalcre C. recensito mct 05
VAR'06 MOUSE.TPU & NEWEXEC
VAR/10 THS. PRINTS GESTECC
Unn in Turbo Pascal, recensite su mcl 06.
VAR/11 ARIANNA
CAEfCorrteulerAIed Enganeenngl. recensno sumct06.
WORDPROCESSOR
WPH/01
Per insegnare ai bambini
WPR/02
W.P.FOR CHILDREN
la lingua inglese, t'uso del
FREEWORO
Strumento per la videoscnttura , recensito su mc103.
WPR03 PCVmiTE
EHioenle WP. Consiglialo l'hard disk Recensite su me 1 06
WPR04 THESAURUS PLUS
TSR etie suggerisce una sene di sinommi |in inglese) Pud
essere utilizzate con telaboralore di tese lavcmta
WPRiOS
GALAXV
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DCodice:
SlCodice:
9)Codice:
21Codice:
eiCodice;
lOlCodice;
3)Codice:
7)Codice:
1 DCodice:
Nome e Cognome
Indirizzo
CAP/Città
Telefono
MCmicrocomputer non olire alcuna garanzia e non si assume alcuna responsabilità sugli
eventuali danni diretti o Indiretti derivanti dall'ulilizzo del software distribuito
PD SOFTWARE MAC
PD & Mele
£// Valter Di Dio
Da questo numero inizia la
pubblicazione dei programmi
di PD per Macintosh sia
prelevati dai circuiti classici
IBBS 0 Distributori) sia inviati
direttamente dai lettori. A tal
proposito ricordo che tutto il
software inviato deve
rispettare esattamente le
prescrizioni che troverete
insieme al tagliando da
compilare e inviare alla
redazione. I programmi che
non dovessero rispettare le
norme saranno scartati anche
se ottimi, quindi siate precisi.
Tutti i programmi di pubblico
dominio o shareware inviati
dai lettori, e che saranno
pubblicati, verranno immessi
nel circuito internazionale del
PD. in MC-Link e saranno
comunque ricompensati.
Quindi chi ha già scritto
qualcosa di interessante,
magari anche un semplice
stack di HyperCard, ce lo invii
subito: gli altri... al lavoro!
Stella O bscura 1.0
* 1990 Soft Dorothy Software
Shareware iWSI
Stella Obscura in realtà più che un gio-
co è un tentativo di creare un videogame
tridimensionale. Infatti l'autore, oltre a
chiedere un compenso più modesto ri-
spetto agli altri prodotti della stessa soft-
ware house, chiede anche la collabora-
zione degli utenti perché gli inviino una
lettera con le proprie impressioni sull'u-
so del gioco.
Ci sono attualmente tre metodi di ge-
nerazione di immagini tridimensionali su
schermi di computer, ottenuti dalle com-
binazioni tra monitor monocromatico o a
colori ed immagine finale in bianco e ne-
ro o a colori (i più bravi in matematica
obietteranno che le combinazioni sono
quattro, ma quella monitor in B/N e im-
magine a colori è attualmente impossi-
bile).
Il primo sistema, il più antico, consiste
nel creare due immagini affiancate, una
per ciascun occhio, e usare un apposito
visore per «convogliarle» all’occhio giu-
sto, Ai miei tempi andava di moda un
aggeggio che si chiamava View Master
che sfruttava questo principio: le imma-
gini possono essere sia in bianco e nero
che a colori, l’effetto è ottimo ma serve
un apposito visore. Un secondo sistema
sfrutta un monitor a colori per sovrap-
porre le due immagini, destra più sini-
stra, su un’unica schermata usando due
colon complementari (generalmente
rosso e verde) ; con un paio di economici
occhiali di plastica colorata si separano
le due immagini che poi l'occhio, o me-
glio il cervello, fonde tn un’unica imma-
gine tridimensionale monocromatica.
Il terzo metodo, che è l'unico che per-
metta di avere immagini tridimensionali
a colori da un unico schermo, è piuttosto
costoso e scarsamente usato nel campo
video (si usa spesso nel cinema invece),
utilizza un paio di occhiali con lenti po-
larizzate montate a novanta gradi (di ro-
tazione!) e uno schermo polarizzante a
cristalli liquidi piazzato davanti al monitor
e «sincronizzato» con il programma gra-
fico; le immagini destra e sinistra ven-
gono proiettate in successione cambian-
do di volta in volta la polarizzazione dello
schermo a cristalli liquidi.
Visto che la maggior parte dei MAC ha
il monitor monocromatico la scelta del-
l'autore di Stella Obscura è stata ovvia-
mente (a prima, scelta che costringe
quindi l'utente a costruirsi il visore ap-
propriato, Le istruzioni sono tutte nel
programma sotto un apposito menu, sal-
vo il fatto che fanno riferimento ad un
Stella Obscura 1.0.
266
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
PD SOFTWARE MAC
«saltines cracker box» di una forma in-
solita per noi. Nessun problema comun-
que. io ho usalo semplicemente un sin-
golo foglio di cartoncino nero, anche se
è senz'altro più comodo per chi vuol gio-
care a lungo costruire il visore completo.
Il gioco è un classico star war dove si
devono colpire le astronavi nemiche,
detto cosi sembra un po’ stupido e da-
talo, ma devo confessare che ci sono
rimasto attaccato a lungo per l'emozione
che l'effetto tridimensionale regala al
gioco. Tanto che spero che questa stra-
da venga presto seguita da altre softwa-
re house, magari con l'opzione degli oc-
chialetti colorati su monitor a colori che
consentirebbero di usare tutta l’ampiez-
za dello schermo. Funziona su qualsiasi
MAC anche sotto Multifinder.
Pararena 1.1
1990 Soft Dororhy Software
Shareware i8S)
Come molti shareware il gioco che
viene distribuito PD manca di alcune
opzioni importanti, per averle si deve in-
viare airindirizzo deH’autore una pas-
sword: vi sarà comunicata allora una
chiave con cui è possibile sbloccare al-
cuni menu nascosti. Periodicamente co-
munque il gioco si blocca di nuovo e bi-
sogna conoscere la coppia password-
chiave per sbloccarlo nuovamente. A
parte queéta protezione originale, il pro-
gramma è sviluppato molto bene e il gio-
co è interessante e spesso avvincente.
Si svolge m una arena a forma di conca
tra due giocatori su skateboard armati di
scudo che si contendono una palla da
infilare nella porta deH'awersario. L'idea
generale è un po' quella di Rollerboard
solo che qui si usano gli skate e i gio-
catori sono solo due. Prima di iniziare la
partila contro uno dei quattro avversari
standard consiglio un sano allenamento
alla cattura della palla e quindi al cen-
traggio della porta. Tutte e due cose
semplici a descriversi ma molto compli-
cate in pratica, infatti la palla può essere
catturata solo se la affiancate alla stessa
velocità, altrimenti viene calciata via. C'è
anche un tempo massimo (alcuni secon-
di) oltre il quale la palla trattenuta viene
annullata.
GII scontri «fisici» con l'avversario
complicano ulteriormente il controllo
della palla e della traiettoria dello skate.
Insomma, almeno per i primi tempi, ci
sarà da sudare! Molto bella la grafica an-
che se monocromatica, e molto veloce
il gioco anche sui MAC classic. Funziona
correttamente anche sotto Multifinder.
Calendar Maker 2.2
' 1985-86 CE software
Shareware (30$>
Come il nome suggerisce questo pro-
gramma permette di creare calendari
personalizzati. Dalla data di sviluppo si
desume chiaramente che non è certo
una novità, però presenta alcune carat-
teristiche degne di nota. Per esempio,
come potete vedere dalle fotografie, è a
colori anche se quando questo program-
ma è stato scritto i Macintosh a coiori
non esistevano ancora (in italia era ap-
pena uscito il Plus), e questo la dice lun-
ga su come il MAC sia una macchina
fuori dal comune. Il programma infatti
gestiva il colore sulla stampante e il vi-
deo, 0 meglio il QuickDraw, riconosce gii
stessi attributi e li visualizza corretta-
mente, naturalmente sono a colori solo
quelle parti che erano pensate per la
stampa e i colori disponibili sono solo !
sei della Imagewriter. Comunque con
l'uso dei nuovi mezzi (scanner, laser
ecc.) il Calendar Maker potrebbe cono-
scere una nuova giovinezza, almeno fino
al 2030, massimo anno disponibile sul
calendario. La grafica naturalmente è un
po' datata e spartana, ma consente di
importare grafici da altri programmi. Fun-
ziona tranquillamente sui nuovi Macin-
tosh anche con il Multifinder e gestisce
la stampa sul formato A4 cosa questa
piuttosto rara tra i prodotti d'oltreocea-
no.
Video Poker for FUN 1.0
by Jon Magg:ora
® 1990
Shareware 15$)
Video Poker for FUN è una versione
ridotta di Video Poker for REAL che ha
molte funzioni in più o comunque po-
tenziate. Nella versione commerciale
REAL è possibile avere statistiche e gra-
fici dei profitti e delle perdite, farsi aiu-
tare nella scelta delle carte da cambiare
oltre ad esserci il «sonoro»; Video Poker
for REAL «costa» 25 Dollari USA da in-
viare aH'indirizzo dell'autore che fornirà
per posta la più recente versione del gio-
co compreso il manuale d'uso. Quanto
a Video Poker for FUN è un semplice
gioco del Poker a 52 carte, come quello
delle sale da videogioco, si punta una
certa cifra e a seconda del punteggio ot-
tenuto si ottiene una determinata vìncita
Calendar Maker 2 2.
Video Poker for FUN 1.0.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
267
eccezioni. Se Is carta su cui si finisce è
una bomba si saita in aria, in pratica si
viene mangiati, a meno che non ci si sia
finiti sopra con l'artificiere. Una carta
speciale, lo scout, gode di particolari
possibilità di movimento. Visto che tut-
te le carte sono coperte il gioco è ef-
fettivamente complesso. Innanzitutto si
deve partire da una buona disposizione
delle proprie truppe (non copiate quella
della foto: è casuale) poi bisogna ricor-
darsi i punteggi delle carte avversarie
che ci hanno mangiato (una volta man-
giata la carta viene rivoltata nuovamen-
te) e, infine, tener presente che le bom-
be non si possono muovere; quindi se
una carta non viene mossa dall’inizio del
gioco probabilmente è una bomba! Già
da questa versione esiste la possibilità
di salvare una situazione iniziale su di-
sco in modo da non dover perdere tem-
po ogni volta che si inizia a giocare per
riposizionare tutte le carte, operazione
per cui ci vogliono alcuni minuti.
E veniamo alle cose piu interessanti:
la versione commerciale. Nella versione
demo ci sono alcune voci dei menu non
selezionabili, due di queste sono parti-
colarmente interesanti: la prima è il co-
lore, a cui tra l'altro fa riferimento il ma-
nuale di gioco, la seconda è la possibi-
lità di giocare contro un avversario «re-
motoii con un collegamento via Mo-
dem. In pratica due giocatori anche di
città (o nazioni) diverse possono giocare
una partita insieme collegati attraverso
la linea telefonica. Inoltre nella versione
commerciale sono state potenziate le
capacità decisionali della macchina che
attualmente si può battere se si gioca
con un po' di attenzione.
Il programma è piuttosto esoso in ter-
mini di memoria, ma è in grado comun-
que di girare anche con soli 250 Kappa
liberi. Lavora bene sotto Multifinder e
non ha dato mai problemi di bombe (a
parte quelle del gioco che hanno oltre-
tutto la stessa icona).
c®
oppure si perde la posta se non si fanno
punti. Niente di eccezionale quindi, ma
comunque abbastanza rilassante da pas-
sarci alcune ore davanti senza accorger-
sene. La grafica è buona anche se in
questa versione «FUNh è molto sem-
plificata; molto carino il dorso delle carte
che cambia tra una giocata e l'altra tra
cui un mazzo di carte dal dorso marmo-
rizzato. Non pensate comunque di met-
tere la gettoniera al MAC per rifarvi delie
spese perché perdereste anche la ca-
micia. In ogni caso: buona fortunal
Space Station Pheta 2.0
by Tad Woods
* 1989 T&T software
Shareware (12$)
La versione shareware di questo gio-
co presenta un numero di schermate li-
mitato a dieci; per avere disponibili le
altre 90 schermate più la possibilità di
crearsene delle nuove o personalizzare
la propria copia del gioco si devono in-
viare 10$ (due di più per i non residenti
negli USA) aH’indirizzo dell’autore che
prowederà a inviare un codice di sbloc-
co della copia in vostro possesso. È vie-
tato distribuire copie «sbloccate» men-
tre è permesso, anzi consigliato, diffon-
dere al massimo le copie bloccate. Il
gioco è assai semplice, almeno da rac-
contare, si tratta di condurre un omino
in giro per il classico labirinto di scale
porte e salti, prendere gli oggetti che si
trovano sparsi sui vari piani della scher-
mata e passare al livello successivo. Il
tutto senza cadere nei soliti trabocchetti
ed entro un tempo limite dato dalla ri-
serva d'aria contenuta nelle bombole,
lungo il percorso si trovano comunque
bombole supplementari e altre riserve
di energia. Più difficile è riuscire a risol-
vere tutti e cento gli schermi, ma nella
versione sbloccata è possibile salvare la
situazione attuale per poterla riprendere
in un secondo momento. Molto utile
l’help della barra dei menu che consen-
te di visualizzare la soluzione della
schermata attuale o di qualunque altra a
scelta.
Per fortuna si gioca col mouse che è
molto meno faticoso della tastiera. Se
avete un MAC a colori tutto di guada-
gnato. La grafica, come potete vedere
dalle foto, è abbastanza semplice ma In
compenso tutti i suoni sono campionati
(se avete almeno un Macintosh SE) e
funziona anche sotto Multifinder.
Stratego 0.95
by Ken Me Leod
1987 Blue Cloud Software Verìtures
DEMO Public Domain
Questo non è un software di pubblico
dominio! Cosi avverte la schermata del-
le informazioni sul gioco; in effetti si
tratta della versione «demo» di un pro-
gramma che proprio in questi giorni è
pubblicizzato in Italia. Anche se in ver-
sione «semplificata» il gioco è veramen-
te avvincente. Per chi non conosce
Stratego (un gioco di carte della Milton
Bradley Company) si tratta di difendere
la propria bandiera dall'attacco del ne-
mico, e nel frattempo conquistare la
bandiera avversaria. Nel gioco reale,
quello con le carte, queste sono a faccia
in giù e su ciascuna di esse è disegnata
una figura: un soldato, la bandiera, una
bomba eccetera. Ogni soldato ha un
punteggio e quando due carte occupa-
no la stessa casella quella col punteggio
inferiore «mangia» l’altra, salvo alcune
MCmtcrocomputer n 106 - aprile 1991
Inoltre EXPANZ ha le seguenti caratteristiche:
' ► Installazione semplicissima
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MCmicroCAMPUS
SOFTWARE & UNIVERSITÀ
di Gaeiano Di Stasio
Progetto «Calcolo Parallelo»
di Renato Del Balio e Antonio d'Acìemo
Sta nascendo nell'area
napoletana, nell'airibito del
progetto «Calcolo Parallelo»,
proposto dall'Istituto per la
Ricerca sui Sistemi Informatici
Paralleli II.R.S.I.P.I del
Consiglio Nazionale delle
Ricerche, un laboratorio per il
calcolo parallelo e
l'intelligenza artificiale in
grado di costituire un centro
di eccellenza scientifica e
tecnologica a livello mondiale
Obiettivi
Il progetto é basato su bi un’ampia
cooperazione multidisciplinare fra grup-
pi di ricerca qualificati allocati su tutto il
territorio nazionale e, con particolare
riferimento al Mezzogiorno, nell’area di
Napoli, ed ha l’obiettivo di costituire;
— un polo di attrazione a livello interna-
zionale per investimenti produttivi ed
insediamenti industriali nei campo delle
tecnologie avanzate;
— una struttura di supporto e coopera-
ztone a tutte le attività produttive già
presenti e che possono trarre vantaggi
dall'applicazione in ambito ingegneristi-
co di sistemi estremamente potenti ed
economici quali i calcolatori a paralleli-
smo massiccio.
Ambito scientifico e tecnologico
Le linee di ricerca istituzionali svilup-
pate presso l’Istituto sono tutte ricondu-
cibili nell’ambito del «Parailel Compu-
ting», con particolare riferimento alle
metodologie di progettazione e realizza-
zione di sistemi integrati hardware-soft-
ware di tipo general-purpose, special-
purpose e per applicazioni di intelligenza
artificiale. D’altra parte da alcuni anni si
è avvertita presso l’Istituto l'esigenza di
un approccio multidisciplinare a tale atti-
vità di ricerca, in cui alle competenze
più specificatamente architetturali si an-
dassero ad affiancare quelle relative ai
linguaggi ad altissimo livello per le appli-
cazioni (logici, funzionali, ad oggetti ed
imperativi in cui il parallelismo è espres-
so in modo esplicito), alle metodologie
di progettazione e realizzazione di algo-
ritmi per macchine parallele e alla inge-
gneria del software e metriche per il
software parallelo. Peraltro va eviden-
ziato che per svolgere una attività di
ricerca veramente avanzata in tale area,
oltre alla creazione di un ambiente di
ricerca multidisciplinare, è necessario
svolgere sia una attività di Prototyping
intensivo hardware-software di soluzio-
ni architetturali estremamente avanzate
(realizzazione di prototipi a partire da
macchine reali), sia la sperimentazione
dei vari modelli computazionali ed archi-
tetturali su un set mimmo completo di
sistemi paralleli. Per far fronte a tali due
esigenze è evidentemente necessario
disporre di un laboratorio-computer ap-
positamente attrezzato in grado di costi-
tuire un vero e proprio «testbed» per
architetture parallele sia general-purpo-
se. sia per Intelligenza artificiale.
L'approccio seguito
In questi ultimi tempi l'elaborazione
parallela ha raggiunto un grado di matu-
rità sufficiente, caratterizzata dalla di-
sponibilità di numerose macchine com-
merciali e di numerosi prototipi operativi
presso numerose università e centri di
ricerca, che permettono di ottenere del-
le prestazioni pari a quelle degli attuali
supercalcotatori o anche superiori.
Risulta ormai evidente che l’elabora-
zione parallela su larga scala permette
di raggiungere livelli di performance ve-
ramente elevati e costituisce, pertanto,
uno degli approcci più promettenti alta
realizzazione dei supercalcolaton della
prossima generazione.
Le soluzioni architetturali adottate do-
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
Figura I - Integrazione degli approcci "Camputer Science» e «Computationel Science».
270
MCmicroCAMPUS
SOFTWARE & UNIVERSITÀ
vranno permettere di sfruttare ai meglio
le tecnologie più avanzate sia dal punto
di vista hardware che software (VLSI,
metodologie di progettazione. linguaggi
di programmazione ad altissimo livello,
strumenti di sviluppo, metodologie di
programmazione parallela) ed essere
basati su di una integrazione hardware-
software sempre più completa.
Fino ad ora, per la soluzione di tali
problematiche sono stati seguiti due
approcci (dComputational Science» e
"Computer Science»), sviluppatisi in
ambienti di ricerca accademici diversi
(informatica, matematica applicata, fisi-
ca e chimica computazionale etc.), con
estensione alfambito industriale. Peral-
tro. proprio sulla base delle esperienze
effettuate neH'ultimo quinquennio è ma-
turata la necessità di sviluppare in un
unico ambiente integrato tutti e due i
tipi di approccio (figura 1) creando grup-
pi di ricerca con specifiche competenze
multidisciplinari e laboratori attrezzati
con sofisticati strumenti hardware e
software.
Approccio aComputational
Science»
L'approccio «Computational Science»
si basa sul tentativo di derivare i principi
fondamentali della elaborazione paralle-
la mediante l'analisi e la generalizzazio-
ne dei risultati di implementazioni con-
correnti esplicite sviluppate per risolve-
re problemi reali appartenenti ad un
insieme i) più ampio possibiie di applica-
zioni, su di una ben definita classe di
macchine parallele. Tale procedimento
può essere ripetuto per tutte le classi
architetturali di interesse, prevenendo
così al mapping ottimale applicazioni-
architetture (per esempio una simulazio-
ne di rete neurale su microcomputer
array potrebbe essere una realizzazione
ottimale applicazione-architettura).
Mettendo insieme tutte le «lezioni»
che si possono trarre «usando calcola-
tori paralleli reali per risolvere problemi
reali con software reale», è possibile
acquisire il know-how necessario per la
progettazione delle macchine parallele
general-purpose del futuro.
Per ciò che riguarda gli aspetti rea-
lizzativi, la validazione deH'implementa-
zione di tipici algoritmi per le diverse
classi di applicazioni e la valutazione
delle prestazioni sulle diverse architettu-
re di macchine, presenta la necessità di
disporre di un laboratorio per il «test-
bed» di algoritmi e architetture, dotato
di almeno una macchina per ciascuna
classe architetturale.
Approccio «Computer Science»
Nell'approccio «Computer Science» il
punto di partenza è la strutturazione in
senso verticale di un sistema di elabora-
zione parallela mediante livelli di integra-
zione ordinati gerarchicamente.
Ciò si ottiene adoperando un approc-
cio strutturato e «language first», ovve-
ro partendo dalla definizione di un lin-
guaggio di programmazione, si passa
alla progettazione vera e propria del
sistema che implementa la semantica
del linguaggio stesso in modo da soddi-
sfare. in termini di funzionalità e presta-
zioni. i requisiti individuali per il super-
computer della prossima generazione,
utilizzando le tecnologie a disposizione
nei modo più efficiente ed affidabile
possibile.
Per ottenere un buon laboratorio di
«testbed» è necessario quindi un am-
biente di supporto di alta qualità, una
architettura modulare ed espandibile,
con una rete di interconnessione riconfi-
gurabile e la realizzazione di un sistema
operativo con il nucleo implementato
efficientemente in firmware.
MCmicrocompuier n. 106-aprile 1991
271
MCmicroCAMPUS
SOFTWARE & UNIVERSITÀ
Dimensionamento
dei laboratorio
I architettura generale dell'insieme di
strumenti integrati hardware/software é
quella mostrala in figura 2.
Essa, come si vede, é costituita da un
ceno numero di macchine disponibili
sul mercato e da alcuni prototipi
Si tratta di più sistemi di elaborazione
tra loro integrati e complementari per
quanto attiene alle modalità di impiego
ed ai settori applicativi Tali caratteristi-
che sono irrinunciabili al fine di perveni-
re agli obiettivi scientifici e tecnologici
previsti Tali macchine sono collegate
ad una LAN Ethernet che costituisce
l’accesso principale a tutti i sistemi e
che a sua volta è collegata attraverso un
router alla rete geografica del CNR.
La sottorete ad altissima velocità è
prevista per permettere, in prospettiva,
di valutare un secondo tipo di approccio
alla architettura dei supercomputer della
prossima generazione un sistema di-
stribuito di macchine general-purpose/
single-style in cui ogni macchina, m
funzione del proprio stile di programma-
zione, sia anche utilizzabile singolar-
mente (per poter scegliere ad esempio
fia le altre una macchina a memoria
distribuita con protocollo di comunica-
zione tra processi sincrono). La «vista»
unica del sistema dovrà, naturalmente,
essere garantita da un sistema operati-
vo decentralizzato.
Allo scopo di rendere disponibile un
insieme di strumenti integrato veramen-
Foio t Meiko CcOTiDui'ng Surlace/Pil^a II System
te completo, la scelta delle macchine e
stata effettuata in maniera estrema-
mente accurata. In particolare, i criteri di
scelta sono stati fissati con riferimento
alle attività da effettuare per sviluppare i
due suddetti approcci e tenendo conto
delle caratteristiche dei sistemi prototi-
pali disponibili
I parametri architetturali scelti ai di-
versi livelli di astrazione sono i seguen-
ti approccio al parallelismo (implicito,
esplicito), modello di concorrenza per la
cooperazione tra processori (sincrono,
asincrono), granularità delle attività con-
correnti (fine, media, grande), modalità
di parallelismo (replicazione, partiziona-
mento), meccanismo di sincronizzazio-
ne (data parallel, control paralleli, auto-
nomia del sistema (hosted, stand-alo-
ne). meccanismo dei dati (shared me-
mory, memory passing), modello di co-
operazione (ambiente locale, ambiente
globale).
Attualmente le risorse disponibili
sono:
— Meiko Computing Surface,
un microcomputer array neon-
figurabile. composto da 256
transputer T800 della INMOS
Tale calcolatore a parallelismo
massiccio rappresenta, con i
SUOI 0.5 GFIops. uno dei piu
potenti computer paralleli in-
stallati in Europa (foto 1)
— Prototipo PiNa I. con 32
nodi di elaborazione basati su
transputer T414 (foto 2).
— PiNa II System, un siste-
ma MIMO con 64 nodi Multi-
transputer progettato per sup-
portare in maniera efficiente
linguaggio concor-
rente di alto livello. L'hardwa-
re di tale sistema è basato su
quello della Meiko (!^.
— Ipercubo FPS T40, un si-
stema del tipo MIMO con 32
nodi di elaborazione ciascuno
con processore vettoriale (foto 3).
— FPS 500, un sistema parallelo a me-
moria condivisa, con 2 processori scala-
ri e 2 vettoriali (foto 4).
Sistema ITEM con 64 nodi di elabo-
razione basati su transputer T414.
— VAX 11/750 con Array Processor
FPS 5420 (foto 5).
Le apparecchiature previste per una
espansione futura sono:
— Microcomputer Array NCUBE 6410
con 64 nodi di elaborazione e Sparcsta
tion.
— Sistema parallelo Meiko CS a me-
moria distribuita con 16 nodi di elabora-
zione basati sul processore Intel i860.
— Data Base Machine a parallelismo
massiccio Meiko con 4 Istanze Oracle.
— Connection Machine 11, un sistema a
parallelismo massiccio del tipo Logic
Énhanced Memory con 4096 proces-
sori.
— FPS 500EA, un sistema parallelo in-
tegrato eterogeneo con coprocesson a
matrice.
Nuova versione del Net Solver System
È presente in redazione presso l'ufficio diffusione e quindi anche su MC-Link
l'ultima versione del Net Solver System per (a progettazione di reti logiche con l’ausilio
dell’Intelligenza artificiale (versione 1.3) Della versione 1.1 si é parlato nella rubrica
MCmicroCAMPUS sul numero 88 di MCmicrocomputer
Fra le tante cose in tale versione si è snellito di molto il motore inferenziale in
particolare della sezione relativa alla minimizzazione e copertura di funzioni booleane
Questo ne ha velocizzato di 2/3 le prestazioni e di 1/3 quella relativa alla minimizza-
zione di automi, rendendo inoltre possibile l'utilizzo del pacchetto su sistemi MS-DOS
dotati di 512kb.
Sono stati eliminati poi alcuni problemi presenti nelle precedenti versioni nella
fase di eliminazione alee statiche e la documentazione é ora di quasi 150 pagine
(manuale di utente e di nfenmento).
Vi sono, per concludere, circa 50 esempi su disco per rendere ancora piu semplice il
primo approccio
272
(VlCmicrocompuler n. 106-aprile 1991
MCmicroCAMPUS
SOFTWARE & UNIVERSITÀ
lenza sta già fornendo, d’altra parte,
all'industria aeronautica vantaggi per
quanto concerne la riduzione dello
shock e della resistenza aerodinamica in
aerei a velocità ultrasonica.
L’impiego di attrezzi più sofisticati e
potenti e di algoritmi «ad hoc» potrebbe
permettere una previsione più accurata
delle prestazioni nella progettazione di
elicotteri, automobili e camere di com-
bustione per turbine a gas.
Un impatto simile è previsto per la
metereologia. l'oceanografia, la geofisi-
ca e l'astronomia, campi in cui i proble-
mi riguardanti la natura del moto dei
fluidi sono di sommo interesse.
Conclusioni
— Rete di integrazione ad altissima ve-
locita (FDOI).
Applicazioni
Per realizzare un ambiente di ricerca
multidisciplinare si sono costituiti gruppi
di ricerca misti in collaborazione con
Dipartimenti ed Istituti deH’Universilà di
Napoli, Salerno, Bari, Pisa e con altri
Istituti del CNR.
Ciò prelude, anche attraverso i) coin-
volgimento di ricercatori dell’industria,
alla costituzione di un vero e proprio
settore «Applicativo», intendendosi per
tale l'insieme delle discipline in cui si
svolgono attualmente ricerche d'avan-
guardia, che abbisognano di mezzi di
calcolo sofisticati, tale da poter preve-
dere la costituzione di gruppi di ricerca
interdisciplinari.
Biologia. Fluidi, plasma e turbolenza.
Chimica e Fisica dello stato solido. Mec-
canica dei solidi. Sistemi dinamici non
lineari. Simulazione di reti neurali. Ima-
go processing, Speach Recognition, so-
no soltanto alcune delle discipline che
possono trarre vantaggi daH'applicazio-
ne di sistemi estremamente potenti
quali i calcolatori a parallelismo mas-
siccio.
Sono in corso attualmente collabora-
zioni che hanno portato a risultati estre-
mamente interessanti con Aeritalia per
la produzione di software parallelo per
la Fluidodinamica Computazionale e con
IRECE, per l'elaborazione in tempo rea-
le di immagini SAR, di interesse per il
settore aerospaziale.
Si ritiene interessante riportare, a tito-
lo esemplificativo, alcuni degli impatti
che é lecito aspettarsi dalla loro attività;
la creazione su supercomputer di mo-
delli matematici tridimensionali di feno-
meni come le onde d'urto nei flussi
subsonici e di simulazioni di plasmi ad
alta temperatura bombardati da fasci di
elettroni veloci.
Una comprensione più profonda del
comportamento dei fluidi e della turbo-
Allo stato, lo sviluppo simultaneo nel-
lo stesso ambiente integrato del-
l'approccio «Computational Science» e
di quello «Computer Science», previsto
dal progetto, sembra essere la migliore
soluzione per individuare quale debba
essere l'architettura generale integrata
hardware/software delle macchine ge-
neral-purpose degli anni '90.
Peraltro, il bilancio che è possibile
fare dopo poco meno di un anno di
attività, con risorse tecnologiche ed
umane non ancora complete, è estre-
mamente positivo, sia in termini di
know-how scientifico e tecnologico
consolidato, sia in termini di validazione
delle enormi potenzialità di ricaduta oc-
cupazionale ai livelli medio-alti di tale
tipo di iniziativa.
Nel prossimo appuntamento illustre-
remo uno dei fiori all'occhiello del Labo-
ratorio, la Meiko Computing Surface, un
supercomputer parallelo dalle prestazio-
ni eccezionali.
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
273
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La MIailbox, assieme alla
corrispondente F)ilebox, è il
mezzo col quale gli abbonati
ad MC-Link possono
scambiarsi messaggi e file a
carattere privato. Si tratta di
una vera e propria casella
postale dotata di sofisticati
comandi che permettono di
controllare lo stato dei
messaggi in arrivo ed in
partenza, leggere quelli
arrivati smistandoli
eventualmente ad altri
abbonati, prepararne di nuovi,
e via dicendo per una nutrita
serie di opzioni
Oggetto della puntata di questo me-
se. la prima ad addentrarsi più in det-
taglio nell'esposizione delle caratteristi-
che di MC-Link, è la M}ailbox. Il perché
è presto detto: la conoscenza del fun-
zionamento della mailbox è importante
non solo per l'intrinseca utilità di tale
funzione (che. lo ricordo, consente a
ciascun abbonato di scambiare messag-
gi privati con gli altri), ma anche In quan-
to essa risulta molto esemplificativa del
funzionamento di quello che è il vero
cuore di MC-Link, ossia le aree di con-
ferenza elettronica. Se si sa usare bene
la mailbox non si avranno problemi nelle
conferenze in quanto I principi basilari
relativi alla lettura e scrittura dei mes-
saggi sono gli stessi. Ovviamente nelle
aree di conferenza vi sono diversi co-
mandi in più, ad esempio quelli relativi
alla ricerca delle aree tematiche ed allo
spostamento fra di esse, ma aH’interno
di ciascuna area il lavoro avviene prati-
camente come in mailbox. É dunque
doppiamente importante capire bene il
funzionamento della mailbox in quanto
tale conoscenza ci servirà quando par-
leremo delle conferenze. Ed è dunque
da qui che ho pensato di iniziare questo
nostro discorso alla scoperta di MC-
Link, Discorso che, per motivi di chia-
rezza espositiva, verrà spezzato in due
parti: questo mese vedremo la mailbox
nella sua generalità mentre il mese
prossimo esamineremo gli speciali co-
mandi di lettura e preparazione dei mes-
saggi-
La M)aHbox generalità
Forse può apparire pleonastico spie-
gare cosa sia e a che serva la mailbox
ma d'altronde non si può evitare di far-
lo, e dunque a costo di annoiare i più
esperti comincerò veramente da zero.
La mailbox di MC-Link è l'equivalente
della vostra cassetta delle lettere e della
vostra scrivania: essa vi mette a dispo-
sizione tutti gli strumenti per ricevere e
trasmettere «posta», o meglio scambia-
re messaggi elettronici con altri abbo-
nati al sistema- Come sono fatti tati
messaggi, e come si fa a prepararli e
leggerli, lo vedremo la prossima volta:
per ora questo dettaglio non ci interes-
sa.
La mailbox consiste in realtà di due
sezioni: quella dei «messaggi in arrivo»
e quella dei «messaggi in partenza».
Ogni sezione è dotata di una sua «co-
da» indipendente nella quale giacciono i
relativi messaggi: i primi sono ovvia-
mente quelli in attesa di essere letti da
voi {sono i messaggi che vi sono arri-
vati) ed i secondi sono invece in attesa
di essere letti dai vostri corrispondenti
(sono i messaggi che voi avete inviato).
Vedremo presto i meccanismi pratici
mediante i quali si può interagire con ta-
li code, prima però mi preme chiarire al-
cuni concetti base di carattere generale.
Il primo riguarda appunto il funziona-
mento generale delle «code» di mes-
saggi nelle mailbox. In realtà ciascun
messaggio appartiene a due code diver-
se: a quella di uscita nella casella del
mittente ed a quella di entrata nella ca-
sella del destinatario. Un messaggio
viene consideralo «vivo» o «giacente»
fino a quando non è stato letto dal suo
destinatario (o cancellato esplicitamen-
te), e fino ad allora esso rimane elen-
cato in entrambe queste code. L’ope-
razione di lettura ne provoca, com'è
prevedibile, la cancellazione sia dalla co-
da di uscita del mittente che da quella
di entrata del destinatario- Tuttavia il
messaggio non sparisce del tutto ma ri-
mane reperibile ancora per un certo
tempo. In pratica la cancellazione in se-
guito a lettura è di tipo logico, ossia i
messaggi letti vengono marcati come
MCmicrocomputer n. 106 - nprile 1991
275
MC-LINK
si (06) 4180440 (18 linee ri
300/1200/2400 baxid - 8H1 c
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: 03/03/91 01:31
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77541 03/03/91 40 MC5745 HaesiBO V
77S55 03/03/91 56 MC3920 Giorgio A
2 msg, 496 byies
MAILBOX: K)ovita‘, SI lenco, R) icerca,
Clancellare, P)reparare, Bla
LEGGERE: SUcgola, G>uidata, Ooncinu
Leggere Magi (77541 . .77555) ?
MAILBOX
Hsgl 77541, 03/03/91 01:57 |40]
Padre: Hsgf 77535
Da: MC5745 Massimo Vitali
A : «C0006 Corrado Giustoiri
tali ma non rimossi fisicamente dal si-
stema, Ciò ovviamente è stato preai-
sposto per comodità degli abbonati che
potrebbero voler eleggere un messaci-
gio già letto,
Tuttavia è chiaro che non è pensabile
mantenere a tempo indefinito sul siste-
ma tutta messaggi spediti tramile mail-
box, sarebbe un onere troppo grande; e
dunque necessario di tanto in tanto fate
pulizia dei messaggi 'imorti» oramai su-
perati ed inutili (parlo ovviamente dm
messaggi privati perché quelli delle con-
ferenze, come sappiamo, sono invece
permanenti). A ciò provvedono opportu-
ni programmi di manutenzione che, tu'-
le le notti, si occupano automaticamei
te di rimuovere fisicamente i messagc|i
vmorti» e di recuperare lo spazio da loro
occupato.
Quando «muore» un messaggio’
Quando è stato letto da almeno sette
giorni o è stato ietto almeno dieci volte
Come si vede sono condizioni piuttosto
ampie, tali da garantire la permanenza
in mailbox dei messaggi ietti per un
tempo sufficientemente ampio. In
realtà il sistema effettua anche una spe-
ciale pulizia sui messaggi non letti, per
evitare di lasciare in giro messaggi «al>-
bandonati»: pertanto ogni messaggio
inviato da più di tre mesi viene ritenuto
non piu consegnabile e cancellato dV-
ficio anche se non è stato ancora letto
dal destinatario-
Regole analoghe, per la cronaca, val-
gono nella filebox: qui però i tempi so-
no sensibilmente più stretti dato che il
maggior ingombro medio dei file rispet-
to ai messaggi di testo comporta un
onere maggiore per il sistema. Cosi m
filebox un file viene cancellato dopo tre
giorni dal download o dopo dieci do
wnload o. in ogni caso, dopo venti gior-
ni di permanenza sul sistema.
Naturalmente ciascun abbonato ha fa-
coltà di cancellare esplicitamente mes-
saggi dalla propria mailbox: tale cancel-
lazione è sempre fisica, ossia irreversi-
bile. Da notare che cancellando un mes-
saggio dalla coda di uscita [ossia un
messaggio in partenza) se ne provoca la
rimozione anche dalla coda di entrata
del destinatario e viceversa, e ciò anche
nel caso in cui il messaggio non sia sta-
to ancora letto dal corrispondente.
Ultima cosa: il sistema controlla con-
tinuamente lo stato della mailbox di cia-
scun abbonato e gli dà tempestiva se-
gnalazione deH’arrivo di nuovi messaggi.
Per la precisione tale controllo viene fat-
to ogniqualvolta l’utente transita per il
menu principale («MC-Link») di cui ab-
biamo parlato l'altra volta. Può cosi ca-
pitare (di ricevere tale segnalazione du-
rante una sessione su MC-Link e non
solo airinizio, segno che qualcuno ci ha
appena mandato un messaggio.
La sicurezza della MJailbox
La mailbox, dicevo, è il mezzo con cui
ci SI possono scambiare messaggi per-
sonali. È opportuno sottolineare ade-
guatamente che tali messaggi sono as-
solutamente privati: il sistema garanti-
276
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MC-LINK
HESSA5g: 0U/2] : A)ttuale> S)ucc< ^logico.
Qjule?»
MAILBOX
Magi 775S5, 03/03/91 09:47 1561
Padre: Kag* 77496
Da: KC3920 Giorgio Arnone
A : HC0006 Corrado Glusrozzl
PREPARARE: I
Ogg: Re: Scenari
Spedire (S/N) 78
03/03/91 10:50 P
MESSAGGIO (2/2) ;
7 — > mailbox MC3920 Giorgio Arnone
Q)uit
MAILBOX:
svita'
Measaggi In partenza:
77320 28/02/91 502 MC3S47 P
77466 01/03/91 243 MCBS31 E
77468 01/03/91 160 HC4970 1
77534 03/03/91 17 WI0123 N
77557 03/03/91 3 MC3920 G:
r AgonlstiXa News
no Stavolta!
e Su Quel lOOOO! E
4AILBOX: E
5 bptea
ta’. E)l(
ercat U)ltlni, C
sce che nessun altro, all'infuori del mit-
tente e del legittimo destinatario, possa
intenzionalmente o per errore leggere
un messaggio personale. Il contenuto
dei messaggi personali non è sottopo-
sto ad alcun controllo e ad alcuna «cen-
sura» (come avviene invece per i mes-
saggi pubblici delle conferenze) in quan-
to nessuno, neppure i responsabili della
gestione e della manutenzione del si-
stema, può leggerli elo modificarli.
Ovviamente è il programma di gestio-
ne dt MC-Link ad impedire che un ab-
bonato possa leggere dei messaggi per-
sonali che non gli competono, ma oltre
a ciò sono implementati tre ulteriori
meccanismi che agiscono simultanea-
mente e rendono assolutamente ceni-
ficabile anche ad un'eventuale apposita
autorità la sicurezza offena dal sistema.
Vi sono innanzitutto delle barriere a li-
vello di sistema operativo che impedi-
scono a priori eventuali accessi non au-
torizzati ai dati. In secondo luogo la
struttura del database dei messaggi è
tale per cui il reperimento dei singoli
messaggi risulta pressoché impossibile
senza le opportune conoscenze ed un
apposito programma; essi sono infatti
organizzati in due file separati, uno con-
tenente i soli «header» ed un altro con-
tenente i soli testi, airinterno dei quali
gli elementi sono posti uno di seguito
all'altro apparentemente «alla rinfusa».
In terzo luogo i testi dei messaggi sono
sottoposti ad un particolare algoritmo
(non pubblico) che li comprime legger-
mente per risparmiare spazio su disco,
e dunque non sono direttamente intel-
legibili.
In aggiunta a ciò. e per garantire gli
abbonati anche nei confronti del gesto-
re stesso del sistema, non esiste alcuna
procedura di servizio o di manutenzione
sia interna ad MC-Link che esterna ad
esso, la quale acceda o possa accedere
al database delle mailbox.
Sono molto sofisticate anche le mi-
sure prese per prevenire i rischi di per-
dita accidentale dei dati in seguito ad
eventuali malfunzionamenti hardware.
La principale è l'adozione di un hardwa-
re «fault-tolerant» rispetto alla memoria
di massa; in pratica il disco su cui ri-
siedono le aree di messaggistica (e dun-
que non solo le mailbox ma tutte le con-
ferenze) viene gestito in «mirror», ossia
di esso vengono mantenute due copie
identiche aggiornate in tempo reale: ta-
le tecnica, effettuata direttamente a li-
vello hardware, assicura la sopravviven-
za del sistema anche alla rottura fisica
di un disco. Oltre a ciò è attivo un si-
stema di backup tradizionali per cui au-
tomaticamente ogni notte il sistema
provvede a riversare su nastro il conte-
nuto delle aree di messaggistica. I na-
stri di salvataggio vengono conservati
per un certo periodo di tempo in modo
da permettere anche il reperimento di
informazioni eventualmente cancellate
da diversi giorni.
E dopo tutte queste lunghe ma ne-
cessarie premesse passo senz'altro ad
esporvi il funzionamento operativo della
mailbox.
Il menu MAILBOX
Alla mailbox si accede, come sappia-
mo, selezionando il comando M dal me-
nu principale. Fatto ciò possono succe-
dere due cose: se nella coda di arrivo
esistono messaggi in attesa di essere
letti il sistema provvede a selezionarli
automaticamente per la lettura, fornisce
l'indicazione dei numero di messaggi
giacenti e della loro lunghezza comples-
siva, ed infine presenta il menu MAIL-
BOX di figura la: in caso contrario vie-
ne visualizzato direttamente il menu
MAILBOX di figura 1b. La differenza tra
i due menu è evidente' il secondo non
dispone dei comandi Dìndìce e Uettura
che servono a gestire la coda di ingres-
so. Se vi ricordate, il mese scorso ave-
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
277
MC-LINK
vo spiegato che i menu di MC-Link so-
no «inteiligentiii in quanto evitano di
presentare le voci non valide o non at-
tive in una certa situazione, e questo è
un caso tipico: se nella mailbox non vi
sono messaggi nuovi II menu non pre-
senta i relativi comandi di lettura. Que-
sti appariranno solo dopo aver eventual-
mente effettuato una selezione fra i
messaggi ancora presenti, ossia solo
quando vi sarà effettivamente qualcosa
da leggere.
Questo discorso della selezione pre-
ventiva è importante perché vale anche
nelle conferenze e dunque è bene pun-
tualizzario adeguatamente. Il concetto è
questo: in un’area di messaggistica. sia
essa mailbox (e filebox) o conferenza,
non è possibile leggere nulla se prima
non si è operata una selezione, ossia se
non si è effettivamente scelto qualcosa
da leggere. La lettura dunque avviene
solo nell'Insieme dei messaggi selezio-
nati. Ovviamente esistono diversi criteri
di selezione, che vedremo in dettaglio
fra un attimo; l'utente è libero di ado-
perare quello più opportuno in relazione
a ciò che deve fare.
Da questo punto di vista la mailbox fa
eccezione rispetto alle conferenze in
quanto all'atto dell'ingresso in area vie-
ne lanciata automaticamente una sele-
zione per novità; nelle conferenze inve-
ce non esiste una selezione automatica
ma è l'utente che deve attivamente ri-
chiederne una.
In ogni caso al termine di una sele-
zione il sistema invia un messaggio che
indica la quantità di messaggi selezio-
nati e la loro lunghezza complessiva;
ovviamente solo se il numero di mes-
saggi selezionati è diverso da zero si at-
tiveranno le funzioni di lettura.
E vediamo infine una per una le vane
voci del menu prendendole da quello
completo di figura la.
Njovità
Serve ovviamente ad effettuare la se-
lezione per novità di cui parlavo un at-
timo fa. La presenza di tale comando è
in un certo senso pleonastica in quanto,
come dicevo, il sistema effettua auto-
maticamente una selezione per novità
all’Ingresso in mailbox. Può comunque
servire per ricontrollare le novità dopo
aver effettuato altn tipi di selezione.
Inutile dire che la selezione per novità
include tutti e soli quei messaggi in ar-
rivo che non sono stati ancora letti dal
titolare della mailbox.
Bilenco e Rjicerca
Queste due voci corrispondono ad al-
trettanti metodi di selezione per conte-
nuto. Per loro tramite è possibile sele-
zionare tutti quei messaggi che conten-
gono una determinata parola o stringa al
loro interno. La differenza fra E)lenco e
R)icerca consiste nel fatto che mentre
il primo comando prende in considera-
zione solo i campi dell'intestazione del
messaggio, e cioè mittente, destinatario
ed oggetto, il secondo effettua la ricerca
nell’intero testo dei messaggi.
Ulltimi
Questo è un altro comando di sele-
zione. Dal nome non è difficile indovi-
narne la funzione, che è ovviamente
quella di selezionare gli ultimi n messag-
gi (cinque per default).
Giacenti
Ultimo dei comandi di selezione della
mailbox, G)iacenti elenca tutti quei
messaggi i<in giacenza^, ossia ancora
non letti dal destinatario. Differisce da
Njovità in quanto non è limitato alla sola
coda di ingresso ma mostra (e seleziona)
anche i messaggi nella coda di uscita.
Utile ad esempio per sapere se i mes-
saggi che avete inviato sono stati letti dal
destinatario.
IJndice
Questo comanùj provoca la visualiz-
zazione deH’insieme dei messaggi repe-
riti dall’ultimo comando di selezione. I
messaggi vengono stampati uno per riga
con indicazione del numero, della data
ed ora di spedizione, dell'autore (o de-
stinatario) e dell'oggetto. Utile per ren-
dersi conto di cosa effettivamente sia
stato selezionato.
Ueggere
Selezionando questa voce si accede
allo speciale sottosistema che permette,
appunto, di leggere secondo varie mo-
dalità operative i messaggi selezionati.
Siccome le possibilità sono piuttosto
ampie ne rimando la trattazione alla pros-
sima puntata dove potrò parlarvene con
maggiore spazio a disposizione.
Oanceltare
Permette la cancellazione di un mes-
saggio dalla mailbox, come spiegato in
precedenza. Ricordo che tale cancella-
zione é definitiva e che essa agisce sia
nella propria mailbox che in quella del
vostro corrispondente, sia esso mittente
0 destinatario del messaggio.
P)reparare
Anche questo comando, come P)re-
parare, porta l'utente in un sottosistema
specializzato, che in questo caso e quel-
lo relativo alla preparazione ed all'inoltro
dei messaggi. La descrizione delle sue
funzioni sarebbe troppo lunga in questa
sede, per cui anch’.esso verrà trattato in
modo autonomo nella prossima puntata
BJanner
Il comando B)anner permette di as-
sociare alla propria mailbox un breve te-
sto (un paio di righe) che verrà mostrato
automaticamente a chiunque vi indirizzi
un messaggio personale. Il contenuto
del testo è libero e modificabile a vo-
lontà. Tale funzione serve sia per lasciare
avvisi a chi vi scrive (ad esempio: usono
in vacanza e non potrò rispondere fino
al prossimo anno bisestile») sia per «ca-
ratterizzare» la propria mailbox persona-
lizzandola con un motto od un pensiero
particolari.
A)rea
L’onnipresente comando A)rea, già vi-
sto nella scorsa puntata, consente di sai-
taredirettamentenellearee di conferenza
senza dover ritornare al menu principale
Si tratta solo di una comodità in piu, o
meglio una scorciatoia per utenti esperti
Conclusione
Bene, lo spazio mi impone di chiudere
qui il discorso, Per illustrare do che ab-
biamo detto vi propongo, in figura 2, la
registrazione di una mia breve sessione
su MC-Link durante la quale ho letto un
paio di messaggi dalla mailbox ed ho ri-
sposto ad uno dei due. Ovviamente ho
sostituito con puntini di sospensione i
testi reali, ma ciò non impedisce di vedere
chiaramente come si sono svolte le cose.
Il prossimo mese, come annunciato, mi
occuperò di descrivere i due importanti
sottosistemi relativi alla lettura ed alla pre-
parazione dei messaggi, la cut conoscen-
za servirà anche per l'interazione nelle
aree di conferenza.
«3
278
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
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NETWORKING
coordinamento di Andrea de Pasco
Costruiamo una LAN
di Leopoldo Ceccarelli e Gerardo Giardino
Finora abbiamo esaminato
nelle linee generali i tipi di
LAN più comuni e, pur se
l'esposizione é stata piuttosto
divulgativa, i concetti
essenziali sono stati
comunque esposti e il
discorso introduttivo sulle
LAN é per ora da considerarsi
concluso.
Ma prima cosa c'è di meglio
che installare una mini rete su
due PC? Avremo modo di
puntualizzare ed allargare i
concetti esposti e alto stesso
tempo siamo certi di fare cosa
gradita non solo alle piccole
utenze, che potranno
realizzare una rete più che
sufficiente alle loro esigenze,
ma anche agli hobbisti
giacché il costo contenuto
permetterà loro di iniziare a
smanettare con il NETBIOS.
Era ora. Non ne potevamo più di livelli
OSI e standard vari, senza contare che
a parte tutte le chiacchiere alla fine il
problema di collegare i due PC che
abbiamo in casa rimane sempre. Accan-
toniamo per oggi la «filosofia», prendia-
mo il giravite in mano e proviamo sul
campo le nozioni imparate fino ad oggi
andando a montare una rete economica
e di facile installazione.
Quando si parla di rete locale a basso
costo la scelta può cadere su diversi tipi
di dispositivi. Un esempio sono le reti
cosiddette a zero slot. Questi dispositivi
permettono ad un piccolo numero di
utenti di condividere le risorse comuni
utilizzando come tramite la porta seriale
del PC. L'ovvio inconveniente di questi
sistemi è la bassa velocità, nelle migliori
ipotesi la velocità di trasmissione è del-
l'ordine della decina di migliaia di byte al
secondo e quindi per caricare il WORD
3-00 che stiamo usando ora per scrivere
bisogna attendere tempi dell'ordine del
mezzo minuto. Inoltre va considerato il
groviglio di cavi che talvolta ne conse-
gue e la poca praticità. Ma non è questo
che vi proporremo, siatene certi.
Nelle precedenti puntate abbiamo illu-
strato gii standard maggiormente utiliz-
zati nell'ambito di reti locali, abbiamo
visto l'esistenza delle reti di tipo Ether-
net e quelle con accesso token a bus e
a ring. Si è detto come le reti tipo
Ethernet riscuotine attualmente molti
consensi, permettono notevoli presta-
zioni con l'unica controindicazione nella
possibilità di poter avere tempi di ritardo
che possono diventare notevoli per cari-
chi di lavoro pesanti. Questa situazione
però, grazie agli elevatissimi valori di
throughput, risulta assai remota e tipica-
mente una rete Ethernet risulta essere
piuttosto veloce ed affidabile.
La realizzazione di una rete Ethernet
consiste di un bus, in cui t dati viaggiano
in banda base alla rispettabile velocita di
10 Mbps.
Figurs f ■ Pow chan dell'algorilmo che controlla l'accesso al mezzo fisico nel CSMA/CD.
MCmicrocomputer
106 - aprile 1991
281
NETWORKING
L’accesso al mezzo di trasmissione è
il CSMA/CD: tutte le stazioni hanno la
stessa priorità e possono trasmettere
non appena la linea è libera. I problemi
di contesa dovuti ai tentativi di accesso
contemporanei sono risolti da un appo-
sito algoritmo. Vedi figura 1 .
Nelle puntate precedenti ci siamo fat-
ti una idea del come deve essere fatta
una rete locale: abbiamo genericamen-
te parlato dì un certo numero di stazioni
che Si presentano come entità dotate di
un indirizzo unico e hanno la capacità di
intercomunicare tra loro.
Ed ora entriamo più nel dettaglio e
vediamo un po' di terminologia. Le
componenti base della rete sono «ser-
ver» 0 «workstation». Le workstation
sono gli elementi che usano le risorse
condivisibili presenti nella rete. Le altre
stazioni, definite «server», sono molto
importanti in quanto forniscono alla rete
I servizi e le risorse comuni.
Primo esempio è il file server che
permette la condivisione dei dispositivi
di memoria di massa da parte delle
workstation.
Un tipo di server particolare è il com-
munication server che permette di con-
nettere reti basate su architetture diver-
se fornendo la traduzione dei relativi
protocolli; rivedremo nello specifico
questo tipo di stazione dopo aver intro-
dotto le reti geografiche.
La singola workstation può essere
costituita da qualsiasi macchina, le ca-
ratteristiche del file server invece sono
legate al numero di utenti e alla quantità
di memoria occupata dal software.
Il server è dunque un elemento chia-
ve per la rete ed infatti ne rappresenta il
collo di bottiglia;è quindi in questo pun-
to che si deve intervenire per migliorare
le prestazioni globali utilizzando hardwa-
re e/o software specifico. Per questo
motivo i costruttori di sistemi per LAN
pongono la maggiore enfasi nella realiz-
zazione di sen/er dedicati particoiarmerv
te veloci e potenti che realizzano i servi-
zi di «base» quali, oltre al succitato
servizio file, il mail e il print Service.
Ne! caso di una piccola rete formata
soltanto da qualche PC un server con
un disco «standard» da 20 a 40 Mbyte
può essere più che sufficiente, in tal
caso si può adattare a server un norma-
le PC e non si avranno comunque mai
problemi. Ne! caso in cui le utenze
diventino qualche decina è chiaro che le
prestazioni del server dovranno aumen-
tare in maniera notevole, in certi casi
occorrerà aumentarne il numero.
Il dimensionamento server e numero
workstation è basato su criteri statistici,
e precisamente sul numero medio di
stazioni attive e sulla quantità media di
impegno della CPU e del disco del
server da parte della singola stazione.
Normalmente i costruttori forniscono
dei prospetti di dimensionamento per
mezzo dei quali l'utente può orientarsi
per la scelta.
Se i dati contenuti nei nostri dischetti
sono preziosi, con i sudati punteggi di
Tetris avanti su tutti, figuriamoci i file
dell'ambiente di lavoro di tutta una so-
cietà! É buona norma predisporre una
unità di back-up per evitare perdite di
dati dovuti a problemi hardware o co-
mandi errati (non vi è mai capitato di
cancellare una directory inavvertitamen-
te?). Per assolvere questo lavoro si usa
solitamente uno streamer tramite il qua-
le ad orari prestabiliti si effettua auto-
maticamente il back-up totale od incre-
mentale dei file contenuti nel server.
Una rete Ethernet può utilizzare come
mezzo di trasmissione vari tipi di cavi i
quali influiscono sulla dimensione della
rete ma non sulle prestazioni. Ad esem-
pio con i cavi coassiali si possono rea-
lizzare tratte da 185 a 500 con i cavi
RG58 (thin) e RG8 (thick). Queste lun-
ghezze massime per singola tratta sono
legate al fatto che oltre questi valori le
attenuazioni e le distorsioni provocate
dal cavo diventano eccessive rendendo
inaffidabile la trasmissione (figura 21.
Cosa si deve (are se si ha bisogno di
un percorso più lungo? La soluzione
parte dall'idea di ripristinare l'esatta for-
ma dei segnale trasmesso al cavo. Per
ottenere questa prerogativa si fa uso di
un particolare dispositivo, denominato
repeater. che posto come un ponte tra
due tratte ottiene l’effetto cercato, figu-
ra 3. In questo caso la dimensione della
nostra rete raddoppia di colpo, inoltre è
possibile utilizzare un numero qualsiasi
di repeater purché tra due stazioni qual-
siasi non ne siano interposti più di due.
Notiamo che grazie a questa ulteriore
possibilità le scelte a disposizione sono
molteplici e la rete può assumere le
conformazioni più diverse adattandosi
alle necessità più disparate. Supponia-
mo ad esempio che ad ogni piano di un
palazzo sia presente una rete, ora, rea-
lizzando una dorsale che si connette alle
reti dei singoli piani con opportuni re-
peater si riesce a collegare in rete tutto
il palazzo. In sostanza la rete grazie
all'uso dei repeater passa da una a tre
dimensioni spaziali.
282
MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1931
NETWORKING
Esempio di realizzazione pratica
La LAN che abbiamo scelto di monta-
re é prodotta dalla americana ARTISOFT
Ine. ed è denominata LANtastic. Quasi
a sottolineare il tipo di utilizzatore target
si presenta in uno staner kit completo
di tutte le sue parti. In pratica si tratta di
una vera e propria scatola di montaggio
per realizzare una mini LAN di tipo Et-
hernet con due PC (chi avesse pensato
di poter usare «un» solo PC è pregato
di rileggersi le puntate di NETWOR-
KING dal numero di dicembre in poi).
Questa LANtastic fornisce la possibili-
tà di utilizzare ciascun PC della rete sia
come server che come workstation.
Sensazionale è l'occupazione di me-
moria dei driver, meraviglia delle mera-
viglie: ci aggiriamo intorno a valori di 10
Kbyte per la workstation e 40 Kbyte per
Il server.
Questi valori sono decisamente bas-
si. non è infrequente infatti trovare
schede con driver che necessitano di
molte decine di Kbyte (talvolta anche
oltre il centinaio), dei già «pochi» 640 K
dei PC. Tenete bene a mente questa
particolarità nel caso abbiate la necessi-
tà di molta memoria RAM libera per le
vostre applicazioni. Altre caratteristiche
sono la gestione di code di stampa,
l’accesso controllato delle subdirectory
sia per user che per gruppo, la posta
elettronica e la possibilità di poter utiliz-
zare anche un drive CD-ROM. Il tutto
per un prezzo attorno al milione e
mezzo.
In questa scatoletta, a dire il vero
poco ingombrante, ci sono due schede
di interfaccia da inserire in bus sia a 8
che a 16 bit, un floppy disk con il NOS
(Sistema Operativo di Rete), un pezzo di
cavo thin attestato con connettori BNC,
minutaglia varia e finalmente due ma-
nuali, il primo relativo al NOS (Network
Operating System), il secondo relativo
alle schede di interfaccia.
Sulla scheda troviamo un coprocesso-
re a 10 MHz che può lavorare in paralle-
lo alla CPU deiniost. L'adattatore non
usa canali di DMA evitando potenziali
conflitti con le porte di I/O. come buffer
vengono usati da 8 a 32 K di RAM. È
disponibile uno zoccolo per alloggiare
una ROM capace di effettuare il boot
remoto da rete, in modo da far funzio-
nare la stazione come workstation dedi-
cata. Sono presenti inoltre una serie di
jumper per il settaggio dei vari parame-
tri. La scheda permette la connessione
sia attraverso cavo «thin» con tran-
sceiver on-board, soluzione default del
kit (figura 4). sia per mezzo di una
connessione Ethernet standard usando
il connettore DB15 unitamente a un
cavo «drop», in questo caso però si
necessita anche di un transceiver ester-
no per ogni stazione (figura 5).
I manuali sono veramente piccoli. Co-
minciamo a preoccuparci un po'. In que-
sti casi si possono verificare due circo-
stanze: carenza di sufficienti informazio-
ni o estrema semplicità del prodotto.
Siamo fortunati. Sembra proprio di es-
sere ricaduti nel secondo caso.
Iniziamo a leggere dal manuale relati-
vo all'adattatore per Ethernet. Viene
spiegato come vanno effettuati i colle-
gamenti a seconda del connettore utiliz-
zato. Inoltre viene spiegato come attra-
verso l'uso di un repeater si possano
interconnettere tra loro due reti realizza-
te nelle due diverse implementazioni
permesse (vedi .figura 6).
Le schede contenute nel pacco sono
già fomite con configurazione default
ma viene chiaramente spiegato come
modificare la configurazione agendo sui
diversi ponticelli presenti sulla scheda.
L'individuazione dei ponticelli è imme-
diata. un rapido confronto con la figura
riportata nel manuale mostra che tutto
è in ordine. Arriviamo finalmente a pagi-
na 14 ove sono le istruzioni dettagliate
del montaggio.
Tra i vari parametri configurabili non vi
potrà essere sicuramente l'indirizzo Et-
hernet, sappiamo infatti che ogni sche-
da possiede un Indirizzo unico assegna-
to secondo una normativa internaziona-
le. notiamo invece tra l'altro la possibili-
tà di cambiare l'indirizzo I/O delta sche-
da. il livello di IRQ, la dimensione del
pacchetto. Vi è anche la possibilità di
selezionare la lunghezza massima del
cavo nel caso si utilizzi l’RG58. Ricordia-
mo che lo standard IEEE 802.3 stabili-
sce per questo cavo una lunghezza
massima di 185 m. Nel caso in questio-
ne il costruttore dichiara che si può
utilizzare un cavo lungo fino a 300 m. Di
norma è bene evitare lunghezze oltre lo
standard poiché si può cadere in una
pericolosa forma di dipendenza da un
singolo costruttore- Questo è particolar-
mente vero specie se la rete è piuttosto
complessa, in tal caso il passare ad un
altro costruttore potrebbe richiedere la
totale ristrutturazione della nostra LAN
con costi elevati. Nel caso di una picco-
la utenza o di un uso hobbistico questo
problema può essere trascurato.
Per l'installazione è consigliata una
procedura, definita «veloce», che non
MCmicrocomputer n, 106-aprile 1991
283
NETWORKING
richiede alcun intervento sui ponticelli e
che funziona nella quasi totalità dei casi.
È sufficiente porre la scheda nel con-
nettore e caricare il software.
Da bravi pigroni seguiremo proprio la
procedura di installazione veloce. Non ci
dovrebbero essere problemi di sorta,
nel caso l'installazione non abbia suc-
cesso sarà sufficiente spostare un pon-
ticello relativo ali'IRQ.
Iniziamo con il collegamento fisico,
Attenzione quando collegate il cavo. Ab-
biamo detto che le schede cosi come
sono fornite vanno collegate con cavo
thin sul connettore BNC.
Troppo bello sarebbe collegarlo cosi e
via, ma scherziamo??? E le onde stazio-
narie dove le mettiamo?
Insomma si tratta pur sempre di una
linea di trasmissione e cosi occorre
terminarla opportunamente con tappi
della dovuta impedenza, ma ormai ab-
biamo capito che basta guardare nella
scatola et voilà saltano fuon due giunti a
T e due terminatori che andremo a
collegare come nel particolare di figura
4.
Poiché abbiamo mantenuto le confi-
gurazioni originali e dato che non riu-
sciamo a dimenticare il passato di hob-
bisti maneggioni, riaccendiamo il PC e
proviamo l’installazione veloce.
Prima cosa da fare é installare i dri-
ver, successivamente effettueremo il
Eihern»! Coax
Figura 5 - Con
raggiunlB di un
rransceiuer esiemo é
possibile loalmarc
una refe Elhemer
standard conti cavo
^ Figura S - Un repeater
permette ài callegare
tra loro due reti
realiiiaie con cavi
test della scheda con il comando LAN-
CHECK.
A questo punto siamo sicuri che le
schede si «parlano» e possiamo passa-
re a caricare il NOS. Decidiamo quale
dei due PC debba diventare il server e
lanciamo NET_MGR. Ci appare un me-
nu a finestre e guidati dal manuale di
installazione con pochi passi immettia-
mo alcuni account, manager compreso.
Dopo il server passiamo a installare il
Client.
Il tempo totale impiegato per aprire i
PC. installare le schede, chiudere, cari-
care il software, é stato inferiore a 25
minuti per le due macchine. Conside-
rando che prima di iniziare il set up
avevamo dato uno sguardo ai manuali si
può ipotizzare che una persona da sola
entro una sola ora dovrebbe avere in-
stallato completamente la rete. Più faci-
le di cosil
Vincenzo ha tre PC in casa, niente
paura con la stessa semplicità, ed un
po’ di tempo, possiamo connettere ol-
tre 100 PC, Ad ogni modo noi altri PC
non ne abbiamo e perciò ci fermiamo
qui. I tempi di installazione sono stati
talmente ridotti che possiamo dedicarci
con calma ad imparare bene il NOS e
diventare dei veri esperti.
284
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
aluralmemc il cavo da solo non ba-
sta: ci vuole anche U_NET99. il
software che permeile di collegare
in rete due o ire PC MS-DOS ulili/.-
zando le porte seriali standard. Non
ci .sono nuovi comandi da apprendere, nuovi manuali
iccnici da digerire, nuove (e strane) maniere di fare le
solile cose, nuovo hardware o software applicativo da
comprare. Ogni comando DOS e presumibilmenie o-
gnì programma che abbiate mai usalo funzionerà esat-
tamente come prima di installare U_NET99.
"Nient'dlfro sul mercato offre presta-
zioni confrontobiiì od un prezzo cosi
modesto". Lo ha detto il prestigioso PC
ne. In effetti, a 149.000 lire (compre.so il cavo e
riVA), il costo di U_NET99 si giustifica già solo
per condividere una stampante tra due computer. Ma giudicale voi le ca-
raiierisiiche tecniche:
■ Supporla due o tre PC/XT/AT/386 o compatibili via porta seriale RS232
• Massima velocità di trasferimento pari u 1 1 5.200 bit/secondo
• Ognuno dei computer può accedere alle risorse hardware c software degli
altri tramite i normali comandi del DOS, come se si
lralla.sse dì risorse locali
• Stampa su stampami locali e remote
• Usa solamente I4K di RAM ed è loialnienle traspa-
rente per Tuienle e per il software applicativo.
Aggiungete l'oiiimu manuale in Italiano c un servì-
zio di hot line telefonica a vostra compieta disposi-
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è gratis. Per cima 2 mesi puieie approfittare deirec-
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RETI NEURALI
Reti neuralì ad apprendimento
non supervisionato
di Luciano Macera
in Questo appuntamento
vedremo due tipi di reti
neurali che presentano delle
caratteristiche interessanti.
Essenzialmente i due tipi di
rete presentati sono dei
classificatori, nel senso che
dato un pattern di ingresso, la
rete in uscita lo associa alla
classe a cui appartiene o a cui
SI avvicina maggiormente
come caratteristiche.
Il primo tipo dì rete «maxnet»
che viene presentato esegue
una classificazione a partire da
classi prede finite dal
programmatore mediante un
pattern di ingresso tipico che
rappresenta una determinata
classe.
Il secondo tipo di rete «ART»
invece esegue
autonomamente in fase di
apprendimento (di tipo non
supervisionato) il
raggruppamento in classi dei
pattern di ingresso, ciò
presenta l'indubbio vantaggio
di non dover sapere a priori
quali devono essere le classi
tipo per la classificazione.
Prima di introdurre la rete
maxnef é bene dare una
definizione di distanza Idi
Hamming) che sarà
frequentemente utilizzata nel
corso di quest'articolo
Distanza di Hamming
La distanza di Hamming ira due punti
di uno spazio N dimensionale con assi
coordinati binari é data da:
che esiste tra due vettori di caratteri
binari. Infatti dato il numero di valori
binari da confrontare N e la sommatoria
dei prodotti delle componenti rispettive
dei vettori da confrontare, la loro diffe-
renza ci fornisce II nume-
ro di caratteristiche diffe-
renti tra i due vettori.
Tale misura, come ve-
dremo, viene utilizzata appunto per va-
lutare il grado di differenza tra due vet-
Disianza di Hamming (x.y) = N -
(Il
In parole povere la distanza di Ham-
ming ci dà una misura delta differenza
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
287
RETI NEURALI
tori binari che possono rappresentare
sia i pattern di ingresso, che i pesi
associati agli ingressi.
Maxnet
La rete maxnet accetta in ingresso
pattern con attributi di tipo binario ed
effettua una classificazione m base alla
distanza di Hamming tra le classi appre-
se e I pattern in ingresso.
In pratica per decidere la classe di
appartenenza del pattern 'x' bisogna
confrontarlo con tutte le classi ammissi-
bili dalla rete e trovare per quale dì
queste é minima la distanza di Ham-
ming.
In altre parole il pattern di ingresso x è
classificato come appartenente alla clas-
se I se la distanza di Hamming tra il
pattern x e il pattern di esempio C, per la
classe I è più piccola di ogni altra distanza
tra il pattern di ingresso e i pattern
rappresentanti tutte le altre classi.
L'architettura maxnet è mostrata
schematicamente in figura 1: come si
può vedere, essenzialmente la rete ha
tre strati che effettuano gli opportuni
calcoli sul pattern presente in ingresso
per ottenere la classe di appartenenza
di questo.
L’uso della distanza di Hamming per
discriminare la classe di appartenenza di
un pattern impone che questo sia di
tipo binario, cioè gli N attributi del pat-
tern di ingresso devono essere di tipo
binano.
Il primo strato, lo strato di ingresso,
serve solo per bufferizzare gli ingressi e
non effettua nessun tipo di calcolo. Il
secondo strato attraverso i pesi U,, rela-
tivi al nodo ]-esimo. effettua una som-
ma pesata
KVi)
I2|
degli attributi del pattern di ingresso.
per calcolare il numero di istanze degli
attributi di ingresso che sono simili a
quelli della classe j-eslma. Vi saranno
quindi tanti nodi intermedi quante sono
le classi che si vogliono discriminare.
Il terzo strato riceve in ingresso i
valori calcolati dal secondo strato ed
effettua una selezione del nodo che
presenta il massimo valore di uscita.
In uscita verrà selezionato un solo
nodo «vincitore» che presenterà il valo-
re massimo, mentre tutti gli altri saran-
no pari a 0.
Il criterio utilizzato dalla rete maxnet
per selezionare il nodo di uscita equiva-
le ad utilizzare il calcolo della minima
distanza di Hamming tra il pattern pre-
sente in ingresso e la classe rappresen-
tata dal nodo i-esimo. Ciò é vero in
quanto calcolare il valore mimmo della
differenza tra N, numero degli attributi
del pattern di ingresso e la loro somma
pesata, è chiaramente equivalente a cal-
colare il valore massimo di (2], in quanto
il valore di N è una costante.
Per effettuare la selezione del |-esimo
nodo intermedio che presenta l'uscita
maggiore, la rete maxnet utilizza dei
collegamenti laterali inibitori.
I valori pesi dei collegamenti tra i nodi
del terzo strato sono così assegnati.
_ 1 per j = k
•jk -
-E per j k ®
131
Dove M è il numero delle possibili
classi ed è chiaramente uguale al nume-
ro dei nodi degli ultimi due livelli.
La selezione del nodo «vincitore»,
cioè quello che presenta il valore massi-
mo, viene effettuata iterando una fun-
zione che fornisce il valore corrente
deH’uscita del nodo j-esimo a partire dai
valori assunti in precedenza da tutti i
nodi.
In pratica viene dato come parametro
della funzione f la somma pesata secon-
do I pesi laterali t,t.
Con una semplice trasformazione si
ottiene:
li, «+D = fi|Pj (0 - e Z Wc (i)j
[41
dove
fi (a) -♦ a per ti > 0
f, (a) = 0 per o < 0
151
Nelle precedenti espressioni si può
vedere come l'uscita p, (t+1| tende ad
288
MCmicrocomputer n 106-apnle 1991
RETI NEURALI
essere lateralmente inibita dalle uscite
di tutti gli altri nodi.
Se il valore del parametro della fun-
zione f è positivo allora l’uscita é prossi-
ma a tale parametro, se invece tale
parametro è negativo allora la funzione f
sarà nulla.
L’effetto di tale processamento è
quello di incrementare il valore del nodo
di uscita che ha valore maggiore rispet-
to agli altri.
In pratica la rete effettua una differen-
ziazione degli ingressi e mentre pilota
un'uscita al valore massimo rispetto alle
altre, tende ad annullare le uscite di
queste. In pochi passi la rete si porta in
uno stato stabile dove solo una delle
uscite è diversa da 0.
In figura 2 sono riportati i diagrammi
con le uscitedi una rete con un ingresso
formato da 1000 attributi e 100 nodi di
uscita.
L'ingresso che viene processato cor-
risponde alla classe afferente al nodo
50. Come si può vedere al primo passo
(t=0) VI è una netta differenza tra l’usci-
ta relativa al nodo 50 e quella degli altri
nodi. Dopo soli tre passi (t=3) tutte le
uscite dei nodi sono molto piccole e
prossime allo 0, tranne ovviamente
quella del nodo 50 che conserva un
livello di uscita molto superiore.
Dopo altri 6 passi (t=9) la rete con-
verge alla corretta classificazione dell’in-
gresso. presentando solamente il nodo
50 con valore di uscita diverso da 0.
Maxnet vs Hopfield net
La rete maxnet presenta una struttu-
ra che può somigliare vagamente a
quella della rete di Hopfield vista nel
precedente articolo ma presenta dei
vantaggi non indifferenti. Infatti se pen-
siamo ad una rete con 100 ingressi e 10
classi la maxnet necessita di 1000 pesi,
mentre una rete di Hopfield con le
medesime caratteristiche necessita di
10000 pesi, quindi dal punto di vista
della memoria utilizzata i vantaggi sono
indubbi.
La notevole differenza tra il numero di
pesi necessari per costituire una rete
dalle medesime caratteristiche è dovuta
al fatto che mentre una rete di tipo
maxnet presenta una dipendenza linea-
re con il numero dei nodi la rete di
Hopfield presenta una dipendenza di
tipo quadratico.
Tale confronto comunque cade quan-
do I due tipi di rete vengono utilizzati
per I campi per cui sono nati, in quanto
mentre la maxnet è essenzialmente un
classificatore la rete di Hopfield é una
memoria associativa, quindi presentano
caratteristiche del tutto differenti per
quanto riguarda i campi di applicazione.
Reti che scoprono
le aggregazioni tra i dati
Le reti di tipo maxnet presentano lo
svantaggio per cui bisogna conoscere a
priori i possibili pattern di ingresso e le
relative classi di appartenenza. Per ov-
viare a questo Grossberg e Carpenter
hanno studiato una modifica della rete
maxnet per consentire, tramite un ap-
prendimento non supervisionato, la sud-
divisione automatica in classi dei pat-
tern di ingresso (clustering).
Descriviamo genericamente le reti di
tipo ART (Adaptative Resonance Theo-
ry) che possiedono queste caratteristi-
che. La struttura della rete è visibile in
figura 3: si può notare la somiglianza di
questa con la rete maxnet, infatti la
selezione dei vincitore avviene con un
procedimento uguale a quello utilizzato
nella maxnet.
Se pensiamo di operare nello spazio
con coordinate di tipo binario abbiamo il
caso particolare della rete ARTI. L’algo-
ritmo di apprendimento non supervisio-
nato per il funzionamento di questo tipo
di rete é visibile in figura 4.
I pesi b|, costituiscono la memoria a
breve termine della rete e determinano
l’appartenenza del pattern di ingresso
alla j-esima classe calcolando le somme
pesate
161
che vengono poi elaborate con la proce-
dura maxnet per verificare la classe di
appartenenza.
L'appartenenza del pattern a quella
classe viene poi verificata attraverso la
somma pesata mediante i pesi t,,. La
quantità:
Stjix,
171
ci fornisce la quantità di uguaglianze tra
il pattern di ingresso e il pattern di
riferimento della classe i-esima.
Questo valore viene poi diviso per il
numero di attributi significativi che ca-
ratterizzano il pattern di ingresso e con-
frontato con una opportuna soglia p.
MCmicrocomputer n 106-apnle 1991
RETI NEURALI
Se il rapporto non supera la soglia
imposta dal programmatore allora viene
momentaneamente disattivata la classe
rappresentata dal nodo j-esimo e ne
viene creata una nuova a partire dal
pattern di ingresso.
Chiaramente il valore associato alla
soglia determina l'aggregazione più o
meno stretta dei pattern di ingresso.
In altre parole maggiore sarà il valore
della soglia e maggiore sarà il numero di
classi generate, in quanto se un pattern
è troppo dissimile da quelli di riferimerv
to delle classi generate, esso non ap-
parterrà a nessuna di esse.
La rete ARTI può essere modificata
cambiando il tipo di coordinate dello
spazio dei pattern. Adattando la rete a
funzionare con delle coordinate di tipo
continuo (attributi rappresentati tramite
numeri reali variabili da 0 a 1| si ottiene
una rete di tipo ART2, che può essere
utilizzata per classificare pattern di tipo
reale {con eventuale normalizzazione
degli attributi).
Conclusioni
Le reti di tipo ARTI e ART2 presenta-
no il vantaggio di poter scoprire le ag-
gregazioni dei dati e dividerle in classi,
pertanto potrebbero essere utilizzate
per eseguire delle classificazioni di tipo
statistico. Il vantaggio di trovare i rag-
gruppamenti di tipo spaziale dei dati è
utile anche in tutte quelle applicazioni
dove si devono classificare dei dati af-
fetti da rumore, ad esempio nella classi-
ficazione di segnali acustici per il ricono-
scimento del parlato.
In alcune applicazioni però si presenta
la limitazione dovuta al fatto che la rete
associa sempre un ingresso ad una sola
classe, quindi in caso di forte ambiguità
del pattern di ingresso si possono avere
delle associazioni errate e non è possi-
bile risalire al tipo di classe eventual-
mente simile a quella di reale apparte-
Algoriimo di apprendimento per rete neurale derivata
dal modello ARTI di Grossberg e Carpemer
Passo I Presenta un nuovo pattern x =
Passo 2 Calcola dall'ingresso verso le usccite i valori di
mediante la somma pesata;
Passo 3 Utilizza la procedura maxnet per trovare il nodo di
uscita che ha il valore più elevalo
Passo 4 Verifica che x appartenga al j-esimo raggruppamento
(cluster) calcolando dall'uscita verso l'ingresso mediante
la somma pesala:
Z ‘J‘*i
Allora X appartiene al J-esimo cluster se:
(I)
Dove p è un parametro di soglia e t^l i la norma del
vettore di ingresso, cioè; ^
Se la condizione (I) è veriftcaia vai al passo 5
altrimenti vai al passo 6
Passo 5 Aggiorna i vettori dei pesi eM> per i valori di j ed i
appena trovati e toma al passo I
Passo 6 Disattiva il nodo che ha risposta maggiore e toma al
passo 2 per generare un nuovo centro di cluster
Formule per Tinizializaziooe e per Taggiomamenio
dei vettori dei pesi:
(0) = l
tji (n+1) = iji (n)Xi
bji (n+1) = - i'
0,5+ X *ii (n)*i
Algonlmo
di apprentìimenio
non supervisionaio
per rete neurale
Riferimenti
(11 Paolo Ciaccia, Dario Maio
Reti Neuronali: proprietà e problematiche aperte
Alta Frequenza, Voi 1, Num, 3, pp. 186-209. 1989.
[21 Yoh-Han Pao
Adapiative Pattern Recognition and Neural Networks
AOdison-Wesley Publishing Company, Ine.
(3| ft.P. Lippman
An introduction to computing with neural nets
IEEE ASSP Magazine, Voi, 4. pp. 4-22. 1987
|4t G.A. Carpenter and S. Grossberg
ART2: Self-organiation of stable categoiy recognition codes fot analog input pattems.
Applied Oplics. Voi 26, pp 4919-4930. 1987
nenza tn quanto i nodi di uscita non
presentano una struttura coerente con
le classi di appartenenza. In altre parole
non è detto che nodi adiacenti corri-
spondano a classi adiacenti.
Si può ovviare a questo inconvenien-
te con un nuovo tipo di rete che oltre
che scoprire le aggregazioni di tipo spa-
ziale dei dati riflette la struttura trovata
sulla propria organizzazione interna as-
sociando a nodi vicini classi simili. Ma
questa é un'altra storia che vedremo
nel prossimo appuntamento.
fiàs
290
MCmicrocomputer n. 106-apnle 1991
LINEA AMIGA COMMODORE
■' • GLI HARD DISK
FLASHBANK - HDeDMAconifoHer su scnsde per A2000. Autot>ool«)n sisismiope-
FLASHBANK 20Mb • 40ms 490.000: FLASHBANK 32Mb • 40ms S90.000
FLASHBANK 40Mb - 23me 690.000: FLASHBANK 63Mb • 23ms 690.000
MODULO A 2090 Aulobool - Rende aulobool I conlroller Coirmodore A2090. Si
inserisce su stola 100 1
129.000
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Dalle stelle allo stallo
di Luciano Macera
In questa puntata di
Multitasking, parleremo del
problema dello stallo di due o
più processi- Situazione in cui
si ha praticamente un blocco
del sistema non a causa di
errore di programmazione dei
singoli processi, ma solo per
la concorrenza di questi e per
il fatto che il sistema sul quale
ci muoviamo concede con
troppa «leggerezza» l'uso
esclusivo di risorse condivise
Problema di feeling
Lo scorso mese abbiamo visto come
proteggerci da incauti utilizzi delle risor-
se condivise regolando l'accesso a que-
ste tramite funzioni di sistema come la
«Lock-UnLock» o i meno rudimentali
semafori.
Non ci siamo però, volutamente, po-
sti il problema di come proteggerci dallo
stallo ossia da quelle situazioni in cui più
processi non possono proseguire per-
ché in attesa di risorse in quel momen-
to utilizzate da altri processi che atten-
dono a loro volta altre risorse utilizzate
da noi.
È chiaro che se il processo «A» assu-
me il controllo esclusivo della risorsa
«a» e tenta di accaparrarsi anche la
risorsa «b» attualmente in uso presso il
processo «8” che a sua volta cerca di
guadagnare la risorsa «a>i, i due proces-
si rimarranno bloccati (in stallo) per
sempre. A meno di non prendere i
soliti, necessari, provvedimenti.
Facciamo subito un primo esempio:
immaginiamo di dover accedere in ma-
niera esclusiva ad una struttura dati
condivisa sulla quale effettuare opera-
zioni. Fatto questo procediamo all'acqui-
sizione di una seconda struttura dati per
aggiornarla con i nuovi valori della prima
per poi terminare ancora le operazioni
su quest’ultima prima di rilasciarla com-
pletamente.
Potrebbe essere l'esempio della lista
posti e lista attesa di un qualsiasi volo
aereo: chiusa l'accettazione dei preno-
tati è necessario accedere alla lista dei
posti per conteggiare quelli ancora libe-
ri, accedere alla lista d'attesa per prele-
vare un pari numero di viaggiatori «spe-
ranzosi», e accedere nuovamente alla
lista posti per aggiornare l'elenco dei
viaggiatori.
Utilizzando le «P» e «V» viste io scor-
so mese, il processo potrebbe avere
una struttura di questo tipo:
P(Seml)
Utilizzo struttura t
P(Sem2)
Aggiornamento struttura 2
V(Sem2)
Utilizzo struttura 1
V(Sem1)
Un'altra procedura, differente dalla
prima potrebbe avere la necessità di
accedere alle due strutture dati condivi-
se in ordine inverso:
P(Sem2)
Utilizzo struttura 2
PISemI)
Aggiornamento struttura 1
V(Seml)
Utilizzo struttura 2
V(Sem2)
Cosa succede se le due procedure
appena mostrate sono eseguite con-
temporaneamente ad esempio da due
terminali diversi?
Molto probabilmente si ha uno stallo
in quanto il primo processo acquisisce
l'uso esclusivo della struttura 1 e non la
rilascia fino a quando non ha eseguito
tutte le sue operazioni,
Contemporaneamente potrebbe fare
lo stesso la seconda procedura, acqui-
sendo l'uso esclusivo della struttura 2
prima che lo faccia anche il primo pro-
cesso. In pratica potremmo facilmente
trovarci nella situazione in cui il proces-
so 1 ha acquisito la struttura 1, il pro-
cesso 2 ha acquisito la struttura 2, il
processo 1 attende la liberazione della
292
MCmicrocomputer n, 106-apnle 1991
MULTITASKING
Struttura 2 (in mano al processo 2 che,
di certo, non la rilascia) e il processo 2
attende la struttura 1. Attesa infinita, ,,
Una prima soluzione
Un primo metodo drastico per risolve-
re il problema è quello di vedere le varie
risorse cui siamo interessati nel corso
della nostra elaborazione come un'unica
risorsa indivisibile. In altre parole avre-
mo un solo semaforo che controlla l'ac-
cesso simultaneo a tutte le risorse (in
gioco) contemporaneamente. In pratica
ogni processo che accede ad una qual-
siasi risorsa condivisa blocca l'accesso
a tutte le risorse disponibili e dunque,
banalmente, il problema è risolto utiliz-
zando erroneamente la forza.
Erroneamente proprio perché si
avrebbe un costoso degrado delle pre-
stazioni globali a causa del fatto che
non è giusto bloccare tutto il bloccabile
solo perché un singolo processo deve
accedere ad una singola risorsa. E in più
sarebbe come fare un vergognoso pas-
so indietro rispetto alla gestione risorse
“3 semafori che ha proprio come van-
taggio principale il fatto di suddividere le
risorse condivise in classi distinte e
proprio per questo singolarmente arbi-
trabili.
Ciò che bisogna fare è prevenire i
possibili stalli: agire prima che sia trop-
po tardi con metodi non cruenti (esclu-
dendo. cioè, la possibilità di uccidere i
processi coinvolti in uno stallo),
Grafi e prenotazioni
Un metodo per prevenire gli staili c'è
e consiste neH'istituire, oltre alla mutua
esclusione implementata attraverso se-
mafori, un meccanismo di prenotazione
delle risorse.
In pratica ogni processo quando entra
in una sezione critica che a sua volta
contiene altre sezioni critiche chiede
l'uso esclusivo della prima e in più si
prenota per quelle che. eventualmente,
utilizzerà al suo interno.
Il sistema concederà in questo modo
l'uso esclusivo della prima sezione criti-
ca solo se le prenotazioni indicate non
generano la possibilità di stallo con gli
altri processi (che a loro volta hanno
fornito le loro prenotazioni).
Nell'esempio sopra visto, (a prima P
sul Semi diventerà una P su Semi con
prenotazione Sem2: in pratica si chiede
che venga dato l'uso esclusivo delia
risorsa controllata da Semi e si avvisa il
sistema che prima di rilasciare tale risor-
sa potrebbe essere utilizzata anche la
nsorsa controllata da Sem2.
Il codice del primo processo diventa
grosso modo così:
MCmicrocomputer n. 106-aprile 1991
PISeml. Sem2l
Utilizzo struttura 1
P(Sem2)
Aggiornamento struttura 2
V(Sem2)
Utilizzo struttura 1
V(Sem11
quello del secondo:
P(Sem2, Semi)
Utilizzo struttura 2
PISeml)
Aggiornamento struttura 1
V(Sem1)
Utilizzo struttura 2
V(Sem2)
A questo punto il sistema rifiuterà la
P(Sem2. Semi) del secondo processo
se verrà eseguita dopo la complementa-
re richiesta del processo 1, evitando in
questo modo lo stallo. Ma come fa il
sistema per stabilire che una certa se-
quenza di prenotazioni può indurre uno
stallo?
L'algoritmo esiste, ma per descriverlo
nel più semplice dei modi ci avvarremo
di un grafo.
In pratica il sistema mantiene una
tabella delle prenotazioni che si modifi-
ca man mano che vengono eseguite le
varie P e V sui semafori. Prima di con-
cedere 0 meno l'uso esclusivo di una
risorsa condivisa viene generato all'in-
terno del sistema il grafo delle prenota-
zioni ed esplorato per stabilire se esiste
0 meno la possibilità di stallo.
La tabella delle prenotazioni è forma-
ta da una riga per ogni risorsa condivisa
e contiene i seguenti campi:
1) stato della risorsa
2) processo utilizzatore
3) lista prenotazioni.
Il primo campo è generalmente im-
piegato per indicare lo stato della risor-
sa in questione. Il secondo indica il
processo che, in quel momento, sta
utilizzando in modo esclusivo la risorsa.
Il terzo campo contiene la lista dei pro-
cessi che hanno prenotato la risorsa ma
che ancora non ne hanno chiesto l’uso
esclusivo. A partire dalla tabella delle
prenotazioni é generato il grafo delle
prenotazioni come mostrato nei tre
esempi di figura 2.
Nel primo dei tre esempi l'unità U1 é
attualmente utilizzata dal processo PI e
ha una prenotazione da parte di P3 e
P2, l’unità U2 è utilizzata da P2, l'unità
U3 è utilizzata da P3 e ha una sola
prenotazione da parte di P2. Nel grafo
corrispondente (figura 2b) gli archi
uscenti dai nodi «processo» indicano
Tutilizzo in esclusiva da parte di questi,
gli archi uscenti dai nodi «unità» indica-
no le dipendenze dovute alle prenota-
zioni. (iosi U3 (sempre in figura 2b) è
293
MULTITASKIMG
utilizzata in maniera esclusiva da P3 ed
avendo quest’ultimo una prenotazione
anche per U1 (P3 compare infatti anche
nella lista prenotazioni di questa unita) é
con questa coHegata da un arco unità-
unità,
L'assenza di stallo è graficamente
rappresentata dall’assenza di cicli di di-
pendenza tra le unità: non esiste infatti
un percorso che partendo dall’unita UX
attraverso le frecce dirette torni nuova-
mente sull’unità di partenza.
Diverso è il caso della tabella di figura
2c e relativo grafo di figura 2d. LI il
percorso circolare esiste, infatti parten-
do da un qualsiasi nodo unità seguendo
le frecce sì torna allo stesso nodo di
partenza: stallo immediato.
Del resto dando uno sguardo più at-
tento alla relativa tabella possiamo de-
durre lo stallo anche senza bisogno di
grafo L’unità U1 è utilizzata da Pi;
l’unità U2 è utilizzata da P2; l’unità U3 è
utilizzata da P3. Inoltre P3 ha una preno-
tazione per U1, P2 per U3 e PI per U1.
PI «mollerà» DI dopo aver utilizzato
anche U2 che è utilizzata da P2 che la
lascerà dopo aver utilizzato U3. Questa,
a sua volta, é utilizzata da P3 che la
lascerà dopo aver usato anche DI che é
utilizzata attualmente da PI. Classico
gatto che si morde la coda...
Figura 3 - Tabella prenotaiioni e relaliM grafo per sei processi che si conientìono sei unita Nella seconda
delle due ipotesi si ha uno stallo
Costruiamo un grafo
Come esempio finale di quest’articolo
proviamo a giocare con sei processi che
si contendono l’assegnazione esclusiva
di altrettante risorse condivise. Possia-
mo immaginare che al sistema operati-
vo arrivino le seguenti sei richieste da
altrettanti processi:
PI P(Sem1, Sem2, Sem3, Sem5)
P2 - P(Sem2)
P3; PlSem3, Sem5)
P4' P|Sem4, Sem21
P5. P(Sem61
P6': P(Sem6, Semi, Sem4)
Come negli esempi precedenti il se-
maforo «SemX» controlla l’unità UX e
nelle P con più parametri il primo identi-
fica il semaforo sul quale si richiede
l’accesso. I rimanenti parametri indica-
no le prenotazioni su altrettante risorse
condivise. Ad occhio, sapreste giudicare
se la sequenza di P sopra indicata met-
te I processi (non necessariamente tut-
ti) in stato di sfallo?
No, non c'è stallo: possono essere
soddisfatte tutte le P. Vediamo perché:
ci aiuteremo con un grafo, mostrato in
figura 3b, La costruzione é assai sempli-
ce. Si tracciano tanti nodi quante sono
le unità condivise e da ognuno di questi
tante frecce dirette verso i nodi segna-
lati nelle liste di prenotazione. Così da
quanto evidenziato dalla prima delle sei
P da U1 tracceremo tre frecce verso
U2, U3, U5. Con la seconda P, non
essendoci prenotazioni non aggiungere-
mo alcuna treccia. Con la terza P tracce-
remo semplicemente un arco da U3 a
U5 e cosi via fino alla ses.ta P ottenendo
il grafo mostrato in figura 3b. Come
facilmente visibile «ad occhio» non esi-
ste un percorso circolare che partendo
da uno qualsiasi dei nodi riporti ai nodo
di partenza; non c’é infatti pericolo di
stallo.
Certo la cosa cambia se poco dopo
P5 esegue una V(Sem5) (liberando U5)
e prima che altri processi blocchino la
risorsa esegue un bel P(Sem5, Sem6).
La tabella prenotazioni è mostrata in
figura 3c, il nuovo grafo in figura 3d.
Qui lo stallo c’é in quanto esiste un
percorso circolare che partendo da U1,
U5 0 U6 porta allo stesso nodo di
partenza: il sistema non deve permet-
tere questo: P5 verrà sospeso come
se avesse trovato la sezione critica oc-
cupata da un altro processo mentre
sarà concessa la medesima sezione cri-
tica ad esempio a PI o P3 che avendo-
la già precedentemente prenotata non
aggiungono nuovi archi ai grafo e quin-
di probabilità di «introdurre» cicli e
quindi stalli.
Dal punto di vista del computer
Certo un conto é prendere carta e pen-
na e disegnare un bel grafo, ben altro è la
visione dal punto di vista del computer
che ha schemi di funzionamento diversi
dalla nostra visione-intuizione. Un grafo
può essere memorizzato sotto forma di
lista multipla in cui i nodi sono gli elemen-
ti della lista e gli archi i puntatori tra
questi- E la visita di un grafo non é certo
un problema irrisolvibile, specialmente
quando si hanno a disposizione linguaggi
di programmazione ricorsivi. In altre paro-
le il grafo viene costruito e aggiornato in
memoria ad ogni chiamata P contenente
prenotazioni. L’aggiornamento in questo
modo è semplicissimo: basta riportare
nei vari campi i puntatori agli elementi
indicati neila lista di prenotazione. Per la
visita i problemi non sono poi così tanti. Si
parte infatti dal nodo che abbiamo in quel
momento aggiornato (relativo alla unità
che si intende utilizzare, indicata nel pri-
mo parametro della P) e da quello si
scorre il grafo come fosse un albero. La
visita ha esito positivo solo se termina
senza mai ripassare per il nodo in parten-
za. Da notare che non è possibile entrare
in cicli in cui non è compreso l’ultimo
nodo aggiornato in quanto ciò indichereb-
be la preesistenza di cicli che avremmo
dovuto scartare precedentemente.
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SMALLTALK
Smalltalk/y - Aspetti
Il mese scorso abbiamo detto
che una classe è
l'implementazione di un tipo
di dato astratto basata sui
concetti di ereditarietà,
incapsulamento e
polimorfismo. In questo
articolo vedremo come
realizzare una classe
in Smalltalk
seconda parte
di Tommaso Masi
Coerentemente alla definizione data,
il nostro discorso deve iniziare dal con-
cetto di tipo di dato astratto (TDA). Un
TDA è un modello di una entità reale sul
quale è definito un insieme di operazio-
ni, È possìbile definire TDA su concetti
matematici, numeri o matrici, o informa-
tici, stack 0 array, così come su oggetti
reali, quali fatture commerciali o appa-
recchiature meccaniche, Un TDA è la
formalizzazione delle proprietà di una di
queste entità mediante la descrizione di
un insieme di operazioni di cui questa
entità può essere oggetto. Un numero,
ad esempio, può essere sommato ad
un altro, uno stack può essere ingran-
dito per accogliere un nuovo elemento,
una fattura può essere saldata dal dien-
te a cui è indirizzata.
Un TDA costituisce il passo prelimi-
nare per la definizione di un tipo di dato
da utilizzare in un programma. Si dice
«astratto» in quanto la sua definizione
prescinde da ogni possibile implemen-
tazione. Ad esempio, nel numero 102
dello scorso dicembre, Sergio Poiini,
nella rubrica Turbo Pascal, ha presenta-
to due possibili implementazioni per il
TDA matrice, In Turbo Pascal (fino alla
versione 5,0) l'implementazione di un
TDA avviene mediante la realizzazione
di una unii, nei linguaggi Object-Oriented
mediante la definizione di classi.
Una corretta programmazione object-
oriented deve essere fondata sull’astra-
zione sui dati. Tuttavia, benché esistano
a riguardo delle metodologie e delle ap-
posite simbologie mediante le quali de-
scrivere formalmente i TDA, ci riservia-
mo dì trattarle in una prossima occasio-
ne e torniamo a parlare di Smalltalk.
La definizione di una classe
L’implementazione di un TDA, qual-
siasi linguaggio si adotti, comporta la
definizione di una struttura di dati e di
una serie di procedure che operino su
questa. In Smalltalk la struttura di dati è
data daH’insieme delle variabili di
istanza, mentre le procedure sono co-
stituite dai metodi. Queste due parti
dell’implementazione del TDA vengono
entrambe definite nella classe.
Per illustrare gli aspetti sintattici della
definizione di classi ci proponiamo di
sintattici
descrivere la classe Stack presentata in
figura 1.
Le proprietà del TDA stack sono no-
te: si tratta di una struttura LIFO i cui
operatori tipici consentono le operazioni
di PUSH (con cui si mette un nuovo ele-
mento in cima allo stack) e di POP (che
al contrario lo elimina). A queste spesso
si affianca un terzo operatore, TOP, che
lasciando immutato lo stack, ne restitui-
sce la cima.
L'ereditarietà fra classi
In Smalltalk la prima scelta da pren-
dere per implementare un TDA in una
classe riguarda il rapporto di ereditarietà
della stessa. Nei linguaggi object-orien-
ted, una nuova classe (la sottoclassei
può essere definita a partire da un rap-
porto di discendenza da un'altra (la su-
perclasse) In quanto è possibile limitar-
si a specificarne solo le differenze ri-
spetto a quest’ultima. Si parla di eredi-
tarietà singola se una classe non può
avere più di una superclasse, e di ere-
ditarietà multipla quando possono es-
serci piu superclassi per una stessa sot-
toclasse. Lo Smalltalk, come il Turbo
Pascal, offre l'ereditarietà singola, Tut-
tavia, a differenza del Pascal, in Smal-
ltalk quando si crea una classe bisogna
sempre specificarne la superclasse. È
ammessa, infatti, una sola classe senza
superclasse, la classe Object. Ogni altra
deve essere, quantomeno, discendente
di questa. Object è una classe di siste-
ma (cioè una classe fornita insieme al
linguaggio) che definisce un insieme di
messaggi fondamentali, a cui ogni og-
getto deve poter rispondere. Ad esem-
pio, il messaggio class, che restituisce
la classe di appartenenza di un oggetto,
viene definito in Object.
Nella scelta della superclasse è, ov-
viamente, di fondamentale importanza
la conoscenza delle classi già esistenti.
Non avendone ancora esaminate, fino-
ra, facciamo discendere Stack diretta-
mente da Object.
Le variabili di istanza
A questo punto possiamo occuparci
della struttura di dati da adottare. Come
già detto, in Smalltalk si parla al riguardo
296
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
SMALLTALK
di variabili di istanza. Queste sono delle
variabili private detroggeno, inaccessi-
bili al suo esterno se non nei modi con-
cessi dai messaggi definiti nella sua
classe (in questa inaccessibilità si con-
cretizza il concetto di incapsulamento^.
Il numero ed i nomi di queste variabili
vengono anch'essi definiti nella classe:
in questo modo ogni istanza avrà Io
stesso insieme di variabili private, sep-
pur con valori differenti. Ad esempio
ogni stack potrebbe avere due variabili
di istanza: items, un array, e last, l'in-
dice nell'array dell'ultimo elemento in-
serito. In tal caso l'esecuzione dei mes-
saggi in figura 2 produrrebbe due istan-
ze di Stack il cui stato interno (cioè i va-
lori delie variabili di istanza) è riportato
in figura 3.
Ogni oggetto è accomunato con gli
altri della stessa classe da una identica
struttura delle variabili di istanza e da un
identico insieme di messaggi a cui può
rispondere (questo insieme in Smalltalk
è detto protocollo). Ciò che differenzia
più istanze della stessa classe è invece
il contenuto delle rispettive variabili di
istanza.
Tornando al nostro problema, quello
della scelta della struttura delle variabili
di istanza di Stack, abbiamo optato per
una soia variabile contenente una istan-
za della classe OrderedCollection. Que-
sta è una classe di sistema che defini-
sce una specie di array dinamico, in gra-
do di espandersi e contrarsi per conte-
nere un numero variabile di elementi. In
una OrderedCollection è possibile inse-
rire elementi sia in testa che in coda, e
ciò consente di simulare facilmente il
funzionamento di uno stack. è quanto
viene fatto nella classe Stack.
Le decisioni prese finora, riguardo il
rapporto di ereditarietà della classe Sta-
ck e la struttura delie variabili delle sue
istanze, sono sufficienti per dichiarare la
nuova classe. Questo avviene nelle pri-
me quattro righe di figura 1.
Si tratta di un messaggio inviato alla
classe Object in cui si specifica il nome
della nuova sottoclasse, e quello della
sua unica variabile di istanza. Come si
vede dal selettore di messaggio, una
classe può avere anche variabili di
classe e dizionari di pool, ma per ora
possiamo trascurarli: Stack non ha né
variabili di classe, né dizionari di pool.
La mancanza di tipizzazione
Prima di passare alla definizione dei
metodi corrispondenti ai messaggi pu-
ah:. pop e top. che costituiranno il pro-
tocollo degli stack, è il caso di porsi una
domanda. Abbiamo detto che la varia-
bile contenta sarà una OrderedColle-
ction, attraverso la quale implementere-
mo il funzionamento dello stack. Nella
dichiarazione della classe ne abbiamo,
tuttavia, specificato soltanto il nome.
Come dichiararne il tipo?
Qui incontriamo una caratteristica del
linguaggio abbastanza inusuale: le varia-
bili non sono tipizzate. In Smalltalk, la di-
chiarazione di una variabile non ne com-
porta l’associazione con un tipo. Ogni
variabile appena dichiarata viene asso-
ciata a nil, l'oggetto indefinito. Succes-
sivamente alla dichiarazione, possiamo
associarie qualsiasi oggetto, mediante
una espressione di assegnamento. Si
veda la figura 4. Appena dichiarata, nella
prima riga dell’esempio, la variabile v
vale nil, successivamente un assegna-
mento le fa referenziare una stringa. In
seguilo, con il secondo assegnamento,
V viene ad assumere un valore nume-
rico.
Il principale svantaggio di questo ap-
proccio è dato dalla povertà dei controlli
Object subclass: #8tack
iDstanceVa^iable^alne8: '
classVarlableNanes ; ' '
poolDictlonaries: ''
Stack class methods
Stack methods
initiallze
"Privato - Ritorna il ricevente dopo averlo
inizializzato come stack vuoto."
contente OrderedCollection new
"Ritorna l'oggetto in cima allo
dopo averlo rimosso."
ansver := self top.
contents removeLast.
ansver
push: anObject
"Ritorna anObject dopo averlo
aggiunto in cima allo stack."
contents addLast: anObject.
■ anObject
Figure 1 - Implemeniaiione di una classe «Siaci:»
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
297
SMALLTALK
Statici sulla correttezza del codice, al
momento della compilazione, che sono
limitati agli aspetti sintattici del linguag-
gio.
A fronte di questa limitazione, vi sono
però degli indubbi vantaggi, in quanto è
possibile mettere in un array oggetti di
tipo diverso. Ad esempio, l'espressione
costante "#((23 5 90) ($7 7 '7') Sf Si $n
Se)" definisce un array di 6 elementi:
due array e 4 caratteri. Il secondo di
questi array, inoltre, contiene un carat-
tere, un numero e una stringa.
La mancanza di tipizzazione delle va-
riabili risolve alla radice il problema della
genericità delle classi. Le caratteristiche
di un TDA, per esempio lo stack, sono
le stesse sia che si tratti di uno stack di
interi che di uno stack di stringhe. A ri-
gor di logica, quindi, dovremmo avere
una sola classe Stack. Invece, in quasi
tutti i linguaggi object-oriented tipizzati,
è necessario definire una famiglia di
sottoclassi della classe generica Stack.
Avremo cosi la classe IntegerStack per
contenere interi, la classe StringStack
per contenere stringhe, la classe Li-
stStack per contenere liste, istanze di
una famiglia di classi analoga a quella di
Stack. La realizzazione di strutture com-
piesse diviene parallelamente abbastan-
za complicata.
/ metodi
Torniamo adesso al nostro problema.
Al momento della creazione di una
istanza di Stack, la variabile contenta
conterrà nil, l’oggetto indefinito. È ne-
cessario perciò definire un metodo di
inizializzazione che assegni a contenta
una istanza di OrderedCollection.
È quanto viene fatto nel primo dei
quattro metodi dì istanza in figura 1. I
metodi definiti in una classe si dividono,
analogamente alle variabili, in metodi di
istanza e metodi di classe In figura 1.
I metodi di istanza sono preceduti dalla
riga «Stack methods», quelli di classe
si := stack new.
s2 := Stack new.
si pasb: 3;
push: 5;
top.
s2 push: 4;
pop;
push; 2;
push: 8;
push: 7.
Figura 2 • Invio di messaggi a due israme. si e s2.
di una classe Slack implemeniaia come un array
dalla riga «Stack class methods». Per
ora occupiamoci dei primi.
Analizziamo il metodo initialize. Ogni
metodo inizia con il selettore del mes-
saggio a cui corrisponde, il cosiddetto
message pattern. Di seguito, racchiu-
so tra virgolette, può comparire un com-
mento esplicativo. É buona pratica di
programmazione Smalltalk inserire que-
sto commento iniziale in ogni metodo.
Di seguito, in initialize, c’è il corpo del
metodo, in questo caso un semplice as-
segnamento alla variabile contenta.
Passiamo al metodo top. Esso resti-
tuisce l'oggetto in cima allo stack. Que-
sto viene fatto mandando il messaggio
last ali’ OrderedCollection contenta. Il
simbolo «■», premesso ad una espres-
sione di messaggio, indica che quell’e-
spressione fornisce il risultato del me-
todo. Si tratta di una espressione di re-
stituzione. Sappiamo che l'esecuzione
di un metodo produce un risultato, ana-
logamente alle funzioni di molti altri lin-
guaggi. Il metodo, quando viene attivato
In risposta ad un messaggio, esegue
una serie di elaborazioni e restituisce un
risultato attraverso una espressione di
restituzione.
Si consideri il metodo puah:. In que-
sto viene messo in fondo aH'Ordere-
dCollection l'oggetto ricevuto come ar-
gomento (con il messaggio addLast: in-
viato a contenta), e viene restituito quel-
lo stesso oggetto attraverso una
espressione di restituzione.
Si guardi al message pattern di que-
sto metodo. Poiché esso riceve un ar-
gomento, è necessario definire un no-
me con cui far riferimento, aH'interno
del metodo, all'oggetto ricevuto. Que-
sto nome, anObject, è una pseudo va-
riabile temporanea che viene creata al
momento dell'esecuzione del metodo e
distrutta subito dopo. Come ogni pseu-
do variabile (le abbiamo già incontrate il
mese scorso) può essere usata per re-
ferenziare un oggetto, in questo caso
quello ricevuto come argomento, senza
poter essere modificata con un asse-
gnamento.
In Smalltalk sono infatti vietati gli ef-
fetti collaterali sugli argomenti dei mes-
saggi, a tutto vantaggio della robustezza
del codice.
E terminiamo con il metodo pop. Co-
me nelle funzioni del Pascal, anche nei
metodi è possibile servirsi di variabili lo-
cali, dichiarate internamente al metodo
ed esistenti solo durante l’esecuzione
dello stesso. Come si vede in pop, le
variabili locali devono essere dichiarate
prima del corpo del metodo, solitamen-
te di seguito al commento. La dichiara-
zione consiste semplicemente nell'elen-
cazione dei loro nomi all'Interno di sim-
boli «I».
I metodi top e push: consistevano in
messaggi inviati a confenfs. In un me-
todo tuttavia è possibile inviare messag-
gi anche allo stesso oggetto che sta
eseguendo il metodo. La cosa avviene
con la solita sintassi' il nome del rice-
vitore seguito dal selettore del messag-
gio accompagnato dagli eventuali argo-
menti. Allo scopo esiste un’altra pseudo
variabile, self, che, durante l'esecuzione
di un metodo, referenzia l’oggetto che
in quel momento sta eseguendo il me-
todo stesso. Vediamo come funziona
pop. Anzitutto memorizza in ans^ver l’e-
lemento contenuto in cima allo stack:
questo viene fatto mandando allo stes-
so stack il messaggio top. Poi viene ri-
mosso quest'elemento, mandando il
messaggio removeLast a contenta, ele-
mento che infine viene restituito in ri-
sposta al messaggio con una espressio-
ne di restituzione.
Da questi esempi, si evince che la
scrittura di metodi si traduce in una se-
rie di messaggi ed assegnamenti in cui
possono essere coinvolte variabili locali,
argomenti del messaggio, e l'oggetto
che sta eseguendo il messaggio stesso.
Torniamo un attimo, infine, al metodo
initialize. Come si vede questo non ter-
Contenuto delle variabili di istanza di si:
last 2
1° elemento di items 3
2* elemento di items 5
Contenuto delle variabili di istanza di s2:
last 3
1° elemento di items 2
2° elemento di items 8
3” elemento di items 7
vaion dalle variabili di
istanaal degli stack s I
e s 2 dopo l'invio di
298
MCmlcrocompufer n 106 - aprile 1991
SMALLTALK
V := 'la variabile "v"
a questo punto e"
una stringa'.
V := 34 / 12 + 4.
"Ud nodo sbagliato per ottenere u
istanza inizlalizzata della class
{self aew) ioitialize
mina con una espressione di restituzio-
ne. In questo caso lo Smalltalk si com-
porta come se terminasse con la riga
self».
Questa è l'espressione di restituzione
valida per defaull. Un metodo deve in-
fatti sempre restituire un oggetto, e non
importa che questo venga utilizzato o
meno nel punto di chiamata.
E con questo termina la trattazione
della sintassi dello Smalltalk. Non prima,
però, di avere esaminato un ultimo, im-
portante concetto.
La doppia natura delle classi
La definizione di classe come TDA
'•implementazione di un tipo di dato
astratto basata sui concetti di eredita-
rietà, incapsulamento e polimorfismo»,
benché corretta, non è del tutto com-
pleta. Infatti in Smalltalk una classe, ol-
tre a costituire il modello (l'implemen-
tazione) di tutte le sue istanze è. a sua
volta, un oggetto.
Questa affermazione, benché possa
sembrare strana, non dovrebbe meravi-
gliare più di tanto. Non abbiamo detto
che ogni entità dello Smalltalk è un og-
getto? E non abbiamo visto che la crea-
zione di istanze avviene mandando il
messaggio new alia classe di apparte-
nenza? E i messaggi non si mandano
forse agli oggetti?
Ogni classe è l'istanza della propria
metaclasse. Per ogni classe, infatti, esi-
ste una metaclasse. Le metaclassi ven-
gono automaticamente create dal siste-
ma quando definiamo una nuova classe.
Cosi la classe della classe Stack sarà la
metaclasse Stack. E come la superclas-
se di Stack è Object, cosi la superclasse
della metaclasse Stack è la metaclasse
Object.
Le classi sono oggetti che servono
per definire la struttura ed il comporta-
mento di altri oggetti, le loro istanze.
Per svolgere questo compito è neces-
sano che siano in grado di rispondere a
determinati messaggi, e che i metodi a
questi corrispondenti (i metodi di clas-
se) agiscano su alcune variabili (le va-
riabili di classe).
Ogni metaclasse eredita dalla meta-
classe di Object il messaggio new.
Questo messaggio ha il compito di
creare una nuova istanza della classe a
CUI è stato inviato, allocando in memoria
uno spazio sufficiente per contenere le
variabili di istanza. Queste variabili ven-
gono automaticamente inizializzate a
nil
Abbiamo visto che la variabile di
istanza degli stack deve essere una Or-
deredCollection. Allo scopo abbiamo
definito il messaggio initialize. Per otte-
nere una istanza inizializzata di Stack do-
vremo perciò valutare la seguente
espressione; «si ;= (Stack new) initia-
lize.».
Il messaggio fra parentesi produce
una istanza non inizializzata di Stack.
Questa diventa il ricevitore del messag-
gio initialize, che mette in contents una
OrderedCollection vuota e restituisce lo
stesso stack, che può essere cosi as-
segnato a s1.
La soluzione tuttavia non è soddisfa-
cente. Sarebbe più semplice, e più ele-
gante, se l'inizializzazione avvenisse die-
tro le quinte, senza costringere l’utente
della classe Srack a ricordarsi di com-
pierla ogni volta che ha bisogno di un
nuovo stack. Questo può essere fatto
definendo un opportuno metodo per la
classe Stack. un messaggio analogo a
new ma che esegua automaticamente
l'inizializzazione della nuova istanza.
È necessario, dunque, provvedere
Stack di un metodo di classe che ride-
finisca il messaggio new, ereditato da
Object. In Smalltalk, analogamente alla
maggior parte dei linguaggi object-orien-
ted, quando una sottoclasse definisce
un metodo per un selettore di messag-
gio ereditato dalla superclasse, il nuovo
metodo sostituisce quello ereditato. In-
fatti quando un oggetto riceve un mes-
saggio, esso cerca il metodo con cui ri-
spondere tra I message pattern definiti
nella sua classe. Se non lo trova esegue
la ricerca nella superclasse, ed in caso
negativo nella superclasse di questa, fi-
no ad arrivare ad Object. É evidente al-
lora che, in risposta ad un messaggio ri-
definito, l'oggetto eseguirà il nuovo me-
todo invece di quello ereditato.
Questo meccanismo, alia base del
comportamento polimorfico degli og-
getti, ha un piccolo inconveniente. Se
nel nuovo metodo fosse necessario
eseguire, tra le altre, le stesse opera-
zioni compiute nel metodo ndefinito,
come si può accedere a quest'ultimo? E
li caso del nostro nuovo metodo new.
esso deve allocare lo spazio per la va-
riabile della nuova istanza (operazione
compiuta nel metodo ridefinito) e poi
inizializzarla.
Se scrivessimo il nuovo metodo co-
me in figura 5, il metodo new richiame-
rebbe ricorsivamente sé stesso all'infi-
nito.
La soluzione si trova in figura 1. Il
messaggio new non viene mandato a
self, bensì a super Questa è un'altra
pseudo variabile (l'ultima) disponibile in
Smalltalk. Con super si referenzia l'og-
getto che sta eseguendo il metodo,
esattamente come con self. Tuttavia,
quando un messaggio viene mandato a
super, la ricerca del metodo corrispon-
dente non inizia nella classe dell'ogget-
to, ma nella sua superclasse.
Con questo, abbiamo completato la
classe Stack. e con essa questa breve
illustrazione della sintassi del linguag-
gio. Certo, a questo punto qualcuno po-
trebbe chiderersi; dato che in Smalltalk
ogni entità è un oggetto, sono degli og-
getti anche le metaclassi? La risposta
ad una prossima occasione. /ss
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
299
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A91-15 VASC. P.DISK 3'l/2 40 POS L.
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A91-17 VASC. P.DISK 5*1/4 50 POS L.
A91-18 VASC. P.DISK 5*1/4 100 POSE.
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A91-20 SUPPORTO PER PC IN VERT. L.
A91-21 SUPPORTO IN PLEX. 80 COL. L.
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3.750
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3.000
24.800
7.510
3.750
4.650
4.650
19.380
14.870
2.100
2.100
5.850
7.050
6.150
7.210
5.850
9.910
26.300
37.570
7.510
3.750
26.300
19.530
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c++
di Corrado Ciustozzi
L’overloddìns
IIC++ é dotato di un meccanismo molto potente, chiamato
overloading. col quale si può estendere il significato predefinito di
funzioni ed operatori. In questo modo essi possono essere usati
anche assieme ai tipi di dati definiti dall'utente Ile classi) con un
risultato molto efficiente ed elegante
L'argomento di questo mese riguarda
il C++ sotto il suo duplice aspetto di
‘iC migliore» e di «C con classi» (ricor-
date quanto dicemmo nelle prime due
puntate?). Si tratta óbW overloading,
quel particolare meccanismo linguistico
con CUI in C++ si può estendere od
alterare la semantica di funzioni ed ope-
ratori per metterli in grado di lavorare su
insiemi più ampi di tipi di dati, ivi com-
presi I tipi definiti dall'utente. L'over-
Ioading delle funzioni può essere usato
anche nella programmazione tradiziona-
le mentre Voverloading degli operatori è
tipicamente uno strumento OOP, il pri-
mo serve a generalizzare il significato di
una funzione e consente di scrivere
codice più consistente ed elegante, il
secondo serve a generalizzare il signifi-
cato degli operatori predefimti e serve
ad usare i tipi di dati definiti dall'utente
allo stesso modo in cui si usano i tipi di
dati predefiniti.
In entrambi i casi la funzione concettua-
le svolta daH'overloading é importantis-
sima: in definitiva essa permette al pro-
grammatore di esprimersi sempre me-
diante una notazione naturale, consi-
stente e ad alto livello anche quando le
entità coinvolte nelle manipolazioni so-
no tipi di dati complessi; sarà il compila-
tore che, in modo del tutto trasparente,
SI occuperà di gestire effettivamente la
reale complicazione connessa al ricono-
scimento ed al trattamento particolare
delle varie entità manipolate.
Il termine l'overloading» in italiano
significa letteralmente «sovraccarica-
re», ed il senso di tale definizione è
chiaro: con l'overioading si «sovraccari-
cano» infatti le usuali definizioni di fun-
zioni ed operatori per aggiungere loro
ulteriori significati. Ma parlare del «so-
vraccarico degli operatori» mi sembra
sinceramente bruttino e dunque ora e
nel seguito continuerò ad utilizzare il
termine originale.
Come già per (a puntata scorsa dedi-
cata al concetto di classe, vi metto
subito in guardia che ciò che dirò que-
sto mese sarà necessariamente piutto-
sto semplificato. Anche questa volta,
infatti, I concetti che tirerò in ballo sono
piuttosto complessi e necessitano di
ulteriori approfondimenti per poter es-
sere compresi appieno. Tuttavia preferi-
sco darvi subito gli esempi pratici di
come funzionano le cose in C++ per
farvi acquisire subito quella particolare
sensibilità necessaria poi a calarsi nella
giusta mentalità e nel corretto stile di
programmazione. A chiarire i dettagli si
fa sempre in tempo in un secondo
momento. Dunque se alcune cose non
dovessero esservi subito chiare non
preoccupatevi, su tutti questi argomenti
ritornerò in futuro per puntualizzare in
modo più rigoroso le questioni che ora
di necessità devo lasciare aperte,
E con questa doverosa premessa va-
do subito ad incominciare,
Overloading delle funzioni
Può sembrare strano ma chi viene dal
Fortran ha già sicuramente avuto a che
fare con il function overloading o over-
loading delle funzioni, magari senza
nemmeno saperlo! Una delle grandi in-
novazioni del Fortran 77 rispetto al For-
tran IV fu infatti la definizione di nuove
funzioni di libreria (parlo ovviamente di
funzioni matematiche) che fossero «in-
dipendenti dal tipo» dei loro argomenti,
E questo, ragazzi, è vero e proprio over-
loading!
Ma per spiegarmi meglio torno al C.
che sicuramente conoscete tutti meglio
del Fortran (almeno spero...). Dunque,
sappiamo tutti che nella libreria stan-
dard del C non esistono funzioni mate-
matiche che prevedano come argomen-
ti dei normali float; per convenzione
infatti tutte le funzioni di libreria in
floating point hanno come argomenti e
come valore di ritorno dei doublé. Vi
siete mai chiesti il perché questa scef-
ta? Ma proprio per evitare quei problemi
di proliferazione dei nomi di funzione
(che già aveva tl Fortran IV) derivanti
proprio daH'impossibilità di avere l'over-
ioading sui loro nomi. Ma andiamo con
ordine. Pensiamo ad esempio alla radi-
ce quadrata. La funzione sqrt() della
libreria standard del C é definita come
doublé sqrt( doublé ), ossia vuole e
ritorna un doublé Ma se putacaso a noi
servisse una funzione che fa (a radice
quadrata di un normale float ritornando-
ci un float? Dovremmo scrivercela da
noi, è chiaro, ma supponiamo che que-
sto non sia un problema. Il punto scot-
tante è che non potremmo chiamare
sqrtO questa nuova funzione per non
creare ambiguità con la sqrtO di libreria.
Dovremmo chiamarla, che so, fsqrtl).
Nulla di grave, direte voi, è roba che st
fa tutti i giorni. Certo, ma se ci pensate
una tale soluzione è del tutto inelegan-
te; per quale motivo, infatti, dovrei usa-
re nei miei programmi due funzioni di-
verse per compiere una operazione che
invece è concettualmente sempre la
stessa? Sempre di estrazione di radice
si tratta, anche se essa agisce su tipi d>
dati implementativamente diversi.
Questo problema, uscito dalla porta
nel C di K&R, é rientrato dalla finestra
nel C ANSI che ha introdotto il nuovo
tipo long doublé ad altissima precisio-
ne. Come conseguenza si è subito veri-
ficato il tanto temuto proliferare nella
libreria standard di funzioni analoghe ma
diverse: ora abbiamo infatti sqrtO e
sqrtlO. sinO e sinl(), logO e logli), e via
raddoppiando; dove le funzioni con la
desinenza 1 sono quelle che usano i
long doublé mentre quelle senza desi-
nenza sono quelle «classiche»
In Fortran IV, per chi non lo sapesse,
il problema era ancora più grave, di ogni
funzione matematica vi erano ancora
più versioni perché erano ammesse
quasi tutte le possibilità per gli argo-
menti ed il valore di ritorno, i quali nel
peggiore dei casi potevano essere interi
in singola precisione, interi in doppia
precisione, reali in singola precisione,
reali in doppia precisione, complessi in
singola precisione e complessi in dop-
pia precisione! (Ricordo che in Fortran i
numeri complessi sono tipi di dati primi-
tivi del linguaggio mentre il tipo «reale»
equivale al «float» del C).
Come si risolve questo fastidioso pro-
MCmicrocomputer n. 106 - aprite 1991
301
c++
blema? Il comitato che mise a punto il
Fortran 77 si disse; «Ma perché non
chiamiamo tutte le funzioni simili alio
stesso modo, lasciando al compilatore il
compito di scegliere quella giusta?».
Idea geniale. In effetti la funzione «giu-
sta» può essere individuata senza ambi-
guità a tempo di compilazione semplice-
mente guardando II tipo dei suoi argo-
menti. Tanto per riprendere il caso della
radice quadrata, se il compilatore vede
che l'argomento della funzione è un
reale allora chiamerà la funzione che
effettua la radice quadrata fra reali; se é
un complesso chiamerà quella che agi-
sce SUI complessi; e cosi via. Il tutto,
ovviamente, in modo trasparente all'u-
tente che, dal canto suo, potrà final-
mente invocare sempre lo stesso nome
di funzione qualsiasi sia il tipo del suo
argomento.
Bene, questo meccanismo è un buon
esempio di functìon overloading. Quello
presente in C+-+, diciamolo subito, è
molto più sofisticato in quanto non sì
limita alToverloading delle funzioni pre-
definite di libreria ma consente allo
stesso utente di scrivere le proprie fun-
zioni l'overloaded» (sovraccaricate?...)
nonché di effettuare l'overloading di
funzioni standard aggiungendovi delle
estensioni proprie.
Il functìon overloading in C++
Andando nello specifico vediamo co-
me funziona la cosa in un caso reale.
Ovviamente vi farò un esempio pura-
mente didattico e, quindi, semplicistico
e non naturale. Ma, come tutte le sem-
plificazioni, serve comunque per avere
la sensazione di quello che sta succe-
3
2.35
3.15
4.496187
4.496187
Il nsullalo
del programma
modulù.epp del
dendo. Supponiamo dunque di voler
scrivere una funzione che ritorni <1 mo-
dulo di un numero, e supponiamo di
volerla scrivere in modo del tutto gene-
rale: tale cioè che essa accetti come
argomento sia un intero che un numero
in virgola mobile che un numero com-
plesso. Ricordo che per i numeri reali il
modulo coincide col valore assoluto
mentre per i numeri complessi, formati
da una parte reale ed una immaginaria,
esso corrisponde al vero e proprio mo-
dulo del vettore identificato da tali com-
ponenti, e cioè alla radice quadrata della
somma dei quadrati della parte reale e
di quella immaginaria.
Chiamiamo questa funzione modu-
lo!) e per semplicità supponiamo di
prendere in considerazione solo tre ca-
si: quello in cui il suo argomento é un
int, quello in cui esso é un doublé e
quello in cui é una coppia di doublé che
supponiamo rappresentino un numero
complesso.
Ovviamente tn una situazione reale
questa schematizzazione sarebbe trop-
po limitativa ed imprecisa ma per i
nostri scopi va più che bene: abbiamo
infatti tre tipi di dati assai differenti tra
loro da «riunificare» in una medesima
funzione.
Vediamo dunque nel listato 1 il sem-
plicissimo modo in cui in C++ si proce-
de per definire l'overloading di funzioni:
basta dichiarare più volte la funzione in
questione, ogni volta specificando op-
portunamente numero e tipo degli argo-
menb (righe 9, 10, 11). Vedete che
quello che in c; sarebbe stato un grave
errore sintattico, ossia la ridefinizione di
una funzione, in C++ viene invece as-
sunto dal compilatore come dichiarazio-
ne di una funzione sottoposta ad over-
ìoading. Vorrei notare a questo proposi-
to che nella versione 1.2 del C++ di
Stroustrup- era obbligatorio precedere
ogni dichiarazione come questa con la
parola chiave overload che, appunto,
segnalava esplicitamente al compilatore
le intenzioni del programmatore: ma
dalla versione 2.0 tale obbligo é caduto
ed anzi la keyword overload viene con-
siderata obsoleta e si suggerisce di non
usarla affatto.
302
MCmicrocomputer n. 106 -aprile 1991
c+-
Figuia 2
Il risultato del
programma
uactorT.^p del
Il resto bel programma è di una natu-
ralezza sconvolgente: alle righe 19 e 20
chiamiamo la funzione moduloO pas-
sandole come argomento un intero, alle
righe 22 e 23 le passiamo un doublé ed
alle righe 25 e 26 una coppia di doublé.
In ogni caso procediamo a stampare il
risultato della chiamata. Seguono le de-
finizioni delle tre funzioni modulol).
dapprima quella «per interi» (riga 32) poi
quella «per doublé» (riga 40) ed infine
quella per complessi» (nga 48). Come
SI vede, esse non hanno in sé nulla di
speciale.
Bene, in figura 1 possiamo ammirare
l'output prodotto dai programma e con-
statare che in ciascuno dei casi presen-
tati esso é del tutto corretto. Segno che
il compilatore ha in effetti provveduto a
richiamare la funzione corretta a secon-
da del tipo degli argomenti che le abbia-
mo passato.
Come questo accada é lungo da spie-
gare e non è questo il momento di farlo.
Prometto ovviamente di tornarci in futu-
ro in quanto si tratta di una nozione
importante, specie per certe sue conse-
guenze implementative. Ora tuttavia mi
basta farvi notare che il meccanismo di
overìoading delle funzioni non solo esi-
ste e funziona ma funziona anche molto
bene ed è assai comodo da usare.
Vorrei tuttavia sottolineare il ruolo
fondamentale svolto dal function proto-
typìng nell'overloading delle funzioni:
senza una dichiarazione anticipata delle
varie «possibilità» di scelta, infatti, il
compilatore non sarebbe in grado di
selezionare la funzione giusta scioglien-
do l'ambiguità sul nome; né saprebbe
riconoscere un caso effettivo di over-
loading da una chiamata semplicemen-
te errata, ossia effettuata con parametri
differenti in numero o tipo da quelli
corretti. Questo è in effetti il motivo
principale per cui il function prototyping
in C-M- è obbligatorio.
Overìoading degli operatori
Con l'overloading delle funzioni il
C-h-h fa già un buon passo avanti verso
la possibilità di scrivere codice «type
independent», ossia uniforme e consi-
stente verso qualsiasi tipo di dato coin-
volto nelle operazioni. È chiaro che la
possibilità di utilizzare ciò che semanti-
camente è la stessa funzione con tipi di
dati diversi è un’ottima cosa. Però non
è ancora tutto. Dicevo nei mesi scorsi
parlando delle classi che in C-t-i- si può
fare in modo che i tipi di dati definiti
dall'utente si comportino dal punto di
vista formale esattamente come quelli
primitivi del linguaggio. Ciò si ottiene
mediante l'operafor overìoading o over-
loading degli operatori, meccanismo per
CUI il significato e la semantica di un
operatore vengono estesi per compren-
dere I tipi di dati dell'utente.
Anche in questo caso, a ben guarda-
re, non vi é nulla di sconvolgentemente
nuovo. In qualsiasi linguaggio vi è alme-
no un minimo di overìoading degli ope-
ratori, solo che esso non essendo parti-
colarmente formalizzato ci sembra natu-
rale e scontato. Pensiamo tuttavia al
banale operatore di somma, «-!-»: non
lo usiamo forse con molteplici tipi di
dati? Sia che dobbiamo sommare due
char o due int o due float o due
doublé 0 infine due long doublé usia-
mo sempre lo stesso simbolo; eppure
le operazioni che tale simbolo scatena
aH'interno del programma sono diversis-
sime da un caso all'altro! In effetti un
conto è sommare due byte ad otto bit,
un altro è sommare due interi a sedici
bit e via dicendo fino a sommare due
long doublé da ottanta bit. In altri lin-
guaggi l’overloading degli operatori è
ancora più eclatante: ad esempio sap-
piamo tutti che in Basic il «-I-» viene
usato anche per «sommare» due strin-
ghe, cosa che ne provoca in effetti la
concatenazione.
Il concetto di operator overìoading,
dunque, non é nuovo. Allora cosa offre
in più il C-M- a questo proposito? Molto
semplice: il fatto che, come per il func-
tion overìoading, il suo m^canismo è a
disposizione dell'utente. È cioè l'utente
stesso che può «overloadare» (che
brutto!) gli operatori standard, rtdefinen-
done il significato a piacimento, per far
si che essi riconoscano i nuovi tipi di
dati definiti mediante le classi e si com-
portino opportunamente in loro presen-
za, Dopodiché si potranno scrivere
espressioni che coinvolgano tipi di dati
utente cosi come si fa normalmente
con le espressioni riguardanti i tipi pre-
definiti.
Vi faccio subito un esempio. Suppo-
niamo che io voglia implementare in
C-M- il tipo di dato «numero comples-
so» che, come sappiamo, non é nativo
in questo linguaggio. Come procedo?
MCmicrocomputern. 106-aprile 1991
303
c++
Innanzitutto mi creo una opportuna clas-
se, diciamola comptex, die rappresenti
I numeri complessi magari come coppie
di doublé. Dopodiché, mediante il fune-
tion overloading. estendo il significato
delle funzioni matematiche standard per
farle agire correttamente anche sugli
elementi della classe complex. Infine,
mediante \'operator overloading, faccio
in modo che gli stessi operatori aritme-
tici possano agire correttamente sui
complex. A questo punto ho pratica-
mente aggiunto al C-h+ i numeri com-
plessi; per usare infatti nei miei pro-
grammi i dati definiti comptex non ho
bisogno di ricorrere a strane notazioni o
all’innaturale uso di funzioni speciali ma
posso direttamente scrivere normali
espressioni algebriche contenenti tali
dati. La sintassi del C-h+ è stata cosi
estesa, ed il risutato è che posso ora
usare i convenzionali strumenti linguisti-
ci del linguaggio per esprimere concetti
riguardanti tipi di dati differenti da quelli
nativi, perché questi si comportano ora-
mai in tutto e per tutto come se fossero
nativi anch’essi. Volendo potrei aggiun-
gere al linguaggio il tipo di dato stringa.
ridefinendo l'operatore «-f» per effet-
tuare la concatenazione di stringhe co-
me in Basic. E via dicendo, praticamen-
te senza timiti.
Spero di aver reso con chiarezza l'im-
portantissima valenza concettuale (e
pratica) dell'overloading degli operatori:
è questo strumento che. consentendoci
di estendere a piacimento sintassi e
semantica del linguaggio, lo rende cosi
estremamente espressivo e dunque
versatile, flessibile e potente.
L'operator overloading in C+ +
E anche in questo caso, dopo tanto
parlare, vt presento un esempio per
farvi vedere «dal vivo» come stanno le
cose. Valgono ovviamente le stesse av-
vertenze di prima in merito alle neces-
sarie semplificazioni cui devo indulgere,
per cui non prendete il codice che se-
gue come esemplificativo di un caso
reale ma solo come illustrazione pratica
di CIÒ che abbiamo detto finora.
Supponiamo dunque di voler aggiun-
gere al linguaggio un nuovo tipo di dati
che modelli il comportamento di un
vettore, inteso non nel senso informati-
co ma in senso fisico. Limitiamoci per
semplicità ai vettori bidimensionali, os-
sia a quegli oggetti rappresentati da una
coppia di valori distinti corrispondenti
alle componenti del vettore secondo i
due assi coordinati del sistema di rap-
presentazione scelto. Nella prima parte
Listalo 3 Aggiungiamo alla Classe Veetor del
listalo precedente la pamcalare lunrione operato-
rHI per etIeiniaiB /'overloading dell'operatore di
soinma La delmiiione implementa il cancello di
somma di vettori La keyword friend mette in
grado tale lumione di accedere ai dati privali della
classe CUI appariiene
del listato 2, corrispondente allo header
vectorl.h, vediamo una implementazio-
ne veramente ai mimmi termini di que-
sta ipotetica classe Veetor: la sua parte
privata é costituita dalle due componen-
ti del vettore mentre l'interfaccia com-
prende oltre a) constructor una funzione
di visualizzazione delle componenti
stesse.
Vi faccio per inciso notare che in
questo esempio la definizione della fun-
zione printvectorO compare fuori del
corpo delta classe Veetor (righe 16-22];
nulla di strano, già la volta scorsa avevo
accennato al fatto che le member func-
tions possono anche essere definite
all'esterno della loro classe, basta che la
dichiarazione sia all'interno.
Una novità è invece la strana notazio-
ne «Veetor: iprintvectorO» la quale si-
gnifica appunto che la funzione print-
vectorO appartiene in effetti alla classe
Veetor. Essa fa uso deH'opersfore di
«scope resolutionii («c », ossia «due
punti due punti»], che serve per chiarire
gli ambiti di appartenenza di un'entità
Ne riparleremo presto.
La seconda parte del listato, corri-
spondente al modulo vectorl.cpp (la
desinenza standard per i moduli C + + è
epp) non fa altro che mostrare banal-
mente il funzionamento di questa clas-
se, come SI vede dai risultati mostrati in
figura 2.
Tutto chiaro fin qui? Bene, d'altronde
ancora non c'é nulla di differente da
quanto visto lo scorso mese. Ma ora
viene il beilo. Voglio adesso estendere
l'operatore di somma per largii com-
304
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
c++
prendere il significato di somma di vet-
tori. (Ricordo che la somma di due
vettori è un vettore avente come com-
ponenti la somma delle componenti
omologhe dei vettori dati). Attenzione
dunque al coniglio dal cappello: passia-
mo al listato 3 dove viene fatta la ma-
gia. Nello header vector2.h ripeto la
classe Vector ma ora nella sezione pub-
blica (riga 11 ) aggiungo una nuova fun-
zione un po' speciale: il suo nome è
operator+ e. come si vede, ha come
argomenti due Vector. (La keyword
friend con la quale viene dichiarata ha a
che vedere solo con i livelli di accesso
ai dati privati della classe e ve la spie-
gherò a tempo debito). È proprio questa
particolare funzione operator+ che ri-
definisce (o meglio amplia) tl significato
dell'operatore «+»> e dunque, in altre
parole, ne effettua l'overloading. La sua
definizione (riga 27) discende diretta-
mente da quanto detto poc'anzi; il vet-
tore sum da essa ritornato ha come
componenti (a somma delle componen-
ti x e y dei due vettori ricevuti come
argomenti dalla funzione stessa.
Nella seconda parte del listato ivec-
tor2,cpp) proviamo allora a svolgere
effettivamente una somma di vettori.
Prendiamo i vettori u e v, le cui compo-
nenti rispettive sono (1,2) e (3,5). e
sommiamoli assieme usando l'operato-
re «-I-» (riga 18) mettendo il risultato in
un vettore 2 ; quindi stampiamo 2 . La
figura 3 ci mostra m tutta evidenza che
le componenti di 2 sono effettivamente
(4,7) come dovevano essere.
Abbiamo così a tutti gli effetti amplia-
to il significato dell'operatore di somma
per fargli comprendere il caso speciale
in CUI i suoi operandi siano elementi
della classe Vector. Da notare che la
sintassi del programma è esattamente
analoga a quella che avremmo usato se
u, V e 2 fossero stati tre int 0 tre float
anziché tre Vector; ossia il nuovo tipo
Vector si comporta né più né meno che
come un tipo predefinito.
Anche qui ci sarebbero a questo pun-
to da chiarire un migliaio di questioni
rimaste in sospeso o solo accennate:
come funziona in realtà tale meccani-
smo. che rapporto c'è fra la funzione
operator+() e l'operatore «-h», cosa
succede con le conversioni di tipo e
cosi via. Su tutti questi punti ritornerò al
momento opportuno con maggiore det-
taglio e rigore. Per il momento comun-
que le cose che abbiamo visto sono
sufficienti per capire almeno nelle sue
linee principali il meccanismo dell'over-
loading degli operatori e, soprattutto,
per poterne apprezzare l'eleganza e l'u-
tilità che lo carattenzzano.
Conclusione
Sono cosi necessariamente giunto al
termine di questa puntata particolarmen-
te lunga e forse un po' pesante nella
quale abbiamo visto nei suoi due aspetti
principali il fondamentale meccanismo di
overloading offerto dal C++. Credo, da
quanto detto, che la sua utilità risulti
adesso ben chiara.
Se avete a disposizione un compilatore
C++ provate a compilare i semplici pro-
grammi di questo mese, per rendervi
conto dal vivo di come funzionino le cose.
E poi provate a modificarli, ad esempio
per estendere le funzionalità della classe
Vector mediante nuovi overloading.
lo nel frattempo mi congedo da voi
rinnovandovi il solito appuntamento al
prossimo mese.
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305
TURBO PASCAL
iaign, huMH
Una pìccola gerarchia dì classi
Brad J Cox. nel suo
Object-Onentfcd Proyiainriiing
(Addison Weslay. Wb7/
espone la gerarchia di classi
implementata
nell 'Objective-C. l 'Appendice
A del libro propone delle
schede con le specifiche
delle di-/erse classi, in modo
da consentire all'uiente di
farne l'uso piu efficace In
ogni scheda fa spicco un
«ìndice di maturila^,
attraverso il quale si esprime
la probabilità che fuiuie
ndefinizioni e/o
reimplementàzioni di uria
classe possano a/oie impatto
sul suo use «Si Iràiló di un
modo di prendere ano della
realta», spiega Co>, «e di
ammettere che il sott'A/aie
non banale matura col
tempo» Ip 97). Stanley B
Lippman rincara la dose «li
buon disegno di una
gerarchla di classi e difficile
Chi ci SI dedica puo ben
aspettarsi di dovei provale e
riprovare piu volte II disegno
di tali geraicliie fe oggeno di
attive riceiche (e di qual<.he
controversia/, e non vi e
ancora accordo su un qualche
insieme di regole-^ f'.-i r
Primfcr. Addisun '//esley.
W69. p 347/
l/OllllC.IOI.UI'l|^OlBl I ' j 6 ciglile,
l.b de CoA e I i|jpiiidri a ii<ex
lune .1 9-etQ.o oeciofeffc l'itUtsifo'.Qo e
I IfTijjPbi I ibrilòZiOr ib 0 l JCà biobòb, OOMi
pOMc [yiL C*bSS' ITi uCd ijefolCCio >l> p><jJ
I jl<c CetiV PJòii oPPo C ><b bPC'Jpi'
tibafiijbie c óiric‘:nenno\e it p.oieUef.&ii
clib e irTii^iéSs luU'eiltL che Uàneie
Con LiQ nor. vi .(ogiio cene, scoteggiaife
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Oe/c <^..rare \j>u o. iro^oie e j&oic una
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Oo\ài. cne di ripanne ogni joiia oa zero
II ./óniaggic della progion.iiiaiione
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onò bpbOifioe impibmeniòzio'it; b quindi
ò tòmb I Ubo pio étfir;eoe Per questo
mulivo, VI piopoiigo uno picooiò gerer
>;liió w pòrtiouiàh r;àiò’terislii;;lie non
e mono ompio, pei non oilungaib troppo
ulia cs(jPubiZiOrib Olib a/blido r^Ori'ib sr,ru
pO priii.orii, r^ijblKu d ‘.Onsbrilit Zi rj la
r^ot. le Ic'.iiiorib celiò OOP.
dbze èssere suftiCienlerrientb arialitica
nae ispiiazioiic rja gbrorr;riie olossiche
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Ilio iibiib pibsenfi oii<,r.e queiie ijie pio
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Pasoòl c le CioSt Lipiary del stu
protiullo pel iiiruSllolc uòriiaggi b SZÒII
laggi rj, subite diveiSb
Lu schema generale
Nello tìguio I b liaoi^ioto uno soliemo
Cello gcioini.io, oiib polBtb iio/oie gè
su MC i.,nr MPCt.Aibi ZlP, oruMib po
tote veObie tutto Oeiuc do uno oioSSe
IjaSb PvljJeijl ha bOObZiOfib lo gclorijfud
01 "itcìòionii, più o uibiiO psiolleiò a
oobiio delle uooiiezioiiiii. oiib svoige pb-
lollro auslllòl'ib/ b'
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0: sliijcluie di doli u'. p'z OiZbtSb do
qizBile CUI Sioino oOituotJ oitoy set e Si
O'J/
TURBO PASCAL
mili nel Pascal standard sono strutture i
CUI elementi devono tutti inesorabil-
mente appartenere ad uno stesso tipo.
Il Pascal con oggeiii consente invece di
realizzare strutture i cui elementi, in
quanto puntatori alla classe base, pos-
sono contenere gli indirizzi di istanze di
qualsiasi classe da quella derivata, dive-
nendo COSI strutture «polimorfiche»
Analogamente, si generalizza anche il
concetto stesso di stiuttura di dati, di-
venendo la classe astratta «collezione»
(7Co//ecf/on nel nostro caso, dove la
<iT» iniziale sta per «tipo», mentre PCol-
lection Sara «puntatore a collezione») il
suo compilo e quello di definire i com-
portamenti comuni ad ogni «gruppo» di
oggetti, mentre «gruppi» piu specializ-
zati possono essere ricavati semplice-
mente derivandoli da quello astratto.
Vediamo cosi che da TCollection den
vano TIndexedCotlection e TBag la pri-
ma e la classe di tutte le collezioni agli
elementi delle quali si può avere acces-
so mediante un indice (come nei piu tra-
dizionali array), la seconda e una sorta di
contenitore generico in cui tale possibi-
lità d’accesso manca; ambedue posso-
no contenere un numero arbitrano di
elementi, limitato solo dalla memoria di-
sponibile.
Da TIndexedColleciian derivano TFi-
xedSizeColleclion e TOrderedColle-
ction la prima e piu simile al normale
array Pascal in quanto ha una dimensio-
ne massima, la seconda e una collezio-
ne ai CUI elementi si può accedere con
indici solo «in lettura»: inserimenti e
cancellazioni sono invece sottoposti ad
un vincolo in quanto la collezione viene
detta «ordinata» nel senso che viene
mantenuto l’ordine con cui i suoi ele-
menti le sono stali aggiunti (pensate ad
uno stack su cui sono consentite le sole
operazioni push e popi. TSortedColle-
coan e invece una collezione ordinata in
CUI viene mantenuto un ordine determi-
nato dal confronto tra gli elementi via
via aggiunti e quelli gia presenti. Un tale
tipo di ordinamento richiede ovviamen-
te oggetti «ordinabili»: ciò vuol dire che
in una TSortedCollection possono esse-
re inseriti solo oggetti che siano istanza
di classi derivate da TMagniwde. che e
la classe astratta di tutti gli oggetti per
CUI sia definito un metodo IsLessThan
(cioè «e minore di»J. Dovrebbe essere
evidente la natura delle classi TNumber
e TSirìng, sui cui comunque torneremo
in un prossimo appuntamento.
La classe TBag non e in sé partico-
larmente utile, ma vale come base di
TSet, classe di strutture (non indicizza-
te) in CUI non sono ammesse duplica-
zioni' come per i set del Pascal stan-
dard, un elemento viene aggiunto solo
se non risulta già presento. Vedremo
subito un esempio d’uso. Il vantaggio di
una gerarchla di strutture di dati risiedo
nella possibilità di derivarne raalinonie
altre. Pensate ad una collezione di re-
cord aventi ognuno un campo chiave e
chiaro che, perché il campo chiave sia
tale a tutti gli effetti, non vi devono es
sere due record aventi uguali valori in
quel campo. Bene una possibile solu
zione e la classe TDiciioiìary. che altro
non e che un TSet i cui eleinemi sonu
tutti istanza della classe Mssoe/at/on,
ovvero di coppie «chiave-valore» (dove
«valore» sta per l'insieme dei campi
non chiave),
L'esempio di Cox
Prima di vedere in dettaglio la defini-
zione e l’iniplementazione delle nostre
classi, voglio proporvi un adattamento
del Dependency Graph di Cox, cioè del-
l'esempio di cui Cox SI serve pei illu-
strare I vantaggi della programmazione
orientata alToggeito rispetto a quella
tradizionale Nel sesto capitolo del suo
libro mette infatti a confronto due diver-
se implementazioni di un «grato» delle
«dipendenze» tra i file che compongono
unit Nodes;
CSX-t-*)
uaes Base, Sttings, CoUect, BagSet;
pcoceduie TNode.AddReference (vaz AnotherNode: THode);
If Refecences - nil then New (References, InicdOI);
Reference8*.Add (AnotherNode) ;
type
PNoda ■ ■'TNode;
TNode - object (TString)
conatructor lnit(a; attingi;
deatructor Bone; Virtual;
procedure AddRefetencelvar AnotherNode; TNode);
Vlalted: integer;
ln?»leinentation
conatructor TNode.Init (a: atrìng);
begin
TString. Itiit(a);
Referencea ;• nil;
Viaited 0;
procedura TNode. Viait;
Count: integer * 0;
begin
Wtite( ' ' : Count, TNode. Str) ;
if Referencea <> nil then begin
if Count <> 0 then WriteC, che');
WtitelnC dipende da:');
Ine (Count, 4) ;
Iterator :• Referencea". Initlterator;
while Iterator" . More do
PNode (Iterator*. Next)". Viait;
Dee (Count, 4) ;
Di3poae( Iterator, Bone) ;
deatructor TNode. Bone;
begin
if Referencea <> nil then Dispoae (Referencea, Bone);
TString. Bone;
Figuri 2 - Il file XlOOaSPAS, conlenente aehnmone e implemenls-
zione della classe TNode
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
TURBO PASCAL
un programma, cioè della struttura di
dati su CUI deve operare un MAKE per
produrre un eseguibile a partire dai suoi
sorgenti, ricompilando solo quelli che ri-
sultano modificali dopo l'ultima compi-
lazione. Il caso ha voluto che due anni
fa, per discutere di strutture di dati e di
algoritmi ricorsivi, vi proposi un MiniMa-
ke che, pur se meno dotato del MAKE
della Borland, riusciva a svolgere in tut-
ta onestà (e perfino piu rapidamente) il
suo compito; nella sostanza, lo stesso
compito svolto dal grafo di Cox. Ci vol-
lero set mesi (daH'aprile al settembre
1989, dopo una puntata introduttiva a
marzo) per portare a termine il discorso:
è vero che ciò fu dovuto in primo luogo
alle frequenti divagazioni (analisi lessica-
program PceMeXe;
uses Base, Collect, BagSet, Nodes;
MakeFile: text:
Target : TKode;
Qraph : TSec;
Itexator: PItecatc
OIdCh; Chat > fOi
eh: Chat;
begin
wblle not Eof (MakeFlle) do begis
le OldCh • *0 then ReadIMakeFUe, Ch)
else begln
Ch OldCh;
OldCh #0;
le Ch - (13 then begln
ReadtHakeFile, Ch) ; (• per (10 *)
Lex EOL;
else If Ch - ' ' then begln
repeat ReadIMakeFlle, Ch) untll Ch <> '
OldCh Ch;
end
else begln
ReadtHakeFile, Ch)
untll Ch in [(13, ' ' ] ;
OldCh Ch;
function Filterlvar S: Taet; var st: stringi : PNode;
Node, OIdNode: PNode;
begln
New (Node, Init (st ) ) ;
OldNode PNodetS.FlndtNode') ) ;
if Node’'.IsEqual (OldNade*) then begln
Dispose (Node, Donel ;
Fllter :• OldNode;
else
Fllter PNode(S.Add(Node') ) ;
Token: word;
TokenStr: string;
PHl, PN2: PNode;
begln
Token Lex (TokenStr) ;
HRD: begln
PNl :=■ FiltertGraph, TokenStr):
repeat
Token :■ Lex (TokenStr) ;
case Token of
WRD: begln
PN2 FiltertGrapb, TokenStr);
PNl'.ftddRe£erence(PN2") ;
end:
EOL: begln end;
else Exit;
end;
until Token <> WRD;
EOL: begln end:
end;
untll FALSE;
end;
begln
If ParainCount <> 1 then begln
HritelnCUso: PREMAKE <carget>' ) :
Halt(l);
end;
Assign (MakeFlle, 'MAKEFILE') ;
CSI-*) Reset (MakeFlle) ; (*81+*)
Wrlteln ( 'Errore apertura MAKEFILE');
Halt(2);
Graph.InitdO);
Parse:
Target , Init (PacamStr (1) ) ;
PNode (Graph.Find (Target ) ) ''.Visit;
Target. Do ne:
Iterator :■ Graph.Inltlterator;
while Iterator''. More do
Dispose (Iterator* .Next, Done) :
Graph.Done;
Close (HakeFile);
Figura 3 - Il programma PREMAKE che. usando la unir NODES in-
sieme ad altre della gerarchia di figura I. esegue il lavoro preparatorio
di un MAKE la costruzione del grafo delle dipenderne tra i Me
MCmicrocomputer n, 106 - aprile 1991
309
TURBO PASCAL
nmake.exe itmalex.cpu mmsiin.tpu nnipBrser.tpu upstr.obj i
mnalex.tpu irmalex.pas
mnsim.tpu iKnsiin.pas
im^rser.tpu rrmalex.tpu nnaim.tpu m^raec.pas
upstE.obj upstr.asnt
Figura d - (Jn esempio di MAKEFILE per il programma PREMAKE
le e Sintattica dell’input, ncorsivita, pro-
cedura Exec, ecc.), rna l'intricato dia-
gramma che potete ritrovare a pagina
210 del numero di aprile 1989 dà un'i-
dea della complessità della struttura di
dati che allora fu necessario costruire.
Supponiamo invece ora di avere a di-
sposizione una gerarchia di classi come
quella della figura 1 ; non vi troviamo im-
mediatamente quello che ci serve, ma
possiamo facilmente estenderla. Ragio-
niamo un attimo: un grafo «è un» in-
sieme di nodi, ognuno dei quali può di-
pendere da altri: ogni nodo, quindi, oltre
ad altre caratteristiche, «è (anche) un»
insieme degli altri nodi da cui dipende.
Quanto al resto, un nodo «è (anche!
un» file, 0 meglio un nome, cioè una
TStnng. con cui venga denotato un file,
e deve avere sia metodi per aggiungere
le dipendenze da altri file che per poi ri-
spondere l'insieme di tali dipendenze.
Un nodo deve cioè essere istanza di
una classe come definita nella figura 2.
Discuteremo in altra occasione alcuni
aspetti sintattici propri del Pascal 6.0
(come la direttiva SX e la parola chiave
private, facilmente eludibili da chi usi
ancora la versione 5.5). Per ora limitia-
moci ad osservare che, a differenza di
quanto accadde due anni fa. l'imple-
mentazione del nodo è ora estrema-
mente semplice: il groviglio delle dipen-
denze di un nodo dall’altro viene risolto
mediente un puntatore a TSet, Referen-
ces, I cui metodi possono essere usati
nonostante il fatto che la gerarchia di
classi non aveva il minimo sentore di
poter essere impiegata anche per rea-
lizzare grafi dei nostri nodi.
Può comunque essere utile sottoli-
neare alcuni meccanismi. Come spesso
accade, il constructor chiama prima di
tutto quello della classe da cui TNode
deriva, mentre il deslructor provvede a
chiamare quello di TString solo dopo
aver rilasciato la memoria eventualmen-
te allocata per References. Il metodo Vi-
sir, inoltre, si incarica di visualizzare gli
altri nodi da cui un nodo dipende, e ri-
corsivamente quelli da cui questi a loro
volta dipendono, per far ciò e necessa-
rio percorrere gli insiemi puntati dal
campo References di ogni nodo, ma ciò
non può essere fatto con metodi » nor-
mali». Sappiamo bene che i set del Pa-
scal standard non sono «iterabili». non
si può cioè operare iterativamente sui
(oro elementi, in quanto non esiste un
■iprimo», un «secondo», un «ultimo»
elemento. La nostra gerarchia, tuttavia,
è affiancata da una gerarchia ausiliaria di
« Iteratomi che implementa quanto ne-
cessario per tutte le classi derivate, di-
rettamente 0 indirettamente, da TColle-
ction; vedremo in particolare che TSet
eredita l’iteratore di TBag.
Dopo queste veloci puntualizzazioni,
rileviamo che Visit si limita a visualizzare
sullo schermo il grafo delle dipendenze,
senza verificare le date dei vari file e
senza procedere a compilazioni. Non sa-
rebbe difficile aggiungere tali funziona-
lità, ma non faremmo altro che riportare
nell'esempio qualche riga del MiniMa-
ke. Meglio passare subito a vedere co-
me usare la classe TNode in un pro-
gramma
Statico e dinamico
Nella figura 3 troviamo appunto un
programma che, usando la umt NODES
insieme ad altre della gerarchia, costrui-
sce quel grafo delle dipendenze che co-
stituisce la premessa di un MAKE. La
cosa più importante da notare è la ge-
stione della memoria. A differenza di al-
tre (ad esempio quella del Turbo Vision),
la gerarchia che vi propongo implemen-
ta le collezioni in modo tale che è pos-
sibile aggiungervi sia elementi allocati
dinamicamente con New o GetMem
che normali variabili globali o locali. Co-
me avremo modo di vedere meglio in
seguito, ciò comporta che i destructor
delle collezioni liberano si la memoria al-
locata per le collezioni stesse, ma non
quella allocata per i loro elementi (in
quanto, appunto, potrebbero non esse-
re «dinamici»). Vi deve provvedere il
programmatore, come ho fatto con le
ultime istruzioni di PREMAKE, da «Tar-
get.Done» a «Graph.Done». Ciò non sa-
rebbe stato necessario, peraltro, se i va-
ri nodi non fossero stati creati con New
Ci SI imbatte qui in sottili problemi su
cui torneremo più ampiamente in segui-
to; tanto per darvi un'idea, provate a
considerare che uno stesso nodo può
appartenere, oltre che a Graph, anche
agli insiemi puntati dal campo Referen-
ces degli altri nodi da cui quello dipen-
de: una «deallocazione automatica» (in
quanto operata dai destructor) potrebbe
portare a tentare di rilasciare piu volte
una stessa area di memoria, con con-
seguenze catastrofiche. Ora sara suffi-
ciente chiarire che la procedura Filler.
proprio in quanto tutti i nodi sono dina-
mici, «filtra» I nodi da aggiungere al gra-
fo nel senso che aggiunge ad esso i no-
di che non vi siano già contenuti, men-
tre elimina (rilasciando la memoria da lo-
ro occupata) gli altri
PREMAKE richiede la presenza di un
file chiamato «MAKEFILE» come Duello
della figura 4 un normale file testo m
CUI ogni riga contenga il nome di un file
seguito da quelli da cui dipende (il fatto
che SI tratti dei file che componevano il
MiniMake di due anni fa non e casua-
le...). La funzione Lex percorre il file alla
ricerca dei singoli nomi di file, che as-
segna l'uno dopo l'altro al suo parame-
tro variabile La procedura Parse aggiun-
ge I nomi al TSet Graph mediante la
funzione Fi/fer e aggiunge ad ogni nome
che sia il primo di una riga i nomi che lo
seguono sulla stessa riga Completati
cosi I preliminari, si imzializza il nodo
Target con il parametro dato sulla riga
comando: con «PREMAKE MMAKE.E-
XE» SI indica che si intende esaminare
il grafo delle dipendenze di MMAKE.E-
XE, con «PREMAKE MMPARSERTPU»
quello della unit MMPARSER
La figura 5 riproduce l'output del pro-
gramma nel primo caso; mi pare un ri-
sultato piu che apprezzabile per poche
decine di righe di codice. E vero che
non includiamo nel conto i sorgenti del-
le unit della gerarchia, ma c'e un valido
motivo; la unit MMSIM del MmiMake
costruiva una struttura di dati utilizzabile
solo per quel programma, mentre la
unit BAGSET della nostra gerarchia e di
uso assolutamente generale: può esse-
re ri-usata cosi com'è in ogni program-
ma m cui vi sia qualcosa di cui possa
dirsi che «è un» insieme.
310
MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
I
f
CAMPIONI DI POTENZA
Computer
COMPUTER
DESIGNER • 21
AT 16/21 MHz
da L. 550.000
51?K rODl J
DESIGNER SX
386 SX
da L. 949.000
512K FOD1 2 PS232 PRIMER
CAD-25
386 25 MHz
da L. 1.299.000
iMB FDDl .2 RS232 PRINTER
PROCAO-33
386 33 MHz
da L. 1.890.000
64K CACHE IMS F001 2 RS23?
IPERCAD-486
486 25 MHz
da L. 3.790.000
1MB FDD-' .2 asaà.FWKTEf*
COPROCESSORI mmmm
B0287-10 L. 265-OCC
80387 SX L. 490.000
80387-25 L. 680.000
B03S7-33 U 890.000
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S.G.VGA 16 BIT 1MByte
con MON. 14” VGA 1024x768
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APPUCAT1VI PER WINDOWS
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EXQEl 2.2 PER WINDOWS ING L. 570.000
TOOL&'XDK PER WINDOWS INt L. 540.000
WORD PROCESSOR
WORDt ING U 390.000
WORDSTAR cO INO L 490.000
GUATI HO PRO ao INO 590. OOC
1NQ. L 120.000
ING. L. 115.000
TURBO BASIC
QUICKBASIC
TURBO I.
QUICKC
TURBO PASCAL 5.5
TURBO PROLOG
INO «4&.0‘jL
INO. 1 I5.ua,
ING. L. 180.000
ING. L 180.000
LATA
DATA bASb £ I:
DBASE 1/ '
FOX BASE . cbc 2 .
POXfcASfc - 35t2.1
PAhAOOX 3.0
e4^.L00
bbC.UOl.
Ì49.0OL
A.JIOSfBIUn / .s.l. iiu.;
AUlODbSX ANiMAIOH iNO
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DESIGN CAD 3D 3.L IIU:
EASY CAD 2.3 ING
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I AMbON OOPY PCPLUS ING.
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43C.000
3/5.001.
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DESKTOP PUbLISnING
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4OM0 24-2Bms 3.5" IDE
80MB 15ms3.S'lDE
120MB I6ms33' IDE
210MB 1Sms3,5‘ IDE
330MB I6ms 5.25’ SCSi
660MB 16ms 5.25 ' SCSi
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TELEF.
TELEF
TELEF
TELEF
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TELEF
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SK. VGA I6 8IT512K ... 195.000
SK.VQA16BIT1MBTSENG L. 239.000
SKUVGATMS34010 TELEF
SK UVGACOMP B514/A TELEP
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VGA 1024x768
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tPSVjN ..<c860 80C 200Sc<A > ' kOe.bOO
Nb'. Fu. 80C 268S24F 990.000
SAIASUNG136C 220C24A ■ S9C 000
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I prezzi riportali nella Guidacomputer sono comunicati
dai distributori dei vari prodotti e si riferiscono alla
vendita di sìngoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi indicati
possono esserci variazioni dipendenti dal singolo
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multiple sono generalmente previsti sconti quantità. I
dati sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data
di uscita in edicola della rivista. MCmicrocomputernon si
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562 DOO
503 OUO
SHR-500 +AJ02M-M ■ 8083 6 MHt 6tOK, 2FD 360K, men 12- monocf
SHR-500 +/021M-M - SDS8 8 MHz 6«K. FD 360K, HD 20M mon
12" (lionocf
SHR-500 +/021V-V - 8088 8 MHz, 640K, FD 360K HD 20M mon 14" Mi
SHR-916P/001M-M • 80286 12MH:, 640R, FD 1 44M mon 14' monocr
SHfl-9l5P/tì41V-V - 80286 l2MHz 640K. FD 1 44M, HD 40M mon 14' «1
SHR-915V/041V-M • 00286 16MHz. IM FD 1 44M, HO 40M mon 14' moiw
SHR-915V/ID1V-M ■ 80286 l6MHz. IM FD 1 44M HD lOOM niM
SHR-970L2041V-M - 00286 16MHz, IM FD 1 44M, HD 40M display LCD
SKR-1100LX/041V-U - 80386SX 16MHz. IM FO t 44M HD 40M Display LCD
SHR-ll20S)tf041V-M - 80386SX 20MH2 IM FD 1 44M HD 40M mon
14- mono
SHR-II20SXI101V-M - 80386SX 20MHz. IM FD 1 44M HD 100M mon
SHR-1120/W1M-M • 80386 20MHz. 2M FD 1 2M HD 40M mon 14- mono
SHR-1120('101M-M - 00336 20MHz. 2M HO 1 2M HD 100M mon 14' mono
SHR-1120/211M-M - 80386 20MHz. 2M FO 1 2M HD 210M mon 14- mono
SHR-1133/041M-M - 80386 33MHz. 4M FD t 2M HD40M mwi 14' mono
SHR-1133/101M-M - 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD lOOM mon 14“ mono
SHR-1133/2nM-M • 80386 33MHz 4M FD 1 2M HD 210M mon 14" mono
SHR-1133/341M-M - 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD 340M mon 14" mono
SHR-1133F70IM-M • 80386 33MHz, 4M FO 1 2M HD 700M mon. 14" mono
SHH-t170/041 - 80486 25MHz, 4M FD I 44M HO 40M
SHR-1170WIV-S - 80406 25MHz, 4M FD 1 44M HO 40M mon 14- col
SHH-1 170/101 - 00466 25MHz. 4M FD 1 44M MD lOOM
SHR-1170/101V-S stessa conliguiazione con mcmilor ceiore
SHR-1170/211M-M • 80486 25MHz, 4M FO 1 44M HD 210M mon
SHH-1225/101M-M • 604B6 25MHz, 4M FO 1 2M HD IDOM mon 14‘ meno
ShH- 1225/21 1M-M - come supta con HD 2tOM
SHH-I2257341M-M - come «pia con HD 340M
SHR-I22S/701M-M - come sepia con HO 700M
1 090000
1690000
2490000
1 790000
3 050 DOO
2 750 000
3550000
5 190 000
5.890 000
4600000
51SCOOO
5 950 000
7 050 000
7 950 000
8800000
9900.000
12300000
14 900 DOO
10 500 000
11800000
11400000
12600000
12900000
15700000
15800000
19200000
21800000
AEG OLYMPIA
AIO Olynipia nniim SpA - Va Stepfìenspn. 54 - 20157 Milano
1 12 7 000
1 619.000
3961000
5U86UU0
6205000
10839 ODO
I2 06 I0UO
162/5 000
1/913 000
ALPHA MICRO
Alptié Ulcrosysism Italia SpA
Va fienaia, 175/A • 4SOI0 fornice lainiini iM/
AMl-500-f - NEC V20 256K FD 360K HO 20M mon14' 1450000
AMI-90-280 - 80286 8/I6MH2. IM FD 1 2M HD SOM mon 14' I BOOOOfl
AMl-90-286 - 80286 8/12MHz. 1M FD 1 2M HD SOM mon 14 3 55ODu0
AMI-90-3B6SX -80386SX8/I8MHZ 1 M FO 1 2M HU SOM mon 14 42070U0
AMI-9D-386 - 80386 25MHz. 2M FD 1 2M cectie 64K HU SOM mon 14' 5 /20 ODO
AMi-90-386 • 60386 25MHz. 2M FD 1 2M >acne 648 HU 10OM mon 14 / 3/4 000
AMi-90-386 - 80386 33MHz 2M FD 1 2M udie m HO 10UM mon 14 8 4/1 000
AMl-90-386 • 60386 33MHz. 2M FO 1 2M uUn 648 HO 100M mon 14 9 502 OUQ
AMf-90-486 - 80486 25MHZ 2M FD 1 2M ucln 88 HD lOOM mun 14 15HOOOO
AMI-JUNIOR - 68000/80286 12MHz, 1MFD 144M HO 40M mon 14 6 /80 000
AM-940M-40 - 68000/80286 12MHZ IM FD 12M HD4DM mon 14 9 280 000
AM-940M-90 - 68000/80286 12MHZ 1MFD I2MHD90M mon 14 1D3B0W0
ACORN
Oelpiti S-P.A - Va Oeiid Veitia il ■ 55043 Varefgio ILUI
AMSTRAD
Amsina Sp A - Va faccione. 14 - 20156 Uiana
3000 - RAM 1MF035' + Mouse
Archimeoes 410/1 Base - RAM IM - FD 35' mon monocr ris 1280«976
AicDimeOes 42IV1 Base • come n 410 Base con 2M RAM e HD 20M
ArdiimeOes 440/1 Base - come il 410 Base con 4M e HD SOM
Arachimeoes 540 • RAM 4M FO 3 5" m HO 100
R140 WoihstaOon - RAM 4M HO SOM
RKO Workslalion • RAM BM FD 35" HD 100M
R225 WoikSlalion - RAM 4M
Monitoi Aictiimedes MR
Monitor Ta«n Multisync 7701 us
Disk Olive aggiuntivo ipei 410/1)
Haid Disk 2DM + conlroNei isene 300)
Pedule Back Piane
Breinet Expansion Caid
Floaling Pomi Expansion Caro
SCSi Adpter Ekpansione Cero
inleriaccia oer drive asierno
Chroma 320 - Sctieda genlock per Arctiimedes
Chioma 335 - StiieOa genlock pei ArctiimeOes
Chrona 345 - Scheda genlock per Atdiimades
Digileiizzatore Watlord
Hawk V9 - Digiiaiizzaiore teal-limo 512x256
1 460.000
2650 000
3 050 000
5500000
8540000
5950.000
10500.000
5.450 000
557 000
1400000
306000
1 102000
95 000
1000 OOO
1350000
750.000
115 000
144 000
207.000
494 000
940.000
1 259 0OC
948.000
1610000
PC 1512 SD MM-A • 6088/8 MHz. RAM 512K. I FD 360K monoci
PC 1512 DO MM-A - 8086/8 MHz RAM 512K, 2 FU 3608 monocr
PC 1512 SD MM-COROM - 6086/8 MHz. RAM 5128 I FD 3608 con dnv
inietno CD-ROM 550M monocr
PC 1512 SO CM-A - 8086/6 MHz RAM 512K. 1 FD 3608 colore
PC 1512 DD CM-A - S086/B MHz RAM 5128 2 FD JÒOK colore
PC 1640 SO MD-A - 8086/8 MHz RAM 6408. 1 FD 3608 monocr
PC 1640 DD MD-A - 8086/0 MHz, RAM 6408, 2 FD 3o08 monocr
PC 1640 HD MD-A • 8086/8 MHz. RAM 6408 1 FD 3608 « HO 30M
PC 1640
PC 1640
PC 1640
PC 1540
PC 1540
PC 2086
PC 2086
PC 1286
PC t286
PC 1386
PC 1388
PC 3286
PC 3286
PC 3086
SD MD-CDROM - 8086/8 MHz, I FO 3608 monca
SO ECD-A - 8086/8 MHZ RAM 6408. I FD 360H colore
DO ECD-A - 8086/0 MHz. RAM 6408 2 FD 3608 coioie
HD ECD-A - 8086/0 MHz. RAM 6408 1 FD 3608 -r HD 3DM col
SO ECD-CDROM - 8086/8 MHz, RAM 6408 monitor colore
SD 14 CD - 6086/8 MHz. RAM 6408. FD 7208 mon 14 colore
HD 14 CD - come PC 2086 SO 14 CD <■ HD 30M
SD 12 MD- 80286/125 MHz, IMFD I44M mon VGA monocr
SD 14 CO - 80266/12 5 MHz 1M FD 1 44M mon VGA colore
SO 12 MD - 80386/20 MHz. IM FD 1 44M mon VGA monoa
H40 12 MD - come mod PC 1386 SO 12 MD con HO 40M
SD 12 MD • 80286 15 MHz. IM FD 1 44M monilor mono VGA
HD 12 MD - stessa conligurazione con HO 40M
SD 12 MD - B0B6 8 MHz 6408 FD /2DK monitor mono VGA
890 000
1090 DUO
1 590000
1090000
1290000
990 000
1 190 000
1 590 000
I99UUOO
1 390 000
1590 000
1 990 000
2 390.000
1 490000
2090000
1 790.000
2090 000
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3 390 000
1 790 000
2 290 000
1 190 000
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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
MCmicrocompuler n. 106 - aprile 1991
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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
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MCmicrocomputer n 106 - aprile 1991
MCmicrocomputer n. 106 • aprile 1991
317
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VPV 3995' 9VP> V 'j 44V HD 10V, /3» —ir'!»' '4'
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VPV ROOP' 5V“3 V, “j 44V PC, 5f,v /-,4 -n-i'B- 1 '«t
VPV 389 '5V"7 'V «C 44V -IO W /3* "'ì’i.t"- 4 •aoi
VPV 599 'SV^z 'V -j 44V -!0 9CW /jS -P-'r)' '4 351
VP'S 599 »5VH? JV PO 44V 9Ci 50V 739 -'«■■IP’ *■ -SAI
VPV 566 '9VH? 7V P" 44V -515 3?0V, /5A tWO' »'
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3200000
<3 600 000
•7500 000
13500000
71500000
3200 000
3 700 000
5 600 000
4< 00 000
4600 000
6 500 000
6600000
7 100 000
5 200 000
5 /00 000
6200000
8 700 000
4 000 000
4950000
5700000
7450000
'7 300 000
70 586000
5140000
7890000
8980000
3 680 000
•1 780 000
10 990000
'1 690000
13 790 000
V'',rnirr
'06 acrile 1991
3?'^
MCmicrocompuler n, 106 - aprile 1991
Inida computer
PENTAGON
/n/ffrar Srl - Via Peralltontr 3t ■ 39100 Balano
2M, FD35", HD 89M
PENTAGON GIGA SPARK 386. 33MHz. RAM AM. R) 35", HD I30M
PENTAGON A86, 25MHr RAM AM, FD 5 25" HD 130W
PACCHETTO MONITOR 1A' + SCHEDA HERCULES
PACCHETTO MONITOR 1A' B/N + SCHEDA VGA
PACCHETTO MONITOR 14" COLORE MULTISVNC + VGA 102A X 768
990 000
1 390 000
2 190 000
3290 DOO
A.990 000
199000
349000
7A9 000
990 000
PERIPHERALS
Peoptuiais Saa - Piaaaie della Vitlona 4 Poamii INA)
PERSTOR INC.
Daiamalic Sp.A ■ Via Agordar 34 - 20137 Milane
PERS01/02 - Hard disk conttolW ARU 6 bit pei XT7AT e consi In grado di
raddoppiare slettronic la capacilA del disco 350000
PERS04 - Hard disk + Happy disk conlioIlB ARU 16 bri AT/3B6 compat
raddoppia la capaciti del disco lisso 600000
7 6M 749 • ironiloi mimm-iomalifn H irwtoii tiiarxHn VGA PASnoo
3 CM 9609 - rnonitoi n>ir»i 14' PITCH 039 VGA 6At)r4R0 ;.>nnm
7 CM 3209 - rnwitor winii 14 PITCH 0 ?R SVGA 1 0PA.7R8 "70000
4 CM 2789 • mnniuii mimi 20’ pitch 031 hi RES I024''i2fl0 3 000 000
PLUS
fdr/rfce ilaiiana 5WiH=ir* A/ia via piem fl 20i2i Miiann
Hardcard 20 Disco "Oi'li) ACM su scbpda poi PC/XT AOms
Haidcaril 40 - cpme sopì» mn capacità ACM tAOomfl
Hardcardii 40 Disco ngi'io su scheda iRA ifi tui apm oso non
Itìrdcardll 80 cerne sopra mn rapanlà wiM itioonn
Passporl 20 - Disco 'ÌQì< 10 Winrheslpi »sliaihi|B ?DM PPRorvTn
Passpori 40 ■ Disco ngid" Winrhpsioi ocpaii'ii» aom ;s4oonn
Herdcaid 11X150 ■ Disco rigrilo su srt>»1a IRA iB h>l 5?M ' oanixw
Hardcard IIXU50 DiSf" ngido mn raama t05M ' /sooOO
POLYTEL
K£YP0Rr 300 TavoiiBlls m«iu 300 '■omanHi "spono
KEYCARD IFRAOn
SUPER KEYCARD 300000
PROHANCE TECHNOLOGIES INC.
Daiamalic SpA Vm 4gyrai 34 20127 M>mnr
PDWERMOUSE H» Supei mmis* mn 4n last; pmarammaOiii tasi
numeika/lun/ipni tB omoo' d' macm m rinta? 460000
QMS SARL
Moda Sii - Via Mafacnn 1I 42100 Bepd'h Fmiia
PERTEL
Perni Srl Via Mafleucci. 4 - 10143 Torina
Oculus 10 - Digilalizz 640x480 colan e B/N 1 500.000
Ocuius 20 - Digiiahzz 640x480. 256 cdiori su VGA 2.350.000
Oculus 150 - DigllallTZ bin. lEal-time 3950000
Ocuius 200 - DlgiQlizz real-iime immagini. 128 livei gngip 3650.000
Oculus 200 ■ Digitalizz reaMime immagini. 256 Uvei grigia 4 550 OOQ
Oculus 300 256K - Digilaliz: 1024x512x256 gngi 256KByie 5830000
Oculus 300 512K - Digilaliza 1024x512x256 grigi 512KByle 6640000
Digicon b/n pei IBM e campai - 256x256. 8 bil. 256 gray-ievei 750 OOO
PHILIPS
Pniiips SpA Piana IV NovemPie. 3 - 20124 Milano
NMS TC 100 - 8088 10MH2, 1 FD 3.5" 720K CGA 920.000
NMS TC 105 • 6088 lOMHj, 1 FD 3 5' 720K HD 20M CGA 1 300 DOO
P 2120KID4 - 8068 lOMHz 1 FD 3.5" 72DK mouse CGA 850.000
P 2120-024 - 8068 10MHz, l FD 35" 720K HD 20M mouse CGA 1 300.000
P 3238-044 - 80286 12.5MHz, 1 FD 3.5" 1 44M HD 40M, VGA 2.800 000
P 3238-104 - 60286 125MHz, 1 FD 35" 1 44M HD 100M VGA 3250000
P 3348-044 - 80386 sx 20MHz, 1 FD35" 1.44W HD 40M VGA 3700000
P 3348-104 - 80386 SX 20MHz. 1 FD35' 144M HD lOOM VGA 4 150.000
NMS 386^5 - 00386 25MHz 64K cache, 4M 2FD 3.5" -l- 5 25'
H0 105MVGA 8000000
NMS 386/33 - 80386 33MHz B4K cache 4M 2FD 3 5" -e 5.25'
HD1Q5MVGA 10 000 OOO
NMS 386/33E - 80386 33MHz 64K cache 4M 2FD 3.5" -H 5 25"
HO 350M ESDI. VGA 13500.000
NMS 486/25E - 80486 25MHZ. 4M 2FD 3.5" -•- 5 25"HD 350M ESDI 19000000
PCL 101 -aOCSB 10MHz, 1FD 3.5 144M, LCD CGA, I 6Kg 2 300 000
PCL 203 - 80C286 12.5MHz, 1 F0 35' 144M HD20M, LCD VGA, 3Kg 4 700000
NMS 1433 - stampante 9 aghi 80 colonne 196 cps 430 ODO
NMS 1453 - Stampante 24 agni. 80 colonne 196 cps 660 000
NMS 1 461 - stampante 24 aghi. 80 colonne 240 cps 820 OOO
NMS 1467 - stampante 24 agni. 136 colonne 240 cps 960 000
NMS 1481 • stampante LASER 6oAn, 300x300 2 500 000
BM 7502 - monitor monociomatico toslcn verdi 12" CVBS 205.000
BM 7542 - monilot monocromatico toslcn bianchi 12" CVBS 205 OOO
BM 7513 - mohilor monocromabeo Icslcri veidi 12" 190.000
CM T1342 - monilor colori 14" PITCH 042 CVBS RGB UN HL 520 000
CM 9032 - monitor colori 14" PITCH 0,42 VGA 31 5 KHz 640x480 610.000
7 BM 713 - monitor monocfomalico 14’ loslori verdi FSQ TTL 245000
QMS PS 2200 - siampante Laser 22 patrìne mm 35 inni
QMS PS 810 • Slampnnte Lese- 6 pacm» mm fi«M PM 35 Innt
QMS PS 810 TURBO SmmDamo I asei R wc"» mm bam ?M 39 Iniit
QMS PS 820 TURBO Riemoante Laser « naom* -mn RAM JM 39 'ont
QMS PS 410 - Stampante I aser 4 pagine mm RAM 2M 45 fprt
QMS PS 410 Upgrade tM RAM
QMS PS 410 Upgiade 2M RAM
QMS PS 410 Upgrade 4M
31000000
16 200 ORO
17200 non
18900 000
1200000
;«K)0(V)
2R5nnnnn
7 750 000
ciao non
niBnnmjo
5 400 000
1030000
1 470000
2350000
RADIUS INC.
Modo Srl ■ Via Masaccio. 11 - 42»» Reggm fmiha
2250000
2900000
1 120 000
1 610 000
7 300 000
4 500 000
1 250 ODO
RENAISSANCE GRX
Pc Pioa Sr/ • Via Baiano 3i - 20127 Milano
Scheda VGA 1024x768 inteilacciatd 16 csidti prò graheo 2 lOOOOO
Scheda VGA 1024x768 non mierlaccialo 16 colori 364K Dram 3 300000
Come conligurazione precidenie ma con Daughier Board VGA 4000000
VGA 1024x768 non mleiiaaraifl 256 colorr 384K Oram pio gralirn 4 2300 OO
Come ccm/iguiazione precedente ma con Deughter Board VGA 4 930 000
RM COMPUTER
RM Compolil - Vìa S inrervc. 9/3 ■ 17100 Sirma
PC RM 100 - 4 77/12MH7. 512K FD 1 2M/720K 705 000
PC RM 200 - 16MHz. 1M FD 144M connollei 2FD0/2HD AT BUS t iaodoO
PC RM 200 - come sopra ma con conlioher 2FDD/2HD MFM 1 270 OOO
324
MCmicrocomputer n 106 • aprile 1991
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
325
326
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
3? 7
MCmicrocomputer n. 106 - aprile 1991
MCmì< rni
irifi - aiinio 1PU'
énid» computer
VEGAS
WESTERN DIGITAL
VeQtì Cmvulf Conrnuiicilions ITALIA sps
V:i Siidinissg. U9 ■ 50041 esimano (h
OiOmalK Spi - Va Agodsrt. 34 ■ 30127 Mìinoo
CE 0808 0 e08S IOMH 2 »0K HD 2DM HG(Va» nwn 14'
CE 281? 0 . 80286 12MK? 1024K HO 40M VGA mon H'
CE 261? 0 - 80286 i2MHr 1024K HD 80M. VGA mon 14'
CS 2616 0 80286 16MHz. 1024K HO 40M. VGA mon 14'
CS 2616 D 80286 i6MHz 1024K HO SOM. VGA mon 14"
CS 3616S D - 80386 SX 16MHr. 1024K HO 4QM, VGA mon 14'
CS 3616S 0 • 80386 SX 16MHr 1024X HO SOM VGA mon 14
CS 3620S 0 ■ 80386 SX 20MHz. 1024X HO 40M VGA mon 14 "
CS 3620$ 0 ' 80386 SX 2 OMH 2 1024K HD SOM. VGA mon 14
CF 2616 0 80286 16 MH 2 1024X HO 40M VGA mon 14
CF 2616 0 80286 16MW 1024K HO 80U VGA mnn 14
CF 3616S 0 - 80386 SX I 6 MH 7 1024K. HO BOM VGA mon 14 '
CF 3820S 0 - 80386 SX 20MH2 1024K. HD 80M VGA mon 14
CF 36» 0 - 80386 OX 25MH!, 1024K HO SOM VGA mon 14'
CF 3625 0 - 80386 DX 25MH?, 1D24K HO 120M VGA mon 14'
CF 3633 0 - «0386 OX 33MHJ. 4096K. 32K C HD SOM VGA mon 14'
CF 3633 0 - 80386 DX 33MH? 4096K 32K C HO 120M VGA non 14"
CF 4625 0 - 80486 25MHz 4096K 64K cache HO SOM VGA mon 14"
CF 4625 0 80486 »MHj 4096K. 64K cache HD 120M VGA mon 14'
CT 3675 T 80386 DX 25MHr 1024K. HO 120M VGA mon 14'
CT 3625 T • 80386 DX 25MHz 1024X HD I8QM VGA mon 14
CT 3633 T - 80386 DX 33MHz 4096X 32K C HD 120M VGA mon 14'
CT 3633 T - 80386 DX 33MHz. 4096K, 32K C HD 180M VGA mon 14'
CT 4625 T • 80486 25MHz. 4096K 64K C HD 180M VGA mon 14
CT 4625 T 80466 25MKZ 4096K 64K C HD 3O0M VGA mon 14'
VICTOR
Vieftv lina Va Acstl« 23. iS’AB Stno'a
V86PFD - 80C86 10MHz 640K 2FD 720K display LCD
ve6PHfi 80c86 lOMHz 640X iFD 720K HD 20M display LCD
VTSSPSO 80286 1 0MHz, 1M FD 1 44M HD 30M display Plasma
V286MSF - 80286 i2MHz IM FO 1 44M
V286 M40 - 60286 12MHz 1M FD 1 44M HD 4DM
V786MB0 • 80286 12MHz 1M FD 1 44M HD SOM
V286M120 • 80286 12MHr. 1M FD I 44M HD 120M
V386MSF B0386SX 16MHz 1M FD 1 44M
V386M 40 - 60386s> 16MHz 1M FD 1 44M HD 40M
V386M80 ' 80386S> 16MHz IM FO 1 44M HD SOM
V386M120 ■ 803865» 16MHz IM FD 1 44M HO 120M
V386T/BIV25 • 80386 25MHz 2M FO 1 44M HO 60M
V388T/12(V25 - 80388 25MHz 4M FD I 44M HD 120M
V386T/30(V?5 - 80386 25MHz 4M FD 1 44M HO 300M
V386T/120/33 - 80386 33MHz. 2M FD 1 44M HO 120M
V386T/30Q/33 • 80386 33MHz 4M FD 1 44M HO 300M
V386T/600/33 - 803B6 33MHz 4M FD 1 44M HO 600M
V486T/30(V?5 - 80466 23MHz 4M FD I 44M HO 300M
V486T/6O0/25 - 80486 25MHz 4M FO 1 44M HO 600M
V386TIV120/3.3 • 80386 33MHz 4M FD 1 44M HD 120M
V386TU/300/33 - 80386 33MHz 4M FO 1 44M HO 300M
V386DJ«IQ/33 80386 33MHz 4M FD 1 44M HO 600M
VIDEO SEVEN
FtUfiifieiaKSoimaSpA va fam. 8 ■ 20I23 Mieno
V LUX - scheda MDA-CGA HERC fiS 640 x 480
VGA scheda MDA-CGA.HERC-VGA ns 800x600
FWR VG scheda MOA-CGA-HERC-VGA ns 1024 x 768-4
V-HAM VGA 512 - scheda VGA con 512K RAM ns 1024 x 76-16
V RAM VGA 256 • scheda VGA con 512K RAM ns 1024x76-4
V6A-10241 - scheda VGA ns 1024 x 76-16
VGA-10241 51^ come sopra con 512K RAM
WANG
Wsng Itila S.pA -SS PsOans Super 20090 Vimodrone LMII
PC 2S(V16 - 60286 16MHz. IM FD 525"/3.S HD 40M
PC 280720 - 80286 2DMHZ, IM FD 525'/35' HD 100M
PC 382 - 80386 20MHz 4M FD 52S"/35' HD 143M
PC 350/16S - 60386 l5MHz. 2M FD 5 25'/35' HO lOOM
PC 35IV33C • 80386 33MKz. 4M FD 5 25~/3 5' 64K cache HD lOOM
PC 3B0/33C - 60336 33MHz 4M FD 5.»'/3S 64K cache KD 200M
PC 48Q72SC - 80486 25MHz. 8M FD 5 25'/3 S' HD 2D0M
1 881 000
2 900 000
3660 000
3 225 000
4 IBS 000
3495 000
4 45.5 000
3940 000
FileCaid 20 IDE - Hard disx 20 M mieliigenle su scheda
FileCarfl 30 IDE - Hard d>^ 30 M mlelligenie su scheda
FiieCaid 40 IDE - Hard disk 40 M 29 Ms mieitigenle su scheda
Kii 20 - Hard disk 20 Mp -f continuar kil installazione
Kil 40 - Hard diA 40 MP contralte t kil installazione
KilSCSi - SCSI Kil 8/16 Ikl 4 Mbps HO -t- FO FASST SoUW b cavi
SpedKil - HO -I- FDC AT controller 1 1 con cash meraorv
950000
1050000
1 250000
750000
I 150000
IKOOOO
390000
4 895000
3745000
4 280 000
4 560 000
4385000
5610 000
5 745000
11 145000
11 280000
6 545000
7165000
7705000
8325000
12 170 000
14115000
3050000
3950000
6650000
3300.000
4 450 000
5 300 000
6 050 000
3 700 000
5900000
6650000
<0500000
11400000
14 650000
13 800000
16000000
22100000
24 150000
16 700000
490 000
690000
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MCmicfi3Computer n 106 - aiJiite 1991
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speculativo e gh annunci Microtrade mancanti dell'importo saranno cestinati sema cha sia data s/cuna specilica comunicazione
agli autori Per gh annunci lelaiivi a Microtrade, MCmicrocomputer si riserva il dintto di respingere, a suo insindacabile giudizio e
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